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Il disegno infantile: dimensioni cognitive, emotive ed artistiche

di Alessandra Banche

I disegni prodotti in et infantile sono stati considerati, per secoli, una forma mancata di espressione artistica. Le prime ricerche in ambito psicologico evidenziavano soprattutto le differenze tra disegno infantile e adulto, nel tentativo di trovare delle regole generali per spiegare levoluzione dellabilit grafica. Fra i primi studi in tale materia va sicuramente ricordato quello di Luquet (1913, 1927), secondo il quale, il bambino disegna con lintenzione di rappresentare degli oggetti reali, e si fa guidare sia dalla sua percezione delloggetto, sia dalla rappresentazione interna delloggetto. Luquet distingue tre stadi, a cui corrispondono tre tipi di realismo: - Realismo fortuito: il bambino nota delle somiglianze tra i segni apposti sul foglio e il mondo esterno. In questo primo stadio il bambino prima fa un disegno, poi cerca di interpretare ci che ha disegnato. - Realismo intellettuale: il bambino disegna tentando di rappresentare le propriet delloggetto che gli sono intellettualmente note. Ad esempio, in questo secondo stadio, il bambino disegna senza tenere conto della prospettiva, le figure possono essere trasparenti per cui un oggetto nascosto dietro un altro disegnato come interamente visibile. - Realismo visivo: il bambino disegna le propriet visibili delloggetto. Questo terzo stadio considerato il punto di arrivo dellevoluzione del grafismo. Il lavoro di Luquet influenz il pensiero di Piaget (1948), che ipotizz un legame tra levoluzione del pensiero e l'evoluzione del grafismo. Secondo Piaget, lo sviluppo intellettivo procede secondo una sequenza di stadi, dipendenti dallet cronologica. Per questo autore, il perfezionamento delle produzioni grafiche con lavanzare dellet, sempre pi dettagliate, realistiche, proporzionate, procede di pari passo con la crescita intellettiva del bambino. Sulla scia delle teorie stadiali dello sviluppo intellettivo, si delinea un filone di ricerca che utilizza lespressione grafica come modo per misurare la maturit intellettiva del bambino. Nascono molti test per valutare lintelligenza attraverso il disegno, tra cui le prove grafiche di Binet e Simon (1916), i test di Fay (1923), di Rey (1946), il test della figura umana di Goodenough (1926). Luso del disegno come misura dellintelligenza non sempre considerato affidabile, soprattutto se calcolata sulla base di pi disegni prodotti dallo stesso bambino, tra i quali ci pu essere una certa variabilit. A partire dagli anni 40 il disegno stato utilizzato come possibile rivelatore della dimensione emotiva infantile. Prendendo spunto dalle teorie di S. Freud, lindividuo disegnerebbe spinto da meccanismi difensivi, per cui attraverso lattivit grafica egli avrebbe modo di esprimere pulsioni libidiche e aggressive, in forma simbolica e accettabile dalla propria coscienza. Partendo da questa ipotesi, sono stati ideati numerosi test proiettivi, molti dei quali hanno per oggetto la rappresentazione di s in relazione ad altri personaggi (quali il disegno della famiglia di Corman, 1967, il disegno della famiglia cinetica K-F-D di Burns e Kaufmann, 1972), altri test prendono in esame oggetti che possono essere interpretati come proiezione del s (quali il test dellalbero di Koch, 1952, o il test della casa di Minkowska, 1948). Il disegno in psicologia clinica ha anche assunto un certo valore terapeutico, perch consente di rappresentare i propri vissuti ma anche di cambiare aspetti della vita reale e permette di rielaborare i meccanismi di difesa. In questo modo possibile comprendere come un bambino si colloca nelluniverso dei suoi affetti, usando una forma che per i bambini preferibile rispetto alle parole, con le quali non ha ancora quella dimestichezza che hanno gli adulti. Luso del disegno in terapia, nonostante la grande utilit, presenta un elevato rischio di arbitrariet, docuto alla mancanza di indici standardizzati che possano garantire interpretazioni univoche. Sin dai primi anni del 900 il disegno viene considerato come manifestazione dellespressione artistica del bambino. Egli sarebbe spinto a disegnare per la soddisfazione che questa attivit comporta, il piacere sarebbe di tipo sensoriale nei primi tempi, in seguito, con il perfezionamento delle abilit artistiche, il gradimento sarebbe anche di tipo estetico. Il soggetto da disegnare verrebbe scelto dal bambino in base alle sue preferenze individuali, ma comunque egli subisce una pressione sociale che lo inviterebbe a riprodurre delle rappresentazioni realistiche (Read, 1943). Molti studi mettono in evidenza che i bambini hanno preferenze stilistiche personali gi in et precoce, mentre i canoni di giudizio estetico sarebbero influenzati dal contesto sociale, come confermano ricerche sulla valutazione della bellezza di un disegno in differenti culture.

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