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Storia!
Luca Di Dio
Senti che Storia! è un percorso avvincente e motivante alla scoperta della storia dell’Italia attraverso le Rosella Bellagamba
canzoni che hanno segnato le epoche più significative dall’Unità ai nostri giorni.
Le 10 canzoni scelte come punto di partenza di ogni percorso, oltre alla successione cronologica, seguono
una progressione linguistica dal livello A2 al B2 che rappresenta l’ideale completamento di qualsiasi corso
di italiano (in classe o in autoapprendimento) di livello intermedio.
Gli autori presentano la storia in modo induttivo permettendo allo studente di scoprire, attraverso attività di
comprensione e produzione orale e scritta dal taglio ludico, la ricchezza della storia italiana. Al tempo stesso
sarà possibile riflettere sulla lingua e sulla cultura in maniera interculturale, attualizzando le vicende del
passato mediante il ricorso a materiale autentico che affronta il riflesso delle medesime tematiche al giorno
d’oggi.
Storia d'Italia
Ogni percorso permette infatti di lavorare in maniera integrata su: attraverso
Completano il volume:
• un Audio CD con i testi delle canzoni, ascolti ed interviste
• una Guida per l’insegnante con schede supplementari
Luca Di Dio e Rosella Bellagamba si occupano di insegnamento della lingua e cultura italiana in Italia e all’estero da oltre
un decennio. Collaborano rispettivamente con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università di Macerata. Lavorano alla
scuola Edulingua - Laboratorio di Lingua e Cultura italiana: www.edulingua.it
Per una presentazione del libro e/o una lezione-concerto contattare info@edulingua.it o info@elionline.com
in collaborazione con
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Percorsi italiani
Storia!
Luca Di Dio
Rosella Bellagamba
Storia d'Italia
attraverso
le canzoni
in collaborazione con
Senti che Storia!
Storia d’Italia attraverso le canzoni
Ringraziamenti
Gli autori e la casa editrice ringraziano il direttore Giorgio Massei, l’A. D. Alessandra Coderoni e tutti
gli insegnanti della scuola Edulingua – Laboratorio di Lingua e Cultura Italiana di Castelraimondo per
lo scambio di idee nella fase di progettazione e sperimentazione di questo volume. Ringraziano altresì
tutti gli studenti che si sono prestati alla sperimentazione dei materiali. Un ringraziamento speciale va
a Angelica, Damian, Maya e Rita per la loro disponibilità alle interviste.
Gruppo editoriale Rizzoli/RCS (L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Gian Antonio Stella, p. 27,
La testa degli italiani, Beppe Severgnini, p. 85)
Editore Allemandi (Cento anni di canzoni italiane, p. 71)
L’editore resta a disposizione degli aventi diritto per qualsiasi involontaria omissione o inesattezza
nella citazione delle fonti di brani o immagini riprodotti in questo volume.
Percorso Canzone
1 Il Risorgimento Fratelli d’Italia 6
Trascrizioni e soluzioni 86
Il libro “Senti che Storia!” si pone come un’avvincente sfida glottodidattica. Non
solo in quanto l’uso in classe della canzone suscita di per sé motivazione negli
apprendenti e permette di creare interesse verso la cultura italiana in generale,
ma anche perché i dieci percorsi tematici che raccontano la storia d’Italia arrivano
proprio in un anno particolare, quello della celebrazione dei 150 anni dell’Unità e
permettono di ridare importanza alla storia contemporanea.
Dunque “Senti che Storia!” non vuole essere un testo di storia, ma un testo per
apprendere l’italiano attraverso la storia, utilizzando la canzone come genere
perché, oltre alle implicazioni di valore legate alla cultura e alla lingua, essa
rappresenta un documento autentico capace di stimolare l’interesse e di fare da
ponte tra la cultura passata e quella attuale.
Per rendere più vivi e interessanti i momenti storici presi in esame, infatti, gli
autori propongono in ogni percorso collegamenti con l’attualità e la quotidianità,
in un’ottica pienamente interculturale capace sia di creare un link con le culture
‘altre’, sia di favorire la comprensione di quanto accade ai giorni nostri.
È stato svolto un buon lavoro a livello di lessico, mediando l’ovvia complessità del
frasario relativo alla storia dei vari periodi con le reali necessità dei discenti.
In tal modo “Senti che Storia!” diventa uno strumento particolarmente flessibile e
snello che può essere usato come riferimento monografico per un corso dedicato
alla Storia d’Italia, come approfondimento culturale di un corso di lingua o per
ricavare attività specifiche che prendono spunto direttamente dalle canzoni o
dagli argomenti linguistici proposti.
Graziano Serragiotto
Università Ca’ Foscari – Venezia
Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia, Il testo integrale continua così:
L’Italia s’è desta Noi fummo da secoli Dall’Alpe a Sicilia,
Calpesti, derisi, Dovunque è Legnano;
Dell’elmo di Scipio Perché non siam popolo, Ogn’uom di Ferruccio
S’è cinta la testa. Perché siam divisi. Ha il core e la mano;
Raccolgaci un’unica I bimbi d’Italia
Dov’è la Vittoria? Bandiera, una speme; Si chiaman Balilla;
Di fonderci insieme Il suon d’ogni squilla
Le porga la chioma; Già l’ora suonò. I Vespri suonò.
Ché schiava di Roma Stringiamoci a coorte! Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte; Siam pronti alla morte;
Iddio la creò. (2) L’Italia chiamò. L’Italia chiamò.
6
Percorso 1
Verso l’Unità
Prima del 1861, l’Italia politica non è una sola
nazione, ma è divisa in 5 Stati maggiori (e 2 ducati più
piccoli): a Nord-ovest i Savoia guidano il Regno
di Sardegna con capitale Torino; a Nord-est
il Lombardo-Veneto è sotto la regina Maria Teresa
d’Austria; poi il Granducato di Toscana, al centro
lo Stato Pontificio e nel Sud il Regno dei Borboni.
Ma dopo il Congresso di Vienna (1815) inizia
il “Risorgimento”, il periodo storico in cui l’Italia
diventa una sola nazione. Tra i più importanti L’Italia prima del 1861
protagonisti c’è Giuseppe Mazzini, fondatore di un movimento chiamato “Giovane
Italia”. Ci sono anche i Re Savoia che appoggiano la “causa risorgimentale”: prima
Carlo Alberto, poi – dopo la I guerra di indipendenza (1848-49) – Vittorio Emanuele II,
vogliono allargare il loro Regno a tutto il Nord. Il Primo Ministro Cavour fa un accordo
segreto (Plombières 1858) con Napoleone III contro l’Austria.
L’uomo di azione, invece, è Giuseppe Garibaldi. Quando scoppia la II guerra di
indipendenza l’esercito dei Savoia e Garibaldi sconfiggono gli austriaci e conquistano tutta
la Lombardia, mentre l’Emilia Romagna e la Toscana si uniscono al Regno di Sardegna.
Napoleone III si ritira e lascia uno Stato al Nord (Savoia), uno al Centro (Stato
Pontificio di Papa Pio IX) e uno al Sud (sotto Francesco II di Borbone). È l’Italia federale
che tanti, come Vincenzo Gioberti, sognano.
Ma Garibaldi vuole tutta l’Italia unita. Allora, con mille uomini in camicia rossa e due
navi, parte da Quarto, vicino Genova, per ‘liberare’ il Sud. L’11 maggio 1860 sbarca a
Marsala (Sicilia) con l’aiuto della flotta inglese e in pochi mesi conquista tutta l’isola.
Poi passa in Calabria e sconfigge Francesco II a Gaeta (tra Napoli e Roma).
Intanto Vittorio Emanuele II scende verso Sud e sconfigge l’esercito del Papa a
Castelfidardo (vicino Ancona), conquista le Marche
e l’Umbria e arriva a Teano dove incontra Garibaldi
che pronuncia la famosa frase: “Saluto il Re d’Italia”.
Il 17 marzo 1861 il Parlamento si riunisce a Torino
(capitale) e proclama il Regno d’Italia. Un importante
personaggio, Massimo D’Azeglio, dice: “L’Italia è
fatta… adesso occorre fare gli italiani!”1.
1
Il Risorgimento si considera normalmente concluso 10 anni più tardi con
la presa di Roma e del Lazio (20 settembre 1870), anche se per Trento e
L’Italia dopo il 1861 Trieste sarà necessario aspettare la I guerra mondiale.
5 Segna con una “x” se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
V F
1 Nel 1848 l’Italia è formata da 5 grandi Stati. 7
2 Nel Risorgimento l’Italia diventa una nazione unita.
3 Giuseppe Mazzini fonda un movimento religioso.
4 Vincenzo Gioberti vuole l’Italia come una federazione di Stati.
5 Garibaldi conquista tutta l’Italia con pochi uomini e poche navi.
6 L’esercito dei Savoia perde contro l’esercito del Papa.
7 Vittorio Emanuele II e Garibaldi si incontrano a Gaeta.
8 Per Massimo D’Azeglio adesso è necessario formare un solo popolo.
A
B
D
C
F H
E G
10 Completa le frasi con il verbo al presente indicativo, poi abbinale alle immagini.
A B C
D E F
G H I
12 Trasforma la canzone!
In piccoli gruppi: trasformate la prima strofa dell’Inno d’Italia nell’inno della vostra classe. Usate
almeno 3 parole del testo originale, poi cantate il nuovo inno. La classe vota l’inno migliore.
A B C
Caposquadra
Domanda 1
Domanda 2
Domanda 3
Domanda 4
Domanda 5
PUNTEGGIO
Culture a confronto
15 L’inno nazionale.
Individualmente (o in piccoli gruppi) rispondi a queste domande.
• Sai tradurre il ritornello dell’inno nazionale del tuo Paese in italiano?
• In quali occasioni si canta l’inno nazionale nel tuo Paese? E in Italia?
• Nel tuo Paese l’inno nazionale piace a tutti? C’è qualcuno che vuole
cambiarlo? 1
1
In Italia alcune persone vorrebbero cambiare l’Inno di Mameli con Va’ pensiero,
la celebre aria del coro del Nabucco di Giuseppe Verdi. Il famoso musicista, infatti,
ha vissuto intensamente il clima del Risorgimento (sui muri di Milano compariva
spesso la scritta “W VERDI”, acronimo della frase “Viva Vittorio Emanuele Re
D’Italia”). Secondo queste persone Va’ Pensiero era il canto del popolo italiano che
sognava la libertà dall’Austria, così come nel Nabucco il popolo ebreo prigioniero
sognava la libertà da Nabucodonosor, Re di Babilonia.
“... ci mancava il suo inno all’Italia per ritrovare un po’ di orgoglio, un po’ di identità
nazionale”
Gli italiani sono molto o poco orgogliosi di essere italiani? Di che cosa possono essere
orgogliosi? E di che cosa no? E nel tuo Paese la gente è orgogliosa della sua nazionalità?
“... c’è una sola cosa che unisce indistintamente tutti gli italiani, ed è la canzone, la nostra
sola «religione civile»”
La musica è veramente l’unica cosa che unisce gli italiani? Quali sono le altre cose che
uniscono tutti gli italiani? E quali sono le cose che uniscono la gente del tuo Paese?
Brigante se more
Ammo pusato chitarre e tambure Chi ha visto o lupo e s’è miso paura
pecché sta musica s’adda cagna’ nun sape buono qual è a verità
simmo brigante e facimmo paura o vero lupo ca magna e criature
e cu a scuppetta vulimmo canta’ è o piemontese c’avimma caccia’
E mo cantammo sta nova canzone Femmene belle ca date lu core
tutta la gente se l’adda ’mpara’ si lu brigante vulite salva’
nun ce ne fotte d’ o Rre Burbone nun ’o cercate, scurdateve o nomme
ma a terra è a nostra e nun s’adda chi ce fa guerra nun tene pietà
tucca’
Ommo se nasce brigante se more
Tutte e paise d’a Basilicata ma fino all’ultimo avimma spara’
se so’ scetate e vonno lutta’ e si murimmo menàte nu fiore
pure a Calabria mo s’è arrevutata e na bestemmia pe sta libertà
e stu nemico ’o facimmo tremma’
Il Sud si ribella
L’Italia diventa una sola nazione attraverso
l’unione di cinque e più Stati molto diversi
per tradizioni, lingua ed economia; questo
passaggio non avviene in modo semplice e
senza problemi.
1 I problemi del nuovo stato unitario
Infatti le condizioni dei contadini e degli
abitanti più poveri peggiorano. Questi
che combattono contro il nuovo Stato – si
avevano la possibilità di vivere con poco,
uniscono per resistere ai “nuovi padroni”.
coltivando a giornata molte terre demaniali
(cioè pubbliche) o della Chiesa. 3
Ma il nuovo Stato, che ha bisogno di soldi Il generale dell’esercito italiano Cialdini,
per organizzare il territorio molto grande di inviato a Napoli nel luglio del 1861, usa
una nazione appena nata, privatizza e vende subito la forza e distrugge due piccoli
all’asta queste terre a ricchi proprietari. paesi dove si nascondono i briganti
Le nuove tasse a carico della popolazione, (Pontelandolfo e Casalduni, in Campania,
poi, aumentano di molto e, infine, il servizio agosto 1861). Ma questo provoca nella
militare diventa obbligatorio per quattro anni popolazione del Sud una rabbia ancora
per tutti gli uomini del Regno; molte famiglie maggiore, la guerriglia aumenta e prosegue
vedono partire giovani necessari per il lavoro fino al 1867, quando il fenomeno del
dei campi. brigantaggio lentamente finisce.
2 4
Queste ed altre motivazioni (tra le quali, Il nuovo Stato invia oltre centomila uomini
anche una forma di resistenza incoraggiata per garantire la fine di questo contrasto,
dai Borboni) spingono molti uomini usando ogni mezzo. La legge Pica,
ad organizzarsi in bande armate che emanata il 15 agosto 1863, porta davanti
combattono l’ “esercito piemontese” al tribunale militare non solo i briganti,
(chiamato così anche se i soldati ma anche i parenti, gli amici e tutti quelli
provenivano da tutte le regioni del Nord semplicemente sospettati di collaborazione
e del Centro). con i “ribelli”.
È una guerra civile, una guerra di
resistenza che inizia già nel 1860: Civitella 5
del Tronto, un piccolo paese tra l’Abruzzo Carmine Crocco Donatelli, Ninco Nanco,
e le Marche, si arrende al nuovo Stato Michele Caruso, Pasquale Romano,
solo il 20 marzo 1861, tre giorni dopo considerati “banditi” da una parte ed
la proclamazione del Regno. Anche in “eroi” dall’altra, sono – a modo loro –
Campania, Calabria, Basilicata e Puglia, protagonisti del difficile momento della
i briganti – così vengono chiamati quelli nascita della nazione italiana.
3 L’Italia è una nuova nazione… B perché non capisce i problemi sociali del Sud.
5 Gli abitanti del Sud si arrabbiano… D perché non vogliono “nuovi padroni”.
7 La mancanza di terra, le tasse e il servizio F sono eroi per il Sud, banditi per il Nord.
militare… G che affronta molte difficoltà.
Ed ora cantiamo questa nuova canzone Donne belle che ci date il cuore,
tutta la gente la deve imparare, se volete salvare il brigante, non lo cercate,
non ci importa nulla del re Borbone dimenticate il suo nome perché
la terra è nostra e non si deve toccare. chi ci fa guerra non conosce pietà.
9 Nel testo ci sono alcune parole difficili. Collega le parole alle immagini.
1 lupo
2 tamburi
3 fucile
B 1 C
4 tremare
A
5 scacciare
6 lottare
E F
D
Senti che Storia! 17
Percorso 2
10 Che cosa ha fatto il brigante Carmine? Racconta la storia usando il passato prossimo.
A B C
Il brigante Carmine è partito
1 _______________________ 2 _______________________ 3 _______________________
e_______________________
ha salutato moglie e figli. _______________________ _______________________
D E F
4 _______________________ 5 _______________________ 6 _______________________
_______________________ _______________________ _______________________
Si dice così
Nel testo della canzone ci sono le parole “musica” e “lupo”. In italiano si costruiscono con
queste parole tante espressioni idiomatiche. Le conosci?
3 Mamma: Bentornato amore mio, come è andata 6 Carla: Brrrrrr, ciao Marta, hai sentito che freddo?
la scuola oggi? Marta: Sì Carla, fa proprio
Luca: Bene, mamma. È pronto il pranzo? ____________________!
Ho ____________________!
Squadra A Squadra B
Caposquadra
Informazioni Maria Marianna
Qual era il soprannome
della donna?
Dove viveva?
____________ ____________
____________ ____________
____________ ____________
Benvenuti al Sud
Benvenuti al Sud. È il titolo di un film di Luca Miniero con Claudio Bisio, un film che
affronta con ironia il divario1 tra Nord e Sud, senza passare dalla politica o dal razzismo ma
con uno sguardo2 curioso e divertito alle diversità che caratterizzano le due metà del nostro
Paese cercando di eliminare gli stereotipi più comuni: Sud uguale illegalità, mafie, cattiva
amministrazione pubblica, clientelismo3, statalismo.
Claudio Bisio ha commentato così: “In Italia la questione meridionale è ancora fortissima e
le differenze tra Nord e Sud sono troppo forti. Noi volevamo navigare sul filo della commedia e
quindi non c’era bisogno di inserire elementi come le dichiarazione di Bossi4 oppure le immagini
dell’immondizia a Napoli. In effetti il messaggio che lanciamo è quello di valorizzare
le diversità, non nascondere o smussare5”.
Gli ultimi dati Istat6 sulla disoccupazione giovanile ci forniscono cifre sconcertanti7: il 27,9 per
cento di media in Italia, con un picco del 40 per cento, soprattutto donne, nelle regioni del Sud.
La logica conseguenza è la ripresa dell’emigrazione dei giovani italiani meridionali, la fuga8 dei
cervelli migliori che altrove9 trovano un impiego e il conseguente impoverimento del tessuto
sociale, economico e culturale locale. Per non parlare della crisi di fiducia in sé stessi che
la mancanza di lavoro comporta.
Gli altri mali congeniti10 li conosciamo bene: una lotta alla mafia
insufficiente, una cattiva amministrazione della cosa pubblica. Permane11
inoltre una concezione per molti versi neostatalista, in cui si aspetta
passivamente l’intervento della politica per la risoluzione dei problemi.
E che quella meridionale sia questione di tutta l’Italia lo dimostra
il livello di infiltrazione delle cosche12 malavitose che, ad esempio,
nella provincia di Milano hanno la stessa penetrazione che in Calabria.
Adattato da un articolo di Aurelio Molé, Città Nuova (on line).
1
differenza 7
che danno preoccupazione
2
visione, punto di vista 8
partenza, abbandono
3
fare favori in cambio di denaro o altri compensi 9
in altri luoghi
4
leader del partito politico Lega Nord 10
naturali, ereditari
5
presentare un problema in modo più leggero 11
rimane, resta
6
Istituto Nazionale di Statistica 12
gruppi organizzati di tipo mafioso
19 Vuoi sapere qualcosa di più? Guarda su Internet il trailer del film, poi ritorna
all’attività 15 e aggiungi nuove parole.
Culture a confronto
20 Un Paese… tante differenze!
Disegna qui accanto la forma del tuo Paese, rispondi
alle domande e mostra al tuo compagno le differenze
tra le varie aree geografiche.
- Quali differenze culturali ci sono?
- Esistono stereotipi che si riferiscono a queste aree?
- Ci sono anche differenze gastronomiche e linguistiche?
- Ci sono state guerre tra diversi territori del tuo Paese?
- Com’è la situazione oggi?