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Un’analisi linguistica del Siciliano

Maria Laura D’Amuri - 7178387


Tommaso Tulkens - 1418531

A frauledda

Ti voi mettiri ccu’ mia ? Ti spiai


Tu mi ricisti “si ,ppi mia va beni”
All’indomani a scola t’accuntrai
E vassanuti ‘ndisi li sireni.
Eri picciridda, avevi siricianni
Po’ me cori , eri gia’ na cosa ranni.

Giuiuzza ruci zuccarata fina


Dda frauledda u meritu ci ll’avi
Vistuta i jancu eri dda matina
Davanti a Diu amuri mi giuravi.
Du angileddi poi mittisti o munnu
Chissu’ beddi, macari mi cunfunnu.

La storia nostra vogghiu paraunari


All’universu ‘nmmensu scunfinatu.
Senza tia nun sapissi comu fari
Mi sintissi sulu, abbannunatu.
L’amuri miu pi tia nun si cunteni
Cchiu’tempu passa,cchiu’ti vogghiu beni.

Il testo datoci da analizzare, ‘La fragoletta’ proviene dal sito internet Dialettando.com. Il
testo, scritto in siciliano, è stato caricato sul sito internet da Vito Giallongo. La natura del
testo non è esplicitata, ciò nonostante la versificazione e l’organizzazione visuale del testo
suggerisce che si possa trattare di una canzone o una poesia scritta dal marito alla moglie. Il
soggetto principale del testo è l’incontro tra Vito e sua moglie e lo sviluppo della relazione
dei due individui.

Linguisticamente, il testo presenta molte delle caratteristiche del siciliano, che verranno
analizzate in questo tema. Questa indagine ci porta a contestualizzare culturalmente e
storicamente il siciliano, dialetto che presenta numerose variazioni regionali (Stornaiuolo,
2020). Il siciliano fa parte dei dialetti meridionali estremi. La posizione geografica centrale
della Sicilia nel mediterraneo ha permesso nel corso del tempo l’apertura a diverse influenze
linguistiche tra cui le lingue arabe, iberiche, e greco-bizzantine.

Gli aspetti fonologici del testo rappresentano il primo punto di questa analisi. Il dialetto
siciliano presenta numerosi elementi significativi, tra cui i raddoppiamenti consonantici,
combinati con l’uso della semivocale chiusa [u] e della troncamento di diversi fonemi come
la [n], [d], [i], [u], [r], [g]. Un’ esempio di questo fenomeno si trova l.2 “ccu’ ”, la presenza
dell'apostrofo indica l'elisione della vocale finale. Questo processo si ripete nel testo con
"ppi’", "cchiu’ ” ad esempio. Sono presenti molte armonizzazioni vocaliche nel testo e
caratterizzano il suono del siciliano; esse sono [e] > [i], [o]>[u]. Il testo, tuttavia, non
presenta esempi di betacizzazione o di sonorizzazione della nasale, fenomeni fonologici
comuni nei dialetti meridionali (Sobrero & Miglietta, 2006).

Il testo presenta anche degli aspetti di assimilazione soprattutto regressiva totale, la quale
porta ad una geminazione dei suoni, dandogli enfasi. Un esempio di questo fenomeno è "pi
tia". Il secondo tipo di assimilazione presente nel testo è progressiva totale, è anch’essa
caratteristica dei dialetti meridionali (Sobrero & Miglietta, 2006), di cui si trova ampiamente
la traccia in questo testo. Nel testo, nella parola "avavi", la sequenza di suoni subisce
un'assimilazione progressiva totale, dal /avevi/ diventando /avavi/, dove il suono /v/ viene
influenzato dal suono successivo /v/ e mantiene la sua sonorità. Un’altro aspetto saliente nel
testo è la presenza di numerose geminazioni (soprattutto della [d] o [p]), che cambiano la
pronuncia. Altri aspetti fonologici che caratteristici del Siciliano e presenti nel testo sono le
pronunce retroflesse di [dd] e [tr], la [j] che è pronunciata come la [iena] in italiano standard,
cosí come la [z] che è pronunciata [ts] in sicliano (come nella parola “zuccarata”).

In termini morfosintattici, il primo aspetto che ci colpisce leggendo il testo ad alta voce è la
presenza dei complementi [mia], [tia], [iddu], e [idda], e da un cambiamento della flessione
delle categorie flessionali del verbo nelle quali [are] diventa [ari], ed [ere] e [ire] diventano
[iri]. Morfologicamente, il testo presenta più casi di facilitazione dei suoni, come nel caso
degli articoli lu, la, li, che perdono la [l] iniziale e diventano [u], [a], [o] [i] a seconda delle
parole che circondano questi suoni.

L'analisi morfologica del testo mette in evidenza la ricchezza morfologica del siciliano, con la
presenza di diverse forme nominali, aggettivali e verbali. Le peculiarità morfologiche
dialettali, come le forme contratte, conferiscono un carattere autentico e regionale al testo.
Inoltre, sono presenti pronomi dimostrativi come [ddu] e [chissu], cosí come il sistema
sistema trittico tripartito ([stu], [ssa], [dda]). L’uso degli articoli è anche lui assai interessante
con l’uso dell'articolo contratto [ccu] anziché [con la].
Quanto riguarda la devianza della costruzione della proposizione, il siciliano, presenta alcune
differenze sintattiche rispetto alla lingua italiana. Mentre l'italiano segue principalmente la
struttura Soggetto-Verbo-Oggetto (SVO), il siciliano tende a invertire l'ordine tra gli
elementi, assumendo una struttura OSV. Ciò può essere osservato nei versi 11 e 13 “Du
angileddi poi (tu) mittisti o munnu” e “La storia nostra (io) vogghiu paraunari”
Riguardo ai tempi verbali utilizzati nel testo, è comune che il siciliano faccia uso del passato
remoto (o passato storico) per esprimere azioni passate concluse. Questo tempo verbale viene
utilizzato per raccontare eventi che si sono verificati nel passato in modo distante o separato
dal presente. Al contrario, il passato prossimo, che è comunemente usato nell'italiano
standard per indicare azioni passate rilevanti per il presente, potrebbe essere meno frequente
nel siciliano.

Il testo include termini affettuosi o diminutivi che influenzano il significato e l'atmosfera del
testo. Ad esempio, "picciridda" (bambina) e "beddi" (bello) sono termini affettuosi utilizzati
per descrivere persone in modo amorevole o tenero. Tutto il testo riflette un tema di affetto e
amore attraverso le parole e le espressioni utilizzate. Ad esempio, "amuri miu pi tia nun si
cunteni" (il mio amore per te non può si contiene).
Nel testo possiamo osservare una metonimia. L’autore accenna al colore del vestito della
donna ed è chiaro che si riferisce al matrimonio. La figura retorica utilizzata si basa su una
relazione di prossimità o associazione tra due elementi e viene spesso utilizzata per
semplificare l'espressione o per creare un effetto di significato più evocativo.

Il testo analizzato presenta anche delle caratteristiche lessicali particolari. Oltre ai lemmi che
possono essere collegati all’italiano standard, la lingua siciliana presenta dei lemmi
interamente nuovi, di cui alcuni potrebbero essere dei prestiti linguistici dalle altre lingue
parlate nelle aree che circondano la Sicilia nel Mediterraneo. Le occorrenze di nuovi lemmi
nel testo sono: [ricisti], [vassunuti], [`ndisi], [macari], [dda], e [cunfunnu]. Inoltre, l’uso
frequente di vezzeggiativi aggiunge alle particolarità lessicali del dialetto.

In conclusione, l'analisi del testo in siciliano evidenzia diverse caratteristiche linguistiche


peculiari che lo distinguono dall'italiano standard, dimostrando la ricchezza e la diversità
della lingua siciliana, che rappresenta un importante patrimonio culturale e storico dell'isola.

Bibliografia

Sobrero, A. A., & Miglietta, A. (2006). Introduzione alla linguistica italiana (Vol. 32).
Laterza.

Stornaiuolo, L. S. (2020). L'articolo definito in siciliano: una descrizione fonetica e


fonologica. Università di Padova.
XX finire bibliografia XX

Il testo include termini affettuosi o diminutivi che influenzano il significato e l'atmosfera del
testo. Ad esempio, "picciridda" (bambina) e "beddi" (bello) sono termini affettuosi utilizzati
per descrivere persone in modo amorevole o tenero. Tutto il testo riflette un tema di affetto e
amore attraverso le parole e le espressioni utilizzate. Ad esempio, "amuri miu pi tia nun si
cunteni" (il mio amore per te non può si contiene).

Nel testo possiamo osservare una metonimia. L’autore accenna al colore del vestito della
donna ed è chiaro che si riferisce al matrimonio. La figura retorica utilizzata si basa su una
relazione di prossimità o associazione tra due elementi e viene spesso utilizzata per
semplificare l'espressione o per creare un effetto di significato più evocativo.

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