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UN VIAGGIO NELLITALIA DEI DIALETTI

#nutelladialetti

UN VIAGGIO NELLITALIA DEI DIALETTI

Questo manuale disponibile in versione digitale su

www.nutella.it
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2
nu
la

te
l
te

In Italia c una lingua speciale

lla
nu

che cambia da Nord a Sud,


da una regione allaltra,
addirittura a pochi chilometri di distanza.
Ogni volta che la sentiamo ci emoziona,
ci diverte e ci sorprende
quando meno ce laspettiamo.

Questa la magia dei nostri dialetti!

nutella da sempre nelle nostre case


e da oggi parla proprio come noi.
Tanto vero che ha coinvolto un team
di docenti esperti in dialettologia,
ciascuno specializzato in una zona
diversa dItalia per rintracciare le espressioni
dialettali pi entusiasmanti
del nostro straordinario Paese.

Il progetto ha visto nascere 16 differenti aree linguistiche


e una selezione di 135 entusiasmanti espressioni dialettali,
diventate tutte etichette adesive da applicare al vasetto di nutella.

Questo manuale esclusivo riservato a chi volesse gustarsi


n

con il sorriso la bellezza dei nostri dialetti.


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nu
3
Indice
6 Introduzione
8 Area 1
14 Area 2
18 Area 3
24 Area 4
30 Area 5
36 Area 6
42 Area 7
48 Area 8
52 Area 9
58 Area 10
64 Area 11
70 Area 12
76 Area 13
82 Area 14
88 Area 15
94 Area 16

4
AOSTA.

GENOVA, SAVONA, IMPERIA, LA SPEZIA.

UDINE, PORDENONE.

LECCE, BRINDISI.

CAGLIARI, NUORO, ORISTANO, SASSARI, CARBONIA-IGLIESIAS,


MEDIO CAMPIDANO, OGLIASTRA, OLBIA-TEMPIO.

TORINO, CUNEO, ASTI, ALESSANDRIA, BIELLA, VERCELLI.

MILANO, NOVARA, PAVIA, CREMONA, MANTOVA, BRESCIA, BERGAMO, VARESE,


SONDRIO, VERBANO-CUSIO-OSSOLA, COMO, LODI, MONZA E BRIANZA, LECCO.

VENEZIA, PADOVA, VICENZA, VERONA, TRENTO, TREVISO, BELLUNO, TRIESTE,


GORIZIA, ROVIGO.

BOLOGNA, MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA, PIACENZA, FERRARA, RAVENNA,


FORL-CESENA, RIMINI, PESARO E URBINO, MASSA-CARRARA, ANCONA.

FIRENZE, PISTOIA, PISA, LIVORNO, LUCCA, AREZZO, SIENA, GROSSETO, PERUGIA, PRATO.

ROMA, VITERBO, LATINA.

MACERATA, FERMO, RIETI, TERNI, LAQUILA, FROSINONE.

ASCOLI PICENO, TERAMO, PESCARA, CHIETI.

NAPOLI, CASERTA, BENEVENTO, AVELLINO, SALERNO, ISERNIA, CAMPOBASSO,


POTENZA.

BARI, FOGGIA, TARANTO, MATERA, BARLETTA-ANDRIA-TRANI.

PALERMO, TRAPANI, AGRIGENTO, ENNA, CALTANISSETTA, CATANIA, SIRACUSA, RAGUSA,


MESSINA, REGGIO CALABRIA, VIBO VALENTIA, CATANZARO, CROTONE, COSENZA.

5
Introduzione

Dialtto = lat. DIALCTUS dal greco DILEKTOS che trae da DIALGO [MAI]
discorro, converso, discuto, ondanche dilexis disputa, dilogos dialogo,
composto della particella DI fra e LG dico.
CHE COSA SONO I DIALETTI?

Luniverso dei dialetti dItalia straordinariamente va- nellimmediato dopoguerra), alcune aree appenni-
rio e interessante, nonch in gran parte ancora vitale. niche toscane, le Marche settentrionali, il Canton Ti-
Eppure, per strano che possa sembrare, una deni- cino. La suddivisione interna pi importante quella
zione univoca di dialetto non c, neppure a livello fra dialetti del Nord-ovest, detti gallo-italici e dia-
scientico. A ci possiamo aggiungere che i dialetti letti del Nord-est, veneti e istriani.
hanno espresso, per un lunghissimo arco di tempo, ed Larea centrale include quasi tutta la Toscana e le
esprimono in parte ancora oggi, il patrimonio culturale zone connanti di Umbria, Marche e Lazio, no a Pe-
delle comunit che lo parlano, cio quel vasto insie- rugia, Ancona e Roma; il suo tipo linguistico, come si
me di esperienze e conoscenze che va spesso sotto il detto, alla base della lingua letteraria italiana.
nome di tradizione popolare o cultura popolare. Larea centro-meridionale va dal Tevere alla Sici-
Detto questo, possiamo affermare, semplicando un lia; al suo interno si possono poi riconoscere unarea
po, che i dialetti sono in realt piccole lingue (non mediana (Lazio orientale, Umbria sud-orientale,
lingue minori), perch parlati spesso, ancora oggi, Marche centrali, Abruzzo aquilano settentrionale e
da piccole comunit (ma anche in parecchie citt occidentale), una meridionale estrema (Salento,
importanti come Trieste, Venezia, Roma, Napoli, Paler- Calabria centrale e meridionale, Sicilia) e una me-
mo, Cagliari). ridionale intermedia (situata tra le due precedenti).
Le radici profonde di quelli che noi chiamiamo, da Larea sarda comprende quasi tutta la Sardegna,
qualche secolo, dialetti sono, come per litaliano e tranne la Gallura, la sezione settentrionale dellisola,
le altre lingue neolatine o romanze, nel latino parlato. che ha una sionomia linguistica piuttosto corsa.
Si tratta, quindi, non di gli dellitaliano stesso, bens Larea ladina-friulana viene da alcuni studiosi al-
di suoi fratelli, meno fortunati: tutti hanno il medesi- largata no ad abbracciare, con letichetta di re-
mo genitore, vale a dire il latino che era in uso fra le toromanzo, il romancio del Cantone svizzero dei
classi popolari di Roma e dellItalia, ma con diverse Grigioni.
innovazioni e parecchi tratti arcaici, a volte risalenti Si sar notato come non vi sia in pratica alcuna coinci-
alle lingue sulle quali il latino, nel corso della sua lunga denza tra la ripartizione linguistica qui proposta e lar-
espansione, si era sovrapposto (etrusco, celtico, gre- ticolazione in regioni che ci invece familiare. Un mo-
co, osco ecc.), nonch con prestiti da quelle entrate tivo ovviamente c: i nostri dialetti ci riportano spesso
in Italia dopo la caduta dellImpero romano (gotico, a epoche che sono anche di parecchio pi antiche
longobardo, arabo) e in epoca medievale e moderna rispetto alla data di nascita delle nostre regioni, che
(provenzale, francese antico e moderno, spagnolo ed risale solo al plebiscito del 1861. Inoltre, i loro conni
altri). non sono netti come quelli di tipo amministrativo, ma
Se si vuole, dunque, i nostri dialetti sono, a pieno molto pi sfumati (per strada non troverete cartelli che
titolo, lingue neolatine o romanze proprio come vi avvertono che state entrando in una certa area dia-
il francese, lo spagnolo, il portoghese o il rumeno: lettale; semmai, talvolta, solo tabelle con i nomi locali
lunica, vera differenza sta nel fatto che queste ul- di paesi e citt).
time sono diventate, a un certo punto della loro sto- Va poi chiarito che queste cinque aree non corrispon-
ria, delle variet a diffusione sempre pi sovralocale, dono a nessun dialetto concreto, ma sono soltanto
no a caratterizzarsi per una chiara dimensione uf- zone accomunate da un certo numero di caratteri-
ciale e letteraria. Unimmagine molto fortunata, e da stiche linguistiche di base. Naturalmente la situazione
attribuire probabilmente al linguista Max Weinreich pu essere approfondita, procedendo a suddivisioni
(1894-1969), quella che dice che, in realt, a ben pi precise e articolate. Il primo a fare un simile tenta-
guardare, una lingua un dialetto con un esercito tivo fu proprio Dante Alighieri, che nel suo trattato in
e una marina. latino De vulgari eloquentia, ci ha lasciato, fra le molte
altre cose, la prima - e per molto tempo unica - foto-
COM FATTA LITALIA LINGUISTICA graa dellItalia linguistica.
In effetti, ancora oggi presso che impossibile dire
I dialetti che in genere chiamiamo italiani, hanno quanti dialetti si parlino in Italia: i comuni sono in tut-
scelto tutti litaliano di base orentina come lingua di to 8057, ma non affatto infrequente il caso in cui il
riferimento, la cosiddetta lingua-tetto. capoluogo comunale possieda una parlata anche
Secondo il linguista Giovan Battista Pellegrini (1921- molto diversa da quella delle sue frazioni; questo fa
2007), le principali aree linguistiche dItalia sono cin- cos innalzare, e di molto, la cifra complessiva, senza
que: italiana settentrionale, friulana o ladino-friulana, nemmeno prendere in considerazione altri fenomeni,
toscana o centrale, centro-meridionale, sarda. antichi e recenti, di variazione interna (dialetti dei con-
Larea settentrionale comprende gran parte del tadini e dialetti dei pastori, dialetti dei pescatori e par-
Nord Italia, pi lIstria (la cui situazione per radical- late degli artigiani ecc., che non di rado convivono in
mente mutata in seguito allesodo di molti italofoni una stessa comunit).

6
LE MINORANZE LINGUISTICHE Bibliograa essenziale

Alinei M., 1984 - Dialetto: un concetto rinascimentale orentino,


Finora abbiamo parlato delle tante nostre aree dia- in Id., Lingua e dialetti: struttura, storia e geograa, Il Mulino,
lettali. Tuttavia, non bisogna dimenticare che in Italia Bologna: 169-199.
sono numerose, ancora oggi, anche le comunit al-
loglotte o minoranze linguistiche storiche, spesso ca- Avolio F., 2009 - Lingue e dialetti dItalia, Carocci, Roma.
ratterizzate dalluso di tre o anche di quattro o pi
Cortelazzo M., 1969 - Avviamento critico allo studio della
variet diverse (lingua di minoranza, eventuale lingua dialettologia italiana. I. Problemi e metodi, Pacini, Pisa.
standard straniera, uno o pi dialetti dellarea, vari tipi
di italiano). Cortelazzo M., Marcato C., 1998 - Dizionario etimologico dei
Pur non essendo entrate, con la parziale eccezione dialetti italiani, Utet, Torino.
della Val dAosta (nonch del Friuli e della Sardegna),
Marcato C., 2007 - Dialetto, dialetti e italiano, Il Mulino, Bologna.
in questo nostro progetto, le ricordiamo qui brevemen-
te. Da Nord a Sud e da Ovest a Est troviamo comunit: Pellegrini G. B., 1975 - I cinque sistemi linguistici dellitalo-romanzo,
provenzali (province di Cuneo e di Torino, pi Guar- in Id., Saggi di linguistica italiana. Storia, struttura, societ,
dia Piemontese, in quella di Cosenza); Boringhieri, Torino: 55-87.
franco-provenzali (province di Torino e di Aosta, pi
Rohlfs G., 1972 - Studi e ricerche su lingua e dialetti dItalia, Sansoni,
Faeto e Celle di San Vito, in quella di Foggia); Firenze (rist., con Introduzione di F. Fanciullo, ivi, 1990).
germaniche (oltre che in Alto Adige, prov. di BOLZA-
NO, anche in Val dAosta e nelle province di Verba- Telmon T. 1992 - Le minoranze linguistiche in Italia, Edizioni
nia, Trento, Verona, Vicenza, Belluno e Udine); dellOrso, Alessandria.
ladine (in alcune valli dolomitiche intorno al gruppo
Telmon, T., 1996 - Dialetto, in Beccaria G. L. (Ed.), Dizionario di
del Sella: Gardena e Badia in prov. di BOLZANO, Fas- linguistica e di lologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino: 219-221.
sa in quella di Trento, Livinallongo in quella di Belluno,
pi altri comuni sparsi);
slave (slovene nelle province di Trieste, Gorizia e Udi-
ne, croate in quella di Campobasso);
albanesi (in tutte le regioni meridionali dal Molise alla
Sicilia, con una particolare concentrazione in prov. di
Cosenza);
greche (nella prov. di Lecce e, a livello ormai resi-
duale, di Reggio Calabria);
gallo-italiche (di origine piemontese in alcuni comuni
delle province di Enna, Messina e Potenza; di parlata
ligure in Sardegna, a Carloforte e Calasetta, prov. di
Cagliari);
catalane (ad Alghero, prov. di Sassari).

COME SI PU SCRIVERE IN DIALETTO

I dialetti, com noto, vivono innanzitutto nelloralit.


Per questo motivo, scrivere il (o in) dialetto rappre-
senta tuttora un problema non da poco, anche per-
ch esistono in molte zone usi popolari assai pi oscil-
lanti e contraddittori, no ad arrivare a soluzioni che
sono quasi individuali.
In un contesto come il nostro, si cercato di rispettare,
in genere, le grae tradizionali letterarie quando que-
ste siano sufcientemente diffuse e condivise. Nei casi
pi problematici, si invece provato anche a concilia-
re scritture diverse, colte e popolari, evitando, per
quanto possibile, di far prevalere una certa tendenza
rispetto alle altre.
Le successive pagine mostreranno una suddivisione
dellItalia in 16 aree linguistiche che, avendo come
capisaldi le nozioni nora elencate, raggrupperanno
le province italiane i cui dialetti oltre a somigliarsi per
caratteristiche linguistiche, condividono un gran nu-
mero di espressioni comuni.

7
Lago Blu sul Cervino, Aosta

8
area 1
AOSTA.

Vetta del Dent dHerens, Aosta

9
area 1 AOSTA.

poudzo!
il saluto tipico valdostano, alzando
il pollice della mano destra!
E infatti poudzo signica proprio pollice!

poudzo! /puo/

bondzor
Buon giorno e bonjour,
qui come in italiano e in francese
abbiamo il giorno e con il d.

bonzor /bonor/

chavvo
Ciao. la versione nel patois,
la lingua locale valdostana (di tipo
francoprovenzale), del comune saluto
italiano; direttamente dal veneto ciavo
da sciavo schiavo letteralmente
(sono vostro) schiavo, da cui anche
litaliano ciao.

chavvo /avvo/

10
dabon?!
Davvero?!; si usa tanto per chiedere
conferma duna cosa quanto per
affermare con determinazione che le cose
stanno proprio cos.

dabon?! /dab/

adon?
Allora?, vale a dire: come ti vanno
le cose?, com andata a nire?.

adon? /ad/

tot amoddo?
Tutto a modo? o, forse meglio,
tutto bene?.

tot amoddo? /tot amoddo/

1 11
area 1 AOSTA.

salut!
Ciao!, proprio come il francese salut
che, analogamente allitaliano ciao, susa
per salutarsi sia quando ci si incontra sia
quando ci si allontana.

salut! /saly/

12
13
Porto di Genova

14
area 2
GENOVA, SAVONA,
IMPERIA, LA SPEZIA.

Portono, Genova

15
area 2 GENOVA, SAVONA, IMPERIA, LA SPEZIA.

scialla!
In genovese in realt ripetuto (scialla
scialla!), signica allegri, evviva e viene
dallarabo washa Allah (e sia gloria a
Dio). Non ha legami diretti con litaliano
giovanile scialla.

scialla! /alla/

dagghe!
Dagli!, forma di incitamento, spesso
nellespressione dagghe drento! dacci
dentro!

dagghe! /dae/

ova!
Evviva; lespressione appartiene
al dialetto arcaico e solo alcuni
la conoscono e la usano ancora.

ova! /ova/

16
oh ninin!
Fanciullo, fanciulla, voce tipicamente
infantile con ripetizione di sillaba
e un diminutivo che esprime tenerezza.

oh ninin! /o nini/

comma va?
Come va?, tipico saluto che ci si rivolge,
senza necessariamente attendere
una risposta dettagliata sullandamento
della vita del nostro interlocutore.

comma va? /kum a va/

2 17
Lago di Fusine, Udine

18
area 3
UDINE, PORDENONE.

Ponte del Diavolo, Cividale del Friuli, Udine

19
area 3 UDINE, PORDENONE.

bund
buongiorno, salve, buona giornata.

bund /bundi/

dai po!
forza!, dai!, su!, ors! unespressione
usata per incitare, spronare, dare la
carica, incoraggiare, ecc.

dai po! /daj p/

s mo!
forza!, dai!, su!, ors! espressione usata
per incitare, spronare, dare la carica,
incoraggiare, ecc. - praticamente
sinonimo della precedente.

s mo! /su m/

20
biel et bon
Letteralmente bello e buono, si dice
di cosa molto positiva sotto ogni aspetto.

biel et bon /bjl e bn/

ninn
carino, grazioso, simpatico.

ninn /ninin/

figt
coccolo, detto di ci che si fa
coccolare, vezzeggiare, carezzare,
che ispira tenerezza e affetto.

gt /t/

3 21
area 3 UDINE, PORDENONE.

ce maravee!
che meraviglia! meravigliosamente!
bellissimo! ottimo!.

ce maravee! /t marave/.

pult
bene, come si deve, in modo
soddisfacente, felicemente.

pult! /pulit/

une robone
Espressione che si riferisce
a una cosa bella, attraente, una gran
cosa, una cosa importante.

une robone /une robne/

22
23
In alto: Porto Cesareo, Lecce
In basso: Portico dei Templari, Brindisi

24
area 4
LECCE, BRINDISI.

Duomo di Lecce

25
area 4 LECCE, BRINDISI.

bbonasorta
Lett. buona sorte; corrisponde nelluso
a grazie! ma sottintende un augurio
di felicit / fortuna (espressione
di gratitudine e riconoscenza).

Bbonasorta /bbna srta/

beddha mia
bella mia; rappresenta pi diffusamente
un vocativo, rivolto alla propria amata,
ma pu avere un uso intercalare nel
rivolgersi a persone (in genere pi
giovani), anche sconosciute, alle quali
si vuol dimostrare un atteggiamento
benevolo; da chiunque pu essere usato
per esprimere entusiasmo.

beddha mia /bba mia/

beddhu meu
Come il precedente, ma al maschile
(entrambi presentano variazione dialettale
sul possessivo seguente).

beddhu meu /bbu meu/

26
ci te zziccu!
se ti acchiappo; minaccia bonaria
e ammiccante, rivolta spesso a bambini
per estorcere sorrisi o suggerire festosi
inseguimenti.

ci te zziccu! /i te tikku/

jata ttie!
beato/-a te!; espressione di ammirazione
(o invidia); diffusa anche con intento
ironico per stigmatizzare bonariamente
eccessiva spensieratezza (beato te, che
non ci pensi / te ne inschi).

jata ttie! /jat a ttie/

ddscitate!
svegliati! (anche gurato); lorigine
di ddiscitare si ritiene apparentata
a quella dellitaliano destare
ed ricondotta per questo al latino
DE + EXCITARE.

ddscitate! /ddiitate/

4 27
area 4 LECCE, BRINDISI.

zzicca bonu!
comincia bene!; lespressione presenta
una certa variazione dialettale: Zzacca
bbuenu! Ncigna bbonu! Nzigna bbonu!
Zzicca bbonu!.

zzicca bonu! /tikka bbnu/

scamu me!
andiamo(cene), su!; una comune
forma di sollecitazione a partire o a
intraprendere unattivit; esistono usi
simili a quelli dellitaliano suvvia (non
fare il broncio, non te la prendere, su col
morale...). Lorigine di scire per andare
apparentata a quella dellitaliano gire,
variante di ire; me forma tronca di mena
sbrgati, collegato con italiano menare
nel signicato di condurre.

scimu me! /amu me/

me prsciu
mi rallegro e, per estensione, sono felice.
Lorigine dellespressione riconducibile
agli stessi usi verbali da cui discende
litaliano pregiarsi, ma con diversi
sviluppi di signicato (in salentino presci
rallegramenti, festosit).

me prsciu /me pru/

28
29
In alto: Bosa, Oristano
In basso: Torre di Bar, Ogliastra

30
area 5
CAGLIARI, NUORO,
ORISTANO, SASSARI,
CARBONIA-IGLIESIAS,
MEDIO CAMPIDANO,
OGLIASTRA, OLBIA-TEMPIO.

Cala Mariolu, Nuoro

31
area 5 CAGLIARI, NUORO, ORISTANO, SASSARI, CARBONIA-IGLIESIAS,
MEDIO CAMPIDANO, OGLIASTRA, OLBIA-TEMPIO.

aj!
suvvia!, dai! andiamo! unespressione
generica che invita lascoltatore
a muoversi, a mettersi in azione o, anche,
a andare in qualche posto.

aj /ajo/

salude!
Espressione benaugurante utilizzata come
saluto ma anche nei brindisi, per esempio,
o negli auguri: letteralmente salute!

salude /salue/

eja!
s!, certamente!.

eja /eja/

32
stravanau!
Indica qualcosa di eccezionale in senso
positivo (non ha un preciso corrispettivo
italiano, grosso modo eccezionale,
formidabile).

stravanau /stravanau/

ispantu!
Espressione di sorpresa positiva
(lett. sorpresa).

ispantu! /ispantu/

coro meu!
Espressione di gioia o di affetto
(lett. cuore mio!).

coro meu! /koro meu/

5 33
area 5 CAGLIARI, NUORO, ORISTANO, SASSARI, CARBONIA-IGLIESIAS,
MEDIO CAMPIDANO, OGLIASTRA, OLBIA-TEMPIO.

ite bellu!
che bello!. Si utilizza un po con la stessa
frequenza con la quale in italiano si dice:
che bello!. Esprime uno stupore positivo o,
anche, una forte ammirazione
per qualcosa.

ite bellu! /itte bbellu/

sienda mia!
tesoro mio!. La parola sienda, di origine
iberica, indica letteralmente la propriet,
i beni e, dunque, per estensione, tesoro,
bene prezioso.

sienda mia! /sja mia/

prenda mia!
perla mia!. La parola, di origine catalano-
castigliana, signica letteralmente pegno;
era usata soprattutto nelle canzoni
damore ed esprime forte affetto per
qualcuno. quindi del tutto analoga
alla precedente.

prenda mia! /pra mia/

34
35
A sinistra: Alba, Cuneo
A destra: Castello di Tagliolo Monferrato, Alessandria

36
area 6
TORINO, CUNEO, ASTI,
ALESSANDRIA, BIELLA,
VERCELLI.

Torino

37
area 6 TORINO, CUNEO, ASTI, ALESSANDRIA, BIELLA, VERCELLI.

neh!?
La particella si usa per chiudere
le domande retoriche che prevedono una
risposta affermativa (nevvero?): tra le
pi tipiche espressioni piemontesi.

neh!? /n/

curage!
Coraggio!, incitamento comune ad
affrontar un compito, e la vita in generale,
pi che di petto, con energia
e determinazione.

curage! /kurae/

dabn!
Davvero!?, si usa tanto per chiedere
conferma duna cosa quanto per
affermare con determinazione che le cose
stanno proprio cos.

dabn! /dabu/

38
prpi bun-a!
Proprio buona!, si dice di una pietanza
che proprio buona.

prpi bun-a! /propi bua/

cerea
Buon giorno, una formula di saluto
che ancora impiegano coloro che usano
il piemontese in modo corretto.

cerea /erea/

cum a l?
Come va?, sottointesa la vita. Non sempre
ci si attende una risposta. A volte questa
un laconico a va, altre volte un ironico la
fuma and la facciamo andare, che pu
diventare un pi articolato e fantasioso
cume na barca nt n bosc come una
barca in un bosco, se proprio le cose non
vanno come si vorrebbe.

cum a l? /kum a l e/

6 39
area 6 TORINO, CUNEO, ASTI, ALESSANDRIA, BIELLA, VERCELLI.

bela masn
Bel fanciullo o bella fanciulla. Masn
di genere femminile, ma vale anche per
i maschietti. Condivide letimologia con
masnada e forse anche qualche sfumatura
di signicato, se si immaginano i bambini
un po pi vispi del solito, ma di certo
ben pi tenero e gentile.

bela masn /bela mazna/

anduma
Andiamo!, si esorta. Naturalmente
collintento di far qualcosa, possibilmente
di utile. A volte con espressione scherzosa,
anche fuma che anduma, con una
costruzione che pu arditamente migrare
in un improbabile italiano regionale
facciamo che andiamo.

anduma /anduma/

bel dit
Bel garbo. Il dit quasi una qualit
dello spirito.

bel dit /bel dit/

40
41
Duomo di Milano

42
area 7
MILANO, NOVARA,
PAVIA, CREMONA,
MANTOVA, BRESCIA,
BERGAMO, VARESE,SONDRIO,
VERBANO-CUSIO-OSSOLA, COMO,
LODI, MONZA E BRIANZA, LECCO.

Lago Maggiore

43
area 7 MILANO, NOVARA, PAVIA, CREMONA, MANTOVA, BRESCIA, BERGAMO, VARESE,
SONDRIO, VERBANO-CUSIO-OSSOLA, COMO, LODI, MONZA E BRIANZA, LECCO.

uel
Si incita cos in dialetto, ma anche
nellitaliano colloquiale parlato
in Lombardia e di l diffuso al resto
del Nord Italia.

uel /wuela/

taaac!
Esclamazione che pu essere avvicinata
alle interiezioni italiane paf! e allo stesso
tac!, inteso come rumore provocato
dalla scatto di qualcosa.

taaac! /taaak/ - /tak/

bun di
Buon giorno!. Come in gran parte
del Settentrione dItalia, il giorno un d,
di schietta derivazione latina.

bun di /bu di/

44
nem!
Andiamo!: ci si deve muovere!

nem! /nem/

fioe
Fanciullo, la parola lequivalente
del toscano gliolo, con un diminutivo
che rende la parola dolce e carica
di sentimento.

Fi /fj/

alra?
Allora?, che si fa? come ti vanno le
cose? Anche nellitaliano regionale si pu
sentire alra, con la l un po pi corta
dellitaliano e la o un po pi chiusa.

alra? /alura/

7 45
area 7 MILANO, NOVARA, PAVIA, CREMONA, MANTOVA, BRESCIA, BERGAMO, VARESE,
SONDRIO, VERBANO-CUSIO-OSSOLA, COMO, LODI, MONZA E BRIANZA, LECCO.

Cum te stet?
Come stai?. Si spera bene,
se la giornata inizia bene!

Cum te stet? /kum te stet/

46
47
In alto: Venezia
In basso: Villa Cordellina Lombardi, Vicenza

48
area 8
VENEZIA, PADOVA,
VICENZA, VERONA,
TRENTO, TREVISO,
BELLUNO, TRIESTE,
GORIZIA, ROVIGO.

Castello di Miramare, Trieste

49
area 8 VENEZIA, PADOVA, VICENZA, VERONA, TRENTO, TREVISO,
BELLUNO, TRIESTE, GORIZIA, ROVIGO.

alegressa
allegria, gioia, buon umore.

alegressa /aleresa/

ben sveja!
Espressione per dare non solo la sveglia,
ma anche la carica per affrontare
la giornata, un lavoro difcile,
unimpresa, ecc.

ben sveja! /ben zveja/

ostregheta
perbacco, accipicchia esclamazione
che esprime meraviglia e stupore.

ostregheta /ostreeta/

50
femo festa!
facciamo festa, festeggiamo.

femo festa! /femo fsta/

come xea?
come va? come stai?

come xea? /kome zea/

bis
tratto dal francese bijou, esprime
qualcosa di bello, prezioso, grazioso,
vezzoso, ben fatto.

bis /bizu/

8 51
A sinistra: Basilica di San Vitale, Ravenna
A destra: Comacchio, Ferrara

52
area 9
BOLOGNA, MODENA,
REGGIO EMILIA, PARMA,
PIACENZA, FERRARA,
RAVENNA, FORL-CESENA,
RIMINI, PESARO E URBINO,
MASSA-CARRARA, ANCONA.

Fontana di Nettuno, Bologna

53
area 9 BOLOGNA, MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA, PIACENZA, FERRARA,RAVENNA,
FORL-CESENA, RIMINI, PESARO E URBINO, MASSA-CARRARA, ANCONA.

t fat ben!
Letteralmente hai fatto bene!,
unespressione usata in Romagna
per esprimere approvazione
per unazione compiuta.

t fat ben! /t e fat b/

bn d
buon d, laugurio di buona giornata
comunemente usata in tutta
lEmilia-Romagna, con le dovute varianti
nella pronuncia locale. Qui dato nella
graa impiegata per il dialetto bolognese.

bn d /bn de/

cum vala?
come va?: espressione di saluto e di
interesse nei confronti dellinterlocutore,
invitato cos a raccontare di s.

cum vala? /kum vala/

54
mo da bn?
ma davvero?; si usa per esprimere
incredulit, qui scritto nella graa
del dialetto bolognese.

mo da bn? /mo da b/

tla su dlsa
Letteralmente prendila dolcemente;
unespressione usata nel Modenese
per invitare ad affrontare senza affanno
e preoccupazione gli impegni e le
avversit della vita.

tla su dlsa /tla sy dolsa/

la mi stla
la mia stella; usata in Romagna
per esprimere affetto nei confronti
delle bambine e delle ragazze.

la mi stla /la m stla/

9 55
area 9 BOLOGNA, MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA, PIACENZA, FERRARA,RAVENNA,
FORL-CESENA, RIMINI, PESARO E URBINO, MASSA-CARRARA, ANCONA.

emi bab
il mio bambino; si usa specialmente
in Romagna per esprimere affetto nei
confronti di neonati e bambini maschi,
in alcune circostanze anche
per rimproverarli bonariamente.

e mi bab e m bab/

nit ma ch!
venite qui!, richiamo usatissimo
in presso che tutte le Marche
settentrionali, da Urbino a Senigallia.

nit ma ch! /nit ma ki/

co dit?
cosa dici?; usata nel Parmense
per esprimere sorpresa, incredulit,
disappunto nei confronti di ci che
linterlocutore ha appena detto.

co dit? /ko dt/

56
bonra!
variante abbreviata del romagnolo andr
a la bonra, cio, in sostanza, andare
con auguri di prosperit. Era poi, e in
parte ancora, unespressione usata per
accomiatarsi o per congedare qualcuno.

bonra! /bon ora/

9 57
Pienza, Siena

58
area10
FIRENZE, PISTOIA, PISA,
LIVORNO, LUCCA,
AREZZO, SIENA,
GROSSETO, PERUGIA,
PRATO.

Museo degli Ufzi, Firenze

59
area 10 FIRENZE, PISTOIA, PISA, LIVORNO, LUCCA, AREZZO, SIENA, GROSSETO,
PERUGIA, PRATO.

ganzo!
Comunissimo a Firenze e nella Toscana
in genere, esprime ammirazione
incondizionata verso cose, situazioni o
persone. Come succede agli attributi
positivi, pu essere usato anche per
censurare atteggiamenti ritenuti oltre le
righe (per esempio troppo spavaldi: non
fare troppo il ganzo!).

ganzo! /gano/

ovva!
una modalit esortativa ad ampio
spettro, e in quanto tale utilizzabile sia per
sollecitare unazione (ovva, si parte?), sia
per manifestare esasperazione verso un
comportamento non gradito (e dunque
chiederne linterruzione: ovva, ora basta!).

ovva! /ovvia/

alla grazia!
Diffusa soprattutto a Firenze,
lesclamazione esprime uno stupore
provato davanti a manifestazioni
di abbondanza, specialmente di cibo:
un riferimento tipico dellesclamazione la
vista di una tavola riccamente imbandita.

alla grazia! /alla gratja/

60
al!
Letteralmente traducibile come andiamo!
(e anche per questo viene avvicinata, per
quanto riguarda la sua origine, al francese
allns). Nellarea aretina lesortazione si
congura come modalit esclamativa a s
stante, come succede nel romanesco per
daje!.

al! /al/

che bigi!
Comune a gran parte della Toscana,
lappellativo si riferisce a qualcosa che
viene avvertito come delizioso in genere,
che sia un piatto (questo spaghettino
venuto proprio un bigi), ma anche
altro (con le pareti gialle, questa stanza
un bigi). Rientra tra i francesismi (da
bijoux gioiellino), che in Toscana si sono
affermati nelluso popolare, al pari, per
esempio, di sci foulard e sciantill
stivaloni di gomma.

che bigi! /ke bbiu/

edde!
Diffusa specialmente nellarea della
cosiddetta piana orentina (cio lungo
la direttrice Firenze-Prato-Pistoia),
lesclamazione equivale al romano capirai!,
e in questo modo viene utilizzata soprattutto
per commentare sarcasticamente
unaffermazione, svalutandone la portata.

edde! /eddie/

10 61
area 10 FIRENZE, PISTOIA, PISA, LIVORNO, LUCCA, AREZZO, SIENA, GROSSETO,
PERUGIA, PRATO.

bna!
In Toscana il saluto condenziale con cui si
prende commiato da una compagnia, a cui
ci si rivolge cos in modo indifferenziato. Pu
essere usato anche per esprimere il senso di
sconforto che prende di fronte a un evento
irrimediabile (come pu esserlo il precipitare
di un pallone in un burrone: in questo modo
bna! esprime dunque una sorta di saluto
denitivo), oppure per manifestare in modo
colorito la propria indisponibilit a credere a
una notizia ritenuta una frottola
(in questo caso, specialmente a Firenze, pu
unirsi a Ugo: Questi mille euro li ho trovati in
terra! / S, bonago!).

bna! /bna/

gie!
Come alla grazia!, anche gie! esprime
stupefazione davanti a qualcosa di cui
colpiscono abbondanza e dimensioni, ma
la sua gamma di riferimenti pi ampia:
lesclamazione pu infatti commentare
le vistose dimensioni di un edicio, il
particolare assortimento di un negozio, la
vista di un luogo sovraffollato, ma anche
quella di una pioggia torrenziale
(uno dice: hai visto come piove?,
e laltro, affacciandosi alla nestra,
commenta: gie!).

gie! /ue/

62
63
Colosseo, Roma

64
area 11
ROMA, VITERBO, LATINA.

Isola di Ponza, Latina

65
area 11 ROMA, VITERBO, LATINA.

dje!
Letteralmente dagli; a Roma
unesclamazione di incoraggiamento.
Vuol dire pure s, daccordo: allora
annmo ar cinema? / dje!.

dje! /dajje/

anvdi
ma guarda!; espressione romana di
stupore o meraviglia, pu essere usata
anche come intercalare.

anvdi /anvedi/

ammppelo!
accidenti!; espressione di meraviglia
e stupore, spesso in positivo.

ammppelo! /ammappelo/

66
jammlla!
espressione in parte traducibile con gli
d gi; si dice di chi va forte, o fa bene
il suo lavoro, o di una cosa molto buona,
o anche del gran caldo e del gran freddo.

jammlla! /j ammlla/

arzmose!
alziamoci!; si intende dal letto o dalla
tavola. Si notano la desinenza in -amo
e il pronome atono se ci.

arzmose! /aramose/

svjete
ehi, svegliati!; espressione comunissima,
con il tipico indebolimento romano del
suono gl(i), che passa a -jj-, come in sbajjo
sbaglio, jjo, jo o o glio ecc.

svjjete! /zvejjete/

11 67
area 11 ROMA, VITERBO, LATINA.

ah bbllo!
ehi, tu!; si usa molto come richiamo,
sia tra amici che fra estranei.

ah bbllo! /a bbllo/

ah bblla!
Variante femminile della precedente.

ah bblla! /a bblla/

nd vai?
dove vai?; una delle frasi bandiera
della romaneschit.

nd vai? /ndo vaj/

68
ah regazz!
ehi, ragazzino!; comunissimo
nelluso romano e di altre zone,
anche di carattere scherzoso.

ah regazz! /a regati/

11 69
Casperia, Rieti

70
area12
MACERATA, FERMO,
RIETI, TERNI,
LAQUILA, FROSINONE.

Campo Imperatore e Gran Sasso dItalia

71
area 12 MACERATA, FERMO, RIETI, TERNI, LAQUILA, FROSINONE.

anate!
sbrigati!; esclamazione molto comune
e molto legata allimmagine del dialetto.
Deriva dal latino arginare muoversi,
darsi da fare.

anate! /ainate/

cala p j
vieni un po gi; nei casali di una volta
le camere da letto erano spesso al piano
superiore. Lespressione rimasta in uso,
soprattutto quando ci si sveglia.

cala p j /kala po jo/

ssolu
eccolo qui; molto dialettale (a Rieti,
LAquila, Terni e altrove sso signica
cost, vicino a chi ascolta), si dice
a qualcuno quando lo si incontra, spesso
in tono scherzoso. Unaltra variante umbra
e marchigiana di sso esto.

ssolu /ssolu/

72
carzmo?
ci alziamo?; si dice spesso ai bambini
che non vogliono buttarsi gi dal letto.

carzmo? / aramo/

ce svejmo?
ci svegliamo?; luso simile alla
precedente, con la tipica intonazione
interrogativa, particolarmente segnata,
di queste zone.

ce svejmo? /e zvejemo/

vardasci!
ehi, ragazzi!; variante tipicamente
maceratese (con indebolimento
di b- in v-), si usa spesso in tono
affettuoso o scherzoso.

vardasci! /vardai/

12 73
area 12 MACERATA, FERMO, RIETI, TERNI, LAQUILA, FROSINONE.

a bbardasc!
ehi, ragazzina; variante femminile,
soprattutto umbra e marchigiana, della
precedente, si usa anchessa in modo
scherzoso.

a bbardasc! /a bbardae/

cccu mu!
bello mio!; tipica del Lazio orientale
(Rieti, Sabina) e di parte dellAquilano.

cccu mu! /kokku mew/

cccu mia!
bello mio!. Variante dellUmbria
e delle Marche.

cccu mia! /kokku mia/

74
75
Costa dei Trabocchi, Chieti

76
area13
ASCOLI PICENO, TERAMO,
PESCARA, CHIETI.

Cascate del Ruzzo, Teramo

77
area 13 ASCOLI PICENO, TERAMO, PESCARA, CHIETI.

ssele!
eccolo/a qui!; espressione usata in varie
occasioni, spesso in tono scherzoso (come
nel romanesco ariccolo!).
Vale sia al maschile che al femminile.

ssele! /ssl/

jame!
andiamo!; usata un po ovunque, spesso
in combinazioni pi lunghe, come,
nellAquilano, jmesena j andiamocene.
Dal latino EAMUS.

jame! /jam/

arevjjete!
svegliati!; molto comune ovunque.

arevjjete! /arvijjt/

78
bbongirno!
buon giorno!; anche se ormai
italianizzata, lespressione tuttora molto
in uso, soprattutto con un andamento
melodico calante nella sillaba accentata
e in quella nale.

bbongirno! /bbonorno/

stai bune?
stai bene?; variante maschile tipica
dellAscolano e dellAbruzzo interno.

stai bune? /staj bbwon/

sti bbne?
stai bene?; variante della costa adriatica
abruzzese, che pu essere usata sia con
uomini che con donne.

sti bbne? /stje bbn/

13 79
area 13 ASCOLI PICENO, TERAMO, PESCARA, CHIETI.

mamma s!
Letteralmente mamma sua; Esclamazione
affettuosa, ancora usata soprattutto
da parte delle donne con i bimbi piccoli,
un po in tutto lAbruzzo.

mamma s! /mamma se/

oh frech!
ehi, ragazzino!; il termine quello tipico
dellAscolano e del Teramano contiguo.

oh frech! /oj frki/

u, quatr!
ehi, ragazzo!. Variante della precedente,
tipica dellAquilano, ma non solo.

u, quatr! /we kwatra/

80
arusta furia
(mi) piace molto. Il verbo pu derivare
o da arrost arrostire (nel senso di
infuocarsi e, quindi, metaforicamente,
appassionarsi) oppure da rigusta, vale
a dire piace ancora, con il frequente
uso del presso re-, ri-, tipico dellarea,
e una successiva trasformazione (ar(e)
gusta > ar(g)usta > ar(r)usta). Lavverbio
furia molto, usatissimo, derivato invece
da un nome, che ha spesso il signicato
originario di fretta.

marrusta furia /m arruta furj/

13 81
In alto: Pompei, Napoli,
In basso: Reggia di Caserta

82
area14
NAPOLI, CASERTA,
BENEVENTO, AVELLINO,
SALERNO, ISERNIA,
CAMPOBASSO, POTENZA.

Positano, Salerno

83
area 14 NAPOLI, CASERTA, BENEVENTO, AVELLINO, SALERNO,
ISERNIA, CAMPOBASSO, POTENZA.

uagli!
ragazzo!; una delle parole bandiera del
napoletano, bench largamente nota
anche in molte altre zone del Mezzogiorno,
no allAbruzzo. Usata spessissimo
come richiamo, la sua origine tuttora
controversa: alcuni pensano al latino
GANEONE(M) bettoliere, crapulone, altri
a un germanismo, da *wajotanian (parola
ricostruita) e *wajota pascolo, da cui il
signicato di lavoratore giornaliero
e poi di garzone, diffuso forse in epoca
angioina.

uagli! /wao/

jammbbll
andiamo, su!; altra espressione bandiera,
usata sia in senso positivo, cio forza,
diamoci da fare, sia negativo (un po
come uffa, sbrigatevi!).

jammbbll /jamm bbll/

muvmmc!
muoviamoci!; invito allazione.

muvmmc! /muvimm/

84
commstaje?
come stai?; saluto usatissimo, a qualsiasi
orario, in genere accompagnato da stai
bbun?, se ci si rivolge a un uomo, o da
stai bbn? se linterlocutore una donna.

commstaje? /komm staj/

oi n!
ehi, piccolo!. Ancora tipico del dialetto
pi stretto, nella stessa Napoli, pu essere
usato anche in senso ironico, con persone
adulte, o per esprimere un senso di fastidio
(oi n, ma tu stai smp arrt a mme? ehi,
bimbo, ma tu mi stai sempre dietro?).
Lequivalente femminile oi n!

oi n! /oj ni/

uh piccer!
ehi, piccolina!; espressione di uso
comune, e ancor oggi carica di venature
affettive. La variante maschile uh
piccer!

uh piccer! /we pitre/

14 85
area 14 NAPOLI, CASERTA, BENEVENTO, AVELLINO, SALERNO,
ISERNIA, CAMPOBASSO, POTENZA.

uh, uh!
ehi!; linteriezione tipica napoletana,
che, ripetuta due volte, pu fungere da
saluto informale. Quando usata una
vota sola, in genere si accompagna al
nome della persona a cui ci si rivolge, con
troncamento (Uh, Mich! / Uh, Pepp!).

uh, uh! /we we/

e vir tu!
Signica certo, certamente, che
domande mi fai, come in ma stasera
ce vrimm? / e vvir tu! ma stasera ci
vediamo? / certo, che domande mi fai?.

e vvir tu /e vvir tu/

86
87
In alto: Vieste, Foggia
In basso: Trulli di Alberobello, Bari

88
area15
BARI, FOGGIA,
TARANTO, MATERA,
BARLETTA-ANDRIA-TRANI.

Matera

89
area 15 BARI, FOGGIA, TARANTO, MATERA, BARLETTA, ANDRIA, TRANI.

c vv f?
che vuoi fare?. Invito allazione, a darsi
una mossa. Da notare il passaggio di
-a- accentata ad -e- (chiusa o aperta),
divenuto uno dei tratti bandiera del barese.

c vv f? / vvu f/

revgghiete!
svegliati!. Di uso comune, un po in
tutta larea, accanto a discetscete, pi
tipicamente barese.

revgghiete! /rviggjt/

sciam bun?
andiamo bene?. una formula
di saluto, ed ha allincirca lo stesso
valore di quella seguente.

sciam bun? /am bbun/

90
stai bbun?
stai bene?. Molto usato, come
il precedente, ma solo al maschile
(al Sud linvariabile bene non esiste).
Nel barese cittadino pi acaico sarebbe
stai bbun?, ma la variante bbun assai
pi diffusa nellentroterra, da Ruvo di Puglia
no al Materano.

stai bbun? /staj bbun/

nalezme?
ci alziamo?. una forma che riassume,
in qualche modo, le tante varianti locali
(alezme a Canosa, aluzme a Spinazzola
ecc.).

nalezme? /n alam/

discetscete
svegliati. Nota anche nel Salento, e non
lontana dalla forma napoletana sctt,
riconducibile al latino DE + EXCITARE.

discetscete /ditit/

15 91
area 15 BARI, FOGGIA, TARANTO, MATERA, BARLETTA, ANDRIA, TRANI.

uh, cumb!
ehi, compare!. Cos ci si saluta in
tutta larea tra persone conosciute e
sconosciute, anche se non si compari.

uh, cumb! /we kumba/

criat!
ehi, bambino!, ma anche ehi, bambini!
al plurale. Noto e usato un po ovunque,
forse con particolare frequenza sul
Gargano e nellAppennino dauno.

criat! /kriatu/

u mn
ehi, piccolino! ma anche ehi, piccolini!.
Il tipo mninn piccolo (aggettivo e
sostantivo) molto usato nella Capitanata
e anche in alcuni centri molisani.

u mn /u mni/

92
vnit dd!
venite qui!. Richiamo diffusissimo:
dd, forse da un latino tardo illoc, nella
Puglia centrale pu signicare sia cost
(vicino a chi ascolta), sia, in senso lato,
qui, da queste parti.

vnit dd! /vnit ddo/

15 93
In alto: Valle dei Templi, Agrigento
In basso: Castello di Milazzo, Messina

94
area16
PALERMO, TRAPANI,
AGRIGENTO, ENNA,
CALTANISSETTA, CATANIA,
SIRACUSA, RAGUSA,
MESSINA, REGGIO CALABRIA,
VIBO VALENTIA, CATANZARO,
CROTONE, COSENZA.

Bronzi di Riace, Reggio Calabria

95
area 16 PALERMO, TRAPANI, AGRIGENTO, ENNA, CALTANISSETTA, CATANIA, SIRACUSA, RAGUSA,
MESSINA, REGGIO CALABRIA, VIBO VALENTIA, CATANZARO, CROTONE, COSENZA.

arricrati!
Divertiti, rifocillati, provaci gusto!.
Cos si dice quando si offre qualcosa
di appetitoso.

arricrati! /arrikriati/

chi dici?
Letteralmente: come dici?/cosa dici?.
la domanda-esclamazione che si usa
quando si mostra qualcosa di cui si
particolarmente eri.

chi dici? /ki dditi/

agghiurnu
fatto giorno: comincia una nuova
giornata, speriamo, entusiasmante.

agghiurnu /aurnaw/

96
ciatu miu
Letteralmente mio respiro
(ciatu la parola siciliana per ato).
Lespressione vale vita mia, amore mio
ed per lo pi usata dalle mamme nei
confronti dei propri gli.

ciatu miu /atu miu/

cur
un incrocio tra le parole cuore, caro,
carino. lappellativo che si rivolge
alle persone care.

cur /kuro/

cump
ehi, amico mio!. lappellativo che si usa
per chiamare qualcuno o per richiamare
lattenzione di qualcuno. Deriva dal
sostantivo cumpari compare, amicone,
testimone di nozze, padrino di battesimo.

cump /kumpa/

16 97
area 16 PALERMO, TRAPANI, AGRIGENTO, ENNA, CALTANISSETTA, CATANIA, SIRACUSA, RAGUSA,
MESSINA, REGGIO CALABRIA, VIBO VALENTIA, CATANZARO, CROTONE, COSENZA.

mbare
Vale come cump.

mbare /mbare/

biddizza
bellezza. Vale come appellativo
e nomignolo affettivo.

biddizza /bbiittsa/

scjlati
gditela!, divertiti!. Cos si dice quando
si offre qualcosa di appetitoso.

scjlati /alati/

98
cchi lustru!
che luce!, che chiarore!. Cos si dice
quando si entra, al mattino, in una stanza
luminosa, riempita dalla luce del sole.

cchi lustru! /kki luu/

16 99
Con la consulenza linguistica di:

Professor Francesco Avolio


(Universit dellAquila) - Coordinamento nazionale

Professor Matteo Rivoira


(Universit di Torino)

Professor Franco Finco


(Universit di Rijeka - Croazia; Universit di Udine)

Professoressa Cristina Ghirardini


(Conservatorio di Cesena)

Professor Neri Binazzi


(Universit di Firenze)

Professor Antonio Romano


(Universit di Torino)

Professor Roberto Sottile


(Universit di Palermo)

Professor Simone Pisano


(Universit G. Marconi, Roma)

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