La guerra - La lingua roman - Bibliografia e materiali
Le Snti Piemontkeri Katr vna - Kaj dzivna -Siklipn O kuribn - I cib roman - Lil ta vavr kov ke rakarna pren le Snti
In appendice: Presentazione del gruppo musicale "Les Zingaria" ed i testi del CD "Sinti Song" (di Lick Dubois)
Testo bilingue italiano - sinto piemontese a cura di Sergio Franzese
Idizioni "O Vurdn"
"O Vurdn" nnn c - a!mcnn pcr nra - una vcra c prnpria casa cditricc, ma c sn!amcntc un'idca chc ha cnmc riIcrimcntn un nnmc, !n stcssn di un sitn Intcrnct <http://www.vurdnn.it> dcdicatn a!!a stnria cd a!!a cu!tura dci Rnm c dci 5inti. E' un'idca chc nascc da!!a cnnsidcrazinnc chc nnn tuttn i! matcria!c di riccrca prndnttn dcvc ncccssariamcntc trnvarc diIIusinnc attravcrsn !a rctc inInrmatica ma chc, pcr raginni divcrsc, pu csscrc divu!gatn attravcrsn a!tri cana!i. Unn di qucsti c !a cnmbinazinnc tra !a carta stampata c !a mu!timcdia!ita. Cnsi cnmc un (i! carrnzznnc, tradizinna!c abitazinnc mnbi!c dcg!i Zingari) scguc, a!!c vn!tc, un pcrcnrsn cnndizinnatn da!!c circnstanzc chc incnntra !ungn i! sun camminn, anchc qucsta idca, a sccnnda di ci chc raccng!icra !ungn !a sua strada, scguira i! prnprin dcstinn. Fnrsc si cnnsn!idcra in un prngcttn cnncrctn c duraturn n, Inrsc, rcstcra pcr scmprc un sngnn chc ha Iattn un timidn capn!inn nc!!a rca!ta.
Idizioni "O Vurdn", 2002 Rislama (revisionala ed amIiala): LugIio 2004 1 Contenuto So i-lo sibjard ndren kav lil
Nota introduttiva
3 Par so sas-lo sibjard kav lil
4 Regole ortografiche Sar sibjarla pes ta sar dla pes pren o snto
5 Origini Katr vna
7 Stanziamenti Kaj dzivna
10 Tradizioni Siklipn
12 - Nascita e infanzia - Sar vla pes pro bolibn ta sar si o tarnipn
12 - Il matrimonio - O romadinipn
12 - La morte - O meribn
13 - La religione - O pacvimo an o Devl
14 13 - Com'era un tempo la vita quotidiana. - Sar sas o dzivibn da sa le divs...
16 - . e come si vive oggi - . ta sar dzivla pes kan
18 La guerra O kuribn
21 - La storia di Taro Debar, sinto partigiano - I strfa do Taro Debar, snto cirikl
22 - Bella Ciao - Sukr caj
26 2 La lingua zingara I cib roman
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- Lingua nostra - Cib mar
30 - Passano i Sinti - Nakna le Snti
31 - Un sogno - Ne sun
32 - Il Grande Capo Bianco - O Bar Sfo Parn
34 - Gli Zingari (Dalida) - Le Snti
37 - Quelli eran giorni (tradizionale - Dalida) - Des tu kol divs
38 - 4/3/43 (Lucio Dalla) - Star - trin- duj bis ta trin
40 - La casa in riva al mare (Lucio Dalla) - O ker paricl o mero
41 - Maria Giuana - I Mara Dzuna
42 - Maria Catlin-a - I Mara Katln-a
43 Bibliografia e materiali Lil ta vavr kov ke rakarna pren le Snti
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APPENDICE:
Les Zingaria (in italiano)
47 Les Zingaria (in sinto)
50 Testi delle canzoni del CD "Sinti Song" (Lick Dubois) Lu da le gilj ke si an o CD "Sinti Song" (Lick Dubois)
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Nota introduttiva
Il presente volume costituito dalla trasposizione su carta di alcune delle pagine diffuse attraverso il sito Internet "O Vurdn" allinterno della sezione "Progetto Nglo". Esse contengono un testo finalizzato alla valorizzazione delle tradizioni e della lingua dei Sinti Piemontesi, una minoranza allinterno della vasta comunit roman stanziata principalmente tra il Piemonte ed il sud della Francia. Questa pubblicazione destinata in primo luogo agli stessi Sinti Piemontesi affinch attraverso le pagine scritte nella loro lingua possano ritrovare una parte di quella identit perduta e, alle volte, da essi stessi negata. Essa non si configura pertanto come un trattato antropologico o di altra natura su questa popolazione. Le informazioni contenute nelle pagine che seguono possono tuttavia contenere informazioni di un certo interesse anche per un pubblico interessato a conoscere pi da vicino aspetti diversi di questa cultura. Il testo bilingue pu inoltre essere considerato un utile compendio al volume "Il dialetto dei Sinti Piemontesi" (grammatica + dizionario comparativo [su CD- ROM]) pubblicato nel mese di maggio di questanno (2002). Dedico questo volume a tutti i Sinti, miei fratelli, ed in particolare a due di essi: Spatzo, poeta e musicista sinto estrekri e Lick, cantautore e scrittore sinto piemontese, che per me rappresentano un esempio di consapevolezza e di dignit, qualit che nascono dall'amore per la propria storia e per la propria gente. Con l'augurio che la loro testimonianza sia di esempio a tutti i Sinti e che da essi imparino a condividere l'orgoglio di appartenere ad un popolo libero e fiero.
Per tutti i Sinti, che amo come miei fratelli. Queste pagine sono state scritte per voi, affinch non dimentichiate chi siete!
Sergio Franzese Torre Pellice, giugno 2002
P.S. La presente edizione stata revisionata ed ampliata nel mese di luglio 2004.
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Par so sas-lo sibjard kav lil
Ndren kav lil si sibjard so si ndro Internet an o "Progetto Niglo" (http://www.vurdon.it/niglo.htm). Sa kal lil rakarna pri strfa, pro cro nakl, pro dzivibn ta pri cib da le Snti Piemontkeri ke dzivna ndro Piemnto ta an le Vlci. Kal lil sas-le sibjard par te sikarn sa so si misto maskarl le Snti, par te den ne vast te kamn pi but lngro bolibn ta par te na si-len ladz da lngro dzivibn ta da lngri cib. Kav kaj na i-lo ne lil sibjard pren le Snti ma par le Snti. Stik ke si nnge komni gadz ke kamna te dzann comni pren lnde par te dikn len in ne vnkimo pi sukr, bi dzungalipn. Kav lil i-lo lac nnge par jon ta stik del len ne vast par te xajovn len fedr. Kav lil, ke si an duj cibj, i-lo mist par sa kol ke kamna te sikavn i cib roman da le Snti Piemontakri. Par jon sas-le sibjard nnge ne lil ke sikavla sar si i cib (grammatica) ta ne lil da le lu (dizionario) pren CD-ROM. Kun kav tkno bitrvimo me kamva te ringrassjavu sa le Snti, mre pral, ma pi but da sassar me kamva te ringrassjavu duj maskr lnde: o Spatzo, pota ta basavimskero snto estrekri t'o Lick, gilimskero ta sibjarpskro snto piemontkero, ke si par mnde duj bar mal ta pral ke pindzarna misto lngri strfa ta lngro dzivibn ta kamna len sske kamna but lngre Snti. Me kamvas ke sa le Snti dikna kaj lnde sar cac bar Snti ta sikavna lndra te na ladzn da lngro dzivibn ma dikna o sukaripn t'o baripn ke si an lste.
Par sa le Snti, ke me kamva sar mre pral. Kal lil sas-le sibjard par tumn par te na bistarn kon san!
Sergio Franzese Torre Pellice, giugno 2002
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Regole ortografiche Sar sibjarla pes ta sar dla pes pren o snto
1) le vocali (a, e, i, o, u) e le consonanti b, d, f, g (di "gatto"), l, m, n, p, r, s, t, v non presentano modificazioni rispetto alla lingua italiana e pertanto si leggono e si scrivono allo stesso modo.
2) la lingua romani (e, nel caso specifico, il dialetto sinto piemontese) presenta inoltre una serie di fonemi che differiscono nella grafia dall'italiano. Essi sono:
- c che si legge come c di cena. Es. cro (tempo).
- k che si legge come c di cane. Es. ker (casa).
- dz che si legge come g di gente. Es. dzukl (cane).
- z che si legge come s in rosa. Es. zor (forza).
- s che si legge come sc in scienza. Es. sukr (bello). Nella pronuncia corrente equivale ad un suono collocato a met tra s di sasso e sc di scienza (in conseguenza di un adattamento della fonetica romani a quella del dialetto piemontese). Presso i Sinti Piemontesi della Francia perdura come -sc-.
3) Vi sono fonemi che non hanno corrispettivo nella lingua italiana. Essi sono:
- h che si pronuncia lievemente aspirata. Es. hligo (santo).
- x che si pronuncia come ch nella parola tedesca Buch. Es. xajri (soldi).
- z che corrisponde al suono francese j di jour. Es. zambno (prosciutto). Nella pronuncia corrente equivale ad un suono collocato a met tra j francese di "jour" e s dolce di rosa (in conseguenza di un adattamento della fonetica romani a quella del dialetto piemontese). Presso i Sinti Piemontesi della Francia perdura come j di "jour".
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- e che, come gi detto in precedenza, sono presenti in parole di origine piemontese e francese. Es. pj (poi <piem. pj), malerzo (nel SP fr.: triste < fr. melheureux), tav- (nel SP francese: aiutare < piem. git (?))
4) La semivocale i come in italiano nella parola ieri si scrive j. Es. jag (fuoco), daj (madre)
L'ACCENTO
L'accento cade prevalentemente sull'ultima sillaba finale (tronche), in misura minore sulla penultima (piane) e sulla terzultima (sdrucciole) nei termini di origine genitiva in -skero, -kero, ecc.
7 Origini Katr vna
I Sinti vivono da molti secoli in Europa. Ve ne sono in Germania, in Austria, in Francia (dove sono conosciuti anche con il nome di Manouches) ed in Italia. In Italia vi un cospicuo numero di Sinti. Ogni gruppo prende il nome dalla localit in cui ha origine lo stanziamento. Per questo essi vengono chiamati Piemontesi, Lombardi, Marchigiani, ecc. Non si sa con precisione quanti siano i Sinti in Piemonte, ma si stima che la popolazione possa aggirarsi intorno ai tremila individui. Allo stesso modo dei Rom e dei Cal (Gitani) essi giunsero in Europa dall'India molto tempo fa. In Piemonte nell'anno 1601 che essi sono per la prima volta menzionati in un documento (si tratta di uno specifico bando contro di essi). Tuttavia si pu ragionevolmente supporre che la loro comparsa in tale regione sia avvenuta all'incirca tra il 1410 ed il 1430. La loro presenza infatti gi segnalata in Germania meridionale, in Svizzera tra il 1417 ed il 1419 ed in alcune regioni della Francia, sempre intorno alla stessa epoca. Stando a quanto ci riferisce lo storico francese Franois de Vaux de Foletier "dal 1494 al 1499 Conti dei Saraceni ed un Marchese d'Egitto si facevano consegnare somme di denaro, non come graziosa elemosina ma per
Le Snti dzivna da but sel bers an i Eurpa. Jon si an le Tejc, an le Estrakrja, an le Valci (koj si-le pindzard nnge kun o lu da Mans) ta an i Itlia. An i Itlia si dstra but Snti. Jon lna o lu do stto kaj si-le da pi but cro. Par kav kaj si le Piemontkeri, le Lumbrd, le Markidzn, ta vavr. Na dzanla pes mist kcci si le Snti ndro Piemnto. Stik ke si-le trujl da trin mla. Sar le Rom ta le Kal (Gitani), nnge jon vjen-le an i Eurpa katr i India. Kav sas-lo but but bers fa. Si an o bers 1601 (jek mla su sel ta jek) ke pren ne lil sibjard ndro Piemnto rakarla pes par o vgo kpo da le Snti. Ma stik ke le vgi ke vjen-le ndro Piemnto rivodn-le maskr o bers 1410 (jek mla star sel ta des) t'o bers 1430 (jek mla star sel ta trinda). Dzanla pes ke in kov cro le Snti dzivodn-le dzam an le Tejc da tel, an i Svsera (trujl da le bers 1417 [jek mla star sel ta desueft] ta 1419 [jek mla star sel ta desuenj]) ta nnge an le Valci. Ne rodipskro* ke karlas pes Franois de Vaux de Foletier ta ke kamlas but le Snti nakjs but bers da pskro dzivibn te rodl ndren le lil pur sa le kov sibjard pren lnde. Ju pends ke do bers 1494 (jek mla star sel star bis ta desueft) fina ko bers 1499 (jek mla star sel star bis ta desuenj) an le Vlci sas 8 rinunciare ad alloggiare in citt". dunque da ritenere che gli attuali Sinti Piemontesi siano in larga misura i discendenti di quegli Zingari. Tale tesi suffragata dalla continuit esistente nei nomi di persona, che ritroviamo ancora oggi inalterati rispetto a quelli che attestano i registri anagrafici e parrocchiali a cominciare dagli anni intorno al 1450. I cognomi portati dai Sinti Piemontesi sono in larga misura francesi, come La Foret, De la Garenne, Du Bois, La Fleur, De Barre. Accanto ad essi figurano anche nomi quali Riviera, Cena, Orfei, Togni, Medini, Niemen (Niuman e Nieuman), Vailatti, ecc. komni Snti ke pennas kaj le gadz ke jon rivnas do Edzt ta da vavr tem ke si dur ta jon mangnas lov par te na dzan ndro fro. Jamn pacssa ke le Snti Piemontkeri vna da kol Snti koj sske lngre lu sas-le sar le lu da le Snti da mar divs. Fina do bers 1450 (jek mla star sel ta pas sel) pren le lil ke sibjarnas pen an le kresj ta an le kangerj knte vnas pro bolibn le tikn stik dna pren but lu ke le Snti Piemontkeri si-len pndra kan: La Fort, De la Garenne, Du Bois, La Fleur, De Barre. Vavr Snti karna pen Riviera, Cena, Orfei, Togni, Medini, Niemen (Niuman ta Nieuman), Vailatti ...
* rodipskro = ricercatore
L'itinerario seguito da Rom Sinti e Gitani
O drom ke kerdn le Rom le Snti ta le Kal 9
Un'antica mappa dell'Europa. I primi Sinti vi giunsero dopo il 1300 e fecero la loro prima comparsa in Piemonte intorno agli anni 1410-1430
Ne pur blda di Eurpa. Le vgi Snti rivodn an i Eurpa pall o bers 1300 ta ndro Piemnto trujl da le bers 1410-1430
10 Stanziamenti Kaj dzivna
La principali comunit di Sinti Piemontesi sono stanziate nei pressi delle grandi citt (Torino, Cuneo, Asti, Alessandria) e vicino a paesi quali Carmagnola (TO), Villafalletto (CN), Villafranca (CN), San Damiano (AT), Chivasso (TO), Ivrea (TO) ed in diverse altre localit. Se ne trovano anche nelle zone di Vercelli, nel Biellese e di Novara, dove la presenza si mescola a quella dei Sinti Lombardi. Oltre che in Piemonte, i Sinti Piemontesi sono presenti anche in altre regioni italiane quali Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio. Si tratta perlopi di una presenza sporadica ed assai limitata. Una comunit di Sinti Piemontesi significativa sotto l'aspetto numerico si trova in Francia nella regione delle Alpi Marittime-Costa Azzurra, ivi stanziata da almeno due secoli. Nei pressi di Grasse, e precisamente a Plan de Grasse, vi un quartiere abitato esclusivamente da Sinti Piemontesi. Essi abitano in case, hanno un'occupazione stabile ed i giovani frequentano regolarmente la scuola. Si tratta di una situazione sicuramente pi favorevole di quelle che conosciamo in Piemonte poich' l l'inserimento sociale si coniuga con il mantenimento delle tradizioni, tra cui l'uso della propria lingua da parte di tutti, senza vergogna, anche dei bambini.
Il Piemonte. Le zone contrassegnate in rosso indicano le principali zone di stanziamento sei Sinti Piemontesi.
O Piemnto. Pri blda i frba lol si cid pren le stti kaj si pi but da Snti Piemontkeri.
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Le rig kaj le Snti si-le pi but si paricl da le bar fri (Trinte, Kni, Astrte, Alesndrja) ta paricl da le gu sar Karmanjla, Vilafalt, Vilafrnka, San Damin, Civs, Ivra ta but vavr tikn gu. Si nnge da le rig da Bila, da Varsj ta Nura, ma da kal rig si nnge but Snti Lumbrd. Si komni Snti Piemontkeri nnge vrin do Piemnto, sar an i Lumbarda, an i Ligria, da le rig di Tuskn-a ta da Rma, ma na i-le but. An le Vlci, ndren le "Alpes Maritimes - Cte d'Azur" (maskarl Niste ta Cannes) dzivna vavr Snti Piemontkeri. Jon si-le koj da pi but ke duj sel bers. Da le rig da Grasse, ne fro pren le tin brge na dur katr Cannes, si ne tikn gu sa da Snti Piemontkeri, kov gu karla pes Plan de Grasse. Sa dzivna ndren le ker, le rom ta le romnj bitravna sar le gadz, le cav ta le cj dzna ki starbica. Koj si fedr ke ndro Piemnto sske le Snti dzivna sar le gadz ma na bistarna pngre siklipn ta sa rakarna pndra in snto, nnge le tikn cav. Na si-len kek ladz da lngri cib.
Accampamento di Sinti Piemontesi a Torino (Le Reuse - Via Lega). Fotografia risalente agli anni '80. Fino a quell'epoca venivano ancora utilizzati i carrozzoni tipici, che sono stati progressivamente sostituiti dalle piu moderne moderne e confortevoli roulottes e da camper. Plsa da le Snti Piemontkeri a Trinte (Le Reuse - Via Lega). Kaj blda sas-li kerd ndren le bers '80. In kov cro sas-le pndra le pur bar vardinj. Ndren le bers ke vjen-le pal ko stto da le vardinj sa komensodn te dzivn ndren le lac kampne ta le kmper.
Foto - blda: A.Artuffo
12 Tradizioni Siklipn
Mentre molte usanze stanno cambiando, altre sono rispettate ed osservate ancora oggi. Vediamo quelle legate ai principali momenti della vita.
Nascita e infanzia.
Non ci sono particolari riti legati alla nascita, che di solito avviene in ospedale. Una volta invece le donne partorivano nell'accampamento, fuori dalla roulotte, assistite dalle donne pi anziane. I Sinti amano molto i bambini e generalmente hanno molti figli. I bambini sinti, come tutti i bambini del mondo, amano divertirsi e giocare ma appena essi crescono iniziano a badare ai fratelli ed alle sorelle pi piccoli e accompagnano la madre o il padre nelle loro attivit.
Il matrimonio.
Presso i Sinti vi ancora l'usanza del matrimonio per fuga. Due giovani che desiderano sposarsi, dopo essersi corteggiati per un po' di tempo in modo discreto, decidono di fuggire insieme, andando a rifugiarsi
But siklipn na si butr sar vagstra, tank vavr na parudn-le ta le Snti kerna pndra sar kernas le pur.
Sar vla pes pro bolibn ta sar si o tarnipn.
Le cav da le Snti vna pro bolibn sar sassar. Knte si pskro cro i romn ke si par dzla ki spitja. Ne kpo le romnj kinnas le cav an o stto kaj sas-le plasad, ma vrin di vardn, ta le pur romnj dnas len ne vast par te civn o cav pro bolibn. Le Snti si-len but cav sske jon kamna len but. Sar sa le tikn do bolibn, le tikn snti kamna te keln ta kamna te san, ma knte komensna te ven pi bar si te dikn pren le pral ta le penj pi tikn ta komensna te dzan kun i daj o kun o ba par te den len ne vast an lngre bitrvimi.
O romadinipn.
O romadinipn pasl le Sinti kerla pes pndra kun o nasibn do cav ta di caj. Knte ne tarn cav ta ne tarn caj 13 per alcuni giorni presso dei parenti. Al loro ritorno essi si presentano ai rispettivi genitori che, dopo averli rimproverati, solitamente danno loro la benedizione che sancisce l'unione e da quel momento essi sono da tutti considerati come marito e moglie.
Questo matrimonio non necessita di essere confermato n in chiesa n in municipio. Per questa ragione i figli solitamente portano il cognome materno.
La morte.
Quando uno Zingaro moriva, tradizionalmente veniva bruciata la roulotte e le cose che gli appartenevano, per evitare che attraverso di esse se ne potesse offendere la memoria. Ora le condizioni di vita sono diverse, tuttavia il rispetto dei Sinti per i defunti rimane molto profondo e quando ne parlano lo fanno premettendo sempre l'aggettivo "povero" o "povera" al nome del defunto o della defunta. kamna te soloxavn pen, le duj komensna te pindzarn pen ta dikn pen da garad, ta pall ne psla cro nasna ketan, dzna pasl vavr Snti ta cna koj duj o trin divs. Knte le duj tarn vna pal o ba t'i daj kerna te dikn ke si xolinjkere lnca, ma pj civna sa par mistipn ta da kov ciro o tarn cav t'i tarn caj si par sassar rom ta romn. Jon na kerna le soloxad an i kangern o an i kresn. Si par kav ke but cav indzna o lu di daj.
O meribn.
Knte ne Snto merlas-lo xacarlas pes lskri vardn ta sa lskre kov, gjal le dzid na stiknas te ofendavn o mul kun kol bdi. Kan o dzivibn da le Snti na si butr sar vagstra ma le Snti tinkarna smpar lngre mul kun bar kamlipn ta knte rakarna pren lnde penna smpar "cro" o "cri" angjl o lu do mul o di mul.
O pacvimo an o Devl.
O pi but da le Snti Piemontkeri pacna an o Devl ta si-le katlik, dzna ki kangern ta kerna te boln le cav, prijavna but i Devlskeri Daj ta le Maxar. Sar sa le Snti ta le Rom, le Snti Piemontkeri pacna ke si le zor lac ta le zor din, ta ke si o beng, le maxar ta le mul. Knte si-le nasal but Snti dzna te dikn ne "gadz ke dukarla", ke si 14 La religione.
Quasi tutti i Sinti Piemontesi praticano la religione cattolica, battezzano i loro figli in chiesa e si mostrano particolarmente devoti alla Madonna e ad alcuni Santi. Come tutti i Sinti ed i Rom, anche i Sinti Piemontesi credono nell'esistenza di forze spirituali soprannaturali benigne e maligne, all'esistenza del diavolo, ai santi ed agli spiriti dei defunti. Molti Sinti quando sono malati si recano presso una cosidetta "santona" (non zingara) per essere aiutati a guarire. In Piemonte ogni anno in estate a Forno di Coazze ha luogo un raduno religioso al quale partecipano molti Sinti Piemontesi che vi si recano per venerare la Madonna. stato don Renato Rosso, un prete che ha vissuto a lungo tra i Sinti, ad iniziare tale consuetudine. La prima volta l'incontro ebbe luogo nell'anno 1982. Qualche famiglia di Sinti Piemontesi partecipa al raduno che si svolge ogni anno alle Saintes Maries de la Mer in Camargue (Francia). Gli Zingari, che giungono da molte parti d'Europa vi si ritrovano per venerare Santa Sara la nera. In tale occasione, il 24 maggio, la statua viene portata in processione dalla cripta della chiesa fino al mare. Vi inoltre un ristretto numero di famiglie di Sinti Piemontesi che in anni recenti ha aderito alla Missione Evangelica Zigana, di orientamento pentecostale.
ne dzuvl ke stik kerl o mistipn par lnde. Ndro Piemnto ni bers da enjal le Snti Piemontkeri lacna pen kaj Furn d Kuse par te prijavn i Devlskeri Daj. Sas o don Renato Rosso, ne rasj ke dzivlas maskarl da le Snti, ke komensods te karna len in kov stto. O vgo kpo le Sinti gjen-le koj sas andro bers 1982 (jek mla enj sel star bis ta duj). Komni Snti Piemontkeri dzna an le Saintes Maries de la Mer, ne gu ndri Camargue an le Vlci. Koj lacna pen but Snti, Rom ta Kal (Gitani) ke rivna da sa le rig di Eurpa par te prijavn i Hligi Sra i brna par te indzn la di kltra ke si ndri bar kangern ko mro. Kav kerla pes ni bers o bis-ta- star da mdz . Da psla bers nnge komni famje da Snti Piemontkeri kerdn pen evandzelsta an i "Missione Evangelica Zigana".
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Santa Sara condotta dagli Zingari in processione verso il mare alle Saintes Maries de la Mer (24 maggio) - Foto: S.Franzese (maggio 2004)
Le Snti indzna i Hligi Sara ndro pann do mro an les Saintes Maries de la Mer o 24 madz da sa le bers - Bilda: S.Franzese (madz 2004) 16
Com'era un tempo la vita quotidiana...
I vecchi raccontano che un tempo i Sinti si spostavano di paese in paese con le loro roulotte trainate dai cavalli e che quando volevano fermarsi tre o quattro giorni in un posto nessuno veniva a cacciarli, come avviene adesso, che subito arrivano i vigili o la polizia. I mestieri tradizionali dei Sinti erano gi allora il Luna Park ed il circo e costituivano la ragione principale della loro vita itinerante. Le donne se ne andavano di casa in casa a vendere qualcosa come centrini, lenzuola, pettini, specchietti ed altri oggetti di quel tipo. Inoltre esse conoscevano l'arte della chiromanzia o, quantomeno, raccontavano di saper leggere la mano a quei gag disposti a crederci. Gli uomini esercitavano il mestiere di commercianti di cavalli: li acquistavano che erano in condizioni non buone e dopo averli ben curati li rivendevano. Inoltre aggiustavano le sedie e fabbricavano cestini con il vimini. In estate giravano per cercare lavoro in campagna ed in autunno andavano a caccia di ricci. Il riccio, la cui carne grassa molto apprezzata, il piatto tipico della cucina sinta; altre specialit come la "puzstra" (salame piccante fatto con le interiora della gallina macinate e fatte soffriggere insieme a uova sbattute) ed il "sukl xabn" (ricetta a base di interiora e carne di gallina con uova, aceto e verdure).
Sar sas o dzivibn da sa le divs...
Le pur ginna ke ndro cro nakl le Snti pirnas da ne gu a ne vavr kun lngre vardinj cardin da le graj ta ke knte kamnas te cen trin o star divs in ne stto kdzeno na vlas te bicavl len vek, na sas sar kan ke glej rivna le vxte o le smti. Le bitrvimi da le Snti sas-le le mest t'o tualno ta si par kol bitrvimi ke le Snti na cnas plasad in ne stto ma pirnas smpar da kaj e da koj.
Le romnj dznas-le da ker in ker te binkavn comni sar le tikn sifni par i tsa, le plxte, le demeluri, le tni spgli, ta vavr tin bdi. Jon dzannas nnge te dukarn, o pennas gjal kaj le gadz ke pacnas e ke kamnas te dzann comni do cro ke vla. Le rom kernas le maruslri: kinnas le graj ke sas-le psla nasal, sastovnas len mist ta pal binkvenas len. 17 Quando avevano bisogno di qualcosa per sfamarsi andavano a chiedere pane, patate, uova, salame, lardo. Talvolta accadeva che alcuni gag particolarmente generosi regalassero loro un po' di carne, una gallina o un coniglio.
La sera, dopo aver mangiato, i Sinti si sedevano intorno ad un fuoco. C'era sempre un uomo o una donna anziani che raccontavano alcune fiabe e tutti ascoltavano prestando attenzione. Nei giorni di festa gli uomini suonavano i loro strumenti. La maggior parte di essi sapeva suonare la chitarra, qualcuno anche il violino. Essi cantavano le canzoni mentre le giovani ragazze ballavano. Allora non esisteva la tiv, i Sinti erano pi poveri ma anche pi felici e per essi i tempi erano migliori.
Jon lacarnas nnge le sjze ta kernas le krbi kun o strjo. Da enjal rodnas bitrvimo ndren le flde ta vagstra ke komenslas o vend dznas par ngli. O nglo si ne cac pekskero da sa le Snti, ke kamna but lskro mas tul; vavr pekngere da le Snti si i puzstra t'o sukl xabn. Knte sas-len brxa da comni par te ningavn pen i bok jon dznas te mangn flzo, matrli, ranj, goj, balavs. Komni kpi se le gadz sas-le da lac li dnas len nnge psla mas, ne xaxnn o ne sosj. Knte vlas-li i rat, pall do xabn, le Snti besnas pnge trujl da ne bar jag. Sas smpar ne pur rom o ne pur romn ke ginlas paramsi ta sa sunnas kun ne bar vxta.
Ndren le dimnse le rom basavnas lngre basvimi. But maskarl lnde dzannas te basavn i sjla, komni dzanlas te basavl nnge i gjga. Jon gjavnas le gilj pi sukr tank le tarn cj kelnas. In kov cro na sas i durdikngeri*, le Snti sas-le pi coror ma sas-le pi baxtal ta par kav kaj par jon sas fedr. *durdikngeri = televisione
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Il Circo (di Fulvio Pennacchi)
O tualno (blda da Fulvio Pennacchi)
...e come si vive oggi
Nel corso degli ultimi cinquanta anni la vita dei Sinti molto cambiata. Ora i Sinti non possono pi fermarsi dove vogliono ma debbono restare solamente nei posti loro assegnati. Molte volte questi campi-sosta sono lontani dai centri abitati e si trovano nei pressi delle discariche. I mestieri che venivano praticati un tempo ora non servono pi. Ora essi non possono pi andare a vendere senza licenza. Se la polizia o i vigili sorprendono qualcuno a vendere senza licenza lo costringono a pagare multe salate e
...ta sar dzivla pes kan
O trpo da le Sinti paruds but in kal palun pas sel bers. Kan le Snti na stik butr cna kaj kamna ma si te dzan mnsi ndrn le plse ke si-le kerd par lnde. But kpi kol plse i-le dur do gu ta i-le paricl da le stti kaj fardla pes o xamardipn. Le bitrvimi do cro nakl na dzna butr mist da mar divs. Kan na stik butr dzna te binkavn bi voln. Se le smti o le vxti lna komni ke binkavla bi voln kerna te presarn lske but fnti ta pal kerna lske nnge i 19 gli fanno il processo. Dopo tre o quattro volte c' il rischio di finire in prigione. La vita dei Sinti cambiata perch la societ diversa. Gli uomini non commerciano pi i cavalli, non fabbricano pi cesti di vimini e non aggiustano pi le sedie. Tra i Sinti la giovent esposta a molti pericoli. Da un lato i giovani sanno di non essere gag e dall'altro essi vorrebbero vivere come se lo fossero. Sono tentati dalla ricchezza facile, dal consumismo rappresentato dalle auto di lusso, dai bei vestiti e da tutto ci che appare bello e costoso. Per trovare il denaro in fretta molti si perdono ed agiscono in modo sbagliato. Questo non accade solamente tra i Sinti, naturalmente e cosi anche tra i gag. Ma per i giovani Sinti tutto ci assai pi triste poich non facile intravedere per essi delle opportunit per uscire da una situazione cos frustrante. Molto gag si avvicinano ai Sinti non come amici ma con cattive intenzioni, ad esempio per commissionare loro qualche furto e praticare la ricettazione. Com' diventata triste la vita per i Sinti oggigiorno! Se tutto questo non cambia il futuro sar ancora peggiore. Ma per fortuna non ci sono solo cose brutte. Ci sono anche fatti che lasciano sperare che qualcosa pu ancora cambiare. Molti Sinti cominciano a capire che le cose non possono continuare in questo modo e per questo alcuni strfa. Dpu trin o star kpi civna les ndro starebn. O dzivibn da le Snti paruds but ske nnge le gadz na dzivna butr sar vagstra. Le rom na kinna ta na binkavna butr le graj, na kerna butr le krbi da strjo ta na lacna butr le sjze. Le tarn snti na xajovna butr kav si o cac drom. Da ne rik jon dzanna ke na si gadz ma da ne vavr rik jon kamna te dzivn sar le gadz. Kamna te ven braval glej, dikna le sukr nasibngere, le sukr rivibn, sa so si sukr ta kuc. Par te ven lnge o lov glej but tarn nasna pen ta kerna kervimi bilac. Kav kaj na kapitla mnsi maskarl le Snti, ma kapitla nnge maskarl le gadz. Par le tarn Sinti sa kav si pi bibaxtal sske but kpi par lnde na dikla pes sar te ven vrin ta lngro trpo vla pard da xoln. But kpi le gadz ke dzna kaj le Snti na si-le cac mal, ma si-le din mnci ke kamna mnsi te bicaln len te corn par te rikarn le kov cordin. Ke bibaxtal trpo si kan par but Snti! Se sa kav na paruvla le cri ke vna si-le pndra pi dzungal. Ma par i baxt na si mnsi le kov dzungal. Si nnge kov sukr ke mukna te dikn ke comni stik pndra paruvl. But Snti komensna te xajovn ke gjl na stik dzla angjl ta par kav kaj si kol ke dzna te bitravn sar le gadz. Na kerla ci se but kpi le bitrvimi si-le coror. O kov bar si 20 lavorano come i gag. Non importa se si tratta di lavori modesti. Ci che conta che essi non vadano pi a rubare. Altri Sinti continuano a svolgere alcuni dei mestieri tradizionali, come i lunaparchisti ed i circensi.
ke jon na dzna butr te corn. Si pndra komni Snti ke kerna le sajk bitrvimi da but bers fa sar le mest t'o tualno ndren le fure ta le dimnse.
21 La guerra O kuribn
La guerra ha causato ai Sinti ed ai Rom molto dolore. Oltre mezzo milione di Sinti e di Rom hanno trovato la morte nei campi di sterminio in Germania. Se ne parla poco e molti ancora oggi ignorano questi tristi fatti. In Italia per fortuna, anche durante il fascismo, gli Zingari non sono stati apertamente perseguitati come in Germania, ma in alcuni casi ci sono state deportazioni di persone che non hanno mai fatto ritorno a casa. Durante la guerra i Sinti hanno vissuto la povert come la maggior parte dei gag, ed anche qualche storia di lotta antifascista, come quella di Taro Debar, sinto piemontese partigiano.
O kuribn kerds te vel but duk kaj le Snti ta le Rom.
Pi but da panc sel mla Snti ta Rom sas-le mard ndrn le stildngere an le Tejc. Rakarla pes psla da kav ta but gadz na dzanna kaj strfa tugan. An i Itlia, par i baxt, nnge tell le kastngere, le Snti na sas-le mard sar an an le Tejc, ma komni Snti sas-le indzad koj ta na vjen-le butr ker. Tank sas o kuribn le Snti dzivodn-le ndro cororipn, sar but gadz. Sas nnge komni Sinti ke kerdn o kuribn kntra a le kastngere, sar o Taro Debar, sinto piemontkero ke kerds o cirikl.
22
La storia di Taro Debar, sinto partigiano.
Io ero (sono stato) tra i gag fin da bambino. Il mio povero papa e la mia povera mamma morirono quando avevo quattro anni. Mi misero in mezzo alle suore ed ai preti; l feci le scuole. Rimasi fino quattordici anni con le suore e con i preti. (Me ne) andai dopo un po' di tempo, avevo gi sedici anni, andai a lavorare con (presso) dei signori del paese. Non avevo ancora diciotto anni, arrivarono la tre o quatto signori. Vennero dal mio padrone e mi dicevano: "Abbiamo bisogno di te". Ed io dissi (risposi): "per cosa avete bisogno di me?" "Cerchiamo un ragazzo svelto che passi in mezzo ai tedeschi e che vada sulle montagne dove si trovano i <partigiani>. Io non sapevo ancora cos'erano i partigiani. Non parlarono, fanno (?), (mi) diedero mille (lire) solo perch portassi un messaggio sulle montagne. Presi quelle mille lire e portai quel messaggio. Quando tornai, tre o quattro giorni dopo, essi vennero di nuovo alla grande casa (l'officina?) e mi dicono: "Guarda, tu, vieni presto via di la perch un giorno o l'altro arriveranno la i tedeschi, ti prenderanno e ti
I strfa do Taro Debar, snto cirikl.
Me smas maskarl da le gdze fin da tkno. Mro cro ba e mri cri daj mujn-le ke me ss-ma star bers. Cidn ma maskerl le rasanj ta le rasj; koj kerdm le starbci. Cjom fn-a a des-u-star bers kun le rasanj ta le rasaj. Gjom dpu ne psla cro, ss-ma dzamu des-u-su bers, gjom te bitravu kun bar raj do gu. Na ss-ma pndra des-u-oxt bers, vjen-le koj trin o star raj. Vjen-le koj da mro raj e pennas mnge: "Jamn ss-ma (ss-amen) brxa tke". E me pendm: "per so tumn - tumn brxa?" "Jamn rurssa ne cav sgo te nakl-lo maskarl le tejc e te dzal-lo pren le brge kaj si le <partigiani>. Me na dzanvas pndra so sas le <partigiani>. Jon na rakardn-le, kern-le, djen-le ne par mnsi te indzaru ne lil aprn le brge. Me ljom kov par e indzardm kov lil. Kundo vjom palnde, trin o star divs dpu, jon vjen-le pndra koj do bar ker e penn mnge: "Dik ke, tu, ju glej a vek da koj perk ne divs o vavr vla (vna) koj le tejc, lna tu e marna tu. Ju mnca. Vssa pren le brge e le tejc na lna tu". Me gjom lnca e gjal kerdm o 23 uccideranno. Vieni con me. Verrai sulle montagne e i tedeschi non ti prenderanno". Io andai con loro e cos feci la guerra tra i "ciricl" (i "ciricl" nella nostra lingua sono i partigiani) ed io feci il "ciricl" (che vuol dire passero, uccello). Feci il partigiano dalle parti di Montoso, Barge, Bagnolo. e i miei capi erano Petralia, Zama, Milan, Barbato, l'onorevole Colajanni. Rimanemmo l in mezzo tre o quattro mesi, poi ci portarono dalle parti di Monforte, Barolo, Serralunga, dalle parti di Alba. L feci ancora un anno da partigiano. Mi ricordo ancora un giorno che i "castngheri" (sarebbero i fascisti) volevano ancora prendere Alba. Noi partigiani facemmo facemmo (a forza di fare) finch non li lasciammo passare. Dalle nostre parti non passarono. Passarono da un'altra parte, che i partigiani, o era la paura, o non erano abbastanza uomini (non avevano abbastanza coraggio), scapparono, ed i fascisti passarono. Lasciamo li cinque o sei morti, ma non fuggimmo. Dalle nostre parti i fascisti non passarono. Ricordo ancora che vicino a me quel giorno avevo un partigiano ed i tedeschi con un colpo gli spararono in testa e cadde a terra morto. Io rimasi un po' li vicino, lo vidi morto. Cosa fare? Lo lasciai l e proseguii. Sparavo dietro a quei tedeschi e a quei fascisti che venivano dietro, e facemmo facemmo (a forza di fare) koribn maskarl le "cirikl" (le cirikl nella nostra lingua sono partigiani) e me kerdm o cirikl (che vuol dire passero, uccello). Kerdm o cirikl da le rik do Montoso, Barge, Bagnolo. e i mre sfi sas-le Petralia, Zama, Milan, Barbato, l'onorevole Colajanni. Cjam koj a maskerl trin o star con, pj bicadn men da le rik 'd Monforte, Barolo, Serralunga, da le rik d'Alba. Koj kerdm pndra ne bers da cirikl. Dva ma pndra ne divs ke i kastngeri (sarebbero i fascisti) kamnas pndra te len Alba. Jamn le cirikl, e kerdam kerdm fink na mukjm te nakn-le. Da mar rik na nakjn-le. Nakjn-le da ne vavr rik, ke i cirikl, o sas i tras, o na sas dstra rom, nasjn-le pnge, e i kastngeri nakjn-le. Jamn mukjm panc o su mul koj, ma na nasjm. Da mar rik le tejc e le kastngeri na nakjn-le. Me dva ma pndra ke paricl mnde kav divs koj ss-ma ne cirikl e le tejc kun ne dab snapardn les andr ser e perds-lo pri cik mul. Me cjom a koj ne psla paricl, dikjm les mul. So kerva? Mukjm les koj e gjom angjl. Cerdvas aprn a kal tejc e a kal kastngeri ke vnas-le aprn, e kerdm kerdm fink te dznas, gjen pndra palnde, e jon, le tejc e le kastngeri vjen-le palnde, kerdn ne vavr trsimo e nakjn e gjen Albte. Ljen Alba. 24 finch se ne andarono, andarono ancora indietro, ed essi, i tedeschi ed i fascisti venivano dietro, fecero un altro (?) e passarono. arrivarono ad Alba. Presero Alba. Noi, anche noi camminammo a piedi da., andammo a Monforte e quel giorno catturammo cento e cinquanta (cento e mezzo) fascisti, Brigate Nere, Cacciatori delle Alpi. Tre o quattro giorni dopo il capo ci disse a noi partigiani: "Uccideteli tutti!" e noi li uccidemmo tutti. Sentivo (sento) ancora adesso nelle mie orecchie tutte le urla di quei ragazzi. Uno diceva: "Io non ho fatto nulla. Non ho mai sparato sui partigiani", e un altro: "Mi hanno portato via di casa, mi hanno chiamato, mi hanno detto: "se non vieni in mezzo a noi ti uccidiamo". Un altro che gridava: "se non vado (fossi andato) in mezzo a loro, uccidevano (avrebbero ucciso) mio padre e mia madre". Un altro gridava: "Io sono (padre < fr. pere?) sposato. Se non andavo (fossi andato) mi dicono (dicevano) che uccidevano (avrebbero ucciso) mio figlio". Ma noi quando il capo ci disse di sparare, noi sparammo e li uccidemmo tutti. Cento, pi di cento uomini. Quello (queste cose) mi sono rimaste in testa ed ora che ho molti anni penso ancora a cosa la guerra, perch ci si ammazzava l'uno con l'altro. Che molte volte eravamo anche fratelli, uno nei partigiani ed un altro nei fascisti. Se mi credete (date retta a me), la Jamn, nnge jamn gjam pre pirnde da (?) gjam a Munfrt e kov divs koj ljm sel ta pas kastngeri, Brigate Nere, Cacciatori delle Alpi. Trin o star divs nakl o sfo pends mnge cirikl: "Mardn-le (marn-le) sassar!" e mardm len sassar. Sunvas pndra kan andrn mar kand sa le glas ke dnas kal cav. Jek penlas-lo: "Me na kerdm ci. Me na scerdjm maj aprn le cirikl", e ne vavr: "Me ljen ma ndro ker, kardn mnge, pendn mnge: "se na vssa maskerl jamn, jamn marssa tu". Ne vavr ke dlas-lo gli: "se me na dzva maskerl jon, marnas mro ba ta mri daj". Ne vavr dlas-lo gli: "Me som per romadin. Se na dzvas penna ke marnas o tikn". Ma jamn kundo o sfo pends te cardl, jamn cardjm e mardm len sassar. Sel, pi but da sel rom. Dov kal cjas-lo mnde ndro mro ser e kan ke -ma but bers pensva pndra so si o koribn, perk te mards nes jek kun vavr. Ke but kpi smas nnge pral, jek ndren le cirikl t'o vaver ndren le kastngeri. Se pacna ma, o koribn na kerna butr kek. Dov, me kamva mnsi kon si ke sunla so pendm me kan, na i ne xoxavibn. Dov ke me pendm si ne kov ke kapitods-lo but bers fa, e pacv ke tumn pacna so pendm, e na kamva butr diku divs agjl.
25 guerra non fatela mai pi. Quello, desidero solamente che chi ascolta ci che ho detto adesso (sappia che) non una bugia. Ci che ho detto una cosa avvenuta molti anni fa, e credo (spero) che voi crediate a ci che ho detto, ed io non voglio pi vedere giorni cosi.
Registrazione effettuata in data 30 marzo 1984 presso il campo nomadi di Cuneo - Madonna dell'Olmo.
Una mattina mi son svegliato O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao Una mattina mi son svegliato Ed ho trovato l'invasor O partigiano porta mi via O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao O partigiano porta mi via Che mi sento di morir E se io muoio da partigiano O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao E se io muoio da partigiano Tu mi devi seppellir Mi seppellirai lass in montagna O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao Mi seppellirai lass in montagna Sotto l'ombra di un bel fior Cosi le genti che passeranno O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao Cosi le genti che passeranno Mi diranno che bel fior E questo il fiore del partigiano O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao E questo il fiore del partigiano Morto per la libert E questo il fiore del partigiano Morto per la libert
Tradotto in sinto da Sergio Franzese
Sukar Caj (*)
Je trasrla me sgandzadm ma Oj sukr caj sukr caj sukr caj caj caj Je trasrla me sgandzadm ma Le kastngere s-le koj Oj cirikl, indz ma vek Oj sukr caj sukr caj sukr caj caj caj Oj cirikl, indz ma vek Ke sunva te meru Se me merva sar cirikl Oj sukr caj sukr caj sukr caj caj caj Se me merva sar cirikl Indzn mro trpo dur Civn les koj aprn le brge Oj sukr caj sukr caj sukr caj caj caj Civn les koj aprn le brge Tel da ne tni blma Ta sa kol ke nakn koj Oj sukr caj sukr caj sukr caj caj caj Ta sa kol ke nakn koj Penna ke si sukar Kaj si i blma do cirikl Oj sukr caj sukr caj sukr caj caj caj Kaj si i blma do cirikl Ke mujs-lo par jamn Kaj si i blma do cirikl Ke mujs-lo par jamn
Risardas la in sinto o Sergio Franzese
27 (*) La traduzione di "Bella Ciao" dall'italiano al sinto ha comportato inevitabilmente un adattamento, pur restando il pi fedele possibile al testo originale. Ecco qui di seguito alcune note esplicative: 1) Sukar caj = Bella ragazza. Si scelto il termine sinto "caj" (ragazza) per assonanza fonetica con "ciao". 2) il termine kastngere significa fascisti (da kast "legno" ovvero "manganello"). stato usato in mancanza di un termine preciso per indicare il nemico. Nel caso specifico esso appare pi che mai adatto. 3) cirikl, come spiegato nel racconto, il termine usato dai Sinti per indicare i partigiani. Esso significa "uccello, passero". 4) indzn mro trupo dur = lett. "portate il mio corpo lontano" 5) ...ke mujs-lo par jamn = lett. "che morto per noi". In sinto non esiste un termine per indicare il concetto astratto della libert.
I partigiani sulle montagne Le cirikl pren le brge
28 La lingua zingara I cib roman
Come tutti i Sinti ed i Rom, anche i Sinti Piemontesi parlano la lingua roman. La lingua roman di origine indiana arricchita di numerosi termini acquisiti da altre lingue che testimoniano il percorso seguito dagli Zingari per giungere in Europa da lontane regioni che essi abbandonarono forse a causa di conflitti e carestie. La lingua roman costituita da una variet di dialetti con una origine comune ma diversi tra loro. Tale diversit, che appare soprattutto pi marcata tra i dialetti dei Sinti e quelli dei Rom, pu spesso costituire un serio ostacolo alla comprensione reciproca. Per questo se un Sinto Piemontese pu dialogare senza troppi problemi con un Sinto Lombardo, incontrer certamente maggiore difficolt con un Sinto Tedesco o con un Rom Abruzzese e riuscir a comprendere solamente alcune parole della lingua parlata dai Rom provenienti da paesi pi lontani. Purtroppo per in Piemonte la lingua stata abbandonata. Solamente i pi anziani sono ancora in grado di parlarla. I Sinti Piemontesi in Francia parlano ancora il sinto come lingua quotidiana. Nei pressi della comunit di Plan de Grasse abita un sinto piemontese, di nome Lick Dubois, che insieme a suo figlio e ad altri ha costituito un
Sar sa le Sinti ta le Rom, nnge le Snti Piemontkeri rakarna i cib roman. But lu di cib roman vna da le cibj ke rakarna pen pndra kan an i India, ma but vavr lu vna da sa le cibj ke rakernas an le tem kaj le Snti nakjn-le knte vjen-le an i Eurpa. Stik ke vjen-le vek da kol tem par te nasen katr o kuribn ta katr i bok. I cib roman na si smpar sajk. Le Rom rakarna in ne vnkimo, le Sinti in ne vavr vnkimo. Maskarl le Snti in ni stto rakarla pes in ne vnkimo ke na i-lo sajk do vavr. But kpi le cibj da le Snti dna zer maskr lnde, ma in vavr kpi na stik xajovn pen. Se ne Snto Piemontkero sunla ne Snto Lumbrd ke rakarla stik xajovla les misto, ma se sunla ne Snto Tejc o ne Snto Abrsjz na xajovla les but. Se sunla ne Rom Ungarjz xajovla mnsi psla lu o na xajovla ci. Par bibxt no Piemnto i cib vlas-li bistard. Mnsi le Snti pi pur dzanna pndra te rakarn o snto mist. Le Snti Piemontkeri ke dzivna an le Vlci rakarna pndra o snto. Da le rig da Plan de Grasse dzivla o Lick Dubois, ne Snto Piemontkero ke kun pskro cav, trin o star vavr rom ta je kelimskeri cids pren ne ketanibn da basavimngere (Les Zingaria). Jou kerdl lnca ne dsko (CD) da gilj in snto. 29 gruppo musicale (Les Zingaria) ed ha prodotto un CD con canzoni in lingua sinta. Lick ha anche scritto un libro che parla di come vivevano i sinti una volta. un bell'esempio per tutti i Sinti Piemontesi perch a differenza di molti egli dimostra di saper amare la propria gente e di voler conservare la propria lingua. Se vuoi saperne di pi a proposito di Lick e del suo gruppo musicale e se vuoi leggere i testi delle sue canzoni vai a pagina 47:
O Lick sibjards nnge duj lil ke rakarna pro dzivibn da le pur Snti. Si ne sukr kov sa so o Lick kerds ta si lac se sa le Snti Piemontkeri kamna pngre siklipn ta pngri cib sar ju.
Se kamssa te dzans pi but pro Lick ta pren le mnci ke basavna lsal, ta se kamssa te des pren le lu da lskre gilj, dza an o lil kelad 50:
30 Alla lingua sinta, ormai poco diffusa tra i Sinti in Piemonte, ho dedicato una poesia (Lingua nostra). Attraverso altre poesie ho voluto descrivere in poche parole la vita e l'anima sinta.
Par i cib roman, ke but Snti an o Piemnto bistardn, me kerdm ne sibjrimo (Cib mar); an vavr sibjrimi me rakardm pro dzivibn t'o li roman da le Snti.
Lingua nostra Ti amo, lingua nostra. Tu sei ricca e povera come noi. Quando siamo tristi tu ci dai le parole per piangere, quando siamo contenti tu ci dai le parole per rallegrarci, quando dobbiamo nasconderci tu, lingua nostra, ci aiuti. Tu hai viaggiato insieme a noi lungo le strade del mondo, eri il fuoco delle nostre canzoni, ed ora in questi terreni malsani che i gag ci riservano tu muori un poco ogni giorno, come noi. Se ti perdiamo anche noi saremo perduti. Ascoltate, ragazzi, ascolta giovent, i nostri vecchi Sinti ci hanno lasciato questa bella dolce lingua. Non dimentichiamola, insegniamola ai nostri figli, conserviamola sempre con noi come l'unico tesoro che ci appartiene. (1999)
Cib mar Kamva tu cib mar. Tu sal braval ta coror sar jamn. Knte sam bibaxtal mnge tu dssa le lu par te rovs, knte sam kontn mnge tu dssa le lu par te sas, knte si-amn brxa te garavs amen tu, cib mar, dssa mnge ne vast. But pirdl mnca pren sa le drom do bolibn, slas i jag da mar gilj, ma kan ndrn kal dzungal plse kaj cidna men le gadz tu merssa ne psla ni divs, sar jamn. Se nasavssa tu nnge jamn sam nasad. Sunn cav, sun tarnipn, mar pur Snti mukjn-le mnge kaj sukr, gul cib. Na bistars la, sikavs la kaj mar cav, indzs la smpar mnca sar o kokor bravlimo ke si-amn. (1999) 31
Passano i Sinti
Passano i Sinti con i carrozzoni portando con s cavalli, bambini e galline. Tra di loro gli uomini parlano, alla ricerca di un luogo in cui trascorrere la notte. Tutti strillano, i bambini piangono, lungo le strade le donne leggono la mano. Vagano e fuggono per il mondo tra fortuna e miseria. Senza patria e senza casa sempre vanno il sole e la luna vegliano su di loro. Suonano i violini, suonano con maestria una bella ragazza danza con cuore infuocato. Tutti la osservano e sognano, vorrebbero restare soli con lei. Dalla sera alla mattina si canta domani chiss, un altro giorno. Quando hanno fame vanno a chiedere per procurarsi un poco di cibo. Cercano il pane, le patate e la carne, salame, crauti e lardo. Da sempre i Sinti fanno cos arrivano, passano e vanno lontano. Vagano e fuggono tutta la vita tra fortuna e miseria...
(6/2002)
Nakna le Snti
Nakna le Snti kun bar vardinj indzna lnca graj, cav ta xaxnj. Maskr lnde le rom rakarna, par te nakn i rat ne stto rodna. Sa dna gli, le cav rovna pren le drom, le romnj dukarna. Pirna nasena par o bolibn maskarl i baxt t'o cororipn. Bi cik ta bi ker smpar dzna pnge o kam t'i cardin dikna pren lnde. Basavna le gjge, basavna mist je sukr caj kella kun i jag ndro li. Sa dikna par lte ta dna sun kamnas kun joi te cen kokor. Di rat fina ki tresrla gjavla pes tjsa kon dzanl, si vavr divs. Knte si bokal jon dzna mangn Par te vna lnge je psla xabn. Rodna o flzo, le matrli t'o mas, goj, sutl sex ta balavs. Da smpar le Snti kerna gjal rivna, nakna ta dzana durl. Pirna nasna sa o dzivibn maskarl i baxt t'o cororipn...
(6/2002)
32
Un sogno
Stasera, amico, ho il cuore pesante Prendo la mia chitarra e in solitudine vado A riposare sull'erba, lontano dal paese Ma non ho la forza di mettermi a cantare Chiudo gli occhi ed inizio a sognare Dinanzi a me scorrono gli anni passati Il mio caro nonno con il suo carrozzone I cavalli che si abbeverano al fiume L un p pi lontano su quella strada Una bambina una donna ed un uomo Sono mio padre con mia madre e mia sorella Li vedo venire verso di me Hanno vissuto in povert Spostandosi di paese in paese. Tra le campagne, sulle strade battute Camminavano i Sinti in ogni parte L tra i pesci nell'acqua Rivedo mio zio, il povero Balin Dietro le piante, lontani da tutto Un ragazzo ed una ragazza stanno nascosti In questo bel luogo mi piace restare Sento qualcuno che mi chiama per nome la mia cara mamma che veglia su di me e con la sua mano carezza il mio viso Ma tutt'a un tratto mi sveglio Ho dormito? Non puo essere! Non capisco! Mi guardo intorno ma non c' pi nessuno tutti quei Sinti se ne sono andati Cosa successo? Sono impazzito? Son trascorse tre ore ed io ho sognato All'improvviso sento la paura nel cuore Sono nel duemila ed io sono vecchio! Quel mondo non esiste pi Sono io l'ultimo di un tempo migliore Nella tristezza ora piango Il mio volto nero pieno di lacrime Nel cuore della notte io, uomo stanco, Mi volto indietro e vedo la mia lunga strada La mia chitarra piange ed alla luna d'argento suona una canzone del tempo passato
Ne sun
Kaj rat, mre, sma o dzi par Lva mri sjla ta dzav kokor pri vza besva koj vrin do gu Ma na sma i zor par te gjavu Pangu le jak ta dva sun Angjl mnde nakna sa le bers nakl Mro kaml pap kun lskri vardn Le graj ke pjna ndro baro pann Koj ne psla durl pren kva drom Ne tikn caj ne romn ta ne rom I-le mro ba kun mri daj ta mri pen Pirn katr mnde, dikva len An o cororipn dzivnas-le Da gu a gu smpar dznas-le Maskr le fldi, pren le drom Pirnas le Snti da sa le rig Maskarl le mac koj ndro pann Diku mro kak, o pur Baln Pall da le ruk dur da sassar Ne cav ta ne caj cna-le garad An kaj sukr plsa kamva te cu Sunva komni ke karla mro lu Si mri kaml daj ke pren mnde dikla Ta pren da mro muj lkro vast civla Ma sa da ne dab me sgandzavva Sutjm? Nastk! Na xajovva! Diku trujl mnde ma na si kek Sa kol Snti gjen pnge vek So kapitods? Narval vjom? Nakjn-le trin kre, ne sun me djm Glej me sunva i dar ndro li Som no bers duj mla ta me som pur! Kov bolibn na si butr Som o palun da ne cro fedr An o bibaxt rovva kan Mro kal muj si perd da lasu An o pas di rat me, kin rom Pall mnde dikva mro bar drom Rovla mri sjla ta ko con rupan Ne gil basavla do cro nakl 33
Pi di una volta ho affermato che gli Zingari sono i Pellerosse d'Europa, legati da un comune destino di discriminazione e di emarginazione sociale ed economica. Per questo alcuni anni fa ho tradotto in sinto piemontese una lettera scritta nel 1855 dal capo pellerossa Seath al presidente americano Franklin (Il Grande Capo Bianco) come un segno di fratellanza tra genti lontane accomunate dal bisogno di rivendicare il diritto ad esistere come popolo e cultura...
Komni kpi me pendm ke le Snti ta le Rom si le Lolimorcjkeri* di Europa sske lngri strfa ta lngre siklipn sas-le mudard ne psla ni divs. Le Lolimorcjkeri* koj an i Amrika sas-le but kpi mukl kokor bi bitrvimo ta bi cro ke vla, prpi sar le Snti ta le Rom kaj pasl mnde. Par kav kaj me risardom in sinto ne lil ke o sfo lolimorcjkero* Seath sibjards an o bers 1855 (jek mla oxt sel duj bis ta desupnc) ko baredr di Amrika Franklin (O bar Sfo Parn). Gjal si sar se le Snti ta le Lolimorcjkeri* lacna maskar pnde ta dna gli kettan da sa lngri zor par te penn ke kamna te cen-le dzid...
* Lolimorcjkeri = Pellerossa
34
Il Grande Capo Bianco
Il Grande Capo Bianco mi manda a dire da Washington che desidera acquistare la nostra terra. Come si possono comprare o vendere il cielo o il calore della terra?
L'idea mi sembra strana. Noi non siamo padroni della freschezza dell'aria, e dello zampillare dell'acqua. Come si pu chiedere di comprarli da noi? Per la mia gente qualsiasi componente di questa terra sacro. Qualsiasi ago splendente di pino. qualsiasi sponda sabbiosa, qualsiasi nebbia nell'oscurit dei boschi qualsiasi radura erbosa, qualsiasi insetto ronzante santo nella memoria e nell'esperienza del mio popolo.
Sappiamo che l'uomo bianco non comprende il nostro sistema di vita. Per lui un pezzo di terreno vale quanto un altro, perch egli uno straniero che viene durante la notte e prende dalla terra qualsiasi cosa gli occorra.
La terra sua nemica, non sua sorella, e quando egli l'ha conquistata continua per la sua strada. Egli abbandona la tomba di suo padre e dimentica il diritto di nascita dei suoi figli.
Non vi alcun posto tranquillo
O Bar Sfo Parn
O Bar Sfo Parn ke si an o Usington penla ke kamla te kinl mar cik. Sar stik kinssa o binkavssa o bolibn t'o tatipn di cik?
Ke tinkrimo narval! Jamn na sam le bar raj do sil, di vnta ta do bar pann ta par kav kaj nastk kinssa len Par jamn sa le kov ke i-le ndro bolibn i-le hlige.
Le patrj kun i frba do sonakj, i cik paricl o mro, i vza ta le ruk do ves, le tin fjxe: jon sassar i-le hlige ndren mar tinkrimo ta ndren mar li.
Jamn dzanssa ke o rom parn na xajovla mar dzivibn. Par ju ne tokr da cik i-lo sar ne vavr sske ju si ne camard ke vla ndri rat ta lla di cik sa so si les brxa.
Ju na kamla i cik, i cik na i-li lskri pen, pall ke ljs sa di cik mukla la ta dzla pske vek par pskro drom. Ju mukla o mulskero da lskro ba ta bistarla ke pall lste si te ven pro bolibn lskre cav.
Na si kek stto sukr ndro fro do rom parn. Na si kek stto kaj stik sunssa le gilj 35 nella citt dell'uomo bianco. Nessun posto ove si possano ascoltare lo stormire delle fronde a primavera o il ronzare delle ali degli insetti. Ma forse soltanto perch io sono un selvaggio e non comprendo, mi sembra che il frastuono delle citt offenda le mie orecchie.
Quanto vale la vita se l'uomo non pu udire di notte il grido del succhiacapre o il gracidare delle rane in uno stagno? Anche i bianchi scompariranno, forse prima di altre trib. Continuate a contaminare il vostro letto, ed una notte sarete soffocati dai vostri stessi rifiuti.
Quando i bisonti saranno tutti sterminati i cavalli selvaggi tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi dall'odore di molti uomini, la vista delle colline oscurata dai fili che parlano allora l'uomo si chieder: "Dove sono gli alberi ed i cespugli? Scomparsi! Dov' l'aquila? Scomparsa!"
E cosa significa dire addio al rondone e alla caccia se non la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza?
Capo Seath, 1855
da le patrj knte purdla i vnta t'o basvimo ke kerna le pak da le cirikl. Stik ke me som mnsi ne rom divj ta na xajovva, ma mnde dla zer ke i gli do bar fro kerla duk kaj mre kan.
Kecci mol o dzivibn se o rom na stik sunl le cirikl di rat o sar dna gli le geralj ndro pann? Nnge le rom parn je dives si te mern, kon dzanla se na merna vagstra da le vavr rom? Se ni divs tumn kerna te vel tumar vdro pi melal, vla ne rat ke tumar melalipn marna tumn. Knte le bar nski i-le sa mard ta le graj divj i-le sa roman, knte le stti garad ndren le ves vna pard do xand da but rom, ta knte le tne brge vna-le garad da le tu ke rakarna, alra dikna ke o rom pucla pes: "Kaj si le ruk t'i vza? Na si butr! Kaj si o bar ciriklo brno? Na si butr!"
Knte sa kav na si butr, nnge o dzivibn vla silal ta tugan ta sassar si te cingarn ni divs pi zor par te dzivna.
Sfo Seath, 1855
36
Inoltre per amore di questa lingua e della gente sinta mi sono cimentato nella traduzione-adattamento di alcune canzoni. Si tratta delle canzoni Gli Zingari, Quelli eran giorni (interpretate da Dalida), 4/3/43 e La casa in riva al mare (di Lucio Dalla). oltre che di una canzone popolare piemontese (Maria Giuana). Un'altra canzone popolare piemontese, Maria Catlin-a, qui di seguito riportata, invece frutto di una traduzione elaborata da don Renato Rosso. Alcuni di questi testi ci portano ovviamente fuori dalla tradizione sinta ma ritengo utile poter dimostrare che una lingua pu tornare a vivere ed essere usata anche per avvicinare culture diverse..
Ta smpar par o kamlipn ke me indzva par kaj cib me risardom da komni gilj gadzikan in snto. Si le gilja Le Sinti, Des tu kola divs (ke gjavlas i Dalida), 4/3/43 ta O ker paricl o mro (do Lucio Dalla) ta nnge ne gil piemontkeri (I Mara Dzuna). I vavr gil pemontkeri, I Mara Katln-a, ke i-li sibjard kaj tel sas o rasj don Renato ke risardas la in snto. Le Snti, jon na gjavna le gilj da le gadz in snto, ma me pacva ke da mar divs sa so i-lo sibjard in snto sikavla ke kaj cib si-li pndra dzid ta stik dla ne vast kaj sa le mnci par te xajovn pen fedr maskr lnde...
37
Gli Zingari
Zingaro chi sei figlio di Boemia dimmi tu perch sei venuto qui ? Quando mi stancai dell'Andalusia E tu vecchio dimmi come fu La mia terra ormai non esiste pi. I cavalli son stanchi nell'umida sera ma la folta criniera sembra il vento invocar Stan gli zingari attorno alle fiamme splendenti destan ombre giganti nel chiarore lunar Palpita allor la canzon pi bizzarra nasce nel cuor quel vibrar di chitarra Questo il canto di chi non conosce frontiera l'ardente preghiera del Gitano che va Dimmi dove vai Tornero in Bohemia me ne andro lontan per mai pi tornar E tu dove vai ? Nell'Andalusia E tu perch piangi cosi ? Io son vecchio ormai e rimango qui. Gitano perch non rimani stasera per la nuova avventura puoi domani partir Resta ancora a cantar nella notte stellata finch l'alba spietata faccia il sogno svanir Canta che un di il gran re di Cuccagna ti regalo un castello in lspagna Questo il canto di chi non conosce frontiera l'ardente preghiera del Gitano che va.
Le Snti
Snto, katr ves kun tro muj kal ? Pen mnge par so vjal tu fna kaj Vva da durl katr i Andaluza Sske tu pur sal bibaxtal ? Dav ma mro sukr gu ke i-lo dural. An i rmani rat sa le graj si kin ta lngre jak si pard da drom Sa le Sinti besna trujl ne bar jag maskr jon rakarna pren da lngre divs Ndren ne vardn komni basavla je sukr gil vavr rom gjavla Sunl pes i gjga ta rovla o li kav si o prijvimo do Snto coror Pen mnge kaj dzas Koj an i Bomia dzu mnge durl kaj me na dzanu Tu pen mnge kaj An i Andaluza E tu sske rovssa gjal ? Me som dzam pur, me merva kaj. Me mangu tke Snto te ces pndra kaj sske kams tu te dzas tke vek ? Basv par mnde tre gilj puran fina ke o kam mudarla i rat. Rakr do divs ke no gau do Sonakj o bar raj djas tu pskri caj Sunl pes i gjga ta rovla o li kav si o prijvimo do Snto coror.
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Quelli eran giorni Parole: Daiano - E.Raskin Musica: Tradizionale russa zigana (Dorogoj dlinnoyu) Titolo originale: "Those Were the Days"
Cera una volta una strada un buon vento mi port laggi e se la memoria non minganna allangolo ti presentasti tu Quelli eran giorni, si, erano giorni e tu al mondo non puoi chiedere di pi noi ballavamo anche senza musica nel nostro cuore cera molto pi La la la la la la. {nel nostro cuore cera molto pi} Vivevamo in una bolla daria che volava sopra la citt la gente ci segnava con il dito dicendo: "Guarda la felicit" Quelli erano giorni si, erano giorni e niente ci poteva pi fermar quando il semaforo segnava rosso noi passavamo allegri ancor di pi La la la la la la. {noi passavamo allegri ancor di pi} Poi si sa col tempo anche le rose un mattino non fioriscon pi e cos andarono le cose: il buon vento non soffi mai pi Quelli eran giorni, si, erano giorni e tu al mondo non puoi chiedere di pi e ripensandoci mi viene un nodo qui e se io canto questo non vuol dir La la la la la la. {noi passavamo allegri ancor di pi} Oggi son tornata in quella strada un buon ricordo mi ha portata l stavi in mezzo a un gruppo di persone e raccontavi: "cari amici miei. Quelli eran giorni, si, erano giorni
Des tu kol divs Basvimo da le Sinti an i Rsia (Dorogoj dlinnoyu) "Those Were the Days"
Sas je kpo ne tkno drom i vnta purdlas silal ta glej da durl me dikjm ke paricl mnde vssas tu Des tu kol divs, des tu kol divs knte tu slas mnca mri romn mro li sas narval kamlas mnsi tu ta ketan 'men smas baxtal La la la la la la. {ta ketan 'men smas baxtal} Na sas-men flzo n lov mnge sas dstra mro kamlipn ta sa kol ke diknas men pennas: "Dik sar kamna pen" Des tu kol divs, des tu kol divs koj an o bar ves da garad maskarl da le ruk kerdm o kamlipn ta ketan 'men smas baxtal La la la la la la. {ta ketan 'men smas baxtal} O cro marla le tne blme ti vnta na purdla butr sar an o dzivibn sa le kov merna ne divs o vavr Des tu kol divs, des tu kol divs knte me smas tsal mri romn ninge tu narval kamssas ma, mor ta ketan 'men smas baxtal La la la la la la. {ta ketan 'men smas baxtal} Des tu kol divs, des tu kol divs knte me smas tsal mri romn ninge tu narval kamssas ma, mor ta ketan 'men smas baxtal La la la la la la. 39 e tu al mondo non puoi chiedere di pi noi ballavamo anche senza musica di l passava la nostra giovent... La la la la la la. {noi passavamo allegri ancor di pi}
{ta ketan 'men smas baxtal} Ta kaj rat ne sun me djm pren kov drom pple me gjom tu slas koj ta dur dikssas da tri gul vjza pndra gjavssas: Des tu kol divs, des tu kol divs do tarnipn knte sa si sukr tu but kamssas ma me but kamavas tu ta ketan 'men smas baxtal La la la la la la. {ta ketan 'men smas baxtal}
Gypsy Scene
by Christine Lillian Whitfield
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4/3/43
Dice che era un bell'uomo e veniva, veniva dal mare.. parlava un'altra lingua, per sapeva amare e quel giorno lui prese a mia madre sopra un bel prato, l'ora piu dolce prima di essere ammazzato. Cosi lei rest sola nella stanza, la stanza sul porto con l'unico vestito ogni giorno piu corto e bench non sapesse n il nome e neppure il paese mi aspett come un dono d'amore sino dal primo mese. Compiva sedici anni quel giorno la mia mamma le strofe di taverna le cant a ninna nanna e stringendomi al petto che sapeva, sapeva di mare giocava a far la donna con un bimbo da fasciare. E forse fu per gioco o forse per amore che mi volle chiamare come Nostro Signore della sua breve vita il ricordo, il ricordo piu grosso tutto in questo nome che io mi porto addosso. E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino per la gente del porto mi chiamo Ges Bambino... (3)
Star - trin - duj bis ta trin
Penl ke vlas do mro e ke sas, e ke sas sukr rom... rakarlas vavr cib, ma me les na pindzardm ta ju ljas-lo mri daj pren di vza, jou ljas la koj pren sas i palun kra da pskro dzivibn. Kokor cjas-li mri daj ndro ker, ndro ker pur kun pskro rivibn ni dives pi tikn na dzanlas-li lskro lu ta nnge o gu ma kun o kamlipn djas cro ko tikn cu. Desusu bers joi kerlas, kerlas mri daj ta dlas zer pndra ne tarn caj cumidlas ma ta slas, sar sas-li kaml! Kellas-li mnca ta sas baxtal. Stik ke sas par kelibn ke mri tarn daj kards ma kun o lu da mar Bar Raj da pskro dzivibn o pi bar kov ke mnge mukjs si kav sukr lu ke pren mnde cids. Ta kan ke me som bar rom ke kamla te pjel par sa le rom dakj karva ma Tikn Devl Ta kan ke me som bar rom ke kamla te pjel par sa le rom dakj karva ma Tikn Devl Ta kan ke me som bar rom ke kamla te pjel par sa le rom dakj karva ma Tikn Devl...
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La casa in riva al mare
Dalla sua cella lui vedeva solo il mare, ed una casa bianca in mezzo al blu e una donna si affacciava, Maria, il nome che le dava lui Alla mattina lei apriva la finestra e lui pensava: "quella casa mia, tu sarai la mia compagna, Maria", una speranza e una follia E sogno la libert, e sogno di andare via, via e un anello vide gi, sulla mano di Maria Lunghi silenzi come sono lunghi gli anni, parole dolci che si immagin "questa sera vengo fuori, Maria, ti vengo a fare compagnia" E gli anni stan passando tutti gli anni insieme ha gi i capelli bianchi e non lo sa dice sempre "manca poco, Maria, vedrai che bella la citt" E sogn la libert, e sogn di andare via, via e un anello vide gi, sulla mano di Maria E gli anni son passati, tutti gli anni insieme ed i suoi occhi ormai non vedon pi Disse ancora: "la mia donna sei tu", e poi fu solo in mezzo al blu e poi fu solo in mezzo al blu, e poi fu solo in mezzo al blu.
O ker parical o mero
Katr lskro starebn diklas mnsi o mro, Ta ne parn ker maskarl o pann ne romn vlas-li vrin, Mar kov si o lu ke djas la ju. Ta knte jou diklas di valn jou tinkarlas: "koj si mro ker, si-tu te ves mri romn, Mar, kamva tu, tu sal lac". Djas sun te dzal-lo vrin djas sun te dzal-lo koj ta ne gustrn jou dikjs pro lkro tno vast ni divs o dzivibn ss-lo sajk, ta jou penlas ndro pskro li "kja rat me vva vrin, Mar me vva koj, mri romn" Ta le bers nakna sa le bers ketan kna si-les parn bal ta na dzanl "vva vrin" smpar penla, "Mar, tu vssa mnca mri romn" . Djas sun te dzal-lo vrin djas sun te dzal-lo koj ta ne gustrn jou dikjs pro lkro tno vast Ta le bers nakjn-le sa le bers ketan ta lskre jak butr na dikn Pndra pends: "du tu mro li" ta gjal ju cjas-lo kokor ta gjal ju cjas-lo kokor, ta gjal ju cjas-lo kokor...
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Maria Giuana (*)
Maria Giuana l'era 'n sl'ss l'era 'n sl'ss che la filava oh l'era 'n sl'ss che la filava oh ciumba la la. Le pasai da li 'l sur dutur "cos'i l'eve Maria Giuana oh cos'i l'eve Maria Giuana oh" ciumba la la. Se 'l saveisa sur dutur, mi ju tanta mal la testa oh mi ju tanta mal la testa oh ciumba la la. "Sa beveisa nen tant vin mal la testa paseria oh mal la testa paseria oh" ciumba la la. Sa i beveisa nen tant vin st'ura chi i saria gia morta oh st'ura chi i saria gia morta oh ciumba la la. E ades che i mra mi vi c'am sutru 'n ti na crota oh vi c'am sutru 'n ti na crota oh ciumba la la. Damigian-a par csin buti stupi par candeile oh buti stupi par candeile oh ciumba la la. E la gent ca i ven-u dr d mi vi ca i cantu la Viuleta oh vi ca i cantu la Viuleta oh ciumba la la. E cul preivi ca 'm ven bened vi ca 'l sia ciuc ad grapa oh vi ca 'l sia ciuc ad grapa oh ciumba la la.
(tradotta in sinto da don Renato Rosso)
I Maria Dzuna
I Mara Dzuna sas pren o vudr sas-li koj ke bitravlas-li sas-li koj ke bitravlas-li tru la la la ... Nakjs koj o gadz Menegn "sar dzal tke Mara Dzuna ooh sar dzal tke Mara Dzuna ooh" tru la la la... Menegn, na dzla mist o ser dukl ma but, aohh o ser dukl ma but, aohh tru la la la... Te na pjssa but but mol duk ko snro na nakla tu duk ko snro na nakla tu tru la la la... Te na pjva but but mol na dzans ke me merva ooh na dzans ke me merva ooh tru la la la... O divs ke me som mul indzn ma ndren i kltra ooh indzn ma ndren i kltra ooh tru la la la... Durial tell o ser star tusnj sar momolj aohh star tusnj sar momolj aohh tru la la la... O tonlo pren le pir kun i mol ke vla tel aohh kun i mol ke vla tel aohh tru la la la... Me kamva o rasj pil nnge ju di xacard aohh nnge ju di xacard aohh tru la la la... Me kamva le rasanj nnge jon pilj sar jamn aohh nnge jon pilj sar jamn aohh tru la la la... 43
Maria Catlin-a (*) (La Monferrina)
O ciau ciau Maria Catlin-a dummie dummie na siass. Oh si si ch'ji la daria L'ai lass l'siass a ca. Ris e coi e tajarin Guarda un po cume a balu bin Balu mei le paisanote che le tote ed Trin. O bund, bund, bund 'ncura na volta, 'ncura na volta. O bund, bund, bund 'ncura na volta e pi pa pi. 'ncura na volta sota la porta 'ncura na vira sota la riva. O bund, bund, bund 'ncura na volta e pi pa pi. Cosa 't fas Maria Catlin-a li set sel taburet; da na man la ventalin-a e da l'autra 'l fassulet. Pi 'na gioia che vi pias, dei 'na man tirela an bras. La curenta l'e pi bela e pj trallarillala. O bund, bund, bund... Per dans la Munferin-a l'e rivaie n'fisial. L'a ciap Maria Catlin-a l'a portala 'n mes al bal. Fate in la ti paisan passu mi cul garde-enfant; fame mach un bel inchin e it fassu un bel basin. O bund, bund, bund...
I Maria Katlin-a (I Munferin-a)
Lac rat Mara Katln-a ju tu mnca te kels oj oj oj nastk kelva ske dukn ma le pir Koi trujl da mri vardn vjen-le glej par te keln sa le Snti godzar ta le petlri sturimn Sal lac, lac, lac, pple je kpo, paple je kpo Sal kaml, kaml, kaml pple je kpo tell o vudr, pple je kpo pasl o pann Sal gul, gul , gul, pple je kpo oj sukr romn... So kers Mara Katln-a ndri kampna kokor kun ne tusn da lac mol ta ne bla da zumn? Pen tu mnge so kams, dzssa mnge koj ndro ves par te kers o kamlipn e tru la la la la la Sal lac, lac, lac... Vjas-lo koj ko kelibn nnge je prnso sukr ju ljas i Mara Katln-a ta na mukjs la butr Sa le gdze len diknas lkro vast ju cumidlas sas kontn i Mara Katln-a ta le pir sas-le sast ! Sal lac, lac, laci... Pall mnsi trin divs le duj sas romadin bar soloxad kerdn-le sa le Snti do gu gjen-le Pien-le but ta but xajn 44 dik oj mre so kerdn ta kan sa si pil ta gjavna sassar Sal lac, lac, lac...
Christmas with the Gypsies
by Christine Lillian Whitfield
45 Bibliografia e materiali Lil ta vavr kov ke rakarna pren le Snti
Informazioni di carattere generale:
Lacio Drom, rivista bimestrale di studi zingari pubblicata dal Centro Studi Zingari (Roma) dal 1965 al 1999 Etudes Tsiganes, rivista pubblicata dal Centre des Etudes Tsiganes, Parigi (59 rue de l'Ourcq, 75019 Paris) Armando Brignolo (a cura di), Sinti: un modo di vivere, Gruppo editoriale "Il Torchio", Asti, senza data Jean Louis Gaie, Le hameau tsigane de Plan de Grasse, in Etudes Tsiganes n. 1/1971, pp. 40-46 Bernard Formoso , Relations Tsiganes/non-Tsiganes: le cas du hameau du Plan de Grasse, in Etudes Tsiganes n. 3/1983, pp. 29-39 Lick Dubois, Scenes de la vie manouche (sur les routes de Provence avec les Sinti Pimontais), Ed. Wallada, Chteauneuf-les-Martigues, 1998 Lick Dubois, Il tait une fois les Bohmiens, Ed. Wallada, Port de Bouc, 2003
Per una pi vasta bibliografia sulla storia e le tradizioni zingare si rimanda alla pagina specifica del sito "O Vurdn":
http://www.vurdon.it/02.htm#bibliografia
ed alla consultazione delle altre pagine del sito "O Vurdn": http://www.vurdon.it
46
Linguistica e narrativa:
Sergio Partisani, Glossario del dialetto zingaro piemontese, in Lacio Drom n. 6/1972 Giulio Soravia, Dialetti degli Zingari Italiani, Pacini, Pisa, 1977 (pagg. 51-56) Bernard Formoso, O peskadro, le pecheur. Une conte en sinto pimontais, in Etudes Tsiganes m. 1/1984, pp. 13-22 AA.VV., O Sucar gau, Centro Studi Zingari/Opera Nomadi di Torino, ciclostilato, 1984 J.C.Brul - Shimt Chaudy , Storielle Sinte, in Lacio Drom n. 5/1979 Bernard Formoso, O bovedantna - un racconto in sinto piemontese, in Lacio Drom n. 4/1984 (con note di Mirella Karpati) Sergio Franzese, il Dialetto dei Sinti Piemontesi - note grammaticali e glossario, Centro Studi Zingari di Torino, 1985 Sergio Franzese, Mari cib... maro bravlimo (La nostra lingua... la nostra ricchezza), sussidiario illustrato di sinto piemontese, Centro Studi Zingari, Torino, 1987 Bernard Formoso - Georges Calvet, Lexique tsigane: dialecte sinto pimontais, P.O.F., Paris, 1987 Annibale Niemen, O ker kun le penij - La casa con le ruote, Sinnos Editrice - Collana i Mappamondi, Roma, 1995 Sergio Franzese, Grammatica di Sinto Piemontese e Dizionario Comparativo di Sinto Piemontese (con registri in sinto piemontese - sinto piemontese "francese" - italiano - inglese - francese), Edizioni "O Vurdn", 2002 Sergio Franzese, Rakarssa romans (testi in lingua romani - dialetto sinto piemontese), Edizioni "O Vurdn", 2004.
Altro:
Les Zingaria, Sinti Song, CD musicale contenente 10 brani in lingua sinta cantati da Lick Dubois Les Zingaria, Nol d'un enfant Tsigane, CD musicale e narrato contenente brani in lingua sinta ed in francese cantati da Lick Dubois
47 Les Zingaria
Si tratta di un gruppo costituito da sei musicisti Sinti Piemontesi residenti nella zona delle Alpi Marittime - Costa Azzurra, fondato ed animato da Lick Dubois, autore-compositore-interprete. Nel 1999 il gruppo ha inciso il suo primo CD dal titolo "Sinti Song", contenente dieci brani in sinto interpretati da Lick. Les Zingaria si sono esibiti in Francia ed in Italia. Per informazioni e contatti in Italia rivolgersi a:
Lick Dubois un sinto piemontese che vive a Cannes. Egli fa parte di quella comunit di Sinti Piemontesi stanziata in Francia, nella regione della Alpi Marittime. Fin da giovane Lick ha dimostrato di possedere un notevole talento musicale che egli ha sempre coniugato con l'amore per la sua gente. I Sinti Piemontesi sono una minoranza nella minoranza a cui Lick ha saputo dar voce attraverso numerose canzoni, in sinto ed in francese, composte nel corso degli anni Egli inoltre autore di due libri: "Scnes de la vie manouche - Sur les routes de Provence avec les Sintis Pimontais" (1998) e "Il tait une fois les Bohmiens" (2003) - pubblicati dalle Edizioni Wallda (2 rue de Fabritis, 13110 Port de Bouc, Francia).
Dal 1978 al 1986 Lick ha animato, a Mougins e a Grasse, le "Nuits Tsiganes" (Notti Zigane), un evento artistico della Costa Azzurra di grande richiamo in cui venivano rappresentate danze e musiche di diverse etnie zingare. Egli inoltre l'autore di "O Sinto", il principale brano musicale del film "Lo Zingaro" (titolo originale: Le Gitan) prodotto nel 1976 dal regista Jos Giovanni, con Alain Delon e Annie Girardot, nel quale Lick recitava la parte del fratello del protagonista.
49 Titolo
1 - MENELA 2 - KOVA ROM 3 - SUKAR CAJ 4 - MRO DZUKEL 5 - ROMNI VELA LE SMITI 6 - O SINTO 7 - DES TU CAJ 8 - PURO SNTO 9 - KUNTE GJAVENAS Il CD (Sinti Song)
10 - DZAR KALI
Il CD pu essere acquistato inviando la somma di C 20 a: Lick Dubois 1296, route Serra Capeou F-06110 Le Cannet (Alpes Maritimes) FRANCE Il prezzo include le spese di spedizione. Non si tratta, come potrebbe apparire, di un'operazione commerciale ma di un invito a sostenere un'iniziativa di carattere culturale, un'iniziativa coraggiosa perch frutto della passione di un sinto piemontese che non si arreso all'omologazione ed alle difficolt, di un uomo che sa ancora sognare e sperare in un futuro migliore per la propria gente e, di conseguenza, per ciascuno di noi.
50 Les Zingaria
Les Zingaria i-le Snti Piemontkeri ke dzivna kaj le Alpes Maritimes - Cte d'Azur, an le Vlci. Kav ketanibn da star o panc basavimngere ta jek kelimskeri sas-lo cid pren do Lick Dubois, ne snto ke basavla, gjavla ta sibjarla le lu da lskre gilj. An o bers 1999 kal basavimngere kerdn-le lngro vgo dsko (CD): "Sinti Song". An lste si des gilj ke o Lick gjavla in snto. Les Zingaria indzjn-le lngre gilj ta kelibn an but stti da le Vlci ta ndro bers 2001 vjen-le nnge an i Itlia. Se komni kamla karla len par te kern len te basavn, si te del tu kaj jek da kal duj kelad:
O Lick Dubois si ne snto piemontkero ke dzivla da le rig da Cannes. Ju vjas-lo pro bolibn maskarl da kol Snti Piemontkeri ke si-le da but bers kaj le Alpes Maritimes, an le Vlci. O Lick komensods te basavl ta gjavl knte sas-lo pndra tarn. Ju si ne rom ke kamla but lskre Snti. Maskarl le Rom ta le Snti le Piemontkeri si-le psla. Da but bers o Lick dla lnge i vjzla kun lskre gilj. Ju sibjards nnge duj bar lil ke rakarna pro dzivibn roman ndren le bers nakl. O vgo da kol lil si: "Scenes de la vie manouche - Sur les routes de Provence avec les Sintis Pimontais" (1998). O vaver lil si: "Il tait une fois les Bohmiens" (2003) - Editions Wallada, 2 rue de Fabritis, 13110 Port de Bouc, France.
Do bers 1978 fina ko bers 1986 o Lick kerlas te vel pasl lste but Snti, Mans ta Kal par te basavn ta gjavn lsal an le gu da Mougins ta Grasse. Sas le "Nuits Tsiganes" (Roman Ratj), ta sas but sukr par sa kol ke dznas-le koj te sunen len. Si smpar o Lick ke sibjards o basvimo "O Snto" an o film "Le Gitan" da Jos Giovanni, kun Alain Delon ta Annie Girardot. An kov film o Lick kerds i rik do pral.
52 Lu da le gilj
1 - MENELA 2 - KOVA ROM 3 - SUKAR CAJ 4 - MRO DZUKEL 5 - ROMNI VELA LE SMITI 6 - O SINTO 7 - DES TU CAJ 8 - PURO SNTO 9 - KUNTE GJAVENAS O CD (Sinti Song)
10 - DZAR KALI
Se dzivssa an ne gu di Eurpa (EU) ta kamssa te kins o dsko (CD) si te bicavs C 20 ko: Lick Dubois 1296, route Serra Capeou F-06110 Le Cannet (Alpes Maritimes) FRANCE Se dzivssa an vavr stto vrin di Eurpa (EU) si te sibjars lske te pucs kcci mol te bicavl les an tro gu katr le Vlci. Na si par te vel lov ke kamssa ke tumn kinna o dsko (CD) ma par te del ne vast kaj ne cac snto ke na kamla te venle bistard i strfa t'i cib da le Snti. In kav vnkimo ju kerla comni da sukr na mnsi par le Snti ma par sa le mnci ke kamna ke o cro ke vla i-lo pi sukr ta pi baxtal.
53
MENELA
MENELA
Nas, nas, nas, dza le tri gitara ta basau mange tu sa i rat. Pjas, pjas, pjas i laci tikni mol pjas, pjas, pjas fina ki tresarla. Tuja le kamlo cavo, dzaja misto kun mri caj; dikena vena misto, tu ta mri caj, tu mro cavo.
Kel, kel, kel, mro laco tikno pral, kel, kel, kel, sa da tri bari zor. Sun, sun, sun, sar basaveja tu, caj, caj, caj, kel mange tu misto. Tuja le kamlo cavo, dzaja misto kun mri caj; dikena vena misto, tu ta mri caj, tu mro cavo. Sig, sig, sig, basau mange koja i "tik tok" do puro Menela. Nakadam sa le tusnja di mol ta kana sunava ma misto... (2)
Corri, corri, corri a prendere la tua chitarra e suona per me tutta la notte. Beviamo, beviamo, beviamo il buon vinello beviamo, beviamo, beviamo fino a domattina. Caro ragazzo, prendi con te mia figlia ed abbi cura di lei; che tra di voi tutto vada bene, tu e mia figlia, tu figlio mio.
Balla, balla, balla, mio caro fratellino, balla, balla balla, con tutta la tua energia. Ascolta, ascolta, ascolta come suoni, ragazza, ragazza, ragazza, balla bene per me. Caro ragazzo, prendi con te mia figlia ed abbi cura di lei; che tra di voi tutto vada bene, tu e mia figlia, tu figlio mio. Presto, presto, presto, cantami quella (canzone) la "tic toc" del vecchio Menela. Abbiamo finito tutte le bottiglie di vino ed ora mi sento bene... (2)
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KOVA ROM
QUELL'UOMO
Sun, gjavela, gjavela kova rom, sun, basavela, basavela kova rom da maskaral do baro ves, ta gjavela kun le sukar cirikle. Ta le kaskaraki, le kuraki godzare rakarnas-le kun kova rom. Roma, romale, cavale, sunen. (2)
Ta sa le Sinti, sa le Sinti penenas ke jas e puro Sinto, Sinto narvalo me jou mukelas te penel oh ta fanola ta sunela cirikle oh ta fanola ta fanola narvalo me jou mukelas te penel.
Sun, gjavela, gjavela kova rom, sun, basavela, basavela kova rom da maskaral do baro ves, ta gjavela kun le sukar cirikle. Ta le kaskaraki, le kuraki godzare rakarnas-le kun kova rom...
Ascolta, canta, canta quell'uomo ascolta, suona, suona quell'uomo l in mezzo al bosco, e canta, canta con gli uccelli. E le gazze, e i corvi furbi parlavano a quell'uomo. O uomo, o uomini, o giovani, ascoltate. (2)
E tutti i Sinti, tutti i Sinti dicevano che era un vecchio Sinto, un Sinto matto ma lui lasciava dire oh pareva ascoltare gli uccelli oh sembrava, sembrava matto ma lui lasciava dire.
Ascolta, canta, canta quell'uomo ascolta, suona, suona quell'uomo l in mezzo al bosco, e canta, canta con gli uccelli. E le gazze, e i corvi furbi parlavano a quell'uomo ...
55
SUKAR CAJ
BELLA RAGAZZA
Dza, sukar caj kun tre jaka da sonakaj. Kunte kelela o lunso da le vardinja ah, sa le Sinti ah, sa le Sinti te gjavena e...
Sukar caj, sukar caj. Oh Sinta, oh Sinta. Dza, sukar caj kun tre jaka da sonakaj. Kunte kelela o lunso da le vardinja ta me kamau tu, ta me kamau tu.
Va', bella ragazza con i tuoi occhi splendenti. Quando balla vicino ai carrozzoni ah, tutti i Sinti ah, tutti i Sinti cantano...
Bella ragazza, bella ragazza. Oh Sinta, oh Sinta. Va', bella ragazza con i tuoi occhi splendenti. Quando balla vicino alle carrozzoni ed io ti amo, ed io ti amo.
Ta me dzijom kun mro tikno dzukel andren o ves te rodas cirikle gjavenas misto.
Ta mro dzukel kun i bari xolin naselas-lo da pal di cirikle gjavenas misto. Jamas minge misto kun mro dzukel andren o baro ves, ta mro dzukel naselas-lo tel kola pure bare ruk ta me sunavas ma misto, ke piravas tel kola ruk... (2)
Ed io andai con il mio piccolo cane nel bosco per cercare degli uccelli che cantavano bene.
Ed il mio cane con grande collera correva dietro agli uccelli che cantavano bene. Stavo bene con il mio cane nel bosco, ed il mio cane correva sotto quei grandi vecchi alberi ed io mi sentivo bene passeggiando sotto quegli alberi...(2)
57
ROMNI, VELA LE SMITI
MOGLIE, ECCO I GENDARMI
Romni, vela le smiti na keren tumnga Sinti cardjen-le coraben pre manda jin kola dine gadze ando vavar divas. Na roven tine cave dikena ke vva pale. Ta tu, o romni, de dament da sa maro kova ke sar me dzanes. Nas, nas, nas tikni caj nas, nas, nas, nas palal tri daj ta pen lake te vel-li pale kaj te randzar-li sa o kova. Na roven tine cave, na roven tine cave. (2) Romni, de ma mro koro, na dzanava a ke kora vava pale, kun kala smiti jam sempar nasade, me na keren tuminga, vava pale ...
Moglie, ecco i gendarmi non preoccupatevi Sinti mi hanno accusato di un furto sono stati quei cattivi gag dell'altro giorno. Non piangete bambini, vedrete che torner. Moglie, tu occupati di tutte le nostre cose che tu conosci come me. Corri, corri, corri bambina corri, corri, corri a cercare tua madre e dille di venire qui a mettere a posto ogni cosa. Non piangete bambini, non piangete bambini. (2) Moglie, dammi la mia giacca, non so a che ora torner, con questi gendarmi abbiamo sempre torto, ma non preoccupatevi, io torner ...
O SINTO
IL SINTO
... tuke Sinto, ah tri cori romni, ah tro tino cavo ... Sinto ...
... a te Sinto, ah, la tua povera donna, ah, il tuo piccolo bambino ... Sinto ...
58
DES-TU CAJ ?
RICORDI, RAGAZZA?
Des-tu mri caj, kunte dzijam luns do baro panin garavas maro kamlipen tel kola bare ruk ? Le cirikle gjavelas, pren da maro sero jamas minge misto luns do baro panin.
Ta ca ka ci ka ta ca ka ci ka ta duj ta trin ta star ta des. (2)
Kamavas te nasas mange me tu na kamejas, darjas da tro ba da tri daj di dar te maren tu. Pendal mange, te dau ciro da kaj trin star dives na jin ke na kamejas jas tu i bari dar.
Ta ca ka ci ka ta ca ka ci ka ta duj ta trin ta star ta des. (2) Jamas minge misto luns do baro panin ...
Ricordi, ragazza mia, quando andavamo vicino al fiume per nascondere il nostro amore sotto quei grandi alberi ? Gli uccelli cantavano sopra le nostre teste stavamo bene vicino al fiume.
Ta cia ka ci ka ta cia ka ci ka e due e tre e quattro e dieci. (2)
Volevo che scappassi insieme a me ma tu non volevi, avevi paura di tuo padre e di tua madre, temevi che ti avrebbero picchiata. Mi dicesti di aspettare tre o quattro giorni non perche tu non volessi ma perch avevi tanta paura.
Ta cia ka ci ka ta cia ka ci ka e due e tre e quattro e dieci. (2) Stavamo bene vicino al fiume ...
59
PURO SINTO
VECCHIO SINTO
Je dab jas e puro Sinto cingarlas-lo kun i romni ta kerlas te dzal sovel-li avrin tel i vardin.
Leskri romni penelas-li: na dar, na mutrov pal tre kang, na vava andri vardin do beng, rom ke kandela sa serf.
Praselas i romni da sa le dine lau, ta kun i xolin pagarlas i vardin ta leskri romni marmura velas-li. (2)
Kunte penelas ki romni: so jin kava dino xaben? Dzava mange xav ki virta xava so kamava.
Dza dik kova kamlo rezo da koja Njan par peskro rom ta dik o muj do baro graj o xaben da le dzukel.
Praselas i romni da sa le dine lau, ta kun i xolin pagarlas i vardin ta leskri romni marmura velas-li... (2)
Una volta c'era un vecchio Sinto che litigava con la moglie e la faceva dormire fuori sotto al carrozzone.
Sua moglie diceva: non temere, puoi star tranquillo che non verro nel carrozzone del diavolo, razza di uomo puzzolente.
Insultava la moglie con tutte le brutte parole, e con rabbia rompeva il carrozzone e gli altri mormoravano alle spalle di sua moglie. (2)
Quando diceva alla moglie: che razza di cibo schifoso mai questo? Me ne vado all'osteria a mangiare cio che mi piace.
Va', guarda il buon riso che prepara Nian per per suo marito e guarda tu, muso di cavallo, che mi dai il cibo dei cani.
Insultava la moglie con tutte le brutte parole, e con rabbia rompeva il carrozzone e gli altri mormoravano alle spalle di sua moglie... (2)
60
KUNTE GJAVENAS
QUANDO CANTAVANO
Sa nasadam o dziviben da mare Sinti, le vardinja luns do panin dzijen-le vek. Jenas misto andro ciro le pure Sinti.
Kunte gjavenas da luns da koja bari jag sa le romnja kelenas da luns da koja bari jag. Kunte gjavenas da luns da koja bari jag sa le romnja kelenas sa i rat.
Core Sinti kaj nakjen sa rovava kana, kunte dzanas pre le droma, te dzan mangen le matreli, t'o balavas, o maro t'i mol.
Sa nasadam o dziviben da mare Sinti le vardinja luns do panin dzijen-le vek jenas misto andro ciro le pure Sinti ...
Tutti abbiamo abbandonato la vita dei nostri Sinti, i carrozzoni vicino al fiume se ne sono andati. Stavano bene allora i vecchi Sinti.
Quando cantavano vicino a quel grande fuoco tutte le donne danzavano vicino a quel grande fuoco. Quando cantavano vicino a quel grande fuoco tutte le donne danzavano tutta la notte.
Poveri Sinti che non ci sono pi io adesso rimpiango, quando andavano sulle strade a chiedere le patate, un po' di lardo, il pane e il vino.
Tutti abbiamo abbandonato la vita dei nostri Sinti i carrozzoni vicino al fiume se ne sono andati. Stavano bene i vecchi Sinti di allora ...
61
DZAR KALI
PELI NERI
Tu dzajas sa nangi luns do baro panin ta me dikavas tu te toves tu. O panin naselas maskaral da tri dzar, dzalas sukar andro panin.
Pjavas panin pre tri morcin, parlas ma li da dziviben, kelenas tre sukar cuca andro sukar panin.
Kamjas men sar jag andre kova panin le mace kelenas pal mande dikavas te nasel o panin pre tri dzar tri dzar, kali sar e murja ...
Camminavi tutta nuda vicino al fiume ed io ti guardavo mentre ti lavavi. L'acqua scorreva tra i tuoi peli, eri bella nell'acqua.
Bevevo l'acqua sulla tua pelle, mi riempiva di vita, danzavano i tuoi seni nell'acqua.
Ci amavamo come il fuoco in quell'acqua i pesci danzavano intorno a me io guardavo l'acqua che correva tra i tuoi peli i tuoi peli, neri come le more...