12) Confronta la valutazione della realtà napoletana con quella dell’ambiente
fiorentino da parte di Boccaccio subito dopo il suo rientro nella città toscana. Quali sentimenti emergono verso le due città? I due universi all’interno dei quali vive Boccaccio, e che influenzano il suo pensiero con i loro valori, sono quello commerciale-borghese e quello culturale-borghese. Il periodo trascorso a Napoli costituisce per l’autore un’esperienza umana e culturale di ampiezza e ricchezza straordinaria. Boccaccio assorbe la cultura provenzale, origine del gusto cortese della corte napoletana di Roberto II d'Angiò, che lascerà un tratto distintivo della visione del mondo del poeta. L’orizzonte di Boccaccio muta con il ritorno a Firenze insieme al padre: la visione infatti sarà stabilmente quella borghese, sebbeno lo scrittore continuerà a coltivare una straziante nostalgia verso il mondo dorato della corte.
13) Descrivi brevemente il sistema di valori di Boccaccio.
Il sistema di valori di Boccaccio si può suddividere in relazione a tre grandi temi: 1) Cortesia e borghesia: Boccaccio viene profondamente segnato dalla compresenza di un modello cortese e un modello borghese. Per l’appunto consegue una profonda conoscenza dei vari tipi sociali in seguito alla sua esperienza napoletana e fiorentina. 2) L’amore come passione terrena: alla concezione idealizzata dell’amore, tipica della tradizione cortese napoletana, il poeta ora affianca più concreti valori cristiani e borghesi. Riguardo questo, lo slancio erotico istintivo e generoso, che veniva esaltato nelle poesie dei trovatori, viene corretto e normalizzato dalle regole morali che integrano valori cristiani e istanze borghesi nella celebrazione del vincolo coniugale. 3) Realismo psicologico: assistiamo al superamento dei rigidi stilemi dell’amore cortese e stilnovistico, nella direzione di una maggiore concretezza e di un più credibile realismo psicologico (es/ fiammetta) 4) Polemica contro le donne: nell’opera il “Corbaccio” assistiamo ad un’aspra satira contro le donne, definite fameliche, sessualmente smodate, fastidiose e invadenti. Questa nuova visione potrebbe essere un’emulazione giocosa di un tema misogino presente sia nella letteratura classica sia in quella medievale.
14) La figura femminile nell’opera di Boccaccio dall’Elegia di Madonna Fiammetta al
Corbaccio: come muta la sua rappresentazione? La figura femminile nell’opera “Elegia di Madonna Fiammetta” è protagonista: l’autore assume il punto di vista di Fiammetta, una gentildonna napoletana sposata, la quale racconta del suo amore infelice per Panfilo, rivendicando con coraggio e ardimento il diritto delle donne di amare, anche nella dimensione dei sensi. Al contrario, la concezione della figura femminile nell’opera il “Corbaccio” cambia totalmente: viene descritta una poco fortunata avventura amorosa vissuta dall’autore intorno ai quarant’anni. In seguito ad aver scoperto il tradimento, il poeta decide di scrivere quest’opera violentemente misogina, nella quale l’amore verso le donne viene considerato una sorta di labirinto, nel quale lo scrittore incontrando il marito morto della perfida vedova di cui si era innamorato, il quale funge da guida, riesce a salvarsi.
15)In cosa consiste la novità della concezione dell’amore propria di Boccaccio?
La concezione dell’amore presentata da Boccaccio è di assoluta novità: l’autore, infatti, parla sempre dell’amore come di un’esperienza pienamente umana e terrena, sviluppando anche gli aspetti più concreti della passione, come l’attrazione fisica, la dimensione sessuale e la naturalità del richiamo dei sensi.
16)Che cosa riprende Boccaccio da Dante e da Petrarca? In cosa si differenzia da
loro? E’ nota l’ammirazione di Boccaccio per Dante e per la Divina Commedia, l’aggettivo “divina” fu aggiunto proprio dal poeta stesso al titolo del capolavoro dantesco per indicarne l’altissimo livello poetico. Boccaccio dedica al sommo poeta due opere in volgare: il “Trattatello in laude di Dante”, ovvero un saggio sulla vita del poeta, che fornisce informazioni sul contesto storico in cui visse Dante e presenta anche un ritratto fisico e morale dello scrittore, e le “Esposizioni sopra la Commedia”, non altro che pubbliche letture a commento dei primi diciassette canti dell’Inferno. Boccaccio incontra Petrarca nel 1350 e con lui instaurerà una duratura amicizia: l’influenza di Petrarca, fa sì che maturi in lui l’idea che la letteratura non deve solo intrattenere piacevolmente ma anche fornire un insegnamento morale e religioso. Boccaccio si differenzia da Petrarca e Dante per quanto riguarda la concezione della donna: in Dante rimane sempre una persona superiore all’uomo, vista come un angelo e unico mezzo per raggiungere Dio; nello stesso modo anche con Petrarca, la donna amata è il personaggio centrale, una figura idealizzata e simbolica, ma che mantiene la sua umanità e sensualità. Del tutto opposta è la visione di Boccaccio: per lui la donna non è un angelo come per Dante, ma è semplicemente un essere umano. Inoltre l’amore non è visto più solo come qualcosa di teorico, ma diventa un sentimento umano e terreno che spesso coinvolge la carne altrettanto o più dello spirito e accende le passioni più sensuali.