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I FORAGGI
Prof Harinder P.S. Makkar
Animal Production Officer
Animal Production and Health Division
FAO, Rome, Italy
Grain fed to
People
47%
Soya fed
to Animals
74%
Alimenti zootecnici
• Sostanze commestibili, in maggioranza di origine
vegetale
• Sostanze che ingerite, possono essere digerite,
assorbite e utilizzate dall’organismo. nJ679$D*
Carboidrati
Proteine Minerali
Principi alimentari
Lipidi
Vitamine
Digestione
Principi Nutritivi
aminoacidi, AGV, zuccheri
per il metabolismo cellulare;
Tutti gli alimenti contengono acqua,
proteine, lipidi, glucidi, minerali, vitamine
GRANELLA
MAIS FIENO ERBA MEDICA
FARINA DI CARNE
Alcuni hanno alto tenore proteico, altri ad alto tenore in lipidi; altri ancora
sono prevalentemente utilizzati per fornire glucidi.
Ci sono poi alimenti che contengono principi che l’organismo non può
sintetizzare (essenziali), o che sono valorizzati dal rumine.
amido
zuccheri
semplici acidi grassi
cellulosa
aminoacidi proteine
proteine
I microrganismi del rumine diventano poi essi stessi alimento per l’animale. La loro attività
porta al duplice effetto di:
RUOLI
CONVENZIONALI Nutrizionale
DEGLI ALIMENTI apporto glucidi, proteine, minerali, vitamine, lipidi, ecc
Dietetico
Soddisfare il senso della fame (influenza sul comportamento animale)
Promuovere il processo digestivo (masticazione, insalivazione,
ruminazione, transito)
Tecnologico e produttivo
Influenza sulla qualità prodotti (composizione, colore, sapore, aspetto,
caratteristiche tecnologiche, resistenza e conservazione) (es
consistenza del burro, colore delle uova)
Economico
Oltre il 50% dei costi variabili aziendali e dato dai costi di
alimentazione
Gli alimenti possono
veicolare
sostanze
indesiderate
• proprie
• fattori anti-nutrizionali (es leguminose, importanti
per i Monogastrici)
• acquisite (coltivazione, raccolta, conservazione)
• Nitrati/Nitriti (eccesso di concimazioni azotate)
• Micotossine (attacchi fitosanitari, cattiva
conservazione)
• Pesticidi (uso non corretto)
• contaminanti (ceneri; metalli pesanti; inquinanti
organici, microorganismi)
Sostanze indesiderate...La diossina
Diossina
Foraggi
Consumo dei
Ricaduta della
Combustione Produzione di foraggi da Diossina nella
diossina sui
della plastica diossina parte degli mozzarella
foraggi
animali
RUOLI
INNOVATIVI Marker territoriali per
DEGLI
ALIMENTI produzioni tipiche
Alcuni prodotti caseari per i quali vige il divieto di utilizzo di foraggi insilati
Classificazione degli alimenti
In base a) VEGETALE:
all’origine
1. Foraggi
2. Semi (Cereali, Leguminose e altre specie)
3. Residui della lavorazione e molitura dei cereali
4. Residui dell'estrazione dell'olio da semi oleosi
5. Residui dello zuccherificio
6. Residui di altre industrie
b) ANIMALE
1. Residui industrie lattiero casearie (giovani
ruminanti e monogastrici)
2. Residui industrie di trasformazione di carne e
pesce (pesci, monogastrici e avicoli
Classificazione degli alimenti
in base 1) Materie Prime ENERGETICHE
agli Cereali
apporti Melassi
Grassi animali e oli vegetali
Residui estrazione alcool
Residui birrerie
Residui dell’industrie molitorie e dello zucchero
CONCENTRATI (semi)
Calma, calma !!
penserò io a farvi Noi abbiamo
andare daccordo 40UFL/q e un
Io possiedo 12-18
nella razione delle 10% di
Unità Foraggere
mie vacche da Proteine
Latte al quintale,
latte!! digeribili
ma costo molto di
meno!!
Fieno
polifita Fieno
medica
Foraggio
fresco
I FORAGGI
• I foraggi sono piante o parti di piante
espressamente coltivate e/o utilizzate (se si
tratta di vegetazione spontanea) per l’alimentazione
animale
• Frutti e semi rientrano nel foraggio se sono raccolti
insieme alla parte vegetativa, altrimenti se raccolti a
parte sono considerati concentrati.
origine
durata produttiva
Periodo di impianto
Numero di specie
Specie
Utilizzo
Estensivo
Zootecnia e foraggicoltura in Italia
- Pascolo permanente
(ovini in Sardegna)
- Pascolo estivo + prato
(aree montane)
- Prato avvicendato (prato che rientra nelle rotazioni)
(medicai in Emilia Romagna)
- Prato più erbaio
(Italia centrale)
- Erbaio e concentrati
(Zootecnia intensiva di pianura)
- Erbai intercalari + sottoprodotti
(Agricoltura intensiva)
- Senza terra
(attività industriale
Intensivo
Evoluzione delle produzioni animali e Foraggicoltura
Inizialmente, l’alimentazione animali era basata
sul pascolo che rappresenta ancora la forma Estensivo
alimentare animale prevalente a livello
mondiale (circa 3 miliardi di ha)
Evoluzione
- Raccolta di foraggi per fronteggiare i periodi
di penuria
- Necessità di conservazione
- Miglioramento dei pascoli
- Foraggicoltura
Foraggicoltura intensiva
- Erbai al posto dei prati
- Insilati al posto dei fieni
- Concentrati al posto dei foraggi
Intensivo
Un foraggio di buona qualità
deve:
• 1. garantire la salute degli animali
(evitare dismetabolie, tossicosi)
Almeno il 60%
della razione
Sostenere adeguati livelli
produttivi
I foraggi
Solo foraggi Foraggi di
DEVONO Alti livelli
di qualità qualità sono
essere produttivi
hanno un necessari a
presenti richiedono
adeguato sostenere
nella dieta elevate
contenuto elevati
(60% per quantità di
in energia livelli
bovine da energia.
(UFL) produttivi
latte)
• L’alimentazione, e in
particolare la componente
foraggera della razione,
rappresenta il legame tra un Feed
prodotto tipico (DOP, IGP) e il Feed
territorio di produzione
Caratteristiche Caratteristiche
del terreno chimiche e nutritive Concimazioni
Stagione Condizioni
meteo
SPECIE (O MISCUGLIO)
•Scelta effettuata al momento della semina.
Loietto, Loiessa
Le Graminacee
Mais Sorgo
Le Graminacee
Veccia e avena
Avena
Le Leguminose
•Le leguminose forniscono un foraggio qualitativamente
più pregiato perché più ricco di PG, di sali minerali e di
vitamine di quello delle graminacee.
•La loro capacità produttiva è più scarsa e, ad
eccezione di alcune specie (erba medica, trifogli, fava, soia)
non sono autoportanti e necessitano di un tutore.
Pertanto vengono utilizzate in consociazione con le
graminacee per la costituzione di erbai misti.
•Devono essere raccolte precocemente perché dopo la
fioritura lo stelo lignifica con rapidità e molte foglie basali
ingialliscono e cadono.
Le Leguminose
Pianta Nome scientifico Utilizzo
Erba medica
Le Leguminose
Veccia
Influenza dello stadio vegetativo alla raccolta sulla qualità
del foraggio
1. Ciclo vitale
Influenza dello stadio vegetativo alla raccolta
sulla qualità del foraggio 2. Curva di crescita
Cellula adulta
Sviluppo
della cellula Pectine+
Cellulosa+ Contenuto
vegetale e Lignina
cellulare
della parete Media digeribilità
cellulare
Cellula vecchia
Cellulosa+ Contenuto
Lignina cellulare
Bassa digeribilità
Influenza dello stadio vegetativo alla
raccolta
Man mano che prosegue lo sviluppo vegetativo della
pianta
Incremento
Scadimento
della sostanza
qualitativo
secca
Diminuzione della
Aumento la taglia digeribilità a causa
delle piante dell’invecchiamento
della cellula vegetale.
La proporzione di
foglie o lembi fogliari
Aumentano gli steli
diminuisce a favore
più poveri in azoto,
dello stelo o
minerali e vitamine, e
dell’insieme stelo e
più ricchi in fibra
guaine con calo del
contenuto in acqua
Evoluzione del rapporto foglie steli nell’erba medica
Quantità
sostanza
+ secca
Qualità del
- foraggio
Influenza dello stadio vegetativo alla raccolta sulla
qualità del foraggio
Quality Yield
Momento della
raccolta Best time to
Compromesso harvest
tra quantità e
qualità
Forage Growth
Fasi fenologiche delle graminacee
La guaina dell'ultima foglia Emissione degli stami e stimmi
("foglia a bandiera") si
presenta rigonfia per la
presenza della spiga ormai
sviluppata
Ve: emergenza
Vc cotiledoni
V1 prime foglie vere
V3 I trifogliatura
R1, Inizio Fioritura
R3 R4 Sviluppo baccelli
R5 R6 formazione semi
R7 R8 maturazione
baccelli
Raccolta
Il momento dello sfalcio è influenzato dalla condizioni
metereologiche
Condizioni metereologiche
sfavorevoli impediscono la
raccolta tempestiva del foraggio
% della SS totale
100
spighe
80
steli+
Loietto
60 guaine
Al 1° taglio
l’età è 40
residui
espressa in 20 DE
rapporto foglie
all’inizio della
-4 -2 0 2 4 4 6 8 5 7 9
spigatura
Età in settimane
(per il loietto)
o all’inizio 1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo 4° ciclo
% della SS totale
Medica
60 steli
40
residui
20 DB DF
foglie
-5 -3 -1 0 +1 5 7 9 5 7 9 5 7 9
Età in settimane
DE = inizio spigatura; DB = comparsa bottoni fiorali; DF = inizio fioritura
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo dell’erba medica del
tenore in proteina grezza (PG), del valore energetico (UFL) e
dell’ingestione di SS (SSI) del foraggio
0,9 25
80
SS I (g/kg PM)
SSI
20
PG (SS)
0,8
70
PG
15
0,7
60
10
10 20 30 40 50 60
Età (g)
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo dell’erba
medica della quantità di Sostanza Secca, di UFL e di PG
per ettaro
Erba medica
8
PG
7 1000
(kg)/Ha
SS
SS (tonnellate) e UFL
6
5 UFL
800
PG
inizio emissione
4
(migliaia)/Ha
inizio fioritura
bottoni fiorali
3 600
2
400
20 30 40 50 60
Età (g): 50% all’inizio della fioritura
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo del loietto italiano del tenore in
proteina grezza (PG), del valore energetico (UFL), della quantità di Sostanza
secca ingerita nei montoni (SSI in g/kg Peso Metabolico) del foraggio
UFL/kg SS
Loietto italiano
UFL 1,0
90
SSI
SS I (g/kg PM)
0,9
80
0,8
70 20
PG(% SS)
15
PG 0,7
60
10
5
20 30 40 50 60 70 80
Età (g)
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo del loietto italiano
della quantità di sostanza secca, di UFL e di PG per ettaro
5 800
PG(kg)/ha
inizio spigatura
4 PG
inizio fioritura
3 600
2
400
20 30 40 50 60 70 80
kg acqua x1000/ha
acqua/ha
lembi fogliari (% della SS)
70 100 25
% acqua
60
20
spigatura
20 4
spigatura
a 10 cm
fioritura
% SS
70 2
spiga
10
50 %
5%
20 30 40 50 60 70
Giorni (= 50 quando il 5% delle piante è in spigatura)
PAULARITà
Sniffen e Robinson
Influenza della qualità del fieno di medica
sulla produzione di latte (kg/d)
(Da Mc.Cullog, 1985, modificato)
Mangimeella
razione OTTIMA BUONA MEDIA MEDIOCRE
Foraggi insilati
Foraggi freschi
0 20 40 60 80 100
Sostanza Secca %*
monofiti
Prati e
oligofiti
pascoli
Foraggi Polifiti
freschi
Avena Orzo,
Monofiti
sorgo, ecc.
Erbai
Avena,
Polifiti
veccia pisello
PROBLEMATICHE
1. lo sfalcio deve avvenire al giusto stadio vegetativo: i
foraggi se falciati troppo giovani possono determinare
turbe intestinali, se troppo maturi risultano poco appetiti,
poco digeribili e rallentano lo svuotamento del rumine,
diminuendo l’ingestione della razione (es, loietto).
1,00 0,20
0,00 0,00
La raccolta dei foraggi verdi.
Problematiche
• Lo sfilacciamento degli steli che oltre a favorire
fermentazioni rapide che riducono l’appetibilità del foraggio,
provoca ritardi nella ricrescita del nuovo taglio.
• L’inquinamento, ovvero la mescolanza di
terra al prodotto: che può verificarsi durante la
falciatura, la raccolta e il carico, provoca una diminuzione
dell’appetibilità del foraggio
Impiego dei foraggi verdi: CONSIDERAZIONI
Impiego dei foraggi freschi: CONSIDERAZIONI
• I foraggi verdi sono di qualità variabile
• Difficile valutazione analitica
• Problemi di costanza di razionamento
• Importante la gestione della modalità di somministrazione
e/o gestione delle aree di pascolo
Apertura
Specie affienabili
dell’andana
prati monofiti (leguminose e
Rivoltamento
graminacee) e polifiti; loietto,
del foraggio trifogli da erbai
Andanatura
Specie affinabili con qualche
serale difficoltà
20-15%
avena+veccia; sorgo sudanense
umidità
Specie non affienabili
Imballaggio mais, sorgo comune, orzo, segale,
pisello, favino, lupino,
tempo di essicamento
Idoneità alla fienagione: -
- resistenza allo sbriciolamento
G
G
G
G
L
L
Modalità di fienagione
Fienagione naturale: l’essiccazione del foraggio è
operata esclusivamente dall’irraggiamento solare
~90%
Fienagione naturale
~10%
Fienagione in due tempi
Fienagione artificiale o
disidratazione:
poco diffusa per motivi climatici
Fattori condizionanti la qualità dei fieni
Le proprietà nutrizionali del fieno sono in funzione
delle caratteristiche del materiale di partenza (foraggio
fresco) in termini di contenuto in sostanze nutritive e
digeribilità.
60%
60
60%
38%
40
2 8%
35 % raccolta
20 25% 20%
0
ore 6 12 18 0 6 12 18 0 6 12 18 0 6 12 18 0
1° giorno 2 ° giorno 3 ° giorno 4 ° giorno
andana
1. Sfalcio
• Operazione meccanica effettuata con le falciatrici
• Deve essere effettuato al giusto stadio vegetativo, ad
un’altezza che eviti l’inquinamento del foraggio con terra
2. Movimentazione
Per facilitare la perdita di umidità
• apertura dell’andana per aumentare la superficie esposta
all’aria (si effettua qualche ora dopo il taglio)
• Rivoltamento dello strato quando il contenuto di acqua è
sceso al 50-60%,
• restringimento in andana del foraggio a fine giornata per
ridurre il riassorbimento notturno e asciugare il terreno
scoperto su cui rivoltare l’andana.
Operazioni di rivoltamento del foraggio per facilitare l'essicazione
IN SINTESI
Fienagione tradizionale
meno rischi di
minore durata della esposizione a fattori
permanenza dell'erba ambientali sfavorevoli
in campo (es precipitazioni
atmosferiche);
Effetti Minori interventi di
arieggiamento, Minori perdite
rivoltamento e meccaniche
spandimento
+
+
Perdite di conservazione
Fermentazioni batteriche
Aumento di temperatura
PERDITE PER CAUSE MECCANICHE
•Si verificano durante le operazioni di rivoltamento,
spargimento, ranghinatura e raccolta ed interessano
soprattutto le frazioni fogliari che rappresentano la parte
a più elevato valore nutritivo della pianta.
•Sono maggiori per le leguminose per la delicatezza del
picciolo e a causa della notevole differenza del tempo di
essiccazione delle foglie rispetto allo stelo
•Le perdite sono maggiori quanto più è secco il foraggio e
quanto più è intensa la lavorazione meccanica
•Nella fienagione tradizionale causano una perdita del 5-12
% della SS totale del foraggio e del 5-15 % del valore
energetico
PERDITE PER PIOGGIA
- LISCIVAZIONE
•Le piogge durante la permanenza in campo del
foraggio tagliato possono causare perdite notevoli
soprattutto se l’erba è già in parte essiccata con
perdite di minerali solubili, zuccheri e componenti
azotati.
•La pioggia può anche prolungare l’azione degli enzimi
presenti nelle cellule e favorire l’insediarsi delle
muffe.
•Il primo taglio (maggengo) e gli ultimi tagli autunnali
sono quelli maggiormente esposti al rischio di piogge.
PERDITE PER PIOGGIA
LISCIVAZIONE
Condizioni
PERDITE (%)
climatiche
Sostanza Valore Proteina
secca nutritivo grezza
B C
A) a
B) C) particolare del
1 2
3 4
• Se di buona qualità:
• elevate quantità di proteine e di azoto solubile
• buona disponibilità di fibra digeribile
• aumento ingestione ed elevata velocità di transito
• Attenzione alla fibra effettiva (pH ruminale)
Foraggi insilati
Insilato: prodotto che si ottiene dalla
fermentazione controllata di foraggi ad
alto contenuto in acqua
E’ un sistema di
conservazione molto
antico.
La prima testimonianza
risale al 1.000-1.500
a.C., in Egitto.
Foraggi insilati
Insilando i foraggi si instaurano all’interno della biomassa
vegetale processi fermentativo anaerobici, finalizzati alla
creazione di un ambiente acido avverso alla proliferazione
di microrganismi degenerativi della massa organica.
erba 4.480
insilato di prato 5.120
fieno 3.360
silomais 14.000
Insilamento versus fienagione.
Svantaggi (pochi)
- Necessità di macchine e di strutture dedicate (possibilità
per le macchine di ricorrere al conto-terzi)
- Maggior possibilità di contaminazione del latte con spore
clostridiche. Contaminazioni da clostridi sono comunque possibili
anche con fieno (vedi slide successiva). Necessaria igiene di stalla
pH ruminale
ottimale per
animali in
lattazione
6.2 -6.8
Processo di Insilamento
Dura circa due settimane e presenta due fasi principali:
• fase respiratoria o aerobica;
• fase di fermentazione, anaerobica, che viene
operata sia dagli enzimi citoplasmatici che dai ceppi
batterici presenti nel foraggio. La fase anaerobica può
essere suddivisa in tre sottofasi (fase lag, fase di fermentazione vera e
propria e fase stabile)
Tempo (d)
0 1 2 14
Temperatura
Temperatura
Respirazione -Aerobic phase
pH
T
pH
Acidità dell’insilato e sensibilità dei batteri
6.0
5.0
Coliformi
Streptococchi
Leuconostoc
Clostridi
4.0
Pediococchi
3.5
Lattobacilli
Tempo
Dopo il consumo dell’ossigeno e in presenza di una sufficiente quantità di Se il pH non si
sostanze zuccherine, la produzione di acido lattico raggiunge, già nei
primi tre giorni, per lo meno il 75% della produzione totale. Quando abbassa
l’acido lattico determina un pH di 3,5 nella massa insilata, quasi tutti i sufficientemen
processi nocivi dovuti ai batteri vengono arrestati e, superato questo te si può avere
limite, viene inibita la stessa fermentazione lattica e l’insilato diventa
stabile. sviluppo di
clostridi
Se l'acidificazione dell'insilato è
avvenuta correttamente, i
contenuti in acido butirrico e
in ammoniaca (NH3), indici
dell'attività clostridica e della
degradazione delle proteine,
sono bassi.
Processi chimico-biologici
dell’insilamento
RESPIRAZIONE
Rapido consumo di O2 presente nella massa di foraggio
Ossidazione dei CHO solubili
Fase influenzata da: compressione del foraggio, chiusura
del silo, temperatura, pH, stadio vegetativo
FENOMENI AUTOLITICI
Processi enzimatici che si svolgono nelle cellule vegetali a
carico di CHO e proteine
Quando l’O2 si esaurisce si produce alcool, acetaldeide,
ac. piruvico, ac. lattico
FERMENTAZIONI BATTERICHE
•Acidofili (pH<4.5),
•butirrici (pH 5.0-5.5),
•putrefattivi (pH 5-7)
Microrganismi
Batteri lattici
coinvolti nel
processo di
insilamento
Colibatteri
Clostridi
Muffe e lieviti
Batteri lattici
Gruppo più importante
- Si sviluppano nei primi tre giorni di conservazione, in
condizioni di anaerobiosi, a T comprese tra i 20 e i 30 °C
(fermentazione fredda).
- Attaccano gli zuccheri (glucosio, fruttosio, pentosani)
trasformandoli in gran parte in acido lattico, la cui
presenza nell'insilato in quantità sufficiente è
indispensabile per la conservazione del foraggio.
L'acido lattico ha un elevato potere acidificante e
quindi la sua produzione crea un abbassamento del pH
dell'insilato fino a livelli tali da inibire lo sviluppo dei
microrganismi dannosi.
•Se la fermentazione lattica si svolge regolarmente si
«sterilizza» il foraggio e, in assenza di aria, se ne
consente una conservazione pressoché illimitata
Fase stabile
L’umidità del foraggio rappresenta un limite per l’abbassamento
del pH (aumento della respirazione, riduzione delle quantità di
zuccheri disponibili per i lattici).
pH H 2O
Formaggi con
gonfiore
tardivo
Il disciplinare di produzione di alcuni formaggi (Parmigiano reggiano, Trentigrana) vieta l’utilizzo di foraggi
insilati per ridurre la contaminazione clostidica dell atte
Muffe e lieviti
•Anche questi microrganismi anaerobi facoltativi sono
dannosi per la conservazione dei foraggi. La loro presenza
nell'insilato è un segno sicuro dell'avvenuta immissione
di aria.
•Essendo insensibili agli acidi, possono deteriorare anche
buoni insilati.
•Sono spesso la causa di fermentazioni secondarie negli
insilati di mais e in quelli d'erba appassiti, ove si riscontra
molte volte post-fermentazione dopo l'apertura del
silo.
•In questo caso, soprattutto i lieviti si sviluppano in
conseguenza della presenza di aria e di residui di
carboidrati non consumati dai batteri, con produzione di
etanolo e con ingenti perdite di sostanza secca.
Condizioni ambientali richiesti dai microrganismi nell’insilato
Temperatura (°C) pH
Aria
20 30 40 50 60 3 4 5 6 7
1
Batteri lattici ( ) --
2
Colibatteri ( ) + -
3
Batteri butirrici ( )
-- - -
Batteri proteolitici ( ) 3
+- + -
Batteri putrefacenti + +
Lieviti e muffe + +
( 3) Fanno parte del gruppo dei “clostridi” che si distinguono in: ( a ) “butirrici”
( Clostridium butyricum ) che fermentano gli zuccheri e gli ac. organici (ac.
lattico); ( b ) proteolitici (Clostridium sporogenes) che attacano le proteine con
produzione di NH 3 , CO 2 e ac. organici (acetico, propionico, isobutirrico e
Fermentaz. Andamento Microrganismi Substrato Metaboliti
Inizia con la
Aerobater, Pentosani, Acetico
Acetica respirazione;
Streptococcus cellulosa (CO2)
durata 2-3 d
Inizio graduale
(↓O2,↑acidità); Zuccheri, Lattico
Lattica durata 15-20d, Lactobacillus CHO (acetico ed
termina a pH solubili etanolo)
4.2-3.8
Zuccheri,
Dopo 2-3 Clostridium Butirrico,
Butirrica ac.organici
settimane butyricum (CO2 )
ac. lattico
pH > 4.5 (5.3- Clostridium AA, amine,
Proteolitica Proteine
5.5) sporogenes NH3
Fermentazioni dannose
•In presenza di uno scarso contenuto di zuccheri e/o di un
eccesso di aria, che incentiva l'attività respiratoria della
pianta e quindi l'innalzamento termico della massa insilata,
si può manifestare un eccesso di acido acetico e una
scarsa produzione di acido lattico, con una
conseguente limitata riduzione del pH.
•Non sono inibiti i clostridi butirrici che nel giro di due-tre
settimane, iniziano a proliferare utilizzando gli zuccheri
rimasti e l'acido lattico.
•Successivamente si innescano le attività dei batteri
proteolitici, che rapidamente degradano le proteine.
meno
acido lattico più
Acido acetico, Acido butirrico,
Azoto ammoniacale
Acidificazione e degradazione delle proteine durante i processi fermentativi nell'insilato
(in % del valore massimo).
Durata delle fermentazioni Conte-
(giorni) nuto
medio
(% t.q.)
1 2 3 10 30 60 180
Acido lattico
-fermentazione buona 50 70 80 95 100 100 100 3,0
-fermentazione cattiva 50 70 80 95 80 60 35 1,0
Acido acetico
-fermentazione buona 35 45 45 50 50 50 50 0,6
-fermentazione cattiva 35 45 45 50 80 90 100 1,2
Acido butirrico
-fermentazione buona 0 0 0 0 0 0 0 0,0
-fermentazione cattiva 0 0 0 0 10 30 100 2,0
Perdite di fermentazione
PERDITE: SS Accorgimenti
Pre-appassimento,evitare
PERCOLAZIONE 0-14% elevata umidità,altezza
eccessiva dellamassa
Evitare la presenza di O2,
RESPIRAZIONE e
5-8% compressione,
FERMENTAZIONE
evitare elevata umidità
FERMENTAZIONE
5% Compressione, elevata SS
CLOSTRIDICA
Superficie (“cappello”) zone
POSTFERMENTAZIONE 10%
laterali
TOTALI 5-20%
Impiego dei insilati: CONSIDERAZIONI
• Sono di qualità costante (di solito.. nella stessa trincea)
• Facile valutazione analitica (attenti al metodo di
campionamento)
• Importante la gestione dei cumuli e delle trincee
• Essenziale la valutazione sensoriale
• fibra già trinciata (valutazione alla bocca
dell’animale)
•Se di qualità medio-scarsa
• Ridotta ingestione
• Probabile eccesso azoto degradabile (N –NH3/Ntot.
< 10%)
• Instabilità specie con pioggia e caldo
• rischi per gli animali
• rischi contaminazione del latte da spore
• Se di buona qualità:
• elevate quantità di nutrienti
• buona disponibilità di NFC “rapidi” (pH ruminale)
• aumento ingestione ed elevata velocità di transito
• preferibile associazione con graminacee
• non ci sono particolari limitazioni d’uso
Tipi di Silos
- verticali
- orizzontali
1. Sili verticali o a torre
•sviluppo massimo in altezza
•Piccoli, medi e grandi, in
cemento, in acciaio ed in
materiale plastico,
•MINIMI scambi gassosi con
l'esterno e, quindi, minime
perdite di superficie
•Compressione avviene
naturalmente per azione del
peso stesso del foraggio.
•Il carico del silo viene eseguito
a mezzo di apposite macchine
insilatrici provviste di ventola
per il lancio del foraggio entro
un tubo di lamiera fino alla
sommità del silo da dove cade
liberamente nell'interno
•Il silo a torre è molto oneroso,
sia come spesa iniziale, sia
come costo di manutenzione e
di carico e scarico del foraggio.
•I sili moderni sono provvisti in
genere di apposite desilatrici per
lo scarico meccanico o dalla
sommità o dalla base del silo.
•In quest'ultimo caso il silo
prende il nome di "ciclatore"
per indicare la possibilità di
carico e scarico continuo e cioè
la possibilità di immettere
sempre nuovo foraggio dall'alto
man mano che si scarica dal
basso.
Sili a torre e ciclatori
Vantaggi Inconvenienti
•Investimenti molto
Minore richiesta di
elevati
manodopera
•Problemi meccanici
Ottima conservazione
nei ciclatori
2. Sili orizzontali
Sili che presentano la massima dimensione
disposta su un piano orizzontale.
- sili a fossa (posti in gran parte o del tutto
sotto terra)
- sili a trincea
- sili a platea (posti sopra la superficie del
terreno).
A fossa
Silos a Trincea
Silos a trincea
Vantaggi Inconvenienti
Ambiente anaerobico
Importanza della compressione e nel caso del silomail della
trinciatura
Facilmente insilabili
cereali a maturazione cerosa, residui di barbabietola, polpe
di barbabietola, trebbie di birreria, ecc