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Gli alimenti zootecnici

I FORAGGI
Prof Harinder P.S. Makkar
Animal Production Officer
Animal Production and Health Division
FAO, Rome, Italy

«il benessere umano dipende dalla dieta


somministrata agli animali»

Le scelte in materia di alimentazione animale, non


influenzano solamente la produttività degli
allevamenti, ma anche la salute degli esseri umani e
dell’intero pianeta

Aumento della sostenibilità degli allevamenti


Other
12%
-Bio
fuels 5%
Grain fed to
Animals
36%

Grain fed to
People
47%

Soy oil (incl


Human (biofuel
other & 17%
9%

Soya fed
to Animals
74%
Alimenti zootecnici
• Sostanze commestibili, in maggioranza di origine
vegetale
• Sostanze che ingerite, possono essere digerite,
assorbite e utilizzate dall’organismo. nJ679$D*

Carboidrati
Proteine Minerali
Principi alimentari
Lipidi

Vitamine

Digestione
Principi Nutritivi
aminoacidi, AGV, zuccheri
per il metabolismo cellulare;
Tutti gli alimenti contengono acqua,
proteine, lipidi, glucidi, minerali, vitamine

proteine lipidi glucidi

GRANELLA
MAIS FIENO ERBA MEDICA
FARINA DI CARNE

Alcuni hanno alto tenore proteico, altri ad alto tenore in lipidi; altri ancora
sono prevalentemente utilizzati per fornire glucidi.
Ci sono poi alimenti che contengono principi che l’organismo non può
sintetizzare (essenziali), o che sono valorizzati dal rumine.

La composizione non è sufficiente a definire quanti principi nutritivi sono


effettivamente forniti dall'alimento. Infatti, i principi alimentari possono
essere più o meno digeribili e l'utilizzazione degli alimenti richiede di per
sé un consumo di energia.
Eh! Eh! mi dispiace cari
miei, ma per alimentare
vacche da latte o
animami giovani da ... Che
rimonta voi non siete presuntuoso
sufficientemente
all’atezza!!
Non tutti i principi alimentari e nutritivi hanno la stessa
funzione e importanza

proteine glucidi e lipidi minerali e vitamine

costruzione Energia regolazione

Hanno funzione prevalentemente Hanno prevalentemente Hanno prevalentemente il ruolo di


plastica, cioé di costruzione funzione di fornire energia bioregolatori, cioé di regolare lo
dell’organismo per i processi vitali, svolgimento delle reazioni chimico-
produttive e riproduttivi biologiche indispensabili per la vita.
Alcuni minerali svolgono anche
funzione plastica
Il rumine alimenta la vacca (1)

amido
zuccheri
semplici acidi grassi
cellulosa

aminoacidi proteine
proteine

azoto non proteico vitamine


vitamina K
gruppo B

Perciò è necessario conoscere le funzioni del rumine per attribuire alle


diverse sostanze il loro reale valore, per sapere in quale misura devono
essere apportate, per scegliere le fonti alimentari più adatte.

( 1 ) Il rumine ospita numerosi microrganismi che scompongono e utilizzano i costituenti


dell’alimento per trarne energia per i loro processi vitali e per la loro moltiplicazione.

I microrganismi del rumine diventano poi essi stessi alimento per l’animale. La loro attività
porta al duplice effetto di:
RUOLI
CONVENZIONALI Nutrizionale
DEGLI ALIMENTI apporto glucidi, proteine, minerali, vitamine, lipidi, ecc

Dietetico
Soddisfare il senso della fame (influenza sul comportamento animale)
Promuovere il processo digestivo (masticazione, insalivazione,
ruminazione, transito)

Tecnologico e produttivo
Influenza sulla qualità prodotti (composizione, colore, sapore, aspetto,
caratteristiche tecnologiche, resistenza e conservazione) (es
consistenza del burro, colore delle uova)

Economico
Oltre il 50% dei costi variabili aziendali e dato dai costi di
alimentazione
Gli alimenti possono
veicolare
sostanze
indesiderate
• proprie
• fattori anti-nutrizionali (es leguminose, importanti
per i Monogastrici)
• acquisite (coltivazione, raccolta, conservazione)
• Nitrati/Nitriti (eccesso di concimazioni azotate)
• Micotossine (attacchi fitosanitari, cattiva
conservazione)
• Pesticidi (uso non corretto)
• contaminanti (ceneri; metalli pesanti; inquinanti
organici, microorganismi)
Sostanze indesiderate...La diossina

Diossina

Foraggi

Consumo dei
Ricaduta della
Combustione Produzione di foraggi da Diossina nella
diossina sui
della plastica diossina parte degli mozzarella
foraggi
animali
RUOLI
INNOVATIVI Marker territoriali per
DEGLI
ALIMENTI produzioni tipiche

Alcuni prodotti caseari per i quali vige il divieto di utilizzo di foraggi insilati
Classificazione degli alimenti
In base a) VEGETALE:
all’origine
1. Foraggi
2. Semi (Cereali, Leguminose e altre specie)
3. Residui della lavorazione e molitura dei cereali
4. Residui dell'estrazione dell'olio da semi oleosi
5. Residui dello zuccherificio
6. Residui di altre industrie

b) ANIMALE
1. Residui industrie lattiero casearie (giovani
ruminanti e monogastrici)
2. Residui industrie di trasformazione di carne e
pesce (pesci, monogastrici e avicoli
Classificazione degli alimenti
in base 1) Materie Prime ENERGETICHE
agli Cereali
apporti Melassi
Grassi animali e oli vegetali
Residui estrazione alcool
Residui birrerie
Residui dell’industrie molitorie e dello zucchero

2) Materie Prime PROTEICHE :


Leguminose da granella
Farine di estrazione e panelli
Alimenti di origine animale (residui da macelli, caseifici, pesca)

3) Materie prime apportatrici di ALTRI PRINCIPI NUTRITIVI


Residui di molitura e lavorazione dei cereali (crusche)
Residui di caseifici e della lavorazione della carne e del pesce
Classificazione degli alimenti
in base
agli FORAGGI
apporti Freschi
Insilati
Fieni

CONCENTRATI (semi)

PRODOTTI COMPLEMENTARI DEI FORAGGI


(sottoprodotti)
Uno dei principali compito dell’alimentarista è quello di
combinare nella maniera più opportuna questi tipi di alimenti

Calma, calma !!
penserò io a farvi Noi abbiamo
andare daccordo 40UFL/q e un
Io possiedo 12-18
nella razione delle 10% di
Unità Foraggere
mie vacche da Proteine
Latte al quintale,
latte!! digeribili
ma costo molto di
meno!!

Fieno
polifita Fieno
medica

Foraggio
fresco
I FORAGGI
• I foraggi sono piante o parti di piante
espressamente coltivate e/o utilizzate (se si
tratta di vegetazione spontanea) per l’alimentazione
animale
• Frutti e semi rientrano nel foraggio se sono raccolti
insieme alla parte vegetativa, altrimenti se raccolti a
parte sono considerati concentrati.

Granella di mais: Trinciato di mais: Foraggio


Concentrato
Tipi di colture foraggere
(i.e. coltivazioni il cui prodotto principale è destinato
all’alimentazione animale)

origine

• naturali (pascoli spontanei)


• artificiali (erbai e prati)

durata produttiva

• Permanente (>10 anni) Pascolo naturale o prato pascolo


(pascolo e sfalcio)
• Poliennale (<10 anni) Prati
• Annuali Erbai

Periodo di impianto

• erbai autunno - vernini (specie microterme) a semina


autunnale (avena, trifoglio, segale, loietto, veccia);
• erbai primaverili - estivi (specie macroteme) semina in
aprile - maggio – giugno, raccolta in estate (sorgo, mais,
barbabietola)
Tipi di colture foraggere
(i.e. coltivazioni il cui prodotto principale è destinato
all’alimentazione animale)

Numero di specie

• erbai o prati monofiti se composti da una specie


vegetale prevalente
• erbai o prati oligofiti costituiti da 2 a 4 s pecie vegetali
• erbai o prati polifiti composti da più di 4 specie vegetali

Specie

• graminacee, leguminose, crucifere, chenopodiacee,


umbellifere, miscugli

Utilizzo

• Uso diretto (pascolo)


• Foraggiamento verde (cut and carry)
• Conservazione (fieno, insilato)
Evoluzione delle produzioni animali e Foraggicoltura

Estensivo
Zootecnia e foraggicoltura in Italia

- Pascolo permanente
(ovini in Sardegna)
- Pascolo estivo + prato
(aree montane)
- Prato avvicendato (prato che rientra nelle rotazioni)
(medicai in Emilia Romagna)
- Prato più erbaio
(Italia centrale)
- Erbaio e concentrati
(Zootecnia intensiva di pianura)
- Erbai intercalari + sottoprodotti
(Agricoltura intensiva)
- Senza terra
(attività industriale

Intensivo
Evoluzione delle produzioni animali e Foraggicoltura
Inizialmente, l’alimentazione animali era basata
sul pascolo che rappresenta ancora la forma Estensivo
alimentare animale prevalente a livello
mondiale (circa 3 miliardi di ha)

Evoluzione
- Raccolta di foraggi per fronteggiare i periodi
di penuria
- Necessità di conservazione
- Miglioramento dei pascoli
- Foraggicoltura

Foraggicoltura intensiva
- Erbai al posto dei prati
- Insilati al posto dei fieni
- Concentrati al posto dei foraggi

Intensivo
Un foraggio di buona qualità
deve:
• 1. garantire la salute degli animali
(evitare dismetabolie, tossicosi)

• consentire prodotti di qualità


(evitare contaminazioni ad es micotossine,
clostridi)

• sostenere adeguati livelli di


produzione

• garantire l’economicità della


razione
Garantire la salute degli animali

Il complesso dei Tutte le razioni


I ruminanti si prestomaci per per ruminanti
sono evoluti per funzionare bene DEVONO
mangiare erba. ha bisogno di contenere
Foraggi foraggio

Almeno il 60%
della razione
Sostenere adeguati livelli
produttivi

I foraggi
Solo foraggi Foraggi di
DEVONO Alti livelli
di qualità qualità sono
essere produttivi
hanno un necessari a
presenti richiedono
adeguato sostenere
nella dieta elevate
contenuto elevati
(60% per quantità di
in energia livelli
bovine da energia.
(UFL) produttivi
latte)

La bassa qualità dei foraggi di non può essere


facilmente «corretta»

Un foraggio di buona qualità è la base per una


corretta formulazione della dieta.
Consentire produzioni di qualità

• L’alimentazione, e in
particolare la componente
foraggera della razione,
rappresenta il legame tra un Feed
prodotto tipico (DOP, IGP) e il Feed
territorio di produzione

• Secondo il Regolamento per la Feed


produzione della Mozzarella di
Bufala Campana il 70% della
SS dei foraggi o il 40% della
SS della razione delle bufale in
lattazione deve provenire dal
comprensorio di produzione Food
Fattori che influenzano le
caratteristiche chimiche e nutritive di
un foraggio
Tipo e Numero di Stadio Tecniche di
Specie vegetativo Conservazione
allo sfalcio

Caratteristiche Caratteristiche
del terreno chimiche e nutritive Concimazioni

Stagione Condizioni
meteo
SPECIE (O MISCUGLIO)
•Scelta effettuata al momento della semina.

•Le differenze più marcate esistono fra leguminose e


graminacee
•All’interno della stessa famiglia (graminacee e
leguminose) ci sono differenze nella composizione
chimica e nelle caratteristiche morfologiche
-tra le specie (loietto, sorgo, festuca)
-- tra varietà della stessa specie (es loietto diploide ha steli più sottili e un
minor contenuto proteico rispetto al loietto tetraploide)

--- tra modalità di coltura della stessa varietà


clima, terreno, semina, concimazioni, modalità di raccolta
SPECIE
•Nell’Italia meridionale il fabbisogno foraggero è
soddisfatto in maniera prevalente dagli erbai.
Prevalenza dei - monofiti sui polifiti
- autunno primaverili sugli estivi.
Le Graminacee
- Elevata produttività
- Il foraggio è povero in Protidi Grezzi, con basso
valore biologico proteine (manca lisina e triptofano),e
piuttosto ricco di fibra.
• Le piante sono erette, con buona resistenza
all’allettamento e, quindi, adatte per erbai in
coltura pura facilmente meccanizzabili oppure come
componenti dei miscugli a sostegno delle
leguminose.
• Con il procedere della maturazione lo stelo diviene
progressivamente più duro. Necessità di raccolte
tempestive per evitare scadimento della qualità del
foraggio.
Utilizzazione foraggera
Specie Nome scientifico Utilizzo

Mais Zea mais Fresco, insilato,

Loiessa, loietto Lolium multiflorum, Fresco, fieno, insilato


L. perenne
Avena Avena sativa Fresco, fieno, insilato

Orzo Hordeum vulgare Fresco, insilato

Triticale Triticum x Secale Fresco, fieno, insilato

Sorgo Sorghum volgare Fresco, fieno, insilato

Erba mazzolina Dactylis glomerata Fresco, fieno, insilato

Fleolo Phleum pratense Fresco, fieno .insilato

Festuca Festuca arundinacea Fresco, fieno, insilato


Le Graminacee

Loietto, Loiessa
Le Graminacee

Mais Sorgo
Le Graminacee

Orzo Festuca pratensis


Le Graminacee

Veccia e avena

Avena
Le Leguminose
•Le leguminose forniscono un foraggio qualitativamente
più pregiato perché più ricco di PG, di sali minerali e di
vitamine di quello delle graminacee.
•La loro capacità produttiva è più scarsa e, ad
eccezione di alcune specie (erba medica, trifogli, fava, soia)
non sono autoportanti e necessitano di un tutore.
Pertanto vengono utilizzate in consociazione con le
graminacee per la costituzione di erbai misti.
•Devono essere raccolte precocemente perché dopo la
fioritura lo stelo lignifica con rapidità e molte foglie basali
ingialliscono e cadono.
Le Leguminose
Pianta Nome scientifico Utilizzo

Erba Medica Medicago Sativa Fieno, insilato,

Trifogli spp. (bianco, Trifolium spp. Fresco, fieno, insilato


alessandrino,
squarroso, pratense,
ecc.)
Lupinella Onobrychis vicaefolia Fresco, fieno, insilato

Sulla Hedysarum coonarium Fresco, fieno, insilato

Veccia Vicia sativa Fresco, fieno, insilato

Ginestrino Lotus corniculatus Fresco, fieno, insilato


Le Leguminose

Erba medica
Le Leguminose

Trifoglio repens Trifoglio incarnato


Le Leguminose

Lupinella (Onobricis viciifoglia)


Le Leguminose

Sulla (Hedrysaurum coronarium)


Le Leguminose

Veccia
Influenza dello stadio vegetativo alla raccolta sulla qualità
del foraggio
1. Ciclo vitale
Influenza dello stadio vegetativo alla raccolta
sulla qualità del foraggio 2. Curva di crescita

Curva di crescita di una graminacea


Con l’accrescimento si modificano le caratteristiche
della cellula e della parete cellulare
Cellula giovane
Pectine+ Contenuto
Cellulosa cellulare
Altissima digeribilità

Cellula adulta
Sviluppo
della cellula Pectine+
Cellulosa+ Contenuto
vegetale e Lignina
cellulare
della parete Media digeribilità
cellulare
Cellula vecchia

Cellulosa+ Contenuto
Lignina cellulare
Bassa digeribilità
Influenza dello stadio vegetativo alla
raccolta
Man mano che prosegue lo sviluppo vegetativo della
pianta
Incremento
Scadimento
della sostanza
qualitativo
secca

Diminuzione della
Aumento la taglia digeribilità a causa
delle piante dell’invecchiamento
della cellula vegetale.

La proporzione di
foglie o lembi fogliari
Aumentano gli steli
diminuisce a favore
più poveri in azoto,
dello stelo o
minerali e vitamine, e
dell’insieme stelo e
più ricchi in fibra
guaine con calo del
contenuto in acqua
Evoluzione del rapporto foglie steli nell’erba medica

Quantità
sostanza
+ secca

Qualità del
- foraggio
Influenza dello stadio vegetativo alla raccolta sulla
qualità del foraggio

Quality Yield

Momento della
raccolta Best time to
Compromesso harvest
tra quantità e
qualità

Forage Growth
Fasi fenologiche delle graminacee
La guaina dell'ultima foglia Emissione degli stami e stimmi
("foglia a bandiera") si
presenta rigonfia per la
presenza della spiga ormai
sviluppata

Fasi fenologiche delle leguminose Raccolta

Ve: emergenza
Vc cotiledoni
V1 prime foglie vere
V3 I trifogliatura
R1, Inizio Fioritura
R3 R4 Sviluppo baccelli
R5 R6 formazione semi
R7 R8 maturazione
baccelli

Raccolta
Il momento dello sfalcio è influenzato dalla condizioni
metereologiche

Condizioni metereologiche
sfavorevoli impediscono la
raccolta tempestiva del foraggio

Inoltre Altri fattori che possono condizionare il


Il momento dello sfalcio può variare momento dello sfalcio
(entro certi limiti) in funzione di
- varietà. Ad esempio per i loietti
Disponibilità di
(Lolium multiflorum) diploidi da macchine
affienare si consiglia lo sfalcio in operatrici
piena spigatura. Per i loietti (conto-terzi)
tetraploidi da silo si consiglia lo
sfalcio ad inizio (10% delle piante
con spiga) spigatura
- Caratteristiche del prodotto che si
intende ottenere. Anticipando lo
sfalcio della graminacee a fine fase di Disponibilità di
manodopera
botticella si ottiene un foraggio con
maggior contenuto proteico
Evoluzione con l’età della composizione
morfologica della loiessa e dell’erba medica.
1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo

% della SS totale
100
spighe
80
steli+

Loietto
60 guaine
Al 1° taglio
l’età è 40
residui
espressa in 20 DE
rapporto foglie
all’inizio della
-4 -2 0 2 4 4 6 8 5 7 9
spigatura
Età in settimane
(per il loietto)
o all’inizio 1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo 4° ciclo
% della SS totale

della fioritura 100


per la medica fiori
80

Medica
60 steli
40
residui
20 DB DF
foglie
-5 -3 -1 0 +1 5 7 9 5 7 9 5 7 9
Età in settimane
DE = inizio spigatura; DB = comparsa bottoni fiorali; DF = inizio fioritura
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo dell’erba medica del
tenore in proteina grezza (PG), del valore energetico (UFL) e
dell’ingestione di SS (SSI) del foraggio

Erba medica UFL/kg SS


1,0
90
UFL

0,9 25
80
SS I (g/kg PM)

SSI
20

PG (SS)
0,8
70
PG
15
0,7
60
10

10 20 30 40 50 60
Età (g)
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo dell’erba
medica della quantità di Sostanza Secca, di UFL e di PG
per ettaro

Erba medica
8
PG
7 1000

(kg)/Ha
SS
SS (tonnellate) e UFL

6
5 UFL
800

PG
inizio emissione
4
(migliaia)/Ha

inizio fioritura
bottoni fiorali
3 600
2
400

20 30 40 50 60
Età (g): 50% all’inizio della fioritura
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo del loietto italiano del tenore in
proteina grezza (PG), del valore energetico (UFL), della quantità di Sostanza
secca ingerita nei montoni (SSI in g/kg Peso Metabolico) del foraggio

UFL/kg SS
Loietto italiano

UFL 1,0
90

SSI
SS I (g/kg PM)

0,9
80

0,8
70 20

PG(% SS)
15
PG 0,7
60
10
5
20 30 40 50 60 70 80
Età (g)
Evoluzione nel corso del 1° ciclo vegetativo del loietto italiano
della quantità di sostanza secca, di UFL e di PG per ettaro

SS (tonnellate) e UFL (migliaia)/ha 8 Loietto italiano


SS
7 1000
UFL
6

5 800

PG(kg)/ha
inizio spigatura
4 PG

inizio fioritura
3 600
2

400

20 30 40 50 60 70 80

Età (g): 50% all’inizio della spigatura


Evoluzione, nel corso del primo ciclo di vegetazione della loiessa della
produzione di lembi fogliari, del contenuto in acqua, di sostanza secca
(SS) e di UFL prodotte per ettaro
90 % acqua
30
80

kg acqua x1000/ha
acqua/ha
lembi fogliari (% della SS)

70 100 25
% acqua

60
20

(kg SS o UFL) x 1000/ha


50 90 10
15
40 8
UFL/ha
30 80 6 10
% SS

spigatura
20 4

spigatura
a 10 cm

fioritura
% SS
70 2
spiga

10

50 %
5%

20 30 40 50 60 70
Giorni (= 50 quando il 5% delle piante è in spigatura)
PAULARITà

“Migliorare la qualità dei


foraggi è forse uno dei mezzi
più facili per ridurre i costi di
alimentazione, in quanto
aumentano la digeribilità e la
quantità di alimenti ingeriti”

Sniffen e Robinson
Influenza della qualità del fieno di medica
sulla produzione di latte (kg/d)
(Da Mc.Cullog, 1985, modificato)

QUALITÀ DELLA MEDICA

Mangimeella
razione OTTIMA BUONA MEDIA MEDIOCRE

20% 35.9 31.8 26.8 24.1


37% 36.8 33.2 29.1 25.9
54% 39.1 35.9 31.8 30.0
71% 38.2 35.9 29.1 31.8

Foraggi di ottima qualità permettono di ottenere elevate produzione con


ridotte quantità di concentrato (+costoso)
I diversi Foraggi si differenziano per il contenuto in
sostanza secca*

Foraggi essiccati (fieni)

Foraggi insilati

Foraggi freschi

0 20 40 60 80 100
Sostanza Secca %*

*determinata in stufa a 65 C fino a peso costante


I FORAGGI FRESCHI
•I foraggi freschi, ovvero le piante foraggere somministrate
tal quale (cut in carry) o pascolate, rappresentano la
naturale base alimentare di bovini, ovi-caprini ed equini.
Eventuale
Trinciatura
Taglio Raccolta Carico Scarico
o
Sfibratura

• La loro caratteristica è l’elevato contenuto in acqua e


l’alto valore nutritivo (espresso sul secco).

• Sono solitamente molto appetiti


• Presentano elevata digeribilità
• Possono avere effetti favorevoli sulla produzione lattea, se
impiegati in maniera corretta.
FORAGGI FRESCHI

monofiti

Prati e
oligofiti
pascoli

Foraggi Polifiti
freschi
Avena Orzo,
Monofiti
sorgo, ecc.
Erbai
Avena,
Polifiti
veccia pisello
PROBLEMATICHE
1. lo sfalcio deve avvenire al giusto stadio vegetativo: i
foraggi se falciati troppo giovani possono determinare
turbe intestinali, se troppo maturi risultano poco appetiti,
poco digeribili e rallentano lo svuotamento del rumine,
diminuendo l’ingestione della razione (es, loietto).

2. i foraggi freschi falciati devono essere consumati prima


che inizino a fermentare (in estate non oltre le 24 ore),
con innalzamento della temperatura, perdita di valore
nutritivo, di appetibilità e formazione di sostanze nocive;
I FORAGGI FRESCHI
L’uso dei foraggi freschi negli allevamenti intensivi non
è frequente:

I. la possibilità di causare disordini digestivi per la


ricchezza in azoto fermentescibile (soprattutto le
leguminose e se l’erba è bagnata)
II. L’elevata variabilità nella composizione chimica legata
al diverso stadio vegetativo, che contrasta con
l’esigenza di mantenere il più possibile costante la
composizione della dieta onde evitare possibili turbe
digestive,
III. L’impegno giornaliero di dover sfalciare e portare in
stalla il foraggio.
IV. l’inquinamento pressoché inevitabile della razione con
spore parassiti e contaminanti microbici
PROBLEMATICHE
I. l’alto contenuto in acqua e l'elevata degradabilità
ruminale delle sostanze azotate e glucidiche
debbono essere opportunamente bilanciate al fine di
non interferire con la funzionalità dell'apparato
digerente;

II. Variazioni qualitative (composizione chimica,


digeribilità, valore energetico) continue e sensibili, si
registrano in questo alimento in funzione
dell’avanzare dello stadio vegetativo delle piante:
aumento della sostanza secca, della fibra e della
lignina e la riduzione delle proteine e degli zuccheri;
VANTAGGI
•I foraggi freschi rappresentano la forma di
foraggio più appetibile e a maggior valore
nutritivo.
•La “messa ad erba” delle bovine in primavera
coincide quasi sempre con un aumento produttivo e
con un miglioramento della fertilità e dei
parametri riproduttivi.
•L’alimentazione con foraggi freschi risulta spesso la
più conveniente dal punto di vista nutritivo ed
economico di quella a base di foraggi conservati.
CLA : A. Linoleico coniugato
VANTAGGI – qualità del latte
•l’utilizzo di foraggi freschi può influenzare
(negativamente o positivamente) le qualità
organolettiche di latte e formaggi, modificando odori
e sapori.
•L'introduzione di quantità importanti di foraggio fresco
nell’alimentazione di animali da latte incrementa il
contenuto di CLA, acido vaccenico, vitamine
liposolubili, acidi grassi n-3 (Kelly et al., 1998;
Collomb et al., 2001; Antongiovanni et al., 2002), e
porta il rapporto (n-6/n-3) da 2/1 a 1/1 (Enser et
al., 1998; Antongiovanni et al. 2001; Stene et al. 2002)
VANTAGGI – qualità della carne
•La carne di vitelloni allevati al pascolo presenta
maggio contenuti in CLA e dell'acido vaccenico
(VA), (French et al., 2000; Antongiovanni et al.,
2002; Yang et al., 2002; Labord et al., 2002).
•L'inclusione di foraggio fresco triplica la presenza di
α-tocoferolo (Vit. E) (Yang et al., 2002).
Contenuto in acidi grassi in mozzarella di bufala prodotta senza e con
20 kg di sorgo fresco
Polinsaturi %
Insaturi %
40 3,66
4,00
30 2,20
3,00
30,3
20 2,00
26,5
1,00
10
0,00
0

Indice aterosclerotico CLA%


0,92
% 1,00
3,35
4,00
2,62 0,80
3,00 0,60
0,34
2,00 0,40

1,00 0,20

0,00 0,00
La raccolta dei foraggi verdi.

Problematiche
• Lo sfilacciamento degli steli che oltre a favorire
fermentazioni rapide che riducono l’appetibilità del foraggio,
provoca ritardi nella ricrescita del nuovo taglio.
• L’inquinamento, ovvero la mescolanza di
terra al prodotto: che può verificarsi durante la
falciatura, la raccolta e il carico, provoca una diminuzione
dell’appetibilità del foraggio
Impiego dei foraggi verdi: CONSIDERAZIONI
Impiego dei foraggi freschi: CONSIDERAZIONI
• I foraggi verdi sono di qualità variabile
• Difficile valutazione analitica
• Problemi di costanza di razionamento
• Importante la gestione della modalità di somministrazione
e/o gestione delle aree di pascolo

• di norma (se di media qualità)


• Elevata appetibilità e digeribilità
• Ridotto contenuto di fibra (possibile calo del grasso nel latte)
• Probabile eccesso di azoto degradabile (aumento urea nel latte)
per cui è necessario compensare per fibra e energia (aumento di
fieni e cereali)
• preferibile far precedere all’assunzione fieni secchi
• limitare il quantitativo “per pasto” a 20-30 kg
• limitare il quantitativo giornaliero a 50-60 kg
I FIENI
LA FIENAGIONE
La fienagione rappresenta
il sistema più antico e
diffuso di conservazione
delle piante foraggere con
stelo relativamente sottile.

E’ basata su una serie di operazioni mirate a ridurre,


nel più breve tempo possibile, il contenuto in
acqua dell’erba (80 %) fino a valori tali (15-18%) da
inibire l’attività biologica dell’erba e dei microrganismi
in essa presente
Fieni
E’ un metodo di conservazione per via secca basato
sulla riduzione del contenuto in acqua della biomassa
vegetale mediante esposizione del foraggio all’aria
Fasi della fienagione Materiali affienabili
Taglio La fienagione può essere adottata
per materiali poco umidi o che
ranghinatura
perdono acqua con facilità, in zone e
Andanatura
racogliere in cumuli/filari
momenti dell’anno poco piovosi

Apertura
Specie affienabili
dell’andana
 prati monofiti (leguminose e
Rivoltamento
graminacee) e polifiti; loietto,
del foraggio trifogli da erbai

Andanatura
Specie affinabili con qualche
serale difficoltà

20-15%
 avena+veccia; sorgo sudanense
umidità
Specie non affienabili
Imballaggio mais, sorgo comune, orzo, segale,
pisello, favino, lupino,
tempo di essicamento
Idoneità alla fienagione: -
- resistenza allo sbriciolamento

G
G
G
G
L
L
Modalità di fienagione
Fienagione naturale: l’essiccazione del foraggio è
operata esclusivamente dall’irraggiamento solare

Fienagione in due tempi: l’essiccazione del foraggio


avviene parzialmente sul prato e completata
successivamente artificialmente

Fienagione artificiale o disidratazione: in fienili


dotati di apposite attrezzature per permettere la
ventilazione della massa foraggera con aria calda o a
temperatura ambiente,
L’80% dei foraggi prativi è ancora affienata:

~90%
Fienagione naturale

~10%
Fienagione in due tempi

Fienagione artificiale o
disidratazione:
poco diffusa per motivi climatici
Fattori condizionanti la qualità dei fieni
Le proprietà nutrizionali del fieno sono in funzione
delle caratteristiche del materiale di partenza (foraggio
fresco) in termini di contenuto in sostanze nutritive e
digeribilità.

MOMENTO DELLO SFALCIO

Fattori importanti, specie nella fienagione tradizionale,


- andamento meteorico
- tempestività e l'accuratezza delle operazioni di
sfalcio, di rivoltamento, di raccolta e di conservazione
del fieno.
Il processo «ideale» di fienagione
Il tenore medio di acqua del foraggio verde falciato
Allo sfalcio di mattina inizialmente è del 75÷90% a seconda
Umidità del tipo di foraggio, dello stadio di maturazione e
75-90%
delle condizioni atmosferiche.

Fine I In primavera, con tempo sereno e


giorno asciutto, il grado di umidità raggiunge,
55-65% già alla fine del primo giorno, il 55-
65%.
Il secondo giorno la
Fine II
giorno perdita d’acqua continua
30-40% fino a raggiungere, di sera,
un valore tra il 30 e il 40%.
Durante la notte il fieno riassorbe un Fine III
po’ di umidità e al terzo giorno il giorno
processo di essicazione rallenta fino 20-30%
a che il contenuto in acqua si riduce
al 20-30%.
RACCOLTA
Fine Quarto giorno 20%
85

Contenuto in acqua (%)


80

60%
60
60%
38%
40
2 8%
35 % raccolta
20 25% 20%

0
ore 6 12 18 0 6 12 18 0 6 12 18 0 6 12 18 0
1° giorno 2 ° giorno 3 ° giorno 4 ° giorno

Rappresentazione schematica del processo di essiccazione


durante la fienagione in campo.
Fienagione naturale
La rapidità dell’essiccamento e quindi la durata di
fienagione è funzione:
• Deficit saturazione dell’aria
(temperatura, ventilazione, ore di sole)
• Famiglia Botanica
(grossezza steli, ricopertura cere, rapporto
foglie/steli)
• Umidità del foraggio
• Modalità operative
(dimensioni andana, rivoltamento, tempestività
delle operazioni).
La fienagione naturale
Le principali tappe della fienagione
naturale sono:
1. Sfalcio
2. Movimentazione
3. Raccolta
Fienagione naturale

andana

1. Sfalcio
• Operazione meccanica effettuata con le falciatrici
• Deve essere effettuato al giusto stadio vegetativo, ad
un’altezza che eviti l’inquinamento del foraggio con terra
2. Movimentazione
Per facilitare la perdita di umidità
• apertura dell’andana per aumentare la superficie esposta
all’aria (si effettua qualche ora dopo il taglio)
• Rivoltamento dello strato quando il contenuto di acqua è
sceso al 50-60%,
• restringimento in andana del foraggio a fine giornata per
ridurre il riassorbimento notturno e asciugare il terreno
scoperto su cui rivoltare l’andana.
Operazioni di rivoltamento del foraggio per facilitare l'essicazione
IN SINTESI
Fienagione tradizionale

Permanenza in campo: 3-4 giorni


Umidità finale: circa 15-20%
Scelta epoca di taglio:
Compromesso qualità e produttività
• Leguminose inizio fioritura
• Polifiti e graminacee: spigatura
incipiente o piena
Taglio: Falcialtrici rotative o a lama oscillante
Andamento essiccazione:
• Sfalcio 75-90%;
• 1° giorno 55-65%
• 2°giorno 30-40%
• 3° giorno 20-30%
Operazioni in campo:
•Rivoltamento (2 al giorno)

Condizionamento
Il condizionamento del foraggio consiste nello
schiacciamento dell'erba con speciali macchine dette
condizionatrici. Aumento della velocità di
traspirazione e di evaporazione dell'acqua

meno rischi di
minore durata della esposizione a fattori
permanenza dell'erba ambientali sfavorevoli
in campo (es precipitazioni
atmosferiche);
Effetti Minori interventi di
arieggiamento, Minori perdite
rivoltamento e meccaniche
spandimento
+
+

Schema del funzionamento di una falciacondizionatrice

Le falciacondizionatrici schiacciano il foraggio


in rulli immediatamente dopo lo sfalcio al fine
di favorire una rapida fuoriuscita dei liquidi
vegetativi
Falcia - condizionatrice
Falcia - condizionatrice
PERDITE DI FIENAGIONE
• Perdite di respirazione (processi enzimatici intracellulari a
carico degli zuccheri)
- In campo fin quando il foraggio non raggiunge una percentuale
di SS del 60%
• Perdite meccaniche
- Leguminose > Graminacee
- Funzione della percentuale di SS e del numero e della qualità
delle operazioni in campo
• Perdite di fermentazione e lisciviazione
- Foraggio ammassato umido in campo
- Eventi metereologici sfavorevoli
• Perdite di conservazione
- Fermentazioni batteriche
- Aumento di temperatura
Tutte queste perdite sono inevitabili, specie quelle per
respirazione, ma possono essere in qualche misura
controllate
PERDITE DI FIENAGIONE
Tutte queste perdite sono inevitabili, specie quelle per
respirazione, ma possono essere in qualche misura controllate

Perdite di respirazione (processi enzimatici intracellulari a


carico degli zuccheri)
In campo fin quando il foraggio non raggiunge una
percentuale di SS del 60%
Perdite meccaniche
Leguminose > Graminacee
Funzione della percentuale di SS e del numero e della qualità
delle operazioni in campo

Perdite di fermentazione e lisciviazione


Foraggio ammassato umido in campo
Eventi metereologici sfavorevoli

Perdite di conservazione
Fermentazioni batteriche
Aumento di temperatura
PERDITE PER CAUSE MECCANICHE
•Si verificano durante le operazioni di rivoltamento,
spargimento, ranghinatura e raccolta ed interessano
soprattutto le frazioni fogliari che rappresentano la parte
a più elevato valore nutritivo della pianta.
•Sono maggiori per le leguminose per la delicatezza del
picciolo e a causa della notevole differenza del tempo di
essiccazione delle foglie rispetto allo stelo
•Le perdite sono maggiori quanto più è secco il foraggio e
quanto più è intensa la lavorazione meccanica
•Nella fienagione tradizionale causano una perdita del 5-12
% della SS totale del foraggio e del 5-15 % del valore
energetico
PERDITE PER PIOGGIA
- LISCIVAZIONE
•Le piogge durante la permanenza in campo del
foraggio tagliato possono causare perdite notevoli
soprattutto se l’erba è già in parte essiccata con
perdite di minerali solubili, zuccheri e componenti
azotati.
•La pioggia può anche prolungare l’azione degli enzimi
presenti nelle cellule e favorire l’insediarsi delle
muffe.
•Il primo taglio (maggengo) e gli ultimi tagli autunnali
sono quelli maggiormente esposti al rischio di piogge.
PERDITE PER PIOGGIA
LISCIVAZIONE
Condizioni
PERDITE (%)
climatiche
Sostanza Valore Proteina
secca nutritivo grezza

Favorevoli 5-12 25-30 15-20

Normali 12-18 30-40 30-40

Sfavorevoli 20-40 40-50 50-60


Perdite di conservazione
• Perdite consistenti si possono verificare durante
l'immagazzinamento, dovute principalmente a
fermentazioni batteriche, che sono tanto più elevate
quanto più umido è il foraggio
Reazione di Maillard con imbrunimento del fieno:
• zuccheri + aminoacidi →composti indigeribili

• Quando l'umidità è troppo alta si può arrivare


all'interno della massa foraggera a temperature superiori
ai 70 °C, che possono provocare autocombustione
Rimedio al surriscaldamento: arieggiamento del foraggio.
• Se il fenomeno accade in fienili attrezzati, si ricorrere al
raffreddamento della massa foraggera mediante
ventilazione con aria a temperatura ambiente.
Confezionamento
• Il confezionamento del fieno può avvenire o con i
sistemi tradizionali che formano piccole balle di
ridotte dimensioni con peso unitario compreso fra i
15 e i 50 kg (140-250 kg/m3), o con macchine che
formano balle cilindriche di grosse dimensioni con
pesi unitari compresi fra 250 e 500 kg (110-160
kg/m3).
Raccolta del fieno mediante
raccoglimballatrici:

Balle parallelepipide Rotoballe: carro raccoglitore

B C

A) a
B) C) particolare del
1 2

3 4

Schema operativo, dall’innesco all’espulsione della


balla dalla rotoimballatrice
Fienagione in due tempi
•L'erba falciata viene lasciata appassire in campo fino
a raggiungere un tenore in umidità inferiore al 50%.
•Il foraggio, una volta raccolto sfuso o imballato, viene
posto in fienili attrezzati con appositi sistemi di ventilazione
mediante i quali l'aria, a temperatura ambiente o
riscaldata, viene fatta passare attraverso la massa
foraggera fino a ridurne l'umidità al di sotto del 20%
•Riduzione delle perdite di fienagione (specie quelle
meccaniche)
•Questo sistema permette l'essiccazione dell'erba anche in
quelle zone, come le aree di montagna, caratterizzate da
sfavorevoli andamenti climatici nel periodo di raccolta.
•Diffusione: appennino centrale (area Parmigiano reggiano),
Trentino
Fienagione
in due tempi
Fienagione in due tempi
In sintesi
• Permanenza in campo: 1 -2
• Sistema di taglio: falciatrici e condizionatrici
• Umidità alla raccolta: circa 50%
• Essicazione in azienda: impianto di ventilazione con
aria a T ambiente (circa 1 mc di aria per 1 g di
acqua) o calda (circa 1 mc di aria per 2.9 g di
acqua)
Vantaggi
- minor tempo in campo
- minori perdite meccaniche
- migliori qualità del fieno
Produzione/ha di erba medica con i due sistemi di fienagione
Fienagione

naturale in due tempi


Produzione erba SS 13

Valore energetico (UFL/kg SS) 0,84


Valore protetico (PD g/kg SS) 170
Perdite medie
Perdite SS 25 12
Perdite UFL 20 10
Perdite PG 18 10
FIENO

Valore energetico (UFL/kg SS) 0,67 0,75


Valore protetico (PD g/kg SS) 140 153
Produzione fieno (T SS/Ha) 9,75 11,4
UFL/ha 6.530 8.580
PD/ha 1.365 1.750
DISIDRATAZIONE
Sistemi industriali che consentono di produrre
alimenti con elevati contenuti in proteine, elementi
minerali e vitamine.
I foraggi che si prestano meglio alla disidratazione
sono quelli giovani, ricchi di foglie e per i quali si
possa disporre di un'elevata e costante produzione,
come nel caso dell'erba medica.
Impiego dei fieni: CONSIDERAZIONI
• I fieni sono di qualità variabile
• Difficile valutazione analitica
• Problemi di costanza di razionamento
• Importante la gestione delle scorte e dei magazzini
• Essenziale la valutazione sensoriale

•Se di qualità medio-scarsa


• Ridotta ingestione
• Probabile carenza azoto degradabile (rallentata crescita
batterica)
• necessario compensare per azoto ed energia
• aumento livello concentrati
• ridotta degradabilità fibra

• Se di buona qualità:
• elevate quantità di proteine e di azoto solubile
• buona disponibilità di fibra digeribile
• aumento ingestione ed elevata velocità di transito
• Attenzione alla fibra effettiva (pH ruminale)
Foraggi insilati
Insilato: prodotto che si ottiene dalla
fermentazione controllata di foraggi ad
alto contenuto in acqua

E’ un sistema di
conservazione molto
antico.
La prima testimonianza
risale al 1.000-1.500
a.C., in Egitto.
Foraggi insilati
Insilando i foraggi si instaurano all’interno della biomassa
vegetale processi fermentativo anaerobici, finalizzati alla
creazione di un ambiente acido avverso alla proliferazione
di microrganismi degenerativi della massa organica.

I metodi di conservazione per via


umida basati su fermentazione e
acidificazioni sono ampiamenti
diffusi in alimentazione umana
(yogurt kefir crauti ecc)

Fermentazione via del metabolismo energetico che


avviene in assenza di ossigeno
Foraggi insilati
L'insilamento consiste nel sigillare il foraggio in particolari
strutture, detti sili, o in film plastici per creare condizioni
di acidità che costituiscono il presupposto per la
conservazione del foraggio.
Con l'insilamento i foraggi subiscono una serie di
fermentazioni che, in senso figurato, si possono definire
come una “lotta” tra i microrganismi buoni e cattivi,
intendendo come tali i responsabili di una buona o cattiva
conservazione del foraggio.
Insilamento versus fienagione.
Vantaggi
- Conservazione di foraggi non affienabili, - MAIS;
- Minore impiego di manodopera in quanto le operazioni
sono integralmente meccanizzate
- Parziale indipendenza dalle condizioni atmosferiche
che permette:
• Taglio del foraggio al momento ottimale
• una più rapida liberazione dei terreni e una scelta più
vasta nella rotazione delle colture
- Limitazione delle perdite di raccolta;

aumento delle disponibilità foraggere Migliore qualità del foraggio

aumento del carico di animale/ha


L’insilamento garantisce le migliori
produzioni di foraggio kg/ha

erba 4.480
insilato di prato 5.120
fieno 3.360
silomais 14.000
Insilamento versus fienagione.
Svantaggi (pochi)
- Necessità di macchine e di strutture dedicate (possibilità
per le macchine di ricorrere al conto-terzi)
- Maggior possibilità di contaminazione del latte con spore
clostridiche. Contaminazioni da clostridi sono comunque possibili
anche con fieno (vedi slide successiva). Necessaria igiene di stalla

- pH acido: 3.5 - 4.5


(utilizzo tamponi ruminali)

pH ruminale
ottimale per
animali in
lattazione
6.2 -6.8
Processo di Insilamento
Dura circa due settimane e presenta due fasi principali:
• fase respiratoria o aerobica;
• fase di fermentazione, anaerobica, che viene
operata sia dagli enzimi citoplasmatici che dai ceppi
batterici presenti nel foraggio. La fase anaerobica può
essere suddivisa in tre sottofasi (fase lag, fase di fermentazione vera e
propria e fase stabile)

Tempo (d)

0 1 2 14

Lag Fermentazione Fase stabile

Fase aerobica Fase aerobica


Processo di Insilamento
Cosa cambia durante il processo di insilamento
- La concentrazione di OSSIGENO
- Il pH
- La microflora batterica (lattobacilli)
- La Temperatura

Temperatura

Temperatura
Respirazione -Aerobic phase
pH

Quando il foraggio viene introdotto nel silo "respira" T

consumando l'ossigeno presente all'interno della


massa.

E’ una lenta combustione che avviene a spese


degli zuccheri, con formazione di anidride carbonica
e di acqua e con emissione di calore.

Più è elevata la quantità di aria contenuta nella massa,


tanto maggiore è la quantità di zuccheri che vengono
trasformati, tanto più la massa si riscalda.

La respirazione è un processo dannoso che deve


essere limitato al minimo riducendo la quantità di
aria all'interno del silo e limitando gli scambi gassosi con
l'ambiente esterno.
In questa fase il pH rimane stabile ~7
La temperatura si innalza
Fermentazione
Processo dovuto all'attività dei batteri lattici e
dei colibatteri. 4. Quando il pH della massa insilata si abbassa
1. Quando l’O2 si è fino a 3.5, quasi tutti i processi nocivi dovuti ad
consumato e in altri batteri si arrestano e, superato questo
presenza di una limite, viene inibita la stessa fermentazione
sufficiente quantità lattica e l'insilato diventa stabile.
di zuccheri, inizia lo T
sviluppo dei batteri
lattici: La
produzione di 3. In pH si abbassa
acido lattico rapidamente
raggiunge, già nei
primi tre giorni,
almeno il 75% della
produzione totale di
acidi.

2. Nelle stesse condizioni si svolge la fermentazione acetica da parte


dei colibatteri producendo, in tempi ancora minori, la concentrazione
massima di 0,4-0,7% di acido acetico.
Fase stabile
Il valore limite 3,5 inibisce lo sviluppo dei clostridi e
garantisce la buona conservazione dell'insilato.

T
pH
Acidità dell’insilato e sensibilità dei batteri
6.0

5.0
Coliformi

Streptococchi
Leuconostoc

Clostridi

4.0
Pediococchi
3.5
Lattobacilli

Tempo
Dopo il consumo dell’ossigeno e in presenza di una sufficiente quantità di Se il pH non si
sostanze zuccherine, la produzione di acido lattico raggiunge, già nei
primi tre giorni, per lo meno il 75% della produzione totale. Quando abbassa
l’acido lattico determina un pH di 3,5 nella massa insilata, quasi tutti i sufficientemen
processi nocivi dovuti ai batteri vengono arrestati e, superato questo te si può avere
limite, viene inibita la stessa fermentazione lattica e l’insilato diventa
stabile. sviluppo di
clostridi
Se l'acidificazione dell'insilato è
avvenuta correttamente, i
contenuti in acido butirrico e
in ammoniaca (NH3), indici
dell'attività clostridica e della
degradazione delle proteine,
sono bassi.
Processi chimico-biologici
dell’insilamento
RESPIRAZIONE
Rapido consumo di O2 presente nella massa di foraggio
Ossidazione dei CHO solubili
Fase influenzata da: compressione del foraggio, chiusura
del silo, temperatura, pH, stadio vegetativo
FENOMENI AUTOLITICI
Processi enzimatici che si svolgono nelle cellule vegetali a
carico di CHO e proteine
Quando l’O2 si esaurisce si produce alcool, acetaldeide,
ac. piruvico, ac. lattico
FERMENTAZIONI BATTERICHE
•Acidofili (pH<4.5),
•butirrici (pH 5.0-5.5),
•putrefattivi (pH 5-7)
Microrganismi

Batteri lattici
coinvolti nel
processo di
insilamento

Colibatteri

Clostridi

Muffe e lieviti
Batteri lattici
Gruppo più importante
- Si sviluppano nei primi tre giorni di conservazione, in
condizioni di anaerobiosi, a T comprese tra i 20 e i 30 °C
(fermentazione fredda).
- Attaccano gli zuccheri (glucosio, fruttosio, pentosani)
trasformandoli in gran parte in acido lattico, la cui
presenza nell'insilato in quantità sufficiente è
indispensabile per la conservazione del foraggio.
L'acido lattico ha un elevato potere acidificante e
quindi la sua produzione crea un abbassamento del pH
dell'insilato fino a livelli tali da inibire lo sviluppo dei
microrganismi dannosi.
•Se la fermentazione lattica si svolge regolarmente si
«sterilizza» il foraggio e, in assenza di aria, se ne
consente una conservazione pressoché illimitata
Fase stabile
L’umidità del foraggio rappresenta un limite per l’abbassamento
del pH (aumento della respirazione, riduzione delle quantità di
zuccheri disponibili per i lattici).

pH H 2O

Insilando un foraggio con un più basso contenuto in acqua, si


limita la proliferazione dei batteri (utili e dannosi) e una buona
conservazione si può conseguire anche a pH ~ 4,5
(preappassimento in campo fieno-silo).
Acido lattico come vino malolatticca

•Condizioni lo sviluppo dei batteri lattici:


- presenza, nel foraggio, di zuccheri semplici
(fermentescibili) (6 - 7% s.s.).
- Riduzione rapida dell’aria dalla massa insilata per
bloccare l'attività respiratoria delle piante, che, come già
visto, consumano proprio gli zuccheri.

•La respirazione, inoltre, induce anche un aumento della


temperatura, che se non bloccato in tempo può arrivare a
livelli tali da rendere difficoltoso lo sviluppo dei batteri
lattici.
Batteri lattici
Un buon silomais deve contenere
• 1,5 - 2% sul tal quale di acido lattico
(5 - 8% SS) pH 3,8 - 4,2.
Colibatteri
•I colibatteri si sviluppano rapidamente nell'insilato
all'inizio del processo fermentativo, trovando un
ambiente ottimale nel foraggio umido, con pH vicino alla
neutralità e nella presenza di aria.
•Dalla loro azione originano:
• anidride carbonica
• acido acetico
•Per produrre queste sostanze, i batteri consumando
parte degli zuccheri necessari allo sviluppo dei batteri
lattici provocando perdite considerevoli di sostanza
organica.
Colibatteri
I colibatteri prolificano quando:
 i foraggi sono insilati con un alto contenuto di acqua;
 non c’è un'adeguata compressione e copertura della
massa foraggera che riduce la presenza di area nella
massa di foraggio.
L'azione di questi batteri è considerata inevitabile, in
quanto è impossibile eliminare completamente l'aria dalla
massa insilata.
Se l’insilamento è ben condotto, l'attività dei colibatteri è in
genere di breve durata e di limitata importanza, essa
viene frenata dal rialzo della temperatura e soprattutto
dall'abbassamento del pH .
Clostridi
•Questi batteri sono gli agenti principali delle
fermentazioni dannose che possono procurare perdite di
valore nutritivo dell'insilato superiori al 60 - 70%.
Due gruppi:
• - clostridi saccarolitici o butirrici, che fermentano gli
zuccheri e gli acidi organici trasformandoli in acido
butirrico ed acetico, ma possono fermentare l'acido lattico
presente nell'insilato e attaccare le stesse proteine;
• -clostridi proteolitici o putrefattivi, che attaccano
principalmente le proteine che vengono degradate ad
ammoniaca e ammine.
•I clostridi butirrici si sviluppano in due-tre
settimane; sono acido-sensibili e pertanto riducono
la loro attività quando il pH è inferiore a 4,5 e
muoiono a pH 4,2.
Pahlow et al., 2003
Ciclo aziendale dei clostridi
I clostridi si trovano normalmente nel
terreno e possono contaminare i foraggi,
in particolare gli insilati (freccia blu).
Una volta ingeriti dagli animali con i
foraggi, i clostridi non vengono
degradati ma si moltiplicano per poi
essere espulsi con le feci. Le deiezioni
e insilati mal conservati rappresentano i
principali veicoli di contaminazione del
latte. A loro volta, le deiezioni utilizzate
per la concimazione organica aumentano
il carico di clostridi nel terreno e quindi
nel foraggio.

Latte contaminato da spore clostridiche

Formaggi con
gonfiore
tardivo

Il disciplinare di produzione di alcuni formaggi (Parmigiano reggiano, Trentigrana) vieta l’utilizzo di foraggi
insilati per ridurre la contaminazione clostidica dell atte
Muffe e lieviti
•Anche questi microrganismi anaerobi facoltativi sono
dannosi per la conservazione dei foraggi. La loro presenza
nell'insilato è un segno sicuro dell'avvenuta immissione
di aria.
•Essendo insensibili agli acidi, possono deteriorare anche
buoni insilati.
•Sono spesso la causa di fermentazioni secondarie negli
insilati di mais e in quelli d'erba appassiti, ove si riscontra
molte volte post-fermentazione dopo l'apertura del
silo.
•In questo caso, soprattutto i lieviti si sviluppano in
conseguenza della presenza di aria e di residui di
carboidrati non consumati dai batteri, con produzione di
etanolo e con ingenti perdite di sostanza secca.
Condizioni ambientali richiesti dai microrganismi nell’insilato

Temperatura (°C) pH
Aria
20 30 40 50 60 3 4 5 6 7

1
Batteri lattici ( ) --
2
Colibatteri ( ) + -
3
Batteri butirrici ( )
-- - -
Batteri proteolitici ( ) 3
+- + -

Batteri putrefacenti + +
Lieviti e muffe + +

( 1) Si sviluppano nei primi 3 giorni preferendo i 20 ÷ 30 °C (batteri a fermen-


tazione fredda). Per un loro buon sviluppo occorrono 6 ÷ 7% di zuccheri
fermentescibili e l’eliminazione rapida dell’aria dalla massa (per bloccare la
respirazione delle piante).
2
( ) Producono CO 2 e acido acetico, consumando zuccheri necessari per i lattici,
provocando perdite di S.O., in specie se i foraggi sono ricchi e non sono stati
opportunamente compressi.

( 3) Fanno parte del gruppo dei “clostridi” che si distinguono in: ( a ) “butirrici”
( Clostridium butyricum ) che fermentano gli zuccheri e gli ac. organici (ac.
lattico); ( b ) proteolitici (Clostridium sporogenes) che attacano le proteine con
produzione di NH 3 , CO 2 e ac. organici (acetico, propionico, isobutirrico e
Fermentaz. Andamento Microrganismi Substrato Metaboliti

Inizia con la
Aerobater, Pentosani, Acetico
Acetica respirazione;
Streptococcus cellulosa (CO2)
durata 2-3 d

Inizio graduale
(↓O2,↑acidità); Zuccheri, Lattico
Lattica durata 15-20d, Lactobacillus CHO (acetico ed
termina a pH solubili etanolo)
4.2-3.8
Zuccheri,
Dopo 2-3 Clostridium Butirrico,
Butirrica ac.organici
settimane butyricum (CO2 )
ac. lattico
pH > 4.5 (5.3- Clostridium AA, amine,
Proteolitica Proteine
5.5) sporogenes NH3
Fermentazioni dannose
•In presenza di uno scarso contenuto di zuccheri e/o di un
eccesso di aria, che incentiva l'attività respiratoria della
pianta e quindi l'innalzamento termico della massa insilata,
si può manifestare un eccesso di acido acetico e una
scarsa produzione di acido lattico, con una
conseguente limitata riduzione del pH.
•Non sono inibiti i clostridi butirrici che nel giro di due-tre
settimane, iniziano a proliferare utilizzando gli zuccheri
rimasti e l'acido lattico.
•Successivamente si innescano le attività dei batteri
proteolitici, che rapidamente degradano le proteine.

meno
acido lattico più
Acido acetico, Acido butirrico,
Azoto ammoniacale
Acidificazione e degradazione delle proteine durante i processi fermentativi nell'insilato
(in % del valore massimo).
Durata delle fermentazioni Conte-
(giorni) nuto
medio
(% t.q.)
1 2 3 10 30 60 180

Acido lattico
-fermentazione buona 50 70 80 95 100 100 100 3,0
-fermentazione cattiva 50 70 80 95 80 60 35 1,0

Acido acetico
-fermentazione buona 35 45 45 50 50 50 50 0,6
-fermentazione cattiva 35 45 45 50 80 90 100 1,2

Acido butirrico
-fermentazione buona 0 0 0 0 0 0 0 0,0
-fermentazione cattiva 0 0 0 0 10 30 100 2,0

Degradazione delle proteine


-fermentazione buona 0 2 4 7 9 12 15 5,0*
-fermentazione cattiva 0 30 40 50 60 70 100 30,0*

(*) Azoto ammoniacale in % dell'azoto totale


Perdite di insilamento
Perdite di campo
- Perdite di raccolta
- Perdite di percolazione Dovute alla fuoriuscita di liquidi
(contenenti varie sostanze nutritive) dal foraggio fresco
dopo il caricamento del silo. Queste perdite si verificano
in genere durante le prime otto settimane dall'insilamento
e iniziano e terminano tanto più velocemente quanto
maggiore è il contenuto in acqua. Quando il contenuto in
acqua dell'erba è inferiore al 50% la quantità di
liquido di percolazione è irrilevante.

Perdite di fermentazione
PERDITE: SS Accorgimenti
Pre-appassimento,evitare
PERCOLAZIONE 0-14% elevata umidità,altezza
eccessiva dellamassa
Evitare la presenza di O2,
RESPIRAZIONE e
5-8% compressione,
FERMENTAZIONE
evitare elevata umidità
FERMENTAZIONE
5% Compressione, elevata SS
CLOSTRIDICA
Superficie (“cappello”) zone
POSTFERMENTAZIONE 10%
laterali
TOTALI 5-20%
Impiego dei insilati: CONSIDERAZIONI
• Sono di qualità costante (di solito.. nella stessa trincea)
• Facile valutazione analitica (attenti al metodo di
campionamento)
• Importante la gestione dei cumuli e delle trincee
• Essenziale la valutazione sensoriale
• fibra già trinciata (valutazione alla bocca
dell’animale)
•Se di qualità medio-scarsa
• Ridotta ingestione
• Probabile eccesso azoto degradabile (N –NH3/Ntot.
< 10%)
• Instabilità specie con pioggia e caldo
• rischi per gli animali
• rischi contaminazione del latte da spore
• Se di buona qualità:
• elevate quantità di nutrienti
• buona disponibilità di NFC “rapidi” (pH ruminale)
• aumento ingestione ed elevata velocità di transito
• preferibile associazione con graminacee
• non ci sono particolari limitazioni d’uso
Tipi di Silos

- verticali
- orizzontali
1. Sili verticali o a torre
•sviluppo massimo in altezza
•Piccoli, medi e grandi, in
cemento, in acciaio ed in
materiale plastico,
•MINIMI scambi gassosi con
l'esterno e, quindi, minime
perdite di superficie
•Compressione avviene
naturalmente per azione del
peso stesso del foraggio.
•Il carico del silo viene eseguito
a mezzo di apposite macchine
insilatrici provviste di ventola
per il lancio del foraggio entro
un tubo di lamiera fino alla
sommità del silo da dove cade
liberamente nell'interno
•Il silo a torre è molto oneroso,
sia come spesa iniziale, sia
come costo di manutenzione e
di carico e scarico del foraggio.
•I sili moderni sono provvisti in
genere di apposite desilatrici per
lo scarico meccanico o dalla
sommità o dalla base del silo.
•In quest'ultimo caso il silo
prende il nome di "ciclatore"
per indicare la possibilità di
carico e scarico continuo e cioè
la possibilità di immettere
sempre nuovo foraggio dall'alto
man mano che si scarica dal
basso.
Sili a torre e ciclatori

Vantaggi Inconvenienti
•Investimenti molto
Minore richiesta di
elevati
manodopera
•Problemi meccanici
Ottima conservazione
nei ciclatori
2. Sili orizzontali
Sili che presentano la massima dimensione
disposta su un piano orizzontale.
- sili a fossa (posti in gran parte o del tutto
sotto terra)
- sili a trincea
- sili a platea (posti sopra la superficie del
terreno).
A fossa
Silos a Trincea
Silos a trincea

Il silos a trincea è di solito costruito da due pareti laterali


e da una parete di fondo. In alcuni casi si riduce alle sole
pareti laterali per consentire il carico e lo scarico da
entrambe le testate; in tal modo è possibile continuare il
prelievo giornaliero da un lato e insilare
contemporaneamente il prodotto fresco dall’altro
SILI A TRINCEA
Sono i sili più diffusi nelle aziende medio-grandi
Un silo correttamente dimensionato deve rispondere a
determinati requisiti in altezza larghezza e lunghezza
in modo tale da:
 Rispondere alle possibilità foraggere dell’azienda
 Ridurre al massimo la superficie esterna
 Permettere un rapido caricamento e una facile
compressione
 Consentire un appropriato rinnovo del fronte del
taglio
SILI A TRINCEA
•La lunghezza del silo non pone molti problemi si
consiglia, in genere di non superare i 50-60m.
•L’altezza delle pareti influenza il rapporto tra superficie
esposta e volume di prodotto e deve essere contenuta
entro limiti definiti per non aumentare i costi del silo. Le
pareti dovrebbero avere una lieve pendenza verso l’esterno
•La larghezza deve facilitare le operazioni di carico e
compressione e consentire il rinnovo del fronte del taglio.
•Il pavimento in calcestruzzo dovrebbe avere una pendenza
del 2% verso l’apertura del silo che assicuri lo sgrondo
delle acque di pioggia e di percolazione
Silos a trincea

Vantaggi Inconvenienti

• Sono economici e • E’ difficile costipare bene


affidabili il foraggio
• Sono molto pratici nella • E’ necessario fare molta
fase di riempimento attenzione in fase di
copertura
SILI A PLATEA
•Sono i sili più semplici ed economici da realizzare in
quanto sono semplici cumuli di foraggio compattato
ricoperti da fogli di polietilene.
•Rispetto alla trincea richiedono una superficie almeno
doppia per uguali quantità di prodotto a causa della
minore altezza e minore densità.
•L’altezza del cumulo dovrebbe aggirarsi intorno a 1.5-2
m, mentre la lunghezza e la larghezza vengono
determinate dal telone di sottofondo che, su tutti i lati
dovrebbe sporgere per lo meno di mezzo metro dal
cumulo.
•I fianchi del cumulo non dovranno avere molta pendenza
(fino a 25-30°) per potere essere ricoperti sopra al telo di
uno strato di terra di appesantimento.
Silo a platea con rivestimento in PVC saldamente
trattenuto da vecchi pneumatici

Appena ultimati i lavori di caricamento del silos


occorre coprire il cumulo di foraggio con teli di
plastica. Per tenere il telo ben aderente alla massa
insilata si ricopre il silos con sacchetti di sabbia,
vecchi copertoni o altro materiale pesante
Silo a platea
Silo a platea
Insilamento in rotoballe (fieni-silo)
L’insilamento si realizza in rotoballe di erba appassita con
l’utilizzo di una pellicola di polietilene di elevata elasticità,
alta resistenza alla tensione e alla radiazione ultraviolette.
Il film si sovrappone per assicurare la compressione e la
tenuta d’aria più completa.
Insilamento in rotoballe (fieni-silo)
VANTAGGI:
L’erba è compressa al momento della raccolta con minima
aereazione e ridotte perdite
Ogni rotoballa costituisce una unità indipendente
Il lavoro può essere parcellizzato e ridotto
Utilizza i macchinari della fienagione
Possibilità di immagazzinare il prodotto in luoghi disparati
Insilamento delle rotoballe
GLI SVANTAGGI:
•Possibili danneggiamenti alla plastica
•Piccola dimensione dei sili
•Mancanza di trinciatura
•Movimentazione con appositi sollevatori o pinzatrici
• Problema del recupero e del riciclaggio dei film
plastici usati (vietata la dispersione nell’ambiente).
Insilamento delle rotoballe
Importante per la riuscita delle rotoballe fasciate è il
preappassimento:
•Si diminuisce il peso della rotoballa
•Si evitano perdite di percolazione
•Si favorisce la conservazione dell’insilato.
•Per erba medica, dactylis, trifoglio e festuca 50-55% SS
•Per loiessa 45-50% SS

Influenza delle Condizioni atmosferiche


Tubolari orizzontali (silobags)
Tubi in materiale plastico (PE a bassa densità) di grandi
dimensioni (L fino a 100 m, diametro 2-3 m), per:
– trinciato integrale di mais od orzo
– loietto preappassito (40 % SS)
– farina umida di spighe di mais
– granella umida di orzo
– polpe di barbabietola, trebbie di birreria
Metodi e Tecniche
di Insilamento
Elementi chiave per la qualità
dell’insilato
Contenuto in zuccheri e in proteine
Dipendono dalla specie e dall’umidità alla raccolta.
Rapporto ottimale zuccheri/proteine ~ 2;
Valori inferiori (fino a 0.8) richiedono l’uso di additivi o un contenuto in
SS maggiore del 20-30%

Contenuto di sostanza secca


non sono insilabili foraggi con meno del 18-20% di SS (basso contenuto
in zuccheri).
Valori ottimali
- Trincea: 30-35% (graminacee)
- Leguminose 40% circa
- Silo-balle: 50% circa
Valori più alti comportano l’insilamento di foraggio difficilmente
costipabile, con eccesso di aria al suo interno
Elementi chiave per la qualità
dell’insilato
Potere tampone
funzione della presenza di sali e acidi organici (elevato potere
tampone del foraggio rallenta l’abbassamento del pH)
Presenza di microrganismi

Assenza di terra Spore clostridiche

Ambiente anaerobico
Importanza della compressione e nel caso del silomail della
trinciatura

Mancato sviluppo dei clostridi

Eventuale aggiunta di acidificanti o conservanti


Specie foraggere
 Difficilmente insilabili
– erba medica (troppe proteine e sali di Ca)

 Insilabili, ma adottando particolari precauzioni


Trifoglio, trifoglio+graminacee, erba di prato polifita, erba
mazzolina, loiessa

 Facilmente insilabili
cereali a maturazione cerosa, residui di barbabietola, polpe
di barbabietola, trebbie di birreria, ecc

NB: l'insilamento è facile quando non è necessario utilizzare additivi o


conservanti
EPOCA DI TAGLIO

Il momento ottimale per il taglio si ha quando il contenuto


in sostanze nutritive della pianta, la produzione per ettaro e
le condizioni per l'insilamento (umidità, contenuto in
zuccheri fermentescibili ecc.) si trovano nel rapporto più
favorevole;
-Prati polifiti, spigatura incipiente (10 %);
-Prati di leguminose, inizio della fioritura;
-Cereali autunno - vernini, alla maturazione latteo-
cerosa della granella;
- Mais intero alla maturazione cerosa della granella
MAIS
Maturazione cerosa (30-35 % di sostanza secca).
Concentrazione degli zuccheri semplici non dovrebbe scendere al
di sotto del 6-7 %, pena la compromissione delle fermentazioni
lattiche.
I segnali più indicativi, interpretati con senso critico, sono:
•-parziale ingiallimento delle brattee;
•-essiccazione delle foglie dei due palchi inferiori;
•-le cariossidi non facilmente scalfibili con l’unghia (R4).
APPASSIMENTO
Una parziale essiccazione (1 - 2 giorni di tempo secco , 28 ÷
35% di SS) in campo di foraggi fogliosi (loietto, l’erba di
prato, il trifoglio, l’erba medica ) :
• permette di insilare essenze foraggere difficili
(leguminose);
• contiene le perdite;
• favorisce i lattobacilli rispetto ai clostridi (maggior
contenuto in zuccheri, maggior pressione osmotica);
• aumenta l'appetibilità e, quindi, l'ingestione.

NB Il foraggio preappassito è più difficile da comprimere e, quindi,


bisogna trinciarlo più finemente facendo eccezione per l’Harvestore
(perfettamente ermetico).
APPASSIMENTO
Sostanza secca ottimale per l’insilamento
Dactylis = 35 – 36%
• Loiessa = 23 - 24%
• Festuca = 30 – 35%
• Medica = 30 – 35%
• Trifoglio = 30%
PRE- APPASSIMENTO IN CAMPO

• Minor peso rotoballa


• Minori perdite per percolazione
• Minori perdite di insilamento
• Aumento concentrazione di CHO solubili
• Limitato sviluppo di clostridi
Insilamento delle
leguminose: limiti
•ELEVATO POTERE TAMPONE
•alto contenuto di acidi organici e relativi sali
•(medica = 545 meq/kg ss
•trifoglio = 578 meq/kg ss
•loiessa = 290 meq/kg ss)
•LIMITATO CONTENUTO DI ZUCCHERI SOLUBILI (< 10%
ss)
•ELEVATO CONTENUTO DI PROTEINA
•ELEVATA PRESENZA DI AMIDO INSOLUBILE (polisaccaride
di riserva)
TRINCIATURA
•La trinciatura riveste un'importanza basilare nella riuscita
dell'insilamento (IN VASCA O IN SILOBAGS).

•Più il foraggio viene tagliato corto, meglio si pressa e


minore è la quantità di aria, dannosa alle fermentazioni
favorevoli, che rimane nel silo.

•La lunghezza di trinciatura può variare da 0,5 a 3 cm


a seconda dell'essenza foraggera e del grado di umidità e
deve contemperare le esigenze della compressione con
quelle della produttività del cantiere di raccolta e della
necessità di limitare le perdite di percolazione
Raccogli - trincia – caricatrice
trainata
Macchina sfalcia- trincia- caricatrice per la
raccolta della pianta intera di mais
Trinciato integrale di mais prima
dell’insilamento
Riempimento e compressione
•Per favorire lo sviluppo della fermentazione lattica occorre
allontanare la maggiore quantità possibile di aria dal
foraggio ed impedire che essa vi penetri successivamente.

•Durante le operazioni di riempimento del silos si deve


procedere alla formazione del cumulo con il sistema a strati
inclinati, iniziando da una estremità del silo e avanzando
verso l’altra. Con questo sistema il prodotto trinciato viene
scaricato alla base del cumulo e successivamente
movimentato con una trattrice munita di lama apripista.
Compressione del foraggio

Per la compressione del foraggio


conviene impiegare una trattrice
gommata a 4 ruote motrici, caratterizzata
da una elevata pressione specifica
Bombatura della superfice superiore
del cumulo insilato

La superficie superiore del cumulo deve bombata per


impedire ristagni idrici. Una superficie eccessivamente
bombata rende difficile il movimento dei mezzi impiegati,
e la compressione della massa foraggere e può
determinare smottamenti del fronte del taglio nelle fasi di
desilamento.
Velocità di caricamento del silo:
• il foraggio raccolto e trinciato deve essere
insilato il più rapidamente possibile, in
quanto ogni ritardo comporta un'eccessiva
respirazione del materiale e diminuzione
della sostanza secca dell’insilato.
• Un indizio di un caricamento troppo lento è
dato da strisce brunastre a diverse altezze
nella massa insilata, corrispondenti al
numero di giorni impiegati a riempire il silo.
Influenza della durata delle operazioni di
insilamento sulla qualità dell’insilato
Durata delle Contenuto di SS Perdite in Acido Acido
Punteggio
operazioni al momento SS lattico acetico
Flieg
(giorni) dell’insilamento (%) (% t.q.) (% t.q.)

3 22,3 9,5 2,3 0,8 90

6 26,1 15,8 1,5 1,1 69


Compattamento dell'insilato
Man mano che il silo viene caricato è necessario il
compattamento della massa in modo quanto più
possibile completo; quest'operazione, infatti, consente di
eliminare quanto più ossigeno possibile dal silomais
minimizzando l'attività dei microorganismi aerobi e
favorendo la fermentazione anaerobica responsabile di una
buona riuscita dell'insilato.

Una buona compressione


peso specifico del foraggio 650-700 kg/m3.
Copertura del silo
Ultimate le operazioni di carico e compressione è
necessario sigillare il silo
Per la copertura del silo si impiegano teli in polietilene
(PE) o in polivinilcloruro (PVC) dello spessore di 0.1-
0.15 mm di colore chiaro ma preferibilmente non
trasparenti per evitare l’eccessivo riscaldamento della
massa.
Il sistema di fissaggio dei teli deve garantire il rapido
deflusso dell’acqua piovana.
Dopo la chiusura la massa va tenuta compressa disponendo
sulla copertura materiale di appesantimento
Copertura del silo
Chiusura con doppio telo: il primo film va appoggiato sulle
pareti laterali e poi rimboccato verso il centro del silo stesso (per
risparmiare è possibile utilizzare il telo di copertura dell'anno
precedente), il secondo telo va posizionato sopra il primo nel
senso della lunghezza della trincea. Una volta coperta, la massa
insilata deve essere caricata con un peso pari ad 1 quintale/
metro quadrato, impiegando sacchi di sabbia, ghiaia,
mattonelle.

Disposizione del telo Chiusura con un


in fase di primo telo
caricamento

Chiusura definitiva con


un secondo telo e
materiale di
appesantimento
Modalità di desilamento:
Un'asportazione giornaliera
troppo lenta è causa di
perdite in sostanza secca
che possono arrivare al
50%. (post-fermentazione
da parte di batteri aerobi e
attacco di muffe)

Per ostacolare la penetrazione dell'aria nell'insilato bisogna prelevarlo con


una fresa, agendo dall'alto verso il basso e soprattutto aver cura che il
fronte d'avanzamento del taglio sia d'almeno10-15 cm (nei periodi freddi)
e 20-25 cm (nei mesi estivi),
Fresa caricatrice per insilati
SOSTANZE CONSERVANTI
La conservazione di foraggi ricchi di acqua e/o di
proteine, e la necessità di migliorare l'efficienza della
conservazione inducono molto spesso a ricorrere a
sostanze in grado di modulare positivamente i processi
fermentativi.
Classificazione delle sostanze conservanti a seconda dell’azione svolta

Classe Azione Prodotti


Acidificanti diretti Abbassano rapidamente il pH e Acido formico
selezionano la flora batterica

Inibitori delle Inibiscono lo sviluppo della Formaideide


fermentazioni microfiora Ammoniaca

Stimolatori delle Aumentano il substrato di Melasso


fermentazioni fermentazione
Aumentano il substrato di
fermentazione degradando il Enzimi
materiale non fermentabile
Inoculi microbici Stabiliscono una dominanza Lattobacilli
iniziale delle fermentazioni
lattiche

Inibitori di deterio- Bloccano i microbi aerobi Acido propionico


razioni aerobiche

Antbiotici Bloccano lo sviluppo di Bacitracina


specifici batteri Streptomicina

Miglioratori delle Migliorano con il loro apporto Polpe secche di


Caratteristiche nutritive il valore nutritivo dell'insilato bietola, cereali,
urea, minerali
Limitanti le perdite
di percolazione Assorbono l'acqua in eccesso Paglia, Polpe
secche di bietola

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