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Giancarlo Vannozzi
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LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
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delle loro unità elementari per costruire 1. Costo energetico per il metabolismo ba-
“nuova” sostanza biologica vivente. L’ener- sale (in un individuo adulto sedentario
gia prodotta nei processi classici del cata- rappresenta il 65-75% della spesa calori-
bolismo permette l’utilizzazione dei nu- ca quotidiana).
trienti e la sintesi anabolica di nuovo mate- 2. Costo energetico per lo svolgimento del-
riale plastico. Il metabolismo (materiale ed l’attività fisica (15-25% del consumo
energetico) indica la globalità delle trasfor- energetico totale).
mazioni di materia (i nutrienti) e di ener- 3. Costo energetico per la termoregolazio-
gia che avvengono nell’organismo. L’ener- ne.
gia chimica contenuta negli alimenti è tra- 4. Costo energetico per la termogenesi in-
sformata in energia termica per la termore- dotta dalla dieta.
golazione, in energia meccanica per il lavo-
ro muscolare ed in energia elettrica per la Il metabolismo basale (MB) o metaboli-
trasmissione degli impulsi nervosi. smo basale a riposo (Resting Metabolic Ra-
L’unità di misura dell’energia è la chilo- te) è il bisogno energetico di base, definito
caloria (kcal). Una kcal equivale a 1000 in inglese BMR (Basal Metabolic Rate). Il
cal. In realtà l’unità di misura da impiegare MB è l’insieme dei consumi energetici ne-
dovrebbe essere il Joule (J), che è pari al cessari per svolgere le normali e fisiologi-
lavoro compiuto dalla forza di 1 newton che attività vegetative. Indica quindi il di-
quando il suo punto di applicazione si spo- spendio calorico minimo dell’organismo per
sta di un metro nella direzione della forza. la regolazione e il mantenimento della tem-
Il chilojoule (kj) equivale a 1000 J e una peratura corporea e del tono muscolare,
kcal è pari a 4,186 kj. per il funzionamento di vitali attività quali
Il valore energetico dei diversi nutrienti quelle cardiorespiratoria, circolatoria e
è il seguente: 1 g di proteine sviluppa 4 kcal ghiandolare. Il MB esprime l’energia spesa
così come 1 g di glucidi, mentre 1 g di lipidi in condizioni di riposo per il fisiologico fun-
produce 9 kcal. L’acqua, i sali minerali e le zionamento delle reazioni metaboliche vita-
vitamine non hanno alcun potere calorico. li. In una persona adulta è determinato dal-
la sua massa e dalla composizione corpo-
Il fabbisogno energetico rea, oltre che dal sesso e dall’età. Come ab-
biamo già affermato, in un individuo adulto
L’apporto di energia di origine alimentare sano e sedentario, il MB incide per circa il
destinato a compensare la spesa energetica 65-75% del dispendio energetico totale.
di individui che mantengano un livello di at- La Termogenesi Indotta dalla Dieta
tività fisica economicamente necessaria e (TID) rappresenta l’incremento del di-
“socialmente desiderabile” e che abbiano spendio energetico in risposta all’assunzio-
dimensioni e composizione corporea com- ne degli alimenti e mediamente è valutata
patibili con un buono stato di salute a lungo in circa il 7-15% del dispendio energetico
termine è definito fabbisogno energetico. totale. La TID varia in funzione della quan-
Il bisogno energetico varia in funzione tità e del tipo di alimenti ingeriti. Lo stimo-
di età, sesso, peso corporeo, altezza, atti- lo termogenico maggiore è dato dalle pro-
vità lavorativa, attività fisica e di particolari teine e dagli aminoacidi (10-35% dell’ener-
condizioni fisiologiche quali gravidanza, al- gia ingerita), mentre valori inferiori sono
lattamento, crescita. Il fabbisogno energe- attribuibili ai carboidrati ed ai lipidi.
tico è stabilito sulla base del dispendio Il MB è stimato mediante equazioni pre-
energetico, che rappresenta la risultante di dittive estratte dal rapporto FAO/WHO/UNU
quattro differenti componenti. (1985) sul dispendio energetico (tabella
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Tabella 2.2 - LIVELLI DI ATTIVITÀ FISICA (LAF) DA UTILIZZARE PER STIMARE IL FABBISOGNO
ENERGETICO PER SESSO E CLASSI DI ETÀ
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Si può considerare l’alimentazione uno non sono cioè unicamente materiali nutri-
stile di vita (dieta deriva dal greco διαιτα e zionali.
significa stile di vita). Dieta vuol dire anche Ci alimentiamo non solo per scopi nutri-
“insieme di alimenti”, un complesso nutriti- zionali, ossia spinti da esigenze e fabbiso-
vo che consumiamo per sopravvivere e vi- gni strettamente fisiologici e metabolici,
vere. ma anche e soprattutto per piacere, perché
Nella sua più ampia e concreta accezio- l’alimentazione in quanto stile di vita è dav-
ne la dieta non comprende solo la cosid- vero sorgente di piacere, serenità ed armo-
detta razione alimentare, cioè il quantitati- nia (o comunque dovrebbe esserlo). L’uo-
vo alimentare in senso stretto, ma anche mo non mangia grassi, zuccheri, proteine o
ogni possibile variazione della razione stes- vitamine, ma alimenti di cui ha imparato a
sa, le modalità di cottura e di preparazione conoscere ed apprezzare il gusto e l’aroma
dei cibi, il numero ed il ritmo dei pasti nel- (Del Toma, 2000).
l’arco della giornata e la presentazione dei Dobbiamo quindi considerare una verità
piatti. Nonostante il termine “dieta” sia un semplice ed ovvia, ossia un concetto che
concetto semplice, numerosi fattori e con- frequentemente viene trascurato o del tut-
dizioni di vita orientano le scelte alimentari to ignorato: gli alimenti sono “materiali”
e tendono a legittimare una confusione sul che vengono consumati anche per piacere.
suo significato: un’interrelazione tra forze E tutta la storia umana passa anche attra-
fisiologiche, psicologiche, sociali e cultura- verso questo rapporto, tra uomo ed ali-
li, controlla e modula l’orientamento ali- menti o meglio tra uomini, donne e cibo,
mentare di ogni persona. La conseguenza attraverso un percorso di secoli fatto di la-
di quanto affermato è che un concetto ele- voro per il cibo, di lotta per il cibo, ma an-
mentare coinvolge un fenomeno complesso che per il piacere del cibo. Allora si può
che elude la definizione stessa di dieta a davvero comprendere pienamente (o sen-
dispetto dell’importante ruolo che essa tirne almeno la portata) la forte connessio-
possiede nell’etiologia e/o etiopatogenesi di ne tra l’uomo e il cibo, tra ciò che è e ciò
molte malattie croniche. che mangia, se superiamo i limiti stretti
Stabilito questo, è chiaro che bisognerà della fisiologia della nutrizione.
verificare se il nostro tipo di alimentazione La distinzione tra nutrizione e piacere
sia idoneo a coprire al meglio le esigenze e può sembrare arbitraria. In realtà questa
le necessità biologico-metaboliche. Esisto- precisazione ci permette di sostenere che
no linee-guida internazionali di comporta- gli alimenti possiedono due importanti pro-
mento alimentare e per l’Italia i LARN (Li- prietà: un valore nutritivo e un valore edo-
velli di Assunzione Raccomandati di Ener- nistico. Il cibo e gli alimenti in senso lato
gia e Nutrienti) con la funzione di compor- non rappresentano unicamente l’oggetto
re un profilo nutrizionale adeguato per tut- dei nostri bisogni metabolici, la modalità at-
ti i bisogni della popolazione. traverso la quale possano essere soddisfatti
Ma al di là dei principi nutrizionali, delle i diversi fabbisogni. L’alimentazione è un fe-
linee-guida e delle raccomandazioni ragio- nomeno dinamico e vitale, temporalmente
nevoli che le evidenze epidemiologiche e costante e diversificato nei giorni, nelle di-
scientifiche confermano come veramente verse età, momento di piaceri ed insieme di
utili ed opportune, bisogna affermare che piacevoli sensazioni evocate e modulate dal
alimentazione significa altro ed implica cibo-alimento in quanto tale ed insieme dal-
davvero il modo di vivere, nella società co- la percezione cosciente dei sapori.
me nell’ambito familiare. Gli alimenti non Alimentarsi, e quindi l’atto del mangia-
sono solo materiali energetici o plastici, re, può essere sicuramente considerato (e
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con varie o molteplici modalità e nel recu- ro, variazioni del tipo di glucidi e della
pero delle funzioni vitali compromesse da quantità di grassi. In altre malattie, quali
stress chirurgici o gravi patologie. l’encefalopatia epatica in corso di cirrosi
Prima di prescrivere o programmare con ascite, l’intervento nutrizionale sarà
un approccio dietoterapico, deve essere necessariamente articolato e complesso
esaminato con accuratezza se esista o no (diete spesso ipercaloriche, con riduzione
un bisogno nutrizionale reale per cui sia dell’apporto proteico e con limitazione del
concretamente indicato un piano di tera- sale). In determinate situazioni l’interven-
pia dietetica, stabilito il quale devono es- to dietoterapico modifica completamente
sere considerate nella loro globalità le sia l’alimentazione fisiologica che la via di
esigenze del paziente affetto da problemi somministrazione dei nutrienti (nutrizione
nutrizionali. Fissato un piano preliminare artificiale, parenterale o enterale). La die-
di terapia, deve essere valutata l’accetta- ta per una specifica condizione dipende
bilità del programma da parte del pazien- inoltre dalla gravità e dallo stadio della
te stesso. malattia, dai bisogni nutrizionali, dalle ca-
La pianificazione di una dieta deve talo- ratteristiche del paziente, dall’ambiente
ra prevedere accertamenti clinici e biou- dove avviene il trattamento (in ospedale o
morali tendenti a misurare lo stato nutri- a casa).
zionale: la valutazione dello stato nutrizio-
nale, che dovrà risultare tanto più precisa
quanto più gravi saranno le condizioni del
Equilibrio e varietà di una dieta
malato, serve a quantificare le problemati- La composizione di una dieta ed i suoi rap-
che biologiche del paziente esaminando le porti con il fabbisogno energetico e con le
intercorrelazioni tra dieta, malattia e fabbi- necessità per l’accrescimento, lo sviluppo
sogni. Nella programmazione di una dieta psicofisico, la risposta alle malattie, devono
sono necessarie informazioni sull’adegua- essere considerate le variabili più impor-
tezza qualitativa e quantitativa della dieta tanti nel condizionamento di un buono sta-
abituale, sui gusti e sulle tendenze alimen- to di salute o, come si usa dire oggi, di una
tari del paziente. qualità di vita ottimale.
La prescrizione di una dieta diventa al- La dieta, intesa come scelta razionale di
lora il primo ed essenziale passo di un in- alimenti e come ripartizione armonica dei
tervento nutrizionale. La dieta “terapeuti- vari nutrienti, diventa il mezzo più idoneo
ca” (tabella 2.3) nella gran parte dei casi per prevenire malattie, disordini metabolici
sarà volta a modificare alcune caratteristi- e disturbi funzionali. I LARN (Livelli di As-
che di composizione quantitativa o quali- sunzione Raccomandati di energia e Nu-
tativa dell’alimentazione normale (diete trienti per la popolazione italiana), utilizza-
ipocaloriche, diete ipercaloriche, diete po- ti per il calcolo dei bisogni nutritivi, sono
vere in grassi, diete ricche in fibra, diete una valida linea orientativa per gli operato-
iposodiche, ecc.); altre volte la prescrizio- ri del settore sociosanitario ed in particola-
ne riguarda solo la consistenza degli ali- re per coloro che si occupano di program-
menti (diete liquide, semiliquide, ecc.). mazione dietetica (www.sinu.it).
Talora il piano dietetico modifica sia la Stabiliti i presupposti fisiologici e teorici
qualità che la composizione quantitativa di un intervento dietetico, un’alimentazio-
dell’alimentazione. Nel diabete mellito, per ne è razionale, capace di rispettare i gusti e
esempio, la dietoterapia può prevedere si- le abitudini personali e di corrispondere a
multanee e rilevanti modifiche della dieta pieno alle esigenze reali dell’organismo, se
abituale: ridotto introito calorico giornalie- assolve i seguenti scopi:
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1. Diete con modifica della consistenza degli alimenti (diete liquide, semiliquide, ecc.)
2. Diete con modifiche della frequenza dei pasti
3. Diete con modifiche quantitative (riduzione o aumento delle kcal totali) con o senza modifiche della composizio-
ne in macro o micronutrienti (diete ipocaloriche, diete ipercaloriche, ecc.)
4. Diete con modifiche quantitative di singoli nutrienti, senza modifica dell’entità dell’introito energetico (diete ipo-
proteiche, diete iposodiche, diete senza lattosio, ecc.)
5. Diete di esclusione (dieta aglutinata, dieta per allergie alimentari)
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1. Evitare di consumare quantità eccessive o ripetute ogni giorno di uno stesso nutriente, anche di quelli che si so-
no dimostrati capaci di apportare alle giuste dosi benefici accertati
2. Alternare le modalità di cottura, soprattutto per minimizzare i possibili rischi connessi a determinati sistemi di
cottura
3. Consumare preferenzialmente gli alimenti di stagione (frutta e verdura di stagione)
4. Evitare di consumare ogni giorno o più volte alla settimana alimenti proteico-lipidici qualitativamente sovrapponi-
bili, come ad esempio carne e formaggi, latte e dolci, pesce e carne, carne e uova
5. Variare la quota proteica settimanale, sostituendo la carne con i legumi, con le uova, con il pesce (riducendo o
riequilibrando l’apporto proteico complessivo)
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dietista o il medico, interessato agli aspetti allora la panacea magica per tutte le malat-
nutrizionali della persona sana o malata de- tie e per molti disordini fisiologici e meta-
ve riuscire a delineare, esprimere e pro- bolici. Anche quando potrebbe essere utile
muovere concetti chiari con semplicità e un aggiustamento dietetico, questo tipo di
senza schematismi pseudoscientifici. terapia nutrizionale, reclamizzato peraltro
Al di là delle necessarie proposte educa- con modalità diverse, ma sempre sapiente-
tive in grado di modificare atteggiamenti mente dettagliate, incide in modo irrazio-
alimentari individuali e collettivi, quello nale proponendo deleterie linee comporta-
che forse sembra essere il problema cen- mentali di assoluta inefficacia. La realtà e
trale per il medico e per gli operatori del le conseguenze di un’alimentazione e di
settore medico-nutrizionale è l’intervento una dietoterapia “non ragionevoli”, per nul-
dietoterapico in patologia. Alcune conside- la comprensibili soprattutto perché in con-
razioni sono a questo punto legittime. trasto con le certezze e le informazioni
Spesso la dietoterapia è ritenuta un’ap- scientifiche verificate e convalidate nel cor-
pendice ai trattamenti medici e farmacolo- so di molti anni, sono diverse. Sembra inol-
gici o non è valutata nella sua potenziale tre essenziale delineare e proporre con
validità quale strumento di cura. Dramma- estrema chiarezza i rischi che possono de-
ticamente comune sembra l’atteggiamento rivare da stili alimentari ed approcci diete-
opposto, cioè quello dell’enfatizzazione de- tici dominati o indotti da errate informazio-
gli accorgimenti e dei consigli dietetici. ni, falsi profeti ed improvvisati “esperti” in
Sempre più diffuso è il fenomeno della nutrizione clinica (tabella 2.6). Credenze e
dieta che risolve e corregge malattie e di- luoghi comuni, enfatiche indicazioni su de-
sturbi: non è raro osservare diete per la cel- terminati accorgimenti dietetici (per ogni
lulite, per l’acne e altre svariate malattie disturbo esiste il rimedio, il farmaco), varie
dermatologiche, così come esistono e dila- ed anche ostinate ciarlatanerie su moltepli-
gano diete per “rimanere giovani ed in for- ci disturbi e disordini (basti citare che ora
ma” e diete per la caduta dei capelli, per le secondo molti “esperti” la persona obesa è
“famose” e spesso inesistenti gastriti, per le in eccesso ponderale per fenomeni di intol-
malattie infiammatorie croniche intestinali, leranza alimentare) testimoniano una si-
per ipotetiche epatopatie, per l’artrosi, per tuazione che nessuno deve trascurare.
l’allergia che sempre più frequentemente è Quello che la dietoterapia, in quanto di-
ritenuta la causa di molteplici malattie. sciplina medico-nutrizionale con determi-
La dietoterapia (ma questa non dovreb- nati presupposti scientifici basati su infor-
be essere chiamata dietoterapia) diventa mazioni e osservazioni biologiche, cliniche
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La realtà
• Informazioni errate, non razionali
• Carente cultura medico-scientifica
• Interessi economici
Le possibili conseguenze
• “Semplicizzazione” nutrizionale
• Ossessione dietetica, miti ed errori
• Retorica del “genuino”
• Mode dietetiche
• Enfatizzazione della dieta quale causa, concausa e terapia di malattie
• Spesa economica
I rischi
• Noncuranza o mistificazione delle certezze
• Pregiudizi e proibizionismo dietetico
• Austerità dietetica, fanatismo dietetico
• Modificazione della qualità di vita con aggravamento di malattie o disordini
• Disturbi del comportamento alimentare
e sperimentali, deve chiedersi è soprattut- Non deve essere dimenticato che talora
to quando, come e a quale scopo interveni- sono, per così dire, “inventate” malattie
re: domandarsi quindi se esiste un bisogno, per costruire un trattamento che il più del-
se esista veramente la giusta indicazione le volte è proprio dietetico. Raffinate, su-
ad una modificazione dietetica, come poter perficialmente suffragate da miracolose
intervenire, quale finalità primaria o secon- scoperte scientifiche ed affermate come
daria possieda la “cura dietetica” e cosa assolute certezze o nuovissime prospettive,
dover modificare dell’alimentazione. sono sempre più presenti e pubblicizzate
Se nel diabete mellito, nelle dislipide- linee nutrizionali che hanno la finalità o
mie e nell’obesità (ma anche nelle malattie l’ambizione di modificare la nostra alimen-
gastroenterologiche, quali ad esempio la tazione alla luce di sporadiche, non con-
malattia celiaca e la stipsi cronica, nelle trollate né verificate nel tempo, dimostra-
malattie nefrologiche ed in determinate si- zioni o evidenze cliniche. Il supporto scien-
tuazioni patologiche del fegato), la dieto- tifico di molti messaggi nutrizionali manca
terapia ha un suo ruolo preciso e docu- del tutto o deve essere attentamente ana-
mentato, non altrettanto si può dire per lizzato con successive ricerche biologiche,
quelle condizioni, che non richiedono al- epidemiologiche e cliniche.
cun trattamento dietetico o per quelle al- L’ipotesi, per esempio, che l’utilizzo di
terazioni funzionali al limite della reale pa- alcuni supplementi vitaminici (vitamina E
tologia organica, dove la dieta come tera- e/o C) sia realisticamente vantaggioso nel
pia è inutile e non può svolgere un ruolo proteggere dall’aterosclerosi è un dato in-
curativo, così come appare giusto ricorda- dubbiamente importante ed è sicuro che il
re che in tante malattie la dietoterapia ruolo positivo degli antiossidanti nella die-
esplica effetti positivi senza assurgere a ta è sottostimato o trascurato dai ricerca-
momento terapeutico essenziale o essere tori; d’altra parte le rilevazioni scientifiche
il cardine della terapia. non autorizzano al momento a trasmettere
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UOMINI
DONNE
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Per quanto riguarda i glucidi, la loro as- rappresentano comunque nel loro insieme
sunzione fornisce il restante fabbisogno ca- uno dei momenti “nutrizionali” più difficili.
lorico. Fissati i fabbisogni proteici e lipidi- Innanzi tutto, nella scelta degli alimenti
ci, l’apporto in glucidi non dovrebbe scen- per i pasti quotidiani (ma più opportuna-
dere sotto il 55% della quota calorica gior- mente dovrà essere “consigliata” o program-
naliera. Il livello degli zuccheri semplici mata una dieta settimanale) bisogna preci-
non deve rappresentare più del 10-12% sare che, come già ricordato, nessun ali-
dell’energia totale della dieta; le acquisizio- mento contiene tutti i principi nutritivi, e
ni sull’indice glicemico e sui vantaggi deri- ogni giorno si dovranno pertanto consumare
vanti da un uso costante di fibra alimenta- alimenti diversi: il principio espresso dell’al-
re sono favorevoli ad una dieta meno re- ternanza degli alimenti ne condiziona quindi
strittiva. L’amido sarà il glucide essenziale una scelta razionale. Le stesse modalità di
e sotto forma di cereali (pasta, pane, riso) cottura dovranno variare in funzione dei po-
rappresenta il “centro” di un’alimentazione tenziali effetti negativi di alcuni sistemi di
equilibrata per evitare che la persona pos- cottura e manipolazione dei cibi e delle per-
sa trarre una quota considerevole di ener- dite nutritive correlate, anche se non sem-
gia dai glucidi semplici o dai lipidi. pre quantificabili. La suddivisione dei pasti
Un livello ottimale di introito di fibra ali- rappresenta insieme alla necessaria variabi-
mentare deve raggiungere i 30 g/die e sem- lità ed alternanza degli alimenti un punto
bra rappresentare un obiettivo facilmente essenziale di ogni intervento dietetico: una
raggiungibile per la popolazione italiana. In- corretta ripartizione quantitativa e qualitati-
dipendentemente da calcoli “dietologici” ac- va dei nutrienti può risultare di grande van-
curati, anche se spesso opportuni e razionali, taggio nel sano e nel malato. Esistono al ri-
sufficienti quantità di fibra possono essere guardo opinioni divergenti e contradditto-
agevolmente realizzate nell’alimentazione rie. Specifiche, ma complesse evidenze fi-
usuale perseguendo semplici linee-guida nu- siologiche inducono spesso rigorose e non
trizionali quotidiane sia nell’adulto sia nel adeguate raccomandazioni nutrizionali.
bambino, consistenti nel recupero di specifici Evitando esagerate e dogmatiche gene-
“valori” alimentari, quali il consumo costante ralizzazioni, bisogna ammettere che la di-
di frutta, verdura, legumi, cereali. L’apporto stribuzione dei pasti è spesso personale;
di vitamine, oligoelementi e minerali è garan- inevitabilmente non può essere che arbi-
tito dalla frutta, verdura e quindi dalla com- trario uno schema che individui giorno per
pletezza e varietà della dieta formulata. giorno una schematica ed artificiosa suddi-
visione delle kcal in 3-4 pasti.
SCELTA DEGLI ALIMENTI E SUDDIVISIONE Più giusto sembra personalizzare la die-
DEI PASTI ta, renderla dinamica e variabile in funzio-
L’equilibrio di una dieta deve essere garan- ne dell’età, dell’attività lavorativa, dei gusti
tito dall’armonica integrazione dei diversi e delle tendenze individuali, dello stato nu-
alimenti. In base alle esigenze personali, ai trizionale, dello stato di malattia: è proprio
gusti, alle raccomandazioni ed alle linee qui infatti che è diverso il problema dieteti-
teoriche già espresse, è elaborata la dieta. co relativamente alla persona in ottime o
Nella logica pianificazione della “razione buone condizioni di salute oppure al sog-
alimentare” per singoli individui e/o per getto con disordini o malattie.
collettività, la scelta degli alimenti e delle Una tradizionale, ma sicuramente giusta,
modalità di cottura più idonee e gradite, ripartizione della razione alimentare preve-
così come la suddivisione ragionata dei pa- de una prima colazione e due pasti princi-
sti, richiedono un’attenzione particolare e pali: la prima colazione dovrebbe prevedere
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il 15-20% delle kcal globali, il pranzo il 40- problematiche più interessanti della dieto-
50%, la cena il 30%. Ma tale orientamento, terapia, è importante richiamare l’attenzio-
nonostante appaia accettabile e pertinente ne sulla questione della quota lipidica rite-
al fine di una razionalizzazione della dieta, nuta raccomandabile e delle implicazioni
può variare in funzione dello stato nutrizio- che diverse modulazioni, quantitative e
nale e delle abitudini del soggetto senza che qualitative, dell’introito di grassi possono
le variazioni siano necessariamente causa di comportare per l’organismo. Controversie
danno o di disordini metabolici rilevanti. sono tuttora presenti quando si affronta il
Sembra quindi prospettabile raccoman- problema delle sostanze grasse alimentari.
dare ed affermare come ragionevole quan- Gli interrogativi sembrano essere i seguenti:
to segue: ripartizioni troppo elastiche, cioè
1. Qual è il contenuto di lipidi che è giusto
più di 3-4 pasti al dì, frammentazioni ripe-
assumere?
tute della razione alimentare o al contrario
2. In quali situazioni diventa imperativo o
concentrazioni caloriche nell’ambito di un
corretto modificare la quota lipidica?
unico pasto, possono incidere, se molto
3. Quale grasso sembra migliore?
prolungate nel tempo, sul benessere gene-
5. Quali sono i grassi più accettabili per
rale oppure apportare disordini e disturbi
un’efficace prevenzione delle più rile-
anche solo funzionali.
vanti malattie degenerative?
La necessità di esprimere i fabbisogni
6. Esistono malattie che risentono negativa-
energetici e in nutrienti indicati dai LARN
mente dell’effetto dei grassi alimentari?
in quantità di alimenti ha portato a quanti-
ficare in modo standardizzato le porzioni di
Non esistono dubbi che una riduzione
alimenti. Infatti le Linee Guida per una Sa-
della quota lipidica giornaliera è opportuna
na Alimentazione Italiana sono in grado di
per prevenire le malattie cardiovascolari su
offrire suggerimenti razionali e opportuni
base aterosclerotica. Gli studi epidemiologici
consigli per scelte alimentari capaci di
e clinici hanno da tempo evidenziato che una
mantenere un buono stato di salute e pre-
venire appunto malattie e disordini, ma ripartizione quantitativa dei più importanti
non danno indicazioni riguardo la quantità nutrienti è utile nell’ambito di un razionale
o il numero di porzioni di alimenti che de- programma di prevenzione dell’aterosclerosi.
vono essere assunte ogni giorno o ogni set- La guerra al colesterolo in particolare ha
timana. una sua logica, sebbene secondo unanimi
Si definisce porzione la quantità stan- consensi e dimostrazioni rilevanti esista la
dard di alimento espressa in grammi (g), tendenza a tentare un riequilibrio lipidico
che si assume come unità di misura da uti- quantitativo e qualitativo generale, piuttosto
lizzare per un’alimentazione equilibrata; in- che stilare un elenco prolisso di alimenti ric-
dipendentemente dal contenuto di nu- chi di colesterolo da proibire ed intoccabili.
trienti, la porzione deve essere conforme Si ritiene quindi che una riduzione della quo-
alla tradizione alimentare ed essere di di- ta lipidica deve essere prescritta soprattutto
mensioni ragionevoli (alimentarsi è e deve nelle seguenti malattie e disordini metabolici:
rimanere comunque un piacere della vita). 1. Dislipidemie.
2. Diabete mellito.
3. Obesità.
I grassi nella dieta: riflessioni, 4. Ipertensione arteriosa.
osservazioni, luoghi comuni 5. Cardiopatia ischemica cronica.
Alla luce delle scelte alimentari ed in Le raccomandazioni dietetiche valide
funzione di un primo accenno ad una delle per tutti i pazienti con dislipidemia sono
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Non potendo esaminare criticamente gli innumerevoli pregiudizi e le errate credenze relative ai grassi alimentari, al-
cune delle quali sono state sopra riportate quale esempio, possiamo sintetizzare alcuni concetti fondamentali, sot-
tolineando che:
1. Ogni olio è un grasso al pari del lardo e dello strutto; gli oli sono grassi vegetali, il lardo e lo strutto sono grassi
animali, ma comunque grassi
2. La margarina è un surrogato del burro, ottenibile con procedimenti chimici da qualsiasi grasso, e come tale de-
ve essere considerata, cioè un grasso di qualità decisamente inferiore e non certo naturale
3. Gli oli di semi sono grassi come l’olio di oliva, sviluppano lo stesso numero di kcal, apportano quindi la stessa
quantità di energia e fanno “ingrassare” come ogni altro grasso in proporzione alla quantità utilizzata; l’olio di
semi non è più leggero dell’olio di oliva; è solo più fluido, cioè meno denso; non esiste dunque l’olio più legge-
ro, o meno calorico o meno grasso; la presunta leggerezza di un olio è un non-senso alimentare e nutrizionale
4. Una sostanza è più o meno grassa (o leggera) secondo la percentuale di lipidi in essa contenuta; ebbene que-
sta percentuale è massima proprio negli oli di semi e di oliva che sono grassi allo stato puro
5. Il consumo di grassi alimentari non provoca malattie epatiche
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buito al 60% dei 56,5 milioni di morti nel Se risulta indubbiamente provato e per-
mondo e approssimativamente al 46% del tanto convincente che la produzione di ra-
carico globale mondiale per malattia ed dicali liberi dell’ossigeno è indispensabile
inoltre la metà di tutte le morti nel mondo per la sopravvivenza dell’organismo (per
è attribuita alle malattie cardiovascolari esempio l’effetto battericida), è altrettanto
(WHO, 2002). vero che la presenza di “scavengers” di tali
L’obesità è associata frequentemente ad radicali, ovvero di enzimi deputati alla loro
ipertensione arteriosa. Nello stesso indivi- inattivazione (superossido-dismutasi, cata-
duo sono spesso presenti ipertensione ar- lasi e perossidasi), è necessaria per la nor-
teriosa, obesità, ipercolesterolemia. Oltre male omeostasi cellulare (Brunelleschi,
all’iperalimentazione, un esagerato consu- 1989). Queste sostanze sono in grado di in-
mo di sale rispetto ai fabbisogni fisiologici durre alterazioni ossidative nei confronti
è ritenuto causa favorente l’ipertensione delle membrane cellulari e in particolare
arteriosa. Un consumo di cloruro di sodio delle componenti lipoproteiche (perossida-
non superiore ai 6-7 g/die sembra consenti- zione lipidica). Il danno ossidativo coinvol-
re un’efficace misura di prevenzione dell’i- ge anche il DNA e si accumula nel tempo,
pertensione arteriosa, anche se esistono favorendo i processi di invecchiamento.
controversie sull’opportunità di estendere I radicali liberi sono capaci di interagire
a tutta la popolazione questo tipo di racco- e apportare danni a tutte le macromolecole
mandazione. che costituiscono i diversificati distretti
delle nostre cellule. La ridotta efficienza
RUOLO DEI RADICALI LIBERI E DEGLI nella produzione di energia sotto forma di
ANTIOSSIDANTI IN PATOLOGIA ATP che si rileva nel corso dell’invecchia-
Per radicale libero si intende ogni specie mento sembra in parte correlata all’azione
chimica (atomo o molecola) provvista di persistente dei radicali liberi. L’eccesso di
uno o più elettroni spaiati nell’orbitale pe- radicali liberi è probabilmente coinvolto
riferico (Halliwell, Gutteridge, 1989); tale nella patogenesi di svariate malattie ed in
configurazione conferisce ai radicali liberi particolare l’aterosclerosi e le neoplasie.
un’elevata reattività correlata alla necessità Dato che le difese dell’organismo possono
di cedere o acquistare un elettrone per as- non essere sufficientemente valide, l’incre-
sumere uno stato energetico più stabile mentata formazione di radicali liberi tende
(Farinati et al., 1997). I radicali liberi, che ad aumentare il danno cellulare e tessuta-
maggiormente interessano la patologia le; il termine stress ossidativo è spesso uti-
umana, derivano dal metabolismo dell’ossi- lizzato per spiegare questo fenomeno
geno (in particolare il radicale idrossilico e (Sies, 1991).
l’anione superossido). I radicali liberi possono essere generati
I radicali liberi dell’ossigeno sono mole- in via endogena attraverso fisiologiche rea-
cole di ossigeno instabili, altamente reatti- zioni metaboliche o in via esogena quali
ve, con un elettrone spaiato che tende a componenti del fumo di tabacco o di molti
formare doppi legami stabili, interagendo altri inquinanti ambientali, e indirettamen-
con l’omeostasi tessutale umana mediante te attraverso il metabolismo di alcuni sol-
alterazioni di biomolecole, con inclusione venti, di componenti dietetiche, farmaci,
di proteine, lipidi ed acidi nucleici (Giaco- radiazioni (Giacosa e Filiberti, 1996).
sa, Filiberti, 1996). La formazione di radi- I principali radicali liberi dell’ossigeno
cali liberi (o comunque una perdita del sono riportati nella tabella 2.9 con i relati-
controllo delle loro azioni) è ritenuta una vi meccanismi di formazione e i sistemi di
causa importante di danno cellulare. protezione. I bersagli subcellulari dei radi-
39
LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
cali liberi sono numerosi e comprendono I radicali liberi possono svolgere un ruo-
proteine, lipidi (in particolare gli acidi lo significativo nel processo carcinogeneti-
grassi polinsaturi contenuti in elevate co, danneggiando specifici geni che con-
concentrazioni soprattutto nei fosfolipidi trollano la crescita e la differenziazione
delle membrane cellulari), gli acidi nuclei- cellulare (Farinati et al., 1997). Sono inol-
ci, il collagene; bersagli cellulari sono tre in grado di stimolare una più rilevante
principalmente le cellule epiteliali, le cel- crescita delle cellule neoplastiche e/o inte-
lule endoteliali, gli eritrociti, i neuroni, gli ragire direttamente con il DNA.
epatociti. Il danno ossidativo può essere prevenuto
I quadri patologici la cui patogenesi da particolari sostanze antiossidanti. Gli an-
sembra correlata alla formazione e agli ef- tiossidanti inibiscono la comparsa di forme
fetti dei radicali liberi sono molteplici (ta- reattive dell’ossigeno, sottraendo radicali li-
bella 2.10). L’ossidazione delle lipoproteine beri (scavenging effect), o potenziando le
LDL è per esempio riconosciuta condizione difese endogene (per esempio aumentando
importante e significativa nell’aterogenesi, l’attività dei sistemi di protezione). Eviden-
dato che induce la migrazione dei monociti ze scientifiche attestano l’azione antiossi-
nella subintima, la trasformazione dei mo- dante di alcune vitamine con effetti preven-
nociti in macrofagi e l’espressione di recet- tivi sulle patologie degenerative e sulle neo-
tori per le LDL ossidate. Ebbene, la pato- plasie. Tra le vitamine antiossidanti sono da
genesi dell’aterosclerosi appare sempre più ricordare la vitamina A (il retinolo e i com-
conseguente o fortemente correlata a rea- posti analoghi definiti retinoidi, i carotenoi-
zioni radicaliche coinvolgenti i lipidi di de- di), la vitamina E o tocoferolo, la vitamina
rivazione dietetica, presenti nella parete C o acido ascorbico. Viene ipotizzato che
arteriosa e nel torrente circolatorio, che tali sostanze potrebbero ridurre del 20-30%
conducono alla formazione di perossidi e di il rischio di cancro, riuscendo ad inattivare
altre sostanze endotossiche (Borromei e l’attività dei radicali liberi e prevenire così
Maitan, 1995). la formazione di carcinogeni da precursori
Per quanto riguarda le neoplasie, esisto- inattivi (Hennekens, 1994).
no ragionevoli certezze che inducono a ri- La dieta mediterranea per il suo elevato
tenere che molte sostanze carcinogeneti- tenore di frutta e verdura (e quindi di an-
che agiscono nell’organismo determinando tiossidanti naturali) eserciterebbe un’atti-
reazioni radicaliche. vità di modulazione dello stress ossidativo,
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Alimentazione, nutrizione e malattie 2
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LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
temente antiossidante anche nei confronti trizionali sono in grado di svolgere un ruolo
del processo di invecchiamento. Nonostan- (positivo o negativo) nello sviluppo di una
te le evidenze biologico-sperimentali, non neoplasia con le seguenti modalità (Reddy,
esiste unanime convinzione che supple- 1994):
menti di selenio o diete ricche in selenio
1. Additivi, contaminanti o particolari
siano efficaci nel ridurre il rischio di neo-
componenti della dieta possono agire
plasia. Problematica è peraltro la valutazio-
come carcinogeni, cocarcinogeni e/o
ne del fabbisogno quotidiano di selenio. In-
promotori.
dipendentemente da legittime perplessità
2. Molti costituenti della dieta si compor-
sul ruolo effettivo del selenio, quale com-
tano come anticarcinogeni.
posto utile nella chemioprevenzione tumo-
3. Eccessi o deficienze di alcune sostanze
rale, non c’è dubbio che in un prossimo fu-
nutritive possono produrre alterazioni
turo si possa giungere a capire se i presup-
biochimiche capaci di promuovere il
posti chimico-biologici e le relative osser-
processo di cancerogenesi.
vazioni sperimentali tendenti a enfatizzare
4. Variazioni dell’introito di alcuni macro-
l’attività benefica del selenio siano convin-
nutrienti possono indurre anormalità
centi per attuare mirate e razionali linee-
biochimiche e/o metaboliche in grado di
guida nutrizionali e terapeutiche del tutto
aumentare il rischio per neoplasia.
nuove nel campo di alcuni e specifici qua-
dri patologici umani.
Intuitivamente sembra più comprensibi-
le il ruolo etiologico degli additivi nello svi-
DIETA E NEOPLASIE
luppo di determinate neoplasie. In realtà,
L’alimentazione e il consumo di particolari la maggioranza delle informazioni esistenti
costituenti della dieta sono correlati ad un tende ad affermare che è la composizione
aumento della frequenza di neoplasie. della dieta, e non l’azione diretta degli ad-
Le osservazioni epidemiologiche indica- ditivi e dei contaminanti, a costituire una
no che molti fattori ambientali (tabacco, causa rilevante di malattia e rappresentare
dieta, alcol, infezioni, fattori ormonali, ra- quindi una potenziale condizione di rischio
diazioni) sono responsabili dello sviluppo per molti tumori.
di alcune neoplasie. Il possibile rapporto Avendo a mente la variegata quantità di
tra ambiente e tumori ha da tempo stimo- dati concernenti il rapporto tra dieta e neo-
lato la ricerca del ruolo etiologico della die- plasie, riportiamo, sulla base di quanto è
ta ed in generale dello stile di vita nel de- presente nella letteratura medica, i dati epi-
terminismo delle neoplasie. demiologici e scientifici più importanti, con-
I meccanismi della correlazione causa- siderando come elemento prioritario una
effetto tra dieta e tumori sono ancora in realtà sicuramente certa: viene stimato che
parte ignoti o non perfettamente sicuri. Da il 30-40% di tutti i tumori può essere preve-
molti anni è stato stimato che il 35% (ran- nuto con un corretto stile di vita ed un’ali-
ge 10-70%) di tutta la mortalità per cancro mentazione diversa (Divisi et al., 2006):
negli USA può essere attribuita a fattori
dietetici (Doll e Peto, 1981; Doll e Peto, 1. L’obesità sembra essere dopo il tabac-
1996; WHO, 2003). Premesso che il legame co la più importante causa nota ed evi-
tra dieta e neoplasie è complesso e non fa- tabile di cancro (WHO, 2003). Il so-
cilmente analizzabile per l’esistenza di nu- vrappeso e l’obesità sono correlabili
merose variabili e per una lettura non faci- con lo sviluppo di molte neoplasie
le dei risultati degli studi clinici ed epide- (esofago, colonretto, colecisti, utero,
miologici, si può ipotizzare che i fattori nu- mammella, rene).
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Alimentazione, nutrizione e malattie 2
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Alimentazione, nutrizione e malattie 2
osservazioni che confermano il modello cie reattive dell’ossigeno a livello della mu-
etiopatogenetico della cancerogenesi delle cosa gastrica e presenza di infezione da H.
neoplasie gastriche, in particolare la possi- pylori (Davies et al., 1994), hanno scon-
bile intercorrelazione tra fattori ambientali volto il modello classico della carcinogene-
nutrizionali e fattori ambientali batterici si gastrica e diverse prospettive tradiziona-
(l’infezione da H. pylori). li di approccio scientifico al problema die-
Non esistono dubbi infatti (o comunque ta-neoplasia gastrica, ma hanno riconfer-
poche sono le riserve o perplessità) sulla mato pienamente l’ipotesi polifattoriale di
esistenza di una associazione ben definita Correa. In particolare nel modello di Cor-
tra infezione cronica da H. pylori e svilup- rea della carcinogenesi gastrica, l’H. pylori
po di cancro gastrico: l’H. pylori può pro- scatena la sequenza progressiva delle lesio-
durre un ambiente gastrico in qualche mo- ni gastriche, dalla gastrite cronica all’atro-
do favorevole alla carcinogenesi e interagi- fia gastrica e dalla metaplasia intestinale
re con altri fattori di rischio quali quelli alla displasia e all’adenocarcinoma gastrico
dietetici (Crew, Neugut, 2006). Il consumo (Correa, 1996).
alimentare esagerato di cibi salati, l’ecces-
sivo introito di precursori di nitrosocompo- DIETA E NEOPLASIE: UNA CONCLUSIONE
sti, il basso introito di frutta e verdure, au- POSSIBILE
mentano il rischio del cancro gastrico. Inol- Le evidenze epidemiologiche e sperimentali
tre la gastrite da H. pylori facilita la cre- riflettono l’attuale livello di conoscenza e
scita di quei batteri che catalizzano la pro- permettono di delineare un diverso stile ali-
duzione di N-nitrosocomposti carcinogeni mentare, una dieta che, sebbene non esi-
(Sunduleanu et al., 2001). stano assolute certezze sul suo potere pre-
La relativa infrequenza del carcinoma ventivo antineoplastico, realizza obiettivi
dello stomaco in alcuni aree geografiche dei non dannosi, è probabilmente attiva nella
paesi mediterranei potrebbe essere attribui- prevenzione di altri disordini e malattie e
ta ad un maggior consumo di frutta fresca e presenta buone possibilità di diminuire il ri-
di verdura e convalidare gran parte dell’im- schio di contrarre quei tipi di neoplasie per
pianto etiologico presentato. Un importante le quali è stata ormai riconosciuta una forte
ed ampio studio epidemiologico prospettico correlazione con le abitudini alimentari.
(sono state studiate 521.457 persone in 10 Contraddizioni epidemiologiche, clini-
paesi europei in uno studio di coorte) ha re- che e sperimentali hanno creato confusioni
centemente indicato che alti introiti di carne culturali, scetticismi legittimi, incoerenze
rossa e di carne rossa elaborata (esempio: operative, molteplici “enfatizzazioni” scien-
salsicce, bacon, hamburger, prosciutto, ecc.) tifiche che hanno indotto in passato, ma
sono associati ad un aumentato rischio di anche recentemente, operazioni dietetiche
cancro gastrico non cardiale specialmente azzardate o irrazionali.
nei soggetti positivi per infezione da H. py- Ma determinate sicurezze sono presenti
lori (Gonzales et al., 2006). in letteratura e possono autorizzare cam-
Le scoperte hanno quindi delineato biamenti nutrizionali e revisioni critiche
nuovi orizzonti nell’ambito della ricerca tendenti a formulare (e non idealizzare) li-
sulla etiopatogenesi del cancro gastrico. nee-guida sostanzialmente nuove sia nel
L’identificazione di un agente infettivo, campo delle neoplasie (soprattutto per la
quale l’H. pylori, certamente coinvolto nel prevenzione) che in quello delle malattie
determinismo della gastrite cronica corre- cardiovascolari.
lata al cancro, e la dimostrazione di una Per quanto riguarda il cancro coloretta-
correlazione positiva tra produzione di spe- le, sebbene esistano sufficienti informazio-
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Alimentazione, nutrizione e malattie 2
appare estremamente difficile ottenere gli zione delle malattie cardiovascolari atero-
equilibri dietetici ideali, già ricordati, tra sclerotiche (Renaud et al., 1995; Simopou-
acidi grassi monoinsaturi e saturi. L’olio di los 2001).
oliva facilita inoltre l’assunzione, tipica nel- La pasta ed il pane rendono “nobile” la
la dieta mediterranea, di legumi e di verdu- dieta mediterranea: questi alimenti, spesso
re, incrementandone la palatabilità e la radiati da molte diete (o pseudodiete) in
densità energetica (Willett et al., 1995). circolazione, sono il supporto ideale del
I legumi, componente classico ed indi- modello auspicato di alimentazione sana e
spensabile della dieta mediterranea, sono naturale. La pasta ed il pane sono i maggio-
gli alimenti ideali per il raggiungimento dei ri apportatori di amido ed il loro utilizzo
principali obiettivi dietetici nella preven- contribuisce ad un giusto equilibrio delle
zione delle malattie cronico-degenerative; altre componenti nutritive. La pasta in par-
ricche in proteine di buon valore biologico ticolare dovrebbe essere consumata quoti-
senza una significativa o rilevante quantità dianamente allo scopo di un idoneo appor-
di grassi saturi sono fornitori di fibra, di to calorico, rappresentando peraltro la ba-
carboidrati complessi e quindi di energia. se glucidica essenziale nella realizzazione
Bisogna, infatti, ricordare che gli alimenti operativa di una dieta razionale in tutte le
capaci di fornire proteine di buona qualità fasi della vita e nelle diverse situazioni fisi-
sono, in genere, una fonte non trascurabile che e fisiologiche.
di grassi saturi, ad eccezione, appunto, dei Determinante nella dieta mediterranea
legumi. Inoltre, bisogna ricordare che le è l’uso di verdura e frutta. La verdura, sia
proteine contenute in grande quantità nei quella che deve essere necessariamente
legumi hanno un basso contenuto di metio- cotta sia quella che può essere consumata
nina ma sono ricche di lisina. La combina- cruda, fornisce vitamine, sali minerali, oli-
zione dei legumi con i cereali (le cui pro- goelementi, fibra ed acqua.
teine sono povere di lisina, ma ricche di La dieta di molti bambini, adolescenti
metionina), come avviene nelle ricette tra- ed anziani è spesso carente di verdura. Ta-
dizionali italiane (pasta + ceci, pasta + fa- lora la sua assunzione è saltuaria o in quan-
gioli) permette di realizzare una “mutua in- tità nettamente inferiore a coprire i fabbi-
tegrazione delle proteine” con il risultato di sogni soprattutto di fibra alimentare. La
una qualità proteica notevolmente comple- dieta mediterranea comprende invece
ta (Alberti, 2006). un’integrazione articolata e costante di
Il pesce soddisfa in maniera ottimale il verdure, piatti costituiti da verdure e ce-
fabbisogno dell’organismo in proteine ani- reali, combinazioni tradizionali di verdure
mali. Le caratteristiche nutrizionali più im- con altri alimenti e non prevede quasi mai
portanti del pesce sono il basso contenuto la verdura come un semplice contorno.
lipidico globale (salvo alcune eccezioni) e L’aggiunta di spezie ed aromi arricchisce
la presenza di acidi grassi altamente insa- la dieta, rendendola più palatabile. La di-
turi della famiglia omega-3, il cui ruolo nel- sponibilità nel bacino del Mediterraneo di
la prevenzione dell’aterosclerosi è stato ne- molte piante aromatiche (basilico, prezze-
gli ultimi 10-15 anni ampiamente analizza- molo, rosmarino, cipolla, aglio, peperonci-
to e diffusamente acquisito. Un incremento no, ecc.) consente di arricchire i diversi
del consumo di pesce (e quindi di acidi piatti di sapori particolarmente gradevoli e
grassi omega-3), nell’ambito di una dieta a può contribuire alla riduzione della quan-
basso tenore di grassi saturi e contemplan- tità dei condimenti (Fidanza et al., 1993).
te l’utilizzo dell’olio di oliva, sembra espli- In conclusione, da anni esistono ragio-
care effetti altamente positivi nella preven- nevoli e documentate certezze che ci per-
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LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
54
Alimentazione, nutrizione e malattie 2
timi anni ’50 e nei primi anni ’60, quando le un unico modello alimentare, lo stesso mo-
conseguenze della seconda guerra mondia- dello nell’ambito di tradizioni e culture an-
le erano superate e la cultura del fast-food che molto diverse tra loro, ma con una ba-
non era ancora arrivata a diffondersi in tut- se similare che fa parte della stessa storia
te le aree del mediterraneo (Panagiotakos di tutte le popolazioni che vivono nei paesi
et al., 2004). Dieta mediterranea quindi co- del bacino del Mediterraneo. Non esiste
me modello alimentare analogo in molte quindi alcun dubbio che la dieta mediterra-
regioni del bacino del Mediterraneo, per nea possiede molteplici identità e ha vissu-
tanti aspetti unico e originale, perché paesi to sicuramente cambiamenti profondi an-
con tradizioni e storie diverse si sono tro- che per la modernizzazione dell’industria
vati a possedere lo stesso stile alimentare o alimentare e la “scoperta” di alimenti di-
comunque le stesse particolarità nutrizio- versi. Ma la solidità e la validità dell’alimen-
nali. tazione mediterranea antica e storicamen-
Esistono importanti e non trascurabili te confermata come dieta adeguata e salu-
riserve sulla bontà della dieta mediterra- tare si basano sulle numerose dimostrazio-
nea e significative riserve sulla terminolo- ni che nel loro insieme hanno evidenziato
gia, sul suo significato, sulla sua storia, con estrema coerenza e razionalità che
hanno indotto numerose riflessioni al ri- questo tipo di alimentazione, unitamente
guardo: all’attività fisica, comporta un minor ri-
“Si parla, troppo sovente a torto, di un schio per malattie croniche, neoplasie e di-
modello alimentare mediterraneo, quasi sordini metabolici, una qualità di vita mi-
che condizioni geografiche comuni fossero gliore e una maggiore longevità.
sufficienti a stabilire una comunità di scel- La dieta mediterranea definisce allora
te e di usi. Ma quante “diete mediterranee” uno stile di vita, un’alimentazione ragionata
ci sono? E tra esse quante sono “veramen- alla luce delle tradizioni più antiche e ri-
te” mediterranee? Se pensiamo agli ele- pensata con l’aiuto della potenziale capa-
menti che hanno contribuito a costruirle (il cità della industria alimentare più intelli-
pomodoro americano, la pasta comparsa gente e lungimirante di rendere più sicuri e
nel punto di contatto con gli arabi, le ver- più naturali gli alimenti e il cibo in genere.
dure e i frutti venuti dall’Asia…), non ci Definisce inoltre un’alimentazione comple-
può essere che una risposta. Non esiste al- ta, equilibrata, variata, naturale ma non au-
cuna identità “pura”.” (da Storia dell’ali- stera, genuina ma non povera. L’alimenta-
mentazione di Jean-Louis Flandrin e Massi- zione mediterranea infine è definita dagli
mo Montanari). effetti positivi che è in grado di determina-
Su queste riserve è opportuno concen- re, dai risultati sulla salute delle persone,
dalla straordinaria ricchezza delle sue ca-
trare l’attenzione critica. Per prima cosa
ratteristiche (basti pensare all’infinita va-
non c’è dubbio che il termine “mediterra-
rietà di piatti a base di verdure, a piatti uni-
neo” non sia quello più appropriato (Simo-
ci completi, alle semplici ricette culinarie e
poulos, 2001). Non esiste una dieta medi-
alle combinazioni alimentari mai artificiose
terranea, ma molte diete mediterranee, da-
e sempre o quasi facilmente eseguibili).
to che ogni paese che si affaccia sul Medi-
terraneo ha una propria cultura ed una
propria storia, oltre ad avere abitudini, tra- Le piramidi americane
dizioni e religioni diverse. Con questo pos-
siamo confermare quanto già scritto: esi- La piramide alimentare più conosciuta è
stono diverse diete mediterranee, forse stata elaborata dal Dipartimento dell’Agri-
tante, sicuramente però tutte raffiguranti coltura americano (USDA) nel 1992 come
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LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
56
Alimentazione, nutrizione e malattie 2
LATTE
e FORMAGGI
CARNI, PESCI,
2 - 3 porzioni
UOVA, LEGUMI
SECCHI
2 - 3 porzioni
VERDURE
3 - 5 porzioni
FRUTTA
2 - 4 porzioni
57
LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
Integratori di vitamine
Vegetali in abbondanza
Grassi vegetali
ad ogni pasto
FIGURA 2.2
Attività fisica giornaliera e controllo del peso
Nuova piramide
alimentare americana
(2003).
58
Alimentazione, nutrizione e malattie 2
ME
6 bicchieri moderazione
NS
d’acqua al giorno carne
ILE
dolci
SE
TT
uova
IM
AN
carni bianche
AL
pesce
E
formaggi, yogurt
olio di oliva
QU
frutta ortaggi
OT
ID
IA
legumi
NO
pane pasta
patate
riso
.
A.F. A.F
Dolci
Vino
A.F.
birra
A.F.
Latte
A.F.
imenti
i Cond
Derivat Legum
i
A.F.
Uova
A.F.
Salumi
Pescato
Carni
A.F.
ta A.F.
Riso-pas
Patate
Biscotti
Pane
A.F.
A.F.
i
Ortagg
Frutta
A.F. = Attività fisica FIGURA 2.3
A.F.
B Piramide alimentare
della dieta Mediterranea
e nuova piramide
alimentare italiana.
59
LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
ve ai benefici che l’alcol etilico può esplica- che per l’attività fisica. Nasce così la
re e dati definitivi non emergono dall’esa- piramide alimentare italiana elaborata
me critico dell’attuale letteratura. Non si dall’Istituto di Scienza dell’Alimentazione
possono comunque ignorare alcuni rilievi dell’Università di Roma “La Sapienza”
epidemiologici che suggeriscono come dosi (figura 2.3b). Vengono date indicazioni sulle
modeste di vino (1-2 bicchieri al giorno per quantità di cibo da consumare ogni giorno
l’uomo e 1 bicchiere per la donna) sembra- scegliendo tra i vari gruppi di alimenti
no in grado di ridurre il rischio di malattia secondo il criterio della quantità benessere
ischemica di cuore così come la mortalità “QB” (la porzione di alimento espressa in
globale (Klatsky et al., 1992; Willett et al., grammi). La scelta di QB degli alimenti che
1995). compongono la piramide alimentare sembra
Sebbene non ci siano convincenti in armonia con le abitudini alimentari
certezze per asserire che il vino è essenziale mediterranee. La piramide alimentare
nella dieta mediterranea e nel nuovo italiana si articola in sei piani in cui sono
modello alimentare proposto, molti autori disposti in modo scalare i vari gruppi di
indicano che un suo consumo moderato può alimenti indicati con colori diversi per
far parte di una dieta sana e razionale, ossia sottolineare che ciascuno è caratterizzato
dello stile nutrizionale raccomandabile da un diverso contenuto di nutrienti. È stata
(Rimm e Ellison, 1995). elaborata anche una piramide dell’attività
fisica che alla base ha la più semplice delle
attività e cioè la passeggiata. Poiché un QB
La piramide alimentare italiana corrisponde a 15 minuti di passeggiata ogni
giorno dobbiamo eseguire almeno 2 QB di
Nella tabella 2.11 sono riportate le indica- attività fisica (www.piramideitaliana.it).
zioni più importanti delle nuove linee-gui-
da alimentari per gli italiani. Al fine di
orientare la popolazione verso comporta- Oltre le piramidi…
menti alimentari più salutari, un gruppo di
esperti, secondo le direttive del Ministero Emerge la necessità di un’ampia riflessione
della Salute, ha redatto un modello di “die- su quanto abbiamo riportato e, prima delle
ta” coerente con lo stile di vita attuale e conclusioni, gli autori del libro si sentono
con le tradizioni alimentari del nostro pae- in dovere di precisare quanto segue:
se.
1. Le Linee Guida per una Sana Alimenta-
Oltre alle nuove linee-guida, viene
zione rappresentano una giusta impo-
elaborata la Piramide settimanale dello stile
stazione culturale ed operativa per rag-
di vita italiana che si basa sulla definizione
giungere obiettivi ragionevoli e realistici
di Quantità Benessere (QB) sia per il cibo
Tabella 2.11 - LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE: INDICAZIONI ESSENZIALI
60
Alimentazione, nutrizione e malattie 2
(diffusione di evidenze scientifiche, rac- terranea ossia la dieta anche del nostro
comandazioni e consigli nutrizionali, paese.
sensibilizzazione di un numero sempre
maggiore di cittadini coinvolti o no nel
campo della nutrizione applicata). Conclusioni
2. Le piramidi alimentari, nate per raffigu-
In questo capitolo abbiamo esaminato i
rare l’insieme delle raccomandazioni die-
rapporti tra alimentazione e malattie, dopo
tetiche ed esemplificare i concetti più
aver considerato il significato di dieta e di
importanti di una eccellente strategia
dietoterapia, di dieta equilibrata e raziona-
nutrizionale, sono diventate oggetti pit-
le. Una conclusione possibile, che sembra
torici sempre più surreali, simboli stra-
pertinente alle problematiche analizzate, si
vaganti, rimaneggiamenti complicati di
focalizza di necessità sulle recenti revisioni
precedenti piramidi. e chiarimenti del modello alimentare più
3. Le piramidi alimentari, che nelle inten- studiato negli ultimi anni, quello cioè della
zioni programmatiche sarebbero dovute dieta mediterranea o meglio dell’alimenta-
essere modificate solo se chiare eviden- zione mediterranea.
ze scientifiche (epidemiologiche, biolo- Molteplici operazioni culturali (o pseu-
giche, cliniche) ne avessero confermato doculturali) sono state il soggetto dominan-
la necessità, vengono modificate quasi te di tanta letteratura, che per articolati e
ogni anno o comunque alterate nel diversi scopi ha tentato di enfatizzare la
profondo senza che sia chiaro il motivo dieta mediterranea, in vario modo e con
di tali sostanziali cambiamenti (esem- spiccate distorsioni che nulla o poco hanno
pio: come può la piramide alimentare di scientifico: la dieta mediterranea è stata
italiana essere definita moderna rispetto confusa con la dieta vegetariana o con la
alla piramide mediterranea, se torna a dieta povera oppure con altre realmente ir-
consigliare la carne tutti i giorni o 5 razionali manipolazioni dietetiche (purtrop-
giorni su 7?). po anche a scopo dietoterapico). Frequen-
4. Gli autori si permettono di sottoscrivere temente la sua vera storica e ragionevole
a pieno quanto espresso e dichiarato nel definizione è stata dimenticata oppure alcu-
2003 dall’INRAN nelle Linee Guida, ma ni suoi aspetti più autentici sono stati igno-
esprimono perplessità e riserve su rati o volontariamente misconosciuti. Non è
quanto indicato e sottolineato nella ri- raro trovare linee-guida dietetiche che, sen-
partizione degli alimenti e dei nutrienti za motivazioni dimostrate e verificate come
da parte della piramide alimentare ita- valide, considerano come sconsigliabili o
liana, che sembra non solo dimenticare i inutili la pasta, il pane, il riso, i legumi e la
significati e la bontà della dieta mediter- frutta o addirittura indicano come “perico-
ranea ma addirittura stravolgere idee e loso” l’utilizzo dell’olio di oliva per cucinare.
passioni di tutti coloro che da anni si L’alimentazione mediterranea è ritenuta
impegnano per promuovere, difendere e un nuovo modello nutrizionale e contem-
mantenere integro il modello alimentare poranea valorizzazione di un diverso stile
mediterraneo. di vita. Essa costituisce una tradizione an-
5. Diventa infine curioso che sia nata que- tica capace di contribuire al raggiungimen-
sta piramide “nuova” nel momento stes- to o al mantenimento di una salute accet-
so in cui l’amministrazione Bush nell’an- tabile e probabilmente ottimale, senza ri-
nunciare la nuova strategia nutrizionale chiami a false utopie, ad “estetici” e strava-
e quindi la piramide nuova (quella del ganti indirizzi dietetici e miracolosi rima-
2005) difendeva proprio la dieta medi- neggiamenti culinari. La dieta mediterra-
61
LINEAMENTI DI DIETOTERAPIA E NUTRIZIONE CLINICA
nea (ma, sembra giusto sottolinearlo, tari (molti a buon mercato, ma di dubbia
esclusivamente la dieta propria di specifi- qualità nutrizionale) come i “nuovi alimen-
che aree geografiche che si affacciano sul ti” capaci addirittura di prevenire malattie
Mediterraneo, quali il Sud dell’Italia e la e disordini. Nonostante la dieta mediterra-
Grecia), esaminata ed indicata come un nea abbia subito profonde modificazioni e
modello dietetico sano (Gussow, Akabas, progressive involuzioni negli ultimi anni,
1993; Nestle, 1994), in grado cioè di inci- alcuni cibi fondamentali sono tuttora la ba-
dere concretamente sul benessere a lungo se del modello alimentare di molti paesi e
termine delle popolazioni, offre inoltre sen- sono consumati tradizionalmente come ne-
sazioni alimentari piacevoli che appaiono gli anni ’50 e ’60.
sempre di più importanti per una buona La speranza è che tutti i dati esistenti e
qualità di vita in tutte le età. le certezze scientifiche nella loro globalità,
Per le popolazioni del Mediterraneo la pi- quelle più elementari e quelle più com-
ramide proposta descrive una dieta tradizio- plesse, non siano solo oggetto di conversa-
nale che può e che deve essere mantenuta, zioni congressuali, ma siano materia di ap-
rivisitata e rivalorizzata, pur nell’ambito del profondimento, di verifica critica e di ri-
moderno stile di vita; per gli americani, per i flessione per gli operatori del settore di-
nordeuropei e per tutti coloro che vogliono dattico (medico-biologico e non) e per
migliorare la loro dieta, la piramide descrive quanti hanno la diretta ed importante re-
ed indica, nella sua ragionevole semplicità, sponsabilità dell’informazione ecologica e
un modello alimentare attrattivo per la sua alimentare.
famosa palatabilità così come per gli effetti
positivi sulla salute e che deve essere adot-
tato nella sua interezza o in associazione ad Bibliografia
altri stili nutrizionali documentati come tra-
Agradi E. Le basi scientifiche della dieta medi-
dizionalmente benefici. Non c’è dubbio che, terranea. Nutrizione e Salute. Roma: Verduci
nel momento stesso in cui molti autori an- Editore, 1988.
glosassoni valorizzano quello che noi erro- Alberts DS, et al. Lack of effect of high-fiber
neamente crediamo di conoscere molto be- cereal supplement on the recurrence of col-
ne, nella maggior parte delle regioni medi- orectal adenomas. N Eng J Med 2000; 342:
terranee, anche del Sud dell’Italia, le abitu- 1156-1162.
dini alimentari sono cambiate e da un tipo Bast A et al. Beta-carotene as antioxidant. Eu-
d’alimentazione basato su cereali, legumi, ropean Journal of Clinical Nutrition 1996; 50,
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passati ad un’iperalimentazione (Fidanza, Beliveau R, Gingras D. Role of nutrition in pre-
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pre più ricco di grassi saturi animali e vege- 1905-1911.
tali, di proteine animali, di zuccheri sempli- Borromei A, Maitan S. I radicali liberi dell’ossi-
ci. Molti cibi italiani sono “americanizzati” a geno, origini, effetti patogeni, terapie. Milano:
tal punto che sono diventati così ricchi di Masson, 1995.
grassi, colesterolo, sodio, energia, da essere Brunelleschi S. Metodi in vitro per la valutazio-
diventati completamente diversi dai cibi tra- ne degli antiinfiammatori. In: Dolara P, Fran-
dizionali da cui dovrebbero derivare (Hurley coni P, Mugelli A. Farmacologia e tossicologia
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è che la dilagante disinformazione cultura- Cestaro B, Gatti P, Cervato G. Gli antiossidanti
le al riguardo indica alcuni prodotti alimen- naturali e il loro ruolo nella prevenzione dei fe-
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