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Anabolismo e PH - Gaetano Gentile

Nel mondo sportivo ed in particolare nel body building si tenta di crescere il più velocemente
possibile in termini muscolari. Per fare ciò è indispensabile ottimizzare l'ambiente fisiologico dove
si trova necessario massimizzare il rilascio di ormoni anabolici, minimizzando chiaramente la
secrezione di quelli catabolici. Si dovrà quindi alimentare i muscoli con tutti gli aminoacidi e
l'energia possibile; un elemento fisiologico però spesso sottovalutato è l'omeostasi acido-base vedi
"cronomorfodieta"; il suo equilibrio è spesso sottovalutato ed è di importanza assoluta per :

 crescita muscolare
 forza
 dimagrimento
 salute.

Riducendo l'acidità del sangue i parametri su citati possono essere notevolmente migliorati; come
qualsiasi liquido il sangue possiede un PH intorno a 7.41 ( soggetto sano ) significa che per natura il
sangue è leggermente alcalino, ma recenti ricerche hanno più volte dimostrato che nell'uomo
moderno, il sangue è più acido di quanto non lo fosse in passato; se il PH del sangue è inferiore a 7,
si dice di un sangue in stato acido, se il PH è pari a 7, il sangue è in uno stato neutro, se il PH è
superiore a 7, ci si trova in uno stato alcalino. Se il valore medio del PH è 7.4, nei body builder
raramente questo valore è riscontrato; in pratica, quanto segue, è motivo di aumento dell'acidità:
l'allenamento produce acido lattico, maggiore è la sua concentrazione più basso sarà il PH;
ingerendo molte proteine si riduce il PH ( acido ), le stesse sono fatte da aminoacidi, quindi un
gruppo acido; una dieta ipocalorica libera acidi grassi, che abbassano il PH; nelle diete metaboliche
i corpi chetonici, anch'essi concorrono ad acidificare il sangue. Osservazioni attente di alcuni
studiosi tedeschi ha portato a costatare l'incremento notevole di alcune prestazioni ed il
raggiungimento di alcuni obiettivi nei soggetti trattati con alimenti alcalini rispetto a coloro che
avevano assunto alimenti acidi; i principali organi deputati alla liberazione di acido dal sangue,
sono i reni, che in un continuo stato di acidità hanno mostrato segni di sofferenza, non legato alla
filtrazione di un eccesso di proteine, ma bensì all'acidità del sangue filtrato. E' chiaro quindi ed
anche dimostrato che la tendenza nell'uso di cibi acidificanti, deve essere in parte rivista,
sostituendo una parte di essi con cibi alcalini, soprattutto per aiutare i reni a svolgere il proprio
lavoro con meno fatica; in questo modo la sintesi proteica muscolare ( anabolismo ) migliorerà,
volendo idealmente tenere le seguenti proporzioni tra i cibi: 70% 80% cibi alcalini e 30% 20% cibi
acidi.

Di seguito altri dati studiati sull'effetto negativo di un'alimentazione prevalentemente acida:


disgregazione muscolare, cioè il catabolismo proteico era del 53% superiore ad organismi con PH
alcalino; decremento dell'IGF1 del 25% con una riduzione del GH e della densità dei recettori del
GH stesso; un ambiente acido sembrerebbe favorire la conservazione del grasso corporeo;
riduzione del 13% vi è stata a carico della tiroide con un calo del suo ormone più attivo il T3 ed un
calo del 10% del T4. Nelle donne rese artificialmente acide, gli acidi grassi liberi sono diminuiti
rapidamente del 35%, quando sono state rese alcaline gli acidi grassi liberi sono aumentati del 28%
rispetto al valore base. Il risultato di un PH basso ( acido ) è segno di stanchezza e riduzione
prestativa, lo dimostrano alcuni studi sugli integratori alcalini o tampone, ove sono stati evidenziati
aumenti di forza e resistenza.

Come già descritto nell'articolo "anabolismo e PH", la dieta del PH è un particolare ( quanto
favorevole ) regime alimentare che permette attraverso l'assunzione di alcuni tipi di alimenti, il
raggiungimento di un equilibrio acido-base. Se avete letto ed è nei vostri ricordi l'articolo
sull'allenamento femminile, e gli errori che un determinato biotipo non deve commettere ( vedi
articolo "Tutte per uno uno per tutte ???" ), dicasi la stessa cosa per la loro corretta alimentazione
anche e soprattutto in termini di cibo alcalinizzante. Come si è spesso ribadito una buona efficienza
circolatoria, contrasta le problematiche legate al ristagno ed aiuta i processi di dimagrimento.
Purtroppo in presenza di acidità corporea eccessiva, le fibre di collagene si danneggiano, l'efficienza
circolatoria diminuisce ed aumenta la predisposizione verso condizioni di ritenzione idrica e
processi infiammatori. Anche il sistema endocrino risente molto dell'ambiente acido riducendo la
sensibilità all'insulina e promuovendo la produzione di cortisolo; un PH acido non aiuta i processi di
dimagrimento ma, come già esposto in altri articoli, tende alla conservazione di massa grassa, alla
riduzione di quella magra, rallenta il metabolismo ed aumenta l'appetito.

Questi processi potrebbero peggiorare con gli allenamenti anaerobico-lattacido, soprattutto nelle
donne; anche l'alimentazione iperproteica che spesso è associata alla pratica del fitness, tende a
diminuire il PH con il rilascio di aminoacidi. Devo purtroppo sottolineare, che è di gran moda anche
tra le donne, l'uso di scarsissime quantità di carboidrati ai fini del raggiungimento di un
ricercatissimo dimagrimento; tale metodica innesca un meccanismo di rilascio degli acidi grassi,
che concorrono anch'essi ad abbassare ulteriormente il PH. Per quanto in modo breve è stato detto,
si può intuire l'importanza di ristabilire un equilibrio acido-base ottimale; ma cosa mangiare per
mantenere questo equilibrio? Le linee guida prevedono l'assunzione di circa l'80% di origine non
animale, cioè: mele, limoni, insalata, patate, mandorle, mirtillo, broccoli, bieta, carote, fagiolini,
cipolle, arance ed in genere frutta e verdura fresca e solo un 20% di: carne, pesce, uova, crostacei,
latte e suoi derivati.

Le linee guida danno come migliore rapporto la combinazione degli alimenti come suggeriti: 1:4
cioè ad ogni alimento acido se ne aggiungono 4 alcalinizzanti; ricordo a tutti che alcuni tipi di
carboidrati, tra cui pasta, pane e cereali, fanno parte degli alimenti acidi, ma non per questo vanno
totalmente eliminati ma solo limitati, e sarebbe preferibile optare per quelli di tipo integrale; di
fondamentale importanza è bere molta acqua, ed anche in questo caso leggere l'etichetta rende
grandi vantaggi, anche l'acqua ha un suo PH; pertanto l'acqua dovrebbe avere un PH da 7 e
superiore a 7. E' doveroso da parte mia inserire una mia osservazione: non essendoci molti studi a
dimostrazione della validità scientifica di tale sistema, non vuol dire che l'attuazione della stessa
non funzioni, tutt'altro, provare a facilitare l'organismo a svolgere meglio le proprie funzioni non
sarà condannabile da nessuno. Il mio consiglio per attuare la dieta abbinata all'allenamento stà nello
schema che segue :

Allenamento: 3 giorni a settimana e dieta del PH

Nei giorni di Lun. Mer. Ven. si sostengono gli allenamenti con la dieta come suggerita, se non fosse
proprio possibile attuarla e volendo continuare come si è abituati potremmo almeno nei giorni di
recupero ( Mar. Giov. Sab. Dom. ) utilizzare gli alimenti come nella proporzione suggerita di 80%
alcalini e 20% acidi; in questo modo non si è lontani dagli standard e si aiuta a purificare il nostro
corpo, reqalando ai nostri reni uno stato di assoluto benessere. Come sono solito consigliare, a
chiunque decidesse di attuare questi consigli, è preferibile che interpelli il proprio medico curante o
un nutrizionista.

INTEGRAZIONE ALCALINA - AIF -


Accademia Italiana della Forza
del Dott. Francesco Pelizza

Conoscendo l’argomento, la classica primordiale e fruibile domanda: “Come possiamo sfruttare


questa conoscenza? Quale aspetto pratico possiamo estrapolare?”

Riceve risposte pragmatiche oppure proposte di marketing.

L’integratore indispensabile, il prodotto alcalinizzante, l’elemento alcalino di primordiale fattura,


non sono la risposta vera al problema, e alla necessità di mantenere il nostro corpo alcalino!

Acido e alcalino, sono due facce di una medaglia, che non è influenzabile da un unico prodotto, il
quale se presente risolve qualsiasi problema.

Il metabolismo, è ciò che scaturisce la proprietà acida e alcalina!

La sintesi e l’anabolismo, sono generalmente processi che tendono a neutralizzare il pH o


alcalinizzarlo.

Il catabolismo, è il demone acido invece, più pronunciato sarà e più genererà molecole acide.

Ma pur dicendo questo, il metabolismo è qualcosa di così complesso, che queste due affermazioni,
rimangono vere solo in contesti normali, fisiologici.

Altrimenti l’uso di farmaci anabolizzanti sarebbe una fattezza chimica che produce alcalinità.

Analogo discorso vale per le neoplasie, tessuto in rapida crescita, ma tendenzialmente più acido.

Invece no! Se l’anabolismo è forzato e non naturale, si innescano processi secondari, che ancora
una volta generano molecole acide, perché alla fine per sintetizzare qualcosa (anabolismo), bisogna
distruggere altro(catabolismo).

Il quadro è già più complesso, e non finisce qui.

Il catabolismo di alcune molecole, è la salvezza e ci porta verso il basico (alcalino), mentre il


catabolismo di altre molecole ci fa precipitare nell’acidità.

Per cui:

 mangiare troppe proteine, soprattutto da fonti animali (ricche in scorie animali) acidifica
 mangiare troppe poche calorie, vi rende mediamente più catabolici, acidificando
 pochi, pochissimi o zero carboidrati con invece un buono o forte apporto di acidi grassi,
aumenta la frequenza con cui vengono prodotti acidi organici, tra cui i corpi chetonici,
molecole tendenzialmente acide, e che si possono accumulare a considerevoli livelli nel
sangue, per sostentare il metabolismo del cervello per scarsità di glucosio, acidificando
 integrare amminoacidi diretti, senza digestione proteica, non risolve il problema dell’acidità
 pasti pesanti, per quantità, qualità, entità, lavorazione del cibo e natura del medesimo, mette
in difficoltà il sistema digerente, aumentando nella media i livelli di somatostatina, che se
anche per brevi periodi rimane aumentato, stimola fortemente il catabolismo, acidificando

Vorrei aver concluso, ma lista è ancora veramente troppo lunga !


Leonardo Cesanelli, laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, laureando in Nutrition and
Functional Food.

Dieta Alcalina
La dieta alcalina è un approccio dietetico che nasce nell’intento di alcalinizzare il nostro corpo.
L’idea di fondo è che l’ettività fisica, lo stress e l’alimentazione incontrollata portano ad una tendente
acidificazione con conseguenze negative per la salute.

Per far fronte a questa situazione dunque si dovrebbero introdurre alimenti alcalinizzanti ed
impostare la dieta secondo determinati standard e valori.

La dieta alcalina ha diverse imprecisioni alla sua base, tuttavia possiamo trarne degli utili consigli.

Perfetta dunque non è, ma diamo subito dei concetti generali per poi arrivare ad un nostro take home
message.

Alimenti
Prima incomprensione è quella riguardante gli alimenti. La dieta alcalina va a dividere gli alimenti
in base al loro potere acidificante o alcalinizzante. Questo potere deriva per lo più dai valori di
micro elementi che vanno a costituirli.

Vedremo tra poco cosa si intende in questo senso, per ora però fermiamoci ad un’importante
distinzione: un alimento acido, a livello di sapore, può essere alcalinizzante, dunque andare a favorire
un ambiente basico.

L’esempio classico è il limone, alimento alcalinizzante che ha un sapore…beh, lo sapete da voi!

PRAL

Tornando dunque al discorso di prima, andiamo a parlare di PRAL. Si tratta di un sistema o valore
per andare ad identificare l’effetto, alcalinizzante o acidificante, degli alimenti nel nostro corpo.

PRAL è l’acronimo di Potential Renal Acid Load, ovverosia il carico acido renale potenziale. Ed è
un valore frutto del lavoro del Dr. Remer. Viene estratto dalla formula:

PRAL: Cl+P04+S04-Na-K-Ca-Mg

Dove: Cl è il cloro, PO4 sono i fosfati, SO4 i solfati, mentre Na è il sodio, K il potassio, Ca il calcio
e Mg il magnesio.

Vediamo quindi che è la composizione dei minerali a determinare l’impatto degli alimenti in termini
di effetto alcalinizzante ed acidificante.

Cosa Acidifichiamo?
Ok, fin qui ci siamo, cerchiamo però di capire cosa andiamo ad acidificare/alcalinizzare.
Altro misunderstanding, molti vanno a parlare di variazioni del pH ematico. Questo logicamente non
è possibile, una minima variazione dello stesso porterebbe alla morte, non a caso il nostro corpo
è perfettamente attrezzato, tramite sistemi tampone, soprattutto respiratori, a far fronte a queste
situazioni.

La grande critica alla dieta alcalina è dunque infondata e basata su un’incomprensione (o scarso
studio dei suoi principi). Quello che viene alcalinizzata è la matrice cellulare, che è vittima di
variazioni di pH per via soprattutto dell’allenamento.

Impatto dell’allenamento

Apriamo ora un’altra, necessaria, parentesi su come la vita, l’attività fisica ed altri fattori influiscono
sul pH della matrice. L’allenamento causa un accumulo di metaboliti, di scarti, ioni H+ etc.. che
portano ad un abbassamento del pH (effetto acidificante).

Questo effetto, pur portando ad una reazione di adattamento (ipertrofia) risulta dannoso per la salute
e deve essere, una volta causato, fronteggiato. Capiamo bene che la tipologia d’allenamento che
seguiamo ha un impatto non da poco su quanto questo effetto sarà ampio.

Quel che sappiamo è che l’allenamento porta a due tipologie di stress: metabolico e meccanico.

Lo stress metabolico è quello causato proprio dall’accumulo di metaboliti e, conseguentemente,


quello che porta ad una maggiore variazione del pH. Stress questo, come sappiamo, tipo del lavoro
di Bodybuilding, di pompaggio, a ripetizioni alte e carichi relativamente bassi.

Arrivati a questo punto possiamo trarre un’importante conseguenza: il lavoro di Bodybuilding avrà
bisogno maggiormente di essere tamponato per evitare un crollo del pH con annesse difficoltà di
ripresa ed adattamento del nostro corpo.

Guida Pratica
Arrivati a questo punto cerchiamo di dare delle indicazioni su come comportarsi e applicare la dieta
alcalina.

Non si tratta semplicemente di cercare un’alcalinizzazione per il nostro corpo quanto piuttosto di
andare a considerare il pH della matrice ed il PRAL degli alimenti in funzione dell’andamento
circadiano degli stessi.

Circadianità

L’andamento del pH è fortemente connesso alla circadianità del nostro corpo. Su un soggetto in
fisiologia l’andamento ormonale della giornata va di pari passo con un mutamento dello stato
anabolico e catabolico del corpo.

Al mattino avremo un picco dei valori di cortisolemia che andrà a scendere nell’arco della giornata,
parallelamente il SNA (Sistema Nervoso Autonomo) avrà shitato al mattino in ortosimpatico (fight
or fly) questo porta ad un assetto tendenzialmente catabolico del nostro corpo (il corpo è attivo, il
metabolismo veloce).
La sera viceversa avremo un abbassamento del cortisolo, uno shift nel parasimpatico ed un assetto
anabolico.

Cosa c’entra questo con il PRAL? Ebbene un assetto catabolico porta ad una maggiore secrezione di
scorie, motivo per il quale si richiede un PRAL negativo (alimenti alcalinizzanti) per far fronte alla
tendenza di acidificazione del nostro corpo.

In un contesto invece anabolico il PRAL dovrà essere negativo per far fronte alla tendenza di
alcalinizzazione del corpo. In sostanza la dieta alcalina non vuole alcalinizzare il corpo ma solo
regolare il pH della matrice.

Il termine “alcalina” deriva da due motivi:

#1 Anzitutto è più complesso alcalinizzare il nostro corpo con la dieta, la maggior parte degli
alimenti porta ad un’acidificazione della matrice, il PRAL è positivo, di conseguenza in un
programma alimentare “tradizionale” la tendenza sarà quella di acidificare con l’alimentazione
(eccesso di cereali, carni, pesci etc..).

#2 Il secondo problema è che il PRAL della giornata avrà comunque una media negativa, questo
perchè al mattino la tendenza acidificante sarà motlo alta mentre la sera quella alcalinizzante lo sarà
di meno.

Conclusioni e Linee Guida


Diamo allora delle linee guida su come impostare al meglio il proprio piano alimentare sulla base
del PRAL.

#1 Al mattino il PRAL dovrà essere tendenzialmente negativo, strada dunque a frutta, verdura e
ortaggi come patate.

#2 Negativo dovrà esserlo fino a pranzo ma con un impatto minore, dunque ammessi anche
qualche cereale o carni/pesci.

#3 Verso sera terremo un PRAL tendenzialmente positivo dunque carne e pesce in libertà e
moderate quantità di frutta e verdura.

#4 La prima regola sarà però di avere un pasto molto alcalinizzante nel pasto successivo
all’allenamento, senza doversi ingozzare subito ma aspettando almeno un’oretta.

Le tabelle del PRAL degli alimenti potete trovarle facilmente online. Va detto comunque che si
tratta di una finezza in più che ha senso in un soggetto che non risponde ai pogrammi tradizionali. Un
soggetto che ha difficoltà ad entrare in fisiologia, che non viene smosso e non migliora può trarre
estremo beneficio da questo approccio.. provare per credere!

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