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gravidanza
allattamento
allattamento
Alimentazione
materna
e fabbisogno
di nutrienti in
gravidanza e
allattamento
Un documento di consenso italiano
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NFI-Nutrition Foundation of Italy
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Dipartimento Materno-Infantile Azienda Ospedaliera Luigi Sacco -
Centro Universitario di Ricerche Fetali Giorgio Pardi - Dipartimento
di Scienze Biomediche e Cliniche Università di Milano;
Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP)
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Nutrizione Clinica e Applicata - Clinica Pediatrica Ospedale San Paolo -
Dipartimento Scienze della Salute Università degli Studi di Milano;
Società Italiana di Pediatria (SIP)
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U.O. di Ginecologia ed Ostetricia - Presidio Ospedaliero “S. Cimino”
di Termini Imerese; Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO)
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Università di Milano; Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE)
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Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza
“Cannizzaro” di Catania; Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO)
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Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e Materno Infantile “
G. D’Alessandro - Azienda Ospedaliera Universitaria “P. Giaccone” -
Università degli Studi di Palermo; Società Italiana di Pediatria (SIP)
allattamento
allattamento
allattamento
Introduzione 5
Energia e macronutrienti 6
Proteine 6
Grassi 7
DHA 8
Micronutrienti 10
Ferro 10
Iodio 12
Calcio 14
Vitamina D 15
Acido folico 18
Conclusioni 24
Bibliografia 27
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paese, infatti, la maggior parte del ferro alimen- nel circolo fetale.
tare si trova nella forma non-eme, il cui assorbi- Durante la gestazione, la carenza di ferro può
mento è strettamente legato alla composizione alterare la crescita e lo sviluppo del feto e au-
generale della dieta e allo stato nutrizionale in- mentare il rischio di parto pretermine e di basso
dividuale. Fitati e polifenoli, ad esempio, sono peso alla nascita30. Secondo alcuni studi recenti,
in grado di inibire l’assorbimento del ferro nella livelli inadeguati di ferro durante la gravidanza
forma non-eme, che invece è favorito dall’acido si assocerebbero a un aumento del rischio car-
ascorbico o dal consumo ad esempio di carne diovascolare per il figlio in età adulta31. Anche
e pesce. In generale, l’organismo umano è in l’emorragia post partum sembra correlarsi con
grado di assorbire il 2-13% del ferro non-eme un apporto insufficiente di ferro32.
contro il 25% circa della forma eme. La carenza di ferro, la più comune a livello mon-
diale, interessa il 22% delle donne in età fertile
Il fabbisogno di ferro in gravidanza aumenta in Europa, e ben il 50% circa nei paesi in via
progressivamente fino al terzo mese, parallela- di sviluppo33, oltre che buona parte dei bambi-
mente all’accumulo del ferro stesso nei tessuti ni di età compresa tra 6 e 36 mesi34. L’apporto
fetali. Il trasferimento dalla placenta al feto è inadeguato in gravidanza, associato all’aumento
regolato da un complesso meccanismo di tra- del fabbisogno in questa fase della vita, rende
sporto: dal fegato della madre, nel quale è con- la gestante a rischio ancora maggiore di anemia
servato come ferritina, il ferro viene rilasciato in ferropriva30. Le indicazioni in termini di livelli
circolo come Fe2+ e quindi ossidato a Fe3+, che di assunzione raccomandati variano dai 27 mg
si lega alla transferrina. A livello della placenta, al giorno per tutte le donne in gravidanza del
con un meccanismo di captazione endosomiale, Center for Disease Control and Prevention e dei
passa nelle cellule e viene trasferito al feto da LARN ai 30-60 mg dell’OMS (Tab. 2).
una specifica proteina, depositato come ferriti- La supplementazione di ferro in gravidanza
na o legato ancora alla transferrina e trasportato è raccomandata per ridurre il rischio di parto
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la supplementazione con vitamina D è racco- come in età fertile, è pertanto necessaria per
mandata in tutte le donne gravide, alla dose di soddisfare il fabbisogno di tale vitamina du-
600 UI/die (15 mcg). Nelle donne con fattori di rante l’allattamento, come raccomandato nel
rischio per deficit di vitamina D, i dosaggi do- già citato documento di consenso delle società
vrebbero essere superiori e pari a 1.000-2.000 di pediatria. Tali livelli possono essere aumen-
UI/die. La profilassi con vitamina D dovrebbe es- tati fino a 1.000-2.000 UI/die in caso di fattori
sere prevista fin dall’inizio e per tutta la durata di rischio di carenza della vitamina per tutta la
della gravidanza. durata dell’allattamento. Bisogna tuttavia ricor-
Data l’influenza dell’esposizione alla luce sola- dare che la supplementazione materna non è
re per il metabolismo della vitamina D, anche ritenuta sufficiente per i fabbisogni del neona-
durante l’allattamento si pone l’attenzione sul to, che va quindi supplementato direttamente.
rischio di deficit soprattutto per le etnie con
cute iperpigmentata o con scarsa esposizione Acido folico
alla luce solare. L’assunzione abituale con l’a-
limentazione è in genere sufficiente, ma può I folati rappresentano un complesso vitaminico
risultare inadeguata, particolarmente in situa- idrosolubile appartenente al gruppo B, contenuto
zioni di maggior fabbisogno e in aree e/o paesi soprattutto nei vegetali a foglie verdi, nella frut-
in cui le fonti alimentari sono ridotte. Il latte ta (ad esempio nelle arance), nei cereali e nelle
materno, infatti, contiene quantità di vitamina frattaglie. La biodisponibilità dei folati contenuti
D insufficienti (< 80 UI/l) per la prevenzione del negli alimenti citati è molto variabile, e dipende
deficit di vitamina D nel primo anno di vita55. anche dalla presenza dei cosiddetti antinutrienti,
Un’assunzione pari a 15 µg/die (600 UI/die), in grado di ridurne l’assorbimento.
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colare, una condizione essenziale per garantire il durante la gravidanza, è un’indicazione sulla qua-
benessere della donna e una favorevole evoluzione le concordano tutte le linee guida nazionali e in-
della gravidanza: ed anche nei paesi maggiormente ternazionali58. L’impatto della supplementazione
industrializzati, con benessere più diffuso, l’apporto sulla salute della madre e del bambino è tanto
con gli alimenti di alcuni nutrienti, più o meno fre- maggiore quanto migliore è l’adesione a un regi-
quentemente a seconda dei casi, non appare ade- me alimentare adeguato.
guato in gravidanza e nel corso dell’allattamento.
I dati italiani disponibili (per quanto ottenuti nella ¾ Vitamina D: si registra al proposito una man-
popolazione adulta in generale e non specifica- canza di univocità sui livelli di assunzione rac-
mente in quella femminile in età fertile) confer- comandati nei diversi paesi97. In Italia, il recente
mano che nel nostro Paese i livelli medi di assun- documento di consenso pubblicato dalle Società
zione sono inadeguati, per quanto riguarda tutti i di pediatria sottolinea l’elevata prevalenza delle
nutrienti qui considerati: DHA, ferro, iodio, calcio, condizioni di carenza anche nel nostro Paese ed
acido folico e vitamina D96 (Tab. 5). In particolare, i evidenzia l’importanza della profilassi nei soggetti
valori registrati in Italia si discostano da quelli rac- maggiormente a rischio di deficit e durante la gra-
comandati dai LARN 2014 in misura variabile dal vidanza e l’allattamento al seno.
40% (per lo iodio) all’85% (per la vitamina D).
Il consenso, per quanto riguarda questi micronu- ¾ Ferro: nonostante sia condivisa la necessità
trienti, può essere così sintetizzato: dell’attenzione all’apporto di questo minerale du-
rante la gravidanza, si registrano anche in questo
¾ Acido folico: la necessità di supplementare la caso approcci diversi, in termini di raccomanda-
dieta materna con questo micronutriente, anche zioni, nei diversi paesi. In generale si ritiene che
attraverso la fortificazione di alimenti di uso quoti- la supplementazione con ferro dovrebbe essere
diano (interventi di questa natura sono già in atto stabilita sulla base di una valutazione clinica indi-
in molti paesi) già dal periodo preconcezionale e viduale; numerosi dati scientifici (sostenuti anche
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