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La storia nascosta di Nicola Romeo, fondatore

dell' Alfa

Vi siete mai chiesti perchè l'Alfa si chiama Romeo??


Il perchè sta nel fatto che un imprenditore napoletano, precisamente diSant'Antimo, l'ing. Nicola
Romeo, acquistò l'Alfa, che era un'azienda automobilistica fallimentare, fecendola diventare quella che
è adesso.
Ancora risuonano le storiche parole di Henry Ford che disse, agli inizi del '900: "quando passa un' Alfa
Romeo mi tolgo il cappello".
Ma nessuno invece è a conoscenza di un'altra storia! Una storia che include in se tutta la "tragedia" che
il Sud vive dal giorno in cui fummo annessi al regno d'italia (scritto volutamente in minuscolo).
E questa storia si inserisce anche e prepotentemente nella famosa frase del primo governatore della
banca d'italia, Carlo Brombini, che nel 1862 affermò: "il Mezzogiorno non dovrà più essere in grado di
intraprendere".
Grazie ad uno studioso, Carmine De Marco, autore del libro "La conquista e la colonizzazione del
Meridione d’Italia", è emerso il motivo per cui un imprenditore napoletano decise di acquistare
un'azienda fallita. Più che per libera scelta, infatti, fu costretto...
Di seguito riporto il testo di un'intervista a Carmine De Marco di Angelo Picariello che è tratto da una
testimonianza di un erede dell'ing. Nicola Romeo:

«La vicenda emblematica di come l’industria meridionale, fiorente fino a 150 anni fa, in special modo
quella metalmeccanica, già da mezzo secolo fosse stata abbandonata a sé stessa per privilegiare
quella del Nord. L’ingegner Nicola Romeo, ricordiamolo, era un geniale imprenditore metalmeccanico
che aveva diversi, importanti stabilimenti nella zona Napoli. Licenziatario per la costruzione di
camioncini di trasporto truppe della francese Darracq, allo scoppio della Prima guerra offrì allo Stato
italiano il suo prodotto a prezzo vantaggioso, ma si sentì rispondere che esso acquistava solo
prodotto nazionale. Cioè del Nord. Così accettò di rilevare l’A.L.F.A (Anonima Lombarda Fabbrica
Automobili), che aveva i suoi stabilimenti a Portello, presso Milano, ed era in liquidazione. Finita la
guerra, nel 1918, fu inizialmente cambiato il nome della società in "Società Anonima Ing. Nicola Romeo
e Co.". Ma si sa che i napoletani sono buoni di cuore: infatti Romeo non infierì, e al termine di una
lunga vertenza con i vecchi proprietari dell’Alfa, non mise sullo scudetto il Vesuvio, ma lasciò il
biscione milanese. E tutti oggi si lamentano per l’Alfa-Sud di Pomigliano, poi passata alla Fiat,
"regalata" ai meridionali "sfaticati" dai generosi industriali settentrionali».

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