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Da operaio bambino

a grande carrozziere
Alfredo Vignale iniziò a battere la lamiera appena undicenne. A 24 anni diventò capofficina negli
Stabilimenti Farina. Nel 1946 fondò la carrozzeria che porta il suo nome. Nel 1950 vestì la prima
Ferrari. Firmò centinaia di capolavori. Numerose le fuoriserie Fiat.
di Elvio Deganello

N
1950 Nella ato il 15 giugno 1913 da ge- do l’alluminio degli aerei abbattuti
foto in alto: nitori liguri attirati a Torino per farne pentole e parafanghi da
la compatta dall’industria dell’auto, Al- bici. Con i risparmi sperava di met-
berlinetta fredo Vignale diventò apprendista tersi in proprio. Sembrava difficile,
Ferrari 340
America magnin (battilastra in torinese) ma nel 1947 Piero Dusio, titolare
sull’autotelaio all’età di 11 anni presso la martelle- della Cisitalia, lo chiamò per dar
# 082A. Il 23 ria Ferrero & Morandi. A 17 anni, forma alla 202 aerodinamica dise-
aprile vinse la ormai operaio provetto, andò da gnata dall’ing. Giovanni Savonuz-
XVIII Mille Pinin Farina e completò la forma- zi. Alfredo riuscì così bene, che Du-
Miglia con zione con il miglior maestro possi- sio gli espresse la sua soddisfazio-
Luigi Villoresi/ bile. Nel 1935 partì soldato e al ri- ne con tanto denaro da incorag-
Piero Cassani a torno siglò un contratto da artigia- giarlo a prendere in affitto un loca-
dispetto
dell’incidente
no indipendente con Giovanni Fa- le in una ex segheria e avviare l’at-
che danneggiò rina, titolare della Stabilimenti Fa- tività in proprio. Inizialmente la
il parafango rina. In pratica, non disponendo di produzione riguardò le solite pen-
sinistro. Le locali e attrezzature proprie, lavo- tole e i parafanghi, poi un’impor-
Ferrari di rava da Farina con le attrezzature tante commessa di involucri me-
Vignale del grande carrozziere. Vi rimase tallici per ghiacciaie portò le risor-
vinsero anche anche durante la guerra, quando se economiche sufficienti per pen-
le Mille Miglia gli Stabilimenti diventarono opifici sare alle automobili.
del 1952 e del 1949 La Fiat 6c 1500 che si è imposta nel Concorso d’Eleganza del Giardino dei
militari. Tutto iniziò da una Topolino coupé Boboli a Firenze. La linea “ponton” ha trovato qui un’originale interpretazione con
1953.
Cessato il conflitto, Alfredo iniziò a affidata per la vendita all’autosalo- particolari avveniristici, come il paraurti integrato nella calandra, che solo
impiegare il tempo libero sbalzan- ne Morbidelli di Torino. Casual- recentemente si è affermato nelle auto moderne.
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mente, un giornalista inglese la fo-
tografò e la pubblicò sulla rivista
Autocar attribuendola a Pinin Fari-
na. Chiarito l’equivoco, Vignale ot-
tenne istantaneamente il ricono-
scimento come carrozziere.
Poco dopo, il magico incontro con
il designer Giovanni Michelotti
diede il via a una straordinaria in-
tesa. Giovanni tracciava l’idea in un
figurino, Vignale la traduceva nella
lamiera senza bisogno di disegni
esecutivi. Il loro primo lavoro, una
Fiat 1100 cabriolet, vinse il premio
di categoria nel Concorso d’Ele-
ganza di Torino nel 1948. L’anno
dopo raddoppiarono con una Fiat
1500 cabriolet che conquistò il 1952 La Ferrari 212 E realizzata sul telaio # 0211 per Giani Agnelli, allora giovane play-boy. Al
premio di categoria e il primo pre- contrario di altre Ferrari dell’Avvocato, questa è composta e tradizionale. Nemmeno la verniciatura
mio al Concorso d’Eleganza del bicolore e gli elementi decorativi presentano gli eccessi di altre creazioni Vignale.
Giardino di Boboli, a Firenze. Da al-
lora fu un susseguirsi di successi,
fra questi ricordiamo la Maserati
A6 2000 esposta al Salone di Parigi
nel 1950 e le 160 Ferrari da corsa e
da strada che accrebbero la fama
del carrozziere e contribuirono a
quella del costruttore di Maranel-
lo. Ben presto, la fama del carroz-
ziere varcò l’Atlantico e portò ric-
chi committenti, come il miliarda-
rio Briggs Cunningham, che fece
carrozzare a Torino le sue C3 moto-
rizzate Chrysler, e il costruttore di
hot-rod Bill Frik, che affidò a Vigna-
le sue “special” con motori Cadillac
e cambi Mercury montati su telai
1947 La spettacolare Cisitalia 202 in lamiera scatolata di propria con-
berlinetta disegnata dall’ing. Giovanni cezione.
Savonuzzi e magistralmente eseguita Per l’America partirono anche le
da Alfredo Vignale nel suo primo lavoro Cisitalia 808 XF coupé e roadster 1952 Sul medesimo impianto stilistico definito da Giovanni Michelotti Vignale
da carrozziere indipendente. sviluppate dalla meccanica fornita allestì alcune Aurelia B52 sia in versione cabriolet, sia in versione coupé (nella foto),
tutte caratterizzata da un identico frontale molto scolpito e molto ricco di elementi
decorativi cromati.

1950 La Maserati A6G 2000 esposta al Tokyo Concorso Eleganza 2009. Lo slancio
della tinta bicolore rende aggressiva la raffinata composizione del frontale. La
bombatura dei parafanghi, che suggerisce la tensione delle zampe di un felino 1953 Il reparto finitura nelle officine di via Cigliano 29-32. All’interno i reparti erano
pronto al balzo, rende “nervosa” la coda.. collegati solo da passaggi pedonali. Perciò le auto in lavorazione per passare
dall’uno all’altro dovevano essere spinte a mano sulla strada da una porta carraia
all’altra.

1950 La Lancia Aurelia coupé a 4 posti che il carrozziere chiamò Erminia in onore 1953 La 808 XF Cabriolet che la Cisitalia propose a Henry Ford sperando di
del comico Erminio Macario, che fu il primo committente. Fra i clienti di Alfredo sollevarsi dalle difficoltà. L’arcaico autotelaio americano e il fiacco motore a sei
Vignale vi furono molti personaggi dello spettacolo, magnati della finanza e teste cilindri non aiutarono la riuscita del modello disegnato da Giovanni Michelotti e
coronate. battuto sulla lamiera dalla carrozzeria Vignale.
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1955 La stravagante Rolls Royce Silver Wraith allestita sull’autotelaio # LCLW14 per
Joseph Maschuch di New York, che chiese di disporre un televisore nel mobile bar, di
verniciare di verde tutto il motore (carburatore compreso) e di cromare tutti i tubi e il
coperchio delle punterie.

1953 La Cunningham C 3 realizzata per il miliardario e pilota americano Briggs Cunningham nelle
configurazioni coupé 2+2 (18 esemplari) e spider (9 esemplari) alcuni dei quali con allestimenti
stradali (meglio rifiniti) e da corsa (più spogli e leggeri).

1958 La Fiat Abarth 750 costruita in 4 esemplari tutti impiegati nelle corse (nella
foto Aldo Luino nella salita Bologna-San Luca il 4 maggio1958). La linea era
aerodinamicamente molto corretta nel frontale, ma nella coda era sbagliata e diede
irrisolti problemi di raffreddamento.

1953 La Bill Frick Special, veloce cabriolet con telaio in lamiera stampata e motore
Cadillac forniti dallo specialista americano di hot rod Bill Frick. Nei due anni
successivi lo stesso Frick fece carrozzare da Vignale altri due autotelai simili in
configurazione coupé.

1959 La Maserati 3500 Spider. L’elegante carrozzeria disegnata dell’estroso


Giovanni Michelotti ha una fisionomia tendenzialmente liscia e perfettamente
equilibrata, mentre alcuni stilemi, come il modellato scultoreo del frontale e le
dinamicissime griglie dietro le ruote, sono evidenti riferimenti all’orgoglio della Casa
del Tridente.

1955 Eleganza e sportività a braccetto nell’esemplare unico Osca MT4 1500 # 1153
esposto al Salone di Torino. Si notano la perfetta esecuzione dei particolari
estetico-funzionali, come la calandra e il paraurti, e il deflettore per impedire il
sollevamento dei tergicristallo in velocità.

da Henry Ford II. Dovevano rilan- Maserati, fino all’imponente Rolls


ciare la Cisitalia, ma si fermarono Royce Silver Wraith che raccolse le
allo stadio di prototipi. stravaganti richieste del newyor-
Lo stabilimento Vignale di via Ci- kese Joseph Maschuch.
gliano 29-31 accettava di lavorare Si lavorava a mano battendo le la-
su qualunque autotelaio per qua- miere col martello su un ceppo di
lunque committente, così produs- legno e riscontrando i pannelli sul
se fuoriserie molto diverse, dalle “gabarit”, una specie di gabbia in 1959 La Triumph Italia nata per iniziativa della Società Ruffino di Napoli. Fu accolta
coupé con la meccanica della po- tondino di ferro con la forma della con favore e Vignale pensava di realizzare almeno un migliaio di esemplari, ma il
polare Fiat 1100/103, all’agile e raf- carrozzeria in lavorazione. Nel passaggio della Standard Triumph nella British Leyland pose fine all’avventura dopo
finata Osca MT4 1500 dei Fratelli 1957, Vignale acquisì dalla Lancia circa 300 esemplari.
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1962 La Fiat 600 D coupé disegnata da Giovanni Michelotti per Vignale nel 1961.
Con l’omologa versione spider ottenne successo anche all’estero, perché la Fiat la
distribuì in alcuni mercati del nord Europa tramite la consociata tedesca Nsu-Nekar. 1963 La Fiat 1500 Coupé a quattro posti prodotta e venduta in un buon numero di esemplari sia
perché nella gamma Fiat mancava un modello di questo tipo, sia perché il prezzo di vendita non era
troppo superiore a quello della berlina dalla quale derivava.

1962 Lancia Flavia Convertibile ha un aspetto non privo di dinamismo anche se


basato su linee semplici e tendenzialmente squadrate. È stata prodotta
complessivamente in 1643 esemplari con i motori 1500 e 1800 e il passo di 2480 mm
delle Flavia Coupé di Pininfarina e Sport di Zagato.
1964 La Fiat 850 Cabriolet sviluppata dai disegni di Giovanni Michelotti, che definì
con identico stile anche le versioni berlina e coupé. Conobbero tutte il successo
commerciale fino a quando la Fiat con le sue 850 Coupé e Spider irruppe nel
mercato che prima lasciava ai carrozzieri.

1962 Linee semplici e tendenzialmente squadrate anche per la Maserati Sebring


prodotta dal 1963 al 1969 con motori 3500 e 3700 in una serie di 348 esemplari e in
una seconda di 98.

1965 La Daihatsu 800 Coupé sviluppata nell’ambito della collaborazione avviata


con la Casa di Osaka a partire dalla Compagno giardinetta. La meccanica della
Coupé, basata sullo stesso massiccio telaio a longheroni è stata modificata in
profondità dal carrozziere.

la commessa delle Appia Converti- Dopo l’Appia Convertibile arrivò


bile. A questo punto introdusse il dunque la Flavia Convertibile co-
“mascherone”, una struttura di le- struita per la Lancia. Per la Maserati
gno molto più costosa del gabarit, Vignale costruì invece la 3500 Spi-
che svolgeva meglio la stessa fun- der e più tardi la Sebring, la Mexico
zione offrendo maggiore stabilità e la Indy.
dimensionale e durata nel tempo. L’impegno con i grandi costruttori
Il secondo passo verso la moder- non impedì le piccole serie per la
1963 La graziosa Fiat 1300-1500 cabriolet, equilibrato punto d’arrivo di una ricerca nizzazione produttiva avvenne nel vendita diretta. Fra i modelli di
formale che il designer Giovanni Michelotti e lo stesso Alfredo Vignale avevano 1960 con il trasferimento nella maggior successo ricordiamo le
intrapreso mostrando qualche eccesso nei primi prototipi caratterizzati da nuova sede in Strada del Portone coupé e le spider con meccanica
suggestioni aeronautiche. 80, a Grugliasco. Fiat 600 D che ebbero buona diffu-
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1965 La Fiat 124 Eveline prodotta in 1500 esemplari, molti dei quali esportati all’estero. Era
disponibile in 16 colori con dotazioni che comprendevano gli alzavetri elettrici, i sedili reclinabili, tre
luci di cortesia, il vano portaoggetti e lo sportello del carburante sottochiave.

1968 Dopo avere prodotto qualche migliaio di Jensen Interceptor coupé e cabriolet,
Vignale ha proseguito la collaborazione con la Casa inglese proponendo la Nova sul
telaio della Interceptor accorciato da 2670 mm a 2540 mm, con evidenti benefici per
gli equilibri fra le masse.

1965 La Opel Kadett Spider distinta da un aspetto sobrio ma non privo di elementi
originali, come i fari rettangolari ben inseriti nel frontale accanto alla calandra
divisa in due zone dal paraurti. Un leggero profilo con i terminali leggermente curvi
da brio alla fiancata sostanzialmente piana.

1968 La proposta di Vignale per aggiornare la tormentata linea della Matra 530.
Nell’insieme ben definito ed equilibrato spiccano l’originale fascia del roll-bar in
acciaio satinato e i tre fori tondi dei quali solo il primo è passante e serve per la
ventilazione dell’abitacolo.

1965 L’ingresso dello stabilimento in Strada del Portone 80 a Grugliasco, dove


Vignale si trasferì nell’agosto del 1961 cercando nuove possibilità di espansione. La
struttura, che inizialmente occupava di 40.000 metri quadrati, crebbe fino a
occuparne 70.000 nel 1966.

1969 La Maserati Tipo 116 disegnata da Virginio Vairo, detto “il geometra”. La linea
appare sportiva e aerodinamica a dispetto del pesante vincolo imposto dai sedili
posteriori. È rimasta in produzione con il nome Indy fino al 1974, l’anno
dell’esemplare raffigurato.

sione in Italia e nel Nord Europa, sitamente allestita. Fu la prima av-


dove la Fiat le distribuì attraverso visaglia di una crisi che culminò
la consociata tedesca NSU-Nekar. nel novembre 1969, quando
Alle 600 D seguirono le coupé e le Alejandro De Tomaso rilevò il 90%
spider sugli autotelai Fiat 1500 e del pacchetto azionario Vignale a
850, quindi le indovinate coupé fronte della copertura di ogni pas-
Eveline e Samantha realizzate ri- sività. Alfredo perì in un assurdo
spettivamente sull’autotelaio 124 incidente automobilistico il 16 no-
e 125. vembre 1969, una settimana dopo
Nel 1967, la Fiat 500 Gamine, pic- la cessione. L’azienda sopravvisse
cola roadster stile retrò, incontrò i ancora lavorando per conto di De
favori del pubblico soprattutto Tomaso. Infine, nel 1974 l’impren-
1967 La Fiat 500 Gamine, simpatica spider old style. Il suo successo mise in crisi la all’estero. Purtroppo, però, l’insol- ditore italo-argentino la accorpò
carrozzeria Vignale perchè l’importatore monegasco GAM non pagò i numerosi venza di un grosso importatore re- alla carrozzeria Ghia, che intanto
esemplari ritirati, facendo svanire la remunerazione del forte investimento se gravoso l’ammortamento della aveva venduto alla Ford realizzan-
sostenuto per la linea di montaggio. costosa linea di produzione appo- do un buon guadagno. 
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