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La Storia
La costituzione della società avvenne a Milano in via Gattamelata, nella zona
denominata "Portello", e il nome scelto richiama anche la prima lettera dell'alfabeto
greco e sembra voler sottolineare l'inizio di un nuovo tipo di attività nelle costruzioni
automobilistiche, quello della macchina soprattutto sportiva. Rilevata da parte di un
gruppo lombardo dalle mani di un imprenditore francese, sempre del ramo
automobilistico, Alexandre Darracq, che aveva tentato con scarso successo una
avventura industriale in Italia; sin dal primo marchio l'azienda ha voluto ricordare i
suoi legami con la città di origine: da un lato il serpente visconteo (il biscione),
dall'altro la croce rossa in campo bianco, simbolo di Milano. I 250 dipendenti della
gestione precedente furono riassunti dall'azienda e l'obiettivo fu quello di produrre
300 automobili all'anno.
L'ALFA
L'azienda venne rilevata da un gruppo di finanzieri lombardi che decisero di
continuare la costruzione di automobili, sotto la nuova ragione sociale ALFA, acronimo
di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, mantenendo le stesse maestranze e
tecnici.
L'ALFA continuò a fabbricare i modelli Darracq, fino all'esaurirsi delle scorte di pezzi
nel magazzino, mentre l'ufficio tecnico preparava i progetti della nuova vettura.
Nell'autunno del 1910 cominciò la produzione del primo modello ALFA, la 24 HP,
progettata da Giuseppe Merosi e da cui vennero subito derivati dei modelli da
competizione portati al debutto l'anno successivo, il 1911, alla Targa Florio. Da ciò si
capisce come fin dall'inizio della sua storia questa casa si fosse votata alla
costruzione di autovetture dal carattere sportivo.
La storia del marchio di fabbrica
Lo stabilimento di Arese
Da inizio anni sessanta Arese è divenuta nota come sede dell'Alfa Romeo e del più
grande stabilimento della stessa.
L'impianto industriale Alfa Romeo di Arese ricopriva un'area molto ampia che spaziava
dal comune di Lainate a quello di Garbagnate Milanese. Oggi la fabbrica è totalmente
chiusa e dismessa, dato che la Fiat ha preferito andare a progettare e produrre
veicoli in altri impianti in Italia ed all'estero. Arese e lo stabilimento sono localizzati
in una zona strategica, in quanto attorniati da importanti vie di comunicazione come la
nuova Alta Velocità ferroviaria, l'Autostrada dei Laghi per l'Aeroporto Malpensa e
poco distante l'autostrada A4 e la Tangenziale Ovest che collega la A1 e la A7. Un
fatto curioso che riguarda i dipendenti di Arese è l'altissima presenza di parlamentari
tra essi: ben trentuno persone lasciarono lo stabilimento per occupare un posto a
Montecitorio; tra di loro il più noto è Luigi Malabarba, senatore dimessosi a ottobre
2006.
Il Reparto Corse Alfa Romeo è stata una sezione dell'Alfa Romeo che si occupava
della progettazione, realizzazione e manutenzione delle vetture da competizione della
casa di Arese.
La sua storia iniziò nel 1938 col nome Alfa Corse, poi mutato in Autodelta.
Attualmente questo distaccamento non è attivo, in quanto nessuna vettura del
biscione è impegnata in alcun campionato.
Durante la sua storia pluriennale, ha riscosso successi e vittorie, praticamente in
tutte le categorie sportiva automobilistiche, spaziando dal Campionato del Mondo di
Formula 1 fino ai rally.
Un'altra delle sue peculiarità è quella di aver dato i natali alla Scuderia Ferrari,
fondata da Enzo Ferrari utilizzando le Alfa Romeo da competizione che gli erano state
affidate in qualità di direttore del team, le quali proseguirono la loro tradizione
vincente con piloti del calibro di Tazio Nuvolari, divenendo famose come "Le Alfa della
Scuderia Ferrari".
Storia
La sua fondazione risale al 1938, in un periodo di crisi economica della casa, l'Alfa
Romeo decise di riprendere ufficialmente l'impegno nelle competizioni, affidando alla
Scuderia Ferrari, la gestione dei suoi bolidi.
Gli accordi tra Enzo Ferrari e il produttore milanese, risalgono agli anni '20, quando
l'imprenditore emiliano era impiegato come corridore. Tuttavia il Drake, non ottenne
risultati particolarmente esaltanti in questo ruolo, eccezion fatta per alcune vittorie.
A tal punto decise di riciclarsi nell'ambiente, con l'intento di dar vita a una nuova casa
automobilistica.
Nonostante ciò, dovette accontentarsi di creare una scuderia, che gestiva mezzi di
altre ditte, poiché in quel momento non disponeva delle finanze e delle conoscenze per
poter creare una nuova casa. Egli allora fondò quella che veniva chiamata S.A.
Scuderia Ferrari.
Nel 1929 questa squadra fece il suo esordio nelle competizioni, e subito iniziò a
correre utilizzando delle vetture che gli vennero affidate dall'Alfa Romeo, la quale
per via della crisi finanziaria, pensò bene di non scendere direttamente in campo,
bensì realizzare le automobili e farle gestire a terzi.
In modo particolare dal 1932, quando l'I.R.I. acquistò l'Alfa, e puntò più sulla
produzione di serie che nelle corse, affidando la completa gestione sportiva alla
Scuderia Ferrari.
Immediatamente, la Scuderia si distinse per i suoi successi in tutto il Mondo, e con
piloti di grosso spessore. Vista l'esperienza acquisita da Ferrari, e i pregevoli risultati
ottenuti, la casa del Portello, pensò che era giunto il momento di riprendere in prima
persona il suo impegno.
Ecco che nel '38, Enzo Ferrari viene assunto come direttore dell'Alfa Corse, la nuova
società specializzata nelle competizioni. Tuttavia, nonostante gli ottimi risultati, delle
differenze di vedute tra il grande vecchio e il biscione, causarono la separazione tra i
due nel 1939. Ferrari fondò una nuova società, la Auto Avio Costruzioni, la cui naturale
evoluzione sarà la casa automobilistica voluta dal Drake, e l'Alfa continuò per la sua
strada, col nuovo reparto corse.
Negli anni sessanta l'Alfa Corse, venne ribattezzata Autodelta. In realtà l'Autodelta
era una scuderia privata, fondata dall'Ing.Carlo Chiti, che elaborava modelli Alfa
Romeo per partecipare alle gare. Anche in questo caso, i risultati ottenuti erano
talmente buoni, che i vertici dell'Alfa decisero di affidare le loro macchine da gara a
un'altra azienda. Così nel 1963 l'Autodelta divenne il nuovo reparto corse, ma nel 1966
la società venne sciolta e si tornò alla vecchia Alfa Corse. Tuttavia la casa mantenne e
mantiene ancora oggi, questa denominazione, usata praticamente solo per modelli
stradali estremi, o modelli da corsa.
Nei primi anni 2000, col nome team Autodelta, venne realizzata una scuderia ufficiale,
destinata alle gare turismo delle berline medie della casa. In realtà, essa altro non è
che l'Alfa Corse moderna, che un'altra volta è stata affidata a un team esterno, il
cosiddetto Team N-Technology.
Competizioni e risultati
Prima della Grande Guerra
Nonostante la sua storia travagliata, l'Alfa Romeo è sempre stata molto competitiva,
e probabilmente per quanto la sua partecipazione alle gare, sia sempre meno
frequente, può essere considerata la casa più titolata e blasonata al Mondo, anche
perché è un'azienda molto antica, fondata nel 1906, anche se è dal 1910 attiva col suo
attuale nome.
La prima partecipazione ad una gara, avvenne nel 1911, alla Targa Florio, con due Alfa
Romeo 24 HP guidate da Franchini e Ronzoni. Ma è nel 1913 che ottenne il primo
risultato di un certo calibro, col secondo posto di Franchini alla Parma-Poggio di
Berceto, al volante della 40-60 HP.
L'anno dopo, il progettista Giuseppe Merosi, realizzò un'auto da Gran Premio, la Grand
Prix appunto, che presentava caratteristiche molto avanzate.
Nel 1920 Campari vinse al Mugello con la 40-60 Hp, ed Enzo Ferrari arrivò secondo
alla Targa Florio.
Nel '21 Campari vinse nuovamente al Mugello.
Tuttavia è nel 1923, che l'Alfa da dimostrazione della sua forza, imponendosi con una
doppietta alla Targa Florio, con Sivocci primo e Antonio Ascari secondo, a bordo di
due RL.
Tra l'altro, proprio sulla macchina di Sivocci, apparve per la prima volta il famoso
quadrifoglio, che caratterizza molti modelli sportivi e da corsa della casa.
I Grand Prix
Nel 1925, l'Alfa Romeo vinse il primo campionato del mondo di automobilismo della
storia, imponendosi nel Gran Premio d'Europa a Spa-Francorchamps e nel Gran Premio
d'Italia a Monza, col modello P2.
Nel 1932 esordì la plurivittoriosa P3, progettata da Jano. Che raggiunse il culmine al
Gran Premio d'Italia, dominato da Nuvolari, il quale assieme a Rudolf Caracciola, vinse
altre cinque gare durante l'anno.
Come detto dal 1932-33, la gestione delle Alfa Romeo da corsa venne affidata alla
Scuderia Ferrari, che condusse la famosa P3 a conquistare sei vittorie su undici gare
disputate.
Dal 1934, l'Alfa Romeo subì un calo di prestazioni dovuto a una profonda crisi
finanziaria, che non le consentiva di tenere il passo delle famose frecce d'argento,
ossia le vetture realizzate dalle prestigiose marche tedesche Mercedes-Benz ed Auto
Union. Tuttavia la P3 fu in grado (nonostante l'età), di aggiudicarsi 18 corse sulle 35
disputate in Europa. Soprattutto nel 1935, in una anno molto difficile (dove comunque
vinse sedici corse), ottenne una delle più famose vittorie della storia
dell'automobilismo, quando il funambolico Tazio Nuvolari surclassò la concorrenza
teutonica sul difficile circuito tedesco del Nurburgring.
Dalla sua nascita e fino a prima del secondo conflitto mondiale, l'Alfa Romeo vinse un
campionato del mondo costruttori (nel 1925 e primo e della storia), due campionati
europei consecutivi con Ferdinando Minoia e Tazio Nuvolari nel 1931 e 1932 (i primi
due della storia) e il campionato europeo della montagna nel 1930 con Carlo Felice
Trossi e Mario Tadini.
Rally
Anche se non siamo abituati a vedere le vetture del biscione in corse differenti da
quelle disputate sui circuiti, bisogna sapere che l'Alfa Romeo ha partecipato anche a
competizioni rallystische, cominciando negli anni cinquanta quando voleva fornire una
buona immagine della sua produzione di serie, divenuta più accessibile rispetto agli
anni '20 e '30.
C'è da dire che la maggior parte delle Alfa impiegate nei rally, erano iscritte da team
privati, perché la marca milanese ha sempre preferito competizioni di regolarità.
Comunque alcune vittorie e prestazioni molto interessanti sono state ottenute sotto la
direzione della casa madre. La prima è stata molto prestigiosa perché realizzata
nell'ambito del Rally dei mille laghi, in Finlandia, nel 1958 con un modello che ha dato
molto alla casa, ossia la Giulietta, per l'occasione in allestimento TI (Turismo
Internazionale).
Negli anni '70 l'Autodelta mise in campo l'Alfetta GT e l'Alfetta GTV, omologate per
il Gruppo 2. Queste vetture ottennero diversi piazzamenti e vittorie parziali, finché
non si aggiudicarono la vittoria del campionato del mondo nella propria categoria nel
1975.
Agli inizi degli anni '80 l'Alfetta GTV venne omologata per il gruppo 4, con la
denominazione Turbodelta. Ottenne discreti risultati senza però riuscire ad essere
competitiva come i modelli precedenti, e concluse la carriera con la vittoria al Rally del
Danubio.
A tal punto nel 1986 venne rimpiazzata dal modello GTV, omologato per il gruppo A.
Era una delle macchine più veloci, ma dovette far i conti con le ben più prestanti
Gruppo B, che dotati di potenze esorbitanti e trazione integrale, fagocitarono i
mondiali rally di quegli anni. Nonostante tutto però, riuscì ad ottenere il terzo posto a
rally di Corsica dello stesso anno.
Per quanto riguarda i rally, il capitolo si chiuse con la fine degli anni '80, con la vittoria
del Giro d'Italia automobilistico del 1988, grazie all'Alfa 75 Evoluzione IMSA,
condotta da diversi piloti di grossa fama, tra cui il campione del Mondo di Formula 1
Mario Andretti, e gli allora piloti di Formula 1 Riccardo Patrese, Alessandro Nannini,
Nicola Larini, Jacques Laffite e Paolo Barilla così come il pilota rallystico Dario
Cerrato.
Formule minori
Nell'ambito delle ruote scoperte, l'Alfa Romeo si è concentrata (oltre che in Formula
1), soprattutto nei campionati di Formula 3, dove per molti anni è stata fornitrice di
propulsori derivati da quelli di serie, per le monoposto March.
I motori erano i bialbero ad otto valvole e quattro cilindri, da 2000 cc già adoperati
nella produzione di serie su macchine quali l'Alfetta o la Giulietta anni '70. Motori di
base molto sportiveggianti, ma anche affidabili perché dovevano (in principio)
equipaggiare auto normali, perciò si prestavano bene all'uso agonistico no esasperato
come la Formula 1.
I campionati di Formula 3 sono da sempre tra i più importanti al Mondo, e i più grandi
piloti di Formula 1, bene o male passano sempre per questa categoria.
In questa categoria l'Alfa Romeo ha vinto complessivamente (come fornitrice di
motori) dieci campionai europei, cinque coppe europee, dieci campionati italiani, otto
campionati francesi e tre campionati tedeschi. Tra i piloti motorizzati Alfa in queste
competizioni, da ricordare Piercarlo Ghinzani vincitore all'esordio nel campionato
italiano, e Michele Alboreto che si aggiudicò il titolo europeo. Ambedue hanno poi
corso in Formula 1, con Alboreto che divenne anche pilota ufficiale Ferrari e
vicecampione del Mondo di Formula 1 nel 1985.
Da ricordare anche l'adozione dei motori Twin Spark dal 1987, evoluzione dei bialbero
con quattro candele, ed anch'esso usati nella produzione di serie (per esempio Alfa 75
e 164).
Campionati Turismo
Una delle strategie di mercato più amate da lmarchio del biscione, è sempre stata
quella di partecipare ai campionati per vetture derivate da quelle di serie, in modo da
pubblicizzare bene le proprie auto ed incrementare le vendite. È ben noto infatti, lo
slogan sulla Giulia che recitava:"Giulia, la berlina che vince le corse".
I grandi successi iniziarono negli '60 con le varie declinazioni della Giulia, prima in
versione berlina TI, e soprattutto con le notevoli GTA e GTAm. Con queste macchine
l'Alfa ha vinto cinque campionati europei turismo, nel 1966, 1967, 1968, 1970 e 1971
con grandi piloti, su tutti Andrea De Adamich.
Tra il 1982 e il 1985 con la GTV6, si aggiudicò cinque campionati europei turismo
consecutivi, così come il campionato frencese turismo nell'83 e '84 e il campioato
inglese turismo nell'83, mentre fallirà nel 1987 nel primo campionato del Mondo
tursimo della storia con l'Alfa 75, che comunque si aggiudicò il campionato spagnolo
turismo nell'88 e nel '91, e l'italiano superturismo nell'88
Gli anni '90 invece, sono stati il periodo di maggior successo per l'Alfa, in queste
serie. Esordì la 155, prima berlina media della casa realizzata sotto l'egida Fiat, che
modificò radicalmente la filosofia costruttiva tipica dell'Alfa fino al modello 75.
Questo causò un notevole calo di consensi per il marchio meneghino e la 155 non ebbe
il successo sperato, ma nonostante ciò si rivelò estremamente competitiva e versatile
per l'uso agonistico. I modelli Twin Spark e GTA, dotati di trazione anteriore e
motore 2000 cc a quattro cilindri il primo, e 2000 cc turbo quattro cilindri con
trazione integrale (di derivazione Lancia Delta) il secondo, vinsero il campionato
spagnolo turismo nel 1994, 1995 e 1997, così come il campionato italiano superturismo
nel 1992, e il prestigioso campionato inglese turismo nel 1994.
Nel 1993 fece il suo esordio la più estrema tra le 155 mai prodotte. Si distaccava
parecchio dal modello di serie ed era un prototipo costruito ad hoc, per il DTM, il
campionato tedesco turismo, uno tra i più importanti al mondo se non il più importante,
soprattutto in quegli anni. Questa versione, chiamata ufficialmente Alfa Romeo 155
V6 TI DTM, disponeva della trazione integrale, un motore V6 da 2500 cc aspirato
capace di 450 cavalli, che la spingeva fino a 300 km/h. Vinse autorevolmente il DTM
all'esordio.
La 155 venne sostituita dalla 156, dotata di sospensioni più complesse e raffinate, ma
anche di motori molto sportivi, che le consentirono di raccogliere il testimone del
vecchio modello. La 156 gestita prima dal Team Nordauto e poi da quello N-
Technology, ha vinto quattro campionati italiani superturismo nel 1998 (all'esordio),
1999, 2003 e 2004, ma soprattutto quattro campionati europei turismo piloti dal
2000 (esordio) al 2003, e tre campionati europei turismo marche dal 2000 al 2002.
Con la 156 si conclude la storia dell'Alfa Romeo nelle gare turismo, dato che la sua
erede, la 159, non è attiva in nessuna competizione, anche se è stata utilizzata come
safety car nel campionato mondiale Superbike, rimpiazzata prima dalla MiTo e poi
dalla Giulietta.
L'unico campionato turismo che l'Alfa non ha mai conquistato è stato il campionato del
mondo, al quale partecipò nel 1987 con la 75 e a metà degli anni 2000 con la 156.