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Eptano
Nomenclatura sistematica (IUPAC) degli Alcani
1. Determina il n° di C della catena di atomi di carbonio più lunga. Questa catena è detta Idrocarburo Genitore (idr.gen).
2. Il nome di ogni Sostituente Alchilico (sost.alc), che è legato all’ idr.gen, va messo prima del nome dell’ idr.gen, insieme a un
num che indica il carbonio a cui è legato il sost.alc. La catena è numerata nella direzione che da al sostituente il num più piccolo
3. Se all’ idr.gen è legato più di un sostituente, la catena si numera nella direzione che
porta al nome del composto contenente il numero più piccolo.
Se due o più
sostituenti sono
uguali, si usano i
prefissi “di”, “tri” e “tetra” per indicare il numero di
sostituenti uguali.
4. Quando le due direzioni portano allo stesso numero per il sostituente che ha il numero più piccolo, la catena viene numerata
nella direzione che dà il numero più piccolo possibile a uno degli altri sostituenti.
5. Se si ottengono gli stessi numeri per i sostituenti in una direzione e nell’altra, il gruppo citato per primo riceve il num più basso.
6. I nomi sistematici dei sostituenti ramificati si ottengono numerando il sostituente alchilico a partire dal carbonio legato
all’idr.gen. Questo significa che il carbonio legato all’idr.gen. è sempre il carbonio numero 1 del sostituente.
Se il sostituente ha un nome d’uso lo si può usare al posto del nome sistematico tra parentesi.
7. Se un composto ha due o più catene della stessa lunghezza, l’idr.gen. è quello che ha la catena con il maggior numero di
sostituenti.
ESERCIZI
Nomenclatura dei cicloalcani
I cicloalcani sono alcani i cui atomi di carbonio sono disposti ad anello. Il nome dei cicloalcani si ottiene aggiungendo il prefisso
“ciclo” al nome dell’alcano che corrisponde al numero di atomi di carbonio nell’anello.
Nomenclatura:
1. Nel caso di un cicloalcano legato a un sostituente, si considera come idrocarburo genitore l’anello, a meno che il sostituente
abbia più atomi di carbonio dell’anello.
2. Se l’anello ha 2 sostituenti diversi, essi sono scritti in ordine alfabetico e al sostituente citato per primo è assegnato il numero 1.
3. Se su un anello ci sono più di due sostituenti, essi sono citati in ordine alfabetico. La posizione numero 1 è assegnata a quel
sostituente che fa si che il secondo sostituente abbia il numero minore possibile. Se due sostituenti hanno un numero
ugualmente basso, l’anello è numerato nella direzione (oraria o antioraria) che dà al terzo sostituente il numero minore
possibile.
ESERCIZI
Nomenclatura degli alogenuri alchilici
Gli alogenuri alchilici sono composti in cui un idrogeno di un alcano è sostituito da un alogeno. Possono essere primari se
l’alogeno è legato a un carbonio primario; secondari se l’alogeno è legato a un carbonio secondario o terziari.
Nomi d’uso:
Consistono nel nome dell’alogeno, a cui è aggiunto il suffisso “uro”, seguiti dalla preposizione “di” e dal nome del gruppo
alchilico.
Nomi IUPAC:
Nel sistema IUPAC gli alogenuri alchilici sono considerati alcani sostituiti. Il nome degli alogeni, quando sono considerati come
sostituenti, conserva la “o” finale.
Gli eteri sono composti in cui l’ossigeno è legato a due gruppi alchilici. Possono essere eteri simmetrici se i due sostituenti
alchilici sono uguali (R – O – R) oppure eteri asimmetrici se i due sostituenti alchilici sono diversi (R – O – R’).
Nomi d’uso:
Il nome d’uso degli eteri è formato dai nomi dei due sostituenti alchilici (in ordine alfabetico) seguiti dalla parola “etere”.
Nomi IUPAC:
Il nome del sostituente si ottiene sostituendo il suffisso “ile” dei gruppi alchilici con “ossi”.
Nomenclatura degli alcoli
Gli alcoli sono composti in cui l’idrogeno di un alcano è stato sostituito da un gruppo OH. Possono essere alcoli primari se il
gruppo OH è legato a un carbonio primario, alcoli secondari se il gruppo OH è legato a un carbonio secondario oppure terziari.
Nomi d’uso:
Consiste nella parola “alcol” seguita dal nome del gruppo alchilico a cui è legato il gruppo OH.
Nomi IUPAC:
Il nome sistematico degli alcoli si ottiene quindi sostituendo la “o” finale dell’idrocarburo genitore con il suffiso “olo”.
La nomenclatura dei composti che prendono il suffisso dal gruppo funzionale segue le seguenti regole:
1. L’idrocarburo genitore è la catena continua più lunga che contiene il gruppo funzionale.
2. L’idrocarburo genitore è numerato nella direzione che assegna il numero minore possibile al suffisso del gruppo funzionale.
3. Se ci sono due gruppi OH, si aggiunge il suffisso “diolo” al nome dell’idrocarburo genitore.
4. Se, oltre al suffisso del gruppo funzionale, ci sono dei sostituenti, al suffisso del gruppo funzionale va assegnato il numero
minore possibile.
5. Se in entrambe le direzioni si ottiene lo stesso numero per il suffisso del gruppo funzionale, la catena va numerata nella
direzione che dà il numero minore possibile a uno dei sostituenti.
Ricordiamo che il nome dei sostituenti va prima del nome dell’idrocarburo genitore, mentre il suffisso del gruppo funzionale
va dopo il nome dell’idrocarburo genitore.
(metile, etile, cloro, ecc.) → [sostituente][idrocarburo genitore][suffisso del gruppo funzionale] ← (olo)
ESERCIZI
Nomenclatura delle ammine
Le ammine sono composti in cui uno o più idrogeni dell’ammoniaca sono sostituiti da gruppi alchilici. Possono essere primarie
se l’azoto è legato ad un gruppo alchilico, secondarie se l’azoto è legato a due gruppi alchilici oppure terziarie.
Nomi d’uso:
Consiste nel nome dei gruppi alchilici legati all’azoto, in ordine alfabetico, seguito da “ammina”.
Nomi IUPAC:
La “o” finale del nome dell’idrocarburo genitore è sostituita dal suffisso “ammina”, in modo simile a quanto abbiamo visto per
gli alcoli. Il nome di eventuali altri gruppi alchilici legati all’azoto è preceduto da un “N” per indicare che il gruppo è legato a un
azoto e non a un carbonio.
I sostituenti (sia quelli legati all’azoto che quelli legati all’idrocarburo genitore) sono disposti in ordine alfabetico e a ognuno di
essi è assegnato un numero o una “N”. La catena è numerata nella direzione che dà al suffisso del gruppo funzionale il numero
minore possibile.
I composti azotati con 4 gruppi alchilici legati all’azoto sono chiamati sali di ammonio quaternari. Per questi composti si usa la
nomenclatura dei Sali ([anione] di [catione]) e il nome del catione si ottiene dal nome dei gruppi alchilici disposti in ordine
alfabetico, seguito da “ammonio”.
ESERCIZI
La struttura di alogenuri alchilici, alcoli eteri e ammine
Alogenuri alchilici
Il legame C – X degli alogenuri alchilici è formato dalla sovrapposizione di un orbitale sp3 dell’alogeno con un orbitale sp3 del
carbonio. Il fluoro usa un orbitale 2sp3, il cloro un orbitale 3sp3 ecc. Poiché la densità elettronica di un orbitale diminuisce al
crescere del volume, il legame C – X diventa più lungo e più debole all’aumentare delle dimensioni dell’alogeno.
Alcoli
Dal punto di vista strutturale una molecola di alcol può essere considerata una molecola di acqua in cui un idrogeno è sostituito
da un gruppo alchilico. Negli alcoli l’atomo di ossigeno ha ibridazione sp3 come nell’acqua. Uno dei quattro orbitali sp3
dell’ossigeno si sovrappone a un orbitale sp3 del carbonio, un altro orbitale sp3 si sovrappone all’orbitale s di un idrogeno e i
restanti due orbitali sp3 contengono ciascuno una coppia solitaria.
Eteri
Ammine
L’azoto delle ammine ha la stessa geometria dell’azoto nell’ammoniaca. Esso ha ibridazione sp3 come nell’ammoniaca, con uno,
due o tre idrogeni sostituiti da gruppi alchilici.
Le interazioni non covalenti
Punto di ebollizione
Temperatura alla quale il composto in forma liquida diventa un gas. Affinchè il composto vaporizzi, devono essere vinte le forze
che tengono le molecole vicine tra loro.
Forze di dispersione di London (interazioni dipolo indotto-dipolo indotto) che sono presenti negli alcani. Esse si formano grazie
agli elettroni che, essendo in continuo movimento, danno origine ad un dipolo temporaneo nella molecola che può indurre
questo fenomeno anche ad altre molecole vicine. Queste sono le forze attrattive più deboli. Inoltre, le forze di London sono
tanto più intense quanto più grande è la superficie di contatto tra le molecole; le ramificazioni abbassano il punto di ebollizione
di un composto perché diminuiscono la superficie di contatto.
Interazioni dipolo-dipolo che dipendono dal carattere polare del legame C – Z dove Z = N, O, F, Cl o Br. Queste forze attrattive
sono più forti delle forze di dispersione di London ma non forti come i legami ionici o covalenti. I composti che risentono di
queste due forze sono gli Eteri e gli Alogenuri alchilici dove per quest’ultimi maggiore è l’alogenuro maggiori saranno le 2 forze.
Legami a idrogeno che sono i più forti dei 3. Appartengono, insieme alle altre 2 forze, sia alle ammine che agli alcoli anche se in
quest’ultimi il legame a idrogeno è più forte poichè l’ossigeno è più elettronegativo dell’azoto. Nelle ammine primarie invece, le
forze intermolecolari sono più forti che in quelle secondarie perché hanno interazioni dipolo-dipolo più forti, mentre quelle
terziarie sono le più deboli perché non possono formare legami a idrogeno tra di loro non avendo idrogeni legati all’azoto.
Punto di fusione
Temperatura alla quale la forma solida di un composto diventa lquida. In genere aumenta all’aumentare del peso molecolare,
ma oltre che essere influenzato alle forze appena citate, esso dipende anche dall’impacchettamento nel reticolo cristallino.
Più le molecole si adattano l’una all’altra, più energia ci vorrà per separarle. Gli alcani a num dispari di carboni l’impacchett. è
meno efficacie perché quando le catene si avvicinano l’una all’altra, il metile alla fine della catena si trova di fronte e respinge
quello dell’altra catena e questo aumenta la distanza media tra le catene.
“Il simile scioglie il simile”: I composti polari si sciolgono in solventi polari, i composti apolari si sciolgono in solventi apolari.
Nei sistemi polari le estremità negative delle molecole di solvente circondano le estremità positive dele molecole di soluto e
viceversa e così il raggruppamento delle molecole di solvente attorno alle molecole di soluto separa le molecole di soluto tra
loro ed è questo che le fa sciogliere.
Invece i composti apolari si sciolgono in solventi apolari poiché le forze di dispersione di London tra le molecole del solvente e
quelle del soluto sono simili a quelle tra le molecole di solvente o quelle di soluto tra loro.
Alcani: sono apolari, quindi solubili in solventi apolari e insolubili in solventi polari come l’acqua.
Alcoli: gli alcoli con meno di 4 atomi di carbonio sono solubili in acqua, invece quelli con più di 4 sono insolubili in acqua. Gli
alcoli con gruppo alchilico ramificato sono più solubili in acqua degli alcoli non ramificati questo perché la ramificazione
diminuisce l’area di contatto della parte polare della molecola.
Ammine: le ammine primarie sono più solubili delle secondarie (con lo stesso numero di carboni) in acqua perché hanno due
idrogeni che possono essere legati con le molecole di acqua tramite legami a idrogeno.
Alogenuri alchilici: tutti hanno un carattere polare ma i fluoruri alchilici sono i più solubili in acqua tra gli alogenuri alchilici, gli
altri invece sono meno solubili in acqua degli eteri o alcoli con lo stesso numero di carboni.
Le differenti disposizioni nello spazio degli atomi, derivanti dalla rotazione intorno a legami singoli sono dette conformeri.
Le proiezioni di Newman rappresentano le strutture tridimensionali che derivano dalla rotazione intorno ai legami σ:
Il conformero sfalsato è più stabile e, quindi, ha energia più bassa rispetto al
conformero eclissato; questo perché il maggior contributo alla differenza di
energia è un’interazione stabilizzante tra l’orbitale di legame σ C—H di un
carbonio e l’orbitale antilegante σ* C—H dell’altro carbonio. Gli elettroni
nell’orbitale molecolare di legame pieno si muovono parzialmente nell’orbitale
molecolare di antilegame non occupato. Solo nella conformazione sfalsata i due
orbitali sono paralleli, quindi nei conformeri sfalsati queste interazioni
stabilizzanti sono massime.
Mentre i conformeri sfalsati che si originano dalla rotazione intorno al legame C1—C2 del butano hanno tutti la stessa energia, i
conformeri sfalsati che si originano dalla rotazione intorno al legame C2—C3 non hanno la stessa energia.
Angolo diedro: angolo che si viene a formare tra un legame del carbonio davanti e uno del carbonio dietro.
D è detto conformero anti, B e F sono detti conformeri gauche. I conformeri anti e gauche hanno energie diverse a causa della
tensione sterica. La tensione sterica è la tensione (cioè l’energia in più) che una molecola assume quando due atomi o due
gruppi atomici vengono a trovarsi così vicini tra loro che le loro nuvole elettroniche iniziano a respingersi. In ogni dato istante,
quindi, la maggior parte delle molecole si trova in conformazione sfalsata e ci sono più conformeri anti che conformeri gauche.
Se il ciclopentano fosse planare esso non avrebbe praticamente tensione angolare, ma avrebbe 10 coppie di idrogeni eclissati.
Per questo il ciclopentano si piega, in modo che alcuni degli idrogeni diventino quasi sfalsati. Nel fare ciò, tuttavia, esso acquista
una certa tensione angolare. Poiché tre punti definiscono un piano, i carboni del ciclopropano devono necessariamente giacere
su un piano. Tuttavia gli altri cicloalcani non sono planari, ma si distorcono e si piegano per ottenere una struttura che renda
massima la loro stabilità, minimizzando la tensione angolare e il numero di idrogeni eclissati.
Conformeri del cicloesano
Il conformero a sedia del cicloesano non è planare, tutti gli angoli di legame sono di 111°, e tutti i legami adiacenti sono sfalsati.
Inversione d’anello
Quando i due conformeri a sedia si interconvertono, i legami che sono equatoriali in un conformero a sedia diventano assiali
nell’altro conformero a sedia e i legami che sono assiali diventano equatoriali.
Conformero a barca
Per il cicloesano esiste anche un conformero a barca che, come il conformero a sedia, è privo di tensione angolare. Tuttavia
alcuni legami C—H sono eclissati; è destabilizzato anche dalla vicinanza degli H ad asta di bandiera che causano tensione sterica.
I due conformeri a sedia di un cicloesano monosostituito, come il metilcicloesano, non sono equivalenti. Il conformero con il
sostituente in posizione equatoriale è più stabile perché il sostituente ha più spazio, si estende in una posizione più lontana e
quindi presenta meno interazioni steriche
Al contrario, poiché i tre legami assiali su ogni lato dell’anello sono paralleli tra loro, ogni sostituente assiale sarà piuttosto vicino
ai sostituenti assiali degli altri due carboni sullo stesso lato così formando delle interazioni steriche dette: interazioni 1,3-diassiali.
Un sostituente con dimensioni più grandi avrà una preferirà la posizione equatoriale, poiché avrà interazioni 1,3-diassiali più
forti con gli idrogeni 1,3-diassiali.
Es.:
18
% di conformero equatoriale = x 100 = 95%
18+1
Conformeri dei cicloesani disostituiti
Esistono due diversi 1,4-dimetilcicloesani. Questi sono detti isomeri cis-trans o isomeri geometrici.
Il conformero a sedia con i due sostituenti in posizione assiale ha quattro interazioni 1,3-diassiali, per cui è meno stabile di circa
4x0.87 kcal/mol = 3.5 kcal/mol rispetto al conformero a sedia con entrambi i metili in posizione equatoriale.
Perciò possiamo prevedere che il trans-1,4-dimetilcicloesano esisterà quasi esclusivamente nel più stabile conformero a sedia
con entrambi i sostituenti in posizione equatoriale.
ISOMERI: LA DISPOSIZIONE DEGLI ATOMI NELLO SPAZIO
Isomeri cis e trans (o isomeri geometrici) derivano da rotazioni impedite: una rotazione impedita può originare dalla presenza di
una struttura ciclica o di un doppio legame.
Composti ciclici
La rotazione attorno a un doppio legame si verifica solo in caso di rottura del legame π- cioè solamente quando gli orbitali p non
sono più paralleli. L’elevata barriera energetica necessaria a ruotare un doppio legame carbonio-carbonio indica che un
composto con un doppio legame carbonio-carbonio può esistere in due distinte strutture – gli idrogeni legati agli atomi di
carbonio sp2 possono essere sullo stesso lato del doppio legame o su lati opposti.
Isomero cis: idrogeni dalla stessa parte Se uno dei carboni sp2 è legato a due sostituenti identici,
Isomero trans: idrogeni da parti opposte il composto non può avere isomeri cis e trans.
Gli isomeri cis e trans possono essere separati l’uno dall’altro perché sono composti diversi con differenti proprietà fisiche; per
esempio hanno punti di ebollizione diversi e differenti momenti dipolari.
Nomenclatura E,Z degli isomeri di un alchene
I descrittori di configurazione E,Z sono stati ideati per gli alcheni che non hanno un
idrogeno legato a ciascuno degli atomi di carbonio sp2.
1. Le proprietà relative dipendono dai numeri atomici degli atomi legati direttamente al carbonio sp2. Maggiore è il num
atomico, maggiore è la priorità. (si confrontano i gruppi verticali e no orizzontali)
2. Se due atomi legati a un carbonio sp2 sono gli stessi, dobbiamo guardare i num atomici degli atomi che sono legati a questi.
3. Se un atomo ha un doppio legame con un altro atomo, il sistema di priorità lo considera come se fosse legato con un legame
singolo a due di quegli atomi. Se un atomo è legato con un legame triplo a un altro atomo, viene trattato come se fosse legato
con un legame singolo a tre di quegli atomi.
4. Se si confrontano due isotopi (atomi con lo stesso num atomico ma num di massa differente), il num di massa viene utilizzato
per determinare le priorità relative. L’atomo con la massa maggiore ha la priorità.
Es.:
Chiralità, centri asimmetrici ed enantomeri
Se un oggetto ha una forma destra e una sinistra viene definito chirale. La proprietà che molto spesso fa sì che una molecola sia
chirale è la presenza di un centro asimmetrico. Un centro asimmetrico (o centro chirale) è un atomo legato a 4 gruppi differenti.
Molecole che sono una l’immagine speculare dell’altra e che non sono sovrapponiboli vengono definite enantiomeri.
Un centro asimmetrico viene anche chiamato stereocentro, anche se non sono sempre la stessa cosa. Uno streocentro è un
atomo per il quale lo scambio di due gruppi produce uno stereoisomero. Per cui gli stereocentri includono sia i centri
asimmetrici che i carboni sp2 di un alcheno o sp3 di un composto ciclico, dove lo scambio di due gruppi converte l’isomero cis
nel trans (o un isomero Z nell’isomero E) o viceversa.
Formule prospettiche
Per ogni coppia di enantiomeri con un solo centro asimmetrico, uno di essi avrà configurazione R e l’altro avrà configurazione S.
1. Dare un ordine ai gruppi (o agli atomi) legati al centro asimmetrico. I num atomici degli atomi legati direttamente al centro
asimmetrico determinano le priorità relative. Maggiore è il num atomico, più alta è la priorità.
2. Se il gruppo (o atomo) con la priorità più bassa (numero 4) è legato con un cuneo tratteggiato:
Tracciare una freccia da 1 a 2 e da 2 a 3. Se la direzione della freccia ruota in senso orario, il centro asimmetrico possiede la
configurazione R, se invece gira in senso antiorario ha la configurazione S.
3. Se il gruppo (o atomo) con la priorità più bassa (num 4) non è legato con un cuneo tratteggiato:
Scambiare il gruppo a priorità più bassa con quello legato con il cuneo tratteggiato e poi procedere con le frecce.
Es.:
Proiezioni di Fischer
2. Tracciare una freccia da 1 a 2 e da 2 a 3. Se la direzione della freccia ruota in senso orario, il centro asimmetrico possiede la
configurazione R, se invece gira in senso antiorario ha la configurazione S.
3. Se il gruppo (o atomo) con la priorità minore è su un legame orizzontale, la direzione della freccia darà una risposta
opposta a quella corretta.
Es.:
Esempio
Esempio
Eccesso enantiomerico
Si può accertare se un particolare campione è costituito da un singolo enantiomero oppure da una miscela di enantiomeri
attraverso la misura della sua rotazione specifica. Ad esempio:
Per un campione enantiomericamente puro, cioè in cui è presente solo un enantiomero, si osserva una rotazione
specifica come per esempio di +23.1 nel (S)-(+)-2-bromobutano.
Se il campione è una miscela racemica, esso avrà una rotazione specifica pari a 0 visto che i due enantiomeri speculari
si annullano a vicenda.
Se la rotazione specifica è positiva ma con un valore inferiore a +23.1, sapremo che avremo una miscela di
enantiomeri in cui è presente in maggiore quantità l’enantiomero con configurazione S rispetto a quello con
configurazione R perché la configurazione S è destrogiro.
L’Eccesso enantiomerico indica l’eccesso di un enantiomero nella miscela, lo si calcola dalla rotazione specifica osservata.
Esempio 1
Se un campione di 2-bromobutano ha una rotazione specifica di +9.2, il suo eccesso enantiomerico è del 40%. Cioè, il 40% della
miscela consiste in un eccesso di un singolo enantiomero.
+9.2
Eccesso enantiomerico = ∗ 100% = 40%
+23.1
Esempio 2
Attività ottica dei composti chirali
Un composto achirale non ruota il piano di polarizzazione della luce piano-polarizzata; mentre un composto chirale
(enantiomero) ruota il piano di polarizzazione della luce piano-polarizzata. Se viene ruotata in senso orario viene detto
composto destrogiro (+), invece se viene ruotato in senso antiorario viene detto composto levogiro (-).
Il num massimo di stereoisomeri è uguale a 2n, dove n è pari al numero di centri asimmetrici.
Diastereoisomeri
I diastereoisomeri sono stereoisomeri che non sono enantiomeri. Lo sono gli stereoisomeri 1 e 3, 1 e 4, 2 e 3, 2 e 4.
Quando si disegnano le proiezioni di Fisher per stereoisomeri con due centri asimmetrici adiacenti, gli enantiomeri che hanno
gli H sullo stesso lato sono detti eritro mentre quelli con lati opposti treo.
Gli enantiomeri hanno le stesse proprietà fisiche e identiche proprietà chimiche (essi reagiscono alla stessa velocità con un
determinato reagente achirale); mentre i diastereoisomeri hanno proprietà fisiche differenti come punto di fusione ed
ebollizione, e diverse proprietà chimiche (essi reagiscono con un determinato reagente achirale con velocità differenti).
Formule prospettiche
Quando si disegnano le formule prospettiche per mostrare gli stereoisomeri nelle loro conformazioni eclissate meno stabili, si
può facilmente vedere che gli enantiomeri eritro hanno i gruppi simili sullo stesso lato.
Per passare da un enantiomero all’altro si invertono entrambi i centri asimmetrici, mentre per passare da un
diastereoisomero all’altro si inverte uno solo dei centri asimmetrici.
Stereoisomeri di composti ciclici
L’1-bromo-2-metilciclopentano ha 2 centri asimmetrici e 4 stereoisomeri chirali (composto ciclico, quindi i sostituenti sono cis e trans).
L’1-bromo-3-metilciclobutano non ha centri asimmetrici e quindi ha solo 2 stereoisomeri achirali (cis e trans).
L’1-bromo-4-metilcicloesano non ha centri asimmetrici e quindi ha solo 2 stereoisomeri achirali (cis e trans).
Es.:
Composti meso
I composti meso contengono centri asimmetrici e risultano tuttavia achirali perché sovrapponibili alla loro immagine speculare.
Un composto con gli stessi 4 atomi (o gruppi) legati a due diversi carboni asimmetrici avrà 3 stereoisomeri: 1 meso e 2 enantiomeri.
Nel caso dei composti ciclici, l’isomero cis sarà il composto meso
mentre l’isomero trans esisterà come coppia di enantiomeri.
Stesse regole delle formule prospettiche e proiezioni di Fischer viste in precedenza ma applicate a due o più centri asimmetrici.
Formule prospettiche
Proiezioni di Fischer
Nota che gli enantiomeri hanno la configurazione opposta a entrambi i centri asimmetrici.
Nota che i diastereoisomeri hanno la stessa configurazione a un centro asimmetrico e configurazione opposta all’altro.
3-bromo-2-butanolo
Acido tartarico
Esempio:
Esempio:
Esempio:
Separazione di due enantiomeri
Esempio
ALCHENI, TERMODINAMICA E CINETICA
La formula molecolare generale di un idrocarburo è CnH2n+2 , meno due idrogeni per ogni legame π e per ogni anello presente
nella molecola. Il numero totale di legami π e di anelli è detto grado di insaturazione.
Idrocarburi saturi → alcani, perché possiedono il max numero possibile di legami C—H.
Idroc. insaturi → alcheni, perché hanno un numero di atomi di H inferiore a quello max.
Il doppio legame è un gruppo funzionale di un alchene e la sua presenza è identificata dal suffisso “ene”.
1. Si numera la catena continua più lunga contenente il gruppo funzionale nella direzione che assegna al suffisso del gruppo
funzionale il numero più basso possibile.
2. In un composto con due o più doppi legami, la desinenza “ano” finale del corrispondente alcano è sostituita con “adiene”,
“atriene”, “atetraene”, ecc.
3. Il nome di un sostituente va inserito prima del nome della catena continua più lunga contenente il gruppo funzionale, preceduto
da un numero indicante il carbonio a cui il sostituente è legato. Nota che se il nome di un composto contiene sia il suffisso del gr.
funz. che un sostituente, la catena è numerata in modo da dare al suffisso del gr. funz. il numero più basso possibile.
5. Se, numerando in entrambe le direzioni, si ottiene lo stesso numero per il suffisso del gruppo funzionale dell’alchene, il nome
corretto è quello in cui i sostituenti presentano il numero più basso.
6. Negli alcheni ciclici l’anello si numera sempre in modo che il doppio legame si trovi tra i carboni 1 e 2.
7. Quando la numerazione in entrambe le direzioni porta non solo allo stesso numero posizionale per il suffisso del gruppo
funzionale dell’alchene ma anche al numero più basso di uno o più sostituenti, allora bisogna ignorare questi sostituenti e
scegliere la direzione che assegna il numero più basso a uno dei sostituenti rimanenti.
I carboni sp2 di un alchene vengono chiamati carboni vinilici; mentre quelli sp3, adiacenti a quelli
vinilici, carboni allilici.
Quando nella nomenclatura si usa il termine “vinile” o “allile” si intende che il sostituente stesso è
legato al carbonio vinilico o allilico.
Ogni carbonio del doppio legame di un alchene possiede tre orbitali ibridi sp2 che giacciono in un
piano con angoli di 120°. Ognuno di questi orbitali sp2 si sovrappone ad un orbitale di un altro
atomo per formare un legame σ. Quindi uno dei due legami C – C nel doppio legame è un legame σ.
Il secondo legame C – C del doppio legame (quello π) si forma dalla sovrapposizione laterale degli
orbitali p rimanenti su ognuno dei due carboni sp2.
Dal momento che tre punti individuano un piano, ciascun carbonio sp2 e i due atomi legati a esso
attraverso legami singoli giacciono in un piano. Per ottenere il massimo grado di sovrapposizione tra
loro, i due orbitali p devono essere paralleli tra loro. Quindi tutti e sei gli atomi del sistema del doppio
legame si trovano sullo stesso piano.
Esempio
Reattività dei composti organici
La chimica organica si basa essenzialmente sull’interazione tra atomi o molecole ricchi di elettroni con atomi o molecole poveri
di elettroni. Specie elettron-povere sono attratte da specie elettron-ricche.
Elettrofili
Nucleofili
Meccanismo della reazione: descrizione del processo a stadi attraverso il quale i reagenti si trasformano in prodotti.
La coda della freccia (posizionata in corrispondenza degli e- del reagente) parte sempre da una coppia di e- non condivisa o da
un legame. Mentre la punta della freccia indica dove gli e- si trasferiscono e indica sempre un atomo o un legame.
Nella reazione del 2-butene con HBr, il meccanismo della reazione viene rappresentato tracciando una “→” per mostrare che i
due e- del legame π dell’alchene sono attratti dall’H parzialmente positivo dell’HBr.
Sapendo che un elettrofilo reagisce con un nucleofilo e che il legame π è il legame più debole in un alchene, abbiamo potuto
prevedere che il prodotto della reazione del 2-butene con HBr è il 2-bromobutano. La reazione viene definita di addizione
poiché il 1° stadio della reazione vede l’addizione di un elettrofilo (H+) all’alchene, perciò detta reazione di addizione elettrofila.
Riassunto termodinamica e cinetica
Termodinamica
Le concentr. dei reagenti e dei prodotti all’eq. dipendono dalle loro stabilità relative: Keq > 1 → prodotti più stabili
Più stabile è un composto, maggiore sarà la sua concentrazione all’equilibrio. Keq < 1 → reagenti più stabili
Infatti la forza di un acido dipende dalla sua base coniugata: più la base coniugata è stabile, più grande è la costante dell’eq.
(Ka) che porta alla sua formazione, e un Ka più grande implica un acido più forte.
Variazione di energia libera di Gibbs (∆G°) = differenza tra l’energia libera dei prodotti e quella dei reagenti. ∆G° = -RTln(Keq)
La variazione di energia libera di Gibbs (∆G°) ha una componente entalpica (∆H°) e una entropica (∆S°): ∆G° = ∆H° – T∆S°
La formazione di prodotti con legami più forti e con più libertà di movimento
rendono il ∆G° negativo e favoriscono la reazione.
La stabilità termodinamica è indicata da ∆G°. Se ∆G° < 0 il prodotto è termodinamicamente stabile rispetto al reagente, se
invece ∆G° > 0 il prodotto è termodinamicamente instabile rispetto al reagente.
Cinetica
La barriera energetica, che rappresenta la “montagna” che i reagenti devono superare per trasformarsi in prodotti, viene
indicata da ∆G+ ed è chiamata energia libera di attivazione.
∆G+ = energia libera dello stato di transizione – energia libera dei reagenti ∆G+ = ∆H+ – T∆S+
L’addizione di idrogeno a un composto viene detta reazione di riduzione. Una reazione di riduzione aumenta il numero di
legami C–H e/o diminuisce il numero di legami C–O, C–N, C–X (X è un alogeno).
Quando i sostituenti voluminosi si trovano dallo stesso lato del doppio legame le loro nuvole elettroniche possono interferire
l’una con l’altra causando tensioni steriche nella molecola, rendendola meno stabile.
- Gli e- π scarsamente trattenuti nel doppio legame C-C sono attratti da un elettrofilo.
- Ogni reazione ha inizio con l’addizione di un elettrofilo a uno dei carboni sp2 dell’alchene.
- Ogni reazione termina con l’addizione di un nucleofilo all’altro carbonio sp2.
Il risultato finale è la rottura del legame π e la formazione di due nuovi legami σ da parte dei carboni sp2, uno con l’elettrofilo e
l’altro con il nucleofilo. Si nota che i carboni sp2 del reagente diventano sp3 nel prodotto.
L’alchene e un acido alogenidrico (come HF, HCl, HBr o HI che fa da reagente elettrofilo) danno un alogenuro alchilico.
Poiché gli alcheni nelle reazioni mostrate presentano gli stessi sostituenti su ciascuno dei due carboni sp 2, non importa a quale
dei due atomi di carbonio sp2 si lega l’elettrofilo dal momento che in ogni caso si ottiene lo stesso prodotto.
Ma se invece l’alchene non presentasse gli stessi sostituenti su entrambi i carboni sp 2 ?
Il primo stadio della reazione (l’addizione di H + a uno dei due carboni sp2) è lo stadio cineticamente determinante (lento) della
reazione. Se questi due carbocationi si formano con velocità diverse, quello che si forma più velocemente sarà il prodotto
principale del primo stadio e determinerà la struttura del prodotto finale della reazione.
Bisogna considerare due cose per capire perché il catione terz-butilico si forma più velocemente:
1) Quali fattori hanno effetto sulla stabilità di un carbocatione
2) Come la stabilità di un carbocatione influenzi la velocità con cui viene formato
Struttura dello stato di transizione (come la stabilità influenza la velocità con cui viene formato un carbocatione)
Se due punti della curva in salita o in discesa di un diagramma di energia libera/coordinata di reazione hanno energie simili,
avranno anche strutture simili. Più vicine sono le loro energie più simili saranno le loro strutture.
Reazione esoergonica: l’energia dello stato di transizione è più vicina a quella dei reagenti che a quella dei prodotti quindi la
struttura dello stato di transizione sarà più simile a quella dei reagenti.
Reazione endoergonica: l’energia dello stato di transizione è più vicina a quella dei prodotti e quindi la struttura dello stato di
transizione sarà più simile a quella dei prodotti.
Riassunto:
I due prodotti che si formano vengono chiamati isomeri costituzionali (stessa formula ma diverse connessioni tra i loro atomi).
La regioselettività è la formazione preferenziale di un isomero costituzionale rispetto ad un altro. Inoltre ci sono diversi gradi di
regioselettività: moderatamente regioselettiva, altamenete regioselettiva o totalmente regioselettiva.
Alcune reazioni di addizione elettrofila portano alla formazione di prodotti inattesi che non coincidono con la regola sopra citata.
In ciascuna reazione il prodotto inatteso è il risultato di una trasposizione del carbocatione intermedio.
La trasposizione dei carbocationi avviene solo se porta alla formazione di carbocationi più stabili.
Shift 1,2 di idruro
Se però la trasposizione non porta alla formazione di un carbocatione più stabile, essa generalmente non avviene.
Ogni volta che una reazione forma un carbocatione intermedio, si deve considerare la possibilità di una sua trasposizione a un
carbocatione più stabile.
Idroborazione
L’idroborazione è una reazione concertata cioè che avviene allo stesso momento.
- Mentre il boro (l’elettrofilo) accetta gli e- π dell’alchene e forma un legame con uno dei carboni sp2 (quello con più idrogeni
allo stesso modo di altri elettrofili), un atomo di idrogeno con la sua coppia elettronica (H-) abbandona il boro e si lega
all’altro carbonio sp2 comportandosi da nucleofilo.
Ossidazione
- Uno ione idroperossido (nucleofilo) condivide una coppia di e- con il B (boro) del R2BCH2CH2CH3 (elettrofilo).
- Uno shift 1,2 di un alchile sostituisce uno ione idrossido, impedendo al B di rimanere carico negativamente troppo a lungo.
- Uno ione idrossido condivide una coppia di e- con il boro del R2BOCH2CH2CH3.
- Si elimina uno ione alcossido impedendo al boro di rimanere carico negativamente troppo a lungo.
- La protonazione dell’alcossido porta alla formazione dell’alcol.
Addizione di acqua agli alcheni
Se si aggiunge acqua a un alchene non avviene nessuna reazione. I legami O–H dell’acqua sono troppo forti (essendo l’H2O solo
debolmente acida) per far si che l’idrogeno agisca da elettrofilo. Se però si aggiunge un acido (H2SO4) la reazione darà un alcol.
MECCANISMO:
- L’H+ (elettrofilo) si addiziona al carbonio sp2 dell’alchene (nucleofilo) che è legato al maggior numero di idrogeni.
- L’H2O (nucleofilo) si addiziona al carbocatione (elettrofilo) formando un alcol protonato (che è un acido molto forte).
- L’alcol protonato perde un protone perché il pH della soluzione è più alto del valore di pK a dell’alcol protonato (essendo ↖).
L’addizione dell’elettrofilo all’alchene avviene in modo relativamente lento perché si deve rompere il legame π, mentre la
successiva addizione del nucleofilo al carbocatione avviene così rapidamente che il carbocatione si lega con la prima specie
nucleofila con cui collide (che sia H2O o HSO4-) ed essendoci per la maggior parte H2O, colliderà con quest’ultima formando alcol.
Gli alcoli reagiscono con gli alcheni allo stesso modo dell’acqua. Come nell’idratazione, l’addizione di alcol richiede l’intervento
di un catalizzatore acido. Il prodotto della reazione sarà un etere.
MECCANISMO:
- L’H+ (elettrofilo) si addiziona al carbonio sp2 che è legato al maggior numero di idrogeni.
- Il CH3OH (nucleofilo) si addiziona al carbocatione formando un etere protonato.
- L’etere protonato perde un protone, perché il pH della soluzione è più alto del valore di pK a dell’etere protonato (pKa ≈ -3.6).
Il meccanisco dell’addizione di un alcol è uguale a quello dell’addizione di acqua, unica differenza è che il nucleofilo è ROH.
Per alogeni si intende Br2 (bromuro) e Cl2 (cloruro), visto che il F2 reagisce in
maniera esplosiva con gli alcheni mentre la reazione con l’I 2 è sfavorevole a
livello termodinamico, quindi il prodotto della reazione tra alogeni e alcheni
sarà o dibromuro o dicloruro vicinale dove vicinale sta a significare che i due
alogeni sono legati a carboni adiacenti.
MECCANISMO:
- Quando gli e- π di un alchene si avvicinano a una molecola di Br2, uno degli atomi di bromo accetta questi e- e rilascia quelli
condivisi all’altro atomo di bromo che si allontana come ione bromuro. (Ciò avviene perché il legame che unisce i due atomi
di Br2 può facilmente essere rotto in quanto il Br2 è polarizzabile, mentre il nucleofilo alchene si avvicina al Br2 si instaura un
dipolo che causa una parziale carica positiva su uno dei due atomi di Br2). Poiché la nuvola elettronica del bromo è
abbastanza vicina all’altro carbonio sp2 per formare un legame, si forma uno ione bromonio ciclico intermedio, al posto del
carbocatione intermedio.
- La specie intermedia è però instabile a causa della tensione dell’anello a tre termini e del bromo carico positivamente che
attira fortemente gli e- dai carboni dell’anello. Quindi lo ione bromonio ciclico reagisce velocemente con un nucleofilo (Br-).
Aloidrina
MECCANISMO:
- Nel primo stadio della reazione si forma uno ione bromonio ciclico intermedio, in quanto Br+ è l’unico elettrofilo presente
nella miscela di reazione.
- Lo ione bromonio ciclico formato è relativamente instabile e reagisce rapidamente con qualunque nucleofilo esso incontri.
In soluzione sono presenti due specie nucleofile: l’H2O e il Br-, ma siccome l’acqua è in concentrazioni molto maggiori
rispetto che il Br- sarà molto più probabile che lo ione bromonio collida con una molecola d’acqua piuttosto che con Br-.
- L’aloidrina protonata che si forma è un acido forte e perciò perde facilmente un protone.
STEREOCHIMICA (struttura tridimensionale delle molecole)
Reazione regioselettiva: reazione in cui si ottengono due isomeri costituzionali, ma uno in misura maggiore dell’altro. Due isomeri
costituzionali hanno la stessa formula molecolare ma diverse connessioni tra atomi.
Reazione stereoselettiva: significato simile ma si riferisce alla formazione preferenziale di uno stereoisomero invece che di un
isomero costituzionale. Due stereoisomeri hanno la stessa formula molecolare, stesse connessioni tra
atomi ma diverse disposizioni spaziali (es.: cis, trans o anti e gauche).
Reazione stereospecifica: se il reagente può esistere sotto forma di diversi stereoisomeri e ciascuno stereoisomero del reagente
produce un diverso stereoisomero del prodotto o una diversa serie di stereoisomeri.
Tutte le rezioni stereospecifiche sono anche stereoselettive, non è però sempre vero il contrario.
Es.:
Se invece un reagente che presenta un centro asimmetrico forma un prodotto con un secondo centro asimmetrico allora si
ottengono prodotti diastereoisomeri in quantità non
uguali tra loro (stereoisomeri non enantiomeri).
Quando un reagente che non presenta centri asimmetrici subisce una reazione che
porta alla formazione di un prodotto con due centri asimmetrici, gli stereoisomeri che si
formano dipendono dal meccanismo della reazione.
Addizione sin: quando i sostituenti si addizionano dalla stessa parte rispetto al piano del doppio legame.
Addizione anti: quando i sostituenti si addizionano da parti opposte rispetto al piano del doppio legame.
Stereochimica della reazione di addizione di idrogeno
Entrambi gli atomi di idrogeno si addizionano dallo stesso lato del doppio legame. Quindi,
l’addizione di H2 a un alchene è una reazione di addizione sin.
Se l’addizione di H2 a un alchene porta alla formazione di un prodotto con due centri asimmetrici, si formeranno solo due dei
quattro possibili stereoisomeri in quanto può avvenire solo l’addizione sin.
L’addizione sin di H2 a un alchene cis porta alla formazione solo di enantiomeri eritro.
L’addizione sin di H2 a un alchene trans porta alla formazione solo di enantiomeri treo.
Se invece i due centri asimmetrici nel prodotto sono legati agli stessi quattro sostituenti si ottiene un composto meso.
In alternativa si può disegnare un solo prodotto ottenuto legando H 2 dalla parte inferiore
oppure dalla parte superiore del piano rispetto al doppio legame e poi disegnare
l’immagine speculare di questo prodotto.
Entrambi i centri asimmetrici sono legati agli stessi quattro sostituenti, portando
così alla formazione di un composto meso.
L’addizione sin a un alchene cis forma gli enantiomeri cis. Visto che avviene solo l’addizione sin, la reazione è stereoselettiva.
In alternativa è possibile disegnare il prodotto che si ottiene legando l’ossigeno sopra oppure sotto il piano del doppio legame
e poi disegnare l’immagine speculare di questo prodotto.
L’addizione cis a un alchene trans forma gli enantiomeri trans. Dato che gli isomeri cis e trans formano ciascuno una diversa
coppia di enantiomeri la reazione è stereospecifica.
Se i due centri asimmetrici nel prodotto sono legati agli stessi quattro gruppi si ottiene un composto meso.
Quando l’alchilborano viene ossidato nella reazione con perossido di idrogeno e ione
idrossido, il gruppo OH si lega nella stessa posizione del boro che esso sostituisce. Di
conseguenza, la reazione complessiva, detta di idroborazione-ossidazione, equivale a
una addizione sin di acqua a un doppio legame carbonio-carbonio.
L’unica addizione che avviene è quella sin e per questo la reazione di idroborazione-
ossidazione è una reazione stereoselettiva.
Se il reagente è ciclico, l’addizione sin porta alla formazione solo della coppia di enantiomeri che presentano i gruppi OH e H
addizionati dallo stesso lato rispetto all’anello.
Oppure
Stereochimica delle reazioni di addizione che formano uno ione bromonio o cloronio come intermedio
Se, in seguito a una reazione di addizione che presenta come intermedio uno ione bromonio (o cloronio), si formano due
centri asimmetrici, si formerà un’unica coppia di enantiomeri.
L’addizione di Br2 all’alchene cis porta alla formazione solo degli enantiomeri treo.
L’addizione di Br2 all’alchene trans porta alla formazione solo degli enantiomeri eritro. Visto che gli isomeri cis e trans
formano prodotti diversi, la reazione è stereospecifica e stereoselettiva.
Visto che l’addizione di Br2 all’alchene cis porta alla formazione solo degli enantiomeri treo si deduce che questa è una
reazione di addizione anti; questo perché i due atomi di bromo si legano da parti opposte del doppio legame.
Mentre l’addizione di Br2 al trans-2-butene porta alla formazione di un composto meso.
Riassunto della stereochimica dei prodotti ottenuti dalle reazioni di addizione elettrofila agli alcheni:
Memoria in aiuto
dd
ALCHINI
- Se i due gruppi funzionali sono un doppio e un triplo legame, la catena è numerata nella direzione che porta al nome
contenente il numero più basso.
- Se il numero più basso è lo stesso in entrambe le direzioni, la catena è numerata nella direzione in cui il doppio legame ha il
numero più basso.
Un triplo legame C≡C è più corto e più forte di un doppio legame che a sua volta è più corto e più forte di un legame singolo, e
che un legame π è più debole di un legame σ. I gruppi alchilici stabilizzano gli alchini, così come stabilizzano gli alcheni e i
carbocationi. Gli alchini interni, pertanto sono più stabili degli alchini terminali.
Reattività degli alchini
Un alchino è una molecola ricca di e- quindi è una specie nucleofila. Gli alchini subiscono
reazioni di addizione elettrofila a causa dei loro legami π relativamente deboli.
L’addizione di un protone ad un alchino produce un catione vinilico che ha una carica positiva su un carbonio vinilico.
Un catione vinilico è meno stabile di un catione alchilico ugualmente sostituito perché ha una carica positiva su un carbonio
sp. Un carbonio sp è più elettronegativo del carbonio sp2 di un catione alchilico ed è quindi, meno propenso a tollerare una
carica positiva.
Siccome un carbocatione primario è troppo instabile per formarsi, e visto che un catione vinilico secondario
ha circa la stessa stabilità, si pensa che l’intermedio che si formi quando un protone si addiziona a un alchino
sia proprio il complesso-π.
MECCANISMO:
Se l’H+ si addiziona al carbonio sp2 più sostituito, si forma un carbocatione primario, l’atomo di cloro diminuisce ulteriormente
la stabilità del carbocatione attirando gli e- per effetto induttivo attraverso il legame σ, che aumenta la concentrazione di
carica positiva sul carbonio.
Se invece l’addizione di H+ avviene al carbonio sp2
meno sostituito forma un carbocatione secondario
più stabile. Inoltre, l’atomo di cloro stabilizza il
carbocatione condividendo un doppietto di e- con il
carbonio con carica positiva così che la carica
positiva viene condivisa dal carbonio e dal cloro.
Si formano due dialogenuri geminali in quanto l’addizione iniziale di H+ può avvenire con uguale facilità su entrambi i carboni sp.
oppure
Il meccanismo della reazione è lo stesso dell’addizione di Cl 2 e Br2 a un alchene, e in presenza di un eccesso di alogeno avviene
una seconda reazione di addizione.
Anche gli alchini subiscono l’addizione di H2O catalizzata da acidi. L’elettrofilo (H+) si addiziona al carbonio meno sostituito.
Il prodotto iniziale della reazione è un enolo, cioè un composto che presenta un doppio legame C-C e un gruppo OH legato a
uno dei carboni sp2. L’intermedio enolico riarrangia immediatamente per dare un chetone. Un chetone e il suo corrispondente
enolo sono chiamati tautomeri cheto-enolici.
- Si forma un legame π tra il C1 e l’ossigeno, mentre il legame π tra i due C si rompe; il C2 acquista un protone.
- L’acqua rimuove un protone dal gruppo carbonilico protonato.
Gli alchini terminali sono meno reattivi degli alchini interni nei
confronti dell’addizione dell’acqua. Pertanto bisogna utilizzare lo
ione mercurio (Hg2+) come catalizzatore che aumenta la velocità della reazione di addizione.
MECCANISMO:
- La reazione degli alchini con lo ione mercurio forma uno ione mercurio ciclico.
- L’attacco dell’acqua (il nucleofilo) avviene al carbonio più sostituito dell’intermedio ciclico.
- Il gruppo OH protonato perde un protone e forma un enolo mercurico, che riarrangia rapidamente a chetone mercurico.
- La perdita dello ione mercurio forma un enolo, che riarrangia a chetone mediante una reazione acido-catalizzata.
Il BH3 o il R2BH (in THF) si addizionano agli alchini uguale a come accade con gli alcheni. Cioè il B è l’elettrofilo e l’H- il nucleofilo.
Entrambi gli idrogeni vengono addizionati dallo stesso lato del doppio
legame, cioè avviene un’addizione sin.
L’addizione sin di idrogeno a un alchino interno forma un alchene cis.
- Il trasferimento di un e- presente nell’orbitale s del sodio a un carbonio sp dell’alchino. Si forma un anione radicale.
- L’anione radicale è una base così forte che riesce a rimuovere un protone dall’ammoniaca formando un radicale vinilico.
- Un altro trasferimento di un e- dal sodio al radicale vinilico forma un anione vinilico.
- L’anione vinilico è anch’esso una base molto forte che strappa un H+ da un’altra molecola di NH3, formando l’alchene trans.
Una reazione di riduzione con metalli alcalini disciolti non può essere utilizzata per la riduzione di un alchino terminale in
quanto il sodio preferisce rimuovere un protone dall’alchino terminale.
Un idrogeno legato a un legame sp è più acido di un H legato a un carbonio sp2 e ancora di più rispetto a un carbonio sp3.
Per rimuovere un protone da un acido, in una reazione il cui equilibrio è spostato a favore dei prodotti, la base che strappa il
protone deve essere più forte della base che si forma. In questo caso si può usare lo ione ammoniuro.
Se invece si utilizza una base più debole di quella che si formerà, l’equilibrio sarà spostato verso i reagenti.
Il bromo è più elettronegativo del carbonio e quindi gli e- del legame C–Br non sono ugualmente condivisi tra i due atomi:
c’è una parziale carica positiva sul carbonio e una parziale carica negativa sul bromo.
Lo ione acetiluro carico negativamente (nucleofilo) è attratto dal carbonio con una parziale carica positiva (elettrofilo)
dell’alogenuro alchilico. Quando gli e- dello ione acetiluro si avvicinano al carbonio per formare il nuovo legame C-C, essi
allontanano il bromo con i suoi e- di legame.
PROGETTARE UNA SINTESI
Lo scopo è sintetizzare il composto richiesto nel minor numero possibile di stadi (meno tempo).
Esempio 1
Utilizzo la tecnica di analisi retrosintetica, partendo dal prodotto e decidendo quale sarà l’ultimo stadio. Siccome il prodotto è
un chetone, ricordo in che casi si forma un chetone e un modo è quello dell’addizione di acqua acido-catalizzata a un alchino.
Si deduce che il 3-esino sarà quindi il miglior alchino da usare.
Il 3-esino si può ottenere per rimozione di un protone dal carbonio sp del prodotto di partenza (1-butino) e succesiva
alchilazione. Per ottenere il prodotto desiderato a sei atomi di carbonio, si deve usare, per la reazione di alchilazione, un
alogenuro alchilico con due atomi di carbonio.
Esempio 2
Il 2-bromopentano può essere preparato dall’1-pentene, il quale si può ottenere dall’1-pentino. L’1-pentino si può preparare
dall’etino e un alogenuro alchilico con tre atomi di carbonio.
Esempio 3
Come si può
DELOCALIZZAZIONE ELETTRONICA
Gli e- localizzati appartengono a un singolo atomo anche quando sono condivisi con 2 atomi, quelli
delocalizzati invece sono tali quando sono condivisi da 3 o più atomi.
Benzene
Ciascuno dei sei atomi di carbonio del benzene è ibridato sp2, quindi con angoli di legame pari a 120°, risulta perciò essere una
molecola planare. Ciascun e- π è condiviso tra i sei atomi di carbonio. In altri termini i sei e- π sono delocalizzati: essi si muovono
liberamente all’interno della nuvola a forma di ciambella, che giace sia sopra che sotto l’anello planare degli atomi di carbonio.
a. Nel benzene ciascun atomo di carbonio utilizza due orbitali sp2 per legarsi ai due atomi di carbonio adiacenti, il suo terzo
orbitale sp2 si sovrappone all’orbitale s di un idrogeno.
b. Ciascun carbonio ha un orbitale p perpendicolare rispetto agli orbitali sp2. Gli orbitali p paralleli sono abbastanza vicini tra
loro da sovrapporsi lateralmente, ciascuno a entrambi gli orbitali dei carboni adiacenti.
La struttura reale è chiamata ibrido di risonanza ma non indica quanti sono gli e- π
nell’anello, quindi ci si avvale delle strutture limite di risonanza che servono per
evidenziare gli e- π ma non descrivono alcuna reale distribuzione elettronica.
Quando si ha la sovrapposizione di un orbitale p con orbitali p appartenenti a più atomi adiacenti, allora gli e- sono delocalizzati.
Come disegnarle
Per disegnare strutture limite di risonanza, si muovono solo e- π o coppie solitarie di e- verso carboni sp2 o sp.
(Ricordiamo che un carbonio è ibridato sp2 sia quando è carico positivamente sia quando è coinvolto in un doppio legame).
Esempio 1
Esempio 2
Esempio 3
Esempio 4
Tanto più una struttura limite di risonanza è stabile, quanto più assomiglierà all’ibrido di risonanza e quindi alla molecola reale.
Esempio 1
La struttura limite B risulta meno stabile della struttura limite A, poiché B ha cariche
separate e un ossigeno (l’atomo più elettronegativo) ha carica positiva.
Esempio 2
Le due strutture sono egualmente stabili. Quindi contribuiscono egualmente all’ibrido di risonanza.
Esempio 3
Esempio 4
L’energia di risonanza è una misura di quanto è più stabile un composto con e- delocalizzati rispetto a quanto lo sarebbe se i
suoi e- fossero localizzati.
Più grande è la stabilità stimata per una struttura limite di risonanza, maggiore sarà il suo contributo all’ibrido di risonanza.
Quanto più grande è il numero delle strutture di risonanza relativamente stabili e quanto più le strutture limite di risonanza
sono equivalenti, tanto più grande è l’energia di risonanza.
- Il 1° è la delocalizzazione elettronica che aumenta la stabilità del composto. Maggiore energia di risonanza maggiore stabilità.
- Il 2° è il tipo di ibridazione degli orbitali nei legami singoli carbonio-carbonio. Visto che un e- 2s è mediamente più vicino al
nucleo di un e- 2p, un legame formato per sovrapposizione degli orbitali di tipo sp2‒sp2 è più corto e più forte di un legame
formato per sovrapposizione sp2‒sp3 perché un orbitale sp2 ha maggiore carattere s di un orbitale sp3. Quindi in un diene
coniugato il legame singolo è più forte che in un diene isolato e questo incrementa la stabilità.
Alleni
All’aumentare dell’energia degli OM cresce il numero dei nodi e diminuisce il numero di interazioni leganti.
Nel 1,3-Butadiene:
Se la molecola assorbe luce di opportuna lunghezza d’onda, la luce promuoverà la transizione di un e- dall’HOMO al LUMO
(dall’orbitale ψ2 all’orbitale ψ3) e la molecola si troverà in uno stato eccitato.
L’HOMO del butadiene è più alto in energia dell’HOMO dell’etene: il butadiene è più reattivo dell’etene verso gli elettrofili.
Il LUMO del butadiene è più basso in energia del LUMO dell’etene: il butadiene è più reattivo dell’etene verso i nucleofili.
Più un composto possiede doppi legami coniugati, più piccola sarà la differenza di energia
HOMO-LUMO e più l’assorbimento sarà spostato verso il colore rosso.
Esempio.:
1,3,5-esatriene
I carbocationi allilici possiedono e- delocalizzati quindi sono più stabili dei carbocationi
analogamente sostituiti ma con e- localizzati.
Un catione allilico ha due strutture limite di risonanza e la carica positiva è condivisa (o divisa) da due carboni.
Visto che il catione allile ha e- delocalizzati, è più stabile di altri carbocationi primari in soluzione.
Un acido carbossilico è un acido più forte di un alcol poiché lo ione carbossilato (base coniugata di
un acido carbossilico) è più stabile (debole) dello ione alcossido (base coniugata dell’alcol).
Più stabile è una base, più forte è il suo acido coniugato.
La differenza di stabilità tra le due basi coniugate dipende dall’effetto induttivo elettron-attrattore e dalla delocalizzazione
elettronica.
Nello ione carbossilato il doppio legame C=O stabilizza tale specie sia riducendo la
densità elettronica sull’O carico negativamente (per effetto induttivo elettron-
attrattore dell’altro O) sia attraverso un aumento dell’energia di delocalizzazione.
Invece gli e- nella base coniugata di un alcol sono localizzati, per cui alla perdita di un
protone in un alcol non corrisponde un aumento dell’energia di risonanza.
Fenolo e cicloesanolo
Il gruppo OH del fenolo è legato a un carbonio sp2 che è più elettronegativo di un carbonio sp3 al quale è legato il gruppo OH
nel cicloesanolo. Il maggior effetto induttivo elettron-attrattore operato dal carbonio sp2 più elettronegativo stabilizza la base
coniugata attraverso la riduzione della densità elettronica sull’ossigeno carico negativamente.
L’energia di risonanza dello ione fenato è più grande di quella del fenolo in quanto tre delle
strutture di risonanza del fenolo sono a separazione di carica e con un O con carica positiva.
Anilina e cicloesilammina
Esempio.:
La regola che indica quale carbonio sp2 viene attaccato dall’elettrofilo non può essere usata in quelle reazioni nelle quali i
carbocationi possono essere stabilizzati per delocalizzazione elettronica come in questo esempio:
Un intermedio è un carbocatione alchilico secondario mentre l’altro è un catione benzilico secondario. Poiché il catione
benzilico secondario è stabilizzato per delocalizzazione elettronica, esso si formerà più rapidamente, portando così alla
formazione di un solo prodotto.
Reazioni dei dieni
Dieni isolati
I dieni con doppi legami isolati subiscono le stesse reazioni degli alcheni. Se si è in presenza di un eccesso del reagente
elettrofilo si avranno due reazioni di addizione elettrofila indipendenti. In ciascuna reazione, l’elettrofilo si addiziona al
carbonio sp2 che è legato al maggior numero di idrogeni perché ciò porta al carbocatione più stabile.
MECCANISMO:
Se il reagente elettrofilo è presente in quantità sufficiente per addizionarsi a uno solo dei doppi legami, allora esso si
addizionerà, preferenzialmente, al doppio legame più reattivo. In questo caso, l’addizione di HCl al doppio legame a sx porta
alla formazione di un carbocatione 2°, mentre a dx porta alla formazione di un carbocatione 3° che, essendo più stabile, si
formerà più velocemente.
Dieni coniugati
Un diene simmetrico con doppi legami coniugati, come l’1,3-butadiene, reagisce con una quantità limitata di reagente
elettrofilo, in modo che l’addizione avvenga a uno solo dei due doppi legami, si formano due prodotti di addizione. Uno è un
prodotto di addizione-1,2 (addizione diretta), l’altro è un prodotto di addizione-1,4 (addizione coniugata).
Per addizione-1,2 si intendono i due carboni del primo doppio legame, mentre per addizione-1,4 si intendono il primo
carbonio del primo doppio legame e il secondo carbonio del secondo doppio legame.
MECCANISMO:
- Il protone si addiziona al C-1 portando alla formazione di un catione allilico. Il catione allilico ha e - delocalizzati, quindi
presenta due strutture di risonanza.
Se l’addizione dell’elettrofilo avviene a un carbonio sp2 esterno questo porta a un carbocatione stabilizzato per risonanza.
Invece se l’elettrofilo viene addizionato a un carbonio sp2 interno si forma un carbocatione senza e- delocalizzati.
Per un diene non simmetrico i prodotti principali della reazione sono quelli ottenuti dall’addizione dell’elettrofilo al carbonio
sp2 terminale che porta alla formazione del carbocatione più stabile.
Il protone si addiziona prevalentemente al C-1 così la carica positiva viene condivisa tra un carbonio allilico terziario e uno
primario, mentre se si fosse addizionata al C-4 sarebbe stato uno secondario e primario perciò meno stabile.
Controllo termodinamico e controllo cinetico
Quando un diene coniugato subisce una reazione di addizione elettrofila, i due fattori che determinano se il prodotto principale
della reazione sarà di addizione-1,2 o di addizione-1,4 sono: la temperatura (della reazione) e la struttura del reagente.
Se la reazione è eseguita a temperature sufficientemente basse, quindi con energia insufficiente per la quale la reazione
risulta irreversibile, il prodotto principale è quello cinetico (quello che si forma più velocemente).
Se la reazione è eseguita a temperature sufficientemente alte, quindi con energia sufficiente per la quale la reazione risulta
reversibile, il prodotto principale è quello termodinamico (quello più stabile).
Ad alta temperatura invece (45°C) l’energia è sufficiente a far sì che i prodotti riformino l’intermedio (chiamato intermedio
comune). Anche se entrambi i prodotti possono formare l’intermedio comune, questo è più facile per il prodotto di addizione-
1,2. Ogni volta che il prodotto-1,2 riforma l’intermedio comune, quest’ultimo può formare sia il prodotto-1,2 che l’1-4.
Quindi è la capacità di tornare all’intermedio comune che consente ai prodotti di interconvertire. Poiché i prodotti possono
interconvertirsi, all’equilibrio le quantità relative dei prodotti dipendono dalle loro stabilità relative.
La reazione di Diels-Alder è in grado di formare due nuovi legami C‒C e porta alla formazione di una molecola ciclica.
La reazione di Diels-Alder è una reazione periciclica, cioè avviene per uno spostamento ciclico di e-. È anche una reazione di
cicloaddizione, cioè quando due reagenti formano un prodotto ciclico. Più precisamente è una reazione di cicloaddizione [4+2]
perché dei sei e- π presenti nello stato di transizione quattro provengono dal diene coniugato e due dal dienofilo.
MECCANISMO:
È una semplice addizione-1,4 di un elettrofilo e di un nucleofilo a un diene coniugato. È una reazione concertata quindi
l’addizione dell’elettrofilo e del nucleofilo avvengono in uno stadio solo.
Diene coniugato
Dienofilo
1. Individuare la posizione del doppio legame nel prodotto. Il diene usato per la formazione del prodotto ciclico deve avere
due doppi legami situati sui lati adiacenti a questo doppio legame; quindi disegniamo questi doppi legami e cancelliamo
quello preesistente.
2. Ora, rompiamo i due legami σ che si trovano sugli altri due lati adiacenti a questi doppi legami e inseriamo un legame π tra
i due carboni i cui legami σ sono stati rotti: otteniamo così i due reagenti necessari, ossia il diene e il dienofilo.
Reazione D-A secondo la teoria degli orbitali molecolari
Stereochimica
Molto spesso il controllo regio e stereochimico è tale da portare a soli 2 prodotti (una coppia di enantiomeri) o addirittura ad
un solo prodotto (nel caso di Diels-Alder asimmetriche con catalizzatori o ausiliari chirali).
La reazione di Diels-Alder è quasi sempre un processo irreversibile e quindi il controllo è cinetico.
Se sia il diene che il dienofilo sono asimmetrici, i prodotti che risultano sono due isomeri costituzionali.
Per ottenere la struttura del secondo prodotto basta lasciare inalterata la posizione di un reagente e capovolgere l’altro.
Il prodotto che si formerà in percentuale maggiore dipende dalla distribuzione di carica presente in ognuno dei reagenti.
Il gruppo metossi del diene (OCH3) può donare e- per risonanza così che l’atomo di C terminale assume una parziale carica neg.
Il gruppo carbonilico del dienofilo attrae e- per risonanza e fa sì che il suo C terminale abbia una parziale carica positiva.
Composto biciclico
Normalmente (sotto controllo cinetico) si ha una netta prevalenza dell'isomero endo, anche se esso è meno stabile, quando
almeno uno dei gruppi R3 è elettron-attrattore ed il dienofilo è Z o terminale.
a) alla configurazione relativa cis dei due acetossi ( =O), decisa dalla configurazione del diene.
b) alla diastereoselettività di tipo endo.
I dieni ciclici sono particolarmente reattivi grazie al fatto che la conformazione s-cis è presente al 100% all'equilibrio.
Centro asimmetrico
In una reazione di sostituzione, l’atomo elettronegativo o il gruppo elettron-attrattore è sostituito da un altro atomo o gruppo.
In una reazione di eliminazione, l’atomo elettronegativo o il gruppo elettron-attrattore è eliminato, insieme a un H dal C adiacente.
Gli alogenuri alchilici rappresentano la famiglia dei composti ideali per iniziare lo studio delle reazioni di sostituzione ed
eliminazione perché possiedono gruppi uscenti relativamente buoni: gli ioni alogenuro (Cl-, Br-) che vengono allontanati facilmente.
Se la rottura del legame C-gruppo uscente avviene in maniera concertata (senza intermedi) il meccanismo è di tipo SN2.
Se la rottura del legame C-gruppo uscente avviene in maniera non concertata (con intermedi) il meccanismo è di tipo SN1.
La reazione SN2
Reazione del 2° ordine perché dipende linearmente dalla concentrazione di entrambi i reagenti.
1-La velocità della reazione di sostituzione dipende dalla concentrazione dell’alogenuro alchilico e da quella del nucleofilo: più
sono i reagenti (alogenuri alchilici e nucleofili), più probabili saranno le collisioni e quindi più veloce avverrà la reazione.
2-La sostituzione degli H con gruppi alchilici rallenta la reazione. Questo perché i sostituenti ingombranti legati al carbonio che
subisce l’attacco da retro renderanno più difficile l’accesso al carbonio per il nucleofilo (ingombro sterico). Questo fa sì che
alogenuri alchilici primari e secondari diano luogo a reazioni SN2, mentre quelli terziari no.
3-Se la reazione avviene ad un centro asimmetrico si forma un unico stereoisomero con la configurazione invertita (specchiata).
MECCANISMO:
Il nucleofilo attacca da retro il carbonio (l’elettrofilo), che lega il gruppo uscente, e provoca l’allontanamento di quest’ultimo.
La reazione avviene solo se il nucleofilo attacca da retro il carbonio perché il gruppo uscente blocca l’avvicinamento del
nucleofilo dalla parte frontale della molecola. Perché si formi un legame bisogna che l’HOMO di una specie e il LUMO dell’altra
interagiscano quindi quando il nucleofilo si avvicina all’alogenuro alchilico, l’HOMO del nucleofilo interagirà con il LUMO del
legame C‒Br. Nell’attacco da retro è presente un’interazione legante fra il nucleofilo e il lobo più grande di σ*. Quando invece il
nucleofilo si avvicina frontalmente al carbonio si ha sia un’interazione legante che una antilegante annullandosi a vicenda.
La velocità di una SN2
Gruppo uscente: Più debole è la base, migliore è come gruppo uscente. Questo perché le basi deboli sono stabili, trattengono
facilmente gli e- che in precedenza condividevano con un protone. Poiché le basi deboli hanno una scarsa
tendenza a condividere i propri e-, una base debole non è legata così fortemente a un carbonio come lo
sarebbe una base forte e un legame più debole si rompe più facilmente.
Nucleofilo: Più forte è la base, migliore è come nucleofilo. La basicità è la capacità di un composto di condividere la propria
coppia di e- con un protone; più forte è la base meglio condivide i suoi e- ed è misurata da una costante di equilibrio.
La nucleofilicità invece è la capacità di un composto di attaccare un atomo elettron-povero; nel caso di una SN2 la
nucleofilicità è una misura della facilità con cui il nucleofilo attacca un carbonio ibridato sp3 legato a un gruppo
uscente. È misurata da una costante di velocità.
(Per solvente polare protico si intende che le molecole del solvente possiedono un idrogeno legato a un ossigeno o un azoto).
Reazione inversa: Poiché l’HCl è un acido molto più forte dell’acqua Cl‒ è una base molto più debole di HO‒; poiché è una base
molto più debole, lo ione Cl‒ è anche un miglior gruppo uscente e, di conseguenza, HO‒ può sostituire Cl‒ (buon gruppo uscent)
nella reazione diretta ma Cl‒ non può sostituire HO‒ (cattivo gruppo uscente) nella sua reazione inversa.
La reazione SN1
Reazione del 1° ordine perché dipende linearmente dalla concentrazione di uno solo dei reagenti.
Nella reazione di sostituzione di tipo SN1 di alogenuri alchilici, il solvente è anche il nucleofilo e questa reazione è detta solvolisi.
1-L’equazione cinetica mostra che la velocità della reazione dipende solo dalla concentrazione dell’alogenuro alchilico essendo
la sola specie a prendere parte allo stadio cineticamente determinante.
2-Solo gli alogenuri alchilici terziari subiscono reazioni di solvolisi SN1 con nucleofili come l’acqua e alcoli. Questo perché nella
reazione SN1 vengono a formarsi dei carbocationi e sapendo che i carbocationi più stabili sono i terziari, essi si formano più
facilmente rispetto ai secondari e ancora di più ai primari.
3-Se la reazione avviene ad un centro asimmetrico si formano due stereoisomeri: uno con la stessa configurazione
dell’alogenuro alchilico di partenza e l’altro con la configurazione invertita (specchiata). Il carbonio carico positivamente
dell’intermedio carbocationico ha ibridazione sp2 e i tre legami di un carbonio ibridato sp2 giacciono nello stesso piano. Nel
secondo stadio di una reazione SN1, il nucleofilo può avvicinarsi al carbocatione o dal lato opposto del carbonio
(configurazione invertita) oppure dallo stesso lato dal quale si è allontanato il gruppo uscente (stessa configurazione).
Generalmente si viene a formare dal 50 al 70% di enantiomero invertito. Quando il prodotto invertito è più abbondante si
parla di racemizzazione parziale, quando invece i due prodotti sono uguali racemizzazione completa.
Il nucleofilo può attaccare ognuna di queste 4 specie. Se il nucleofilo attacca solo il carbocatione completamente dissociato, il
prodotto sarà completamente racemizzato. Se invece attacca il carbocatione nella forma di coppia ionica intima o ionica
separata dal solvente, il gruppo uscente sarà in una posizione tale da bloccare, almeno parzialmente, l’avvicinamento del
nucleofilo da quel lato del carbocatione e quindi si otterrà più prodotto con la configurazione invertita.
MECCANISMO:
- Nel primo stadio, quello lento che determina la velocità della reazione, il legame carbonio alogeno (C‒X) si rompe e l’alogeno
trattiene la coppia di e- precedentemente condivisa. Si forma così un intermedio carbocationico.
- Nel secondo stadio il nucleofilo reagisce rapidamente con il carbocatione (un elettrofilo) per formare un alcol protonato.
- L’alcol protonato può essere nella sua forma protonata (acida) o nella forma neutra (basica) a seconda del pH della soluzione.
A pH = 7, l’alcol sarà quasi esclusivamente nella sua forma neutra.
La velocità di una SN1
Gruppo uscente: Più debole è la base, migliore è come gruppo uscente. Stesso discorso delle reazioni SN2.
Nucleofilo: Lo stadio che determina la velocità di una reazione SN1 è la formazione del carbocatione. Poiché il nucleofilo entra
in gioco dopo questo stadio, la sua reattività non ha effetto sulla velocità di una reazione SN1.
SN2 vs SN1
Gli alogenuri alchilici metilici, primari subiscono solo reazioni SN2. I carbocationi di questi alogenuri alchilici sono così instabili
che non si formano e questo porta a una costante k1 approssimativamente uguale a 0.
Gli alogenuri alchilici secondari subiscono reazioni SN1 se il nucleofilo è debole, buon gruppo uscente e solvente polare protico.
Mentre subiscono reazioni SN2 se il nucleofilo è forte, se c’è un buon gruppo uscente e solvente apolare o polare aprotico.
Gli alogenuri alchilici terziari subiscono solo reazioni SN1. L’impedimento sterico di un alogenuro terziario previene la possibilità
di reazioni di tipo SN2.
Esempi.:
La reazione E2
“E” eliminazione e “2” bimolecolare. Reazione del 2° ordine: velocità = k[alogenuro alchilico][base]
La reazione è concertata (i legami si formano e si rompono nello stesso momento, nessun intermedio).
È favorita entropicamente (da 2 molecole se ne formano 3).
Una base forte attacca e se ne libera una più debole (Br−).
MECCANISMO:
La base rimuove un protone da un carbonio (carbonio β) adiacente al carbonio cui è legato l’alogeno (carbonio α). Mentre il
protone viene rimosso, gli e- da esso condivisi con il carbonio si spostano verso l’atomo di C adiacente che reca l’alogeno;
contemporaneamente l’alogeno si allontana (non potendo il C formare altri legami), portando con sé la coppia di e- di legame.
La reazione nella quale vengono rimossi un protone e un atomo di alogeno prende il nome di deidroalogenazione. Il carbonio
legato all’alogeno è detto carbonio α, mentre un carbonio legato al carbonio α è detto carbonio β. Quindi una reazione E2 è
anche detta reazione di β-eliminazione.
Regioselettività della reazione E2 (valida per i cloruri alchilici, bromuri alchilici e ioduri alchilici)
Se i due carboni β sono legati agli stessi gruppi alchilici, il protone può essere rimosso indifferentemente da uno o dall’altro.
Se invece i due carboni β sono legati a un diverso numero di sostituenti alchilici ci saranno percentuali diverse nei prodotti.
Il prodotto che si formerà in quantità principale sarà l’alchene più stabile, quindi quello dove ci saranno più sostituenti
alchilici legati ai suoi carboni sp2.
Regola di Zaitsev: l’alchene più sostituito si ottiene quando viene rimosso un H dal carbonio β a cui è legato il minor num di H.
Però questa regola non deve essere usata se nell’alogenuro alchilico è presente un doppio legame o un
anello benzenico perché non tiene conto che i dieni coniugati sono più stabili dei dieni isolati.
E neanche quando sia l’alogenuro alchilico sia la base sono stericamente ingombrati, allora in questo caso
viene rimosso più preferibilmente l’H più accessibile e si formerà in maggioranza l’alchene meno stabile.
Gruppo uscente scadente (ione fluoruro)
Sebbene il prodotto principale della reazione E2 di cloruri, bromuri e ioduri alchilici sia normalmente l’alchene più sostituito,
per il fluoruro invece il prodotto principale è l’alchene meno sostituito.
Questo perché lo ione fluoruro è la base più forte tra gli ioni alogenuro e quindi il gruppo uscente peggiore. Quando una base
comincia a strappare il protone da un fluoruro alchilico, il fluoro ha minor tendenza ad allontanarsi come anione rispetto a
quella di tutti gli altri alogeni. Di conseguenza, una parziale carica negativa tende ad accumularsi sul carbonio che sta
perdendo il protone, dando origine a uno stadio di transizione che assomiglia a un carbanione.
Regola di Hoffman: quando entrambi i reagenti sono stericamente impediti o il gruppo uscente è scadente il prodotto principale
sarà l’alchene meno stabile.
Riassumendo la reazione E2
Il prodotto principale di una reazione di eliminazione E2 è l’alchene più stabile tranne quando i reagenti sono stericamente
impediti o il gruppo uscente è scadente (ione fluoruro) e quindi in questi casi il prodotto principale sarà l’alchene meno stabile.
Stereochimica della E2
Nell’eliminazione ANTI si ha la migliore sovrapposizione orbitalica (quella sfalsata) e la minor repulsione coulombiana tra
cariche negative (tra base e elettron-ricca e ione alogenuro anch’esso ricco di e-).
Se al carbonio β che verrà rimosso l’H sono presenti due idrogeni si formeranno sia il prodotto E che Z.
Se al carbonio β che verrà rimosso l’H è presente solo un idrogeno si formerà un unico conformero che darà la conformazione
ANTI, la cui configurazione (E o Z) dipende da quella del reagente.
oppure
La reazione E1
“E” eliminazione e “1” monomolecolare. Reazione del 1° ordine: velocità = k[alogenuro alchilico]
La reazione deve comprendere almeno due stadi ed il primo è quello cineticamente determinante.
MECCANISMO:
- Nel secondo stadio la base dà origine al prodotto di eliminazione rimuovendo un protone dal carbonio β.
Può formarsi più di un alchene come la E2. Il prodotto principale è l’alchene più stabile. Stessa regola di Zaitsev.
Stereochimica della E1
Lo stereoisomero principale ottenuto in una reazione E1 è quello con i gruppi più ingombranti ai lati opposti del doppio legame.
E2 vs E1
Riassunto sterechimicità
Distinzione tra SN1, SN2, E1, E2
Se l’alogenuro alchilico primario e il nucleofilo/base non sono stericamente impediti verrà favorita la sostituzione SN2.
Se l’alogenuro alchilico primario oppure il nucleofilo/base sono stericamente impediti verrà favorita l’eliminazione E2.
Una base forte favorisce il prodotto di eliminazione E2. Mentre una base debole favorisce il prodotto di sostituzione SN2.
Una base ingombrata favorisce il prodotto di eliminazione E2. Una base non ingombrata favorisce il prodotto di sostituzione SN2.
Un alogenuro alchilico terziario quando reagisce con una base debole subisce entrambe le reazioni SN1 ed E1 con la
predominanza della sostituzione SN1 perché una volta formato il carbocatione non bisogna più rompere altri legami.
REAZIONI DEGLI ALCOLI
La reazione SN2
MECCANISMO:
Quando si usa HCl invece di HBr o HI, la reazione è più lenta poiché Cl‒ è un nucleofilo più debole di Br‒ o I‒.
La reazione SN1
MECCANISMO:
- Un acido reagisce sempre allo stesso modo con una molecola organica: protona l’atomo più basico del reagente.
- L’acqua debolmente basica è il gruppo uscente, che viene espulso per formare un carbocatione.
- Il carbocatione ha 2 percorsi: combinarsi con un nucleofilo e formare un prodotto di sostituzione oppure perdere un protone e
formare un prodotto di eliminazione.
MECCANISMO:
MECCANISMO:
Conversione di un alcol in un estere solfonico
MECCANISMO:
La reazione di disidratazione E2
MECCANISMO:
Forma anche un etere in una reazione SN2 competitiva, ma visto che siamo ad alte temperature verrà favorita l’eliminazione.
Attenzione che una volta formato l’alchene il composto può riarrangiarsi e “spostare” così il doppio legame.
La reazione di disidratazione E1
MECCANISMO:
- L’acido protona l’atomo più basico del reagente. La protonazione converte un cattivo gruppo uscente (OH ‒) in uno buono (H2O).
- L’acqua si allontana lasciando così un carbocatione.
- Una base presente nella miscela di reazione (l’H2O presente in maggiore concentrazione) rimuove un protone da un carbonio in
posizione β, formando un alchene e rigenerando il catalizzatore acido.
Disidratazione e idratazione
Si noti che la disidratazione catalizzata da acidi di un alcol è la reazione inversa dell’addizione di acqua a un alchene catalizzata
da acidi. Per impedire che l’alchene formatosi nella reazione di disidratazione subisca una reazione di addizione di acqua e
riformi l’alcol, l’alchene viene allontanato per distillazione appena si forma, in quanto ha un punto di ebollizione molto più
basso rispetto a quello dell’alcol. L’allontanamento di un prodotto sposta l’equilibrio verso destra.
Ossidazioni degli alcoli
Gli alcoli primari vengono inizialmente ossidati ad aldeidi dall’acido cromico. La reazione viene ulteriormente ossidata ad
acido carbossilico. Si noti come nel prodotto diminuiscono il numero di legami C‒H e aumentino quelli C‒O rispetto al
reagente.
Il clorocromato di piridinio (PCC) è un agente ossidante blando, si ferma allo stadio di aldeide quando ossida alcoli primari.
Deve essere utilizzato in un solvente anidro come il CH2Cl2 perché, se fosse presente l’acqua, l’aldeide verrebbe ulteriormente
ossidata in acido carbossilico.
Essendo l’acido ipocloroso instabile, viene formato in situ nella miscela da una reazione acido-base tra H+ e ‒OCl (utilizzando
CH3COOH e NaClO).
L’ossidazione di Swern usa reagenti non tossici. L’agente ossidante reale è lo ione dimetilclorosolfonio.
Il clorocromato di piridinio (PCC) è un agente ossidante blando, si ferma allo stadio di aldeide quando ossida alcoli primari.
Deve essere utilizzato in un solvente anidro come il CH2Cl2 perché, se fosse presente l’acqua, l’aldeide verrebbe ulteriormente
ossidata in acido carbossilico.
Siccome nella reazione di ossidazione viene rimosso un atomo di idrogeno dal carbonio
dove è legato il gruppo OH, e in un alcol terziario non sono presenti idrogeni legati al
carbonio legato al gruppo funzionale, non avverrà l’ossidazione.
REAZIONI DEGLI ETERI
Gli eteri, come gli alcoli, sono basi forti e quindi sono entrambi cattivi gruppi uscenti. Per fare in modo che reagiscano con i
nucleofili bisogna prima “attivarli”.
La reazione SN2
Se l’allontanamento di ROH forma un carbocatione primario (o metile, vinile, arile) quindi instabile, il gruppo uscente ROH non
si può allontanare. Quindi la reazione sarà SN2 e il gruppo uscente viene spostato da un nucleofilo.
MECCANISMO:
- La protonazione converte il gruppo uscente RO‒ molto basico nel gruppo uscente ROH meno basico.
- Lo ione alogenuro attacca preferenzialmente il carbonio meno impedito stericamente fra i due gruppi alchilici.
La reazione SN1
Se l’allontanamento di ROH forma un carbocatione terziario, quindi stabile, il gruppo uscente ROH verrà allontanato. Quindi la
reazione sarà SN1.
MECCANISMO:
- L’acido protona l’ossigeno, in modo da convertire un gruppo uscente RO‒ molto basico nel gruppo uscente ROH meno basico.
- Il gruppo uscente si allontana, formando un carbocatione.
- Lo ione alogenuro si combina con il carbocatione.
La scissione degli eteri porta alla formazione del solo prodotto di sostituzione nucleofila, perché qualunque alchene che si
formerebbe in una reazione di eliminazione, subirebbe una successiva addizione elettrofila di HBr o di HI per formare lo stesso
alogenuro alchilico che si otterrebbe dalla reazione di sostituzione.
Visto che gli acidi alogenidrici sono gli unici reagenti con i quali gli eteri reagiscono, gli eteri vengono usati spesso come solventi.
Anche se un epossido e un etere hanno in pratica lo stesso gruppo uscente, gli epossidi sono molto più reattivi degli eteri nelle
reazioni di sostituzione nucleofila perché quando l’anello a tre termini si apre viene rilasciata la tensione d’anello. Pertanto, gli
epossidi subiscono facilmente reazioni di sostituzione nucleofila con molti nucleofili.