Sei sulla pagina 1di 16

Uu o d Ila pi tra da taglio nei param nti

negli lem nti trutturali


n l Quattroc nto a Roma
faria EU a Marzano

fl 'debito on l'antico" e il la oro d Il mae trarize provenienti


da altr gioni: sono le due chiavi di lettura con ui que to
tudio a di compren rin a Roma dell architet-
ture in ·a da a an econda metà d I Quat-
lro ento. Il "debi l'an co in a o non con i te solo
nel debito interp1 o for h ra iniziato a Firenze qual-
cl io pr· piut imitazio • uzio a dei par-
le ·uttivi, dovuta za di e ifica t cnica co-
t aJe e l alla ilità di o "Varedirettament
i i o ìp imi al] riche d entare w, modello
dal copi
I meno e immigrazione d ile mae tranze (pure con-
eto nei grandi cantieri d l ba o edioevo del primo Rina-
imento) di enta nel no tro ca o particolarmente ignificati o.
n fu un empli pre tito di forza la o u il tramite p r
l'importazione di quelle t cniche co trulli que nolo-
gi di cantiere le alla r alizzazion in pi eh a
Roma n i e oli denti non erano più tilizz rren-
t m nte. Infatti n • bilo della pratica ·zzativa i muratori
gli calpellini e marmoraii ed i cai·p ntieri pro eru nti oprat-
tullo daJla To alla Lombai·dia 1, reintrodussero le cono-
nze legate d n u tudine nella lavorazione d i
materiaU alla d •e a realizzazi • truttu-
r provvi ori e op zioru in cui il local
non era ufficie •l ic odern .
Roma nel Qualtr no era una tradizio trul-
li a proto-rin • tal quella di Fir nz in e ·chi-
tetture roma tai·do gotiche ("ià prima dell' enza
brun Ile chi rano andate appropriando di un e di
una pazialità an ·ca; n vi ra la tradizi o-aotica eh
ar • alimentando 1.imm n a fabb Duomo. Qui
• ra ato dal 'vuoto' d ·vità avigno-
il o ino al ponti.fica o (1447-
1 to • zato da ~ rti h ai10
• • • i e ocic • l alizza-
zi te ve-. lnol n cri i
ar e 1
olto la ·na già dalla ca-
d ula e mper i co tru pi tra da taglio
Oapiù a r ·va ma an ù imp O'nativa
o to a) andata in
l pr • bo a ripr a delle attività dilizie do-
po il lt • pontificato di Mrutino
l on • enza pontifi-
·o • anni in ui
i a ·rtà cli ar-
·i •d gio1ù italian
• ri fianco de li
LIai· a la o p cializzati nell
man ioni diferrari calcar iI n e arr ttieri 4 .
Ma è con i programmi edilizi ed urbani. lici dei pont lici e .2. Houia, •. \tnria
dell commiuenze della t•eoncla meli\ del SC'colo, a partir dal drl Popolo, purticolnr·r
pontilkato di i olò , che alla necessità di realizzare nuove dPI parnmenlo
oper i po a una volontà di rappresentanza che implica lma canillerizzato
nuova ricerca di qualità architetlonica 5• da una l'\ idrntr
Quando, otto il bre\'e pontificato ck I suo . ucee or alli- irregolarilìl elci filari.
to Ili (lo spagnolo lfon o Borgia, 1455-145 ), ci i Lrovòdi
fronte al problema di erigere i pila tri in trnvl'rtino della na ala
di an Giacomo cl gli pagnoli, le maestranze che lavora ano in
quel cantiere riprodu r il modello di compo izione d I pila-
tr p r fil vertieali dj blo chi di ba eco tantl' ed altezza va1ia-
bil , acco tali tra loro a formare un fa cio (lig. I): un mod Ilo in-
on u to e dal funzionam nlo tatico piutlo to in ffici nl 6 he
ri contriamo nei pila tri dell'atrio ili ant' rnbrogio a ilano.
Qu ta te a te ni a ricompar circa quindi i annj dopo nella
hi a i tina ru anta .\fa.ria del Popolo. in cui i pila IJ•idella na\'a-
ta 0110 ancora wrn volta realizzati amancando lìle 1-Ucalidi bloc-
chi i ui giw1ti non no mai allineali orizzontalmente tra loro.
om è noto fu la poi. ntc ongregazionc gosliniana della
Provincia Lombarda a commi sionare la chiesa 7. l erlici clitale
cong:reaazione o-ui ano attivamente i la ori, pc o collabo-
rando nell Ile con gli artigiani. Que li ult.imj, i11ollr , doYe-
ano pre umibilmente e re in buona parte di pro nienza
lombarda ia p r il naturnl I game IJ•ail luogo di origin della
committenza qu Ilo d lle mae tranze, ma anche a eau a della
ri i intercor a otto il pontificato di i Lo I\' tra Roma Fir nze.
dopo il fallim nto d lla con!!iura de' Pazzi (147 ), eh aveva al-
lontanato par hi mae tranze liorenline da Roma .
anta fa1·ia del Popolo è ipotizzata la pre nza di un im-
portanl cultore lombardo - ndrea Bregno - e della ua botte-
ga, la ui opera vi ne ricono iuta ia negli interni, ia in al luti
parti olari della fa ciata 9: il ro one originale a timone, o titui-
to n l I ecolo, o le fin Lr a bifora anch e e o tituil con
l attuali nella t a can1pagna di interventi (cui ri algono an-
ch le volute ili ra orcio IJ•ai due ordini). D'altronde, e l'archi-
I. Roma . Giacomo t tto principal cui po a re attribuita la chie a fu Gio an-
deali pagnoli, paccalo nino de Dolci 10, an b in qu to ca o le mae tranze lombarde
a onometri o polr bbero a er la orato gomilo a gomito con quelle to ane e
dj un pilon d IJa navata. ili alb· regioni. ir o la11za qu la rip Lula n I cantiere di
Lelem nlo • o Liluilo ant' o tino, op ra do um ntata ili Jacopo di Pietra anta ( he
per la prima volta ri opre il ruolo di architetto, dopo e e1· la-
to opra tante dei la ori alJa loggia delle Benedizioni di Pio 11
di blocchi. nel 1463 e ili palazzo enezia nel 1476) eoacliu alo da eba lia-
no da irenze 11 . È già tata formulata li pote i econdo cui Gu-
gH Imo di E toulevill i a al e ili ma tranze lombard p r
qu la fabbrica ia per l'e e uzione edilizia che per la de ora-
zione 12 ; anch il Mi.intz cita nomi lombardi in que lo canti r n
tra ui il murator France o da Como.
mpre all t ni he o IJ•utti e lombard è ri onclucibile
l'irr golarità d I paramento d Ila facciata ili anta Mruia d I Po-
polo (lig. ) e ili gran part d lla fa ciata di anl go tino. In e
i può as i ter olo poradicamente alla pre enza ili lìlari conti-
nui di altezza o tanl da cantone a canton . In generale la pro-
gettazione del parrun nto appar poco accurata: i mari non e-
guono né un allin am nLo orizzontale ( p o nemmeno ali in-
t rno di una t a campata), n un crit rio rualt rnanza di lìlari
più alti con filru·i più ba i ( c tto che per i primi nove filmi di
ant' go tino). Di r i blo hi non hanno una forma perf U.a-
m n quadrangolar ma pr nlano inve d i "ritagli" in corri-

94
5. noma, . goslino,
l'it'OSll'UZi0II(' grafica
dei ponteggi inlC'rni
dell'ordine superiore.

3. Firenz . liniato
al fonte, pro petto: una olla in an •• del Popolo, doYe i blo • deU par
emicolonna ono mpre in ai filari delle camp ad un blo
d 11ordine inferiore. di para La (a • erti aJ prevalente olta di p
con la direzione ure del travertino parall la all li
4. Firenze, . ~linfato di forza) po o er tre filari.
al ~fonte, particolare iamo e o molto ri r ati per i lavo-
del Iato interno del ri ente • Ile buche ponlaie ril te
mw·o dj fa ciata in cui nell hitett q udio può a aJorare la
' po ibile di tin°uere affermazione. el tto di an Miniato al -
I buche pontale. • ricon l 'izzontali di buch pontaie
in CO d nici • ali del primo e
ndo 01 ·ti te tra loro e quin-
di ogni probabilità, funzionali an•· tro di ponle"'"'Ì a
sbalz on • menle avrebb ro richj lo
w 1 . Enb·ando all'interno cl I-
la ne intonaco la iat con il
p ol oltre b n vi ibile un gran
nu i e orizzontali continue.
D p di • te • ·a
a enuto sol e l pr n r
tutt le al • ri 01· o pal e -
to inl r la ( "' .
ln in ò ar l
eh p p µ· qu a
abba La ·o l' d 1 i
cer ò d • ile il num I
denclo I b·a rtino in mo
n ap . rò un pool "'"'io i viluppava in
a zza Lanto più ·i • •0 • • • • o •
e prallutlo e • io
p la fa iata · ·ar
non compaion lt
ap l'l
irnpal t a cir-
condare il p· a zan-
don at ~ , p nlai
p r 1· 1 nlo cl Ila t.rutl a.
• fa e e di anta aria olo di

96
97
6. Roma, olo eo,
parlirolare
cli un pila tro
dd rrondo orclin

7. Roma, ortile
di palazzo \'enezia,
parlirolarc
di una - 'micolonna
del crondo ordine
dell"e tr mo non finito
d I bra io nord.

an Pi lro in 1onLorio n li ordine uperiore di anL' 8. l\oma, tempio di t cni a adottandon una nuova più onom.ica omunque, mi-
i doveLL fare ricor o ad un i Lema di impalcalure eh Portuno ( 100 a. . rirra), gliorali a (lìg.5).
mo pre um re mollo imile a quello uLilizzato per an 1iniato particolare Dall'o servazion diretta cieli antico deri a la reaJjzzazione
aJ MonL . ei paramenti delle prime due chie e infaLli om- del piedi tallo del doppio i tema ar hiletloni tipicamente romano, o Lituilo
paiono olo du 1ìJ di buche ponLaie in corri p~ndenza delle ad orto tali. da ordine più ar hi (lì". 6) e la loggia d il cor • l compie o di
Lrab azio~ d li ordin inferior e di quello up riore, mai alli- an :Vlar o ne rappr ntano i primi e empi Rina cimento a
n at rticaJm nt tra loro. È impo ibile erificar la pr en- 9. Roma, . Maria noi giunti 19. I grandi pila tli on ordine addo o ono e Lituiti
za dell buche pontai ul la Lo interno dei pro pelli, poich - ne . del Popolo, particolare da u ap • ron onclu e di chi di tl'av rtino
uno di e si pre nta il param nlo a vi La, ma i può affermare del piedistallo di di ni r umibilmenL un nucleo in mw·a-
eh p r l elevazione cli enLrambe le facciale (alle da L rra alla ari orloslati. Lura rn ·usa la corona e • lo il uo
trab azion del ondo ordin ri pelli amen Le 17 rn in an Pie- nucl a • o a l a. l'ele-
tro in ilontorio e 16 m in anLa Iaria del Popolo) non fo ro in m or tro (l o la para-
aJ un m?do uffici nti olo du file di bu he ponlaie. LipoLe i di e ne ·cello, • ti-
ponL gg1 compleLam nte auLoporLanli ed indipendenti dalla fac- ca o 1 • ari
ciaLa inoltre ri ulla improbabile poiché avrebbe richie Lo Lrul- adfacen • ti (co op ato
tw· proporzionaLarnenle omple e ed onero e. delle polo) (fig. Ila ora
P r que Lera ioni, in ba e a li lemenli raccolti il mod Ilo eau , ad una cor tit un
più J?lau ibil ri u!La e er quello dell utilizzo di p~nLeggi ul blo o zi ti a a di
l~to mL~rno d 1 muro di facciata per gran parLe della ua l va- una e w1a maagiore r nza
z,on , n?orrendo ai ponteg i e Lerni a balzo olo in corri pon- alJ te licolari alla forza cli com-
ci nz_a_di_par_ti agg ttanli d I pro pello, quali rano appunlo le pre i , • • ere nel e-
cor1111 (il cw_n:ionLa~giodall'inLerno sarebbe ri ullaLo di ag ,o- ondo • ell.i.
le non addiriLLura 1mpralicabil ). o eh la e 1-
_P r il m~ro di fa ciata di anL' go lino i ricor e in e ad ta di r en do un tllli-
un 1 _Lma m1 Lo:nella fa di r alizzazion del primo ordine co lìlar un· o ia la fa-
?0 11 1. bb l'accorL zza di non far omparire le buche ponLaic ia più co al podio cl i
rn f~ 1ala ed infaLLia partire dalla quota di 5,2 m ino alla quo- templi ehilà. La p· a d 1 podio
ta dJ 12 7 ':1da Lerra rnpaion b n cinqu lìle di buche alJi- era co lituHa da un • o di ia di bloc-
n al er~calm 1!L. on ogni probabilità funzionali ali alloggia- chi pi' lara pi di tallo acrli orclini 21 •
m nto cl ~ tr~ tlì cli ancoraggio di pont g!!i u candele (11011 a ra p tempio di Portuno al For
balzo po1ch_etl'?PPOpo o fr qu nli orizzonLalmente). In LuLLo il ma nto d l • • o a.r o quadri-
ondo ordine m e non i riJ ano ta lii, e non qu Ili che J , qu "Lo ul a quello d l-
l~d~no quattro buche po izionat n I fr gio cl Ua Lrab azio- i lino ati in modo. 1n al u-
n , U11Jlmn_L quindi all'u o lo ano vi Lo opra. È probabil 01 ra lizzati a Roma
eh clw·ante il or od ila fabbri a ci i ia r i onto eh I .in- 1 1elà O nto t ·j • ri 'i-
n_aJzam nto di ponL ggi u cand I per tutta l'altezza d 11' clilì- pr.iJ I Rina e • a-
cw (24 m ~a L rra ino alla onda Lrab azion ) arebb ri ul- am nto la Maria d l Popolo (fi u hi
talo e 1varn nte 011 roso i ia quindi d ci o di can1biar alli 15 111, larghi al ma imo 9~ m ai tor n

9 99
t I. Giovanni B •llini
IO. Fla,io iu epp , da l~ano, li Tempio
toria antira dei Giudei. 1alatesliano di l\imini
fol. 163r, miniatura in eo I ruzione,
di .lean Fouquet. particolare, 1457-6 .
La co truzione (Paris, Bibliothè•quc
del tempio di alom ne de l' rscnat, cocl. 6'50,
a Geru alemm , c. J26r, cat. n. 98).
parti olar . (Pari .
Bibliothèque t alionalc
dc Fran e,
od. Fr. -47, 1476).

ogna anche rilletl r ul fatto che la cella cli eguir l' -


p_iù • . Ritroviamo li otto tali n I palazzo della Cane Ue- m costru gli anti hi nell'adop rru· blo chi di ctimen-
na do ono Lre piecli talli (uno a terra, gli altri r lalivi al pri- io p gna Ilo più grandi di quelli omunement utiliz-
mo e condo ordine) lulli co Lituili da un • lìlare di zati medio r la realizzazione cli murat1JT , o degli orto-
blo chi. Anch • • • d ll'ordine up riore Ottiledi la ba ancora dei pila tJ•i u1modello
palazzo en zia la lorrgia di an ar o co litui- po l'ineclilo problema della movimentazione e
ti da un urti o fil bi, ma qui la climen io re al nte mento degli t i. In b • ·evi ffett:uati ad e e
no pre q e: alcw1e di qu l la i trnv rti- più fr qu nl dei bloccl enti la log 0 -ia cli an M
no. • • id tri di lar hezza con w1'a1lezzapari p o tra i 400 kg ed i ontro i 100-150 kg del param nto
a c~·ca la m cor • I palazzo i piedi taJli deU ordine in- di Pi tr nlorio), mentr il bl • e ante6 nel primo
e_ d pilo no invece mpr co Liluiti da due raggi 400 kg ontro i ~50 k ondo- •
u . contradclicendo la r gola applicata nell'or- L ma da olle amento m erano in aener
u ·10re. co tit:uit da una capra o da una antenna montata in alto ulla
. . L'a nzi la re olarilà dei blocchi di un paramento fabbrica n paranco ingolo o multiplo per llipli-
m p1etr qua tm'altra peculiarità delle archil uure an- azion da un motore be pote a e e mpli-
tiche._ nell area lo cana, nel 1edio o e nel pii- erri e • un argano o più rarament on
27
mo ealizza ano comunemente murature con calcru1li, l ndu ibili a]]a ma china empli ana
fi • L da anlone a cantone, . ehb n i blo hi (fi . 10). Il la oro compiuto dal motore era fr Ila fona
fo mollo con ul 23 . na con uetudin do- umana; il po izionam nlo in alto d Ila mac hina nli a l'u-
che ali e lteri liche della pietra da CO· tilizzo cli fw • • • unghezza, oltr o •amen te a non ri-
hi · • un ant nna tanto alta quanto la fab-
lilizzala, o ero la pietra i''orle (mollo te- bri • cli cli un g n r dj ma china abba-
2
ne tratta appo amenle dalla cava dunque La • portala limita • 700- 00
110 • kg o 1ci er a Ltro d i
bbrich roman troviamo diver. i e empi di para- cm ·o • orio aria d 1
m . ~· . Oltre al Palazzo d Ua Can elleria ( ui 'Via· Po mo pagnoli.
mo pi_ . tì una trattazione a parte) vi è l'intero pr di chi b pond ro i fuori dal-
an Pietro m ontorio, o Liluito da rùari di altezza co da la portata di tali ma • biamo ipotizzru·e la realizzazione
. ~ton a_ anlon . Lalt zza d i filari rimane però onlenula tra ·· · imiti a qu Ile u al dagli ant:i hi e
1 ?c~ e 1_ O_~m e non vi è una logica di alternanza tra filari piìt i a·attati.
alti e filari_pm ba i con i lali maggiori in profonclità p r am· • • • ri
mor are il paramento o di merato della
muralura 24 . i è poi l'urtic in cu an10 ad un pa· n a
ram nl? o tituilo da_ li ui in nga realizzata q I-
un alt__manza ~a fil_an b ari più , parl inferiore l 1 O
ciel P 1 1~0. orchn d1 an no, da I p o • ad una
;uota d_rCll'?3 8 m dal piano cli lpe tio. u quota la da u
maggior d t • 'i-
gol~1t Lutto; il mo q .o bru ro o: u, .,, o a 1 Ila
~biam legalo ad u n ento d I-
ma . c lt • ie r I parti oppu rno O
fatto end • a-
~tJ~ofa~ erio qu omp. anch i11
25

101
100
12. Roma, palazzo della
ancelleria, parti olare quindi praticamente invisi.bili. ella seconda area alcuni giunti
del paramenlo. reaU compaiono nel mezzo delle bugne apparenti, ma siamo già
ad un'alt zza di più cli tre metri da terra. elJa terza e n ila
quarta area, cioè a partire da una quota cli 10 2 m dal piano cli
calpe Lio, i bloc hi reali si svincolano progre i amente an he
in altezza dal modulo della bugna apparente e p rò a que lo li-
vello olo un occhio indagatore e caparbio ( con un binocolo)
può accorgersene.
na imile accuratezza nella progettazion d 1paramento,
eh con ogni probabiUtà veniva realizzato interamente a pi' cl o-
pera enza bisogno cli realizzare i giunti apparenti dopo la po-
sa 35, ri ela orprendentemenle una gestione della fabbrica cli ti-
po moderno, estremamente ordinata ed organizzata.
Com abbiamo vi to, nelle fabbriche romane delJa s oncia
metà del ecolo, parallela:rnent al fenomeno cli importazio-
ne di tecni he cli co IJ•uzione pro enienti dalle e perienze me-
dievali fatte in altr r gioni d'Italia, per la prima olla nel Rina-
cimento ci si confronta con l'antico in una maniera che va oltr
la composizione ar hitettonica ed arriva in ec ino ali a p tto
co truttivo e realizzati o cli e a. In un certo n o, lo spirito ri-
no il falcone ia Lato utilizzato p r l'elevazione cli blo chi del nascimentale cli ricr are architetture alla romana' che già a e-
tempio alat liano a Rim.ini, potrebbe indurci a pen ar , per va p rmeato corti e ittà in Italia prima cli Roma, qui i nobilita
una oincidenza ia cli crnnologia, sia cli dimensione dei blo chi, cli una pecifica in più diventa architettura alla romana" 'co-
che una ma china imile ia tata usata anche in qual uno dei me la facevano i romani' . È legittimo a que to punto chieder i
no tri autieri; il limite della macchina era l'altezza deU albero quanto ia avvenuto con apevol.rn nte que topa aggio.
eh do eva up rar quella dell'edificio in co truzione 32. Tal olta pos i.amo ricono re alla ba e di tale proce o
Per agganciar i blocchi alle funi cli olle amento an ora una moli azione utilitaristica, om nelJa finta opera i odoma
w1a olta i ricor ad una invenzione deuli antichi, l'uli Ua la del palazzo della Cancelle1ia. In altri ca i, non e endoci prece-
cui ri coperta viene attribuita da a ari a Brw1elleschi ed il cui denti pros inù, i o s rva l'antico e lo si ricopia qua i per man-
impi go è docw11enlato da una nota di pagamento almeno nella canza cli alternative: ad esempio nella compo izione dei blocchi
fabbri.ca della Cancelleria 33 . 1el porticato del palazzetto ene- degli elementi dell ordine addo ati ai pila LI·i molto inlile a
zia, inoltre, è oggi po sibile v dere il tipico foro trapezoidale per quella del Colo eo. Ancora in altri ca i a i tiamo alla riprodu-
l'alloggiamento deU ulivella ulla faccia superiore cli uno dei ca- zione cli caratteri ti.che co llutti e che eppw·e più impegnative
pitel]j dei pila tri ottagoni del primo ordine non rimontali. dal punto cli vi Lar alizzativo ri p tto a quelJ provenienti dalle
i è inoltre un epi odio di osservazione ed imitazione dal- tradizioni regionali, enivano probabilment ri ono ciute mi-
l'anti o che ha degli inediti connotati utilitaristici. Quando il car- gliori dal punto di vi ta del funzionamento statico: o ì po iamo
dinal Raffaele Riario, nipote cli i to IV, deci e cli realizzar un spiegru·e la pre enza cli blocchi unici pas anti alt rnati a orone
palazzo la cui fac iata appari e interamente in opera i odoma, con lu nei pila tri d ila lo 17gia e del corti] cli a:n 1arco.
i ricor e allo te o tratagemma utilizzato dagli antichi romani Quando nella riproduzione cli caratt ri tiche co Lruttive de unte
nel au oleo cli. ilia Metella ulla via ppia. Com'è noto, in dall'antico non ricono ciarno ne una cli que l maLI·ici a giu ti-
entrambi i ca i, l'opera isodoma è in realtà un paramento in ctù ficru·e un'organizzazione del canti re molto più impegnati a ed
i giunti verticali in parte ono solo colpili e quindi apparcnti 34• onero a cli quru1to ru· bbe tato 1ichie to dall'adozione di lt
i tratta cli un paramento r alizzato con blocchi cli trav rtino le a·aclizionali, i può upporre h ia tata una celta a nuta
cui dimensioni reali ono maggiori o multiple cli quelle dei bloc- con ape olmente. È il ca o ad e mpio della r alizzazion cl i
chi apparenti cli cui è costituita un'autentica opera isocloma. piedi tarn ad orto Lati non a filru'i ovrappo ti, tù a i tian10 in
el Mau oleo cli Cecilia Metella tale espediente è facilmente anta aria del Popolo, nei tr Li Ili del palazzo d ila Can elle-
ril valJile (e clicerto lo era già nella seconda metà del Quattrocen- ria n l condo ordine della lo"cria delle B n dizioni ed in qu I-
to) grazie al calli o tato di con ervaz.ione di alcune parli della lo del loggiato d l orlil cli an arco.
truttw·a che ri ela in alcuni punti, il posizionam nto dei giunti
reali, tal olta nel bel mezzo cli una bugna apparente. 1el palazzo
deUa Cancelleria l'o ervazione è un po' più cliJTicoltosa:l'accura-
ta progettazione d I paramento ha fatto in modo che i giw1Lireali
iano empre m no visibili a mano a mano che dall'alto v r o il
ba o ci i avvicini all'occhio clell'os ervatore (Jig. 12).
Po iamo infatti individuare quattro differenti compo izioni
delJ'apparecchio, orri pondenti a quattro aree delJa fac iala, in
cui la posizione d i giw1ti reali collocala i_nmaniera div rsa.
ella fascia più ba sa della fac iala i giunti ver'Li ali reali si tro-
vano e attamente n Ila linea m diana di quelli apparenti e ono

102 105
\. Bertololli. lrtisti lomba,Yii a Ro- delle clin•r e altezze degli . le ~i e
ma,, i eco/i Xl. Xl 7 r \I 71:studi e C'he e Lernamentr non . ono mni bro cli 1101t•di Bald11sarre di .
8
ricnrhr negli orr:hh·i 1Y:i111a11i, \Jila- Lnle rilevate traen• di grappe 111t•- •!adnl<' (c-fr. G. Zippel, Pno/o/ senno 111110 lo SJH'~,or(' d!'ll'op<'l"II. tirltità, nel Medioevo, nei ser·oli XV
I arte: notr r docume11ti,in "UAne" 1 Essi sono propri11111enle1111parn- 52 11'altcrnaliva poteva esS<·r<·11uel-
no I l, pp. 13-15; . Borsi, R Ottin- L11lliche. e \'/ I, in "A1111alidi rrhiletturn", la di mont11rr l'albero su una soli-
Lerio. . \ ic' \'aLO\e , \far. tri jio- Ho111_a. 19I0,yp. 241-_5) Jipo~ m<'nlo, dnllo SJll'SSOn· in p;ellPJ"(' I 0-11, 1908-99, p. 260.
7 Il mperi. l'alY'hitellura di S. da inca tellalura lignea. IJirono
rmti11i II i ca,uieri roma11idel Qua/. che 111,-11,e11mo ,enha <'matodaJ non 11111µµion· di 1111pal1110,JIC'lle 28 Sulle· macchine eia sollevamento
lgosti110a Roma (1196-1-1 }). Ro- grafia non ci cons!'~na nrs una
troct1110,a cura di . Dane i uar- ma 1999. Colo >t'o, da "dretro la tribuna fac-ci11I<'t•cl 1111aparlE' strulturnlt· uliliaatc• nei cantieri medievali: P.
co11sbl('1ilt' 111ac-011111n(Jue par,da- re liluziom• cli mac·ehma eia ollt•-
zina. Boma I . p. 9 e .; \.\I. . \'h anti, l11a it11a::.io11e di stallo. a11c10\Jm'l'ho" e "in la \igna dJ'I'. l)u Colombier, I.e. clumtiers des vamenlo montata su di una inca-
Corbo, Irti.sii e anigiam a Roma al Lro a n,tello anrto An lo"(.\ R. l<' nei piloni. . .. mtltèdrales, Paris, 197'5pp. 24-'50;
in oria d'Italia. /Ja//a roduta del- tellatura, luttavia confronlando
tempo di .\Jar1i110I e E11geT1io n~ rlmpero Romano al secolo \ I Il/, Fabbrim di , '. \farro, copie di 2'i I ;('Sl'lllJJiO S('IIZfl dubbio Jllll e_dn \lartincs, op. cii. lcfr. 11ota-71,pp. qucsla esigPnza con allrC' cli gran
Roma 1969 pp. 7-14e203: . Va ic· mnndati 1166-67). In ~<'nt'rale i liJJJLPn (Jll('SI0 proposII0 Ì' ('0Sllllll: 267-270; G. Coppola, La rostruzio-
pnrte li. Torino 19H, p. 333. lo clallu loµ/(ia di San ~lur!'o 111<"lii lunga più impt·gnative s_upt•rat<:t•
\ato,ec Pagrw d'l111011io &11i 9 , i tratta di una attribuzione liii. ti- può a~,erire c-heime non ci 'ie 11e nel Medioevo, Cu lei di en-a h n documenlate, sI puo a. senre
0

fl1(lmIororo" e architrtto a Roma e mai imbattuti in note ri uardanti J'ir11c·rnot' l'estt•rno del primo or- (.\\/) 1099,pp. 159-161.
ca (cfr. A. ul\aimino, l11dreo Brr- dine t· l't•slt•1·nodel secondo ordi111• 29 Gli i11geg11eri che la carp nteria rinascimentale
a Firenze. in: Roma, «fllro ideale materiali e,tratli dall(' raH•. del Rinascimento do fosse in grudo di realizzame u!ia.
g,10 e la 110bottega, in ~,; \rte". presentano un 1rall11Jnen10~uper-
della rolturo del/'antiro 11ei eroli \\ \11, 1924, pp. 2 H-263). 17 Batti ti, op.cii. [cfr nota 12J,p. iO: Bnwel/eschi o Leonardo da Vinci, i pen i ad e •mpio alle maed_une
\1 e .\I 7: da \Ja1tù10I al .acro di Bertolotti. op. cii. (cfr. nota IJ, pp. lìdale del lrinrrtino molto omop;e- catalogo della mostra (Firenze,
10 Fromm I. op. ciL I cfr. nota 2(, p. neo e c11mlo,t'Osi 1·om1·1·C'11ra1a la ed ali inca tellature nece. sane al
Roma J.117-1527,atti dC'Icomegno 392 e egg. 13-27: Bo.-..i. Ouinterio, la ic' \a- palazzo trozzi 22 giugno 1996 - sollevamento, all'abbattimenlo, al
(Comegno internazionale di ludi lmee. op. cit. (cfr. nota li, p. 2 . clisposizione dei blocchi 1·011la di- 6 gennaio 1997), a rura cli P. Gal-
11 rehhio cli 'tato di Roma (d'ora in tra porlo sulla strada pensill' ed
u Lman imo e Rina imenio, Ro- \ella fabbrica del compi di r('zior11· clPII(' vene ciel lravc•r11110 luzzi, Firenze 1996,p. 21.
poi R). ,I o ti11iani ùz . Agosti- infine ali' •rczione sttl piedi tallo
ma 25-30 no,embrel 5), a cura di n \lare-o compaiono, a iemea st·mpn· perpendicol11n• alle lim•p 30 Per la rappresenlazione della mac-
no, b. 107, f. 21r; E. \liintz. le. art. dell'obeli. co , alieano (.\. Zaba-
• Dane i uarzina. \liJano I 9, nomi di proH•nienza I mbanla t rii fo1·.i;a;1wlle parli più in ,i,ta ehina detta " Lella" c-fr. Giovanni
à la cour des pope pelldo11t le \I r glia, Caslelli e Pollli di maestro \i-
pp.? ?J. laziale. \leo del Caprino (Banolo- quindi la rt·p;o!a~ilà dell'app11r~·c- Bellini da Fano, /I Tempio ,\1a/ote- colo Zabaglia, Roma. 1 24, taw.
1 L'edilizia in quegli anni a Roma e e l \11e .iècle, Pari . J 7 I 2, rhio e la perlPz1011erealiua11,a lia,w di Rimini i11 costru::io11e,
Ili, p. 156. nota 56. meo di Fran co di Domenicodi , X..X\11-LJI) o alle centine realiz-
n I Lazi (palazzo apranica, tlignano). Jacopo da Pietrasanta. rrano anlepo,tc• all'economiril,ì 1457-6 Pari , Bibliolltèque de 1;.1,-.
12 E. Batti ti, I Comaschi a Roma nel zale per la co Lnuione di ponl(.
ron frio e Santa France a Giuliano da \Jajano (<'arpentieree del Ja,oro. \I c·onlmrio, all'i11terno sena/ cod. 630, c. 126r, c·at. n. 9 ; ;; i fa riferim nto ad una nota d1 pa-
primo Rinascimento. in: • .\rte e ar- clrl St'<'0nclo liH!IIO della logp;ia, p('r il fnlcone cfr. Piero di Cosimo,
Romana, palazzo \1Lelle hi a Tar- muratore), Gio\'annino de' Dol<i gamento della fabbrica della 1111-
li Li dei laghi lombardi", Como, l'uni<'II parte della facC'iata _non !,a costru.zione di 1111 pala:::.:.o,
quinia) i riface,a alla Lradizion 1959,p. 50. da Fire1ue (legnaiuolo ed, rdtitfl- eelle,ia (1498, f. I v) i1_1 cui nl m•
tardo medie,ale dell'Italia cent.ro- to). Bernardo di Lorenzo da Firen- raggiunp;ibil<• cl11llosguardo d1 un 1515-1520 ca., arasola, The Jhon ndreazzo Jerroro \'emva pngata
13 ~liintz. op.ciL (cfr. nota 11J. libro ossen atore eslerno, è pos i bile 011d ,\!ab/e RÌllgling \/usewn Qf
m ridional (cfr. C.L Frommel, 111.p. 66. ze (\liintz. op. cii. (cfr. nota 11[.li- as ieme a pal , lime, picconi e al-
Roma, in F.P.Fiore (a cura di). to- nolare un minor ~aclo cli rilinilura art, cat. n. 6., K. \\eil-Garris pelli, anche una ~Ltliveda de_ferro"
I ~ Cfr. ad e mpio il Duomo di \lo- bro 11,p. 49 e segg.). \u io de Ri-
rio de//'arrhite.ttura itoliona: n superficiali' dei_blocchi. unn p;ra_n- Brandl, // rapporlo tra cullura. e (cfr. E. Benli,o lio, ,\et ronllere 1el
dena (e ull'appareCC'hio ciel para- si di '\ami. France o di \tanno, clt•diSOlllO/-(l'll('J[ÌldPJlralta111ent1e
QuaUrocento, \lilano 199 . p. 374). Bonomo da Roma (Zippel, op. rii. archiIet111ra nel Rùwscime11I0, m poi= del Cardinale_Raffaele Rw:
5 Per quanto riguarda l'u della mento in pietra quadrata: \. Pe- I'11s0di alcuni blocchi con le , e11a- 11. \lillon e . \lag11ago Lampu- rio (la Co11<~lle,ia),m ··Quadem1
lcfr. nota 161. p. 245). Le te lIIrt• di po~te contrariamente alln
pietra nell co truzioni a Roma roni, Il cantiere: l'architettura, in gnani (a ura cli), Ri11ascitnen10da dell'istituto di toria dell'Archileltu-
\A.\'\ .. La11fra11roe llìli elmo. n
squadre in quegli a11nicompaiono norma, ossia 1·011le ,enatu r pa:
durante il .\Jedioe,·o, gli mpi nelle fabbri<'he , aticane, do, 11el Brwzelleschi a \fiche/angelo. La ra", X\11, 169-174, 19 2. p. • I).
D1101ll0 di ,\fodellO, catalogo delle raUele alle linee cli fo17.,a_on ogm rapprese,llazi.one dell'architellura, 34 Pagliara. op. cii. [cfr. nota -01, pp.
no poradici; nella ma gior par- 1470 ripresero i la, ori al roro di probabilitil i11oltre, in que ta parte
le d i ca i i utilizzò il tufo delle m tre . lodena - '\onantola \lilano 199-~.pp. 80-93. 23 -39.
19 ), \lodena 19 , pp. ? 3-2 ),
, an Pietro a si eme a qu lii alla della loggia si 11tilizzarono blocd11
mura nian ed altri materiali di loggia delle Benedi7Joni, le <'Ui di spop;lio non rilmorali, o sol_o
31 Per una migliore compren ione r Con ogni probabilità il paramento
recupero (Corridoio di Bor o [546J o la parte trecenle ca del Duomo ciel cli egno ed una rico truzione del mau leo di Cecilia \letella
di \1.ilano (C. Ferrali da Pa sano, quattro eampale furono po11alefi. sommaria111e11tt•adattal1 alle ch-
in tufo p pelino. ab ide di San no al primo ordine uperiort'. teenica del funzionamenlo di que- venne realizzato con que ta pro e-
torio dello veneranda Fabbrica: Il 111cnsioni dellr corone in l'Ui si ste macchine cfr. \Jartine . op. cii. dura, in c1u11ntoi lralla di una. va:
Lorenzo in Lucina (772-795! in 19 e si eC'cettua iJ fianco del l'empio culloca1a110.
tufo tra, rt:ino e rocchi di colon- Duomo di Milano, I, \lilano, 1973. [cfr. nota 27], pp. _ 67--70 e_ D. li ima uperlìcie senza soluz1om
pp. 9-96) ed il Duomo di Pisa (.\. \!alate tiano di Laccato daUa 26 \ a lori stimali in ba e alle 1i<'o tru- Lamb rini, Costn=one e ca1111ere:
ne). Gli ab idi di Santa Prisca di trultura pree i lente e rompo to di continuità co liluile dall'ordine
San Pellegrino degli ,izzeri (\ lU- Peroni, n Duomo di Pisa, ~lodena.
da arcate cieehf' u pilastri con-
1.ioni grafiche. . . le macchine. in: \lillon, \Jagnagh1, o dalle ap rtm·e che ill\·ece \-inco-
1995). 27 G. \lm1im•s, \facchme da ronllel't' Lampugnano (a cttra di), op. cii., la110il di egno delropera i odoma
IX) pre ntano delle parli realizza- do il modello dell'interno del o- per il solle1•a111e1110 dPi pesi. 11elra11-
le in bloc hi di travertino a ieme 15 , I paramento del Duomo di \lo- [cfr. nota 30j. p. 47 e e del palazzo della Cancelleria.
dena inoltre i ulilizwrono dh ersi lo eo. prh o di ordini addo ti
a malta e mattoni ad occludere gli (cfr. Burns. Leo11Ballista llbet11,
int rslizi (cfr. Il .\larta Tec11ica ro- lipi cli pielra di pro, enienza diver-
• lra cui la pietra tenera di \ ic n- i11Piore (a cura cli). op. <'il. lrfr. no-
slTUJtivaa Roma ,rei Medioevo, Ro- ta IJ, pp. l"l-152).
ma 19 . pp. 21-? . w, il manno di Verona, fa trachite
20 P.'\. Pagliara. In tiro e \Jedioet'o1/1
4 Corbo, op. ciL [ fr. nota IJ,pp. 198- (pi tra vulcani a dei colli Eu anei,
di colore rosa-n inia), ma anche olcu11etecnichr co trollit•e del I t
2l I.
5 n programma edilizio di .\icol \' fa pi tra d'l lria ed il manno .\11 ero/a. i11particolare a Roma,
puano (cfr. Peroni, n Duomo .... in ";\nnafi di .\rchitettura". 10.11.
comprend va la rico truzione d I- 199 1999, p. 23 . '\elle 01>ered1
le mura cittadine e delle quaranta it. lcfr. nota 141, p. _ 7 ).
16 Per quanto riguarda il cantiere !berli 11011 lroviamo mai il basa-
chie e più importanti, non hé la mento ad m1ostali: il tempio ~lala-
ri truUurazione del Borgo, del pa- cl lla Cancelleria cfr. E. Benti\ o-
lio, el ca111ieredel Pa/a;;:,o del te tiano a Rimini ha infatti w1 ba·
lazzo Ponlilìcio e della basilica di amento 1·ostiluito da lìlari, men-
San Pi lro. A lui Leon Balli ta Al- Cardi110/eRaffaele Riario Oa Ca11-
ce//eria), in: "Quaderni d ll'lslituto tre palazzo Rucellai, al di opra del
berti (a Roma lino al 1455) pre n- sedile, prc•senta w1'inci ione che
la la prima ,. , ione del suo traila- di toria dell' rchil ttura", >.X\11,
169-174, 19 2, pp. 27-39; dai regi- imita l'opus retico/aIw11 (Burn~,
lo di archil tlura ed mpre lui a op. cii. lcfr. nota 191,p. 136).
richiamare nel 1451 13 rnanlo lri ontabili con ervnli all'Ar hi-
vio di lato di Fir nze (2, 1496-9 ): 21 J.P. Aclam, L'arle di costruire pre o
Ro llino alla corte ponlifiria (cfr. i Romani, '\1ilano 1984, p. 1-2.
Frommel, op. cii. (cfr. nota 2[, p. la stro Manfr cli forni e "ro hj
377). di tra,•ertinj chavatj al huli eo"; -2 Pagliara, op. cii. [cf,-. nota 01, p.
23 .
6 I blo chi emblali in fasci verti- Frane co Genove e porta dei
"trave1tinj chava1j a an Giorgio" 23 Oltre al palazzo della ig1101ia,crr.
cali, e non r' i coerenti tra loro anche l'Orsanmichele, il Bargello
tramite un buon ammo amento (al Velabro); imone Pi ano e
compagni prelevano 24 pezzi di ed il fian<"o destro di an Lorenzo.
al nu leo o lrarnite l'uso di grapp 24 'I\Jue le arC'l1itellw·c ogp;ello di
melallich ', potrebbero tcm re 1111 "Lraverlinj pre so anto Pietro in
in holo". Anche Lanciani cita il questo studio (p,-o pelli di anla
cari o di punta in quanto lavore- laria del Popolo, ant' go tino,
rebb ro come in •oli clem nli Colo ·o come fonte di materiale
da CO trnzione p r la ancelleri11 an Pietro i11\lontorio e ancelle•
nelli anzi hé come un unico ele- ,-ia; co,-lile e Loggia <li an \larro:
mento pif1 tozzo. È d'uopo ag iun- (cfr. R. Lanciani, to,ia degli cavi
di Roma e l!Otizie in/Omo alle co/le- piloni interni di an Giacomo degli
g re che in questo lipo di pilastro pagnoli e cli . anla Maria d I Po-
~ quasi impo sibile realizzare de- zio11i romane di <11Uichi1à,Roma,
polo) non sono mai opere in pif'lra
gli incaslri Ira i v;1ri co11c-ia Célll. a 1002-07, I 11000-15301,p. 71). Per
il complesso di an M11r o nel li- quarlrala, in quanto in n un ca-
o i blocchi di lrnvertino CO tilul-

104
105
Murature laterizie a Roma e in Lombardia
tra VI s olo
Emanuela Montelli

n con io in pi Lra ha impr i ull cliver e fac i egni delJa


la orazione, dal mom nlo • materi.al è estratto dalla ca a
a que • • • • ne rifinito o in opera co tale può e e-
on do wnento per la toria d ile l •eh o trul-
modo un mattone, pi tra ar cial nel
lo car • • i dovuti ai procedimenti di
form or ne rminano I dimen-
sioni, le caratteri imi cc , il olor definiti-
o. Q li no mo·· opportunament
inl r ull de a di d anti in eriti n 1-
l'impa e modalità di formatma e cli cottura; anche la e-
lezion t ria.le, la fmit la po a in opera po ono e er
tu dia tte nere d L r • effi tti e t tici.
L o delJe te ni he trultive è parte inlegranl della
toria progettazione tettonica d indaga quel mo-
m nt i pa a dal pro , in forma a tratta al manufat-
to. T ·o pr enta cli difficoltà: le ipole i formulat
ulla •on dei mate1iali po 0110 fornire indicazioni non
emp ribili nei do umenti di archivio, per hé p rii) -
ribili a pratiche cli cantiere con olidate tra me e o t .
Inoltre la compr nsione degli a petti legati ad una p1 o-
Jontà proaettuale può e ere compii ala dalla diffi oltà tin-
guere quali s lte iano atllibuibili all'ar hitetto e quali all
ma tranz : 11 I palazzo Farn a Roma I cortin laterizie del
s ondo e terzo or • t ro p tti, ono del tipo a mato
in u o n I Cinqu a 1 o tamenlo delle parti in pietra
alla cortina non m on I tt ·on . oll
i appr • a l' e atto ti agomali con
po hi t in ca una m r ·on nel far
comba i bor • arti laterizi c e pietI·a (fi .
1). Que ill renza di trattamento può ialla olontà
di eg con maggior pr i ion L p ù "bili da terra
ma an all cWTernti capa ità d ile tr e .imp gnal
nella fabbrica.
o •
in alcun ar e ficl n p
di reali er Ii
quando • • •• • o
no e I e ri
pacilà 1 o o 1 Javo-
ro aggit o a nza cli
prolung 1 • che i
fo un n • tir
on olid IJa propri zione
alle loca p rché I
pa ilà d ro lo i
gu nza •.
Lo ortine a cm·ate realizzate n i pro p tti di
ma (151-/14-1 46 e 1 75 .-1- 9) fa om-

107
2. Ho111a,pc1lazzo
lèarncsr, prospello
poslcriorr: segni sui
111allonilasciali da una
sega(?) (a), da una
nwrtellina usala ron 111
lama parallela nlla cosla
(b, e) e di punla (d).

1. Roma, palazzo prendere il grado di raffinatezza raggiunto nella esecuzione di


Farne e: diver o grado to, con mm pietra o on un maltone duro dello t o colore cli
di accuraLezza
p~ramenti laterizi nel Cinquecento, e i pre ta, come ca o tu- quello da arrotare tanto da gen rar la formazione in s •
nelJ'ac o Larnenlo dio a 1ia wi1 r di er i a pelli legati alla realizzazion dei in- di ottili rigatur on un procedimento inill
delJa cortina lalerizia goli lementi! e dell opera muraria dalle tecniche di po a in da nai·do a propo ilo della l VÌ"'alura dei (
alJe parli in pietra op ~-aalla finitura delle up rfìci. Con idcrando la fac iata po- n è facile interpretar il ignificato
del pro pello po Leriore t r1ore del palazzo, in parti olare il secondo e terzo ordine i sull up rfici • i ; un aiuto può venire
(a, b). DiITerenza n?ta l'impiego di mattoni di colore prevalentemente gialla 1.1·~ e al u pro e razione u •a •
tra la muratura lalerizia di P ore m dio di circa 3 cm e lwighezza aria bile tra i Oei mattoni imme 'a qua p r 01
cabra d I fianco 26 m._ a_ttoni p iali più pe i e lwighi fino a 35 cm i tro- la po a iJ r primo ca o il
u via del 1a cheron vano ai lati delle nicchie, accanto alla loggia centrale. eia ·alJ li in p • dovu
e la cortina di matloni , La co ta terna dei_mattoni è stata tagliata e levi ala a piè cambi zione della lama. Q contra
tagliati arrotati, d op ra, come mo trano I egni in uperfìci . In alcwli ca i i o• wrn ecc el • un mattone bagn
di posti con ura . r ano inci ioni appena pere pibili, parallele tra loro inclinate tre ono o p raz.ioni di levicra
nel pro p llo principal n_p tto al lato lungo probabilmente cau ate da una era.In al- pietra o mallo e i o emente un com
(e, d). tn _a i le inci ioni ono verti ali o inclinate, localizzat lungo il acqua e poi e1 I o pie "là uper
P run tro_? ero il. entro d Ila co ta generate da uno tru- co • una colorazione a. n a ciutt.o, più
m_ nto_a pm punte. 1 I.ratta forse cli una martellina usata perla- legg tra portar ma Oa za è pari a ir a
gliar 1 mattoni: l'intento era quelJo di eviclcnzia1·e il vero colore il 50-40% del pe o) i può p1 anc una levigatura a
d l mattone, otten r pigoli vi i, eliminare lo trato uperfì iale o, he omporta m1 lavoro più iote rfi ie i
po _or_golar P r la pre enza di cabrosità. Tuttavia qu t ope- formano inci ioni li vi parali I tra loro • • zion
:azioni _non hanno linlinato ompletament i segni curvilinei del movim nto più o m no profond a i utilizzi
m a au_ gen rati dalla ovrappo izione di materiale, p r fa i una pi tra dura, tm matt.one o una pi tr una po-
u e 1ve, al mom nto d ila formatura. nlic con l'e entual agaim • abbia. era e
. u _alcu~e . up rfìci in vi ta d i mattoni i notano pi oli fori di mali.on , acqua olio di ottiene w1 colore r
allrn au la ciau da LL?O I.rum nto u ato di punta, adop rato for- con un ff tto eh può far a • natura (fi
dalle ma~ tranz 1mpegnat n JJa rifinitw·a dei blocchi in pie- Il matton la orato opportt
tra P r e~carn I fficacia o per ripulirn I' tr mità (fig. ). 11 nU limita la pe11 t.razio 11 I t mp
Pro~a~ilment. i incide a la uperfi i , con l'aiuto cli wia ~ Ol'irc la di gr gazion ciali e malta-
sag~ma m I rr? per intagli più complessi, e poi con un colpo e- e m nU tagliati arrotali n lati po e 1·
co 1 P zza a il matton . u cessivamente l'elemento era l iga- a o tati fino al punto di eliminar zio cli coi ion . In

10 109
-. Oi C'"ni di m111tellinC'
nel lar uino (a) 4. ProvC'di lavorazione
di Gio, anni olonna dei ma1to11i:taglio con
da Tivoli (da M.E. seghcllo (a), arrotaturn
:\lirheli, Gìol'a1111i con acqua e manone
Co/011110 da Tiro/i: 1554, duro con C'VC'nlualc
Roma 19 2, r.~I) aggiunla di olio di lino
e in un mano crillo eolio (b), taglio con sega
di Leonardo da \·inci e te, igalurn con lima
(b,r) in ui i sollile (e). ' gni la inli
rappre enla an he . ulle co le da una
un modo per arrolar gradina (cl), da uno
i pa,·imenli calpello (e), un
(da A. :\larinoni, mal pp ggio (I), da una
Leonardo da Vinci. lima souilc pas ala una
I manoscritti de/l'lnstitu/ sola volla in una
de France, 1 ,·oli. direzione (g)
Fir nz 19 6-90 ,·ol. Il,
1 . B, IT.35r. e 67r.)

que ti ca i la muratura i comporta come e un bloc o co ti-


tuito da un unico mate1ial , tanlo che pe le le ioni tagliano
v rlicaJm nte le co t dei mattoni e non p no per i iunti.
n trattam di levigatw·a più rapi può ottenere con
una lin • gio dj portar via in breve uno trato di
materia i ò uJla uperfìcie in i ioni più profonde,
paralleJ o a I accortezza di pa are lo Lrumento
una vol ero.
In e toni rano tagliati e arrotati nei lati che
do evai • aJla muratura, e rigati nella uperfki,
in vi La d gli archi in via an i lo n. 7 a Pia-
enza. Jn aJtri creavano motivi più compie i come
n i mattom de n uova a iena (XIV ec.). Le inci ioni
potevan uate anche prima della cottura con una
radina rva 11 Ila fac iata dei . Pietro Paoloa
zze (Latina; 1589-1622). La cortina presenta, in que Loca o,
una co a policromia ott nuta alternando fìlari di mallom
ro i, ro i rifìmti n una p llicola chiara tanto da ge-
ner rizzontaJi eh atb·a ,. ano la facciata; i mattoni ri
gati ci ntuano l'eITetto di luce ed or ig. 5)i.
ior cli paJazzo Fai r el pro-
p r vigatura è a enuta pera.
poiché i mattoni on planari l'is p ·ticale
a •c fa on in vi ta a e: le
la_ no n lo aJp U t per
. er . lern una forma trapezoi t ~or-
t~rone di materi ' • iata dalla pre i t1ca-
lr affi~caL • La fr re è levigata, o u zon~
pro una al giun • w1 piano cli orizzontaJe· Il
piano in~ rior mato on lo se Ilo, op razione
h ha g n rato golari p r confe1 al matton una

110 111
5. e«ni la ciati 6. agomaturn dei perature i mattoni • no un parzial rammollimento che
da Lrum nli a punla mattoni rina imeniali provo a un a e ta d ll'int ra cala ta o lituita da ele-
pa ali ulle co Le dopo la coltura: mallone m nli po ti di coltello l'uno ull aJtro, fa ori la compar a di
dei mauoni dopo configurato a trapezio irr golarità ulle s i a contatto. Il riliro può ariar note-
la cottw·a (a Font nuova, in piano e a cuneo in volmente: una pi otta di 25 cm di lato è formata in uno
iena) e prima della ezione nel palazzo tampo di alm no in ca o di ecc i a cottw·a può riti.rar-
ou-w·a u un impa lo Farnese a Roma (a). i lino a mi w·are p ù di O cm con p rdita di forma pa -
non ancora indurito l\lallone con lati catw·c e parziali velrUicazionj 5•
(b, anti Pietro Paolo inclinati per il mw·o i ompr nde quindi come un mal riale co ì prodotto non
a ezze, Latina). a carpa della Cilladella fo adatto a realizz i paramenti lat rizi d l tipo in u o a
Acco Lamento di di Ancona (b). Roma nel primo Cinqu ento· la lt • a orar ogni el men-
mauonj aralterizzati to dopo la ottura op ndo quindi a • • • u un
da dh'er rigatw· (c) im mai indmi o di ot-
e relalivo chema ten oli vi\· e ta • le-
grafico (d) dei gni me rifiniti po p ti ed
( an Pietro, an a r en ioni tali e1 ti ondo
Gimjgnano, iena). una w·azione r a
ortin l •i ·ama
di alcmù monumen l olo d. polcri a
tempi tto, ma anche truzioni non n ·wribili
ad archit ttw·a funeraria 0111 n l ca nuti ad
Anguillara abazia (Roma: località m tefano)
noli a Palladio (1~08-J 0)6 •
Roma do eva pre ntar n o • i empi di
murattu·e • ·e. di varia fallu :1 a
(2 . titujvano una in ug ,
111 a di ozz 14 11
di irolamo , p o da Rom
Fr co t o (P anfit atro
(1 lo o , ticol lonn c,
ta 1 I •
• • en
1 npi 1 o ortac i n a
p ( . al a porta Palatina
di Tori.no a) nota a Giuliano allo Pal-
ladio . empi di cl rizio in po ana ·o a-
no an he in I cali ·adizion d ,c n 1-
l'anlit atrn di ar ulae ~ , con matt pr tano

I 13
112
7. Parie di una p.ianella
pro euienle da Ca Lt·o
(Vilcrbo): lato le i"'alo zioni ircolari a rombo e eguile egando obliquamente i !ali
on bordi riba ali e lalo degli el menti. Lnlìn il cilindro di a tel anl'An lo, per l'acco-
abbia cabro, con lam nlo clioculi in pielra aJ lal rizio e per lappar cchio con fr -
cavilà e e ni la eiali qu nli malloni di t ( le anclro Vl, 1492-1503).
dai materiali pre enli Pro clencloa o, nel lenlalivo di tro ar riferimenti al-
ul bau o cli lavoro. le muralure laleri omane accurale e arrotate del XVI e olo,
il pr.imo mpio tiluito dal cortile del palazzo ducale di r-
bino (1466-80 c.) e eia quello di Gubbio (1476- O). Di note ole ri-
le anza an he il orW d lla ro a albornoziana di poleto (dal
1359), on pila tri ottagonali in mattoni agomati, an-otali a
giunti ollili, allin ali erlicalm nt a filari a ni. rbino,
alla m tà d I Quattro enlo, si pol vano o e diver i di
cantonali in pietra e laterizio arrotato a giunti • • ad mpio
a qu Ui in lu i nel palazzo Peroli (in via eter 2-, a • lato
nel 14 O) nello l o palazzo du aie in corri nde l o-
icldello Castellare 17.
e· • • cl i palazzi ducali rbino e Gubbio i mattoni o-
. • tes • taglio, l'uno ull altro in modo da
g • etic Lralo. D to una alt nzione imil i
o a pe1 ti.mento in pietra della facciata urbinale
ad ali. I giunti ap infatti, cr ano un reticolo centrato •
to ali io a di ne tra portali e fine lr , con conci
ti cli unghe ila z ra le fine tr la lun °he
eone difica mp la mancanza di proporz.i
tra ion degli elemen ezza delle ap rtme.
pparecchiatura deg • nti ia l arrotatura ri uo-
tono nolevole come tra una parte delle mmatu-
h re della casa e la fa della chi a cli anto piri-
8. Policromia nel corlile to 's. n apparecc ta-ta elementi non centrati l'u-
della Rocca o lanza no ull'altro i tro a nel palazzo Albani (fin ec.). Fuori r-
di Pe aro (a) e nel bino, murnture l • • ccmat parti • i o e1-vano
porlico del duomo (b) nel orWe del pal clini ad pecchio azzo Bon~ -
di poleLo (Perugia). de a Monte an icolò Bonafed , 4); in mbria
nel palazzo enili lo) a efalco (Peru 0 ia), nel pozzo
di an Patrizio a leme aolo III, 1527-57).
el cantiere zo du rbino la orarono cli r-
i architetti ma e; i co cl ila formazion cli
Lucian (q. Mar • aclra) Law·ana (D llaw·ana o d Laura-
na) (1420 .-1479 vr • o un p rioclo a anlo a
(146 -66), a 1 apoli (1472) 19. a Pe aro, durante la co-
truzione del palazzo ducaJ (1450-66 1475-7
andro o tanzo forza) cl ciala ulla piazza
rizzata daJla policromia dei pi tra ro a e di
pila lri in pietra hiara. n a Locromatico imi1
er a anch nel cortile della tanza (147 -1505)
la bicromia dei profili in pi cortina laterizia arrotata
richiama il cortil d l pala di rbino e n l por •
(1491-1504) del cluomo di p a di Arnbro!!io Baroc
Milano (fìg. ). Dw·ant la p n nza a ·o Lam-ana -
a av r o ervalo la facciata di . Dom n orlaJ cl l t )
con pilastri in mattoni arrotali e profili in
fì·an o di G.iorcrio(14 1) pro, la ua
formazim legata al cantie1 rnte diJ Ila
cl i mom ti anli hi n ent atura-
le nella ciltà di e· ntual • arti ti
eh vi ravano, che, n Qual-
t1.·ocnt ra tal.o ne Olona. Della ·11 po-
t a ri • are l'im cl ll facciat e ·lici la-
l rizic arrolal on I palazzo pub )· .

114
1l5
F d ri o di lonlefellro (14-2-82) a eva og 0 'iornato a\.
nezia (M-3) e a Iantova e nel 146 concede la pat nt al La~-
rana dal astello di Pavia 21 .
Ila difficoltà di comprendere quali ar hit llure po an,,
a er influenzalo ali archit lli che operar no a Roma ad Lrbi-
no, i può tentar un confronto con al une sperienz matw·air
n ll'ltalia ett ntrionale, analizzando alcuni tra i l mi ricorrenu
n Ile ar hitettw· e aminate. I temi prin ipali po ono e err
o ì ria unti:
1) la realizzazion di grandi upcrfìci laterizi arrotat ; 2) il rap.
porto tra il alor atldbuito ai mal riali e il loro impieao (ad
e mpi p r ottolineare aJi pigoli della o truzion )· 5) la di-
po izione ordinala degli tementi (da cui di c nd la on-ezio-
n dei giunti con linee bianche o con inci ioni e la on iderazio-
n d I matton ome tmità modulare e di con egu nza li ele-
menti fuori formalo); 4) J'u o de oralivo del mattone impieaalr,
p r cr ar moth • g om lrici.
Per quanto riguarda il primo punto, le grandi up rficilate-
rizi arrotate (fig. 9), a 0 iunti ottili rano vi ibili nella facciala
di anta 1aria del armine a Pa ·a (Bernardo da en zia 1390.
1452 1461). lanto a Ja obello e Pietropaolo dall la eg11e,
neziani i.nter ngono alla fine del '300 ulla catt dral di a1 9. Esempi di murature
Pietro. In un do wn nto del 1-95 i Labili che la fa ciata,ia laterizie arrotate
di pietr vive, quadrate, polite e levigate· for e con la Le a ru a giunti ottili: portico
ra è realizzato il fianco iJ1 laterizio 22. L'appar eh.io è centralo cli S. Domenico a Pe aro
ia nell paraste, che terminano s mpre on te ta-taalio che nei (a), facciata cli . Maria
fondi; al une qu nze nwn riche for e date iJ1ci ulJa corti- del Carmine a Pavia (b),
na (la più antica 1i aie al 1444, ma anche 1448, 14 7) dimo tre- lianco ciel duomo
r bbero he la uperficie ra in vi La. li primo fìJare in ba o è in cli lantova ( ), palazzo
mattoni più pe i (c. 10 m contro 7 5 cm). della Ragione (d),
A Milano mw·ature I vigate i potevano o ervm· nella far- facciata cli an Marco
iata d 1 palazzo deUa Ra rione (1235, pode Là Oldraclo da 'fre - (e) e quadriportico
no) n i re ti n Ile fine tre del palazzo m·ci e covil (Giovaruu cli anta Maria pres o
11 Vi conti 1342-54) nella facciata di an Marco (facciata del un Cel o (f) a Mila110,
cortile clell'o pedale
1 nclozzo affr cala da Tro o da Monza, inizio , con ide-
maggiore (g) di Lodi
rando brevi tratti dj muratw·a for e opravvis uti al r Laurool-
(Milano), basamento
to nte o. L'apparecchio pr vede mattoni di te ta di la lio. dc-Ila casa Rairnondi
e ntrati li uni ugli altri.
a Cremona (h).
Uar hit ttura rnilane e del ecolo i è espre a mparli-
olar modo attra r o l'attività dei olari, in i eme a nuovi orien-
tamenti pro enienti oprallutto dalJa To cana e da Fir nze. Fila-
r te, dopo a er vi i lato gli o pedali di Firenze ( anta mia Nuo-
a, 12 , 1420) iena ( anta Maria della cala ?, 1250, 1290,
129 , 1467-71), avvia il cantiere della a' Granda (1456-65). 'el-
la fac iata er o ia F ta d I Perdono i notano due tipi di mu-
rature, bbene 1 differenz iano meno evidenti ri p llo a
quelle d ritte dal alaguzzi Valeri 2~: nna più raffinata è realiz-
zata_n Llaparte tra gli ar hi, con mattoni po o cab1i giunti 1i-
dott1 l'aJtra è e eguita con mattoni non la orali, et rogenei pe~
olore on appru· hio he alterna Le La ad uno o du lemenh
di taglio e n giunti che non creano un reticolo regolare.
Uo P dale • aggiore di Lodi (1459-150 , Giovanbatti ta d~
Comazzo Beltramo Pandino) è ispirato a qu IJo milan , mail
orUJe r alizzato in laterizio arrotato con mattoni di olore a-
ria bile dal erda tro al giallo, al rosat~-ros astro, po li in opera
on cura, pr~ al ntement di taglio, on ginnti molto otlili.
lt non e mpi di up rfi i arrotat i tro ano a r mona,
n l protiro (tardo '200, 1471 ?) di an Luca ( III e rv colo),
n lla cappella d I ri LoRi orto (1502, Bernardino d L ra ?) e

116 117
10. llnpi "O d i mattoni
arrotali per cantonali,
nel fianco di anta
L'irnpr ione di grande varietà cl i formali permane nei
J\Iaria del armiJ1
trattati di ar hil Llura del XV e XVI ecolo: France co di Giorgio
a Pa ia (a, b) e 1Jer Marlini, più di altri, ha ottolineato il ruolo modulare del matto-
fme tr \ nella capp 'Ila ne come el mento costruttivo; egli ugg risce di mantenere fer-
Madonna d ,1 Ro ario ma la proporzione Lrn i lati dei laterizi .in rapporto alle dimen io-
nel duomo cli 1onza (e). ni del muro da 'Ostruire 31. ei pila tri del chio tro di San Ber-
nardino ad rbino i mattoni haimo lati in proporzione 1:2 e arri-
vano frno ai 52 m poiché con que la dimen ione i riesce ad al-
tra er are per intero lo spe sore del o tegno, s nza incorrere
nel problema di avere un vuoto al centro. r el ca o del cortile del
palazzo du ale di Gubbio i mattoni lunahi fino a -9 cm delle so-
prallogg p rmellono la realizzazion di W1 apparecchio regola-
re; per la part opra gli archi vengono impiegati, invece matto-
ni più ottili on i lati m rapporto 1:-, p r adeguare le dimen io-
ni del mgolo J m nto rispetto alla uperficie a disposizione.
Que la concezione della mi urab:ililà dell'architettura ha
due importanti con eguenze, una dal punto di vista costruttivo,
in quanto r nde po sibile stimare mpartenza la quantità di mat-
toni nece aria alla co t:ruzione, l'altra da punto di vista compo-
arrotata contrappo Laa flan hi meno rifiniti i o erva anchein sitivo, m quanto facilita la creazione di i temi decorativi. Par-
anta aria del Carmine a Pa ia (1390, 1432 e 1461). Le mura tendo dalle dimen ioni del mw·o da realizzai·e si può stabilire W1
tw·e del lato ini t:ro ono in mattoni non arrotati ad e cezione certo numero di mattoni per unità di mi ura co ì da ri alire al
di quelli eh . otto_lineano gli pigoli dei contrafforti (llg. 10). numero total di mattoni nece ari. n ragionamento imile è
e pre o in un trattato di matematica cl l colo, conservato
up rfic1 leVIgate con appare chi reaolari pote ano cliUn- alla Biblioteca Riccardiana di Firenze 32 d ' una pratica nota nei
g~ere parli_ peciali della o truzione, ad esempio i parlali (ini- cantieri lombardi del -XVII ecolo 33 .
z10 ?) di palazzo BottigeUa (Gio anni l<ì·ancesco BotLigella, Il rapporto tra dimen ioni dei lati d l mattone varia in rela-
149~-94, cor o azzini 15) a Pavia e del palazzo del Capitano(fi• zione all'ai· a geocrrafica di produzione; mattoni con teste di mo-
ne Xll1) a antova, oppure le paraste d'angolo del campaniledi desta larghezza ono più frequenti nel ord Italia, ad esempio
ant'Antonio bate a Milano (1456).
nella collegiata di Ca tiglione Olona (il rapporto tra i lati è pari a
Contrafforti cilindJici arrolali u fondi scabri i o ervano 2,4) n 1 ca teJJo fm'Zesco di Milano (rapp. 2,4; rivellino di anto
nell~ ~a ciat di ant'Agne e (XIV) e di an France co (1300)a SpiJito 1455) m ant'Agne e a Lodi (rapp. 2 9). Mattoni con lati
Lodi;_1!1 al_uni _ca i i malloni arrolali sono più spe i ri pelloa in rapporto 1:- i o ervano nel campaiùl di ant'Andrea (14i-)
que_lli1IDp1egatiper le parti non levigale, al contrario di quanto e in an eba tiano (dal 1460) a anto a.
aVVIen a Roma: i mattoni più pe i permettono di manlenel'f Ladozion di mattoni oltre il fo1mato u uale era m e
co tant il modulo, diminuendo lo pe ore dei giunti 27. comune nel a o di reimpiego di material da co truzioni anti-
na attenzione nel profilare gli pigoli in cotto arrotato con che; mattoni oltr i 40 cm i trovano ad e empio nelle torri civi-
mattoni po li di testa e di taglio i o serva a11che nel ca teUo,i- che di Pavia (piazza Leonardo da i11ci),m parti olai·e in orri-
conteo cli Pavia (Galeazzo Il, 1360) e negli spigoli di para Lee fi. spondenza dei cantonali. Mattoni grandi ono usati nei pilastri
nestxe nella appella della Mad01ma del Ro ario nel duomo cli an circolari nel duomo di Crema (40 cm).
Gio anni Balli ta a Monza (XIV secolo )28 . Questa tradizion conti Poter di porr di mattoni di dimen ioni omoaenee rende i-
nua nell'opera di Ale sio Tramello, negli pigoli aiTotati iJ1 an · ternati o il la oro di appai·e chiatura degli elementi· special-
polcro (1498) e ~ta aria di Campagna a Piacenza (1522- ). mente neU ai·chit tlw- rina cimentali fortificate i nota la t n-
. La pr_at~c.:1 di m orniciare le apertw·e ha precedenti nel me· denza ad in rire frequenti mattoni di L la, m modo più o meno
dioe o 1 ritrova ad e empio nel ca tel10 di Milano, m una bifo• istemati o, p r garantire l ammor attU'a ( i tematico: ro c_adi
ra nell~ al~ delli cai·lioni" 29 . AJl'epo a dei olari era frequente Ra aldino a Forlì- non i ternati o: ro a di ontepoa 0 10lo
la realizzazion di fa ce ad mtonaco per evidenz"iaTe le aperlurt' 1471; rocca di a o 01 aro, ailni O del V· rocca di fondavio
e fo: e na ondere anomalie della mw·atura 30 come iJ1 anta fine V; fa ciata d ila ollegiata di Ca ti"lione Olona, 14--- 5).
aria cl U Grazie (1463, 1466-90). na profiJ~tura te la-taglio i può e rca1.· mola· , di far capitar il matton di ~e ta entra.lo
a_ccan_lo alle fine tre, realizzata accostando i mattoni cJj due colo• su quello cli tagUo (fig. 11) come m al une partJ del a t llo
n_ o rifin ~do. _conuna tinta rossa i malloni gialli si ritrova nel forze o di 1ilai10.
piano nobil d1paJazzo Farne e a Roma. ·attoni di Le ta di taaJio caratterizzano div rse parti d I
. _P r quan_t~riguarda il terzo punto, Ja disposizione orclinata palazzo ducal e della rampa della Data a~ rbino· 1 andam 1:1t~
d~gli. l m nu e re a po sibile nel mom nlo in cui il matton CO· te ta-taglio i o r a anch in altT ar h1t ttw· per le quali 1
n:i-m~i~ad . re con ideralo come Jemento modular , la cui ipoUzza 1iJ1Lervnto di Fran co di Gior io lartini orn la
np liz10n d t rmina la superficie muraria. Oltre alle dimen io- rocca di onclavio (Gio anni della Ro r , anni 90 d 11400). Lo
ni_~ n ralm ,:ite ripo~tate n gli abachi e po li nei palazzi pu~ L o appai· eh.io i tro a nel palazzo ar i-Mozzanica a
b11?1 0 n lJ . p1az~e, gli architetti rina im ntaJj potevano far n· Lodi iJ1 an ba tiano a anto a (dal 1460).
t nrnenlo ai re t1 antichi e al trattalo cli Vitruvio. itru io d lini i odoma I op ra m ui tutti i cor i ono di

118 119
11. Pl)!U"C chio Leta-
taalio nel! mw·aturc no ulle facciate di anta aria di Collemaggio (XIV ecolo), cl I
rina cim 'ntali con palazzo du aie di Yen zia (1540, 1400-04, 1424) ed ila fa iata
indi\ "duazione deo-li del duomo di Vicenza (1444-67). Pavia la fa iata della chi a
elementi onappo li dj an Fran e o (1300) è decorata con riquadri e lo angh in
e in a e: a co lamento mattoni e pietra bianca.
di appar"'cchi di!Terent i Per quanto riguarda il laterizio in piu colori, oltre anli e m-
in corri pondenza pi romani, i con iderino i mattoni ri e liti di una pellicola bian-
dell'ala d Ila Jole a, rei , erde curo, deUa chi a cli anta aria del Popolo a
nel palazzo ducale Pavia (Mu ei ivi i di Pavia, ala VII). Alcuni ar hi medievali al-
di ·rbino (a) ternano malloni gialli ro si ad e mpio qu ,w a Piacenza (via
facciata cl I palazzo Calzolai) a Crema (via del Ginna io 22-28) e n I brol tto (1284)
Vare i fozzanica (b) di Lodi. I Ila facci.ala di anta Maria delle Grazie a Milano la
a Lodi lilano). mw·atura ' r alizzata n mattonj dj olore variabile dall'arancio
Mw·ature on frequ nti al ro o bru iato on tementi di te La molto oli.i eh e colpiti
mattoni di t ta in anta da lu e radente, cr ano una en ibil vibrazion cromatica.
1ru·ia delle Grazie (e) Fuori Italia, in epoca romana, d cori geometrici ottenuti on
e anta laria pre o diver i materiali rive tono le superfici del Rom rturm, la torr ci-
ru1 atiro (cl) a Nlilano lindrica d Ua cinta muraria di olonia (dal I ecolo d.C.)· la
(lato u via Falcone).
Torhall di Lor eh (774) in pietra ro ata e bianca a cacchi ra.
La tradizione d i deco1i geometrici a cer hl rombi, quadra-
u uale pe ore 3•1 ma que la defrnizione nel Rina cimento è in- Il. Di!Tu ione delle ti vien ripre a da Filarete nell intona o dei ottarchi dell'o p -
L rpretata in di er i modi. Le immagini del Lrattato di fra Gio- murature laterizie dal Mag 0 'iore di 1.iJano42 . na decorazion ulJ intona o con
condo (1511) mo Lrano conci LuUi cli taglio'\ quelle di Ce ariano arrotale nel Cinquecento: scacchier bianche e ro a d cora il cortil d l palazzo Fodri a
(15 1) elem nLi di po ti L La-taglio36, con Le La e nlrata. In palazzetto in piazza Cremona. Framm nti di decorazione a zia-zag ro o-bianco o-
que Lultimo ca o il 1iferim nlo poteYa e ere quello d ll'alter- Sforza a Roma (a), no an ora visibili n ile ale d 1 a tello di Pavia; intonaci con lo-
nanza di diatoni orlo tati vi ibile nel! ar hilettur anti h . con indicazione anghe cl corano la fa ciata del convento di anta Chiara, m-
n ca o particolare è co Litui.lodalla pre enza di para Lee degli elementi pre a Pavia (XN ?), mentre figur geometri he candi cono la
fondi in laterizio. E i Leva infalli il problema di rapportare le di- appositamente tagliali facciata di una abitazion manto ana iJ1 via Coca telli.
men ioni del mauone a parli specifiche del pro petto. el an- e di alcuni tra i mattoni Cerchi e quadrati ruotati realizzati anch on mattoni di
Luario di - anta Maria alla Fontana si Lrornno mattoni ru35 rin. la •liati, arrolati, piallo I , •gati porgenti ri p tto al filo mura.rio, decorano il ti-
pari e attament alla dimen ione delle para te. In anta ~Jaria e centrati ri petto alla bwio di anto piri.lo e anta addal na (1511- O) e il antuario
pr o an a tiro a filano ( 1 7 - O, 1482- 6) i mattoni dellepa- superficie a cli po izione. di anta aria della Croc (1490-93) a Crema. R pertmi imili i
ra L ono tagliaLi, for e egati, perché appaiono li ci u uno de, 1-'iancodi an Gio anni os er ano in ani.a aria di Canepanova (c. 1500-07) a Pavia e
lati· l apparecchio è tudialo in rapporto alle dimen ioni cl i Ji. Hattisla a Pesaro (b). nel chio trino d ingre o in an epolcro a Piac nza 45 •
alti. Mattoni adattati con la ega i os ervano anche n Ila rap- Que te argom ntazioni riauardanti I la orazioni dei mat-
p lla di anl' go tino (1476) in an Pietro in Ge ate e in anla toni e il alore d orativo raggiunto dalle up rfici laterizi di-
aria Incoronata (1449-60, 146 ). mo trano che n 1 cor o d i e oli i ' mant nuta vi a la p ri-
In merito al quarto punto, un apparecchio regolar i pre ta mentazione ui mal riali con e ili differenti. Dopo palazzo Far-
m glio all'in erin1 nto delle decorazioni nella muratura ba ta ne e l cortine lat rizie accw·at raagiungono un certo u
iJ1fatLi tudiare un di egno che sfrutti le modularità derivdt dal- so, e vengono ripre ad e empio nel palazzetto in piazza forza
1 dimensioni te dei mattoni o da adattamenti dei in oliele- Ce arini (fia. 12) e fuori Roma n Ila chi a di an Giovanni
menti come n 1 pro petto di palazzo Farne e a Roma 37 . Ionio Batti La a Pe aro (1 - -5 ) di Girolan10 (1476-1551) e Bartolo-
da angallo (14 -1546) u a mattoni di po li a formar lo anghe m o G n a (151 - ) n i pila tri della loagia ul cortile della
~ h_ con fini o truttivi, ad empio nella cupola di anla ~Ja- Villa hnp riaJe (anni 30 del Cinqu nto).
r,a di Montemoro a ontefia eone (Viterbo, dal 1523) e a pina- I paramenti lal rizi arrolati in u o a Roma n l Cinqu cento
p nell'aula ottagona n lla fortezza da Ba o a Fir nz (1534- po ono e ere ompr i con id rancio gli 1~pi dall'~ti o .
55)lll. attoni L la-taglio gia 11i e ro i i o rvano nel ba Lione I e p rienze maturat n ll'Italia ntro- ett ntrt0nal • I mda 1-
angalle codi Fano (1~52, 1552). 11 è tata condotta in particolar modo in ar a lombarda on la
. Per 9uanto riguarda la policromia d i motivi a lo anga i ri- con ape ol zza h di er i rli rimenti i po ono tro a.r_ an h
f~11111 ntipos ono es ere ricordali brevemente: moli i geometri- b1 Pi monte eneto, Emilia Romaana, far h , mbna o-
ci omp~ono n li murature ravennati (VlJl-I ecolo) 39 e in prattutto in To cana.
quelle p1e!no1~l i del Il- Ili colo (chi o tro d Ila abbazia
anta . aria di . z~olano iJ1 Piemonte)'IO. otlo, pi tra tufaceae
vulcaruca ono unp1egate n li Lar ie campane del Xl- III ero-
1041
• acchier r alizzate in pi tra di du tonalità si o, 1 ano
~elle fa ciat d i s. Pietro , Andrea (fondata nel III olo)a
I'r· quanda pr o Siena, nella antica ba ilica di anta Maria
aggiore a ·1ano (11m tà 1500) e ulla parete ( .) della
fontana dell 99 armelle a L' quila. Lo anghe in pi tra i trora-

120 121
L. D gra. i. . \talle e. Fh111cc ro ha. crr. P. G1-o-.L'mrhi1e1111mro- arehi tl<'il' lriforr lrec ntescht•
di Giorgio Mm1ini. T/Ylllali di m• mana dn"li ini.::i del lii secolo a.e. la lllOSll"II ll~lli ,11fil"ie111t•
(' ben cho: 'H \lm•ro \'itruvio Pollione, De Archi- in "Pallaclio", 19 , 1, pp. 67-82.
chi1et111m ingegneria e a11emililm't', ent~no_ un~ arl'Olnt11ra e finilu I(•, IIHI 11011 ~0110peri) ·:\lal'.on.11\_ d1 lr<'l111·alib1i X, Porci·none 1990, li- 39 G. Grrola, Per la datazione del/'ar-
alla Ji11edell'alto l111pem.I 111011u-
J.lilano 1967,Il p. 5 (,k rnn 111e1s10:•~ u pina1i , F.G. ((lll'Sll' cli ~lanlova; IO I() il(!'IIZl,llo hm 11, 111,6. chitellum deu/P1YJbiu11Uina a Ra-
1111•nlipubblici, J\lilano 2001, p. 372. bnelh, /,a lm1101ipologia111111 ;
\. \larilloni, Lf'onardo da Vinci. I 10 Lt• muralLU"t' del grnnclt• emirirlo ieiTh(• 11011 mi par st· fazia per In 'i5 Fm Giocondo, /. /litruvius per Jo- venrw, in '·FeBx l\avenna", 19~, fo-
mnno;ailli de/1"/n,lilul de FranCt', come me/odo di anali. i degliet kig11iori11 \ostra 1•••J", ~:. ':•~·(" ':•.10- cundum ... , Venrzia 1-11, r. 17v. c. XXXIV, aprile, pp. 3-16. .
·0110 Lituitc do 111a1to11i 11rrntati. la faccia/a del palazzo pubblir
~irenze 19 -90. :. I . B. r. 55,~ a !riunii ottili. s111 lato e. lerno e ap-- \('(" (n l"lll"II th), Luca /•111uelh111<1'.f· 'i6 Cesare Ce aifono, Vilrul'io. /)e Ar- 40 I~ l'iuarello (a cura di), !...ecl~ ro-
, iena, in "Arrhl'ologia d 11'\n 11 ,110_ lipislolario go11wghesco, I•1- l"ltiU'c/Ura... , a cura cli A. Bruschi, A. nwniche delle campagne as1tgw11e.
"qunndo hai fotto uno nmattonalo prna regolari1.1 ..11ti,a giunli spessi,
abbi uno pe1..w di pielrn morta ov- tetturn", I, 1996,sup1il.a "Arrlu renze HJ79,(l. 361. . . . Carugo, El'. Fiore, Milano 1981 n repertorio per lt1 loro cono C/!IIZLl,
sul lalo interno 1111110 da l'ormnn•, in gin \lrdievnle", HII, pp. 17-IO, conseri)(izione,tutela, Torino 1998.
, ero uno quadrello e co ì fre co °ll Filippo Calundri, Codi_cY' d11~_-11111et1- !Como 15211,libro 11,r. XXX.I v.
coni ponclen1_,11 dei fianchi tielle pnrtirolarc alla p. 26. Il dipinto di l'i,l7..7..a olonna (c. 41 LG. Kalby, Tarsie ed archi intreccia-
rrcga dandoli pc o dell'acqua... Il ape11ure.una pe,..wta per lt• diffe- m, Hiblioll'l"II llicrnrchann, F1re1~z<', 'i7
~ glio 67r raccoglie di,ersi ln1- renze di appareC'C'hiaturndegli <'le-
21 I~ Fo11teb11oni. Rege.IO dO<'UITk lli<'l". 2669, e-.791•.,in . llaragh, U I ) n I alon • i sii.no! n _alicano ti II I romanico meridionale, ter-
,io, in l~ol~rhet~ (a t'ura di),Il I\ iwilierr edile: art~/ici .1'm_o~erwlt,111 mostra w1a mode ta ab1taz1onear- no 1971.
menli da cantiere compre o Lm menli.
la= d, 1-edertco... , <.'il. lcfr.I) /,a ,,,,111d1• storia del/ arll{{Wllalo. 11 fi11ncatnalla chie a di an 13111tolo- 42 ulle decorazioni a graffito su into-
mru1cllo con indi a1Jone'·da la"lia- 11 G. Berl lii. . Guiglia Guidohnlcli, P. na o a \1ilano i on icleri il tiburio
re quadrelli"'. ·11amai1ellina è rap- 191,p. 362. Fede1ico a \lilano mediorrn, Firl'nze 1998.), p. 249. . mt·o dei Bergnmaschi con un moti-
Rovigalli pa"nolrtli Zeuli, Slml/u- 1457.n Roma n I 146-~, cfr.Il. Tr vo geometrico a losanga nel secon- della capp Ila Porlina1i (1_462~~)
pre ntata nel odice \'ali ano La- f't' murarie degli edijici f't'ligiosi di 33 I. Giordano. / 111a1•str1 11111rator1
ma oli, U1 t•ita di Fede1icoda\/, lombardi. I .<!l'Of'O e f't'1111111ernzio11e, do livello. dr. . torello, P. ilvai~, in ant'Eu Lorgio e gli ainbienu m-
tino 7721. in \I.E. :iticheli, Giomn- Roma dal 17al I..\ secolo. in "Rh i 111 tomo alla ort Ducale del astello
tefellrYJ/42211482, 'rbiJ101995, in \. Chastel, J. Guillaume ~a cura Ved111e di Roma dai clipi11lidella /11-
ni Colonna da Tivoli: 1554, Ronrn dell'lslilulo i\azionale di Arch!'olo- fo17..esco,L. Palella, l'architelllll'(L
111, 170. cli), Les c/11 11 1iersde la Renr!,s~a,we, bliotea, Apostolim Vaticmw, Mila-
I 2. r._J. gn e0 helli, lime 0110 gia e loria dell'\11e". X \lii-.\\ I\', del Quattrocento a Milano, Torino
22 E. \larani, 1\1wi•i documentima le/es des Colluques ten11sa Tours, 110 1997,pp. 76-77.
riprodolli in un man rillo della 1976-77,p. HH. '38 ulle calotte a pinape rr. G. 19 7,p.-33. .
fine del ·n ecolo. Biblioteca :lle- L'a11is11Jaromello e PieflYJpao/o en /98)-8-1, Pari 1991,pp. 165-173.
12 hi, p. 9 . ,\lasegne, in "Alti e \lemmi . \e . i eonsideri 1u1ta,ia, che a Roma le Zander Gli 01wgo11idi n Pietro ri- 4'3 B. dorni, Alessio Ttwnello, \hlano
dicea Laurenziana. A<Xjuislie Doni, 15 lvi, pp. 97, 142, 151. rono ciuti nel dis. Arch lJ.(f.11.IJJ0, 19 , pJ>.10-15,21 nota I .
795, . 2v, ,_,. 16v, in Il lanrini. clemia ,·irgiliana di \lanto,·a•,t 11111ralu1"t'1•ranoa aC'ro.
14 Il Kra11Lheimerel al., Co1p11s/Jasili- pp. 71-10'3,in pa1ticolareallap.7
ll principe e l'anigiallo. in P. Pran- <xuwn Christia11arom Ro111ae.Cilliì
ceschi. G. Fo i (a cura di), La 23 ~~ \ lai aguzzi \ alcri, \filano, 1k
del Vaticano 1937 . I. ra . lii, p. mo 1906, I, p. ; \1. Lazzaron:,
gronde -1oria deU'al1igianato. IL I -7: la 1ec1licaè rhiainata ralsa c·or-
Cinquea:lllo, ~irenze 2000, 111,pp. \Ju1ìoz, F'ilar't'/e, sculto1't'e a,r!,
lina emplice in \I.E . .-\uHminn, \. lo del secolo H: Homo 1908,p.llll
21-39, in pa11icolarepp. 52, 35, 56 Garibaldi, C. ·1lterini, Slrullw-e
5 G. Palmerio, La fabbrica del Colle- .24 Pc-r l'allribuzione C'rr. . Pedn;
mwwie de,,.li edifici religiosi di lfo- Leonardo archi1euo, l\lilano I
gio dei G uili e la lra-!_fom1a.:ione ma nel IJI secolo, in "Rhi la clell"l-
del lessulo medievale di e=. in p. 21 e B. \clorni, L'arrh1imuro
lituto azionale cli \rcheologia e a1't'a lombarda ed emiliana, iJ
"Quaderni detrl Lituto di toria del- lOlia dell'Arte",\ XIII-XÀI\, 1976-
1' rchilettura·•, 15-20 1990-92, pp. Bruschi (a cura cli), , 101iadel/"
77, p. 246, per cli linguerla cln quel- chilellura italiana. Il p1imo Cinqi
&11-652.
4 la dipinta, realizzata u uno Lr;ito cento, \lilru10 2002, pp. 272-30i.
I bordi rib ali forse erano clon1Li di intonaco, per la quale i propone
alla presenza di lllla linguetta di paitkolare alle pp. 277-27
la d nominazione di fmta cortina. 25 Il piallo. che raffigura il Ritro
m tallo che manteneva integri gli 15 lvi, p. 192.
pigoli dello Lampo,com in quelli mento di \losè, è con n·atoal\
16 Campanili cli an Mercurialr a loria ancl Albe11 1useum cli I.Ili
con ervali n I tu o dell Opera Porlì (Xlll er.), an France co a
del Duomo cli Firenze. ln que lo <Ira, im. 2 25. crr. Immagini aro
Urbino (Xf\'. X\' ec.). Sant'Eu lor- telloniclw nella maiolica illlli.
caso, tuttavia, i deYeipoti7..zare che gio (1297-1309), n Cri toforo uJ
lo Lampo ap1>ena riempilo con dr/ Cill(fllf'Cf/1/0, at.1logodellaIl
Xa,i lio , \' se .), Sanl'Antonio stra (Bassano, palaz7..0 tunn. •
l'impasto ro capovollo ul banco
bai a 1ilano (1567 e 1456), maggio-5 ottobre 1980),C. Ben
di lavoro prima di eliminru-e l'ec-
ce o cli mate1ial . Ogni anli e ant' nclrea a tanto- cli (a c-urn di), '.lilano 1980,p.
5 va (1415). nota 56.
Le o en·azioni uUe defo1111azioni 17 .\'ella ra iata ad ali, tra portale e
dei laterizi d rivano daU'anar i del 26 Il dipinto i trova a Virenze,Depo
Cast Ilare, i o ser. a un tratto , er- li degli Lffi,d, im. I 90, n. 1602.
materiale prodollo con i lemi tra-
licale di muratura coslituila ria con- _7 In ant'\gnese a Lodi lo pe
dizionali nella fornace cli Joz.zano
ci in pietrn alternali a tre filari di dei mattoni pa a da 6,5-7.5
Romano (Roma) propri tà della fa-
miglia lngemi. mattoni a1TOtatie tagliali ,erso lo (fondi) a 9-9,.2 cm (contrafforti
6 Royal In lilut or Briti b Archilects pi olo cl Lro. uJ lato che entra miC'ireolari), r111ellodei giunti
(d'ora in poi RIB ), Xl, r. 4v e 4r Lo nella muratura, tanlo eia rar pensa- zontali da 1,5--,5 cm a I cm.
re ai I li di una più antica ape11u- 28 lksli di ape1111re definite da mali,
te oggeuo disegnalo eiaLi o-
rio, Boclleian Library, Oxford, Cocl. ra o ad un cru1tonale inglobato nel- ni arrotali c-he rormru10 un denl
anonici llal. I . r. 122r-t, dr. :Il. la nuo, a co lruzione, fr. C. Buclini- lalo i osM"n ano an he nel pro
Lyttelton, P. r, A Roman villa cb, Il pala= ducate di 'rlJino, pelto del palazzo durale cli Lrbu
near Angui/lam abazia, in "Pa- TI"iesl 1904, p. 12 e l'ape11ura ul s11 piazza Hina cime11lo, sop~ Il
pe or U1eBritish chool al Rome" fianco di nl'Agoslino (1258) in E corni e 111a1-caclava11zale ciel pnm
XLV, 1977, pp. 227-251, plate' 1azzini, / ma/toni e le pie/re di lr- livello. nl'i tratti re idui di più ant
X Xlii-XLIV. bi110, rhino 19 , p. 528. ome C'he mur11ture inglobale nella
7 Bibliot ca Apo tolica Vaticana (d'o- pre d nt i con id ri110anche le s1ruzio11evoluta eia lontereltro.
ra in poi BA\ , Val. Barb. Lat. 4424 uperfi i arrotate cl I porli o cli an 29 I,. Beltrami, Il castello <ii J\/il/111<•
l;'J•ane co ( rv ec.).
c. 41, in I Liluto di Architellura Tee~ Milano 191-, lav. 39. .
nica, Politecnico di Torino, Ponna i consideri anche la loggia di in- 30 L. Grassi, La Ca' Gronda. tona
urbana e archilel/ura nella To1ino gresso dell'o pedale cli Sru1ta '!aria l't'Stauro, l\lilano 19 , p. 40.
barocca: dalle prem e classicheal- d Ila Mi ricordia (fin del XV scc.) 31 Maltese, ()egra i, Fm11cesroet
in rbino.
le co11clusioni neoclassiche Torino Giorgio Marlini ... , dt. lefr; noiaIJ.
1968, p. 551. 'ella murat~ra delle 19 P. Rotondi, Il palazzo ducale di r- pp. 315,512. Luca Fancelli _l ()('('Il·
lorri impi gato il mattone /idio bino rbino 1950, pp. 122, 4 2; P. pa dir •tt,1111 nte della ro11ult~ra li
tagliato an he ondo angoli su~ Zampetti, fl Balli Lini, Federiro da mat 1iale in cru1Liere, ghend<
p riori a 90 gradi, a1Totatofino ad MorUefeltro e il palauo ducale, in pe onalmenle i materiali; in Wll
ottenere giw1Li1110110 sottili. LI~ Poli helti (a C'LU'a cli), IL Palaz,. lc•II ra cll'I 17 luglio 1475a Lod011•
8 HIBA, Xli, r. 15, in G. Zorzi, Disegni Z0 di lìederico di lontefellro. RP- e-o Conzaga sciive: "j ... 1 E l'è 11a'
delle Alllichità di Andrea Palladio stawi e ricerche, rbino 1985, pp. qui uno di quelli forrwciru•i da Go-
en zia 1959,p. 64. ' 51-66; G. atena, /.,a rocca cos/a11,.. vrrno', q1111le ha nome ma tro Bai·
9 1.Janfitcatro • dalalo all'età giulio- za di Pesaro Cagli 2000, pp. }4, clasare, e dirie che n n voi darlr
claudia oppure ad un'epoca ur es- 9, 92, 93, 96.
sue prietc· per mancho cl 11110dli·
20 I mattoni riel primo piano e cl gli lrnlo alln lill'nacie, et ame portalo

122 123

Potrebbero piacerti anche