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Capitolo nono

LA TEOLOGIA MORALE NEL PERIODO


DELLA GRANDE SCOLASTICA

Alla metà del secolo XII p r I'influ o e ercitato dalla dialettica di


Abelardo e dalle Sentenze di Pi r Lombardo, i opera una grande
tra formazione nel lavoro, nel metodo e n gli critti teologici.
Nelrindirizzo nuovo che na ce in questo p riodo prende un cor o
empre piu pr ci o anche la teologia morale fino a quando raggiun-
gera una truttura pienamente viluppata come parte e senziale della
cienza teologica nella Summa teologica di an Tomma o.

L LA TEOLOGIA LA TI

L' I mento deci ivo e più caratteri tico di qu sto periodo e la


m a a punto e l'utilizzazion diventata generai del metodo cola-
tico. Si tratta di una vera 1ivoluzion n Ila ricerca intellettuale ia
riguardo alla teologia ia riguardo alle altre cienze.
Il m todo colastico puo e ser definito con due elementi e enzia-
li complementari:
1. l'accettazione d 11 «autorità», cioe dell grandi opere antiche
ome fonti del sap re e come ba e dell'io egnamento;
2. l'u o d Ila dialettica come trumento principale d lla ragione
nell'elaborazione della cienza.
Riguardo aJ primo elemento e n ce ari o vedere l' «autorità>>nel
IL P Rl LLA R /257

quadr d I «d Il o tr di p I
e ma ·tr non m i to un itata ull intelli-
g nz m· com ·opo ta di una onqui tar e da raggiun-
g re ta utori tà, I ffe aiu t n e ari per la
form • in al . L le ben rapp t dal
« 1c I • n me pli ci
di ri l . p e nt tra l
m ti • ni e ntr rie • ti u prire
pp ire in mi ura mani ra a rità h
poi ri da un ri p t • dalla r plica argo-
m n • • opp . La dia •a il ad tant
dall pubbl i h e daJ I uni uan 11arie
nal i • 11 ttual h n d ri dara una form raria
aratt • • a a tu Li i lavori d Ila co] 1i , form h si e tizza
nella tion n Il 'arti qu v d • tutti i i del

nd li d a ~ d h
ragt n • in un o ha p rtato la
• cid ntal a g o fin a dari truttura nuova
tata la ica. La • i nta u d Il ~ d eh
am Il i I t rittur • • patri-
o n una r • ur zza d i ua
l gi a lla . ua dia] tti r il at t
dalla Ri lazi a a tr .
n altr a notar n Ila ti a' • t ati
d I u oro la ti a L a m tre u • ita, di
quell· arigi in m do p rli lar . L l o • arà più rmai
amp i uomini di a an rdia m o t ti i Padri
d Ila i di ve e i m na i he riuni ano int m a '
dei di oli avan una scuo m vediam in ·ant An el-
mo i Vittor· • di nta 1 • di una co n
raggrupp ta n Il di gia ·uni num ro i o-
ri i n • gni part e ntatt diretto n altr
faco altri rami del ·a u el b ntro di ittà in
ont' ilup L 1 aru
tud • • te non p1ù l • ituale o
l ed ne polo ri tiano aura ol 1 az1 n ma la
forma • dj cienza t logica ampia mpleta pace di
ri p n ai pr i d l t mp ' n p raltr dim nti ar tra-
2 /PAR

urar il n di ccad miei h dann acce a1


po ti di e ma n Ila Chi n lla ociet .
In que t la cola ti a ha prodotto n ll • it della
d 11 i n qu ila iv luzione rmazio
ri contran • ' • la formazi gr
mm • li muni. La nu n ion mili-
tare e omm • • i n ta a qu I lla
o identaJ ·1pe • • tiano a conta fonti ormai
p rdute d Ila ia g ialmente d li ri tot •
con i p n a • ei arab· a tra mett n una uru
lidi ima t la tica Xill dim tra
un ap rtura n n di a imilar
d ttrine an h dal ri • • qual i r o tirui n
un peri oJ d otto alu m • • ap rtan abbondant
mat rial n molte v ri tili alla ~ rmaz n di una t ol 1a
piccatam nt umana aut nti m nt cri tiana.

I primi • Ila col • a n n potevan n r dar un grand


pazio alla nell p r . Pietro b lard (1079-1142
oncepì iJ p di in • ar tutt l in m nto t ol gi
intorn alla la p r Il carità I m ral a b
tr at il u otto I d ila cari
rimasta in mpiuta.
Pier Lomb rd , ver o la m t d l colo n Ha u
dei Padri, h più tardi divent r il manuale d' bbli
di teologia n n da uno pa i p ifico all qu ti
parla per in ri rim nto ad altri t mi. L tudi d li r
empi l p rt parlar d l ato ori inal d I pec at in
nerale d I m rit e della irt . Il trattato uU In amazion affr nt
la que ti n ri t ave l irtu d ila fed d Ila ·p ranza d il
arità e I altr virtù. La con id razione d i n vi imi introduc iJ
t ma della beatitudine.
Bi ogna tt nd r il ec 1 XIII p r eder l r la te
m ìfale n l umma de bon di ilipp Cane • il uo
ulle irtù m prattutto n 1 umma di r di Hal .
lLP Rl LA ,_ 5

umma ' pera di una ip • Ia guid


prim ma tr dei ri. In qu t la r le o u-
pa un p ·to ril te: tutt· la nda parte d I libro ccupata
dalla tr ttazi n d I . Part nd dalla n • d ccat in
neral pre in e • e d gli angeli p i il ato d li
u mini prima il p cc • gi ii p ati attuali, di tinti in
tt • ni • m r a t li • p· • ati ntro l .
ntr il pro im e ntr é • . part del libr
III è e n aerata aJlo tudio raz1 ll irtu.
autor pr n • aro pri I l natural
p i, pa ta in r gna I l gg in in d li i di i
mand m nti nza dim nticar riguard nti il diritto il
ult : • tta di uno tudi piu pprof ndito ul g an J i
ui p •. In guit i pa a aU di del i Ile vir t '
m purtr ppo I ra j i rr mpe al tratta quand
I ut a p • ·ziar I p • • n d l im a o.
L di andr di ha radunat un ampi mat ri l
d Jla t ia m raie l di • • in du grandi gruppi: da un
p te i ati dall altra la 1 t pp do e UJ[i
qu llo d li virtù ma il équip fra a n n abbia
p rtato a t rmi que ta ter a part è 13 i erv· •
da ta mma al La t • l
no d i prim 1· i diand il Dott r
li re u ti I on ultar e q op pe
d in qu l tem P . l imp rtanza d ila ttrina
• p n • . 11•ordin dato alla mor e •
p r • an Tomm ta ando i dall H m a
prim hf n 1 p tti c
r log Ila Prima Secundae).
D al art i p tr bb n h ma con molta un
r ffront a1 mma di Ale andro di i m rati ti po t-tri-
d ntin· • uali parimenti hanno rdinato la 1 ro m rale eh ma
d lla l e d i p cati ma tr l ro n n • 1 rt di
dip n ton• ament plicit . I m • • I 1gn -
r vano al loro t mpo dr di Ha h mpl t -
m piantat da . Si • ntran inoltr ril nti
di tra 1 om re io I 1 portan • data dall Hal
a le ang Ji a ali grazia he indi a una ncez· di
lla l d I uo ru I . Tutta ia l tenz i qu t lin
260 / PARTE E NDA

forza, il p ccato e la legge, nella prima grande opera della scuola


frane cana ci permette di intravedere gia il movimento di pen iero
che porterà al nomina1ismo e, più tardi, alla morale dei manuali.
Citiamo ancora sant' Alberto Magno. Egli è tato il principale
o tenitore della filo ofia aristotelica eh introdus e nell'univ r ità
di Parigi, e il principale teologo del uo tempo. Gia durante il uo
in egnamento n ilo Studio domenicano di Colonia aveva critto un
commento ali 'Etica nicomachea di Aristotele. San Tomma o, 'uo
colaro, ne aveva fatto un ria unto che è ancora con ervato in
mano critto. In que to 1nodo Alberto Magno metteva in mano al uo
alunno lo trumento nec ario per la trutturazion della parte mo-
rale della ua teologia che arebbe venuta in seguito. Alberto Magno
tratterà ancora di morale in altre opere, come il commento alle
Sentenze e le Sumniae, pecialmente la Summa de bono; ma nello
forzo di organizzare la cienza morale egli re erà di molto inferiore
al uo di cepolo.

III. LA T OLOGIA MORALE DI SA TOMMA O

on intendiamo fare qui un'e po izione generale d lla morale di


an Tomma o; ci limiteremo piuttosto ad lineame i tratti es enziali
che n compongono la struttura e n regolano l'organizzazione. Il
lettore moderno, che facilm nte i ente un nano di fronte alla dimen-
ione dell opera e in certo en o impaurito dal uo carattere analitico,
non è in grado il più delle volte di individuare lo chema che la regg
e di tenerne conto nella ua interpretazione. Pertanto, come abbiamo
già notato, e la Summa teologica può e ere paragonata a una
cattedrale gotica, ciò e appunto per la ua larga disposizione nelle
prospettive d'insieme, molto preci a e molto rigoro a nei particolari,
di maniera eh non e po ibile comprenderne bene una parte tra cu-
rando i uoi rapporti con le altre e il uo in erimento nel piano
generale. La truttura della morale di an Tomma o co titui ce il fatto
torico più importante per la morale in riferimento a quanto la pr e -
de e a quanto verrà in eguito.
Con la Summa teologica infatti noi abbia1no per la prima volta
nella toria del pen iero cri tiano una organizzazione completa di
tutto il materiale teologico, pecialmente morale, che arriva a un
culmine di perfezione mai piu raggiunto in eguito per cio che
R D

n m la rmul z1on d i prin pi lj 1 m nti f ndam nr li


1 • n lisi il co rdinam nt d i tt influi. con ull
la I i il ri d I m nt tr una • ltra
d ra. ne in omparabil t 1 ne
fann un 1 da m tt r a fi n o d i polav ri
ar hit tt • • ai • mi d i piu di fil fi.
am par an qui un fi nom n di p rtanz· a-
pitaJ un 1111ziatia inari· h ri •·m • ' tutt l prin ipali
lin di :6 rza d I pa at per nfi • un rdin per
• u m lti punti la tradi· i n og· ri ret.
trutt • • aJ della m r mi arà purtropp rru-
. . . .
rn a a n 1 p non a-
ta d una m ral div rsa a n vv1 • mo n nvm .
Il ambiam nto n
ttuat n l • o m rale ic ter tutta-
• n tata o ta l mag • i •
d Il nazi n • • • i • nnavano la fa iata d lla
di an r rà i dirada pri • • a-
z1 ni app rtate • a imp rtanz , ma,. ore
p att appanra ubit il ap vo] • nt vv n lo
X II n hit ttura d 11 m ra a nt da m •
a qu li eh ha ·tituito I ·te u Il rocc r
e pire quindi la t ria d Il mora] l d ppar n dei f tti e
d 11 dottrin , e dunqu indi pen bil arla a r ar nei muta-
m nti di truttura di ar hit ttur- he i on p rati da un lo
aU ltro in qu ta ria.

truttura del/ mora/ di an Tom,na o

umma t logica nta una pr fonda unità d rivata d Ila


d Ila i nza t • a dal l n nza di ina h

' i
~

i h a
a

I
f ate
frutti in e. en~
262 / PARTESE ONDA

comunica alla no tra intelligenza attraver o la fede e i doni della


apienza e della scienza. Co ì la Secunda Par , eh contiene la parte
morale della Summa non può e ere di giunta dalla Prima Pars e
dalla Tertia Par , che contengono la dogmatica. San Tommaso non ha
voluto dare alla teologia Ja te a di tinzione che Ari totele aveva
dato alla filo ofia divi a tra la metafisica e I'etica, perché econdo lui
la luce della fede ha un pot re di unificazione uperiore a quello della
ragione umana.
L'unità della umma non olamente logica e intellettuale; Ja si
può dire ontologica dinamica, perché i forza di riprodurre il
movimento ste o della sapienza e dell'azione creatrice di Dio eh i
manife ta nell'uomo, immagin di Dio, e nel governo divino che
riporta a Lui, come a fine ultimo, tutte le creature e in primo luogo
l'uomo, il quale per la ua libera volontà è arbitro dei propri atti e in
grado di god re di Dio. Que t'opera, che e divina e umana nello
te o tempo, non può d'altra parte raggiungere il uo scopo enza
Cristo, che nella ua umanità e diventato per tutti la via al Padre.
L'unità dinamica d 11aSapienza ed Il'azione divina i comunica alla
teologia e n determina l'ordinamento.
In effetti i collegamenti della Secunda Pars con le altre due ono
molteplici ed e enziali. La Prima Par studia Dio Trinità, che costi-
tuì ce la vera beatitudine dell'uomo e la solari po ta adeguata alla
question d Ila felicità che ta alla ba e e al vertice di tutta la morale
di an Tomma o. La felicità dell'uomo ' una partecipazione alla
felicità te a di Dio. La Prima Par prende in e ame anche la
creatura umana con le ue facoltà, pecialmente intell tto e volontà
libera, enza tra curare la en ibilità, tutti principi e fonti delle a ioni
morali. Ci ono poi molti altri temi, che si ripresentano in tutte le
parti, com lo tudio del bene, della beatitudine, dell'amore ri petti-
vamente a livello di Dio, dell'angelo, d 11uomo, di Cri to. La Tertia
Par tratta della via eh di fatto è nece ario percorrere per raggiun-
gere la vera beatitudine: via che e Cristo tes o e la ua grazia
di pen ata dai aeramenti.
In questo modo, non è a solutamente po ibile separare la ezione
del Secunda Par deJJa Summa teologica che tratta della morale, dalla
Prima Par che tratta di Dio e le dà una dimen ione trinitaria, come
pure dalla Tertia Par che le conferi e una dimensione cri tologica e
acramentale.
Si potrà quindi definire la Secunda Par la part morale della
[LP R1 D R TI A/ )

umma, m d I re ha fatt lo an lì m ttolin -


ndo il f tto eh inte • m f ond -
m nt italm nt un p rpo di p n •
me un m mbro eh non pu' n a m nr e p rato dal
rp a ui ap arti n .

2. Il tr ttat ·ulla b atitudin ri p nde all pri


ti n m ral in o on tutta la tr di •
ant ri r : in s n • la v ra bea i tu
qu ti e ntrale an he n I pi" hit tt • • lì .
a u ri ri • • •or I •a di
v lta di tutta la u le: ·v I zio i nd la
la 1tud· mpl ta
n lla vi n ro a di Di . Di qui d riva la lin e ga tutti
i trattati di m • fin ulf il rri p nd indiri zo d· e
ali pr • • • riuni gli tti d Il u m n rma d i
m • ordin ti din micam nte a te jn . a finali-
p llo unificar p di numer . i uomini
riuniti in omu mma o nel d • ri i t • • an h
l 'bb di un linea di con rge Di
un b i lidari nI tur h • nim t
Il po t dat da an ma al t to uJ1a b • di
d 11a nda Par n n era di p r vi . Pie
ri rdiam a a m q • •n fi nd
i fini ultimi d 11'u . • tel tratta d
prim ultimo li d a . an
ima ali ua m ral • pr on un
tudio d Ila beatitudin .

. Il lib ro arbitrio. - Il p to ini i le eh . an ttribui-


alla ue ti n d Ila feli it pr upp facolt
uman in patti la d Ila li rta d Ila i' a i n n li
Pdma ar per p i continuar n llo tudio d lla le natural e d Il
u in lin zioni.
Per n Tomm o il Iib ro rbitri tr va I
du fa lta d li p1nt I inl Il tt v ·tiro· n
l u m • imm in mi r nza di an I n-
bilit· d i pr pri at i. li in lin zion all f licit
ali am r e ali erit qu . du f olt i apr n alla mi ur
264/PART E O A

d Il'infinito divino, al di là di qualunque oggetto e amore creato.


L'uomo pertanto è libero e padron dei uoj atti non malgrado ]a ua
tendenza naturale alla felicità e alla verità, ma e attament a cau a di
quella. La que tione morale primaria che è in erita nelle facoltà
pirituali dell uomo, è pertanto questa: qual è la vera felicità? Tutta
la morale non ara che la ri po ta a que ta domanda.
Abbiamo cosi un concetto di libertà derivato dalla collaborazione
armonio a dell'jntelletto e della volontà, che noi vorremmo chiamare
libertà di qualità, o libertà di perfezione, p rché e a tende sponta-
neam nt al bene e al vero, a ciò che è di qualità econdo la perfezio-
ne dell'uomo. Ne riparleremo più avanti.

4. Organizzazione della morale. - II trattato ulla beatitudine


stabili c qual è Ja vera felicità e il fine ultimo dell'uomo, pas ando
in ra egna i principali beni che n formano l'attrattiva e nei quali
egli è tentato di porr il uo fine: le ricchezze, gli onori il potere, il
piacere, la cienza, ecc., concludendo che n ssuno di quei beni può
aziar il d iderio dell uo1no, appunto perché il de iderio naturale
eh ' in lui gli fa oltrepas ar tutti qu sti b ni e lo fa a pirar al Dio
della Rivelazione, divenuto acce ibile all'uomo per la grazia di
Ge ù Cri to.
L'organizzazione della morale i va di ponendo in que ta pro pet-
tiva: una volta fi ato il termine della vi ione di Dio, la vita umana i
pre enta come la via per la quale vi i puo giunger e le ingole
azioni non ono che altrettanti pa ·i in quella dir zione.
In con egu nza di ciò la morale si pr senta divi a in due grandi
parti econdo la propria natura: come scienza i fermerà in primo
luogo a studiare le nozioni generali e univ r ali, ma in quanto scienza
pratica indagherà I'a ione particolar , singoJa. Avremo co ì lo tudio
d gli elementi generali che i ritrovano in tutti gli atti umani: ecco la
Prima Secunda ; e poi lo tudio più particolareggiato delle diver e
pecie di virtù, eque ·ta sara la Secunda Secundae.
Vogliamo rip rcorrere rapidamente queste du grandi divi ioni
della morale di an Tomma o, con una speciale attenzione alla loro
truttura fondamentale.

5. Ecco il piano della Prima Secundae:


- tudio degli atti umani: anali i e truttura, distinzione in bene e
male, studio delle passioni che contribui cono alle no tre azioni;
ILP RTOD TI I 65

- ludi dei prin ìpi d gli atti umani eh no di du p


princìpi int mi d temi:
•prin 1pi int ·:le/a· ltà o i I int li tt
la ~en ibilità, aminate n Ila Prim Par tutti m nti
aiutano a m att lontari .
i n j • è I ·apa it h dann la
p ibilità di e mpier atti di qualità. no di due p cie: vir1ù
i ut • irtù 1 ia tt nu n
l er nal . m doni d Il pirit
11 beatitudini d i frutti d 11 anto.
t d • ' ar nn rodiati i , i i i pe • ·ari m I r
n d fi •
• prin ·tìJi est rni e hiamati per h I di fu ri
Il u er qu nto an influir interi r •
n e J razia:
* la derivata dalla
l l tr ua p • n
definita da .,1on d 11 t
fed in Cri t •
noi dalla P 10n l
i a rainenti i uni a ri ·to
1 e ndu e ffi a em nt a Di
ù .
Vogliam aggiun er un bre 1nm nt a o nuna di que. t t i.
I du trattati u • ti umani pa i ni n du r r azi ni
d 1 i di ma . La •i • l m nti d ll att uman
d ll u truttura rac • in ·i m ul di mat riali pr ,1
dalla tra t a ti • dà lor un ordin nu
m lto pr • all ra in di nt ra cla • . Qu imp r-
t tu cem oprattutto la libertà d Ile e, alla
b di t ltr ariali ·i d finizioni: d li irtU dell l g •
di natur le n n ral i «dodi i t mpi» d
un ano at do udin Billuart 2 .
Vien n ia ion tra atti atti i. Qui
~ mma tro a di tinzi att int m e ha p r
il fine) att e 'l rn eh ha p r gett la mat ri· del I • tto

2 omm des Jeune , ctes humains t. I, pp. 414-4 7, Pari I t 2.


266 / PARTE E ONDA

1 dimen ioni di interiorità e di esteriorità che i ritrovano in tutta la


morale di an Tommaso. I moralisti moderni i meraviglieranno di
non trovare in que to contesto un trattato ulla coscienza, ma non
tengono conto che la parte della co cien a è upplita, e in maniera
ancora più dinamica, dalla ragione pratica e dalla virtù della pruden-
za.
Notevole il trattato ulle pa ioni. È uno studio unico. San Tomma-
o vi analizza le diver e pa sioni, o sentimenti, fa vedere come ess
pos ono contribuire po itivamente all'atto morale otto l'egida delle
virtù. La ua anali i dell'amore, del de iderio del piacere non i
mantiene piu ul liv Ilo en. ibile, ma fa intuir già quella che i
potrebbe chiamare la sen ibilità pirituale, che va a fociare
nell 'e perienza mi tica quaJe è de ritta dagli autori cri tiani.
Vi ne in eguito lo tudio dei principi degli atti umani, che ono di
due pecie: princìpi interni e princìpi esterni. Tra i principi interni
troviamo in primo luogo le fa oltà: intelligenza, volontà libero
arbitrio, en ibilità ..., già tudiate nella Pi.ima Par e eh collaborano
in ieme per formare l'atto umano. Sono le ba i antropologiche su cui
è fondata la morale di an Tomma o. Gli «habitu » hanno inter ato
in modo peciale an Tam.ma o. E i sono di po izioni stabili che
sviluppano i poteri delle no tre facoltà le rendono capaci di compie-
re azioni di qualità. L' «habitu » non deve es ere confu o con l 'abitu-
dine, la quale è un m ccani mo p icologico eh rve più che altro a
diminuir I impegno morale. L' «habitus» è invece in noi un principio
di progre o e di inventiva per un impegno totale. E per mezzo
dell' «habitus>>che l'uomo div nta re pon abile dei propri atti e
pienamente libero. Si potrebbe dire che I' «habitu » e il proprio
dell'uomo ul piano dell'azione. Le no tre lingue moderne purtroppo
non hanno un vocabolo corri pondente alla realta caratteristica
deU' «habitu », eh si ri contra in tutte le attività e in tutti i mestieri.
Come gli atti, anche gli «habitu » i dividono in buoni e cattivi, in
virtù e vizi.
Le virtù ono l'os atura principale di tutto l'edificio morale di an
Tomma o. Egli le tudia con cura particolare servendo i di tutte le
ri or e della tradizione filo ofica e cri tiana. Per lui, come del re to
per tutti gli autori antichi, la virtù era la qualità morale e umana per
eccellenza, a diff renza di autori più recenti che pe so ne hanno
conservato oJtanto una rappre entazione cialba, deformata, quasi
caricaturale. Le-virtù ono molteplici, intellettuali, morali, teologali.
r PERI

S n p rfi zion t dai doni d ll anto ai quali i ag iun ono


l b titudini i rutti d li anto. In u to m d an
Ti mm o i di tudi no r tuttl 1 I ri I
rie h del ·p rienza ri ·ciana. A qu to e p gli i imp gn rà
a tu • e ap ndir an h le cau I condi i ni, la e nn 10-
n l durata d irtù.
Il tr ttato u· • • i p ati ha mpli t mit ai m r li ti un
abb nte m • ia i tratti d l pec at riginal , h la
tra di i ne cat • n mp rim i p e ati attuali.
Qu ta • a m una ntin di
qu • 1- t 1 no i in pp i-
zi v• l qu li i • per
e • ord • pl' p vir r
e cl zi • r• e
l pp rt . 1 m
gli atti le • o qui n n fi i am nte,
com n I no • gg· ale e una r ltà po ta d· vanti
a • p p• • o • n la ri ta
Il prin ipi prim d i • at • • n d I di fu
San Ti mma arriva a d a • • e gg Ilo
t po p • ed • a. S m gge
• Ila • n pra • dall zza gi lat r gli
di • o mera • • la d tra 1 • i in l ggi
uman : loro I gg a di Di rifl tt n I
cuor d Il u naturale l di
formular I • uman lata aiuto
all u m pe l beatitudin oprann tural
su una trada divi di • la L nti a r lta
l Dee • ru r o alla m ral ge v
~, .........
nuo a al p • I ' ritta n
o per n p pr nde
• to il • d 11 montagna. La vita ri tiana, tand allo
lle vi i • on altr eh una vita ndo lo
piri i 1 ed i ram nti. La nu a
ria in ., tu 1 eI rta a una p rl zi iu alta
pere p netra te i atti fin a canda liare i m ti del
cu a ui d rivano le uo attive.
L tudio d Il a ia ilupp • o di u g
nu a. Infatti to I a p tt pe i 1 a p I az1on ang -
2 / P RT~ E ID

li a ondo i Padri. • a n n olo i fa n r una le


da n h 1 aiut d lla raz1a p r rvarla. La grazia
prin ipal dello pirit nto. Attrav l· r zia la Legge v n -
I i a i giustifica p r 1n d 1l antifica per mezzo d li
ità. Il trattat ulla grazia ' e en ial in. indibile dalla m ral
ri ti n . Ti rmin· n I . tudi del m rit h il frutto il ri ull t
d li tti umani in i e d Ha b atitudin

. a ecund a .. dedicata al I m ral partic lar i


tudio dell virtu. Ogni tr t nta una truttura
i ti a I varianti minime e di car. ri • v
la virtu e le virtù an nel loro rapp rt n le virtu cardinali;
i d ni dell p orri p nd nfr
i • • i pe ati ntr ri •
i pre tti in r pporto in app irtù.
moral di a i può pertan la m raJ 1l
• d i doni. Il p a ' • to om la ione d Ila irtù 1
pr tti gli obbl' • li ono con id r ti om i u idi d 11
virtu.
L ampio mat rial riunito intorno all randi virtù cla • ich d Il
tradizi ne cri tiana la d la p ran la arit intorno ali irtu
la i h della tradi i n fiJo otica: la prud nza la iu ti i l
rt z a la temperanz Ll quali i a u po1 n altr
irtu nne e. i num rano tutt l • formano tt
di un que tion di un articolo 1 arnv a un totale di alm n
inquantatré.
u ta cla ifi a i n tabilita in ba Ha natura d Il virtù
d t rminata dal l r tt • è una la ifi azione, ott qu t
a p tt teorica e di tip analitico p r h i irtù è amm ca
p tamente ali t m do piu m n h un corp um n
i • ani n tudiati in un trattat di anat mia.
• ep t • non t r dim nticar eh tutt J
virtù formano un • mo vivo trutturat . E di fatto J virtù
n ll'atto concr to, a pre in i ·a cuna vi contribui-
r la . ua p m le membra d o corpo agi
in • in tutti i n m nti e azi ni. noi per •
un att • • • • nell ambit d do ere
giu tizia un ruolo dif tti ma abbiamo an h
di un e rt p re guirl ed 1 interv nt d Il
n,PER1 LLA RAN O TI /269

rta m d razi n t mperar il n n i


della prud nza; 1 rità d altr part int rviene
p 1no tr atto un u • . 11 mod , arebb
co rda idi la r acq • • le v a I altra
I el pr ntat n Jla d un . • ' on
tra I • danno I· mano un l altra a •
pro • di cono mpre • • .
bbiamo pertant p nel qu l n
di una •zzaz • dina mi a d ile irt . n Tomm o ce
lo fa rva u ti nj partic I ri n Jle quali in • m g1or-
men a co rdinazio ui legami h hann tra loro r virtu
pe • • un r ffr nt r l ir ' r far eder
r a • o l un ull rit a pr ntata
o rma di tutte 1 virru h 1 indiri alla
i Di no tra • din • al al fine ultim delle
1on1. te o m ara la prud nz bilir un r ppor-
rdina • tra I i u uman l • izia a are 1
relazi ni con gli Itri uomini on l tà (cfr l-11 q. 6 iden-
t que imp rt ap· nd • I pa dalla
pr • a • anali ti d ila alla •dera • dell
• n p tt n r to n una petti a p dago-
gica pa to me avvi n gen ralm nte p gli aut • p1n-
tuali.
L udio d Il irtù qu n Ila ecun ecunda un
dei p rfì tti d n rtam nt il piu mpl t di tutta la
t • • tian' nali, i m num ntaJ di , an 'lì mma
re imp ta alla tradizion t l gica di tutti :i t mpi. el
fu ppunt qu t part d umn1 1 più lett la più

Tu • il t eh d idera r nd r pi nte e nt della


m ri ti o ta n uov 1ì t • contra di e
d" • ue ta • i t mi ti a. mma • atti
n li dio irtù ardinali d vi guit
fed te I a li ra tat fornjto da· andi t timoni
del ri n a tra i quali il • ip uo1 era
o • i di p li co or lati to
m ro ra più h legittim tut i ha at
qual diffic 'ins ri 1 u tu •o ' tipi a mente
cri ti n che upano tant pazi n I uo ent n gli
ritti d i P • d i mae tri di piritualita, ma h n orvolat
d l tutto om in uno critt r pa ano com A • Que i
d ve dire • nte per la virtu d 11'umilta, eh a un po t
pr minente n ali umil t n Ha lettera ai • in ·an
Pa 1 in i nei P dri d I de erto in m
Itri, tal d I a di tutta la an
Tomma h lo m d 11 irtùpr n d
Andron • , accorda all umiltà un po a piutt -
to mod . La pr senta c m un virtù an m de ·ti
a ua vo]ta di dalla t mpe an a. L a p nzialment -
tiano dell um Tomm pon n ll qu ti ni 161-1 2
qu ta irtu • alta piu nt dal u p
lio.
Il ca od li ncora piu • • . La m-
t nza n Ha ua nza, 1 la «m ia» evang li a
h allontana l u dal •volg rl • tto l 'azion
d Ila grazia. quindi una virtù d ila mas ima imp rtanza per il
ristiano. • mbardo I • me n 1 ap
di qu ta r o i fù ni non i n
• nd ndo da tt di trattam n Ila
tr tt ra per il t m d Ila conve • n 1 trattat ul
acram n a P nit nza.

7. La m ral re ntata ha un ppli azio n ral in quant


i adatta a tutti n d t ti di ragi n d ciii ali
hiamata di di • • • ondi • di tato. Tutta-
ia deve pl tata da u io pe ·i
ndizioni p rti • lari e • nti lu a ci mi. Il prim
ari ma la pr i zi , poi v n • tinzioni tra la vita attiva la
vit cont mpl • • tati almen dei v 1
d i reli • trattati al • i quali ra og 1
mma attu quell u relig • lo XIII
mpre o oll ti n Ila pro p t • ial d li
l ttere ai i Efe ini do trattan • mi e d i
mini teri. • i i mini t ri no ordinati i tutta la
hie a e, p loro div • no re tare al • • dell'unità
tto I i p· • d Ua can tati e mini t ri non forman
p rtanto n m rale n a cla i . p al1 quali
n n a una m differ n 1 ono chiam ti all perfezi n
ILPERJ D A TI A/27l

della ari là tra r o I irtu nell imit zi ne di ri t , di ui tratta


l Tertia ar . L gra i li tati p ci li h nno lo p di facilitar
il pere r u qu to unic amm1n .

.
guard 1n 1 m

La umma di an T mm ' val la p na rip terl i pu parag -


nare tt m lti a petti a· di difi i 'truiti in qu J t mpo. U h
u l • non capir • rpr tar una part o un
qu • parando! l l ro ms· tra u • num i
rapporti h l uni Il altr p l gg r mm bi -
na p t t n r pr nt il • ral p ra, com
lo te an Tomm • I pr vari parti. Anch
n ila mm J'ana • a al pian n raie n fa
e l dim n ion in • a e a uni a pii ita
qu • ni. tr parti d lJ mma 1 no p afi
navat di una att dral . ari d 11 t g anch
omunic· n loro gon a v· con d o un
pun di riferim nt r la r I i
l titudin in
n ora m il pian d Ila umm ppar n-
i o com un difi io m l indi di un libro in
prauc da1n inarnko. Dinami o perch pr de dalla
d' • dell divina eh e gov m p rch' f
d r I ll bor libera tà d uman
n Il a p • • n alla ila fì li i r m a ed r
infine la • i mezzi 1 • n a. Tu rale fin
nei u i minimi parti pinta da qu vimento
po ent part inve m p r • e far]
arri ar li m nte rf • 1un er la • • n b atifi-
h up ra tutti i u id id .

B) Raffi· nt ·on i morali ti moderni


at • oral di rnma n n h ut bi n cli molt
t rnpo p ntare l i . In un prim t mpo n l di vo la
umma ra an ora n ll mani degli tudi i in parti parate e n
272 / P. R: E E

I 'in nveni nl di fare ign rare il pian g neral , uJ qual ra imba-


tita di la ci r in ombra il rapp rt la dipend nza eh la parte
m a tud· Di Prima Par di n Il
• da fu la p rt più tudiata fruttata di
tul ., • nd va più dir tt nte al llecitudini pa to-
ral ia degli ini • anf r il
tu • om d tta • p • d Il tu.
pola ila< umma dell irtù»3. Il . u
nfi 1 e VI quando 'arà ad ttata
a al elle nze di j r ombard . San
di un aut rità di prim pian po d 11 teo-
logia pe ialm nte logia m ral . l VII arà
oprattutto la Prim Se a fornir iJ mod i primi trattati di
mor J . ~ rrebb d pe h da ali ra in p • • tat un and
I amp m ral uU lin adi a • ma non
ma o fu 1 tt e int rpf tato ndo l id le
• e I cupazi ni del t mpo, e • o radi almente
di a qu Jl l M di o. È i fin
d ra -prima di parar id ID tt li - i punti prin ipali
d I unda P r do i •t , il pi d 1 nza
dir] robabilm nte anch e p rati da
lui. . iter m per ora a n tar l mer n da un
• raffr nt mat ri n la a Par rimandand a un
pr • capi i ambiam nti di ruttura h no rifi ati a
qu ca n Ha oncez • della m rale, eh loro v lt ~ ono
all di qu t infed n ll int rpr tazio d I te t .

1. in dall ini i del I XVII il trattato ulla beatitudine e


pa otto • io , ato prati ament lu o d i primi
manu li di m ndam ntal . Lo ·i n id ppo ulati-
m r ra per un ragi n pi u : iJ p ma
ligo d Ha l gg 1 ra •tuit alla ti ne d ra
fino a farn i Ila moral . In que ta pr 'P tti-
h gli aut e p r • Ila cu i ta vano
t un pi pazi que t trattato n •• dato
et rminant h a va n um puo

rh umma the lo ia of ainr Thoma , P ntifical


19 2 p.
ILPERI

in ltre ot lin ar il fatt h i era •to m tt r • ·Ii vo Ia t •i


d l fin ultim , qua i i av tim • lar d il atitudin . 11
tutt e m i morali ti m d m1 di ntati al l rgi i ali
qu ti n d Il b titudin .

2. N I trattato sugli atti umani i m r li ti d l to hann


pr ticam nt tra curat la di ·tinzio tti int m • temi la-
iand • br ita h p Tom
r fond tal una • i r" • rapp
li legg 11 te p que ti hann ri la finali
a una pur ir o tanza d li atto u p rd 'Ì di vi ta il
I • • le d Il int 1v1
r formam un i • d ra in a anti
n • i ola n di 1 n
aut nom • ali tt alla mi ur d int • n imm diata
d I o ingoio.
Iltr • i unp· apol n lqual an
mm r m tutti i ntim nti d nn il
n~b n m i' in tudio
impedim ta oli all lib rtà • i ntari d nd
un orientam deci am nt nega
D altr p I tra li atti umani tat aggiunt un trattai
ulla e • u· dato un mpr • r rii i ma di
ui n i po • • iu tifi ali il p upa n 1pi n
d Ila umma. Infatti 1 h qui attribuita alla • da an
~ mma ta alla r • ratica rr barata dalla virtù d ila
prud nz ltr li tud • Ila unda .
•t a Ila • • prud n u1 rma1
n n i api ·' la n tura i un nu to h
di ntat un nna p della f nd .

. Lo tudi . ulle irtù ' n1par, d


u i anch alla moral • e an h ima n n r
p ibil p ar d I tun il nzi I ali. In
d 11 irtù la m ral ~ ndam ntal ·i • er I ggi
p ccati i rnira alla m ral iaJ un na b u1 coman-
damenti. L dio he ·i p a pi • pre
m r li ti d' la t mi ta, upp d utti com m d li
blighi d ri ariti da ia una • h
7 / PARTE ➔ O D

p on d ri am . n i tratta più di una m raie d ll irtu ma


d li obblighi d rivanti dalla l
l doni d llo Spirito Sant 1 b atitudini i frutti dell anto
pari n otalrn nt dall m ral p p w lla t tiea
all mi •ti a n iderat e nd rie e • oltati
ma o inv li rit n va il erti della p rfezi n an lica Ul
d tend r tutta I ita ri tiana.
Il trattat ui p • ·ati pr nde un' t n ion particolar n i m rali-
ti mod mi pre upati di tabilir la m t ri d l ram nt d ila
P nitenz . ella m ral fi ndam ntal qu tra t t pr nde il p to
di qu Jl d lle virtù. La pre upaz n per i peccati preval u
qu Ll p r l irtu. di qui he l m ifal pr nd un and tura n ti a
fin a div ntar l m ral d l pr ibito .

. Il trattato ulla l o upa un di pr min nza n Ua


m ral m d ma. La l e n iderata ca ~ nte d Ila m ralità
fr nte d 11 lib rtà. Ma h 1 le ambia natur : non più
1 p ra di una pt nza h lg an itutt alla ra • n
d Il uo a una • Ua pura v 1 ntà d 1 l gi latore
di ino. gg m ra ne ntra n turai pro ata
prin ipalm n a o n lla l a eh pr n lo-
r dall'autorità d Ila • o S ge t rna è app na
a n ta lica ati am n • to
dai i tomi ta. P r lo piri e
orm i ha • opravv nto n Ila morale n n ar pm po 1 ile
d finir I ova n l azi n intJ rior d Il ri né
dar al D la m ntagna altro val h quell d i e n igli .

. Il trattat ulla razia empli em nt liminato dall m ral e


tra fi rito in blo nell dogm tica. n trattato eh div nuto
pi atam nte p ulativ : ma m p ibil truire una m ral
ri tiana n a m trar I interv nto d ila grazia. I 1 ami n il
trattato ull Trinil' e con la cri t I gia i alJentan . ' v r eh vi ne
intr dott n lla m rale ial 1 tudi ui a r menti ma piu he
altr ott l'a p tt litur • o, ia per iò eh eone me la loro
ammini trazjone la lor ricezi n .

ella moral peciaJ le virtù hann dovuto der il po t gli


hi. ile virtù n ha rmai un idea m lto limitata: no
TLP Rl D LLAGRAND L TI /27

n id ra ltanto m bu ne abitudini nel


bblighi e eomp rtan . Di qui I· tr curat
ono l • lcune virtu h non pr nt· no ob • hi ome la
p ran • io ur • lla vita di na Altr
irtù i rt t in prim pi la gi • • p r il
.u tt il diritt i rd nt bli
I gal tr ull • tizia div iI più ùnp anzi
p trebb di h la ia vi t bbedi la legg
pr nde il p d lla n 11'. • moraJ .
h I tu • della t m p ranza • I t •t h n
d ri a pv nd un n i n p •.

7. La di. tinzi ne tra pr ·etto e o • • ormru a


tutto il mpl o d Ila m ral . San a n parlat
tra • tati • • p rd • i à apert
Il i limi n il amp d lla
• e di • in du : da un • li • tti eh
o tlt or ri men tt • i igli eh
vanno a 1 • p • h pa ._ rann Ila i e tica
alla mi ti id r • nz e mpl m n un ruol
mpr mar in J n Il am nt

. Lo tal r ligio ·n in r ncora 1 m r li ti ma


dal punt di vi ta li lighi •ali h im non più
d ll'ideal pirituale d ut deri a. I ari mi o profezia
arann in riti part n d ati a part n Ila mi • .

9. Voglia rminar raffron n una e t ta i o abba-


nza i ni •va. lJ qu • • n i 1542 arti li della
unda Par non • raticam n n a nn ai ca i di
cienz . Il fatto ali m he n l
prologo ali n h J a •
nflui in e l ogru prati a tr
ompl on lle oni parti ri>>.Di qui la divi ion
he egli fa la ua mor ·n due parti univ rsal parti olar . Ma
qu ta a parte d Ilo tu • irtu in parti olar
d re ai a i di • n . ll qu ti nj qu dli-
n di pu~ lib ram nt te dal pubbli o an
Tomm • ffr ntera a i n r ti e diffi ili me p r mp10 il
1 I T o

. . • li nti i di tti d Il m
mm nt 1a
un m mbro di un it ia v lar al . u
• h' i • • ti di u
d tutta Ja •

n m r lj di natur di un part J
i pr di du a prattult 11
al • ·n daJI ltr I
m • i ti • r ti n li bbli hi
J
mplice ra r nt d li indi n i m nuali
• pr :t ndi n uta ti in il
p ad im nu li. itrat
• • ila h 1
l -
u di hiar • nt n n pu r

n lui n

1 n omm· il pi ran
rattu I· art m
e t ati a n i d'

n
I
h ha p
• l rim
n d 11'
uru
. .
. . .
1p in na ur
di e il
na a.
r t ntal
l d • m • ti : raJ rr n la r
• n ta dall acqui it . Il ri rim nt n
ILPERJOD R OLA Tl /277

titu1 il crit ri prin ipal del • • •


r • ata pro~ nd m nl n Ila fì d n
i • m coi d ni di pi nza e di n
intimam nt I gata I ri nza e dalla voi nta
d Ila. n ibilita dall 1 • linazioni dai I sideri rettifi •
·antificati dalJ virtù m rali e dai d ni e rr· nti. La ragi n
pr ti a pertanto d ~ mma o f • ·n pieno coordin -
m nt in piena rm ni in rgia d Ila fed n
lutt I uomo.
do piu tardi I n 1 p p ia dall
la nta dall ibilita la il p rie I di
nel razi n li a di ridu l gi a giudizi
• ri razionali in u • ttuali m d la realtà nJ
ti a tratti • am nto l a moral cola ti a
ali ra 1 1mpov nr in mi ura tr pp ri I vante il contatt
n I penenz um n pirituale.

n i 11u ione tti d itar


a cli int . i he i ri ·contra in. n mma o la ua
p ione di • am nt hanno spe I ato i u i di
li - è nece di eh que una tal quale ill •
i a n l giudicar la t ia e la ua m dic r :
«D I momento h ma o ha p g]iere n Ila ua
p r il me • della donrin utori eh I hann
pr dut • to to ma maru ra 1
r n n e piu n • he noi • il tro tem
rii que ti aut ri i i Padri a Io ofi d 11an-
• • . E in n u n a nza per' a il raggio di dirl
non olo hanno abband nat la lettura d • • antichi, ma an h
la l ttura della S rittura: difatti, non er ·ipresa ed e p ta
m • tralm nte r· • ell di amento p
n pera del D Que to ar tr a
nfi rma nel m • i n ti e
ui I pro p tti a • a pra • tr ta
ppunto per h' i o in p r1 i n n 1 con
ano più l d li • che a n p a ompagnat
an Tomma , i arriv r del anta D t m un Himalaj
h • a prim di lui n n he una p~ para-
o m n app • ti a alla ua t 1 e tutt io h
o di lui n n una ripetizione un ti.man iamento
piu no b n riu cito.
ta illu i n ' peri

l. Imp di i apire • • m t mis m qualunqu altro


• a t olo • deve «umiliar i» davanti al Vangelo al l fed
e n l unic tan nt Ri • n da ui pr ndo-
no e ali el i • logi h . D bbiam perci
vit r in tutti i m • ma ico qu lunq uant
p co tit • tra il ente he o-
Ia p to an •l • di
quand dice m la i alla lu
Spiri anto • ppo n il V niche f nti della
teol dell e m ral oi v n ora di piu: per
ap mm dal di • prima di tutt
• a • rl da par , e a arei a Iu upenor
della t d m alla ua Parola. ltan on altr v eh
trov l nt prima di tutta I t ol p1u au • a e la
p I pe • iu pro~ nd di mm il
Van p r un impu o it m , i rip rta a lui in un
ra formata.

2. ri che del ri to cont nut n l


Van hanno m ltiplicat urant • oli i l r frutti
e hann orp tutto eh co re un qualunque
di pe • per quanto co . E ,.,......,,'"'.,
ri
pertant h rie h za ia d • ata da
diver pere iche • una e propri p uliari,
capa di tracciar un cammin ve to •a me gli adatto a
qu • qu ili a ond d dell igli • • ali
de • • ntam nti int Il ttu li. ri nza lo dim tra • polo,
ma n n avra nulla da p rd r a leg an ino, i
Pad • ie gli umili Padri de t no la
de D geli tramill 1 nfer n • C • . Egli
a p r ta via arri ra a un p • n piu
profonda del t mistic a copnm piu facilm nte portan-
za e 1 dimen i ni.
IL PERI DO DELLA GRANDE LASTT A/279

3. Infine limitare il proprio tudio, ia per la morale sia p r il r sto


al alo san Tomma o, e contrario al vero e autentico pensi ro d Ilo
tes o anto Dottore. Egli i e dimo trato mpr molto de idero o
della verità da qualunque parte veni e, e preoccupato dj arla cono-
cere. Per que to dobbjamo con iderare le ue opere più come una
guida ver o gli autori che egli te o ha utilizzato e ver o la verità
integrale di cui anch 'e i si ono fatti interpreti, che non com una
sorta di manual p rfi tto tale da renderli inutili. Qui i riscontra il
caratter sempre ambival nt d l p n i ro ist matico eh può e e-
re ap rto o chi u o u " t o. S ap r coprire l'apertura del i tema
tomi ta verso il Vangelo cli Cri ·to e ver o le altre opere della cultura
cri tiana, non e elusa la cultura emplic mente umana, dipende in
grandi ima parte dal lettor dell oper di an Tomma o.

ota u1la cuola tomi ta

L er dità di an Tommaso fu molto pr to rilevata dal uo Ordine.


I Dom nicani furono obbligati ad a umere la dife a del loro confra-
tello dopo che n l l 277 Stefano Tempier ve ·covo cli Parigi, aveva
fatto condannare alcune te i tratte dalle opere del anto Dottore, e
dopo che i France cani, appoggiati da Gugli Imo de la Mare autore
del fama o Corre torium av vano pre entato 117 pr po izioni tratte
dalle op re di an Tomma o com contrarie alla verità e alla dottrina
dei France cani. 11Capitolo generale dei Domenicani, tenuto a Parigi
nel 1279, vietò qualunque attacco alla dottrina di fra Tomma o
d'Aquino e nel Capitolo generale tenuto a M tz nel 1313 la dottrina
tomista era impo ta d'autorità a tutte le scuole dell'Ordine 4 .
La cuoia tomi ta si è co tituita a poco a p co. E a è tata formata
oprattutto dai numero i commentatori dell'opera del Maestro spe-
cialmente della Summa li ologica, che i ono impegnati a difender
a piegare e a diffondere la sua dottrina soprattutto dopo la cri i
nominali tica dei secoli XIV e XV e nello forzo di rinnovamento
teologico d l secolo XVI. Ricordiamo i principali commentatori:
Giovanni Capreolo (+ 1444) che meritò il titolo di «princ ps thomi-
tarum»; Tomma o de Yio, detto il Caietano (1469-1534), con idera-

4 Peri particolari di que ..ta tori a, cfrW I HEIPLJ.A., Friar Thomas d'Aquino, Oxford
1974, pp. 331 s .
t c il principal co tat re di . an Ti mm I ui
io • in • n izi nel nina d lla
il rr 2 h i ha la· iat un 1
alla . L • ha con iut un
rinn m nt t l lo con l
ni ana di Salaman a jilu ·trata d Fra • co d Vit ri 1
n • to il C nd d l diritt int • a r ano
O uno d i prin ipali t logi d I di , aut r
d i • the • • e i i ti • ti d lla
• da D m z -1 4 r contr -
i G uiti 'uLia gia d Ila •• olo XVII d b-
u armli d
manlleen all qua ursu • theol ummam
di i Th ·o o ur Joann d Th ma
J5 9-1 h • Al al a un eol i-
u e un tta • d ni d il .
Ri rdiam infin il d m n illuart l -17 7
h av val 'art di orr la gia in L ·1e hiaro rdinat e
u int . Il omm nt a ma di nt t la f nt principal
d • m nuali di t • orni ta v nuti in eguit .
o i m avut una rità num a. I
u 1 ritti h nno ori ·ne , una uo ngo i oli h
• to un ontinuo rinnovam nt fin ai n ·tri gi • d e
tr iam il m im nt h pr nd il n m • -t mi m tta ia,
in eguito a 'tudi 't rici r enti i pre ent to un probi ma he
ri uard· la~ d ltà I aut nti ità 1 p n • t mi ta •
in riferim nt alla t logia moral : la pr s nt· zion della t o •
m ral qual i tro nei manuali di e rti comm nt t ri eh ri
d tem aneti Th ma >, corri r alment a qu Ila di n
Ti ? In qu • ultimi t m notata tan vivament la
tr il m ri J ua u la ialm n-
t in G nnania s· or i a una nuova d nominazi n indi
I dottrina di an Ti mm i fr nt all ua uola pi' n n
piu «t mi ta» ma, in ted o, <th mani eh» «th • h», m
frane • ~ th m ien .
p ibile qui eend re a tutti i particolari di qu to raffront .

Trad tt in fr nce e L dons du Saim .sprir d Rai • Maritain, Juvi y 1930.


I P R ODOD LLAGRANDES OLA TI A/281

Ci limiteremo alla que tione ondamentale del metodo.


Il metodo tradizionale della cuola tomista e un'eredità d Ila co-
la tica e ha un forte carattere ·peculativo. Come ba sono pre 1 1
diver i te ti delle opere di an Tomma o, poi studiati, piegati e
commentati secondo il metodo dial ttico. S mbra que to il vero
metodo cola tico guito da an Tomma o, e non altro.
C'e tuttavia un'importante os ervazione da fare: la ba e dottrinal ,
le «autorità» i te ti utiliz ati i ono praticamente ridotti pr o i
suoi comrn ntatori alle ole opere di an Tomma o, quando i a che
la ua preoccupa ione co tante era quella di e tender allargare il
piu po ibile il v ntaglio d Ile ue fonti in tutti i campi. Il razionali-
smo moderno, d'altra parte influenzerà la ·cola ·tica nel nso del
ragionamento a tratto e logico, di un intellettuali mo avul o
dal1 e perienza concreta. L'opera di san Tommas è evidentemente
peculativa, come tutta la teologia d 1r . to e per capirla pi garla
bi ogna re tare in quest ordine. Tuttavia uno ·tudio torico d 1 te to
e del pensiero del santo Dottore farebbe venire alla luce a poco a poco
molt prosp ttiv eh a un e1nplice sguardo sp culativo non appa-
rivano e eh ci p rmetterebbero una lettura rinnovata più e atta e
molto piu ricca, con rilevante vantaggio d lla rifl ione teologica
t a. eco qualche punto da e aminar :

1. La mplice 1icerca e lettura d 11 fonti a cui ha attinto all


Tomma o, indicate da lui in forma conci a, ci porta a testi ben piu
lunghi degli autori citati, ant' Ago tino an Gregorio, Ari totele
ecc., dai quali i ricava una den ità e una ampiezza che a prima vi ta
non ci i potevano asp ttare data la 'traordinaria br vita conci ione
del linguaggio d I pen iero di an Tommaso. Di tro al uo ragiona-
m nto tringato e rigoro o i intravede una ricca penenza umana e
cri tiana e posta e presentata con una emplicità traordinaria.

2. La cono cen a dell'ambiente storico teologico e ·ociale d I


ecolo XIII i dà molti punti di riferimento che permettono di
prendere una mi ura piu adatta e una vi uale piu 13rofonda della
dottrina di an Tomma o. La cono cenza dei teologi del uo te1npo,
della ituazion d Ila cienza teologica, d gli avver ari da combatte-
re, delle cau e da difendere, è indispensabile p r aITivare a un 'inter-
preta ione corretta e dettagliata p r preci are la portata d l uo
pen iero e per evitare ogni malinte o.
. E nvv\.,,.,.,ari t n r an h n m lto pi di quant l abbian
f tt i • mm ntat • ucc • a dell per di an
~ e mme nten mm
n Il • in za rt e o
pian mma te qui una div • ' ct· p ttiva: lo
·tudi att n i p ulati • al • • nti
n j t ti di m ull t e n piu
i urezza la dottrina; l mvec nm
an nzi n l di indi ano un ne un pr
n I pen i ro n e ion . L am • tt 1
d finire in f r u v en i la maturazi n dottrina del
nto pe nd d e att za.
Di tro i t ti i p r epi • m • I I p ra eh vi ne I bo-
rata, e i mva a pirla piu in r dic .

4. L an li j t ri a ' tu ia p r il t , un mod ravvi inar-


i m gli al u aut r . utor di u i upa • nta di lta
in lta pi famili 1 m taura n lui un dial e i ontinue-
rà ui t mi piu in anti. Tuttavia,-n ti mo • e par do -
uant piùc· • • • aun utr dll ·1 topiù i i
rg d Ila di za d bbi up rare p r fin a lui.
no tr a p r impar to a mi u p i t • il
p n ie • noti mpfi pi nm • hia-
1 ct· nz la p tazi n n e l at Ile
• • e • nt d i u i di e poi i cornm ntat ri e
l • z li abbiano ndizionati influ nzati n lJa
l ttura e n ll'int rpretazi ne d I loro maestro: la contr ver • ul
n minali di ui p mo ual ha m ott pra
tutt I t lo • d I p i piu t rdi la n 1
p • • .Q •a • tori i, fra i più irnp rtan-
ti p n • • ntal in d hann innalz m
·na fum gen tra la la • ta e iJ uo m tro e n l intr ur-
nza il piu d olt r nd nt probl mati h cat ne
ncetti ttilm nte • i e a ai p o ridutti i limitati
• en l e· m .
em bra pe ggi indi p n ab· giu il m todo tori-
• m o ulati di p r rit mar
do tradizional diemo n n ' n ri-
p r n truir nel m d pm p ibil il pe • di un
D LL LA Tl /2

rand a tr an he e • •
il piu attual . int i te ta un
p lavoro al qual ·i ri • ome a un
d i andi m • d I pen • • capa i di formar di
~ ndare in quaJ po pidt di col h
. . . .
p me m p a pr n a n ppr -
i ndita di an com d • Padri d Il pre
n aria p r arrivar a un ut nti rinno a t o]
poran a r tTi ch1m n t edi t
ta tr p r prev nirn una dilapidazi n • onsid rat .
val prin ip· lm nte p r la t l 0 ia m ral .
pitolo d ·imo

L T OLOGI OR L
ALLA FINE DEL MEDIOEVO:
L RIVOL ZIO E OMI LIST

L FR

te r • o il •
nda ila ma • a di mma
• ne n e t ia far dim nf gran
ri ed Ila fra ana urta a guardiana d 11· tradizio-
n tini el br da A r di d an aven-
tur Du do • ana ha min iato rmar i
nder • nza pr • p r ri ·p nd r agli attacchi
lan iati contr teologia di an Ti mma o, d finita «n v Lla» dai
Fr n cani in artic p r rep • la ndanna di al un te i
t • f tta daJ Parigi o • 1 app io
d i ran cani nch di 1 un· ni rto di
Kildw rdby a . I ran sca ari • mo
di n ~ mma • nut rat lo an he • i
p 1 m rta m • util ari li • • r-
g tra l u uol p p cialm nte
rig a l' il p ntr Ila mora) ri tian : m ntre
an mma punta tut te • nza ed fini ce la b • udin
un n d il int li tt la • • ne di Di m un att rmal
LARI O 7.IC /2

di qu ta fa ltà i ran ani puntan ntà, h ha ·1


primat a to in m m ral fann il ti uti
al d ila u
Qu lotte di p r li. on dobbia-
m p rò pen ar tate deJ tutt , per il comun
int nt di rie r a t • opere di ogi apparirann
tutt . ia cuna alla pr pria maniera, e m t ti • 11int 1 •
ti. tiana di e rim • h zz • 1 ezz
a mana e p r
pli • • 1i di una
più n-
d eh n or . •
part , bi gna I e n i n ...limitata oltant
du famigli • • artic lari a un· a di sacr • di
ampanile m t logia n l u in tutta hi "
n 11 qual qu ini all 'epo ui i rifi ri e ercit· van
un funzion dir ti , di primo pi n uni t d 11int l-
ii a • •ana h • di t pri
' nt ri • tu • di
Iiam fi mar i li u
•• a eh ri u rd I 1a m n I XIV
n minali mo.

l D ocG DIO CAM

Il r an m h· • n • iut un d tin
1n l n • mai il tit I dj
m• r h ., an it hn
Lutt I u 1ru i r ter
ier p r tutta la vita. Il nom e iuto e -
bili Inc ptor>> tat alla di pap nni XXII in Avign
• nge n I un • nn dopo la can niz. zi olenn di . n
in ui • n Avi il
d ni an k i a
anna di
• I • u tr pp mp
n1 imi al rvi 1 dli p rator Lu o in
I tt ol Pap . di h I cam abbi d • imp rator eh l
OrD

a: « u ndimi o la a i ti difi n n l paro-


......,...,in int i il uo p n iero:
...,
... hi . d v vi par Ladal
m od il P pa n n ha a poral ord • ila ra •
' indip nd nte d que ra J id uni • • 1
ri ti • m di al h i a infranto. anni XXII
r ve n Tomma o gli argom nti più validi per e ntrobatt r le
l i
Le m
d l aranno a ine d l n m· • o
• tutt n • idental in
di n minali n h d io ins rit nel
nte tr dizj d cola • in • una fr ttura
pr fon • d i Padri i • • c 1 pr para
dir t a ct· ri uo iù h mai
• nt in rapp la ia le. P p to rapp rto
r la m ral e • • di Oc am non to fin ra tudiat a
• . D altr p i uoi • ritti no e o he
alla p i d unda P dj mma . T
piam in merit nche.attrave piega i • •
m nti • uoi • li b t ad • mi u p rt ta d u
id p in ip li Il infl 1n n e mo
qui Ja d ttrina m ral cam u ' ttigJi e
fumat n p raddi~ i ni in cui di tanto in t nto in rr :
ilo h i in n in ri li o li l m nti h • 1
dat rigine a un nu a truttur ion d Il mor l .

ALI T

orr .r a un p e eh puo
m ri • m h tiam ttand . o am • tia-
m alla prima e • ne at mica d po a m dem . L'ato h
de n Il • l f can ingl o n è id n t
fi • n d Il anima umana o u
oltà • al n una nu va con zion d Ila
lib rtà pr voca co ivi de tinati a infran ere l unità
d Ila • d I n 1 r 1 nt I . Con am la lib rtà d p
r ri ndi ato una tota] uton mia i ta a da tutto ci h
liberta n n è, dall ragion e dalla ' n ibilit dall inclina i ni
RIVO llZl AUT./ 7

natur li da tuttj i fatt ri es i. ue to di ùtizia


iranno molti altri: I libert dalla natur , dalla 1
a· la m parata d 11 • tic a • n e e
1 indi parat daJI • . Piu anti d di-
m un in pit lo a qu nu on tt di lib rra· per r
a nt ntiam • • n br e e nn .

DII

P r il n 1 r altà indi idu -


1 uni • a in una m-
pli min- z· • mod una c • real n
un ura n minai . I d rà n lla
d •• m ·i ata dalla
n enzi t n 1p t r • indi -
t n n ia l La li
m tutta in q u . t indet 1m i • fonda a contr ri
tra i] ì il no, in una indiff r nz primaria d lla co
u I I rmi • p r una d ri a 1
d n• i il n m rt di indi •
di prod indi m m
nti e t p u n n cau ar
pr mbiam l di fuori di
p ter q. 1 . ritt : «In q
la lib cc • d t rminata
p il uo e t ò d t rmin
null· n da u Iu b. .
Il ndamento in n 11
l tt , il qual a u· on • • da un a dalla a
v I n r arriv • d termi • cam car, tt ri z li rt
d l1a ntà dam indi ·a t ila
b di una im l n in une ind m-
i in oli > .
1

dato d Ila
·t faculta. rati n1 t voluntati. ».

n der thik v011 ·J..ham in < Franzi kani. tudien >, I


(I
/P. R ~ E O

qu l d fi •• nd un pi azion
h ri aliva gi nav n • 25, a. 1, q. 2 la
libcrta n n d • v m di va an
m m • l p r h., i p
gli i e n cer di ppur p er a il
ntr am t nd a identifi are la Iib lontà n fa
1 f: nzi l d 11u m .

utt m i ridu Il 1
d finita. n I ing • nt di una d 1 10-
n ot r di ·na i n della
nta. qui • • li • lo • • t n una r alta
la, i· lat n I il bbiam di
li i e ntr ri • "n n p ati a un
fut n per li rtà radi h in gni
i t nte. ond tta d m divent o n • n di atti
• li una lin punt • ta di atomi morali i tr l ro
é i r pporf he ora • tan al di
fu ri d Jla lib rt in dip nd nz· l •• .
nt h la in l lla ua impor-
n Ti la finali primario di gni
• ntaria: l ol ntari ni a an Tom o il
pr • mo • un d t rmin per
qu el e ommcia I tra ul
fin ultim p at 1ne il prin ipi di unità di tutti atti
d 11u m in ialm di tutti gli u mini nch
di tuu l re e tt piu qu to con tto
Ila fin tanza uni al . Per lui, n ll co n
d ll'att uman ion iu p o h non I unifi • ne.
he lui enza dubbi a trib • un import· n a real alla ità,
• ·am tt prin ip l d 11 t n • mal ma-
u1e n aJl int rn dell alt i . non pu più
e ie zial i h m tt no in i m ti. ì e li rit rra
h 1 du • p rfi ttam nt di tinti n l in i ta
di un fi lu r o: I' tto eh fa far una e ad terminata
ar il fin com <ogg u par • » arà diffi r nt dall'alt eh
L RJ OL ZI I- 9

?
porta dir tt m nte al fin h . urne m g tt »-.
L'agir um n ' p rtant un --·~..,.., n di d • • ni
lib i tti indip nd nti di ca • • • i dir i
he intral no tra olo • • rfi che bi era
tudiar in particolar i at ogni individuo, divi na
peci • to al pari di una pi • a. i • •I r di
in ul 1 p at • • • a di h a
P n ua on in in le . u on tt di libe tto
ll ba d q Ila e ol t mp div nt r· la ca i ti a.

lLRI D· LE LI ZIO 1

Un punt apit ritic am al e n tto tomj ·ta d Ila


libert il ri incl" • ni naturali di u ri
d 1n li' a i ri • ·p cial • rn m " •
lla ui ·a tutt il m d Il nma •
h eh ri rm n 1ma la prima
m r· • • • Ila tì lici al • noi,
• • i na • ri di
i i di
ultim • i
inclinazi ni: < Io d. ò il
• ltir nt • • ia in parti lare.
ip o h pu di
hi ip r può e h n • n'
fin ultim ,. beatitudin mand • ' i
ultimo • udin . l op u
n n ol r t nt può n an • Ora
qualcun n ne quindi -
tudin h u 11 p
• cond 1n el iudi a
ultimo u to ltirno. rovo: p
P tenza i atti l per
d t • 1 1n un n• pu rminar ·i in
n m p t nza Ii p di di n n

2f ent.. i. t. I . l 1 . ri hiamato da . :'.'I. it. p.


- I R

rif rim nto a un og tt qualunqu dunqu p e di


v I r in rif, rim nto a Di per 1 an he di
n ler in ri rim nt Dio> . in zioni
n i al b n , ll a fi Ii it' , alJ •' 1a ba
a d lla Jib rtà era titutiv d Ila , nt llett
il lib r arbitri ...,..,
.... ,<J quinat
n m d au a di in lin • ni
naturali. Pe d mina I i zi ni n turali
ede pr pri a e della. ua indetermina i ne radi al I
p i in on • a lor • ardo. In qu tap •
p qua i dir h la lib rtà i nii ta qu
• i • ni naturali. P r qu ri ett
u ti della v I ntà, O a1n up r
p rta a un ind termini m piu f rt
it. p. 2
u n a nd piu l in linazi ni natural· re
n lJ la v I ntà dra al di o la li ino a
f r om un zona in • d univ ca • zata
dall o d I n ibili b. n n . i p tr p1u parlar
di un· pontan 1 a natural up n in . piritual • nt
n Il u mo, i pir tric d lla ua t a 1 . a.

L VTRTU

inclinazi ni naturali n la fin lità r n a-


n li tto li r an h li abiti l irtu in quanto
di· ili ad a ir in una i ta. Gli h bitu »

ult •o nta • • i e
. . .
m
t t
m
c-
n t
cr tu
~ti ~
ccptiv m . et in
. qua ntia recepti et v Il r . pectu
u umqu itur t in veli Dei: ad m r tion p t t in n li
i... ({V ..
LARI / 291

I irtu p n rt tJtuir un ju fa ilita I' e • n


d lla li deci • imu v gJi o. ta li; tuttavia e
rit nut in nti q i • • ni diminuif bb r il di
lta tr 1 ntr ri h ni I lib rtà. n az1 n fatta tto
I impul di un <h bi bra m n • • un azi ne tt per
mpli d • • n vol • .
<Hab•tu irtu do r nn p rtan l • rip rtati tt
il on ella lib mod an u n n u. re
u rbitrio. ln q • m d ·d no il l ro va m • r
div nt mpli i bit • j • • padr
k • : «La libert 1 n• •nd termjn zi n al .
I atto • on m rit ri è indi ·p n a • he la v J ntà abbia
mp • • nt l lib 11 piu a t di ri p nder n n
ri p il
<Tut ·' eh limita la n tra lib rta, di p izioni in li-
nazioru • e • • • • i p • • e Jimit an h • mp d
m raUt m 1na 1 ta ' dunqu u d Il
• ad pr più al [n i •u • q è
prop1iam nte od Ila virtu] na m v ndo
la li o ni i tant 1 igo p. it.
pp. l
Bi o • a iu tutt via n 'erva la dottrina ri-
uard irt • i· ti a n 11 ua
unaru la int u
La qua t a virtu a gli la ri Il v 1 ntà:
olo 1 'habitu 'd Ha v a ·am i ent. q. 10
. Gli tti d • • d li lI t l a ifi d 1la
prud n p n una d nom1naz1 n
puram teri
do. azi n alla irtu n r lui n un< ba itu »
n un ma u mpli p a u ila d ila m l ria
~i ard al la fmm ond lui ha pr val n a a Iuta ru
1 ina • e
om • ed e m • n l d ttrina tradi ional d ll
Virtù la • t • tiv d I suo att v lontari e
lib di il I dir h • • • d Ila
il pnn ipal h ha n Il m r
d t nnin nt n aria p r a i ·urar la
umana.
292/PART

DL

Di cont Occam p n l· lib rtà di Di . Il


p n iero am è domin t infatti dal] id a d ll'onnip t nz
divina c • 1111 tte di p lm i d anche la ua •
di libert i la n ina a li ·a
d mjn m ra n l le • r z1on . Il
h Di n~, .......
ari iu t e prio p r h .. ' lui
u . ta v rivano la 1 ogni val r
qualifica • rale.
La v vina poi ' Jl fi .. azion
d term • n n da ' a, pu' m difi
h n i n id ri
m nt in ndam nti log
Dio p nch il pr· omanda1n nt , p re •
ping n ma im parado o rdinar a un
diarl 1 bu que • Ogni
p rta ar i al tt di in u or •
una creatura di diario olont' farl
rifiutare il ultimo udin .
o dura ta vit J ' anche n
t a, odi tto buon in qu ta vjta, dunqu
p eri o nell' altr » .
All anch r il pr • il t I adult ri
di it ri li man Cn tti O am n n
n Ila natu n' ordin n 1 g al una
p ano i la libc l ipot n divina. E • -
m nte u muni cur um» un ordinam nt abitua
·e 1a n Ila m ia atura eh i v
h noi 1am iJ eh p rm n a O e
. im1ifi at a rt pr 1 ru •h m
natural m nulla 1 puo arantir h domani I
I modifi hi.

4 «Praetere • L I ar • • u. t
re qu r, 1 t e .
m ia et in pa D m
LU r ip ergo t in 11 q.
quintu
RI ZIO :E

una di fr hra, la li I· li rl
il m d IUl i; •
imp rr l· l
propn la
nqu • nza in ri jp t-
ia • Di ·ia • 11' n n pu p1u
tt ·, r' pp rti tra n f rrn

• ti
OI
Il nt I
m ralit n, I
n·td t 11 • • li n r-
v·1nz· di un in i la
la m·tl • • l . Far il 1-
. fw il

al
tti

u
an 1 ,
Tl Lr
n ri lurre al nulla
'

• n li l m • ·a ·onn t· nl. 11 tur ad iUud • ·tum I ·iu


Il I • . I
nt ahud am Jltqu1 , cu1u itum lun ali u1
, // I., qq. 4 Il .
294 / P RTE E O DA

do ali fanno vedere come il centro della morale non ia più per
Occam l'amore, ma 1 obbligo impo to dalla pura volonta lib rtà
divine. Oppur , se si vuole 1 amore per Dio tende a confonder i con
J'obb dienza a un obbligo.
In que to modo l ambito della morale si trova ormai limitato alle
ole obbligazioni morali anzi i stend ra fin dove i e tendono le
obbligazioni ma dovrà anche atTe tar i dove e e i fermeranno. Ciò
che fugge all'obbligazione, oppure la upera, come lo lancio della
carità ver o la vera perfezione, non farà più parte della moral
propriamente detta.

LA L GO MORALE

L'obbligo morale ' fissato e det rminato dalla legg . La legge i


pone di front al la lib rta umana com manife tazione degli obblighi
derivati dalla volontà divina in certo modo prende il po to di
que ta tes a volontà divina.
In primo luogo i tratta della legge divina che è comunicata a noi
dalla Riv lazion nella Scrittura, pecialm nte nel Decalogo nei
prec tti vangelici. I disc poli di Occam di tingu ranno in guito
anche una erie di l ggi derivate dalle leggi direttamente rivelate ia
attraver o gli apo toli e i loro ucce ori, ia attraverso ragionam nti
videnti, ia infine per i pirazion , a per one particolari.
Occam e n erverà il eone tto di legge naturale in con ormità alla
tradizione cola tica ma reinterpretandola conformemente al uo
i tema. Per lui la legge naturale non è più ba ata ulla natura umana
e ulle inclinazioni me e in luce dalla ragione: e sa consiste propria-
mente nel dettame della retta ragione che dice direttam nt alla
volontà umana quali ono gli ordini e gli obblighi che emanano dalla
volonta divina senza eh vi sia bisogno di darn una giu tifica ione
alcuna, perché la giu tifica ione della legge non deve e ere cercata
da ne una parte e non nella te a volontà divina 7 .
Da que to momento in poi 1a legge e ercita una funzione sempre
più preponderante neJJa morale. L àmbito della morale coincide or-
mai con quello delle leggi e ben pre to i dividerà non piu econdo le

7 Cfr VEREE KE, cit., pp. l 36- l 7.


l R1 L 71 / e;

.
m· . nd I nf
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n : 1am .
1 i nt r n-
anda • n
f nt n I bli ~
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a un- m d li' bbli n Il

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11n
, • rm 111i di r • n p • a
qu nn. • p n nt ali·
mp rrà più t·
ffi l t ri
rm 11 U ' Ul

r
u li •
ta 1a. pit n
tt u di s p lf , dar di li
296 I PARTE SE ONDA

secondo la natura degli esseri e dell uomo in r lazione a Dio. E


neppure gli ente il bisogno di parlare di un «habitu » naturale dei
primi principi della legge morale, o della . indere i, come i faceva
nella tradizione scolastica. La funzione della ragion pratica con 'iste
essenzialmente nel rivelare alla volontà i comandam nti di Di così
com ono pre . i principalmente nel1a Riv la ione, in eguito
nell'applicare que ti comandamenti ali' atto particolare concreto
attrav r o la rifle ione deduttiva e con l'aiuto dell'e perienza. Que-
to arà propdamente il compjto della prudenza.
La ragione pratica e la pruden a non ono quindi che puri int rm -
diari tra la legge e la libera vo]onta. La loro funzion e di tra 'metter
precetti bblighi. Ma convien qui rie rdar , d altra parte, che tutto
que. to lavoro vale olamente «. tant ordination divina, guae nunc
t»: finché dura 1 ordine pre ente delle co e voluto da Dio, dato che
Di lo potr bb modificare in qualunque momento. Ma checché ne
ia di qu sta riserva che n 1 p nsiero di Occam e empre pre ente ]a
retta ragione e empr l 'interpret nel momento pre ente d 11 esi-
gen e della volontà divina. Perciò la volontà che 'i oppone alla r tta
ragione i oppon parimenti anche alla volonta di Dio. La volontà
dovra pertanto conformar i normalmente alla retta ragione e non
potra e· ere virtuo ·a e non in questa obb dienza.
E tuttavia un fatto abba tanza chiarificatore il modo col qual
Occam determina le rela ioni he l gano la retta ragione e la volonta.
Per lui la retta ragione non reca alcun contributo all'atto volontario
presentandogli un ogg tto che avrebbe di per é una qualità morale
com per empio I amore v r o i genitori~ bi ogna dire piuttosto eh
la stessa retta ragione div nta oggetto e cau a della bontà dell'atto
volontario in quanto e il tramite diretto della volontà di Dio. Ed eco
com ci' avviene: un atto è virtuo o quando la volontà tende col uo
agire a ciò che la ragione gli comanda di fare e cio preci amente per
il motivo che la co a e co1nandata da e . a per ne un altro motivo,
come arebbe per e empio se lo face •'e perché la cosa piace. Un atto
perché sia pienamente vi1tuo o d v sser dettato dal la retta ragio-
ne e voluto perché dettato da , a8 .
Una tal formulazion fa p n ar nece ariamente all imperativo
cat goric di Kant. E a in ogni ca o fa vedere fino a qual punto, in

8 «Quia hoc est elic re confonniter rationi rectae: velie dictatum a ration recta
propter hoc quod est dictatum>>(lii Sent., q. 12 ODO).
R /2 7

bbligo i id ntifi a e n le qualità m . P rch" J lon-


n n n ba t h in nf nnità Ii
d Ila r • . nt m,it p tr
rial n • a f rm lm n-
t ae d Ila con rm a r tta ordin divino
he tte.

La prima n1orale d Il' hhli

11 p n • di O am, diffu dalla co1Tent n minali ·ta,


l ppa d imp rt n a api tal n ri Ila I •a moral .
~ • • fn pt r • • I nt d Il prim m ral
d 1l • alla • di una nu utturazi n d Ila
moral , nimata da u • • he farà • ntir il u influ
diretto indir tto d rn .
La m di l rima d Il bli
. .
in • p • 1I i ri nma
qu ti n l t qu Ila d Ila f; li l ra
b atitudin . La rispo ta alla qu ti arai r i • fi
·ull vi1tu m rali p1 • o • irt' • i ' n la
arità qu ntr . • bbli
m tr ta dall m
n epita . n Tomm
abbiam vi gni t v rm·
precetto in rt i t· . li
t lm d m 1a • • prima f I
l lo i fran ca o n Itr I prim man a-
menti i pr tti • d an h n Ila. umma di di
Hale m n • un Ii-
p ì pr p nd rant . l p , i pu la
gi ra una m ral d lla
licita • int rn alJa ca
Con o d 11a m ral eh i , po ta p an-
d una tru turazio • m nl n di qu r quan-
t i att n alm ri nn nt al compi
delle dottrin tradizionali Ji I r int rpr ta 1 tra, f rma prot n-
dament p rt nd dall idea d IJ' bbligo li ·rui ce a qu Ila
del d • • Ila beatitudin Il • il entro d Jl
mora} ad lit i un tra form -
z1 mpl m ti o h l
m rita pj ita la m
d la prima n ri h a qualifi ata
n n m.
all bbligo l influ '. di Occam
uJla m ral p t ri r
r~ nza dubbi m Ili t Iogi, to
• • ' n la riti
d In • • rig ttand • no logi i -,
m • la • m ti a Di il
rifiu ul d ri • tutta i
ia art" n ua i tutti unanimi
n Im t b)j o ntr d Ila morale an h non manch -
ranno par hi div rg nz ulJa qu tion d 1 f nd m nto d 11o -
b)io m ral .

La trulfura

i riman da m qual la • a del • m di Occam la


truttura d Lia n d riv p rché ' qu • a he 1 ha
a 1 ura u h ut .
Il pu d • .
n m-
bra a n di in il o i
la libe a m una pura ntari tra i i. La lib r
div nta un qual di t n I uo atto impli
di ol • i nil gam d' ip nd nzatralav In lanon-v -
I ntà l l 'a • . in b a q u ta Jib r a h O am
d fini h mod ia u m ia Di nd da q
libert bili e l r I zi ni tra di I tur la m
h li
la realizzazi n a oluta d il· li ta grazi alla
ua on • nza. Dio no ad alcuna l ppur ali
l gge a ·ua vol Ja ola au - la origin
della l g ral . Anch ua v lta p • na lib r
mpleta n Il pr pri vo me cr atura tt ali n-
nipot nza di ina. L ua.] oìa ntr
Rl E OMI

di Dio eh a ira udi • a la limit rà con la f rza dell b li eh


li apparti n in pr p • a m na e da qu ·to in ntT ella
lib rta uman la li di in ttolin l dip nd d li u -
m da Di n ntran tutta bblig uni u in ontr
P ibil tra du lib rt cepit in qu . ta man·
Di qui na truttur di una m nu a. •1uppa tTa
i du p li h bbiam r ora • • la li m e la
Ii rtà di al di • • ara l m rim
I u ta eh • da lui il p • • ar •
'u m mo la l n i u i a· 1 e
un ri • • ·on· tari • • enti r • • n
l prud i • ti hi o
n • • tra m tt re gl' • • gli bbli hi l
I i gg r • pr , ti 1• • i di
bli m nti
d II
1n ·1 ia • • i • li tr ttati h
i rm rann p1u tardi la m ral • m n i manuali di moral .
Vi mancan lo i ati, che att ir ranno n ion parti lar d i
m rali ti il • • i Tr nt . in rifi rin1 nt ali d 1
m n li P n· .
attr· m nti 1 ann tratt ti
nd I I gica d I • a e I ta ilito: int rpr tati
rid tti nn t i d punti dall 'a1 . Già
am • • a rin • • n a 1i ità pr don
att li • • h 11, m p • . Egli
ridu la virtù a it lonta ali' bb • ritt
dal • pr tic· ; mett I it 1g
itturala • i tt • mar Di . Id ni d 11
ma d it i i tinti> pirituali
inali a . pari1 pl tam a qu ta m ral .
In lo viluppo u • II ia m in par-
ti u pr t rm t nella
I
Ii un bi ndo tra i m rali ti
m diz· • • . L • nominali ·t 1n
p· rtic lar eh i hiamar la ru-
della p n tran talm nt • iri • i rri piu
ne pir di am nt I a, ia r ari d I n min li-
I

u n • ni il di p rr
.
l rfin • J
p iali d r-
Il p
fon
di n rm emati ia-
m au • li u • truttur
m ntali lla m prun .
In minali
n I ral 1 ttura
tutt -
.
tt
int ar i m • • u li a rann ra di i rli Ila
l mal rial i tratt mpli i • •uridi i. ln
qu m d il ra rt tr 1a i rid mpr piu.
pitol un ,m

••

d m m ral I 1 pu ar mm

una
h i
ntr n
nma
anu
u

I. L l V

di f d
t di ni
n entir in m 1 a , anzi in
parte d t rminat p un dal e n t v h di u ta i i fa.
. I PARTE E O D

a para ion d Ila t lo 1a la ti ·a


dalla t olo ia nii ti ·a

ur nte que ti li la teolo ia , i viluppa nell uojv r ita


n l' u o empre pm , pm dei proc dim nti razionali d
a: utilizzazion della dial tti a d 11alog·
i n d ll ri n • ulati m lf • • ne
d li qu • • • ti e t n ca •
di un 1ng at a • pie
i pr bl mi ni... 1ament • n
la tica suberant . on ult di per • di
qu 1 mp p r ne: capi eh in un • olo
• ino una v ntin' di argom nti • i una
altr ttanti contr prim • nel • • der al
tin • i tal lta o •• azionai
ti 1 1m p n m pr p iu n • • j tà
n il razionali m finira n p a m . La
ia diventa uni itaria n n h a rm ann -
hai n la po ·ibih i fr qu ntar gli tudi piu

ulla d lla ua vitalità anzi i ir h


n nnn am nt n . in
ni ana di n a illu tr t an-
. 6 e ual di in
.. t1tU1raa e t~ Lom ar madi
p que ta offriva una ·truttura ra i n lt più o
Vitoria il trattat ·ull giu tizia p ' un e t n • va
p r ri ·p n pr bi mi d'attuaJit , diritt natural •i
nt' i dall p rta d I nu m que tt
rn p nd an h al ar tt mpr pi idi o d Ila .
tiam • di mm ntat ri di omm prim fra
tutti il ai ta i ha la ci t un mm nt compi l d Ila
umma.
Qu ta teolo ia peculativa uni itaria • para a
. . .
p a poco da qu ara chi 1a ffil
dal l di e rr • pirituali pirituaJi p
d li ri • i ed . • r od r
d 11 r ltà di in iu t n ila e d l p
d Il, nima red nt cap
I.I/ 03

appr i dall imm in z1on ia d Ua en ibilit dall int lii n-


ibil a tutti. 111 ro p • porta mpr 1 impr nta la
aJità in ntr ' giam nt • 'tratto d lla ' o-
la i pirituali ·i r· ti i • • • lm no
h qu l • • aJla ita in •
i a un 1 m pr arli
piri • ·utarli ir . La d." a con la la
. .
ra
tut -l 27 h
ra n Il d mi ti d nim la
mi tica r o unit· • • col • ma
la par • if n ' gu1 rq o la
•f -fiammin co nr
. .
1 p i Ru r 1 un
h I pr a piu d·
n nza d·1Jla luc d ede n dalla ri ra • . In
que t li pi1itu li-o • • • mp· ma-
da n li / • • ne t • lo ri in
uardi tr la • ll i • • mi ti
agn h pr n io l un bu n
accord n la teol diffi r nz· nt Ile
·ue o
an o di rita una • n ial .
li' in n unita tr • • ni
rmai t i iun z ica l . p • nz • • le
dell 'am ino la pa tor ar lor p • h
m • • • • I ·tata di t • azi al • rario
·on di h
l . .
n a n ia una
li • ta n U· vita r l r radi far a •
ri he viv n J i vita int ri r , e
di uali n • fann ra ng r .
. .
qm una n 1 par 1n
pro te • ment l t looia m
dall ri nza dal • • . Il n minali mo av va m -
'o l nt ull id leg ob • in moral • dann
deU nt· n ità in • d Ilo lan io eh n pr pri d ll'·1m r
eh alla b a it piritual mi ti 1 1 n
per ta la mi. ti 1 t nd n mag i r fi rza
/ P. TE

Ila m r • a p r la di. tin ione tr pr etti n ·jgli. La m


. i occu nzialm d i pr ti he fi • obblighi n i
diver i tt ri dell'azi mana • ano u di tinz· .
I nsi • • t nn u uppl tar qu -
li atti ato • • ti a
f tto r' • un he J p rfezi n : . arà q
t rr no tica a mi tica. Qu ta di tinzi n i ri in
una vera azion più fort d Ha diffid n • uai Il
p ntan it n una m f ndata ull o trizi lla I
ri uard alla mi ti a •d un fen traordinari .
Que ta • • • n avv nch a~p tt • 1co m
alla Chi a tra i cri • • uni ai quali i hi lo la prati
d lla m i r li i • abbra i n uno tat p rticol r
t nd r a un ita up ri r .

La epara I n della pa tarale dalla t ologia


influito ull r lazioni tra l ia il
p funzioni I pr d1 n I
• I' mmlll tra • ei nti e in p· rti lare •
m ila P nitenza. egnam nt univ • ari e div ntat
i • il alla ma I a au a d lla ·u aJta t • it .
m nt ha pr un indiriz af • no dall
n ità d I mini ter d i f; d I i he pr ura
I vim nt dei compiti pastorali.
o quindi he i fann ntire mpt' piu l'utilit di un u ·idi
pa toraJ l e ita di f mir I un • nt pm
più prati I uidi n l 'mpe toli I
i i e in n peci l amp
ne d rà lu alla com • ione di m lt
mm • di ui I rtan um th
•a 1 tonin di Fir n 59 . n li qu dat
ndant pazio ali . tudio d d i d ni d Il
o.
Que ta cupazi n p torale la i ritrov r n l Con ili di
nto. E .. influirà in maniera d t rminante ul nuov n tt
a te 1 m ral h li ompilazi n d i m nu li
lla oluzi n d i ca i di
L'' RA DEJ MAN ALl / 05

Il teologo il misti o & il pa ·tore d anime

I fenomeni di cui tiamo parlando si manife. tano in forma molto


concreta.
Lo vi]uppo deHa colastica nelle univ r ita ha dato origine a una
nuova prot ione nella Chiesa quella d 1profe ore di teologia nel
uo ignificato attuai i I cui c01npito principale I in egna1nento e
la rie rea. Egli si è taccato a poco a poco ia dal mae tro di piritua-
lità com dal pastore d' anime ve covo o pr t .
La di tanza tra que ti tre rappre entanti di funzi ni di ver e come
pure tra i campi delle funzioni te . e è andata aum ntando a comin-
ciar da que t epoca dura ancora ai nostri giorni. E a i riflette
perfino nei programmi di tudio nei quali lo tudio della morale sara
empre di tinto da quello dell '·ascetica e d Ila pastorale.
Eque to uno dei problemi piu importanti della teologia d i no tri
giomi che trova difficile ri tabilire 1 unità perduta, . pecialmente
dopo un Concilio che ha dato la pri rita alla pastorale. La eparazione
della teologia dalla spiritualità e dalla pa torale è tata di danno p r
tutte e tre.
La t ologia privando i dell 'e p rienza pirituale e pa torale ha
perduto la ua vitalità la ua capacita creativa, i è allontanata
troppo dalla ua prima origine il Vangelo, il quale non ' stato mai un
1ibro di peculazi one, 'apiente ma nzialmente un'opera di predi-
cazione e di cat che j nata dalla fed , e de. tinata a produrla a
guidarla e a nutrirla.
La spiritualità, a sua volta, è rimasta priva d ll'appoggio e de1la
rifle. ione teologica ripiegando i in gran part . u] ·entimento reli-
gio o.
La pastorale, infine, i ' vi ta ridotta a una volgarizzazione della
cienza teologica, quando invece comporta un'e perienza propria,
quella de] dono della vita di fed che la apparenta direttamente con 1a
pr dicazione evangelica.
C'è bi ogno di dire he que t parazioni non i ono 1nai trovate
pre o i Padri della Chje a, anzi che di e non avevano la minin1a
idea. Molti di loro rano nello t o tempo ve covi, predicatori
pa tori d'anim , teologi e pirituali anzi mi tici e ognuna di que t
dimen ioni d Ila loro per onalita e della loro attività influiva ulle
altre l arricchiva con 1'apporto di una e. perienza umana cri liana
empre piu empre rneglio unificata.
La p ra ton d '-'li teol gi d .Il'e ,

Ri m an ra un altra • par ~ • h ·1 n n 1
pr • Dop jnasci anch rpretazi a
Scrit • a tra form li r-
pr ta i a d int rpret • t
h ant il tori d l ol Di qui
l e]a • d• o di un lin ua gi • uov1. a
c1enza •e pr più dai pr j te 1
. a fi rti ri dall d • li pa .
Ora n 11 • ura in ui in rt i ffi a
. empr p za • • ica 1 m d ma ha •
aum ntar • é • • parrai· la rittura, col ri hi
di farn un ta n • n iniziati • i ro di-
m nti di . tudio h • ol r redita i
un • r bl ma di m to 1 ttur d Ila e
o • l su con 1mp n gi • gi •
• • • di ri tabil. • tti Il am
n t I m r li • i q u Li11; n i ten t di
agli i m ina di qu unto piu
a rittura. P· • o . aminar om , n I
• tituita una nu va oral ull ba i h
• Il t olo e d nti. • in un altr
mi l di tra rale ca a 1 a
prot eh • di e aminat p rt . are • i
pr qual lib rtà daJ punto di vi ta tori ma qu ·ta
anom • hie aJ fatto h I moral attoli a p t-trid ntin
lab h in u1 alla ri. i pr tant .

II.L

Il temp d Ila tazione

up i ni d I n ilio di r nto ' t t


qu ila d 11i tituzi n d i minari do i futuri pr ti a rebb r
ricevut una forma i n adatta all n e ità d I l r mLru tero, in
partic l all ammini ·trazion d I acram nt d llaP nit n a.Qu -
L' D ·l I/ 7

ta pr up n un
pr di •
cialm h
In lin a la C mpa ni he conobb l
• • r n lla econda olo XVI, , n
nizzare i u i ..tudi in • conformità
d Ila da una part •• pili p tor
ialm nt n d. • n d
m 1 • i • •
ci ti 1 -
n ia ra • • i
pr amma d it Iogi • <r Li tu I ru , u».
lJ la ottopo to all d i piu qualificati i d lla
p i me o in u piu v lt modi 1ca
nJ1591 nel 1.
l mp • • . .
mpa 0 n1a p
p r t l
I i
m lmanu .
tudi rua n
alcu 1 Tomm m
u i a, animata da p upazio tabih
una cialin nt in m
d ti tu dio più I· • un «cur ·u • min n , più
prati nzial • rmazi ne di tud nti d m n-
dati • ncreti. La di • • n bbli a a al la ridi ·tribu-
zi n • ra1 n unt • •
dalla t • a oli I ali n
f nda ttà, il h m tardi la
fondam p rr p i la • in d I
ma d • m nti qu ral • nq
m d ran riuniti in iem t • • nti utili • di
ir , tar • d i casi di . D qu in r »
arann quindi Jiminati i tr tt • id rati tro ul t1v1
m qu lli ·ul fin ultimo li ma ·i on n i trattati

I La ·t n. atio rudi rum d J. 11-rEr


ntwic: /un raltheolo i :111 1 isziplin, Fr.
I 7 .
3( / PARTE o

u li atti umani su Ji <habitu > I virtu ulla le , . ulla e


i ti. In it mand m nti
pr tti d Ila hi ram nti 'pe ialm n ·' he
gli bbli 0 hi impo ti p r la lo ini trazi al
hi pr pri di al uni tati pa • lari di ita o
1n I nonj h h p no in
m d 11· P nit n .

L '<I
nstituri n n1 ral >- di J u n

p mma di tudi t logi h i pr . ntava


fu in tt d l •ta lo J u n
eh i a R m u il ui
compi : In. titutionum moralium, in quibus uni rsae
qu tio n i n.tiam , aut pr a mp •
br iiter tra t ntur. Il primo lume app a ma
it da lumi p turni n l 160 11. m • il
vit r» • ui parlava il ti non • a impedi ra di
oltr p r a Juto 1ar l • • m d Ila
1n t ria m nd dal n tto h era il punto
di part nz d I mal .

lla pr fa i ne I r annun ia una divi 'ione quadripartita d ila


m r l :
1. i di • nti di Di •
2. i ramenti •
le p n cle ia ti he e l indulg nz •
i ita i ultimi.
nz a a di tribu i ne nu va d Ila mat ria m r le,
post anti a dj izion tradizi a at ulle
irtu a 1 pro p tt tutta orm i inc nt ug ghi d ri ati
d i mandam nti h' an h i a ram nti li tati di ita
. • ranno . tud • • a in p i in vi ta d gli bblighi eh
mportan . a 1 da una moral d Ile virro una m
d li bbli h un n arann e rtam nt dim nti ate m
I/ -

m adip n-m ~ i bi I
p ' iI n , m • arann in ti
e m nti tratta l' petto hc
e m .Q gr • • i m raie • Il
tudi • nti • h z r di e di
T m la di Ila Prima S
L • i umani·
. ti • in atti bu • I I
int quj un tudi u
-. • ni h m n Ib n al m l •
. • bitu :►. ;
. in I •
ti i ral , om Ila le d i diritti·
• divina n 1 uj d lla
hi g Ii atti uman i.
il ra t o j· u Ilo d 11
un na
tand a m p1u
n l
diffi tt h . Il
tratt atitud· ap Il
b 11am n s n a nulla
al una • n . Pa1im nti i i trattati ui d •
dini v· n ui frutti d l it anto ulla ra i .

d I tr ttat uJ in ulla b parti-


an n gu nz . n ubbi
n iò n~ rm r ·i alla < Ratio tudi rum d lJa

2
rum tamquam prima l • • nta ·eptem primi.
qu· ma • Thom i puta it, ni • u
humanis, d h n • iludi • • um d
num aut malum • u idua
tur in n m im
I n huma
• qu
ui d I r to Ii a 11 ra t d p il 15 la
qu liminar dalla m r 1 • ni t I •
a • n n n . ood iu i
lo studi l fin ultim d 11 • ud· n id -
m n lativ n n . an tudi Ila :
• i n abb i
ali
umana co 1 al
r ta pr • o h la ri
li • i pia ri. nella
• anD mma
?
Il tiv di qu ancora n lJ
m n or ma n n m n in lui h 1
imit r nn h il tr ttat ati n n n pm una
and imp rtan in un m ral h punt prattu ull b li-
. E li int nd v ro tratt qu ta qu • n alla fin d I 'U
libro n Ila P' • ai finj J'uom , m • n in t mp
d affr ntar il attat ·ulla beatitudin n ila . ua o ..,..,, ...
~'U

n pru co d li difì jo m . Man and


di e g • • n • • pl • non .• peva eh san Tomma
v va it un • art • pint • trattare d 11,
b atit in i n i fini ul imi Il t nz di
Pi r L mbardo a •at 1 rdin ian
v va il trattat . ulla b atitudine in Ila m r·
r ndol il primo il piu imp rtant di tutti. zor dunqu
un I ontraria a qu Ila di an D mm .
l gic i 1 il da tutti i ri di manuali
i pir • Il « m raie » Il' r, tra ur rann il
probi la b atitudin ed 1fin ultim , di ui n n v drann pi
l'imp per la m raie fi nd menta! . • 11indi
• nali a a lo • m rati n ura di
and ~j trova I paro titudo».
Que t tip di non h più alcun bi ·ogno d 11 rifl
ulla ·tudin p r trut ' LI h la • -
razio l fin ulti rd unzion di rit ri ·upr m 1
a attri uito an finalita n n ha piu un po t pr -
p nd rant in qu ·ta nu va zi ne: il fin non ar- • ltro eh un
1 m nt d 11 tt m in i m on tutti li altri.
L'ÈRADEI MA A I /311

L'orni sione del trattato sui doni dello Spirito anto


i i domanda: 1 Azor ha for • ritenuto tr ppo peculativi anche i
trattati ui doni ull b atitudini e 'UÌ frutti dello pirito Santo.
Que ti t mi occupano un p to mo]t importante n Il'e 'peri nz
cri tiana come comprovato dagli autori pirituali, tra i qu· li anch
i G uiti d 1 tempo dell Azor. Qui vediamo an ora una v lta gli
effetti d Ila reazion antimi ·tica che . i e mani:6 tata alla fin del
, colo XVI. 01nunqu sia e rt h la ragion profonda h
indurrà i moraJi ti posteri ri e· ]ud r i doni d Ilo pirito anto
dal la moral propri a1nente d tta, la . i d v e rcar n lla logica del
si teina d Ila moral d Jl'obblig : la moral ' que tion di obblighj
he i impongono a tutti. I doni dello pirito Sant l b atitudini e la
vita piritual che da e ·i d rivan , non po no evid nt mente
e, er ogg tto di ·tr tto obbligo p rcio non toccano dir uam nt la
moral , ma i c n. igli, p rciò una cienza diver a. lu co. ì dalla
vita del fi d I comun qu t que tioni p on apparir a tratt d
·tran al e ncr to quotidiano e perci vcrrann relegar nel campo
dell a c ti a e delJa mi tica.
'è un altro m tivo eh . ping J Azor a 'taccar la spiritualità dalla
mora] . J. Th in r O" rva h l Az r tratta dell'amor p r Dio a
pr posito del primo comandam nto, dell '~more al pr • ·imo n J
quart , parando co ·1 indebitamente i du comandamenti eh nel
Vangelo i trovano riuniti· gli altri e mandamenti ono vi ti in rap-
port alla virtù d lla giu tizia 3 . Que to mutamento di pro petti va '
1nolto ignificativo. Per l' A r non e è più al primo po to n lla
moral l amore e il uo movimento qual d . critt dagli autori
pirituali mi 'tici· 1 am r e ubordinato ai comandam nti anzi il
·uo tudi pu re e ndotto an h indipendentemente da e· ·i. La
virtù della giustizia, p r lui i impone ·u tutt le altre perché tr tta-
m nt conne • ·a con l idea dell'obbligo. La morale div nta un affar
di giustizia o di obbligo nei rapporti del] u m con Di e an h la
carità 'arà consid rata ott qu ta ang latura. una n1eraviglia
p rtant h 1 Azor dim . tri un fort ri ntamento giuridico e cano-
nico eh dia largo spazio alle qu tioni di diritto pecialm nte nella
~ e nda e t rza part della ua opera.

3 THEI ·R il., p. 274.


d • eh I' • i dilunghi
tra uri il trat g
•ca e i v • i della m ral di 'a 1
·n o da tutti gli altri m • • o t ri ri. Il g
at la l natur l , • • am nte rI
divi • i or p ial I a an
n t I ge m vi .'ta • p ttive paiti o lari
d lla m ra] l' b • n I nt 1
tuttj i m· nd m nti p n 1 m n 1 i mand m nt
n ubordin· ti ali am re di h j manifì sta n l1 li anza
n 11 prom • .

L m, lOn d I trattato sulla raz1a

l trattat ull· zia • mbra a prima i ta 1 gitti-


mr ta dal m tiv eh bbiamo nn pra: il ..u earat p -
eulati . Eff ttiva i ni azia i fatt
at n Ila n L h u• n J
XVI[ ran tr p van ·r molt
a Ma ra q • fi • r ud re qualunqu
ull p rm il • a ha
·ua d t rmi 11 u a it d I
cri ti no c di no es di altri
ra ti di An h • • oi
d inan • •m m li
p r d finizi • • i bile all' bbligo • gg
imp r tivi. u entrar negli 111grana
ntrata ul tr nte •
n n pu int d 11 e • t p d d
il ui rudio • do m· ica e più
di una on • • ul • he di un· co • • n • a.
m ra er , tra urando l • zia
n Jla t ol g' al l . i p a ·ulla pi ta na
parL , d 11 i ali ta daJJ altra per n n p rl I peri-
e l di un • al p i L • • d I tra ull
ia in m da part d 11 di tutti i m • i h nn
it no • ·fi vid n nte eh qu 'ti t gi a m
ti mi iut t talm nt il ru li gra j n Ila it n-
L'ÈR D lMA UALl/11.

. tiana e nella loro . te· ·a vita: ·arebb ridicolo o t nerlo. Ma re ta


vero eh e . i non hanno apulo in erire ]a grazia n I i tema d Ila
mora! da loro co trujto, la co. a appar ugualmente grav .

I trattati prin ·ipali della teoloiia nioralefondamentale

Abbiamo rilevato 1 omissioni patenti e ignificativ dell <<lnti-


tutionc 1noral » dell Àzor in rapp rto alla Summa di an Tomma o.
e esaminiamo più da vi ino l espo izion d Ila sua moral nella
prima part i vedono già n ttament individuati i trattati prin ipali
di quella che sarà la mora] fondam ntal . 11trattato ull atto umano
Jib r vi ' ampiam nt viluppato. E· ·o pr enta in forma detta-
gliata I'anali i d 11 ·ue dive1" parti in conformità con qu Ila di an
Tomma o, p r quanto Ja ·i pote e e n iderar sotto certi a p tti
piutto ·to ·p cu]ati a p r ompletar. i poi con l tudio d lla morali-
tà. zor vi intr duce un v ro trattato ·ulla e ·ci nza che non i
trovava in an Tomma ·o, e i] cui in. riment a qu I punt ha osti-
tuito , mpr un probi ma p r coloro eh 1 hanno oluto m tter in
rapporto on la Summa. L' Azor ·tudia rapidamente in un olo libro,
o capitolo, le <<an zioni» dell anima gli «habitu » le virtù eh
contribui e no all·t qualità d Il atto umano, e m pm· la giu tizia
riginal . In eguit i f rma a tudiar i pe cati pccialm nt le
differ nti l ggi. Gli atti umani lib ri con la loro mor·tlità la co ien-
za, i peccati e le 1 ggi: ecco i punti forti d 11 . posizion d 11Azor
n 11a parte g n ral d I . uo te to eh fo1meranno poi la t o logia
morale rondam ntale nei morali ·ti v nuti dopo di lui. Lo tudio dell
pa . ioni o «affezioni», degli «habitu. » e d 11 virtù, ancora pr ente
n li' zor a au. a d Ila ·ua vidente importanza n Ila tradizione
t ol gica, oc upa un p ·to piutto ·to ri. tr tto n I libro III d Ila prima
parte: dal capitolo 1 al capitolo 19 per le pa ioni, dal capito) 20 al
24 p r gli «habitu >, dal capjto1o 25 al 30 p r le virtu. Que ti elem nti
della morale non hann che un ruolo di condo piano, com aiut od
o tacolo all atto lib ro. N lla 1noralc p ialc aranno i comanda-
m nti ormai a , tabilir la divi. ione della materia. Es i costituiranno
la truttura del istema e d t rmineranno l'indirizzo principal d ]
pen iero. Le virtù. anch le virtu teologali non appariranno più eh
ome campi particolari, categori eh rv no a cla' ·ificar gli ob-
blighi.
L' influ to d Il «In tituti 11 m r le

bbia1n indu i to piu a lun uJl, nati • riti a d 11


In. • • n d ll pr prio p r I imp n i di
q . a un influ tori rmm m
m 1 tutti i nu di m nutt m
1. 1 n • • • • ali •
I Ii à
tit
d Il o n b a
Il • e dann al 1 ll' •
e o per idi
in d ha co tituito il. u ce Il ti • »
att n li in i me m ila m ral di un • ma-
ti az· bba. tanza ri a, p r 1 r· a
Ila 1 • •nt rna d li a 1 i z• 11a
m ra p a divent n •
• • • 'dio • art n ·gi nz
gr m lti • di t
t a m ra la
an li a di tutti i t mpi. Tutta i rfi •
mm mm iP • o •
nll o tuto di n
f rza . truttur· zion talm n de ia ava
taJm n lit I t mp , h n n va pm p n h
U Ta.

III. I
partir dal i m ltipli-
an . T l r i rann in di r nd Ila
I r po izi ne in m rit l probabili m . • mo un ar I piu
anti u t ia lu d r
D man a r babili m onn ir ; l a-
th lique. otiam ol qui iam a· to
l nt ni d • a t m i di mm
quand l . u i tr va an d' • u qu tioni di ma i re p nata,
m ull 'imp rtanza ri petti • del I int lii ff" e d Ila v l nta
U /315

nell'agire umano nella beatitudine ul p to da dare alla filosofia


di Ari totele nella t ol gia cri tiana, ec . In qu t p a tutta I atten-
zion dei morali. ti e rivolta ai ca i dico cienza, ingoli, che div nta-
no il punto ntralc della moral . La que tione delle regole da guire
p r la . oluzion dei ca i di morale --araalla ba e di quelli che aranno
detti i i t mi di mora lita de] la di tinzion tra 1 diver uol :
probabili mo pr babiliori ·m quiprobabili mo, cc. Ora com già
abbiamo notato opra in tutta la ecunda Par non i tr va mai
praticam nte, alcun ca • di co ci nza pr o in on iderazion da an
Tomma o. L'Aquinate e i ca i ti - e m aranno hiamati più tardi
- i muovono . u du piani compl tam nte diveri in trutturazioni
e· pre entazioni della moral d l tutt di . imiJi n n tant ,Jc . mi-
glian e t ri ri eh . i ' cercat di mantener e un lin uaggio imil
f rzando i eia cuno, in pi na n . ta d'altra parte di alvagu- rdar
di tra rn tter il d po ito della morale cri tiana.

L'atomo o tituti o della niorale dei manuali


I

Vooliarno t ntar di e porr qui la truttw·a interna comune a tutti i


manuali di morale e far v d r la logica di que ta ·truttura eh ne ha
a sicurato il uc e o.
In effetti, p r quanto i iano differenze tra I diver cuoi qua i
tutti i manuali di moral dal ·e ol XV il al s colo XX i att rranno
all t e ba i e alla t sa. truttura adottata nella compilazion d Ha
in ra]e fonda1nental , o ia ai quattro trattati ·u 0 li atti umani, ulla
c ci n a ·ulle 1 ggi sui p ccati. ' i ritrovano in tutti i manuali,
quali eh ian l varianti min ri: alcuni inanuali modificano I ordin
d i trattati altri, p cialment per re tare f d li a an Tomma. o vi
aggiungeranno un trattato ull vi1tu e cercheranno di ri rvare a
que t un p più di pazio anch n 11adivi ion della moral altri
infin colloch ranno all'inizio un trattato ul fine ultimo. Queste
aggiunt eque t m dificazioni tuttavia che i ono prod tte ·oprat-
tutto nel no~tro ecolo, per quanto 1 d voli in ·é t ss , non cambie-
ranno in profondità la truttura la logica di qu ta concezion d l1a
moral diventata ormai da. ica.
Si p tr bb pr entare la morale d i manuali come un difici
fondato u quattro basi: I atto umano o libero la I g la co ci nza
e i peccati f n1ito di du c tonne, i comandam nti di Dio e i
. 16 / P. RT D

pr celti d lla Chi a dai qu li d ri n gli bli hi h litui


n l ambit della m ral e n rm no m l'arr da
. ra it dall irtù della I da ,
me di ar di icio e I a n la for
d ll'o bJ' u a r t tuttavia pur
rv nt t la di • ral ·1
. trutturata. P r arla jnt nde • 1 un par -
on tipj d rno, 1 i qu • a
mo d un at rimiti il tute .
Qu ·mat da • e ntrari il
p ci • n • ' la 1 d un un
lettr • e • a r ·tr· m
ntin LO a. rta I 1n
nt ti in • ri q m:
l o • ibe ' • tti umani
1ta tt m
I g riva dalla t n ion tra la
I I ampo • a • ui
umani: • • ntr nell 1 il
nucl d tt ri tic • ll
mora) . à z· atto uman o e· • nza,
i I tutt n n 11 h fa l' za d Ila
moral • manu • form • . Tutt I m ralit
p a lì e ttata in
E amini mo • i rapporti • fra i trattati d Ila m r -
I fondam ntale. b rtà d t to. u • tti umani i
u • r pnam n •a E n p m lib rt
di indifti r nza, • p • • re trari in primo lu
pro a I u zioni. L l g tudiata n I
trattat g upa un p 'to • mando in tutta la moral
rmina la di • • n • ndam n n
a h u t p hé n n
• ' • u a ' u 't Lia • nt ri -
r . • a il d Ila virtù d 11ap . Gli atti
umani • • • i un nzi ·a1 p r
i a id n 1 di tin q app -
ti ne all e e qu li he • e alla li ,1 att nzi -
n an h p r i p ccatj he no un imp rtanza particolar a
au a d li ri ntam nt a e ntu' t di qu ·ta moral il acr -
I' ~R O I MANUALJ /317

1nento della Penitenza. L'obbligo jn . é te o non rie ve un trattato


pr prio, ma con ·erva il uo influ . o ulla I gge che a ua volta
influi cc ulla lib rtà· ne suno pero i preoc upa di candagliarne la
natura o il ruolo e atto che e ercita. L'obbligo el m nto primordi al
di qu ta morale i pre nta come un as ioma vid nte eh non ha
bi ogno di ·pi gazione, come un principio primo indirne. trabile.
Tentar di candagliarlo, dì mett rlo in di cu '. i ne, di ubordinarlo
ad altri fattori vorrebb dire una minaccia e un p rico] capaci di
rovinare tutto 1 edifi io.

Esame dei prin ·ipali elenienti


d Ila mora! fondan1entale dei n1anuali
Ripr ndiamo br vem nte in e ·am gli elementi prin ipali di que ta
moral p r preci arn la natura la funzion n Ho st o t mpo la
logica profonda h la anima che perm tt di capirn l p izi 1ù
le lin e di forza i limiti.

1. La ten ion tra la l gg & la lib rta

Il principio motor della moral ri. ied nella ten ion che e tra la
legge e la li ertà com tra due poli contrari. tand a un immagin
del padre Lehu la lib rta e la legg ·tann di fronte l una a11altra
come due proprietari t rri ri eh ·i di putano il campo degli atti
umani. Co 1 ·i dirà comun m nte: < po idct lex» o «po id t lib r-
ta '>> econdo . e un atto cade ·otto la 1 gge o ' la, iato all· lib rta.
io eh ' attribuito all una ' p r n ce ità tolto all altra.
La liberta co 'litui e il polo po itivo p r h,, da e a procedono gli
atti umani d altra part e e . a il prim propri tario colui in favor
d I qual gioca la pr unzion ome i dic nel lin uaggi giuridico
quand i tratta di ri. olv r i ca. i dubbi. La . pontaneità dell uomo
arà . empr dalla parte della lib rta.
La legg forma il polo negativo d Ila morale perché vi n a
limitare la libertà re tring ndola e n i . uoi comandi e i u j di vi ti.
La ten ione eh . mpr intrattien con la lib rtà la fa apparir
in vitabilmentc come una pre ione terna rcitata ..ull'uomo
quali che siano gli ·f rzi p r interiorizzarla legittimarla. Alla pon-
tan ità d lla lib rta ·i pp n mpr l trizion d 11• bblig .
La m ral , pr . a tra qu ti due p li ndo 1 int rp Ila
le funzi v re n 11
p Ladi non n 1 n I re ·tri li ,
1 mpr ilibrio • indul n lta ali
l g ap ri ltra alla r lla ua
am . r qu m Iti • • una v 1t
uardiani todi • p arm agli dalla
parte lib rta d 11 n rim tt r in que ti n
tutt l i I al i d 1 pa

2. La lib rtà

La li rt pr entata n i m nu li di m qu lli t mi ti mpr -


1 id nt m nt la li rta di indj nz • il h
o olonta di d t rmin i d p ntr la
1g • n ol • nza. Si t Iv tari applicat
a tutta la le.
na n1 r ita, qua i a • i • U in lina i ni naturali
qui • , .. ad li li • • d l trat ulla b ati-
tudin . • la ri una buona
abitudin o m p pi d li in-
terno p 11 vaJ r l • ni . n ibili
aran • i e o ta Ii ll atto • tr r
an •n ontdbuirvi p iti am nl qu t·
quant par h h- d n m nu
d lla m ral

. La 1

ncepit n rm m nt alla libert d 'indiff r nza


a un· lib rt' da un nt he i m tt di front
n • ha il pot r dj i1 i rza dell obb •
non pw un atto della • d II • ma un att
t d lla ua . La to • da
a d ui d • Di la
qu d ila lor ut rità d Jl 1 I gittirru r
L. RA ~l MA U LI / 3 19

pot re di imporr una 1 gg , div nterà prep nderant . In qu , ta


pro. p ttiva, il prob] ma d 11obbedi nza dell autorita diventcra di
portata gen rale e arà po to enz 1 int rvento com converr bbc,
dell'int lligenza. La que tion d lla forma legal div nterà piu im-
portante d lla qu tione di fondo io del giudizio che concerne la
materia del la l gg .
La moral arà prima di tutto un qu . tion di leggi, di norme di
r gole, il tutto p ro int o in sen o volontari ·tico. In que ta ottica, un
problema crucial , e probabilmente in olubile, 'arà quello d I f nda-
m nto d Jle 1 g 0 i d lle norme. Dov trovare il loro fondam nt 'e
non in una volont' h non ha in pratica ne un altra ragione he ·,,.
te ·a?
La que.-tione nzial in morale ara di d t rminar c ne attezza
la p rtata d lla 1 gge il limit pr ci ·o dj ciò che ' p rm o e di io
eh ' vi tata di ci' eh obbligatorio proibito di ci eh e libero.
h co ·a i può far ? he co a non i puo far ? Tutta la m rale
appare e 1npendiata in qu te domand .
La legge ' la sorgent d lla moralita. Un atto umano di nta
pr priam nt moral p r il rapporto che ha con la legg . Sara buono
o cattivo n Ila mi 'ura in cui ara conforme contrario alla legg ,
aJl obbligo: fu ridi qui potrà . r riguardato com atto indiffi r n-
te. Que to giudizio ara d t rminato secondo il te to della l gge
int rpretata alJa lett ra. La natura della 1noralita arà definita la-
m nt in ba alla ua r lazi n con la l gg , i arà tentati di
• rarla c me una relazjo ·t rna a id ntale degli atti urna-
111.
e una rneravi lia p rtanto he que tam ral dia un largo pazio
al diritto, pe ialmente al diritto canonico aJla giu. tizia, il cui
trattato diventa uno d i piu importanti fino a e rcitar un influ. so
g n ral uUa morale.
Il p ri ol eh mina eia qu . t morale vidente: cader n I
legali mo e n l giuridism o anch nel minirnali mo, p rché la
l gg , dov ndo . re appli ata a tutti non puo r c1amare che un
minimo da eia cuno. E poiché la n1oralità dip nde dalla I gg i
arriverà alla convinzion di aver a salto a tutti i propri dov ri
quand i arann oddi., att le e igenze de1la legge. Allo lan io
v r o la perfezione e le altczz morali i . o titui. e la soddisfazion
del d vere compiut , unita a1la facile tentazione di ridurr la ua
ten ione al minim .
/ P. T

4. Gli atti umani

Gli atti u1nani. no ugualm nt n piti e tratt in Ila pro pettiv


d Ila Jib rt· 'indiffer n a m celt v I ntari tr rari.
a intem tr rei n
n d
r 1
id rat a ti
tipica f: rmand un «in "» ninato nel nza, daJ ·u
tto q otto la I n u erre z
m nti • ntali. La fi an upa • un
titui int ri r lt pii • ui
i ·i 1 1nunmd
n rid lt'l g • tt .
La di ti • tra t ·1 pr . ·nta fum
dimen ·ion int ri re n Ila id razi I
m rali 'ta, h rmai • • • tudiare i
d Il uman in b • • • d Il
n • ta un e ffar pur· a pm-
tuaJità. Il li ta n n tti
materiali d zi n qu Ili • Jeg rm ui
l gg ttivi I att . Di qui na • ·e I ttivi mo, i
la riduzi n d Il atto mora! a to v1 • u mat rialit·
ntrar' t ·' h d r getto.
La d • • i il r e ridu
in atti Ì1 il p ral n altr
dir eh a • atti u • in realtà
L rra ont d • atti tto la I t un b •
tra curand tutti Ili eh «appart ngon » alla lib rt . Ora
pr pri u ti ultimi i piu ri hi, qu Ili n i quali I'u mo i impe
piu pr m nt tutt ndi • ni • er az
di rd· •i la . l m ti d I
u re uman nn lio
z1on alt z ug a .
1norali ti • ccupera a gli atti u •ntere ,
ttutt .Q nzione parti p a n
1 • piega nl up zi ne di •
m t ria nto d ·r n ~ m J r
dalla l g qual mp n piu pr tivi h p iti-
'R DIMAN I.I/ I

i: i I ru I d ila 1 inf tti ' prattutt qu li di m tter


lpa e dalla na ura d 1p ccat h mpr un'"'"''"'·"'.,.,
il t • p m Jt plice a • d ll'att
u • ta ' t nd nza d •il qual
pa • • ·' he ri ali l g 1 he I
h no i. P r qu to • il trattat ti
pr n • m ntale il I tr ttato iI
qual in nd pi n om un t tim nio di ntr li .

5. nza

II t r un n ita d a i ti a, h
1 h in lla • dam nt at in prim
pian . • rat n Il
t I pra la prud
dalla di i n im nto d lla tr dizione m n •
parimenti dalla •
p dell • a. Ma ormai la
• n I dirig m n , la ua •
d ttur pr pr • Il
an n
• n I' i a
int • ria tra I la lib rt
za ha nt una ,e . i
la e a • d r • •
d1 la • lib rtà •a
• • •. Tu atti uman ,
m d 1 . . .
fil,
m h la a
plt tar t-
t iJ 1• • tra i 1t l'ill ip· I
m r li. ta qu li <li a iutar 1a • in q u fun i ni :
inf rm· rl a1 ·11uminarla p ri uar 1 t rpr t -
zi n l' • ppl i a gli atti u • probi
I d i m rali ti d i qu
<pun rum d l 1a i mo. Tutt r -
. . .
bi m n 1 n n di u ir dal
dubbi di tabilir il d li ri p nfJi
no. In que to scontro la co ..cienza p tr far affidam nto non ·olo u
ragi ni jnt n1e ma anche ull'aut01ità t ma dei morali. ti i quali
con I loro opinioni verranno a co. tituir com una orta di giuri pru-
d nza m raie.
Co 1 coll cata, la e cienza viene a prender un p to e ntral
nell univer o mora! . La 1 gg , per quanto up riore alla e cienza
n n pu s r pplicata ·enza la co cienza n,. ercitare la. ua for a
enza di sa, p r h,. una J gg non è valida e non è cono ciuta
promulgata davanti alla co. cien- a. Anch la libertà dev pa sare
attraveco la co cienza p r definir i limiti uoi qu Ili d Ila legg .
In que to modo tutti li a. p tti pratici d lla mora] vann a fociare
n 11acoscienza; p r qu sto, i morali. ti i on dati da far p r di ·tin-
gu r con cura i div r ·i 'tati de1la co ci nza di fronte alla l gg alla
liberta: co ci nza c rta dubbia la a, crupolo a, cc. Tutto il pro-
blerna d l dubbio che ha tant inter s ato il colo di Carte ·io e
c ncentrato nella co cienza.

La m ral & la Penitenza

S i pr nd in . am la mpo ·izi ne della moral d i manuali


altana ·ubito all'occhio 1 somiglianz eh e· a fi a tra il a ra-
mento he i chiama tribunal d lla P nitenza, alm no condo la
e ncezion emer a in qu st po a, e i manuali ·te· ·i. Tanto da una
parte com dall'altra tutto avvi ne com in un tribunal certam nt
con qualche adattam nto. Mora] aeramento della P nit nza no
dominati dalla legge, che e prim la voi ntà di Dio e d t rmina la
qualita de 0 Ji atti. La co cienza nella moral , e ercita la funzion del
giudice eh applica la legg fi • ando cio eh i può o non i puo fare
cio che i d v o non ~ i d v far . Nel1a Penitenza la co ci nza è
o ti tuita dal confi ore per iò che riguarda iI giudizio da pronun-
ciare ma int rvi n com ac u ·atrice con la coni .. i n delle colp
p r cio eh ri uarda la liberta. Gli atti umani o materia della
morale in quant cadon otto la legg con una att n ione speciale
ai p ccati eh formano la mal ria della Penit nza. Ila ua fun ione
di giudice, il conf ore conclud il giudizio dando una penitenza
oddi fazion proporzionata, in ba alla giu tizia, alJa gravita della
colpa, la qual corri ponde al rimof'o eh puni e la colpa nella
co cienza. La morale e la P nitenza no jn que to modo con pit
in una vi uale giuridica e legai . Aggiungiamo d'altra parte che tanto
i morali ti me i nf ori . n
• rdi • • n
.
z il ib l
n rd r·m J • a
ri ordia di ina. Tutta • • ir
manuali p an ' • "di •
• rdi h upa il • ip I
. . . .
. . .
quan r 1 10
moral tt p r il p ri di
I

La r b bili m

nv un p· r la . u ntr
h hadi • im rali ti gitat 1 ~
'fam r p •
• • 11 pr h un •• Il
.. ttoJi a in u . • J'in , il
l·v r n i a d I
pr ba hiamati
, in n indi a
1zzaz1 n n Il .. um-
ma di n di iudizi
I d fin· a i • nr di un
m ni ra d n h 1 i m d • • i • 1 nza.
Il pr bi i a. i u 1 l• ·tion
d J dubbi • t al • • la m tcmp ba i
d Ila qu • n 1 nn n •n li. m al ppli-
ta 1r uman i n Ja I h ' r nt
d ll'obb • ral . L· • aie p ntr ta
sul limit . para tto la I

• p • H.
il t. ma
B S D
I.I , e Il .. t.
coli. J . « i
arholic . R. i i-
,me. t. 7.
324/ PARTE O A

libero, cio che appartiene alla legge da ciò che apparti n alla libertà.
Ed è là che il dubbio va propriamente a in ·erirsi per decider e la
legge ha veram nt pot r in un ca o particolare. Una legge dubbia,
ia riguardo alla ua L t nza sia riguardo alla ua appli azione,
perd tutta la sua forza obbligant , econdo il principio che «lex
dubia non obligat», che una legge non ufficientem nt pubblicata e
perciò non uffici nt m nte cono ciuta, non obbliga. Il problema
con ist quindi nel di cerner la vera ntità del dubbio, che può
togliere l'atto dal dominio d Ila legge tra ferirlo a quello della
libertà. La qu tione del dubbio che i ritrova in tutti i ca1npi
pr enta difficoltà speciali per la morale p rch., qu ta' obbligata ad
applicare regole generali a casi particolari, ad atti ingoli formati di
elementi circo tanze molteplici variabili che ne· una legge puo
prevedere totalm nte e che ne. una fonnula i ne generale puo det r-
minare in dettaglio. In que to modo il probi ma d l dubbi tende a
invadere il campo della morale, oprattutto quando e i te una ten io-
ne di fondo tra il oggetto lib ro e la legge.
La que ·tione del dubbio è p ta con l'appoggio delle ragioni
contrari h confliggon , d v r giudicata dal loro raffronto. '
La po izion tradizionale, mpre valida del r to in tutti i campi era
di far pendere il dubbio in favore di quella po izione che aveva dalla
ua I ragioni migliori. Si poteva p n ..ar cosi che una per ona era
ciolta dall'obbligo legale e fuggiva alla colpa moral e, in un ca o
preci 'O le ragioni c nt:rari ali applicazione della legge aves ero il
opravv nto ulle altre.
Tuttavia nella mentalità giuridica e legali ta ormai dominante che
porta a e a perare le q ue tioni morali e per 1 orientamento di qu ta
morale verso il acrament della Penitenza, che non è oltanto un
tribunale ma anch un luogo di mi ricordia e di perdono, il po to
dato al dubbio e potuto sembrare troppo rigoro o per e ere applicato
a tutti j ca i e a tutti i fed li. Qu ti n lati i m t' vi, pen .,iamo noi,
eh hanno dato origine al probabili mo.
Il pdmo a e primere 1 idea che originò poi il probabili mo fu un
do1nenicano pagnolo, Bartolomeo da Medina nel 1580: <<Mihivide-
tur quod i est opinio probabili licitum e team equi lic t oppo ita
probabili or it>>(«mi sembra che se un'opinione e probabile ia 1 cito
eguirla anche se i 'opinione ontraria è più probabile»). L idea del da
Medina che poteva andare p r a e confusa tra mili altr opinioni fu
ripr a dai morali ti della Compagnia di Ge u che tavano laboran-
. . ..
un nu 1zzaz1on una p1 intilla h
a p co a n un inc ndi • llar a t· la h i •
st nta a d< m rio. i pp rrà • ·riti durant
tutt il gr : ·n 1 tal Jt i fra I
lai i 1
.
ad l p • i.m pii , p rquanl
p nand • •• ib rtà 1 av
n u lar 1 cito 111
ce l op1 babile nuta da
f' l ' pt ti
f • U n pl
l a i • . n nr1
han.no fatt n barr I Il n la qual
naturalm nt o colui • 1 a pm ra i ni. La bilancia d Jla
• nza • uo equilibri i vorra pa • t m r
i fatto tu ti inar di
ITI l am n m1 n h .i
abband n . . 1 .
tituir un n
n· ilti-
mm La
. . . .
q u un pian m a
l a • tr i
. .
li tutt
g al .
Il probl i mpli a p r l j to n 11· p i
inioni r·1gi ni co idd tt rn ». La •a • a
nd • • • idi i prima di tutt :u ragi m 1 r dalla
n· tur d li tti. Il n m· • m ha 1 • p t-
ti I· 1 ralit li • m
d 11 l ntà d l l • . Da ali ra
in • 1m n n dj
·i n. i • Jla natura d r v lg r ·i
ali Ila r rmul • l tt r' n la q
Il'· ta • n pu ar o qu ra 10n
. . . .
n ann un :1 r nd n I iudizi <..O
pm1 ru 1a
I indi a i n • • m rali ti n rati m h p • n
in m ralc un rit· int rpr tati , 1 ui giudizi ·titui, n una
326/PART SE O A

sp ci di giuri. prud nza come nel campo del diritto. Il valore di


un'opinione ara timato p rciò in ba e al numero di teologi che la
sostengono, pur accordando un pe. o maggiore ad alcuni teologi
eminenti la cui autorità è ricono ciuta dalla Chie a. P ravvalorare
un opinion pr babile ba terà per e mpio la . la autorita di un
ant Ago tino o di un an Tomma o· ma. e l opinione di que ti autori
propende, e per la legge e per l obbligo J gale che ne d riva cadrà
di fronte ali opini n di qualch m rali 'ta di prim piano eh ia 1n
favor della libertà. Que ta perlomen è ]a logica del i tema.
Co ì intorno a qu . to prob] ma, na quero qu lh eh ono tati
chiamati i «.i.temi della m ralità>> cioè le corr nti principali d lla
ca i tica moral . Enumeriamoli br vemente: il probabilismo: è le ito
eguire un opinione probabile anch l opini ne contraria in fav r
della legge ha maggiori pr babilità· il probabiliorismo: i deve em-
pr guire l opinion eh ... più pr babile che ha più ragioni a
proprio favore· il tuziori mo: i dev . guire empre l'opinion fav -
revole alla legge, che evita il pericolo di infrang rla. Gli stremi n
tituiti dal la i mo che è la tentazione cui va oggetto il probabi-
li. mo, e il rif?ori mo che ...il ·uo ppo to.
La e ntrover ia t rmin rà . !tanto alla fin del col XVIII con
l'intervento di ant Alfon. o d Liguori (1696-1787 . Egli i mu ve
compi tam nt nel quadr eh gli e 'tata tra m so dalla a i tica.
Vale la pena eguir il uo ragionamento, eh de] re to è molto
caratteri ti o. 11principi è he una 1 gg dubbia n n promulgata
uffici nt m nte perciò non obbliga. Ora c è un s condo principi
fondamentale che dice: «Melior e t ondici po identi » o sia la
pre un ione, in ca o di dubbio, ta a favore di colui che po ied un
ben . Conclu ion p ibile: e lecito tutto qu ilo che non formal-
ment vi tato da una 1 gg divina o umana, perché Dio ha dato
a11 u m i] m ndo intero com r gno gli n ha dat il lib ro u o,
con l' ccezion di mangiarne aJcuni frutti. La lib rtà pertanto e
anteri r aJla legge che viene a limitarla. Ma p r hé que to v to
p . sa o p nd re la libertà ' nece aria eh ia p r~ ttam nte chiaro
manife to: la lib rta <<po. iede» e upa il po to fino a quand una
legge certa non venga a loggiarla.
on ...l cito tuttavia enza un vidente lealtà atten r i a un modo
d agire contrario alla l gge le ragi ni addotte per dubitare dell'ob-
bligo anche e eri ono m no importanti di quelle che militano per
l 'o rvanza della legge. In qu to ca o n n ci ·arebbe piu vero
pirito . i s ntir bb in lin r od r la
al gg h,. ·i p h
ri • 1 rl
• • i una p • ' tr 1
r • ni li
.I 1 n r ba
D p l illa • • ·azio tr
Ii ti durai • •J • a d1 1
un •• • il rit m p n
• u • 1 1• ba bili
·1 I i hi
t I • r nza n -
lo in i • i ~t •
t nza. i • ·icur z nt'
D lt hi ·a un· • • di hiarar
l q • • • • i in qu
m d 1 p d i • ti.
Il pa • • n pur m rita tutto il 1isp tt tutta
ti • r • la eia tutt· via li • • • ti di
gu 11 ua li • ti e .I
m ra1· • I· n '
un i I • più
n v di·un 1n 0 li i Un iti d lla
di cui ·ant' il rappr s nt· nt piu a • , in
quant i· i di fond parano qu al da
san T mma dai Padri, ·ia n l1 ni zazi
m bl • L ·ct nt'
• di n ulla d 1p , ·i '
t hiu. a un ta h
n la I· • dut . u u1nan h j
ri contra n i P dri n • i ti m d I
tutt int rr in art an h di ·t rt .

on lu.i(n

La m i manuali d p -
pnn • i n 11 t 1 nt La
il u influ tal i n tri iorrti
328 I PART • E ONDA

e tendendo i alla predicazione, alla cat che i, ali in egnamento in


tutte le ue form . Si è talmente impo ta ali' opinione comune che
molti oggi pen ano non e ervi mai tata, non aver mai potuto
e .. erci, nella t ria de11aChie a una concezione div r a della mora-
le. Il uo influ o i è fatto entire anche ul re to della teologia fino
a mostrare i d g1ni stes ·i ·ott l'angolazione dell obbligo come
princìpi impo ..ti alla fede dall'autorità del Magistero eccle ia ti o
con il continuo t ntativo di ridurli al minimo perché ritenuti un limite
impo to alla ragion laddove i Padri antichi vedevano nei dogmi una
fonte superiore di luce.
La forza della morale dei manuali e d rivata dal fatto di e ere
concentrata tutta ·ull 'idea e ·ul entimento dell obbligo e dalla ua
confo1mità con la mentalità del tempo. Una morale simil a quella
dei manuali i ritrova effettivamente in tutto il pen iero occidental
formulato dai fil ~ofi e accolto nel mondo prot tante. Co ì, per
e. empio i potr bbe i tituire un parallelo tra la morale ca i tica la
morale kantiana fondata ul ntiinento del dovere e sull'imp rativo
ategorico. La m d . ima upr mazia della legge o della norma
d 11obbligo o del dov r la i ritrova anch n 11interpretazione dei
due comandamenti dell amore di Dio e del pro imo: ' la te a
tensione tra ]a legge e la Iibertà, malgrado lo forzo di Kant di
interiorizzare la legge nell'ambito della ragion pratica. Vi i co tata
la m d . ima diffidenza ,iguardo alla pontaneità riportata al livello
del entimento e un uguale mi cono cim nto di una pontaneita
pirituale apace di creare un 'e ·perienza uperiore ai s nsi. Infine,
ia da una parte eh dall altra, il pred mini è dato alla giu tizia
legal e all'obbedienza. La differ nza di g nio o di ambiente non
impedì ce una parentela tra le idee principali. La moral dei manuali
può co ì e._ ere con iderata com un fenomeno e una i tematizza-
zione tipici delle concezioni morali dell poca moderna.
ggiungiamo ancora che toricam nt i dovr bb tener conto
anche della reazione antiprotc tante eh ha in parte influenzato tutta
la teologia po ·t-tridentina e in modo particolare la morale. Ne parle-
remo più ampiam nte nel pro imo capitolo.
Per dare un giudizio più equo ulla m rale dei manuali dobbia1no
convenire che e a ha in buona parte a olto al compito che le era
tato a egnato quel lo di mettere alla portata dei preti e dei fed li
I 'e enziale della morale cri tiana in una trutturazione adatta ali
e igenze e alla mentalità del l'epoca moderna. Conviene riconoscer
Lf / __

• irnita d Ila pr ntazi n i qu ..ta mor J in rapp 11


a una ritl n t • ' mpr am o un pi urali mo di
• • ndi al at I zial
a al
. h m i pr t • n i -
r nt a a
rim d I cri tian .
Ini ia a upav··olo una p nam nt moral
r la: iat un s onv r d lla. piritua-
rali. ti di a l mp an h
autenti • • ·itu· li . , qu
ral n id
h at in un an na • :ulla vita
. ptrl 1 nl i ·ta non n piu b. p rI n-
zi 1
D tt q • nti m pi nam I
• • d Il I i rn nu • m
n d 11 • • ni d 11 m ral h
a ha alla • tra m 'i1 a
tuttavia piu diffi • • L p .1
• Jle in. u iù
. li t 1
manuali 1t· pr nd
di hiarar.·i • ti 1enza
i volt i trov· d
ì n n • dall a moral
h • • • ar . n i tutt l g
lib h di. tru l· m ml • .. nd m nti
h I • ur tabilit .
h tutti i
ge e • , prud n , v· giu-
gnifi ifica • r
. . ,
rat 1mp n p
fin immutata • • lti ut
a ri h· nn in buona r. i al p • di ·an
Tommas , • n a ac or • id vane a quc top
. ignificat una p rtata n i er • • a au ·a
·truttura d Ila m r I all e i . i i. pir· ano.
Il mpi t d 1 m r Ii t· ri a ..
un mpit h lo p rta rifl UI
330 / P RTE. O DA

morale. Un ottimo metodo per arrivarci pare a noi quello di tabilir


raffronti tra le div r e trutturazioni della t ologia 1n rale operar
nella . toria, pecialm nt in . ant Ago tino in san Tomma o e nella
morale casi tica. A un . am più attent arà facile avv rtire eh la
trutturazione intorno all obbligo, propria dell epoca mod ma non'
la ola po .. ·i ile, che nella Cme ·a ono e i titi altri m del1i di moral
e eh la ioro antichità non impedì e affatto che e i po an corri-
·pond re me lio all profonde a pirazioni dell'uomo mod rno. Un
ant' go tino, eh comincia la sua e po izion della mora1 cri tiana
e n la que tione della vera felicita dell uomo non arà for 'e in grado
di ri vegliare la en ibilità del no tro cuor in mi. ura maggior d l
morali ta eh non , a parlarci eh di I gge di obblighi? Qui n n i
tratta oltanto di un proc dim nto p dagogic : la que tion d Ila vera
felicità dell'uomo, appunto perch,, ri pond alle a pirazioni naturali
d ll'u m verso la verità e l'amore con tutt le loro e ig nze che
uperano di gran lunga qu li d lJ'obbligo è una que tione d ci iva
per tutti gli uomini. Trattata pr ntata com i deve puo aprire la
via a pro p ttiv morali piu largh p r noi che n n quelle d Ila
ca i tica o delle modero morali dell'obbligo.
11il l qu Il< rdi e im

LA LIBERTA DI I DIFFERE ZA
LL ORIGI ED LL MOR L
D LL OBBLIGO

l R T DT
R

Pr nza n1ist ro /-"Ila lib ria

r taur r un difi i , i mjn


l ~ nt ·ì d tam I bili
• nt 1 ar hit uura dim i.
d 11 prim b·:tsi d ila è e rtam nt n z1
Ila li ', di pari p on un 1minata rappr •
li .u • tà. 1n I· m i n
a ~ul u m rim·
P n t u]I u aco a I no e 9)
fa izi
jn ui r • ITl 'imma-
• i Di n li' u • , l ... • • t · la
nanza di ui i pr pri lla Prim un-
d Potr mm dire an h h la ra tazion di Dio
d Il n tr r 1 zi n.i n ui dip nd in u n p rt dall n tra
. 86 / P lff , TFRZ

id • i lib rt . on h 1·u m n pi. a n anam nt


p • imma ine: ma i n . tri • on Di I n ·t
n in itabil 1 nati dalla n r nt -
lib rtà umana • i li
i ia dat p r impara
• itua al ntr d ·a ist nza n . tra
nza i in d I n ·tr v I r dei no tri atti. La li
i, m cto eh abbia1 di piu per nale. P tr m1 p r io
h niente ia li • to: a ntir i parlar di lib rta,
k

a riv i at a u mbra h ·ia a tutti amiliar


d ri ant d· t m una pr pri t in· li n -

I tnl • m
f d tia1
mpr all r h n
d i • lli
p t n • • 111 vazi n di ambi· m nt
i di. tn.1z·
m di che con tam
'orig nali,
e ~ ne una i
rd· • • ' ad gu t· m
z ta n Il
I pr a 1 d I
p n. i r in ui i ri p hi t·.

ri ulta van pr a niar una definizi n ad


Iib il ri chi
di n n lr aria di ntraddirl
tu tt • Il vi e un a e •uffi n t m n t
• perm t • i de· • tti n nitid -
a n d
a 1a la • • ui
. .
1 nt1m dir t , li
h • il u 1 uo prima
p d Il p rienza d i pr d a a rifl t pr pria
Ii ull rea]ta m rali h I lib enera: la r , p ili a, il
n il m· I , la irtu il do ità la m nz na il m ril
il ti ' . È ufficient • ia far un po di
rtam , ul ammin 1 np rL
in • • ' in ui , i ·itua l lib rt' . Qu i ..
m • ~ a data da ocr il
• • or" l
I rta d Ila libe
1n • m· re illumi : ornita
dal Ia • • d 1 • nza m ra n , • • d 11
ilu • ·on d lla parti i-
nat un u 1 r rt·
• a • tri att' al i. ma ha p
d ria • • di m ral h la I
il tti • • li l
. . .
1n I
1
. . . .
J ,
.
• p 1m n • • I
m i d. a, in nt e n
ri h ' • ·n· • pr
• tt li la u • bbiam
nz di du gran • • mi • • mora! :
l • • • d Il ir1u, a • • i Padri
• • • • l m nli d Il d i 1 nti,
d • l' a m d ma. u· 11 • i a di
n • l • • rna • aq slruzi ni
n ilm tati l radi
prima, r • 11 • i d Il • rt : I • rtà d"indifti -
r nz·1pe ali d b• quelJ o· • • m Ja lib rt
ct·qualif morali d 11 ità tatar
qui un n la • • • • :
.. . .
1 m 1 ·a a • d gli
la tra, • • • d li
• h d
• di 1 .
11to r • 1v Il • izi
G li m.
Ti mma ·o u nu a n di li
r m L ·ol u, limitat n I t mp , e m
un in rinatura h ·i pr d u in un' p a I nt na m una
388 / PARTE TERZA

e1nplice di puta scolastica tra France cani e Domenicani. Nella ua


dottrina sulla lib rtà e ulla mora]e, san Tomma o ' l'interprete
sicuro della tradizione dei Padri, di cui si nutre, e del p n i ro
filosofico greco che gli utilizza m ntre invece Occam e veramente
l iniziatore di una idea della libertà della morale he molti teologi
e fi]osofì ucces. ivi riprenderanno anche quando i opp rranno al
nominali mo o, piu mplicemente, lo ignoreranno.
on po, 'iamo più ridurre il dibattito a un confronto tra antichi e
mod rni perché al di la dell idee e d i libri l e ercizio tesso della
libertà e l'esperienza dell'agire hanno mant nuto la coe'i tenza di
queste due grandi correnti del p nsiero moral , eh i scambiano i
ruoli: l una i fa tterran a quando l'altra occupa la up rficie. C 'Ì
ancora oggi poL iamo ritrovar]e e rj ono cede in noi, n lla profondi-
L

tà della nostra co cienza ed 11ano. tram 1noria, ·e in sse sappiamo


penetrare. L'attuale tato di cri i della morale cristiana potrebbe
ere un mom nto fav revole grazie alle cosse eh determina per
far m rg re di nuovo 1a d ttrina della liberta di qualita, che ci
mbra re piu ricca e più adeguata della liberta d'indifferenza. La
frequ ntazion di ...an Tomma. o di Occam e degli altri morali ti ci
può 'ervire da rivelator , procurandoci guid mod 11iper la no tra
ricerca· ma il problema della liberta, tutto ommato ci colJoca davan-
ti a una celta attual che . arà nza dubbio d t rminante p r il
rinnova1nento futuro della morale cristiana.
Nel no tro tudio, e porr mo le due oncezioni la lib rtà d'indif-
ferenza e ]a libe1ta di qualita, n i loro tratti caratt ri tici, e mostrere-
mo la logica eh que 'te concezioni generano nella costituzione d lla
morale. Uti liz er mo i dati che ci ha fornito la no tra indagine
torica, viluppandoli e pr ci andoli cu andoci fin da ora d lle
inevitabili ripetizioni. Ma la no tra pro pettiva arà principalmente
i tematica o archit ttonica: ome è stata concepita la lib rtà e e me
la ua rappr ntazion ha guidato ]'elaborazione della morale? Ov-
viamente ci co1l cheremo all'interno della tradizion cattolica, ma
tabiliremo frequenti contatti con la filo ofia moderna che dip nde,
anch es a e piu di quanto non i pensi, dall correnti di idee che ·1
'0no viluppate a partire dal Medioevo.
Inizieremo dall tudio delJa Jibertà di indifferenza, anch e a
risulta post riore da un punto di vi ta torico, perché è la concezion
piu diffusa oggi. Que ta concezione occupa talm nte l' rizzante del
pen iero e dell 'e perienza, che bi ogna procedere a un'autentica
18 .R1·· DI

n p rta p r • re la lib rta di qualit·. nvi n dunqu d n-


dal prin I nl ratt ri ti i uoi limiti al fin di
p t r per pir , i ui ' iu in renze ntra ti
qual ia la natur la di qu
t ri am nt i rta una diffi lta di fatt
n . an To • • n con iut la con • nomina-
Ii. ti d 11 , hann t nti a
la pr pria fi rza u cita iI
n r nt nque id nza I
J r id a di h un am nte n nza uman h p
ttrav r. o i di ttiti int 11 ttu li può f 1nir • nch ·a id ti nec -
ari.

lBERT JI

u interpr t :i ni del/ d ifini-ion di lib ro arbitri

a lin a di d mar azi n tr J du n ioni d 11 lib rtà h


andiamo a . tL tr iata, tor'
d Jl int rp1 • ni dal I la prima a • •
• • tra n ard
rbit r . I
• il b n ta
I
za» .
1 1zio di qu t efini i n n du • • • di -
tr lm nt pirand i nali i ari li lta
mma a • gat ·b rta un fa ro
dalla ragi n ol nt ·mm per att di
lta format a un iudizio pra • da r an
mma o il li itri n fac im • pr upp -
n I int lli t . j ra unqu Il in linazi -
ni li n titui n fa

·um e • tioni • ua num li itur gratia


a m I en
q a al lo i am nr pr edut.a
d, n2 (q. tà q. ->·
90 I PART T RZA

l contrario, Occam , o ti ne che il libero arbitrio pre ·ede la


ragion la volontà in quanto le . pinge ai loro atti perché io po ·o
liberamente egliere - egli dice - , cono cere o no, e volere o
no. Il liber arbitrio è, s condo Occam, la facoltà primaria, anteriore
all intelligenza e alla v l nta quanto ai loro atti.
Que 'ta interpretazione ra già tata formulata nella cuoia france-
. cana. San Bonaventura la riferì ·ce come una prima opini on ulla
distinzion tra lib ro arbitrio, ragi ne e volontà: il libero arbitrio «è
la forza che comanda alla volontà e alla ragion , eh le regg l
muove entramb ; il uo atto primari n n ono il di cemimento e il
volere, ma è l atto rifl . o u qu ti due, che li muov e li regge, cioe
qu t atto eh noi primiamo quando diciamo di voler di, e mere e
di voler voler . Qu t att ' il preambolo d Ila ragion d Ha
volontà qu ta pot nza corri ·p nde al Padr perch' il uo atto è
quant vi e di piu potent , cd endo m ma
mov nt »·.
Stando a que t primo punto ·i compr nd e m la lib rta non
po a s. re provata perché ogni ragion che i può portar p r
dimostrarla ont rr bb Jem nti tanto dubbi o curi quanto alm -
no le conclu ioni eh e ne tratT bb ro in favore d Ila lib rta (Oc-
cam, Quodl., I q. 16). La libertà si pon com un p tulato come un
fatto primario d 11' sp ri nza umana. E infatti co tatiamo eh , qual
eh ia la de i ione dettata dalla no tra ragi n , la no ·tra volonta pu
guirla o meno Quodl., I q. 16 .
A partire da que ta e peri nza come po , iamo definire la lib rtà?
La libertari, ied utta n I p tere che e proprio del la no tra volonta
di determinar i tra gJi opp ti e ciò a pa11ir da é la cioe tra il 1
e il no, tracio eh detta la ragi ne e il ·uo contrario tra v lere e non
volere agire e non agire tracio eh ordina la 1 gge e il uo contrario
ecc. La liberta e n i te, dunque, in una indet rminazione o una
indifferenza radicale d Ila v I ntà nei riguardi d gli oppo ti per ui
sa produc il proprio atto in maniera d l tutto e ntingente. Com
dira Gabri l Bi l la libertà ' e enzialment la pot nza dei du

3 <... et e t virtu, imperan. rati ni l v luntati et utramqu regens l mov n ·, cuìu


actu. primu n n e ·t discernere t v Il , d actu r flexu. , uper ha e duo et haec duo
mov n et re en , ille vide) icet quo dicitur qui· vell di cerner vel velie s velie. ti t
actu • pracambulu e t ad ration m et voluntal m, t ista p tentìa corre pondeL Patri pro
eo quod a tu eiu maxime poten est et primu e t cum non moveatur . ed m veat» In
Il Sent, di tr. 25, p. I. a. 1, q. 2).
• • a qua • • dall indiff r n a tra
·nl a. la li ·i id ntifi m
ol ]i z1 n .
tituir u l d m
u i atti. in q -Paul
La mia lib rt a oiu
mi n· ura: la m nt il t . ut

tra. f rmata da a int rp • ne.


i d fini la n i n ne h s • ita
n ld • nTom n i Pad •
. .
1 ur
m nt una 1mpo
. . n
< una pr n
d fini • di r. Tal a .
pnm • ' • ali·
im • • z~ di
z d ual idi.
ali 1 nza ,·1 r d lon • zata
dall . ma da un r l zi n di man be-
di nz >r hen .

LI rollur '( n le in ·/in :10111 n fili' li

Il punl più d d Jla riti di O am n i nfr nti d 11


d ttrina • Tomma: ulla lib r n • tura d i I i
tra la li l • Iinazioni 11 on di
in linazi ni d 1 n • d 11 ~-,-~ mm la
Iib • • n • n p• • la
Tutta la ·u·1 1 • atural
la pr pria b aliludin . v la I ben ,
ultim , l qu • n pu' rin •r p dir i
, rin lin· ~ • ali • li pur n Lural
unj m ·a alla . lta li d ll
I i rta um n : i in f~ tti Ii

lì hlt in m twn in i h. d· t o<l r n dem r


li la d I he11ee d I mal . par, .
392 / PARTE TERZA

felicita sia in particolare co 1 come mi ·i presenta, Lia in generale,


n Ilo stesso desid rio che a a mi pinge, grazie all'indiffer nza
radicale della mia liberta . Io posLo ugualmente cegliere di cons r-
5

vare la vita o di togliermela. Tutte l inclinazioni naturali, incluse


nell'inclinazione al bene o alla felicita, vengono co I ottopo ·te alla
e lta alla lib ra determinazione della volontà. Le inclinazioni
naturali ono come radicate dalle profondita della v lontà per es er
collocate di fronte a e a, al di sotto anzi e sottome e al uo arbitrio;
non appartengono più all 'es enza della libertà.
In effetti, que to po tamento delle inclinazioni contribuisce a
modificarne la natura. Una volta abbas ate al di otto d Jla libertà,
aranno guardate come impul i di un ordine inferior , di livello
psico-biologico. D l re to, e tutta la concezione della natura che . i
tra forma. L armonia tra uomo e natura rotta da una libertà che si
afferma come potere «indifferente» ulla natura si d fini ce come
«non-natura». La con iderazione della natura e della spontan ità
pirituale dell uomo ottratta all'orizzonte del pen iero. Non ci i
meravigli rà che il trattato ulla fi licità venga pre to cancellato dalla
morale fondamenta] n i manuali e eh qu . to argom nto 1a pe o
cartata dalla filo ofia.
Po • ia1no anche co tatare che un' ppo ·izione profonda i cr ata
tra la libertà e le inclinazioni naturali nelle morali fondate ulla
libertà di indifferenza come avviene nel pen iero moderno. Queste
inclinazioni mbrano in effetti, la minaccia più in idio ·a per la
liberta e la moralita degli atti, perché è interiormente che tali inclina-
zioni i es rdtano e che ci toc an . Qui ·i itua, senza dubbio,
1 origine del divorzio con. umato i, nei tempi moderni tra la morale
e il de id rio di fi lici tà.

La rottura con i.filosofi & i Padri


La eparazione op rata da Occam tra la libertà e le inclinazioni
naturali colpi e in profondità attraverso an Tomma o, tutto il
pensiero antico i filo ofi e i Padri. Ce ne accorgiamo facilment
quando tudiamo le di pute tra le grandi cuole dell antichita cosi

5 Cfr il no tro capitolo torico u «La rivoluzione nominali ta», pp. 284 s.
/3

me l p r mp1 1ceron n 1 D finihu~ rum t


malorum De offici i . Vi dia1n ta ar. i i du 1pi eh
t1tu1 • oe l qu ilupp n 'u' 10m
tra p ripat ti • • i.
a~,JCl\,JO\J p· • altri.
" an- itutt il fam ·n d qui naturam n-
f rmita alla n tura eh b. n ol itar d. id rar
m una in linazion bi • rché riguarda
prin ipalm nl la natura r ar d· ne al
dim b n , ali alla munì azi altri
• ari m ral haperobi tti J
h f n· tur umana: il pia il im nto
d i bi o i peci di b ni la virt . L cuoi i di ingu n
p r la di delle lor risp te, d' • • in ba, • lla propria
ncezi n d li u m • rn tu • pr 1l in d l « qui
n turam».
Il nd principi n ral i
in ntra n Jla que ti n d 11· « ita ual li ita per
1 u mo quali • no le vi raggiu a fi la prima
a pirazi n d 11• natur uman ; n è a tfez1 guia-
m la n n r qu Ila b h 1· n tu a
pr pon t nnin pim nt .
. . . .
n 1 nz tn ono
n 11elab • ta dom utti Ji ini.
I Padri n • ntati di ad tt·u· q • rin ìpi
• li ha rofondi ti • rtificat' • 11· Ri
tiana. n ra l op d l D•
1 1 di an . • turam»
rda 1 « qui D um > il i tum»
crit • nali o qu u a ttica. p , ia-
mpr • di di mma o abb nza in -
rn • a nza p i pi p li rdin
an d • att m ti di rdin piritual :
p r lui I i Di j • ta in i ol hiar
n • i • gli m n m . i alla natur ioè al
erno divin , ·enz turbati a t nt di un libertà
m . unqu rvi d i m • r le
ru um per funzion
uant u tio li it
me il Limo ion • r ·ta p r i
394 / PARTE TERZA

di cu ioni né e itazioni, la que tione primaria in morale. Ma e si


trovano le ri po t n 1Yang lo in particolar ne] le beatitudini di san
Matteo che indirizzano l a pirazion alla felicità ver o la vi ione di
Dio per mezzo della fede attiva nella parola di Cri t . La problema-
tica clas ica ne viene tra fonnata: il pen iero ulla t Jicità diventa più
p r onal e piu ogg ttivo. La fi licita n n con i te piu per i Padri n"
per an Tomma o nella ola virtu umana com qualità oggettiva
ma principalment nell'apertura al Bene divino alla ua propria
Realtà per mezzo di un amore che viene da Dio t o grazie al
Cri to. Ci' n n togli che tutta la tradizione dei Padri adotti e
mantenga in pieno i due princìpi del << equi naturam» e dell'a pira-
zion originaria alla fi licità: es a anzi li conferma, fondandoli in Dio.
Ora ono preci amente que ti i principi di ba , indi cu i prima
di lui che Occam epara dal nocciolo della lib rtà e ottomette alla
c lta d i contrari. ' una aut otica r ttura che i con urna nella più
na co ta profondità dell'animo umano al livello d i princìpi all'ori-
gine degli atti. Non bi ogna dunque tupir i que ta «rivoluzione»
operata alJe argenti dell agire porti con é uno convolgiment di
tutte le nozi ni morali e del lor coordinamento sistematico.

L' e elusione della en ibilità

L . relazi ni tra la v lontà libera e 1a sen ·ibilita nell uomo . i


tra formano allo ste so modo. el suo autor vole tudio ulle pas io-
ni (o entimenti), an Tomma o ·o ·teneva che queste potevano e ere
buone e acqui ire un valore morale po itivo. Dal punto di vi ta deJla
libertà di indifferenza, le pa i ni appaiono all'inizio come impuL i
di un-ordine inferiore che riducono il campo d Ila libertà aperto ai
contrari. Le pa. i ni diventan perciò una minaccia o un o tacolo per
la liberta. S nza dubbio la volontà pu' rvir i dell impulso d ile
pa ioni come di un aiuto n ll'e cuzion dell'a ione· ma le ente
anzitutto com una diminuzione della propria libertà di celta.
Allo te o tempo potrà embrare eh la lib rtà non p a affer-
mar i meglio e non nella l tta ontro la en ibilità. Senza dubbio la
battaglia c ntro gJi ecce si delle pa . ioni arà inevitabile e n c a-
ria ma i arriverà a pen ar che il valor mora] i po a tabilire
chiaramente e icuramente solo nella contraddizione ri. p tto alla
en ibilità. Sarà que to il rigori m .
LA LIBERTÀDI INDI R ZA / 9-

L esclu ione de li «habitus» & delle irtù

an Tomma ·o aveva elaborato una notevol anali. id gli <<habitu·»


e aveva co truito la propria 1noral pr nd ndo com ba. i prin ipali le
.:ett grandi virtù, teologali e morali. e virtù condo lui viluppa-
no le inclinazioni naturali e l conducono alla l ro perfezione: c ti-
tui. ono qua ·i una econda natura.
E normale che jl nominali mo, avendo ricu. ato l inclinazi ni
naturali in no alla Jib rtà umana, re pinga allo te o modo gli
«habitu » e I virtù. In effi tti l' «habitu ·». per d finizion ' opp to
alla lib rtà di indifferenza, perché c mporta I'id a di una labile
determinazion d gli atti in una e rta dir zion . L <<habitu» ha e rto
bisogn dell 'e 'ercizio dell'agire p r formar i 1na pre ed li atti eh
da o pr manano e toglie loro l a . oluta lib rtà h implica il
p ter di se glier tra i conn·ari. Piu l '«habitu » r ce più o
influi ce sugli atti e più mbra ridurr il campo di qu ta lib rtà. S
i vuol con ervare la liberta n lla ua totalità bi gnera eparare gli
<<habitu>>dal nocciolo della lib rtà . ottomett rli a e' a. Gli «habi-
tu » div nt rann e me d i m ccani mi p. icol gi i fi rmati dalla
ripetizione d gli atti, attam nte delle abitudini, che la libertà p trà
utilizzare com un aiuto n lla realizza ione d !l'azione. Ma bi ogn -
rà empr diffidam d vitare che occupino troppo pazio in m raie
p rché altrimenti i ri chia di v d r diminuita la qualita lib ra degli
atti. m lto . ignificativo, a que to propo ito eh i traduttori di an
Tomma o abbiano e pre. o < habitu » c n <<abitudin » n a p1u
accorg r i della differenza .6

Tuttavia una morale cri tiana non puo a olutamente e. im r i


dall'accordar un po to alle vi1tu poich,, troppi autori importanti n
trattano. Ma a partir dalla lib rtà di indifferenza, la nozione di virtu
si tra, f rma i riduce. La virtu diventa p r i morali ti mplic -
mente una cat goria tradizionale e comoda in cui p ter --istemar gli
obblighi morali. Nel campo della lib rta di indi fer nza non abbiam
più cosi bi ogno della virtù: ·arà quindi logico t n rla in di part . Ed
ciò che faranno i manuali di m rale quando opprimeranno il
trattato ull virtù in m ral fondam ntal e o ·tituiranno lo eh ma
d i comandam nti a quello dell virtù p r divid re ]a moral p cial .

6 fr il no. tro libro Le renou,•eau de la morale, Il, c. IV: «La v nu


qu une habitud > Pari 1964 1979 pp. 144-164.
I

n dubbi 1 ·arann an r m lti uomini irtu i ma I id a


d LI irtu rà praticam nt m r : n n ne re t ra h l m r .

La r ttura della durata, d LI jznalità


l t mizzazione del/ a ir m r l

li nd dal ntr d Ua li m linazi IÙ natur li i.rtù


il n minali mo ha pez at • ami eh uni an fra I r li atti
m raJi li r nde ano tabil ur ta in una u.............
,., rdinata
dalla finalita. In an Ti m li atti d Il u m
n pr p ttiva di un fi
d u m , d Ile virtu h • uran un progre
qu fin . Gli atti umani ì oli gati dal
Jj tti interiori) p r f nn • in iemi, organi • ur • in
il n urne va il p r parava l' avv • .
11n • • mo di a Il rdine. la Lib r
l ta tra i • h p i
onta al n • atti i
i epar Ji tti prec don u n .
• di togr a li I n tra libertà di ind n n
p n entire eh i n tri tti pa ati d in·
a • nt , né perm t h in qu ta azi i d rm1runo 1
n tri atti futuri. La lib rta quindi ta tutta nel p a rea
h divid dal pa at dal fut ezzando la dw· f. m
una ""'""' ....,.,· di i tanti quanto far a hi-
na p • nza fil . t mor le ' rm • •
at nad un i tratta di quella
• • ne d 11 .
u nt m nt la 1 1n ifl r nz ar ita om
p r intero a i • a di prin ip· fin dal primo
d Ila vita • t m nte, puo r limitata da
• di qualsia i ordin , in • ri o esterior· lata
u i ne di un atto; ma ' tale nella v l nta-
ria imo tr rà con la ·ua n i confronti • ni limit .
Qu p ie di liberta n n • gno di ere r : n i u i
• i parla di una il rm • Ja iduzi n d i
limiti riori h la li . • n uperare n p r d ignar
un ita int ma. La a ita uman d lJ m ral '
A LIBERTÀDI TNDIFFER NZA / 97

compi tament tra formata. Nell'uomo si su seguono gli atti liberi


enza eh alcuna unità po a più raccoglierli in pr fondità come
arebbe l'obi ttivo di raggiungere un fine, oppur il s ntim nto della
per·onalita. La considerazione della finalità i conserva ,enz'a]tro,
nella valutazione dell atto morale; ma qu sta con iderazion ormai
ridotta alt dim n 'ioni dell atto ingolo. E una finalità non piu di
lunga portata com per an Tomma 'O. Il fine non apparterrà piu
all'e enza dell'atto ma diventerà una circo tanza eh lo qualifica
dall'esterno. La per onaJita inte a coine la so tanza permanente otto
il flu o degli eventi che t nde a unificare . compare dietro 1 agglome-
rato degli atti che i ucc dono in modo del tutto disordinato.
Citiamo un buon cono citor di Occam: «Se e vero che caratt ri ti-
ca della p r onalità è l'indipend nza che la dignita t s a della
per ona umana è I gata aJla facolta che es. a ha di p rre in ogni
m mento l atto eh vuole e come 1 vuole, la p r onalità è inafferra-
bil . La ola co a che importa ono i uoi atti succ sivi e diver 'i
che cadono come piccoli frutti i olati ognuno con il proprio val re ...
Quella che noi hiamiamo la per onalità non è altro che il prodotto
laborio o del gioe artificio o di ricompo izione di un puzzle. Gli atti
ono caduti ognuno con i uoi contorni bizzarri co rdinati. oi
c rchiamo di cla ificarli, ma ciò non dà loro né unità né rientamen-
to. La di continuità dell uinano è una d Ile conclu i ni fondamentali
del la p icologia occami ta e que ta p i logia ci conduce diretta-
ment a una m rale in cui olo gli atti, arann pre i in con, iderazio-
n » 7 • Il terreno d Ila morale è convolto: non è più occupato dallo
, tudio delle virtù ma diventa il campo degli atti singoli, poiché ogni
atto dovrà e re ormai indagato in ,, ste o co 1 come è stato fatto:
aranno i ca i di co cienza com i dira nel ec lo XVII. Ci troviam
ormai di front a una m raie degli atti o a una morale dei casi; di qui
il nome di ca i 'tica.

La passione della libertà

on ci i inganni: la demolizione - è il termine più satto - della


m.oral di san Tomma o da parte di Occam e dei nominali ti non è il

7 G. DE LA ARDE, La naissance de l'esprit laique au déc!in du Mo en Age, t. VI:


«L'individuali me okhami te», Paris 1946, pp. 46-47.
398 / PARTE TERZA

ri ultato di una di 'avventura o di uno piacevole error provocato da


una d bolezza del pen iero e dell concezioni morali. Si tratta in
realta degli ffi tti diretti ctuaramente dedotti e po itivament voluti
dell' autopo izion d Il uomo, che ta al cuor te o della lib rtà di
indifferenza. Le cons guenz e le manife tazioni p ono e re
negative; nondim no procedono da una volontà primaria di afferma-
zione della liberta di fronte a tutto cio che lib rta non è. La per ona-
lita può di 'Solversi di tro agli atti di parati che a ong1na, ma c10
p r e ncentrar i su di é e fuggire, per I diver ità e la contrarietà
t a degli atti uc e, 'ivi, alla presa eh que ti atti potr bbero offrire
ulla libertà.
La libertà di indifferenza non è dunque co ì n utra, né co 1 rena
come lascer bbe intend me I'e pre • ione. Es a è ben altra e a
ri p tto al1 <<apatheia»ricercata dagli toici e ripr a alla loro manie-
ra dai Padri p r de ·ignare una tranquilla padronanza ulle pa ioni.
Dietro all'indifferenza della libertà i na conde, in r altà, una pa. io-
n primitiva non oser mo dire naturale): la v Jontà nell'u mo
d ]l'affermazione di sé in una radicale differenza ri p tto a ciò eh
non è é. Tale è l'origine d lla for a del dinami mo di que ta
concezion d Ila libertà, per quanto negativi po ano e r i uoi
effetti di orientanti le sue manifestazioni. La libertà di indiffer nza
è anzitutto rivendica ione del potere eh l 'uom po, ied di e gliere
tra i contrari, a partir unicamente da s ", d è ciò che chiamerà
indip nd nza o autonomia, ma inte a e me rifiuto di qual ia i dipen-
denza da ogni norma legge che non promana da é. Ora, qu to
potere non si manife ta mai co ì chiaramente com nella negazione,
in tutte Je ue forme: il rifiuto la critica, la contraddizione, la conte r-
azione. Que ta è, almeno una prima manifestazione caratteri tica di
que ta orta di pa ione che potremmo e primere on la formula:
e ntro tutto ciò che p r, e p r tutt cio che contr , ioe p r la
lib rta di ere contro perc~é non ci embra mai di e r liberi 'e
non in quel momento. La libertà j primerà ancora nel gioco
d 11arbitrario, rie r at qua i per gioco.
Una fra di J an-Paul Sartre nel uo Le Mots e prime b n que ta
- pa i ne della libertà l gata aJla frammentazion del]' i tante: «Io
divento traditore e lo son re tato. Ho un bel mettermi completamente
in cio che intrapr nd darmi senza ri rve al lavoro, alla collera
ali amicizia, in un istante mi rinnegher i, io Jo , 1 voglio e mi
tradi e già in piena pa ion , con il pre entimento gioio ·o del mio
A LIB RTA D1lNDlFFE A/ 9

tradimento futur >>.Una ola pa ione ha spul 'O tutte le altre, quella
della libert he qui op ra attraver o il «tradimen o».
Citiamo ancora un pa o da Le j unes fill di Month rlant:
«L'inumanità di o tals non prov ni a dal fatto he egli non pot va
provare . ntimenti umani ma a] contrario, dal fatto eh gli pot va
provarli tutti indiffer ntemente a volontà, come e per ognuno di
que ti fo . e , uffici nte prem re il pul ante appropriato. L'arbitrio
nza limiti h ._padroneggia ulle vite uman : alcuni e rcano di
combatt rl , altri non n hanno nemm n co ci nza. Co tal n
av va co cienza e piutto t che ffrirlo, pr f riva adorarlo». lndif-
:Dr nza arbitrio ono que ·ti i tratti tipi j di qu ta peci di libertà;
l'adorazione rileva la pa i n eh s a può g n rar .
All 'intemo della li rtà di indiffer nza e dunque la pa ione
greta d ll'affennazione di ,, al di là di tutte le manife razioni ed
pre ioni con cui que ta affermazione i pre enta. Po iam chi -
d rei a que to punt il rigori. mo kantiano, con la ua e igenza
crupolo a di di •int re m ral non proc òa da uno forzo di pe-
rato per fuggir ali . oziale inter p r é eh è la molla di
qu ta eone zione d Lialibcrta e dell'uomo.

La fedeltà ro es iata
Con, guent m nte, ome ci avverte il te to di Sartre, la fedelta e
completamente rov ·ciata. La ~ d ltà nel , n o abituai c01ne 1 ga-
me ricon sciut tra la v lontà e un bene un id al , una persona, una
forma di vita, una i tituzione una celta anteriore che a sicura il
p rdurar di qu ta volontà in un , n ·o d terminato, que 'la fedelta
ambia valor . Diventa una minac ia pr prio p rch" a è un
l gam che in._idia la lib rtà di celta tra i contrari. Sarà piuttosto il
tradimento a diventare buono, perché e· o ·olo n erva libero il
campo alla pa ione d 11affermazi ne di ,,.
Certo raramente si spingono le cose fino a que te e ·treme con ·e-
guenze. Tuttavia non è p ~ ibile condurr la propria vita e 1nant ner
i 1pr pri po, to n Ila oci tà nza rbar un minimo di continuità
di t delta. Molti vorranno e rto mant ner una fedelta anche inte-
riore ma la concepiranno com una ripetizi n una ripre a giorno
per giorno addirittura i tante dopo i tant di un voi re imil . Que-
ta fedeltà offrirà olo un'apparenza di continuita, poich,, sara mpr
/P. R TERZA

mina iata int ri rm nte da))· t ntazion di affi rmar l liberta n


la r ttur . In i n la l ~ d ltà h i addi l liberta di
indifl r nza la ~ d lta ' a li a h i prim
con il ri 1uto d 11 d lta r u o qu qu ta med -
ima lib rtà. La f d lta div nta talme

La r f!ura tra la lih rtà I r zon

Abbiamo pa in ra u 1v mpiut d· 1
n tt di li a di in nei ·n li.nazi •
natural i d Ua ibilita • bitu • .. Il fin
d Ila d de u • • • ni
qu lla i con urna tra la v ' lib ra la ragion .
P mma rag, n tà i univ rmar la
ordin • o ì tra iudi • ratic
d e i fa tic tin u rli.
qu Ila u franta tament
e • be dii ari . ìs·~la lib rtà • • tutta n I
p • g• • ' il • • m rà anzi tu t di fr n t
alla • di ll < • • r r influ n-
u • pr . a q
·edi • i,la i • m davanti ad Il
ui L vuole im • • cappa ttr ver il
11a n • n e • n d • rari pot r
h r ella pur olon . a • i bbiam
dett la r gion n ha piu p • •
nella .N u ct· ffi ace
i 1v n • tu
le • i ignat inf t • ta all
e n trar· . n i i • • ri
int trazi n tra la ragi n la v ni fa n
va p r nt p • r alizza la pr pri a o n
rad i a .. e lo fi rz • gion
- im t bbr· n del! uni u
negazi la li
di ian top iz' Ila p e ...a-
rio. rtà di indifferen n ra al o e du
frat lli n mi i il i1razionai i. m eh n mp l
A UBERTÀ DI L'JDIFFERENZA/ 401

cercano e i re pingono. Ormai gli tes i autori, teologi o filo ofi


aranno spe o volontari ti da un lato e razionali ti dall altro . oprat-
tutto in morale. •
Certo, il potere di dire no alla ragi ne è 'empre stato ricono ciuto
alla Jibertà umana. ella que tione 6 del De malo, on aerata alla
liberta, an Tomma o aveva amme o, proprio di front al ri, chi di
un determinismo dai motivi razionali che gli veniva obiettato eh
l'uo,no re tava libero di dire no davanti alla b atitudine, in gen raie
come in pa1ti alare. a ciò era p r an Tomma o, una debol zza
della libertà umana, com e ist la po ~ ibilità di cadere e di divenir
prigionieri del pece· to. lla dottrina d ]la libertà di indifferenza al
contrario il pot r di dire n al1a . t a ragion è enziaJe per la
lib rta: e in qu sto eh si rivela la ua forza.
Segnaliamo in d ora alcun con eguenze importanti per la eone -
zion della morale, che derivano dal divorzio tra la ragione e la
volontà libera. Poiché la m ral il camp proprio d Jla libertà i uoi
lem nti principali aranno accapaITati dalla volontà i ordineranno
come rapporti di forza tra varie volontà. La I gg , il comandamento
l obbedienza tutto qu llo eh determina 1 agire moral dip nderan-
no rmai dalla ola volontà. Ci i di intere· a del contenuto raziona!
dei pr celti; n n ci ·i pre ccupa più di con • erlo: è sufficiente
aper he 'Ono promulgati da un autorità che ne ha il pot re. Il ruolo
d lla ragione in 1norale i ridu mpr più a dichiarare che e'' un
pr cetto· non i st ndc più alla ricerca d Ila compr n i ne. i co-
mincia a diffidar di una ragione eh cerca il perch' d Ua l gge e
d gli ordini dati.

L a oluta libertà di Dio

ono ciamo la libertà di indifferenza come un fatt e un po tulato


della no 'tra e perienza umana; ma, p r il teologo nominali ta è in
Dio che tale liberta ottien la ua piena realizzazion . In effetti ol in
Dio, eh è i] cr ator , la libertà i uni ce all'onnipot nza div nta
as oluta. Si modifica la rappr ntazion L a di Dio e della ua
opera: la rifl sian u Dio muov rà ormai dalla ua libera e omma
volontà piu che dalla ·ua. apienza, dalla ua v rità dalla sua bonta.
Faceva. pr agir tutto qu . to già 1 opinione france ·cana riportata da
an Bonaventura, econdo cui la Iib rta pr cedeva J'intelli 0 enza la
v l ntà d ttribuita al Padr come 1 n ll1 d Ila Trinit In Il
di t. p. I. a. l
l • n minaJi u ritr 1am
d lla h 1ndiff r nz • m te n. t1 h a um rann
un rili o parti p h la lu idit
l audacia di pi 1 la logi ad J u
ma.
La. r , p tr mm dir .
nl 1 1
lib r l • rtà., • rin ip'
ddiz t m o una qu • • natu
creat pur on pu ila e • n ,
non n J una nat • linazi n natu-
1 h gli i i n e itar la •o • ntarla.
n n ip arlare i I una natura di qualità natur li i
ua • p1 n a pr n il ri tt . lib rta l ua
upr m
La libertà di i e prim m m do tutt parti i fr nt Ila
mor J , to in du mani r : la l raie ' la manifi -
n d lla di n· Di rim am nt lib r n i
1 pr tti.

PR LLAV 1 D10
o
e m un rdin ti ti
num u ra d lla • nza d l •
t r , di in m • d una • t taria fa
aut rità in· . m tutta p ra I • ativa p
d Ila V r zitutto dall V I ntà di Di a d Ila l
b
ottura • na po ti l
du li rat • • m nt
• iftì .f nti to • ·ung I
ndenza divina dalla del
hann e ntinu men
G. d La : «Per p
Iuta tr Di il mond . i h cr at il m nd ma li r t
L 18 RTÀ DT TNDIFF R

e tran o. Non i. t alcuna imbiosi tra il mondo Di , le due realtà


ono i Iat nella loro ri pettiva e i tenza. D altr nde, iò non è che
Ja con egu nza d 1 radicale i ·olarnent di gni istente» 8 .
In que ta situazion , I uo1no n n po . iedc a . oJutam nt alcun
mezzo naturale per raggiung re Dio tanto meno per cono cern la
v lonta. Tuttavia, proprio da quc ta dipendenza radicale della creatu-
ra na. c i forma il alo legame po 'ibil dell uomo e n Di .
La lib rtà dell'uomo totale e rt ma la ..ua condizion di crea-
tura lo ottopone all' nnipotenza d lla volonta divina. È il pot r
ovrano di Dio ull 'uomo che i. titui ce il vincolo morale. Qu to
vincolo non ha altra origine eh la manife tazi n eh Dio fa ali uo-
mo della pr pria v lontà on la forza d ll 'obbligazion che d igna
la pr ione e l obbligo esercitati da una volontà ·uperiore ·u una
liberta ottoposta. Tale arà la legge m ral : l spr ion d Ila vo-
lontà di Dio che i impone alla lib rta d Il'u m me un bblig
un limite.
La moral . prime dunqu e nzialrnent un rappotto di volontà;
i eone -n tra sull id a e ul ntimento d 11' bbligo he perciò costi-
tui c eia eh potr mmo d finir e 1n il fatto riginari d ila mora-
le. Lib rta di indiffer nza legge e obblig di ntano indi o iabilj.
tiamo di pa aggio che qui vi ' una prof nda tra formazione
un irrigidim nto d I en o d lla par la «I gg » e d i t rmini coll -
gati: e mandam nto, pr cetto ordin c ., non alo in rapporto a an
Tomma o, ma anch alla Scrittura e ai Padri pre o i quali que ti
termini avevano un ~ignifi ato. api oziale un ontenuto molto più
ncco.
La legg co 1 concepita domina e regge tutto il campo della mora-
le: non ha piu bi ogno di riferir i alle inclinazioni naturali, alle
con uetudini o ali virtù; al ontrario, ' la 1 gg eh 1 gi udi a
eonfi ri ce loro valor , 1 ono conformi. La 1 gge moral non ha
altr f ndament che '~ tes a, ci e la pura volontà di Dio da cui è
nata. La l gge traccera i limiti del campo della morale con i uoi
bblighi che divid rà in base ai omandam nti h "a mp rta
principaln1ent i e mandam nti di Dio, il D alogo. Vi dr mo più
avanti come la volontà di Dio e la ua legge po ano er cono ciu-
te. Poich' la moralita trae la pr pria origine dalla ·ola volontà divina.

G. D L ARDE, op. cir., p. 56.


/P RTET R

li tti umani pr m bbiam n ila loro in rita


n ranno ]a 1 r ·fi azi ne ni ament 1 1n
r l' zione con la l . ' te si Ji p dir ind· n • m
la li rta che li i· . Divent ran li ie nto
d Il l gge: bu ni nno confi • vi arann
rari. La m r ppli a p re·' • atti dall , m
rann i n min • i, idental .
l r to il rapp rt in que tion n 1
n int nder I di. • ru astratt d tici. In r alt
t • n tra la lib rt· di indifferenza che la limi
tring con i . u i • hi. Que ta t nidu ibil 1n vita-
nt . E a nd . a ridu • blighi al mini
n n ppe anti~ )· • za· ma p a cader h
·pi fin in nz and una •
tti gg n n riale ma f rm h 1an
Iu • pur • ri pett della
11 bbligo in O a forrnul h
·p no alla d udna d 11imp rati rie di Kant. J
a· la ten • a lib rtà e la I ali nterà mai,
qu t ultima d ri id Ila pura ragio d rivi dalla Ri • n .

IB R - DI DI

Qu . ta ' la l n id rata d J punt di vi ta d l1 u m .


• a appare tt lut tt dalla onnip t n a
divina di front li umana. d. ardata dal punt di
• di Dio la l le cambi a p tt di
tr mam nt r 1 ffi tti p i h nd dalla ol d
1 I moral n alcun m d tar la ua li .
l pra deU ell ordin h la l
n l mo. La p rIu m Dio. E
pia imento modi fi gge mora eh or
• di quanto • e nei uoi •. u questo a
molt • • oi e mpi ita a portar
m e con • ndo lui • b anch rd' ·1
ri del prim andamento: r uomo di cliar
iffatt a u n a nd un atto di
LA IBERTÀ Dl IN IFF R ZA / 405

dienza alla volonta di Dio. Da ciò i puo vedere eh , p r Occam


l 'obb dienza alla legge preval ullo te o amore. Di con eguenza,
l'obbedienza legale . i o..tituira alla carità e diventerà l'autentica
«forma di tutte le virtu» econdo l'e,pre • ione tradizional • e come
la legge, l'obbedi nza div ntera «volontari tica».
La t a logica i può chiaram nt applicar agli altri comanda-
m nti concernenti J amore p r il prossimo 1 01nicidio l'adulterio,
ecc. Ne deriva un relativi mo generalizzato p ich ogni pr e tto per
quanto formale re ta ottomesso sempre all arbitrio divino. La legg
moral ' co ì paragonabile a un ponte o p o ull abis o d Ila
libertà divina eh , in qual ia i momento, puo crollare. Il relativi ·mo
morale div nta la tentazione oggiacente a gni istema moral eh
poggia ulla liberta di indifferenza. Non vi potr mo mai trovare che
un punto fi o, un olo a o]uto: la conformità alla volontà divina o
alla pura obbligazion ; ma allora il probi ma ara di tabilire concre-
tamente qu to imp rativo: n una le g , p r é te a e l può
dire in modo icuro e definitivo.
Una imil po izione 'arà inapplicabile ai fatti, e la con. rviamo
co 1 com 'e· sara ·oprattutto e ntraria all e ..p ri nza umana e alla
tradizione della Chi a alla quale il t ologo deve render conto. Oc-
cam ha tr pp spiccato il en o della realtà con r ta e ha tr ppa
vivacità intellettuale per fe1marsi qui. Cosi op ra delle puntualizza-
zioni mediant una doppia di tinzione: ciò che ·i è dett ulla libe1tà
di Dio n i confronti della legg morale val . condo la poten a
as.. Iuta di Dio («de potentia Dei ab oluta»; ma la ua libertà si
ere ita olitamente seguendo la ua poten a rdinata <<depotentia
Dei ordinata») eque ·t'ultima, enza opprimere la prima, garanti ce
la permanenza della volontà divina conformement ai precetti della
legge morale. Qu to ragionam nto comporta una di tinzion com-
plementare tra il «cur u ordinariu rerum» il cor o ordinario delle
co e, in cui i precetti della 1 gg r tano validi co. ì com ono
formulati, il «cur u extraordinariu rerum>>,il cor o traordinari
delle cose, nel quale, in modo del tutt imprevedibile i puo e rei-
tare l'arbitrio divino. Così il ponte ull'abi o e ufficientemente
con olidato p r ri pond re alle neces ita dell agire cri ·tiano ordina-
rio; ma conserva empre una fragilità radicale.
La liberta di indiff renza da un lat la l gg com pr i n
d lla pura volontà divina dall altro in mezzo i ingoli atti umani , a
collegare e a aldare il tutto, 1 idea dell'obbligo: abbiamo co ·ì già gli
O /P R .T RZA

l m nti della m ·h 1 rmp rrann n 1 li u 1 n lla


i rm i n d i tratt ti ndamentali. olo il trattar uJla
• a di u· "min r m prin pi a q d Ila
n nza d l nta di Di . In u t o J i an nt a
partir dalla lib rt di indiffi rcnz . i ~ rma i viluppa I· m rale
d ll' bbli

ZA

I. La ·ono • nza aura, er o la Ri

utta la m ralita a alla pura l nta cli Di . il pr bl ma


n a di n um imp rta a.
Il n minali m r nd prob p • nnent r-
ri u a l p : ·i 1 di • ntà la
m • • ne d lla natura Uinana o nza di o· -
t munque du m zi p r no J ntà divina: la Riv lazio-
• turi ti a - i i p tu • u
• no tradizi nali, m 1m om
muni • ' tutta • d ma d 11
1n ran p all • • • in • .
ntrer m • tagli atur d Ila • ta di
ulla qu ti Ha e Ila volontà di ina attra-
Scrittur . Rimandi mo il di di ar-
con p illu tra • i taJ olta
qu n 1ero m ip
.ILJ ....... ..,, r : «U diritt
I'in • d ip ili un. • h • ha p
t on in • • 1t
n no I • 10• Solo la
libi I m • ta direttam ntà dj •
pr • ma q • • ne d v pr • mo • • i ne
di d du ion p gn I p )vere
lin : d una p i d dot d i li d
ppuv l 1 interpr t ni i ·pirat a n

p. il., pp. 124 .'S. L. R, K , oi et van!?ile 1.


IO I e r ivi ono di .d
UD 'R I 07

d li ·pirit di pr zi ; dall altra part , I deduzioni uLs1 arnva con


u • nam nt id nt .
mo • J un i tr· tti h
• n m in li. t· r la l ttur in m
rt ann ri i n in ur . L u • raJ
d ral" • fi 1 (di ridu n • Il • d i
«pr tti •• • li» • n tr
quali on azio r tu u • gg1
si hiama • imp rati i. Il • ta p tr • int ri
lib1i d Ila u non pari • tali p ad i
P dri h attribui un n lla m .
Ip • n t' lt r 1 1n al nt -
• 1i • • m • Il' bbl i
ili i nut .
Un parti e Ila lett ra
n • n di m utt di p
h I lo • • 11 diritt
< n un m nt p, , -
• ò ri ~ Lir l di • • ir • • -
n r n 1 ni d ifi , n
im • li z in un t to. tr •l diritt
divin r ta un iritt Tit al • • h d ogni
~ rmulazi n •t al 11• tta am nto ali
mat rialita i n bi ma d lla pr -
m • iri • •
dat ali • i •l
• • • ont Il rittura.
i u il lor gion' -
d •e o la funzi n di princìpi a
• a alt , dai qu • • i f rz radi
d durre una • i • • pii arl a li • ti. Ora,
l rittu • a r il u
li gi ' • n n n
a tu • • il u u ltà
•p enta • u lla d dut
Questi tratti irn r nti provo a ri ultat , un • Il ntanamen-

. p.cit.,p. L7.
t d im • i dalJ rittur peri m no una i rt limi tazion
d J loro o d in p r . ·a: com il i t ma d lla
m rale d blig ndat ulla lib rt di indif~ r nza fa . e da
fil tr e da rm tr i mo • tj la

2. La onl • nza d Lia I ntà di Di


/tra er la ra i n

bbiam vi. to qu frattur sia avv nuta tra


e rtir dall d ttrin d Ila lib rta di in • ra 1 -
n l ·ua pot nz l gi h c nn n rag· • m 1
intr ian I 1nagli di un 1m1 a app r. a il più dirett
pt nt av ari Ila v I n lla qual in d finitiva n n la ia
ia d u • p r al a dare la pr pria li rtà h I bruta!
r ttura d I im nto r n I ffi • n a priori d I
d i ntrari d Ila f di • o n anch ntro ognj
ne.
ra i p tr n dan
una p r la pr pria trada m iat : lon
rra in appann • m ral trio n Il
. i nz . In ~ alta n n n An h cam,
tant il ·uo • tto 1n m aa rdato un
ru L n n m no c n. ide la ra ion ·udi i moral
pr rio p r la on nza d Il v l ntà i Dio nda I m ral .
biam • h I ra • n par ip a all d du i n d li
i m rali partir dai t . ti d lla jttura, n Ja e rt zza eh
on dar 1 rag1 n m nti id nti. Ma la ragi n ha una fun ion
dir tta ondam ntal r I m ralità: t a ra 1 n
I u m dj f lla a lib ntà • ani~ ta I
v I nta di Di ott ad Jl bb • le 1 1 1mp ne con
e id nza. In ffetti, n i bbi m a • ne h d t r-
ti atti m ritan 1 lod i ia na p ri n primaria
11 ·n noi, indi olubilm nte la lib rta a legg tra ·me sa
n . a r tt ragion la • i nza dunqu un luoo-
pri il gi t il più i in il piu natural in cui i ri la all u m la
moral . Oc am dr p r i in u . ta ra i n il f nd ment
I diritt n turai : ar' per lui me un prim prin ipio di m raie il
nf rm ment ai pr tti d Jla r ion n he
UB DJ OlFF R _ I

qu t ultim m rti t, 1n rr r : Di oi fa iam


tutt i' h l no ·tr n i rdina dj ' • •t
un ·o vitabil i allontana dall iritta via» 12. P
, m al p d lla osc1 nz di p r, ,, bu
. .
bb tu • ar una funzi n
p rtant in m • uo1 la nf. l
• • quan • i nt h • di qu •
...
am t a n n p1u r
d Il natura dell J , da Di illuminano I
qu • i a di riferir rdini, di manar p • i
f 1 b • ·pnmono la pur tà di li
imp • • d lla r hann b. 1 • •
d Il ru: 1 1m n • •
diri r l primari d tmperat,
lr• Ila ragion l m i pr • i
. .
1m a omi1 u m on u nza a
u1 n il e a vita r
qu parad a tutto tipi La prini
s • • • re irra • . j dici
r mp r ti 11· • n
l· 1 a i giu tifi i pr pn r 1n
m p . tu lati indim . tr bili • nal hi a qu lli h
t • m ali 1i di • i . i nza> 13.
n ambiam è p1 La ragi n m n n guard piu I
nut d i pr tti • • icarli p r ·,i compr nd rl i·
i Jimita a far n nza d I pr bbl' • d
urira j l pr p • • o tra i
p ,, bb d. 11 . . att
im • zi ni di ' n.L ..

anti • 1amo n un «razi n li-


lla fi • Il gg p rfett nt
il con il v ·sm l gato • .
M , la ragione ba. t a tabilir apri ii rivi
• irann il diritt n· tur· I o co 1
p am allora iam p rtati a on· . rprend nti. 1a-

'- 1/Jid.. p.
1 lhid., pp. I -1 .
m partiti da una n ~ ion Il 1noral h chiam r mmo
« e r n ma» in ui la ~ola tutta al di fu ri d Il u
la i nt d ll I d Il l

V
o o
an he n •
ri r t al o arbitrari
p ar h
u I l
. .
n I 1 tilu 1 1 n
♦ .. • •

p g n 1, una n di
11 • 14.

po to dati· libe1ta di indiffer nza


n ·cu~ li· m ra1 umana. h p tr
a j Di a • m nl in
a ral n a1 p r In l •
b p r m li i • i eh an la
. . . . . .
p Iv 1 nno ta m 1a 1a in
t . n n I i le ri • m nti di •
ttuali ull' mia I J
. t punr di vi t pr para il l
attribuit dalla • Di •• raie ·ulla pr pria pura
r to 1n • ' urna
alle t di • n l indi i d
n d li tat d lp p I .

R Z

L· di indiff r nz la al centr d J nomin- -


li m , ha influ n ne tutt il id nt· I i ritr
un p d h tra hi m on • il n m . In
•q ne rim J Li d Il dottrin :
p n trata n Il vita e n 'P ri nza pr fonda.

1 lbid., p.
L LIBERT.' DJ l DlFF 'RE Z / 411

n d i gni più icuri p r coprire la pre nza attiva della liberta


di indiffer nza con i te 11 Ila ten ione da .. a provocata, che ondu-
ce a p rr i proble1ni in modo di giunti o condo la t rmula: o
qu to ... o quell ... eco alcun di qu . te caratt ri tich di. giunzio-
nt:
la lib rta o la legg : que ta opp ·izi ne dominerà la ca 'Ìstica
i e primcrà con il .__eguenteparag 11 : la lib rta e la legge ono
come du propri tari eh i di putano il campo d Ji atti umani. Si
dirà comun m nt tra i moralj ti: qu to atto appartien alla legge
qu 11altro alla liberta·
- o la lib rt o la ragione: la ragione si oppon al1a 1 gge come il
d termini ·mo h a g n ra i oppone al1 arbitrio v lontario; o
ancora, come la legg eh e sa mana. i contrappone alla Jib rtà eh
riguarda gli atti la limita;
- o la lib rtà o la natura: la lib rta i pone ,j d fini. e in
contrapp izi ne alla natura. . a ' non-natur • rea di dominare e
a ervire la natura inte. a com infrarazi nal o itTazional ci ca
neces. itata n i u i impulsi·
- o la libertà la grazia: anch in teologia libe1tà grazia 1
oppongono c m du propri tari a propo ito d li atti umani. Ciò che
' accorda al la grazia ·embra concio t , s ttratto alla lib rta· ci'
eh e attribuito alla lib rta mbra . minuire la gr ia;
l'uomo liber Dio: tutt que t oppo. izioni ociano
culminano nei rapporti tra l uomo Dio. A qu to punto bi gna
cegli re: n n . i potrà ·altar l u mo nza emarginar Dio n,,
altar Dio enza minuire l uomo. m ha ritto E. Born
«l 'at i. mo contemporan o cerca nella n gazion di Dio una aff rma-
zione totale d 11u mo ... Da qui il pr . uppo to che cr der in Dio
orr\ f nda in proporzion inv r. a a una di ·umanizzazion d 11uo-
mo» .
- o il ·ogg t o l'oggetto: qu ti termini fondamentali ·tanno a
ignifica.r , l'un la p r. ona molt pli n i uoi voleri e n i uoi
·enti menti fin ali ar itrio· l' altr il mondo e t rno la realta ap r o-
nale, con ]a ua . tabilita la ua dur zza la ua opacita. La p ggiore
tra. gre . ione v r 1a per ona ta n 1 «co i ficarla»; il piu grande
pericolo per la ~ i nza è la oggettivjtà. 11s go ttivismo arriverà al

15 . Bo R Dieu n' est pas morr, coli. «F i vivante >, Pari 1974, p. 36.
L/PAR

olip i. m • I tt1v1sm div rr· materiali m •


la Iib la en ibil i lib rtà div nta indifferenza p r
realizzar i • i.rrigidi ntr ntazioni d n ibilità· ppur
i id ntif' nI • • • • p r • 'berta·
I mia li Itri: la altri
com un Jimit me un dal m m la li
ne p1 a m ffi rma • • ' i confr nti di e • .. altr d
Di qui tra viluppo la I • nuno contro tutti aJl' ngm
d lla di • l erv J padrone·
- o l 1 1v1 u o la : la Ji rtà di in rea 1 indi i-
duali m zza • uni o co ì
ha i zat um ni. La p
altr n na c
l indi i • .. • inga i ra di loro la I tta
per il pot r in una dia io i u • Ii aranno la lib rt·
individu· l in li anarchi • t re dcli a ..no al d' i-
l influ libertà 1 md nza
ti i tu pro
1n m ra
di nta di ti a, m ntr m
lib rtà di qu lit . a liberta I in I a embr
agire ovunqu com una fi rz· di divi ion , di parazione di
pp 121 n n una l tta dialettica cn fin .

1or

Sar bb ""'"''
....
,',.,ario un Iun 'tudio p r d • n I influ o
viluppi d Iib rta di indiffi r nza n 11'ep a m na, 1a 1n -
ofia i· • l ia. Ci a nt nt r m di qu l h indicazion .
a b n qu ·t ne zi n d li lib rtà. n -
n pru nz nel parl m tacer nt 1 ua pr f rit .
u i Prin ipia phi/ phia : « t l punto co i nti
di indiffer nza in. it· in noi ni nt di pi
vident n di più p netto» . 16

Qu ta n zione i ritr V', in i m ad altr n i dizi nari fil

rt • m et ind· in nobi e l. n : ita e . ut nihil


i I perfe ti mu. ».
LA LIB ◄ I{ À DT TNDIFFERENZA / 413

fici. N 1Lalande: «[oppo to al determinismo]. Potenza di agir nza


altra cau a che l' i tcnza ·te a di questa potenza, cioè. enza alcuna
ragione relati va al cont nuto d ll atto compiuto ... L ind t rminazio-
ne della v lontà r lativamente al uo ogg tto . otto que ta forma ·i
chiama gen ralmente liberta di indiffi renza».
Il dizionario di Foulqui,, e Saint-J an propone alla v e «Libero
arbitrio»: <<Oggidi. tinto dalla lib rta (potere di autod terminar i per
d i motivi) e acco. tato alla lib rtà di indifferenza pot re di autod -
terminar i indip ndenten1 nte dai motivi) jn quanto eone pito corn
il poter di cegliere tra contrari». Infin , una citazione di H nri
Berg on: «Il libero arbitrio n 1 . en o corrent d l termine impli a
1 ugual po ibilità d i contrari».
ella teologia cola. tica la reazi ne contro il nominali mo arà
vig ro a oprattutto nella ' uola t mi ta, tra i c mm ntatori di an
Tomm· o. L argom nto ~ rt che ara opp t al nominali mo in
mora) . i ba era ·ulla d ttrina d lla legge naturale, in ritta nel cu r
d ll'uomo cono cibil attraver o la ragi n che manife ta in m d
erto acce ibile, la volontà del Cr ator . Su que ta J gge pot vano
fondar·i 'o]idainentc gli obblighi morali al riparo dall inc rtezza
cau ata dall'id a dell arbit1io divino. o ·ì i p n ava di arginare la
corr nte nominali ta e dare . cacca al relativi mo innato che a
gen ra. P . iamo intanto hi der i e qu t fondam nto i ba a u
un t rr no sufficient ment t nno perché anch da parte tomi ta i è
arrivati ad a e ttare la concezione del1a libertà di indiffer nza, eh
ing n ra il r lativismo e ntTO cui ci i v 1 va pr munir . Come
abbiamo vi to, la liberta di indiff renza ituata alla radice te a del
nominalismo e d lla logica che lo p rvadc. Il segno più icuro di
qu sta adozione al di la di definizioni e di cu • ·ioni è la eone ntra-
ion della moral ugli bblighi, amm a per in dai morali ti che,
al guito di an Tomma o continuano· pr ~ rirc l ordine delle virtù
a quello d i omandamenti.
Ci voITebb anch qui un paziente studio torico per m trar
l 'evoluzion d li idee ulla libertà nella tradizione cola tica. P rt -
rem oltanto la testimonianza di Billuart che occupa il ruolo di
autore cla ìco per i manuali degli ultimi du . coli ed ' un buon
interprete de11atradizion che egli rappr nta 17•

17 ursus Lheolo)iae. Tractatus de actibus humanis di"'. 11,Pari, 1895 l. I .


I IP. TE F.RZA

Billuart inqu d fini i ru cmqu


I nca • di lib rt , di cui
ai Padri: I lib rt n i on id • d 1
qu rin ip· I
n n ha al u pra d' ,, h l
n. r al n minal arr' u
iati h ar nno alla e d Ila lun a
. .
m·m :
- la prima dalla v· d Ila coa i («a
• ti u iam Ij ·p ntan i una
n ma m un· • linazi int -
Co a li i b ati man
1 fin ta vi • ali
m p t .
p ali • inani ma o ·ì
m l de a di una aduta lib ra
di un pi tra·
- la a rta da it· int nd da
i i ti t <a unum lu-
a i div
• 1 i • li di in • nza
,, i n t ppo .È la d n
di lib illua . P r lui d mand u m d di
I i ro rb • • qui v a e • i li p • la tà di
indiff r n unqu ull I di ind· h Billuart i
p ggja mbatt r <<fin all radi i> • • ni m , h 1
da ull di pontan it . A ar • luart n n h·1
n ·id r om . an omm· n m a
d 11' li umana I natur I • Linazi b n fì li 1tà
J t d Jla ntà a il ·u fin ulti
·a lte. N • ra izi n la natur , in
qu ir1 la li r umana ma una nda m
tra I zampillar d Ua il ru Il h
nta. Ma con . n Tomm· • abbiamo da anti tutta
n n d IJa lib rta d ntri mo in u • ltro m nd

«Quinta lih rta • ,munita. u


• ·a. s •tiam a naturali i,1,tion ad in d
um:qualib 11att!gaud tq In n Il ,h itur
indi r nliae quia l d
Capitolo quindicesimo

LA LIBERTA DI QUALITA

Siamo cosi abituati a rappr ntar i la lib rtà corn il potere di


eegli re tra i contrari eh faceia1n fatica a immaginar anch ' lo
che ·i po· a on pir in altro modo. È dunque un autentica rise p r-
ta delJa lib rtà qu lla h bi ogna intr pr nd r p r di. imp gnar i
da]) influ d Ila lib rtà di indiff r nza.
In qu ta ricerca partir m dall . p ri nza concr ta che ci procu-
rano alcun attività t rion 10 u1 s1 ercita e ·i manife ta la no 'tra
hb rta. Qu . ti s mpi ci aiut rann a discern r i 1n i1n nti d Ila
n ·tra lib rta n ile azioni più int ri ri eh appart ngono dir tta1nen-
te all ordin m ral . P tr mo co 1 rac ogliere un in ·ieme di lementi
eh faranno apparire una forma di lib rtà di tutt altra natura ri p tto
alla liberf' di indiff renza. Infine v rifich remo la concordanza d lla
oncez1on della lib rtà co 1 manif tata con l in gnam nto di an
Tomma~o.

I. E EMPl

Innanzitutto prend r m du e. mpi dal carnpo d !l'art nel , n o


g nerale in cui la intendevano gli antichi, cio' lo tudio della n1u i a
e qu Ilo di una lingua traniera. Que ·t g ner di attivita imp gna
uffi j nt m nt la per ona da pr entare num ros anaJogi on
l agire morale da poter 'ervire come introdu i n a una rie rea
Il / :ARTE R/.

. uJlr lib rta umana. ppiamo tutti m appr nde la mu ·1ca un


b mbino nar il ian fort mpi . Prima di
ae pr d. aJl mu i a.
n n ha i • • n h • • util pr t nd r eh
impari. va n hi d r un p1
r di m • li • pr pria . li l
in ul h re, 1.
ll i vo, tant i • • i ppren entira
p • o le • • gli • i com • • • a ua
lib rtà e • m m bbligar-
1 tt r i al pi i ppl • d tat
re 'to p i ibili e ar o 10n
m t d n una cert· di ·involtura an h • • ·ffi • • li j
. li u • u tal 1
. .
rà più • li 1 a n
• ng tri di • à m • are. Il
tile div nt ra co vra a an na
uir n gli :ludi p tra • rti ac di
• padr nan h n • d all
t l ,p gioia d' •l Jta. Com-
p anc ui quaJit mani il
u u .
In q mpi v di m hiaram parir
un nu d gnun di n i e rt liber ct· ar a
pr • qual ia i ta. ·to di un pianofort . M· que ta e in
qual h rudim ntal , Iva 1a· nde l in ità di
. u n ar tam n i an h fa iIi itare r •.
ntrario hi • d I pian forL lm t ui it
un· Libe11ànu • are nte turti i brani
h vu 1 di n di nu lib •
. i d • ap i it n
n
ttam n he ,i u •
naturali, . u un tale • nuto ·i tabil azie
propn un < . ».
d Il di un lingua • ra. n
mi li r m t qu 11 m1n 1 r g • • cor i
in ui i appr nd no il I oeI r le gramm ti ali, • iun-
rvi un o i rn nel Pa o in un • mbient in ui i parl lu i-
am nt qu Il lin ua.
1.18 ~RT' DI Q 17

n h qui e ari un m1mm di •


p nza n p la
i propri di linou, a
e • • tTetta a h
V rr infin
l ella r
tu • u a
qui i m • i nn di di d Ila
i ntra • • bb p o tr pia i-
m p i ltr una li ttop
• • lle o to più i appoggia a qu
p r ppar·1. n d n la lib rtà li
n-ori impli ita n ntrari, mari i d piut-
t l di it Ii • h r i p n ar . E pr pri -
m nt un' libertà di qu li p r h, i fa pir parlar Ila p rfi -
zi n.

L n1p1 del ora1-:)L

p un mpi di din pr ttam nt m -


• di una irtù il
tr t mper m
d r· zi al e
. . .
,u 1 1nan
nt n ann ma 0 1n-
·u •u • • • dar manzi opp r
di i i0 li • u ile p z . Lui
·p· p r pi indi tr ggi mbra ha p ura
• • di a· tt • l buio.
rmaz1 n • ' pr g
m iù di , • TI d p omo n
gr • • • lo u tidiano d llo tu i
un pit da a • m • • da fare Ila pi • •
di un di d o an t li ndu
pr 1 • grand z a pp rt -n
a ntar a a ar .
P rimparar il p m per la mu
p r l ltT f rm 1 a in parti dovli b
418 / PARTE T ~RZA

una 'cuola di coraggio con I' empio dei genitori, con una di ciplina
imp ta con giudizio, con l'incitamento all'impegno per onale e alla
per veran a. TIe raggio co1ne ogni virtu richied ducatori più che
profe. ori.
Il corago-io che gli antichi romani con id ravano la virtù p r
ec ellenza, è una caratteri tica d Ila p r. onalita n1oralmente adulta.
' n ce. sario p r raggiungere la piena liberta moral . ormato jn noi
progre . ivamente con l'applicazion di una di ·ciplina di vita, inizial-
ment ricevuta poi diventata per onale il e raggio ci rende capaci di
peceguire con efficacia prog tti eh abbiano qualità valore per noi
e per altri nonostant l r . i. tenz , gli o tacoli e le contrari tà
e. teri ri e interiori di agire co 1 quando e come ogliamo fino a
trarre profitto dall pr v t . e eh avrebb ro potuto abbatt re la
no tra volonta causar l 'in ucc .. o dei nostri progetti. L'uomo di
poco coraggio può certament rivendicar la lib rtà di fare qu Ilo eh
vuole di affermar"'i tra gli altri re ·pingendo l rcgol e le 1 ggi. In
realtà anch . ne parla molt , gli po, ·iede oltanto una lib rtà
malata, vicina alla .chiavitù, p iché gli n n ·aprà atting r a una
volonta ferma duratura sufficientem nt forte da attrar i alla pr -
·ione d Ile cir o tanz od i ntim nti, da imporre la ua padro-
nanza, co ì me deve •·ere.
Il coraggio pr ·uppone in noi una p r. onalità formata, educata
dall diffic Ità da1le prove capace di intraprend re e fi ac mente e
di condurr a t rmin azi ni di qualità be aranno com frutti di
vita. La }jbe1ta coraggio a appare co. 1, di nuov totahnente diver a
dalla lib rta di indif~ r n a.
Potr mmo trovare m lti altri empi tra le virtù: la temperanza o il
dominio pazi nt m nt acqui ito u1 .corpo, sugli app titi e ugli
istinti· la giu tizia o volonta tabi le di r nder a eia cuno cio eh gli
è dovuto; la g ner ità con ui ci i acritica fino in fond • il
dj cernimento prudente frutto di div r. e perienze ecc. Tutti qu ti
e empi convergono, allo te mod che I virtu ono tra l ro
collegat : il vero coraggi non va mai enza il di e rnimento giudi-
zio o u ciò eh conviene fare n" . nza un d minio uglì app titi n"
. nza una di p i i ne alla giu tizia e alla gen ro ità. Gli e ·ernpi
fatti rvono tuttavia per m ttere in vjdenza i tratti principali e per
dare una prima de crizion d Ila lib rtà di qualità. Ora e aminiamo
più da vicino I origine di qu ta libertà, prima di de criverne lo
viluppo.
L rr· 141

II. I ER LB RT

bbiamo vi la libertà di indif r nza i pp n ali inclin -


zi ni naturali p 11inarl . Al ntr • opri m qui una lib rt·
h • izi ni natur • ·i r di ' m r
r • d ra • ·1upp
la li da p ntan it
n dalla n tur ·piritual h ,
p • ·izioni ri hi st r a ar ·i all arti a1
m q diffi r nza tuttavi : •
n tu • • azi ni • rim n , un
n • l pu' i
m ntr • • i ti di 1ipartiti fra li
indi idui pi m • lt nt d I
rum r e d· r un
l Il libe f nnat , in noi prin ·ipalm nt dal
n , dall ttitu in daJl' , da] d id ri
ll fi li i : d· qu Ili h eli anti hi
• ina irtutu • mi d 11 irtu h farann
q di: •• ni n 11
• d Ila v rit l'ami·· Ila sit ., i
ntan • m nt a i • • • di a re v tr -
• • m n in u n r 1. u • o, i
• da nti • n r • nt i n . tri
n • r n i ni • • izi 111 rati.
aU l qu n• a1 io la n -
' .N i • liberi, q dL p 121oni,ma a
o. Più • upp r i nt r 111 lib ri. In qu
tr m r· il aut nti • pr pri n r I
f prin ipi fil qui natur- m 1 -
t a unt • li' niz i. Qu a n 1r u -
m tmpn ua piu li tric p r
. Prod ·p nta n pi • lto di
n r laz· ib pontan a dei
p h ·an ~ 111111·• ha p
p rl r diun • • ioni. > • n • LT n om
I n tur l 1mp1 n un
pr dil zi n p1n 1> p r qu
I a· i n dcll i su i doni, al , ntr d 1l ita
420 / PARTE TERZA

cri tiana (I-Il, q. 68). Tale i tinto non ha evidentement niente di


c1 co di oppo. to alla liberta; è legato al contrario, alla fonte della
luce della spontaneità che fanno la libertà'.
Co 1 fondata 'Ul sen o naturale del vero e d 1 b ne, la Jiberta non
potrà più e· ere qualificata dall'indifferenza, ma dal richiamo e
dall 'interes. che e. sa ._pontaneamente prova per cio che ha qualità
di vero e di bene, o almeno p r cio eh le appare tale. Da qu ta
libertà caturirà una morale dell'attrazione e non più dell'obbligo.
Tuttavia, come nelle arti e nei me tieri, l'esp rienza ci mostra
presto che e i te una grande di tanza tra i no tri buoni propositi e le
no ·tre capacità, tra le jntenzjoni e le realizzazioni. Agli inizi della vita
moral siamo com i bambini, potenti in de ideri e progetti, ma
deboli in volontà poiché ci rifugiamo facilmente nell'immaginario.
ln que ta ci ione tra l'ideale e l'azione real , noi co tatiamo quanto
]a no tra libertà sia prigioniera delle no tre debolezze delle n tre
colp , ancora piccola di front all'impr a della vita e alle su
e ·1genze.
'esperienza ci dimostra così il bisogno di una educazione, ul
piano morale, paragonabile all'apprendistato n l campo delle arti.
Dobbiam apprendere il me ·tiere di uomo attrav r o una educazione
alla lib rta. M ntr la libertà di indiffer nza i in1poneva in blocco fin
dagli inizi della vita morale, almeno in Unea di principio (p rché per

1 Per illu •à•arc quc ·ta concezione della lib rtà e far vedere che proprio quella dei
Padri di an Tommaso ecco due citazioni di ·an Massimo il onfe ore, che e. primo-
no chiaramente il mdi ca mento del la Iibcrtà umana nella natura piritual : la perfezion
del libero volere con ·iste nella sua conformità alla no tra natura, falla da Dio e ·i
compi La nella part ipazione alla natura divina attrav r o la grazia dello pirito. i
tratta del commento al Padr no tro e in particolare alla domanda della remi· ·ione dei
debiti:
«LDioJ ha chiaramente fatto vedere che quando il Hb ro volere è unit al prin ipio
[logo ] della natura, la libera scelta di qu lii che l'hanno così o tenuto non arà in
contra to con Dio, poiché non i con id ra a. solutament niente di irragionevole nel
principi di natura - che anche legge naturale e divina - quando il moviment della
libera scelta . i allua in onformità con il principio di natura. E e non c'è nulla di
iITagionevole n l principio di natura, vero. imilmente il liber volere animato econdo il
principio di natura avrà un'attività accordata in tutto a Dio; sarà una di po izione
efficace prodotta dalla grazia di Colui che è buono per natura allo .·e po di far na cere
la virtù>>(A. R1ou, Le monde et/' Egli se se/on Ma ùne le Confes.\·eur Paris 1973, p. 235;
P.G .. t. 90, col. 901 D).
«Tenendo meno conto della natura che delle pa . ioni . enza consi tenza, a causa d l
. uo ard re per qu te pas ioni, [l'uomo] ha ignorato il principio di natura. Mos ·o da
IB RT

n radi: e a n n è, in u I ia ·i i tant , Lalib rtà


. . . . .
di . p1 ar t n d I per lun pazi nt d Il du-
1 ui ora tra m I tapp prin ipali.

HL L DI

due • mp 11a tr tap I h p -


tr, mm p d ila ita um • 'i n rri-
. p nd qu hiam r l la ta la di ciplina· L-
• nza la tapp· d I prog n l uJta . i a ' Ia tappa
e.I Jla maturit d Lla pe • ·e. L ap ·m nto di
bli n I . ludi
l ti d Ll
ida di un m tr ~ Il
r e rt· n , ita di un ins nam nt prat-
tutt prati li principali r le della vita moral n I aiut di
i pri • in i' i g nit >ri.L edu • n moral
IOJ d 11 t 1 un plin· ita. b u qu li
I • rali.
la natura di qu ta di • iplina n od I
1ine, n a 1n tato in-· idit pro n • u. a della
I rta di in li nz . n la di· iplin indica l

qu rincipi , e 1•
pa~sioni la cui • • r un atura);
• va an l rn •
lont
nal per 1
far li be ae
il p di n
natu simil ...
o] ci d • •
• cr le zo .
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d LI a t I
li i ad e
bea Lo ita. porta,
sio ad mett
la natura divi i gra· irit
ri m il e mp . scn I
lo, d cl tun a
I • p. -
422 / PA.RT T A

r lazi ne del di cepolo con iJ ma tro che gli inculca i princìpi e le


r gol di una ci nza o di un arte, e in particolare di qu 11'arte di
vivere che è la morale la agge za. La disciplina comporta una
comunicazion d l apere una formazion del! intelligenza della
volontà in un ere cente accordo tra il di e polo e il ma tro, econdo
il criterio d Ila qualita. La di ciplina, dunque, non si riduc a un
rapporto di volonta regolato dalla forza d li autorità che obbliga. La
grande differenza tra le due concezioni dip nde giu tamente dal fatto
che la vera di ciplina fa appello alle di po izioni naturali, al sen o
p ntane del v r e del b ne, alla co ·cienza d l bambino o del
di 'Cep I , e ·i m tte al ·ervizio della sua cr cita p r me zo delle
reg I eh gli orri. p ndono in profondita. Nella libertà di indiffe-
r nza al contrario la di ciplina con le ue leggi appare mpr come
I opera di una volontà e tranea r trittiva, non nemica. La teoria
della lib rtà di indiffer nza t glie alla di ciplina e all' ducazion il
radicam nto profondo, intimo, di cui ha bi o n . L'educazion diven-
ta una battaglia: non può più e r un. rvi io una collaborazione.
Nondimeno, come p r il fanciullo cui i impongono lunghi s rci-
zi la di ciplina morale e pe so vi ta in qu ta prima tappa dell edu-
ca- ione com una fatico ·a limitazione della lib rta di agir a proprio
piacimento, a cau a d i divieti che o titui cono la faccia negativa
della legge la piu en ibile a prima vi ta. Dopo una fa e ini iale di
facil condi. cend nza . i instaura tra il ragazzo e i uoi ducatori tra
I 'allievo e il mae tro, tra la lib rta per anale la 1 gg , una orta di
dibattito dialettico che rappre 'enterà il punto crucial de11opera
ducativa. Labilità dell' ducatore con i terà nel portar il ragaz o a
capir ( a capir lui te . o per primo) che lo copo della di ciplina
della legge e dell regole non affatto di fr nare la. ua libertà, men
eh meno di chiacciarla o ottometterla, ma piutto to di aiutarla a
ere cer in vi ta di un'azi ne di qualità, sbarazzandola dalle p rico-
lo e e ere cenze eh ri chiana di proliferar in noi, come l' rba
cattiva soffoca il grano buono pr ven ndola anche dai nefa ti errori
che viano e ostacolano la lib rta interi or . Qu to coordinamento tra
la libertà e la legge morale non puo eh e re un' op ra personale
he con i te in una orta di ria 'e tamento nella co ci nza, ove i
realizza il uperam nto d li' oppo izi ne tra la libertà e certi precetti
rte dife 'e. Ne uno puo o tituirsi a noi in qu to m vimento
enziaJ in que ta intima mes ·a a punto eh realizza il coordina- ..
m nt tra la liberta la legge morale in vi ta del progre o ver o
IT /

di qualit· 2. La h
ar' d 1inat d·
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ni f, attrun n-
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<qu sta li t alata m . i t », e n la qu I
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" r di • I izi ni n Il • • ad tt I
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f rmn li automi . n1:ainiziativa
li una par la d nuta da
b m lt piu f e· • ar la li
m lt iù • j d Il anim 1
t r1. ini ni. Il
d a rmru·
eh i ini ni h
·enz fru ppart n
424 / PARTETERZA

no e, clu. ivamen te a loro» 3 . Po siamo co 1 capir m glio il ruolo


pedagogico della legge morale. Senza dubbio es a, all'inizio appar
sterna a noi, perché ci è propo ta da educatori ed è presentata come
espressj ne di una volontà divina uperiore; n i avvertiamo la ua
e teri rità oprattutto nelle ig nze e nelle co trizioni che que ta
legge impone. E tuttavia, ·e la ascoltiamo, questa legge de ta in noi
una profonda eco e rivela concordanze egret e vigoro 'e con il
no tr en o intimo della verità del b n , alla radice della no tra
Jib rtà. Co. ì la legge ci conduce a coprire, al di la delJa libertà
apparente e up rlicial di cui di ·poniamo una libertà più profonda;
e a ci pon all 'a. colto di una Voce int riorc che illumina e che attira
come nes ·un altra può fare. L educazione che comincia dall'e terno,
deve cioè fociare in una p dagogia interiore che, ola, può ·t:ringerei
giu ti legami tra la legg morale e la libertà p r a. sicurar queJlo che
potr mmo chiamar 1 avviamento o il rodaggio dell educazion . te a.

Il De ·alo o

La l gge morale i esprim ra principalmente n 1 D calogo eh i


addice particolarmente a questa prima fa e della vita morale, p rch ~
formula l prescrizioni e le proibizioni es oziali, disattese le quali
ne una vita morale di qua]ità ne· un progres ·o nella liberta auten-
tica p ibile. Conviene tuttavia porr l ace nto, all'inizio dell 'in-
cgnamento morale piu di quanto non si faccia, sui du comanda-
mentj dell'amore di Dio e del pro imo che on come il germe
vital per la l gge morale che procurano agi i altri precetti i pirazio-
ne significato positivo. È neces ario, quindi, eh il ragazzo e peri-
menti l'amor di Dio, così come prova l'affetto dei suoi ducatori
an h e e igenti e everi, ciò e i vuole eh la ua formazione
rie ca fruttuo a. Le morali dell obbligo negli ultimi ecoli d rivano
il loro valore dall' in egnamento del Decalogo, che hanno scelto
ome ba , e eh è fondamentale. Quelle morali no dunque adatte
particolarmente a qu ta prima tappa p dagogica dell appr ndim n-
to delle leggi morali e· enziali. Nondimeno, po· iamo far loro il
rimprovero di aver bloccato la formazion morale a que to tadio e

3 L. LABERTHO IÈRE, Théorie de/' éducation, IX edizion , Pari 1935, pp. 64-65
L l.lR RTÀ 01 Q ALITÀ / 425

di aver consid rato che le tappe . ucce ive non rientra ero più nel
campo della moral applicabile a tutti ma fo . ero parte di una rie rea
di perfezione ·upplementare che intcr s. a solo un piccolo numero.
La ragione ultima di que ·to limite ',ano tro avvi~o, da cercare nella
lib rtà di indiffer nza che blocca i] rapporto tra la legge e la liberta
in una opposizion eh o. tacola lo , viluppo di que ta lib rtà. N n
. iamo più di fronte a una lib rtà eh cr e , con1e un organi mo
vivente b n ì a una libertà perentoria, per il pot re d l le del no eh
può applicar a ogni i tante.

I <<principianti»nell'ordine della ·arità

Que ta prima tappa dell'educazion morale coni pende in an


Tomma o al primo gradin della fonnazione alla carità (li-II, q. 24,
a. 9). E lo tadio degli «in ipi nte >>,dei principianti il cui pr blema
principale è di evitar i peccati e combattere le inclinazioni danno e
alla carità. J precetti negativi del D cal go hanno una particolar
importanza in que ta prima fa della vita m ral , in cui bisogna
protegger d ntr di n i il me dell amor di Dio del pro imo,
affinché in eguito po . a cr e re. ' chiaro che agli inizi della
formazion alla carità le pr ibizioni della legg 1norale po ono
talv lta embrare contrari alla libertà e a una certa . pontaneita
d ll'amor . Qu te ·ono comunque n e arie perché i no tri . enti-
menti acqui tino int grità e autenticità e arrivino ad accordar i con la
pontaneità piritual profonda.
Pos ia1no anche mettere que. ta prima tappa in relazione con le
categorie u~ate dai mi tici per d crivere il progre o della vita
pirituale otto la pinta d 1Jo pi rito Santo. La tappa della di ciplina
orrisp nde alla via purgativa, in cui I anima ubi ce le purificazi n1
n ce sarie p rch" Di po, ~a agir in e . a rivelarvi i.

lV. IL PROGR PERSONA I E & FORMAZlO E DELLA VIRT'

ONDA TAPP D LL DU AZIONE RA E

La econda tappa nel la~ nnazion della lib rtà e della p r onalità
morale e paragonabile alla giovinezza al termine della cri i d I
p riodo ad Jescenzial . E caratterizzata dall'a . un ion in proprio
426 / PARTE TERZA

della vita morale, da un predominio d Il iniziativa e delJ impegno


per. onali, dallo viluppo dell 'appr zzam nto d I gu to per le qua-
lità morali, dall 'approfondim nto d ll 'int riorita attiva. Qu ta è la
tappa del progre ·o e della formazione alla virtu come una di po i~
zi ne. tabil p r~onal ad agire on qualità. A p co a poco si opera
un uperam nto del piacere en ibile d 11attrattiva ver o la rico1n-
pen a o della paura del ca tigo, che erano motivi d t rminanti al] 'ini-
zio dell'educazione i arriva all'a1nore della virtù in ,, t a, co 1
come . i arriva ali amore v r o l altro per ,, t o nell'amicizia. Si
impara così a realizzare un lavoro con cura, a praticare la giu tizia a
. rei tar l 'on . ta, a e rcar la v ri ta, ad amare con ~incerità, anch
e que ti atti richi dono a rifici o ne uno li vede. E n llo te ·o
tempo l apprendi tato al lavoro ben fatto, al coraggio quotidiano, alla
api nza alla p r ev ranza; e la cop rta in definitiva di una gioia
ben diver a dai piaceri perché provi n dai no tri atti e da noj te i
piuttosto che dagli avvenimenti e teriori.
Per e mprendere ciò che avviene in que ta tappa c ntral neJla
f rmazi one morale abbiamo bi ogno di ri 'Coprire, p r m zzo
dell peri nza ed leone tto eh co a, ia la virtu autentica, poiché
la t oria della lib rtà di indiffi r nza ha compi tam nte vuotato della
ua o tanza della ua forza que to eone tto.
La virtù non un abitudin eh i forma con la ripetizione di atti
materiali eh generan in n i un mec ani mo p ichico. È una capa-
cita per onal di azion , frutto di una ucc i n di atti di qualita,
una capacita di progre o e di perlezionamento. Si tratta di quello
eh , e n Ari ·totele chiamiamo «habitus». Que to termine, purtrop-
po, ' u ato poco n Il nostre lingu moderne an he e de crive una
di posizione all'azione e enzialmente p cifica dell uom .
La virtù non è neppure una rip.(oduzione noio a s nza toria di
atti di obbedi nza, quale potrebbe e ·ere la copia di un mod Ilo o
l' cuzione di un piano pre tabilito. Al contrario, es a comincia con
una scoperta, come una rivelazione: la pere zione, eh è for e più
chiara durante la giovin zza dell e i t nza d lle realtà e delle qualità
che uperano l'ordine materiale del piacere d ll'util , eh meritano
di e ere rie rcate p r é te e e he ono la fonte di una gioia
int riore dur vol . La virtù come diLposizion ad agire conforme-
mente a tali qualità è un autentico principio di vita, una capacità
d'azione empre nuova. Gra ie alla virtù, l'uomo accede al livello
d'ordine moraJe che i confà propriamente alle per one, all natur
A UB RT' l Q AI TTÀ/ 427

spirituali come dicevan g]i antichi. Con la virtù m g1 o


costruì. cc la toria e, enzial di gni uomo.
Allo st . o t mpo la virtù e in critta n Ila durata an i in qualche
modo la produce. All' intern d 1 tempo m ccanico empr ugual
la virtù o trui e il progre o della p r • na ed i uoi atti: tra forma
il t mpo in durata. entre la libertà di indiff r nza i rinchiud
n ll 'istant , il progre . moral richi de la no tra p r veranza
n ll'intenzione attiva che orienta la no tra vita v r un obi ttiv ,
v r o una realtà up rior eh le onferirà pieno valor . Non ci puo
e s r progre. o s nza la ripre ·a pazient oraggiosa dell'impegno
che ordina i no tri atti gli uni dopo gli altri v rso una tes a direzio-
ne, v r un fin voluto amato sopra ogni co a, nonostante gli
o tacoli e le in vitabili incertez e. La libertà di qualita me la
no tra ste sa p r nal ità ha bi ogno d lla durata p r rese r , per
. viluppar. i e per condurr l'uomo fino ali eta adulta in cui produrra
le u azioni migliori. om un alb ro porta i uoi frutti entro e al
termin d lla durata o ì l'uomo per iJ potere d lla virtu fo1ma le
op re he ]i nferirann la. ua qualità sp ifica di per na morale.
A .. i m alla virtù dobbiamo ri coprire l'autentica fcd ltà. La fì -
deità non . i limita alla con rvazione mat riale e alla prot zione di
ide di o ervanze di i tituzioni, di modi di iudicar e di viver
anti hi e ven rati, eh formano una tradizione: qu ta non ' eh la
·e rza delJa fedeltà, h p tr bb anzi f~ aria e i indurì ce.
L aut ntica fedeltà ha p r oggetto principal un g rm di vita piri-
tuale vero e buono eh ha potuto pr nd r corpo volto in una
d ttrina e nelle i tituzi ni ma la cui anima è attiva attrav r o 1 virtu.
La i pu chiamar fì d lta con. rvatri . i vu l • ma poiché è
applicata a un principio di vita in realta e a e vivifi ante dinamica,
e nformem nte alla durata e al progr o di cui abbiamo parlato. La
fi deità è nece • aria alla ere ·cita deJla virtu e partecipa al uo potere
di innovazion . In omma, ' la fì d lta deJla lib rlà v r o . ' st s a
ver o la propria origin qualitativa, cioè il . n o natural della verità
e d 1ben . La f delta e anzitutto pirituale ma non può fare a m n
d 11 fedeltà mat riali. E ndo noi corpo e anima abbiamo bi. ogno
d lla edeltà c m di un 'tegno e di una materia concreta per
l e ercizio il progr s. o n li div r virtu. La fed ltà morale a, u-
m rà co 1 e integrerà a é le fedelta piu materiali allo te .. o t mp
procurerà loro quella ci ltezza di movimento e di adattam nto al
rea]e che la no tra ani1na conferi ce agli organi del no tro corpo.
/ F RTE :RZA

I nti,. n l l ordin d /11 arità


r d Ila 111

m ral caratt ri z ta pr gr -
hiamata da ma. o il gradino d i ci nte »,
• • • tt nzio ' • avanzar n 11 d ll
prattut • d Ha carita.
i Jar d qu t· tappa
Jla m n • i tratti d l Di
li •L
ritica la m r ali ta d i fari •
i del D al i d un pe
i r un p 11 quali
h ulmina nella arita attiva. Il ambiament
da un·:im dei limiti a ral di prog
1 va mp d Lia ri hie
J am r .
nt rpr tazi n • r· tti del Di u gli
atti
. .
n p r pen
- li dl< nl no
• d rm· o I rad i • • • ~ nti-
m n ri' 1no n I lit' h
fan • cond Di d ntr di n • u ra.
I e p r a "' o, il testo d lla nu va L gge
gg di lj ltr pe ~ ti larità
amp di I • • to dai • li ffi rt alla
n • • • • tt l i • • n Ha carita.
Il Di ll m nt • ad tta p ·' • • nt qu -
da t ppa di pr n 11 libertà m r m il
f a alla prima. O ali p r'
o tan ial una di d im-
p tto com dal h aI u p he
pr t gg re, alla pianta con forza.
• m m tt r q da tappa in rapp via
illu1ninativa dei mi tici il cammino am-
ma • nt mpJat' ti ad 11 llumi-
tti a d 11 t . La fi d p rta-
Dio u ul mon rittura
• f n n api nza rza h
diri n mpr m li 1 att n i n d li int Jli enz n io d l
LA LIBERTÀ DI QUALITÀ/ 429

cuor ver o Dio come verso la fonte della Verita e della Bontà.
Cont mporan amente si fortifica l'inclinazione ver ·o il pro imo, in
un amor efficace e puro.

V. L ..TÀ AD LTA & LA MATURITÀ O LLA LIBERTÀ,


TERZA TAPP D LL EDU ZIO ~ MORA E

La terza tappa dell duca ione morale porta la libertà alla ua


1naturità: ·i tratta dell età adulta. ul piano moral piritual .
Que ta età può e· ·ere caratterizzata da due elem nti: la padr nanza
nell'azione di qualità la fi condita creatrice. Grazie alla lenta e pan-
·ione d lle ue facolta, l'uomo diventa capace di as 'Umere personal-
mente la direzion della propria vita, di ordinare i propri atti a un
di. no, a una meta upedore vera bu na per lui e p r gli altri, e di
portar a compim nto pazientem nte attraver. o o tacoli prove, un
prog tto di vita che dia senso, valor e fecondita all e i t nza. La
perfezione della libertà morale i manifesta nella ri po ta a una
vocazione, n Ila dedizione a una grande cau ·a, anche ·e apparente-
mente umile, nell 'adempim nto di un Javoro importante, al ervizio
di una 01nunità, n Ila fa1nìglia n lla citta n lla Chi sa.
Que ·ta ' la lib rtà di cui parla an Tomma ali 'inizio d Ila Prima
Secunda quando ravvi a in s. a l immagin di Dio eh n Il u -
mo, grazie alla padronanza che gli po i d ull proprie azioni.
Qu ta padr nanza pr uppon I' du azi n n1oral , la lenta forma-
zione in noi d 11 virtù come un fa cio di en rgi profond tenuto
a" ieme da un impegno perseverante n Ila docilità alla vocazione
alla grazia. Questa padronanza opera la concentrazione d 11 no tr
facoltà d 11 no tr idee dei no t1i voi ri e d i n ·tri entimenti per
renderli fficaci in vi ta dello copo upcriorc che p r guiam . In
qu to 1nod la no ·tra p r ·onalità i unifica e acqui 'ta autonomia nei
confronti d gli avvenim nti , t riori fino a farli ervire ai no ·tri
di gni traendo profitto anche dalle resistenze che vi i oppongono
dall prov eh d bbiamo affr ntar . Si viluppa in noi una inte-
riorita profonda, che non ci isola, ma che div nta il polo nece ario
di un ambio ontinuo proficuo tra noi e il mondo sterno. Co ì
le nostre azioni potranno I ntamente formar ·i e maturare come
autentici frutti di vita, com 1 op re proprie della no tra 1iberta.
È da ottolineare qui quello che potremmo d finire il parado so di
/ RTE T RZ

qu padronan h mpl ta l iluppo d Ila li 1tà di


qu . a num lubilm nt du dim n ioni h • lito
p in opp : il caratt r ndam nt
d n di qua 1 a ua larghi i1 ura agi i alti
m i1. i1nb • tt d gli al ri ono e l
• utti dic il Van Il frutt app • t Ime 1
• d. • il la p ci lità.
i
• frutti mat • • ro •
rmati il I tra • •
tr • aria il Ln
m do, I d Jla n tra nto
qu piu pro a un grand p ral
ti n tra • la n ·tra • om
di qualita n li n i • •. azioni m r- •
dalla n t mat
litudin no f at
pr q i ituia
I n an ardi. Tutt via le azi ni li
riv o di tam nt pranno
indurr n I d r il nt ' piu irr •
ral n Ila
n u .
d1 •
f rma l ap rtura non
• di qualita ndit tr r inf- t • n
r • • virtù da prati n 11e • int rper onal' Ja
• • • che ta di r • un il la
a l'ami • • t al pr ttutt
ntimita l grazia In L
• a per i • i I rm 1 • perfi • • gni
u • a quali m . matu d Ha n tra li rà
• m nte n Ila ita i mant n m trar • • 'una
ltra que ta d • imen i n : alità e l r li
•nt riorità I ità il < p r p r gli altri»
• qui h • d lJ lib rtà di qual
natural d d lb qu ta
• ]a m ra tr la tea li di indif n
n n ri e a • la ma la mand in turni p tra
I r l u parti. ca uni ne d 11 nalita d rtura
L LIBERTÀ Dl Q ALlTÀ / 4 l

all altr la ritroviamo al liveJlo del] oper compiute. L op ra di


qualità 1 op ra morale perfetta nel . u ordin ' talm ntc per onale
che qualifich ra il suo autore n 1 uo intimo re: egli arà un uomo
bu no, giu 'to, g n ro o r tto, caritatevole. Lo ~irie no rà dai uoi
atti un po' com i ricono ce un rand arti ta dal l ue op r , . nza
eh gli d bba neanche firmarl . Si tratta appunto di op r che
u ·citano la più alta attenzion e eh toccano piu in profondità coloro
eh le cono cono p rché hanno il apore e la p rfezione dei prod tti
maturi fferti a ognuno. In questo modo l azione m raJ di qualità i
pr enta agli altri com un frutto a loro de tinat come un g rme
fec odo da rac ogli r om un mod llo che i pira e come un
• mpio attraent da imitar . que to propo ·ito bi gn rebb for
completar la definizi n ari tot lica d Ila virtù: a rende buoni
non olo l atto colui che I compi ma anche coloro cui que ·to atto
è rivolto beneficiandon po , ono a loro volta diventare fi condi.

I «pe,fetti>>nel/ ordine della arità

an Tomma o defini ce la t rza tappa del progre • o nella carita


m I ta d i «p rfì cti» il cui p n ier dominante è di e er uniti
a Di e di porr in Lui tutta la loro gioia. gli applica lor la fra di
an Paolo ai Filippe ·i: il loro d ·id ri e di « re ciolti dal corp
p re ere con ri ·to>> Fil l 2 ).
Pr i iam eh i t rmini «p rfi tto» e «perfezione» devono e ere
inte i qui nell ottica umana eh ' mpr r lativa, n lla no tra con-
dizione attual . In que t n. o diciamo eh un uomo ha raggiunto la
p rfezion della ua età della sua cr scita d ila ua p r onalita, cio
la maturità aratt risti a dell ta adulta. San Paolo riprendera que ta
id a quando inviterà i cri 'tiani ad «arrivar allo tal di uomo p rfi t-
to nella mi ura eh convi n alla pi na n1aturità di Cri to» Ef 4 13).
Si tratta di una perfezione ben cliver a da qu Ha eh talvolta evoca la
virtù quando i di e eh n ne ni nt di piu noio o irritante di una
per na p rfetta, che abbia tutt 1 virtu. on i tratta di una perfezio-
n co tituita dalla ripr duzion di w1 m d ll o dall applicazion di
una t ria eh in r altà mancherebb di anima ar bbe artificiale.
Si tratta, al contrario di una pcrfi zion dinamica eh procede dal
cuore ed e propria d lla per ona giunta alla pienezza delle propri
fa oltà attive.
/P RT'T•

att riz a I· maturità piritual


di Cri titui ce la prin ipate di • n
d Ila carità, n della vit· plativa ri verso la vi i -
180 ogna pletar qu . t
n dulta d con • • I bran d Il
1 tt r i abbi n-
lud : iman n li
ne ' n tivam J
p rfezi arità comp « t ner i
rinunci il d I pr • i h ·z azion imm -
diat • ri • efiniti am nt . La t n •
tra il d • • p r il p • e an
pr nta n n in m l p t n di it
la t n h • n n Il arita p rl t .

La Le e nu a

P iam ri Ila 1ar qu ttrin· ull t adulta d I ri lian


al1a d fini j • ta d I __.,..,.,., nu ui I m nto prin ip 1
la grazi 1nto Sa p ra in n i per m zz della f d
della can • ac r]a ali d ttrina ull' a i n dello pirit
anto attr oi doni. l pirando i a ant he a
iat al di • i h i d ni itat1 1n
I aia al capit 11 an di tingu n • realizzazi -
n dell • ini un i all irtu l • lt
.. . . .
L azi ne • d id • nell 1 plfa L ru
n • n • i ompi eh ano la mi
d lla em • • ed Ila ola ini 1a 1va nform
• ella fi d lla carita.
• n up n il Di monta i
. . .
1n e n a ne r ar a mo dir tta dello pirit
anto il rincipal il a ondur i • 11
pi na ma ur Ha carità.
Que t' p o pirito rri p nde p rfettam ntc allo vilupp
della n tra , e ..ì m n p ria an ~ mm nel belli im

4
I-Il, q. 9 . .
LA UBERT, DI QU LITÀ I 433

brano della Summa ontra Gente, IV, 22) in cui de criv come lo
Spirito anto muove l'u 1n vcr o Dio sotto forn1a di amicizia cioe
nel quadro di una relazion eh per gli u mini ' ba ata interamente
'Ulla liberta e pre uppon la maturità della p r onalità morale rag-
giunta attraverso la virtu. Sarà b n rileggere que 'tO pa • , che ci
intere a in modo pecia] , e che i ba a chiara,nente. ul eone tto di
lib rtà di qualità, ·e ndo l inclinazi n naturale al v ro bene: «Ag-
giungiamo che i figli di Dio ricevon la mozione dello Spirito Santo
non come chiavi, ma come uomini lib ri. E lib ro condo Ari 'to-
tele colui eh ' sua propria causa quando agi ce. Noi agiamo Jib ra-
mente quando agiamo da noi ·te' i, cio' . condo la no ·tra volontà
interiore, mentre il no tro comportamento ervile e non libero
quando agiamo contrariam nte alla no tra volonta int rior . Ciò
accad sia che n i ubiamo una violen a totale quando il principio
della no tra azione è completamente terno, nza la no tra collabo-
razione, e m quando ci i fa agir forzatament , ·ia che 1ni chiamo
un con en o parzial c n la co, trizione che i è impo ta, c m
quando accettiamo di far o di ubir una co a eh è m no contraria
alla no tra v lontà p r vitame una che Je è più contraria. Fac ndoci
amare Dio lo Spirito Santo ci di pon ad agir secondo la no tra
volontà pontan a. I figli di Dio perciò, ono rnos i dallo Sph-ito Santo
ad agire lib ramente per amor e n n rvilmente, per paura. o 1
dic l 'Apo tolo: 'Voi n n avete ricevuto uno pirito da ·chiavi per
ricadere nella paura, ma uno pirito da figli ad ttivi» (Rm. 8, 15).
Ma poiché la volontà e ordinata al v ro b ne dall'inclinazione della
, ua natura piri tua le e l'uomo i allontana dal ver bene otto
l 'influ o di una pa sion , di un vizio o di una di po izi n malvagia
egli agi ce ervilm nte, enza una reale lib rtà. Tuttavia guardia-
mo la sua azion dal punto di vi ta d 11inclinazione v rso un bene
ingannevole che fa na e re in lui la pa ione o il vizio dir mo che
egli agisce Jiberam nte quando i libera da qu ta inclinazion , e
servilmente quand i a, ti ne dal eguirla emplicemente p r paura
della legge che la proibi ce. «Poiché lo Spirit Santo di, pone la
volontà per mozione d'amore al vero b n cui e,, a è ordinata per una
pontaneita naturale la ua azion evita queste due ervitu: la ervitu
della pa ·sione del peccato che contraria all ordin natural della
volontà e ]a . ervitu della legge che gli fa o. rvare la I gg contro
la sua propria volontà c me un chiavo non com un amico della
J gge. Come dice 1 Ap tolo: 'Dov c'e lo Spirito del Signore 'è
li 17 uidar d Il pirit
n • i.. l ».
mm fu io-
n • ·ito , an • a at di ·an
P lo Spiri , i p
I' i, eh rim luog il
Ii ua gi d i • • • r t d Liamatu < p r-
~ tlt 1 ·p e la ia uniti h a aun n n r-
d ll'uni n a ri t . di ui p ria mm h p • ra
n It d 1matrimoni iritu J . a 1 n d nt
qui d t rminant .
uq pu n t • n n h la d ttrina , u i d
pirit • i or od li m n a ndo an 1ì mma. n-
d i Padri ·i rivolgon a tutti i tj • om un app 11 ar-
un uni camrnin n J uno avanz rà t
d la pr pria n l iut
ta abbiamo di tin ri il
d a di qualita p r di un in 1
• • i n lla
l z . azi
d • • • na n
ar ra nel • inizial-
m ma ma Jla ta-
j n d i frutti, alt mp
mi Lit ni n ·ttan la n tra ita a
:tata dal t mp d fin d, li infanzia
quand il pi olo m fì d n ll mpli-
i d I u r e m • • • iomo di nnu • n .
inc rpr tazi e n i d ni d irito
ttrina • ·bil alla nt n a
• d 11 i b rtà di in h ha
l princip mora! al li 11 prima
tappa qu Jla del confro e la liberta p r m Jl b-
nd la l intera in qu l m on
no di farla r • moral 1 n n Ilo
o: non ara p pr
n ra l bbli
n mm d 11 m nta
n Il n la grazia pirit anto a gni ri ti n .
L IBERT l Q ALrf' /4 5

ognuno può a. pirare n I ·uo cu r n lla ua pr ghi ra alla r alizza-


zion del pr c tto centrai del Di. cor o del Signore: «Siat p rfetti
come e perfetto jl vo tro Padre cele te». Qu t comandament che
embr r bbe «inattuabil » agli occhi degli u mini, d i api nti
d gli perti diventa a ce ibile ai pi e li e agli umili (a qu lii che
n uno i ogna di guardare e m privi} giati) proprio perché qu -
sti, piu coscienti della loro d bol zza ono 1n ]io di ·posti a la· 1ar 1
condurre dallo Spirito n Ila fede nella peranza.

VI. A o SERVAZlO J V ROGR sso


LA FORMAZIO LHO,L,L~A TBERTA MORAL

l. La ·ontinuità nello sviluppo della libertà

Le tre tappe eh abbiam di tint n lla formazion della libe1ta di


qualità in realtà non ono parat . ome nella ere cita biologica la
prima tappa ·u • i t nella conda e qu ta n Ila terza, grazie a ciò
che gnuno ha formato di positivo, a volte anche n alcun d b I z-
z eh permangono. ·ì la n tra infanzia ci accompagna fino alla
n tra mort , attrav r o dei tratti pr f ndi • i e . tata anch che e I
d linarc della vita molti • nton il bi ogno di rav ivare i ricordi
della loro prima tà, me a vol r i rituffare nella oro- nte d lle
pr pri origini. Se po iam dun ue aratt rizzare la prima tappa
del l educazion m ral e n I ace ttazion di una di ciplina con la
lotta contro i p ccati, ciò non ignifica a olutamente che arrivati
all'età adulta dei «p rt tti~, in cui la lib rtà di iniziativa e più grande
non avr mo piu da combattere contr i n . tri difi tti p tre1n
tra curare qual ia i di. iplina. La ncce ita di una regola di vita
u ist fino in fondo· nell 'eta adulta qu ·t bi· gn arà unto
p r onalment e fondato ·u un e ·i enza interi r . Analogam nt
ver eh l umiltà . condo la dottrina dei Padri co titui 'Ce la pri1na
tappa dell 'itin rario piritual del cri ·tiano n n po .. ia1no in al un
modo conclud r h qu Ili eh hanno raggiunto la tappa d Ila
agg zza n n d bbano piu oc upar. i di qu ·ta virtù. E i anzi do-
vranno v gliar di piu, proprio a cau a della t ntazione dell orgogli
h minaccia loro più che gli altri. D l r t i co tata h più
aumenta la aggezza aut nti a qu lJa eh viene da Dio. piu i appro-
/P RT ~

f ndi cc s1 di lata I umilt· n Ila v rità. dim trano i rand i


m ••nt go tin "n Tomma • • nti alla piena m·Hu-
• on j, on rut di i ne d 11 umilt
i n lla p • • n ila d' • -
11 piritua I • • • prin ipianti jn l ia ai 4ualj h
i dicato la . u' n 1 turita una • •
d Ila qualit m • al t r pr g i
piuid • • lii che on all'inizio p r·vvi rli
uidarli bbia q • • . Ritro i m qui
in mani di • d 1 pad r n d l
qui .a .u iz1 a1 p1u d b li non p r a
ttarli ndurli lib rta la m turit .

Il pr gr h
bbiam d . ritt non 11ti-
nu . L ono i •• ti •1 to tr . L
·p ntan ità na ural ... ontra ·tat·t d • di • ciplina imp -
ag • ri. Ma u • l • • la virtu i
ali • r m
. . .
Ul l p
la mi ur • a u n 1
pa aggi tr m a h I ntam 11 • v1 man a
qu l «centr ·stie il no tr • zo i reg la. uJI·
lin a a • ta dun • na
una lin <.: ntinu ur n •
p tra
ud ia la p
d al na a ,ungere 1-
i nte rego ar il punto di p • ne d l1a vi h ambia d un·
itu zi n p r in da una p na all altra .

. La pr bi n1 ti ·a del! du a_, n

Il p d Ila lib rl' di qualità eh ti- mo d cnv nd ,I


viluppa nd una diaJ ttj a h ha i u i . i i uoi
m la ui lin dj f, ndo trutti il h impli a una parti
LA LIBERTI'\ Dl QUALlTA / 437

mani ra di considerare e di porre i problemi dell'educazione. 11


m todo ara congiuntivo e non di giuntivo come n lla libertà di
indifferenza. Il problema non . tara nella . celta tra una educazione
lib ral e una educazion autoritaria, ma nell 'as ociare, nell' duca-
zion , la lib rtà l'autorità, nel disc rnere le tapp 1 poch in cui
nec . ario porre 1 a cento ull autorita, e quelle in cui bi ogna
inv cc favorire l'inizi 6va. Ciò val analogamcnt p r altre c lte:
n n tra il volontari m e I intellettualismo, rna ragione e volontà
in i me, l'una in soccorso dell altra. Ilo ·te· ·o modo, bi ogna
ricercare 1 union tra libertà e natura tra liberta grazia nonché il
coli gam nto Lra1 indi iduo e la so ietà tr la per ·ona la comunità.
L'unp slazi n di tutti i grandi problemi he riguardano la lib rta
ara toccata in profondità da qu ·ta difi renza di pro pcttiva di
met do.

4. L impeino di tutte le fa ·oltà

La durata e la e mpl sità d Il educazione morale derivano ·p -


ialmente dal fatto eh la libcrta di qualità richi d la collab razi ne
di tutte le facoltà dell uomo e un pazient Javor di e ordinam nto
tral ro eh .iotti n conl'e rciziocconl'esperienza.Qu ·t' pera
ri hiedc anche la di ponibilita all aiulo . t mo eh vi n dagli du-
catori nonché una dinamica ap rtura ai contributi e ai ambiam nti
della oci tà,. condo la giu tizia l amicizia. ara anche que to un
lavoro di lunga durata, ma ne varrà la p na p rch ~ pr cur rà alla
lib rtà i materiali gli alim nti n c . ari per cr e r fortificar i e
as icurare la qualità d ll . u op re. Po siamo applicare alla liberta
la parola di" an Paolo: tutto concorre al bene di coloro che amano Dio
(cfr Rm. 8 28). La padronan a della libertà ff, ttivamente fa tra1T
profitt da tutt cio eh gJi u cede teriorm nte e interiorm nt
prov ni nt da Dio o dagli uomini anche ·e ·i tratta di contraddizi ni
e di p r uz1 n1.

5. Un progres o enzafine

Non bi ogna farsi ingannare dalle parole: <<ultimatappa» del pro-


gres ·o morale non indica affatto un tennin oltre il qual ci i ferma
RZA

Irunm ilic n 11•inatti it • l nt n


b i il Ila r
d Il f .
i lI lupp 1n n r-
I in . L rfi zi
la fin d li d • ,
1dur l •
iritu· 1 n •

alla fi
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rad it-
h iJ
Il
n-

nit m nt •
un L

.pirit . . .
in pnn 1p1
n t~ f nti n r-
LA LIB RTÀ DI Q ALIT' / 439

VII. RAFFR TR
NT LE DUE LlBER'T'
& LI\ LORO RELAZIO O MORALE

Per ria umere le no tr anali j ulla libertà di indiffer nza ulla


lib rta di qualha n e poniamo 1n uno eh ma comparativo gli
el m nti prin ipali.

Lih rtà di indifferenza ibertà di qualità

Definizione: p ter di oli r Defini:ione: pot re di agir n


tra i contr ri. (La e lta tra il b n qualità p rf zione quando i
e iJ mal appartiene all e.. nza u I . (La . celta d I mal ' una
della libertà). La libertà dip nd deficienza della lib rta . La libcr-
dalla ola volontà. t· apparti n alla ra ion ~ alla
volontà congiunt .

1. Esclude le inclinazioni naturali 1. i radi ·a nelle inclinazioni na-


dall'atto lib r ·ottomett ndole turali ver o il v ro il bene, v r •
alla lta. a lib rtà' indiff r n- ciò eh ha qualità p rfezi n .
t davanti a qu t inclinazi ni. Pro d dall'attrazione dall'in-
t r .. e p r iò eh appare v r
buono.

2. ìpone per intera fin dalla par- 2. Data in mhrion ~ all 'ini i d~J-
l nza. N suna tappa di formazio- la vita morale: ne es ità di uno
n e di pr grc • ·o. • ·una po ·i- sviluppo • ttraver ·o l educazione
zion intermedia tra l e· ·ere lib - r rcizi , • guendo una di cipli-
ro e iI non es. erlo. na, per tappe succe iv . Il pro-
gre ·o e· ·cnzialc p r la lib rtà.

3. Intera in ogni sce/ra libera, ·c- . Riunisce gli atti in tm in. ieme
ondo il principi : eia ·cun atto è ordinato dalla prosp ttiva di un fi-
indip ndent , 'eparat dagli altri, ne, h oli 0 a interi nn nt que-
a· 'unto nell i ·tante d lla d ci ·io- ·t i atti e li in ·criv n lla durata.
ne.

4. Non ha bi o no della \'irtù che 4. La virnì è una qualità dinamica


diventa un'abitudine di ui ·i fa e stitutiva della libertà. un «habi-
liber u. o, né d Ila finalità, che tus» n e . ario al uo vilupp ~ la
diventa una circo tanza d gli atti. finalità è un el mento prin ipate
del! 'agire lib ro.
Lib rtò di ind(fferenza lii rlà di qualità

a leg e ·I pare ome una 5. La le è un aiuto e 1er1


. tri::ion ·teri r una limit 1- e ari iluppo d li li
=1 ne li n'· n i ri u rdi in e , • 011 I aura
d Ila I per la il bene in •
du ibil . alla lib ge parti r-
mentc n riu nella prima
dell'edu a • : e a .i -
rioriz a in
. .
prog a-
ment 7i irtù di iu ·ti i
di arita .

. Libertà chiusll nella rivendi ·a- 6. Libert p rta, di. p ta a far


zione di é c:h au. a la para- e ntribuir tult I facolta d Il u -
zione d Ila I nt· dalle altr fo- m ali 'a • al Il
ltà p ra • Il in i- li Itri u mi • • • I
idu ltr li d Ila

7. Genera una morale centrai 1 7. n •ra una morale bas01a


·u/1'obbligo sulla le 1 e, mant - ul/' allrazi n della verità dc>/
n ndo con / 1 crillura olo r / - be11e. ul d ri di eli it , • n-
porti rid tti n i t ti h fi san trata • ttì ri nta
bbli hi ·tr tti. qu li zi ne, ap na a una
rf,
r 1azi n /' in. i me della. rit-
tura.

omm nt di qu . t aJi m lt nt due o


h riguardan iI primo I ultim punt d 1 nfr nt .

La liberta di p • ·are
P i h ,. 1 1 p n a m una 1ta t r 1
ntrari I li 11n i ·mpli ailp di e • tr il
n e il m una f nna primaria d Il a. P dir
he la , lta tr· il b • apparti n enza di qu ta
lib rtà. È p r qu • ome Billu ann
di tin 1 nt • ttili p r pi [i r nza ib m
n I diam u qu ta t rr qu Ila d I ti h
DI • II / I

a m que a pu , ·1 1
1 u m n n ia i finiti a p rtat a rinun iar
part ial d lla pr pria rt .
lib rta • tlità, al ntrario il di
in m ral ru1i, un d fi i n li h i
dim· • addirittur· limina. Il p •p e
in id n n l li • • d li atu-
ra un an a. ·1 p1u gran li a di •
p' nte t • nza ljmiti in • ri
alla pr p ci u •a ttr il
pr m i Il in 1in • al pm • an-
ia n Ila p·trt ip • alJa I rta divin· . I
h· rinun iat ad , 1 un altribut d li
l i pi I nt ti t 1•
di • I l' p ra piri l
la i in un • tla un un.
eh 1 n d ·azia d
• mini. p • a l nte di,
n a dc •m l' din1inui. an l I

La lib rtà , I 1 111 >ral

h ma pp na p n h di n Jud r fa il-
men hiaram nt l no:·t tt ndo in r lazi n in l ·1s
a • ultim unt , ]· li ' di indifl r nza n I m raJi
I li rta di qu lit n I m • d ll inù d Il·

p non n cere n lla ]ib rta di indiffcr nza, i tratti f I da-


m nta Il mralidJl'bbli h ·i:n o·truit lla
di pul • • d 11um I Rina. i1 rt
di ind a mu nt ·h
rigin d Ila m . La moral 1
• Iib
L di i n I
a i bi I • l ria m
• atti umani i lati dalln • ion lib ra • • i
n n tudiati e n1 r alta in ', • n l Ìl"O ·tanz
r nd n parti lari. La n ·id ra • n d Il finalit· pa m nd
2 / P. R RZ

pian n n' rva lo tudi ·ul fin p guit d· 1 ggett


n Il rn di un o dari una
a. irtu p ri • dall m a ntal
a mat ria m ral d i1 oman-
dam nti. Tutti qu ti ti d ri an dir ttam n • nt
tt Ila li indifi r nza ni tta
l m r li d
nali .
Vi abbia ·unt • p rt n la crittura eh
m abba rid quat oli n i manuali
m . i a i tu· z • n
la r ·1zi • a La m no imp 1tant
rt 1 n • n d Ila ulJ bblig ha p r
a· •• d i m rali tip r i t ttlur
rt • • • mo • Jla probi -
a r· spe • le eh i hann fi .. at .
tà di indif ta alla r di 11 m r U
• p rta • re • n •
di 4u rinur n
tti • d m • r nd
rta di indift r nza, de og11
i • r • nt un p
dal p a i •
• n f ]
a . • pr e • ·1
1tu 101. I di qu lit i
di una t • d Ha

r , qua r
d • '. di ui t • mpi n nti • adri
n di • n m . Qu ta ali, m ra1 la
ita piritual di ui h • • ar i: I in linazi -
n natural r alla u ' attrav
l d • d Ila
lin t
m • he ·b • Il
m nza ibilità l li a
i tù I • tend n 1p r
1 1 n di qu lit m 1 uni n pr ment
LI / .

I n lit it il du nt
d • ti. ·ar;- 1 pian : r •n
n t lla vit i ilupp rà p r d 11agiu. tizia
d l izia com una nzad Il li lai nta
i n di una dinami nia tra i m mbri d Ila itta, in
. .
111cornum.
h q • m nt n i-
. . .
lffi l n-
p il r il
n le p • tm n n i I
n Il in· ll'uom .
[n ltr J' emp· i adri mo:tra qual ·tr tt
tabiJir ·i u·· la 1i r n 1I
m r • fi li it
tra I Ri laz· I fil n n
• u • i di f n
. . .
m ar na
t • i n • d Ila . api nza t • a
i o m n in a r tta d l la • nza di Di
n ~ nza d l mi d ri t di ui p· ria o ·to] .

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