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A. Frolli
«Se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è
più scuola. È un ospedale che cura i sani e
respinge i malati».
Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa (1967)
Progettazione didattica
Il appare per la prima volta nel 1975.
Venne creato dal Center Education of Technology della Florida State University.
Nel , viene rivisitato dal che propone una piccola variante: fermo restando la
natura sequenziale delle prime 4 fasi, la fase di evaluation (validazione) è un processo continuo da
condurre assieme a tutte le altre fasi.
Nel , il modello viene ulteriormente evoluto, tutte le parti diventano interconnesse: i cambiamenti
che si verificano durante una fase del modello influenzano le altre fasi.
Progettazione didattica
Per la progettazione didattica facciamo riferimento al che descrive le fasi
progettuali:
Nel PEI è indicato il tipo di percorso didattico seguito dallo studente, specificando se
si tratta di:
Percorso didattico ordinario, conforme alla progettazione didattica della classe, sulla
base del curricolo di istituto;
Percorso didattico personalizzato in relazione agli obiettivi specifici di apprendimento
e ai criteri di valutazione (in questo caso ci si riferisce a un PEI semplificato o per
obiettivi minimi);
Percorso didattico differenziato (sulla base di un PEI differenziato).
Progettazione didattica – Modello ADDIE
La progettazione di un intervento didattico in presenza di un allievo con disabilità deve tener conto di
numerose variabili:
l’analisi del contesto e la situazione di partenza degli alunni: autonomia, relazioni, valutazione
diagnostica e partecipazione ecc.
gli elementi di forza e debolezza dei processi di integrazione e inclusione;
Le conoscenze e le abilità e le competenze da promuovere nell’alunno in base al PEI;
L’unità di apprendimento di riferimento in relazione alla programmazione e alla valutazione
diagnostica (preconoscenze, abilità, competenze rilevate):
• classe di riferimento;
• docente coinvolti;
• obiettivi di integrazione e di inclusione;
• ambiente di apprendimento (classe, setting, compiti, ausili);
• metodologie inclusive attivate.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
Nella fase di progettazione ci sono elementi che devono essere previsti e individuati nel dettaglio:
• La valutazione deve essere considerata parte integrante ed elemento essenziale del processo
formativo, per far sì che lo studente possa interpretarla come momento di crescita. Grazie alla
valutazione, gli studenti hanno l’opportunità di individuare sia punti di forza che i propri limiti e le
varie aree di miglioramento, offrendo loro la possibilità di progredire costantemente.
• Secondo Domenici (2012) la verifica e la valutazione dovrebbero essere concepite come un sistema
finalizzato a regolare e migliorare sia i processi sia i risultati dell'insegnamento. Questo approccio
permette alla regolazione interna di avviare un processo mirato al potenziamento e all'ottimizzazione
della qualità dell'istruzione e dei suoi esiti. Questa prospettiva può trasformare l'analisi in una risorsa
aggiuntiva che potenzia la qualità e gli esiti dell'istruzione, contribuendo così a rendere più equo
l'intero sistema educativo.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
Ci sono diversi tipi di valutazione a seconda delle diverse finalità dell’attività valutativa:
Essere indispensabile per gli allievi con disabilità in fase iniziale per la redazione
del profilo di funzionamento in collaborazione con gli operatori sanitari che lo
seguono e le famiglie.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
: far emergere problemi o situazioni critiche per il miglioramento in itinere del processo.
Questo consente sia all’insegnante sia agli studenti di individuare le competenze già acquisite, i
punti di forza e i miglioramenti nella progettazione didattica. La valutazione formativa supporta
l’iter di apprendimento dello studente, raccoglie una vasta gamma di informazioni, stimola
l’interesse per l’apprendimento e costituisce un dialogo bidirezionale tra docente/discente.
In termini Vygotskiani, il feedback mira a ridurre la distanza tra il punto in cui lo studente si
trova (effettivo) e il punto in cui dovrebbe arrivare (potenziale).
Si tratta di una valutazione strettamente connessa con un processo di apprendimento in cui tutti gli
studenti hanno la capacità di acquisire in modo adeguato le competenze di base di una disciplina.
Grazie a questo approccio, l’apprendimento avviene attraverso l’utilizzo di metodologie didattiche
che possono adattarsi efficacemente ai diversi tempi di apprendimento degli studenti, ai loro vari stili
di apprendimento e alle loro zone di sviluppo prossimale.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
: o anche alternativa rispetto a quella tradizionale, introdotta dal pedagogista Wiggins (1998).
Wiggins sostiene che è importante accertare non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa.
Agli studenti vengono presentati compiti di realtà, validi anche all’esterno dell’ambiente scolastico,
che non si consumano solo all’interno del contesto scuola e quindi fondati su conoscenze e abilità,
ma anche e soprattutto nei contesti di vita, per far sì che le persone riescano a risolvere problemi che
si possono presentare soprattutto in una società complessa come quella attuale.
L’autovalutazione
L’eterovalutazione
«La valutazione riflessiva è un processo interno di monitoraggio del cammino formativo – del soggetto – nel
quale il divenire, inizialmente poco evidente, è reso oggetto sistematico di riflessione» (Perla, 2004: 99).
I soggetti crescono in consapevolezza e metacognitività, guardando con maggiore motivazione alle situazioni
educative di cui fanno esperienza, mettendo al centro i propri apprendimenti e la continua ricerca nel
comprendere che tipo di significato possa avere quella conoscenza per il proprio sé.
La valutazione riflessiva è il pilastro della formatività nel processo valutativo: in questa fase
viene assunto l’oggetto didattica come un luogo di strutturazione di una conversazione
riflessiva considerando anche l’esperienza della formazione, i soggetti.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
Considera lo studente come partecipante attivo nel processo di valutazione, in grado di valutare se
stesso e comprendere come sta sviluppando le proprie abilità di apprendimento e autoregolazione.
Sulla base di criteri prestabiliti e condivisi dal gruppo, ogni studente fa valutare e valuta i prodotti e i processi
d’apprendimento.
Si tratta di un autoesame critico-riflessivo messo in atto dagli studenti in base agli apprendimenti acquisiti o
in via di acquisizione.
• I partecipanti alla valutazione: tutti coloro che sono coinvolti nel contesto
educativo, inclusi insegnanti, studenti, personale tecnico e dirigenti
amministrativi, diventano attori centrali dell'analisi valutativa;
• L'obiettivo della valutazione: la valutazione si concentra sulle competenze
acquisite;
• Le metodologie di valutazione: comprendono gli strumenti utilizzati per
misurare sia i risultati sia i processi di apprendimento.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
La valutazione è tesa a rilevare sia dati quantitativi attraverso la misurazione con l’utilizzo
di prove strutturate, o “oggettive”, sia dati qualitativi attraverso strumenti non strutturati.
• I test utilizzati dagli insegnanti per valutare e monitorare l'apprendimento degli studenti
consistono in stimoli presentati all'interno di una situazione (artificiale), che sollecitano una
risposta attraverso la quale è possibile valutare le abilità e le competenze degli studenti.
La natura di tali test varia in base al tipo di compito cognitivo che l'insegnante desidera valutare.
• Gli strumenti di valutazione non strutturati presentano stimoli aperti e richieste di risposte aperte;
uno stimolo di questo tipo può mettere alla prova non solo le capacità espressive e comunicative degli
studenti, ma anche la loro capacità di argomentare, cogliere connessioni tra concetti e ragionare, tra le
altre cose. A causa di questa flessibilità, tali prove non offrono dati completamente affidabili e precisi,
specialmente senza l'implementazione di tecniche di valutazione controllate. Per ottenere valutazioni più
accurate, è possibile stabilire in anticipo criteri guida basati sugli obiettivi di apprendimento previsti e
utilizzare scale di valutazione coerenti.
Esempi di prove a stimolo aperto con risposta aperta sono: temi, interrogazione orale, stesura di
relazioni, redazione di verbali, elaborazione articoli.
Progettazione didattica – Modello ADDIE
•Le prove semi-strutturate presentano uno stimolo specifico, ma offrono agli studenti la possibilità
di sviluppare autonomamente la risposta. La domanda o l'indicazione è formulata in modo mirato
per stimolare una risposta che permetta di osservare determinati tipi di apprendimento. Di solito,
queste prove sono utilizzate quando si vuole indagare e rendere evidenti i processi cognitivi
sottostanti alla costruzione individuale della conoscenza, come ad esempio l'abilità di integrare
conoscenze e competenze.
Esempi di queste prove comprendono domande specifiche, brevi saggi e attività di ricerca, riassunti.
Tali prove permettono di constatare la capacità degli studenti di riprodurre conoscenze di base o di applicare
schemi di risposta standardizzati (valutando le conoscenze e le competenze in uno o più ambiti disciplinari). In
queste valutazioni, si fa riferimento a un modello predefinito di risposta corretta, con criteri e scale di valutazione
chiaramente definiti.
Esempi: esercizi a carattere addestrativo (ad es., quesiti v/f; a scelta multipla, a completamento; a
corrispondenza; quesiti di riordinamento) e le prove oggettive di profitto.
Progettazione didattica – Unità di Apprendimento
Strumento individuato in seno alla riforma Moratti (L. 53/2003) per scandire le fasi della
programmazione didattica è l’Unità di Apprendimento (UDA).
L’UDA tiene conto non solo degli aspetti contenutistici della disciplina, ma anche del contesto specifico
in cui essa verrà calata: capacità cognitive degli allievi; contesto logico-organizzativo della scuola;
potenzialità interdisciplinari dell’argomento oggetto di studio.
L’UDA afferma la centralità della persona, dei suoi bisogni, delle sue motivazioni aprendosi
dunque alla personalizzazione dei percorsi formativi. Approccio esplorativo.
Poiché l’UdA mette gli alunni al centro del processo di apprendimento, prima di progettare un percorso di apprendimento è
necessario comprendere a chi è rivolto. In questa fase individuiamo i destinatari dell’UDA; quindi, dobbiamo definire le
caratteristiche della classe: numero di alunni, scuola di riferimento, classe, grado di partecipazione, numero di alunni con BES,
problemi relazionali o comportamentali, contesto sociale, economico e culturale in cui la scuola opera.
Di particolare importanza è la presenza di alunni con BES, poiché per questi alunni sono necessari interventi ad hoc sulla base del
piano educativo individualizzato (PEI) o del piano didattico personalizzato (PDP).
Rappresentano indirizzi generali dettati dal Ministero rispetto ai contenuti di insegnamento. Ogni grado di scuola ha la sua normativa
di riferimento che indica gli obiettivi generali. Per l’infanzia e il primo ciclo (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado), la
normativa di riferimento è rappresentata dal D.M. 254/2012 (Indicazioni Nazionali primo ciclo). Per progettare un’UdA, oltre a
considerare le Linee Guida e Indicazioni Nazionali, è necessario considerare anche le competenze chiave per l’apprendimento
permanente (raccomandazione EU del 22 maggio 2018) e le competenze chiave di cittadinanza di cui al D.M. 139/2007.
Progettazione didattica – Unità di Apprendimento
In questa fase si individuano conoscenze, abilità e competenze in base agli obiettivi generali e ai risultati di apprendimento attesi al
termine dell’UDA.
La conoscenza è il sapere teorico; l’abilità è la capacità di utilizzare il sapere teorico; la competenza è un insieme integrato di
conoscenze, abilità e atteggiamenti che permette di utilizzare conoscenze e abilità in contesti reali e situazioni nuove. La domanda
guida per individuare gli OSA è la seguente: cosa devono sapere e saper fare gli alunni al termine dell’UDA/attività didattica?
Rappresentano le conoscenze e le abilità che gli studenti devono possedere per affrontare l’unità di
apprendimento.
Dato il forte carattere interdisciplinare dell’Uda in cui contenuti sono collegati tra loro, questa è la fase in cui si
individuano i vari collegamenti con altre discipline.
Progettazione didattica – Unità di Apprendimento
I metodi sono le modalità con cui il docente organizza e presenta i contenuti. Esempi di metodi sono il metodo
espositivo o il cooperative learning. Le tecniche sono gli strumenti utilizzati nell’ambito di una metodologia per
favorire l’apprendimento. Esempi di tecniche sono il brainstorming o il circle time. Gli strumenti sono dispositivi
utilizzati come supporto. Esempi di strumenti sono la lavagna e il libro di testo.
In questa fase si individuano: le fasi dell’UdA, ossia le singole attività didattiche che verranno affrontate nel corso dell’UDA;
i tempi di ciascuna attività didattica e le tecniche, i metodi e gli strumenti utilizzati in ciascuna fase.
In questa fase si individuano gli strumenti utilizzati nella fase di verifica e di valutazione. Nella fase di verifica vengono
raccolti dati oggettivi da valutare successivamente. La valutazione consiste nell’assegnazione di un voto sulla base dei dati
oggettivi.
Progettazione didattica – Unità di Apprendimento
Per la verifica di conoscenze e abilità si utilizzano prove di verifica che possono essere strutturate, semi strutturate o non
strutturate.
Per la verifica delle competenze si utilizzano compiti autentici, ossia compiti che richiedono l’utilizzo di conoscenze e abilità in
situazioni reali. I compiti autentici per essere tali, oltre che reali, devono anche essere vicini alle esperienze dello studente. Per
progettare compiti autentici si può far riferimento a una situazione-problema, uno scenario che potrebbe verificarsi in un contesto
di vita reale e che mira alla mobilitazione delle risorse cognitive degli alunni.
Per la valutazione di conoscenze e abilità si utilizzano le griglie di valutazione. Le griglie di valutazione individuano i criteri per
valutare conoscenze e abilità.
Per la valutazione delle competenze utilizziamo rubriche valutative e griglie di osservazione. Le rubriche valutative sono
composte da dimensioni e livelli. Le dimensioni scompongono la competenza in elementi osservabili, mentre i livelli descrivono il
livello di competenza. I livelli sono quattro: iniziale, base, intermedio, avanzato.
Progettazione didattica – Unità di Apprendimento
L’autovalutazione ha il compito di innescare una riflessione nello studente rispetto al proprio processo di
apprendimento. L’autovalutazione può essere individuale (intrapersonale) o di gruppo (interpersonale). Ai fini
dell’autovalutazione predisponiamo dei questionari che hanno l’obiettivo di far riflettere l’alunno sul proprio
processo di apprendimento.
Di seguito alcuni esempi di domande.
Autovalutazione individuale: Ho compreso le consegne del compito assegnato? (Sì, no, in parte).; Ho rispettato
i tempi prestabiliti? (Sì, no, in parte).; Ho incontrato difficoltà durante lo svolgimento del compito? (Sì, no, in
parte).
Autovalutazione di gruppo: Ho ascoltato le idee degli altri? (Sì, no, in parte).; Ho rispettato il turno di parola?
(Sì, no, in parte).; Abbiamo raggiunto l’obiettivo condiviso? (Sì, no, in parte).
Capability Approach
Approccio teorico formulato e sviluppato a metà degli anni ‘80
dall’economista Premio Nobel Amartya Sen e successivamente
ampliato da Martha Nussbaum.
Sen afferma che: «la persona con disabilità attraverso un approccio di teoria della giustizia
orientato alle capabilities – sia che la disabilità provenga da problemi fisici, mentali o restrizioni
imposte dalla società – riceve immediate attenzioni con politiche sociali che non avrebbe avuto
attraverso altri approcci [...]» (1994, pp.23-24).
Diventa opportuno valutare il concetto di capability come la possibilità, sia interna che esterna,
di raggiungere un adeguato sviluppo della propria capacità di relazionarsi ai compiti da
svolgere nella vita, “dentro” e “fuori” della scuola.
Il pensiero di Sen del costrutto capabilities delinea il benessere individuale non come uno stato
statico e legato ai beni materiali posseduti, bensì come un processo in cui le risorse fungono da
strumento per conseguire il benessere, ovvero ciò che si può realizzare/essere grazie alle
risorse disponibili.
Capability Approach
«È l’insieme dei traguardi potenzialmente raggiungibili (spazio delle capacità,
capability set) o effettivamente realizzati (spazio dei funzionamenti, functionings)
che contribuisce a determinare il benessere e la qualità della vita delle persone»
(Lucio Cottini, Didattica speciale e inclusione scolastica)
Si tratta di una capability integrata di cure, non esclusivamente medico-riabilitative, che consente
alla persona di attivare e riorganizzare le proprie caratteristiche per raggiungere un adeguato livello
di libertà d’azione quotidiana di scegliere quali azioni intraprendere, quali traguardi realizzare,
quali piani di vita perseguire (giustizia).
• Costrutto della pedagogia volto a analizzare quei processi correlati alla capacità di
acquisire competenze nei settori dell'istruzione, della carriera, della cultura e della
società, nei contesti di vita dell'individuo.
Capability Approach
A. Frolli, EDUCAZIONE SPECIALE, DISABILITY STUDY & PROGETTO DI VITA - Ed. Aracne.