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2 06-2023
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I n rredazione: Francesco
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Indice
HER E I G O
Rain On My Street
GIORDANO MAZZI
Negli anni 80 suona nel gruppo
“I Nuvolari” facendo da spalla
a I Nomadi, Stadio e Vasco
Rossi. Negli anni 90 suona in
vari programmi televisivi in
RAI e collabora in studio con
molti artisti italiani. Negli
anni 2000, oltre a partecipare
alla produzione di numerosi
album importanti italiani,
approda come consulente
artistico in Ferrari, collaborazione
tuttora attiva.
Another time,
another melody
deep in my soul
a sound that sings for me
Running with you,
over the microphone
calling my name,
the winner is the same
Come with me today in my car
Win me over melody
Run with love and take my soul
You are aiming for the sky
rain on my street
and you’re losing
who you are
rain on my street
I never ask,
I maybe imagine that
the rain coming down
heaven is here for you
Come with me today in my car
Win me over melody
Run with love and take my soul
You are aiming for the sky
Rain on my street
Come with me today in my car
Win me over melody
Run with love and take my soul
You are aiming for the sky
rain on my street
and you’re losing
who you are
rain on my street
and the rain is coming down
rain on my street
C'è un termine inglese che riassume la mia
esperienza di spettatore del "This Is Not a Drill",
il concerto di Roger Waters che ho visto a Bologna
il 29 aprile scorso: mindblowing! Musica bellissima,
arrangiata ed eseguita con cura e arricchita da
immagini e, soprattutto, pensieri che mi hanno
trasportato in un'altra dimensione, che probabilmente
si trova nella mente geniale di questo enorme
artista. Da prima dell'inizio del concerto c'è
lui, la sua vita, le sue idee su tanti temi anche
già trattati in precedenza ma che qui risultano
più vere, coerenti e convincenti che mai.
La scaletta è straordinaria perché, pur contenendo
brani scritti nell'arco di cinquanta anni, sembra
strutturata in modo da dipanare un filo logico,
come si trattasse di un concept album scritto
apposta per questo tour.
Entrambe le parti del concerto si aprono con una
selezione di brani di "The Wall": nella prima, l'ormai
famosa (e, a mio giudizio, meravigliosa) nuova
versione di "Comfortably Numb", che ovviamente non
parla di Pink, il protagonista di "The Wall", artista
sull'orlo di una crisi di nervi, ma di tutti noi, esseri
umani sull'orlo del baratro autodistruttivo che,
guarda caso, è il tema del brano che, sul finale
dello show individua questo baratro nell'apoteosi
nucleare ("Two Suns In The Sunset").
IL TITOLO
Il titolo dell’album fu tradotto
solo in spagnolo ed a seconda
del paese: “EL ÙLTIMO CORTE”
(Messico), “EL CORTE FINAL”
(Venezuela).
BLU COLOMBIANO
Unico vinile colorato per The Final
Cut è questo Colombiano della
CBS Records. (Foto dalla
collezione di Lucillo Batini)
IN
ITALIA
Molti collezionisti non conoscono questa particolare stampa italiana, tanto
che non si avevano notizie precise sui motivi dell'uscita di questo disco
sino al 2015. Ma è un disco “storico”, che rivela solo adesso la sua storia
particolare e tipica italiana La pre-edizione italiana numerata del disco è
abbastanza rara da trovare ed è stato per un buon periodo di tempo un
disco poco conosciuto, ma soprattutto fino alla mia ricerca non si
conoscevano i veri motivi della sua creazione, mancando una
documentazione ufficiale della EMI Italiana; tanto che nel corso degli anni
ha alimentato diverse ipotesi sulla sua realizzazione, che rivela solo adesso
la sua storia particolare e tipica italiana. Quello che si sapeva prima della
ricerca del 2015 era che si trattava delle “prime 500 copie stampate a
scopo promozionale”, a cui era stato apposto un timbro per numerarle. Il
sottoscritto ha così iniziato nel 2015 alcune ricerche, ove emergono dei
fatti nuovi, che cambiano un po’ la storia del disco. Il disco fu stampato
senz'altro negli stabilimenti di Caronno Pertusella (VA), presso la stamperia
della EMI Italiana, ma non si tratta delle prime copie stampate dell'album.
La maggior parte delle copie in circolazione riportano sul run-off le
date di “2-3-83 I ; 7-3-83 III”, segno che queste copie vennero
realizzate usando due master datati 2 e 7 marzo e due differenti
acetati (rispettivamente, “I” e "III"), mentre le prime copie originali
stampate in vinile nero furono stampate partendo da un unico master
(2 marzo) ed usando un unico acetato (il primo, "I"). Per dovere di
cronaca, tra i collezionisti interpellati, solo tre copie di questa edizione
limitata riportano una diversa data, appunto “2-3-83 I” su entrambi
i lati.Anche per quanto riguarda la copertina esistono copie numerate
con copertina lucida e con la scritta “grapyche magica 2000 milano”
sul retro, ma ce ne sono esempi anche con copertina normale ed
anche senza la scritta “grapyche magica 2000 milano”.
La soluzione del caso si presenta grazie ai ricordi di alcune persone
che lavoravano per la EMI Italiana ed alcuni giornalisti musicali. Il
fatto è che queste etichette vennero preparate per essere messe su
delle copie in vinile colorato, per usarle in una conferenza stampa
di presentazione di “The Final Cut”, un po' come era avvenuto tre
anni prima per il “The Wall” arancione. Poco prima della stampa del
vinile il progetto del disco colorato fu accantonato, forse per mancanza
di autorizzazioni ufficiali da parte della EMI inglese. Così si decise di
utilizzare le etichette standard del “The Final Cut”, preventivamente
numerate nel processo di stampa. Appare anche evidente, vedendo
le copie che circolano, che la scritta “limited edition copy N°” non è
stata timbrata come era accaduto per la numerazione all'interno
della copertina di “The Wall” tre anni prima, ma è stata fatta da una
macchina al momento della stampa delle etichette, con gli stessi
caratteri ed alla stessa posizione. Anche il numero progressivo fa
parte del processo di stampa dell’etichetta insieme alla scritta. Esistono
macchine tipografiche che possono stampare una numerazione
progressiva. Per quanto riguarda il numero di copie stampate ed il
numero di copie che circolano attualmente, possiamo dedurre dai
fatti alcune certezze.
La prima è che il fatto di trovare copie con numero alto (finora "495") ed
altre con numeri bassi (finora il più basso è un "6"), conferma l'ipotesi delle
500 copie realizzate, ipotesi che ricordo già esisteva nella metà degli anni
'80, quando circolarono per la prima volta questi pezzi (l'acquisto della mia
copia n. 462 risale appunto al 1984); la seconda è che probabilmente sono
circolate solo circa una cinquantina di copie del disco, di cui circa una
quarantina si conosce il proprietario. A questo punto, l'ipotesi ormai prende
forma di verità. Da quanto emerge dai fatti, il disco in versione “limitata
numerata” era stato ideato solo per scopi pubblicitari, che l'operazione
originaria fu modificata “in itinere” e che non vi è nessuna documentazione
ufficiale della stampa numerata. In pratica, a tutti gli effetti si tratta di una
edizione limitata stampata volutamente per scopi promozionali (in linea con
quei tempi), e non per essere immessa nel mercato commerciale normale.
Da tutto ciò se ne deduce che non è il disco in sè stesso ad essere raro, ma
la sua etichetta e la sua storia, per parecchio tempo sconosciuta alla
maggior parte dei fan. Anche il fatto di avere o non avere il timbro a fuoco
della SIAE (si conoscono alcune copie senza il timbro), non prova nulla, solo
che qualche etichetta sfuggì alla timbratura a fuoco dell'addetto al
momento del timbro presso la sede SIAE o presso lo stabilimento. La
conferenza stampa per presentare il nuovo album ai giornalisti avvenne a
Milano, presso l'Hotel Plaza, il 17 marzo 1983. Agli invitati, giornalisti
musicali e discografici, fu consegnata una apposita cartolina di invito, ed
anche un comunicato stampa in tema contenuto in una speciale cartellina
colorata di presentazione del nuovo disco dei Pink Floyd, scritto dall'Ufficio
Stampa della EMI Italiana di Milano. Fu ascoltato in parte il disco (non si sa
se con un impianto olofonico) e fu anche proiettato un video,
probabilmente il clip di una delle canzoni dell'album. Molto probabilmente
la conferenza stampa anticipò di qualche giorno l'uscita del vinile nei negozi
e le prime recensioni furono verso la fine del mese (per esempio, su Ciao
2001 la recensione uscì col numero del 27 marzo). La mia ricerca statistica,
per stabilire quante e quali copie sono in circolazione, conta le copie che
sono circolate tra la metà del 1983 ed oggi tra i collezionisti di tutto il
mondo (almeno quelli contattati, poco più di un centinaio), a cui abbiamo
unito i dati del monitoraggio di Ebay e dei principali siti di vendita di dischi.
In buona sostanza, le copie che circolano finora tra i collezionisti dal 1983
ad oggi sono 46 (su 500 effettivamente stampate), ben poche, o no?