Sei sulla pagina 1di 1

“Quelli” della Premiata

Viviamo giorni di celebration, almeno per quanto concerne la febbrile attività della Premiata
Forneria Marconi. Era solo un anno fa, quando deliziarono e stupirono appassionati di rock (e non)
con i loro Stati d’immaginazione, quintessenza sincretica di musica e cinema, quindi un bel tour in
lungo e in largo per la penisola, macinando chilometri e idee sonore (perché il moto “compositivo”
non si ferma mai).
Ma questo 2007 urla 35. Ebbene sì, il risultato della diligente sottrazione fa 1972, anno d’oro del
progressive italiano. Di lì partì la carriera a 33 giri della band milanese: Storia di un minuto con il
gemello Per un amico. Poi fu la volta dell’incontro inglese con Lake, Sinfield e altri amici
crimsoniani, la produzione per gli album “stranieri” targati Manticore (Photos of Ghosts e The
World Became the World), in mezzo a L’isola di niente. L’indimenticabile tour americano
immortalato in Live in USA, quindi Chocolate’s Kings; la svolta del dopoprog tra jazzrock e
suggestione etnica (Jet Lag e Passpartù) sino all’illuminante incontro con De André alla fine dei
‘70s. Gli anni Ottanta sanno di canzone rock metropolitana (Suonare suonare, Come ti va in riva
alla città e Miss Baker), ma i Novanta riportano in auge la sensibilità concept di qualche lustro
prima (Ulisse). Da Serendipity (2000) ad oggi è storia recente.
Sarà, ma ha fatto bene la Sony, lo scorso mese, ad “inventarsi” un cofanetto di 3 CD (40 brani) che
racconta le vicende in studio e live della PFM, attraverso un’antologia di brani rimasterizzati ( 35…
e un minuto).
Il 26 ottobre, un graditissimo bis, questa volta da Ricordi: la ristampa (rimixata), sempre in
cofanetto, di Fabrizio De André – PFM in Concerto.
Ormai, questioni di giorni ed è festa. Il Celebration Day (14 novembre al Rolling Stone di Milano)
quest’anno si carica di un significato assai particolare. Certo, il numero quasi tondo fa il suo effetto,
però la band ha sentito l’esigenza di ripercorrere a ritroso le radici più lontane, quando il complesso
si chiamava I Quelli. Ricordate? Com’era moda, in piena epoca beat riproponevano cover straniere
in italiano (Nice, Traffic, Hollies, Turtles, Aphrodite’s Child e la celeberrima È una bambolina che
fa no,no,no…di Michel Polnareff). Per un breve periodo, il loro cantante era un ragazzo, originario
di Taranto, che tentava la via del cabaret al Derby, Teo Teocoli.
Per una sera I Quelli si riformeranno e apriranno il Celebration Day. Sul palco, oltre ai PFM Franz
Di Cioccio e Franco Mussida, Giorgio “Fico” Piazza (che fu anche primo bassista della Premiata),
Alberto Radius, Pino Favaloro e Teo Teocoli. Appoggio esterno alle tastiere di Gianluca Tagliavini.
Special guest Roy Paci.

Che aggiungere? Questi ragazzi non si perdono d’animo e si stanno già preparando alla nuova
fatica: PFM in Classic con tanto di orchestra sinfonica diretta da Oliviero Lacagnina (già con i Latte
e Miele). Staremo a vedere, anzi, a sentire…

Riccardo Storti

Potrebbero piacerti anche