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Quartetto Tamborini ::: Ël giardin dl'amor

2006 • Folkclub Ethnosuoni ES 5354

01 Marcia Campestre per dopo la Messa (G. Quirici)


02 Ël giardin dl'amor (trad.) - pìva e sul (B. Raiteri)
03 Quattro contraddanze (M. Novaro)
04 Amor al convent (trad.) - Aria d'la monigheta (B. Raiteri)
05 Farfallina (P.L. Menighetti)
06 Zero via Zero (E. Carosio)
07 La promessa (trad.) - Ugin (B. Raiteri)
08 Fuga (L. Picchianti)
09 J'é passà la crava (trad.) - Cua cürta (B. Raiteri)
10 Hora Mystica (L. Sinigaglia)
11 Vertigini (G. Capitani)

Bruno Raiteri: violino


Antonio Sacco: Violino
Fabrizio Montagner: viola
Marco Pasquino: violoncello
Pensieri alla rinfusa su "Ël giardin dl'amor"
di Bruno Raiteri
Il disco esce nel decennale del gruppo, un traguardo di longevità che mai mi sarei aspettato, visto che il
quartetto era nato quasi per caso, sia dall'esigenza di eseguire pubblicamente alcune composizioni facenti
parte dell'archivio di Angelo Tamborini, durante la presentazione del mio libro sul Fondo musicale di questo
musicista, pubblicato nel 1996 a Trino Vercellese (VC), e sia dalla voglia di ricercare un repertorio
praticamente sconosciuto, costituito da una miriade di compositori semisconosciuti o anonimi che avevano
lasciato traccia negli archivi delle chiese e delle biblioteche del Piemonte. Sinceramente, pensavo che la
ricerca di sarebbe esaurita presto, non tanto per la scarsità di materiali che avrei trovato, ma quanto per il loro
valore musicale.
In effetti, non è stato così, e la riscoperta di pagine come il gran valzer di Giuseppe Capitani o di altre
recentemente ritrovate stanno a testimoniare quanto apporto ha dato la musica piemontese alla musica
salottiera dell'Ottocento.
In questi dieci anni, inoltre, ho raccolto personalmente più di 3700 spartiti e penso di aver collezionato un
archivio abbastanza significativo. Anche da questo "pozzo" ho tratto sostanza da riutilizzare nel nostro lavoro.
Rispetto al primo album, è rimasta una sola monferrina, quella che apre il disco, e sono state introdotte più
composizioni di stampo novecentesco, riscontrabili nel Tango di Menighetti o nelle armonie della mazurka di
Ermenegildo Carosio.
Tranne i due brani più classici, quello di Leone Sinigaglia e la fuga di Picchianti, tutti gli altri sono mie
trascrizioni di brani per pianoforte e organo. La scelta dei canti è stata dettata dalla voglia di cimentarci con
una voce femminile e dare anche qui un'impronta più personale. Ho pensato alle rielaborazioni e alle aggiunte
di un secondo tema ai canti in modo più libero, spero che il risultato sia gradevole ...
In questo disco non abbiamo più contato sull'apporto di Barbara Careggio, ora diventata mamma, che
all'epoca del primo cd era il primo violino. Il ruolo del primo violino è spettato a me, e alla viola è subentrato
Fabrizio Montagner, che aveva già collaborato con noi nel primo nostro disco. Ho inoltre inaugurato nel
migliore dei modi il mio nuovo violino, di liuteria, manco a dirlo, piemontese.
Un'altro piccolo motivo di orgoglio personale è vedere che il CD esce anche con in copertina il logo, oltre che
di Folklub Ethnosuoni, anche della Ciapa Rusa, un gruppo nel quale ho militato per sette anni e con il quali ho
condiviso i miei più bei ricordi professionali.
Grazie infine a Maurizio Martinotti, che mi ha dato preziosi consigli, ma che non ha mai interferito nelle scelte
musicali, lasciando a me la più ampia libertà di decidere sui brani, sugli arrangiamenti, sulle trascrizioni. Di
questo, gliene sono immensamente grato.
Quartetto Tamborini: il salotto musicale piemontese dell'Ottocento. Musiche per quartetto d'archi.
Un settore ancora poco esplorato della musica colta dell'Ottocento in Piemonte è costituito dalle composizioni
dei cosiddetti autori "minori", artisti che in vita ebbero un discreto successo e le cui composizioni furono
pubblicate ed eseguite nei maggiori teatri e sale da concerto del Nord Italia, ma che dopo la scomparsa dei
loro autori, vennero dimenticate. Le opere di questi musicisti raramente si trovano oggi nei programmi dei
concerti, ma non per questo il loro valore artistico è minore; musicisti come Geremia Piazzano, Luigi Arditi,
Dino Sincero, Giovanni Bolzone hanno lasciato composizioni ancora valide e piacevoli. Oltre ai Valzer, alle
Mazurke, alle Monferrine, balli in voga nell'Ottocento, furono scritti anche brani di taglio più classico, come
quartetti per archi, o romanze da camera, generalmente per voce e pianoforte, che venivano di solito eseguite
nei cosiddetti "salotti" riunioni conviviali caratteristiche nel periodo romantico. Attingendo a tale repertorio, il
gruppo ripropone le composizioni trascrivendole per il più classico degli organici "classici": il quartetto d'archi,
contribuendo a renderne più piacevole e interessante l'ascolto.
Il Quartetto Tamborini, nato da un'idea di Bruno Raiteri, violinista della Ciapa Rusa, gruppo di punta della
musica popolare piemontese, è costituito dalla tipica formazione del quartetto d'archi: prende il nome
dell'organista vercellese Angelo Tamborini (1828-1900), la cui vasta collezione di manoscritti e stampati
musicali, conservata nella biblioteca di Trino Vercellese, è stata recentemente catalogata.
Il repertorio del gruppo si basa quasi esclusivamente su composizioni originali o trascrizioni di autori
piemontesi del secolo scorso, con particolare riguardo alla zona vercellese e monferrina: monferrine, polke,
galop, valzer, romanze da camera (in collaborazione con il baritono Devis Longo). Parallelamente a questo
repertorio il quartetto esegue anche composizioni di taglio più "classico", sempre di autori piemontesi
(Sinigaglia, Burbatti, Sincero, Bolzone). I musicisti del gruppo, tutti provenienti dagli studi classici, collaborano
inoltre con svariate formazioni orchestrali italiane.

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