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Il Narciso di Caravaggio

Dipinto con la tecnica dell’olio su tela tra il 1597 e il 1599 circa, quest’opera del rivoluzionario
Caravaggio trova la sua ubicazione attuale alla Galleria Nazionale d’Arte Antica a Roma,
presso Palazzo Barberini.

Volendo creare un gioco di riflessi e specchiature


per raccontare un’antichissima storia proveniente
dalla mitologia greca antica, raccontata da Ovidio
nel III libro delle Metamorfosi, l’autore raffigura un
giovane ragazzo, Narciso, inginocchiato e rivolto
con sguardo e corpo verso uno specchio d’acqua
che gli offre la sua stessa bellissima ed
ipnotizzante immagine riflessa, della quale è
destinato ad innamorarsi. Caravaggio tuttavia non
si limita a raccontare un mito antico, ma lo trasporta
all’epoca sua contemporanea, con la semplice
scelta di vestire il giovane di abiti tipici del
sedicesimo secolo: questo ci avvicina ancor più al
monito che dai tempi antichi si ripropone tramite
questa storia, ovvero evitare l’eccessiva vanità che
si trasforma poi in superbia.
La composizione scelta dall’artista ha di per sé anch’essa una nota di novità: un’immagine
perfettamente speculare divisa nella sua metà orizzontale, che potrebbe addirittura essere
ribaltata e rivelare anche nel riflesso un’attenzione minuziosa ai dettagli, uno studio
dell’immagine nel suo essere riproposta su una superficie d’acqua.
Tramite la scelta della posizione di Narciso e dai colori che caratterizzano questo dipinto
possiamo trarre poi altre informazioni ed interessanti riflessioni. Questa propensione del
corpo del ragazzo verso la sua immagine specchiata nell’acqua, la mano già immersa in
quest’ultima, la sua stessa espressione, ci indicano uno sconvolgimento interiore, un
sentimento di rapimento del suo animo che sappiamo già che porterà ad una drammatica
fine. Quel buio poi, che non solo circonda Narciso, l’unico a rimanere illuminato tramite colori
chiari, ma sembra inghiottire lentamente la sua stessa immagine riflessa, anch’esso potrebbe
essere interpretato come simbolo di una fine infelice.

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