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Pontificia Università Lateranense

Facoltà di Teologia a.a. 2023/24

Corso 11154

TEOLOGIA L’ E U C A R I S T I A
SACRAMENTARIA
4a P a r t e
Eucaristia

Roberto Nardin

Ad uso degli studenti 2

Gli studenti, oltre a studiare in uno dei manuali consigliati, INDICE


sono tenuti a prendere accurata visione di: L’EUCARISTIA
- Tutti i riferimenti biblici e del magistero indicati negli schemi.
- I Praenotanda ai riti. Premesse
- Il CCC e il CIC.
- L’esortazione apostolica postsinadale di Benedetto XVI - Prospettiva fonomenologica
Sacramentum caritatis. - Terminologia

Si consiglia la lettura di: 1. Il fondamento biblico


• I commentari biblici per le pericopi prese in esame
soprattutto per il NT. 1.1. La radice veterotestamentaria
• Le parole chiave di sacramentaria biblica speciale nel GLNT. 1.1.1. Gli eventi tipologico-eucaristici nell’AT
• I commentari del conc. Vat. II per i passi citati negli schemi. - La Pasqua di liberazione dall’Egitto
- Il sangue e il sacrificio dell‘alleanza
• Un commento all’esortazione apostolica postsinodale
- Il banchetto di comunione
Sacramentum caritatis (es. Scola, Fisichella, Semeraro).
- La dimora di Dio
• I temi fondamentali di sacramentaria nei dizionari teologici.
La bibliografia da portare per l’esame è segnalata a parte.
1.1.2. La berākāh ‫בְּ ָרכׇ‬
3 4

1.2. Il Nuovo Testamento 2. L’esperienza e la riflessione patristica


1.2.1. L’istituzione dell’Eucaristia 2.1. L’Eucaristia nel II secolo
- Le quattro redazioni 2.1.1. Didaché
- La Cena di Gesù: un banchetto pasquale ebraico? 2.1.2. Ignazio di Antiochia
1.2.2. L’Eucaristia in Paolo 2.1.3. Giustino
- La comunione con il Signore 2.1.4. Ireneo di Lione
- Il vincolo di unità 2.1.5. Ippolito di Roma
- L’annuncio di Cristo crocifisso 2.1.1. Tematiche
- Il banchetto escatologico
A. Rendere grazie:
1.2.3. L’Eucaristia in Giovanni - Anamnesi
- La Cena di Gesù: lavanda dei piedi - Sacrificio
- L‘Eucaristia: rimanere in Cristo - Benedizione - epiclesi
1.2.4. Tematiche bibliche B. Valenze:
- Cultura biblica di sfondo - Ecclesiologiche
- Mangiare insieme - Cristologiche
- Morte e vita - Antropologiche
5 6

1
2.2. Padri latini 3. Il medioevo
2.2.1. Tertulliano 3.1. L’epoca carolingia: Pascasio Radberto - Ratramno
2.2.2. Cipriano 3.2. L’inizio del II millennio: Lanfranco - Berengario
2.2.3. Ambrogio 3.3. Corpus Christi verum / mysticum
- Segno sacramentale 3.4. I Concili medievali: la trasustanziazione
- Consecratio
3.5. La pietà eucaristica
- Sacrificio
- Cancellare i peccati 3.6. La Scolastica:
- Pietro Lombardo; Ugo di S. Vittore
2.2.4. Agostino - Tommaso
- Platonismo agostiniano - Bonaventura
- Dimensione cristologica
- Dimensione ecclesiologica 3.7. Il tardo Medioevo:
- Dimensione sacrificale - Teorie
- Limiti
- Negazioni

7 8

4. La Riforma protestante
7. Il concilio Vaticano II
4.1. Lutero
4.2. Zwingli 7.1. Sacrosanctum concilium
4.3. Calvino - Mistero pasquale
- Partecipazione attiva
5. Il concilio di Trento - Unità della Messa
5.1. La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia 7.2. Lumen gentium
5.2. La comunione - Eucaristia: culmen et fons
5.3. La Messa come sacrificio 7.3. Unitatis redintegratio
6. Dal concilio di Trento al concilio Vaticano II
8. La celebrazione del sacramento
6.1. La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
6.2. Il carattere sacrificale della celebrazione eucaristica 8.1. Paolo VI, Missale Romanum (1969)
6.3. La frequenza alla comunione eucaristica 8.2. Institutio Generalis Missalis Romani
6.4. Il movimento liturgico Principi e norme per l’uso del Messale Romano
6.5. La teologia dei misteri Ordinamento Generale del Messale Romano
6.6. Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
9 10

11. Tematiche
9. Magistero postconciliare
11.1. La transustanziazione
9.1. Paolo VI, Encicl. Mysterium fidei (1965)
11.2. L’Eucaristia e la Chiesa
9.2. Giovanni Paolo II, Encicl. Ecclesia de Eucharistia (2003)
11.3. L’Eucaristia come sacrificio (questioni soteriologiche)
9.3. Benedetto XVI, Esort. Sacramentum caritatis (2007)
11.4. La centralità dell’Eucaristia
11.5. La frequenza della celebrazione eucaristica
10. Aspetti 11.6. Il culto eucaristico
10.1. Ecumenismo 11.7. L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
10.2. Aspetti liturgici 11.8. L’Eucaristia - l’ultima cena - il mistero pasquale
11.9. La Parola di Dio e l’Eucaristia
11.10. Eucaristica e inculturazione
11.11. Pubblicazioni sull’Eucaristia

11 12

2
Indicazioni bibliografiche Indicazioni bibliografiche

R. NARDIN - G. TANGORRA (edd.), Sacramentum caritatis.


Studi e commenti sull’esortazione apostolica postsinodale, M. BROUARD (ed.), Eucharistia. Enciclopedia dell’Eucaristia,
LUP, Città del Vaticano 2008, bibliografia pp. 775-804. EDB, Bologna 2004, bibl. 101-102; 131-134; 235-237; 885-907
13 14

15 16

P r e m e s s e:
Prospettiva fenomenologica
- Prospettiva fenomenologica
- Terminologia

17 18

3
Dimensione L’Eucaristia:
antropologica Aspetto
individuale realtà che si inserisce

Dimensione nell’ambito più profondo dell’esistenza umana,


Prospettiva biblica trasfigurandolo in una tangibilità
fenomenologica (AT)
che dice, invera e anticipa
la comunione con Dio,
Dimensione Aspetto
sacrificale conviviale vivendo la comunione con i fratelli e le sorelle

19 20

Dimensione antropologica Dimensione antropologica

Il mangiare e il bere Il mangiare e il bere

L’Eucaristia nella sua radice antropologica pone in «Comunque sia, il luogo normale del pasto (e, per la
evidenza il valore del nutrimento nella vita terrena, maggior parte degli uomini, il luogo reale, almeno una
nei suoi vari aspetti, annunciando il Vero volta al giorno) è la famiglia o anche un’altra comunità
nutrimento per la vera Vita. di vita, la communitas vitae che comporta e
suppone sempre la communitas victus. Il punto
Aspetto individuale importante è che il nutrirsi sia condividere il cibo
(= nutrirsi; avere la vita)
comune e non prendere insieme un cibo individuale,
Mangiare e bere anche se occorre che la ripartizione sia equa tra tutte
Aspetto conviviale le persone»
(= stare insieme; communio) GH. LAFONT, Eucaristia il pasto e la parola, 38
21 22

Dimensione antropologica Dimensione biblica

Il mangiare e il bere Il mangiare e il bere (AT)

L’aspetto conviviale esprime e rafforza la Nell’aspetto individuale


comunione tra i membri di un gruppo. permette di vivere
e di compiere ciò che si deve fare

- Saul senza forze mangia (1Sam 28,20-25)


Il pasto del gruppo
- Davide mangia pani dell’offerta (1Sam 21,4-7; Mt 12,3-4)
si compie nei momenti più importanti
della sua vita o della vita di un suo membro. - Elia camminò per 40 giorni … Oreb (1Re 19,5-8)
(Nascita, matrimonio, funerale, ricorrenze)
- Mangiare è segno di vita
Nella cultura dell’antico Oriente e non solo ... - Non mangiare è segno di morte
23 24

4
Dimensione biblica Dimensione biblica
Il mangiare e il bere (AT) Il mangiare e il bere (AT)
Nell’aspetto conviviale
Nell’aspetto conviviale
si esprime la comunione umana
si esprime la comunione con la divinità.
che si manifesta come:

- Ospitalità (Gen 18,1-8) - Sacrifici di comunione con il Dio d’Israele


(Lv 7,15; Dt 12,7.18; Sir 35,1; Ez 43,27; 44,3)
- Suggello di un’alleanza (Gen 26,30; 31,4)
non tollerabile la presenza
di un falso amico o di un traditore (Sal 41,10)
- Pasti sacri: mangiare carni immolate agli idoli
- Perdono (2Re 25,27-30) (1Cor 10,14-30)

25 26

Dimensione sacrificale
Il mangiare e il bere

Il cibarsi implica il morire Terminologia

F. Courth, I sacramenti, Queriniana, Brescia 1999, 20186,


202-204
Qualcosa cessa di vivere (si dona/sacrifica) J. Auer - J. Ratzinger, Il mistero dell’Eucaristia, Cittadella,
Assisi 1972, 195-196
perché possa diventare cibo CCC 1328-1332
GLNT
che dà la vita
27 28

Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332 CCC 1328-1332

«Eucaristia, perché è rendimento di grazie a Dio. I


«Cena del Signore, (cf. 1Cor 11,20) perché si tratta
termini εὐ-χαριστεν (Lc 22,19; 1Cor 11,24) e εὐ-λογεν
della Cena che il Signore ha consumato con i suoi
(Mt 26,26; Mc 14,22) ricordano le benedizioni
discepoli la vigilia della sua passione e
ebraiche che – soprattutto durante il pasto –
dell’anticipazione della cena delle nozze dell’Agnello
proclamano le opere di Dio: la creazione, la
redenzione e la santificazione». (cf. Ap 19,9) nella Gerusalemme celeste».

CCC 1328 (cf. berākāh) CCC 1329

29 30

5
Eucaristia
Eucaristia Si dice in molti nomi
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Frazione del pane, perché questo rito, tipico della cena
Cena dell’Agnello
ebraica, è stato utilizzato da Gesù quando benediceva e
«Beati gli invitati distribuiva il pane come capo della mensa, (cf. Mt 14,19; 15,36;
Mc 8,6.19) soprattutto durante l’ultima Cena (cf Mt 26,26; 1Cor
al banchetto delle nozze dell’Agnello» (Ap 19,9)
11,24). Da questo gesto i discepoli lo riconosceranno dopo la
«Beati qui ad cenam nuptiarum agni vocati sunt» sua risurrezione (cf. Lc 24,13-35), e con tale espressione i primi
cristiani designeranno le loro assemblee eucaristiche (cf. At
Ripreso: Messale Romano di Paolo VI e nella III ed. it. 2,42.46; 20,7.11). In tal modo intendono significare che tutti
coloro che mangiano dell’unico pane spezzato, Cristo, entrano
«Beati gli invitati alla cena dell’Agnello» in comunione con lui e formano in lui un solo corpo (cf. 1Cor
«Beati qui ad cenam agni vocati sunt» 10,16-17)».
CCC 1329 (cf. Didaché 14, 1)
Nozze? Presente nella III ed. fr. 31 32

Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332 CCC 1328-1332

«Memoriale
«Assemblea eucaristica (σύναξις), in quanto
della passione e della risurrezione
l’Eucaristia viene celebrata nell’assemblea dei fedeli,
del Signore».
espressione visibile della Chiesa (cf. 1Cor 11,17-34)».
CCC 1330 (cf. shekināh)

CCC 1329

33 34

Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332 CCC 1328-1332

«Santa e divina liturgia, perché tutta la liturgia della


«Santo sacrificio, perché attualizza l’unico sacrificio
Chiesa trova il suo centro e la sua più densa
di Cristo Salvatore e comprende anche l’offerta della espressione nella celebrazione di questo sacramento;
Chiesa; o ancora santo sacrificio della Messa, è nello stesso senso che lo si chiama pure
“sacrificio di lode” (Eb 13,15) (cf. Sal 116,13.17), celebrazione dei santi misteri.
Si parla anche del Santissimo Sacramento, in
sacrificio spirituale (cf. 1Pt 2,5), sacrificio puro (cf Ml
quanto costituisce il sacramento dei sacramenti. Con
1,11) e santo, poiché porta a compimento e supera questo nome si indicano le specie eucaristiche
tutti i sacrifici dell’Antica Alleanza». conservate nel tabernacolo».
CCC 1330 (cf. Eb 10,5.10.14) CCC 1330 (cf. Fons et culmen: SC 10)
35 36

6
Eucaristia
Si dice in molti nomi Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
CCC 1328-1332
«Comunione, perché, mediante questo sacramento,
ci uniamo a Cristo, il quale ci rende partecipi del suo
Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo «Santa Messa, perché la liturgia, nella quale si è
(cf. 1Cor 10,16-17)
compiuto il mistero della salvezza, si conclude con
viene inoltre chiamato le cose sante (τὰ ἄγια;
sancta) (Didaché 9,5) – è il significato originale l’invio dei fedeli (“missio”) affinché compiano la
dell’espressione “comunione dei santi” di cui parla il volontà di Dio nella loro vita quotidiana».
Simbolo degli Apostoli –
pane degli angeli, pane del cielo, farmaco
d’immortalità (Ignazio di Antiochia), viatico...». CCC 1330
CCC 1330
37 38

Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi

Paolo Agostino

Calice del Signore (1Cor 11,27)


Comunione con il sangue di Cristo «Sacramentum altaris».
(e fare la Sua volontà)
Agostino, Sermo 59, 3

«Sacramentum unitatis et caritatis».


Non comunione Agostino, Super Ioannem tract. 26,13
con il “calice di demoni”
(1Cor 10,21)
39 40

Eucaristia
Si dice in molti nomi Eucaristia nel NT
Tommaso due riferimenti fondamentali
1. Cena del Signore (1Cor 11,20)
«Sacramentum caritatis».
2. Frazione del pane (At 2,42; 20,7.11)
Tommaso, STh III, q. 73, a. 3, ad 3 [et alia]

«Est autem haec Eucharistia specialiter


sacramentum unitatis et caritatis, ut dicit
Augustinus, Super Ioannem».
1. Riferimento all’evento dell’ultima cena del Signore
Tommaso, Super Primam Ep. ad Corinthios
2. Riferimento alla celebrazione della Chiesa apostolica
R. FERRI, Sacramentum caritatis nel pensiero di Tommaso d’Aquino
in R. NARDIN - G. TANGORRA (edd.), Sacramentum caritatis, 163-176
41 42

7
Eucaristia nel NT
Eucaristia nel NT
1. Cena del Signore (1Cor 11,20.23-26) 2. Frazione del pane (At 2,42; 20,7.11; cf. CCC 1329)
Partecipare al mistero pasquale
Riferimento alla cena pasquale ebraica
nella “memoria” di quanto il Kyrios ha detto e fatto:

- «Nella notte in cui fu tradito» (1Cor 11,23): gesuano Antipasto:


- Benedizione del capofamiglia sul 1° calice
- «Il calice … il pane … comunione … con Cristo» - Verdure intinte nella passata di frutta (cf. Mc 14,20)
(1Cor 10,16): cristologico
Pasto principale:
- «Siamo un solo corpo» (1Cor 10,17): ecclesiologico - Benedizione del capofamiglia sul 2° calice
- Benedizione del capofamiglia sul pane non fermentato
- «Ogni volta … annunciate la morte del Signore finché - Il capofamiglia spezza il pane
egli venga» (1Cor 11,26; cf. Ap 19,9): escatologico e ne distribuisce un pezzo ai commensali
43 44

IL FONDAMENTO LA RADICE
BIBLICO VETEROTESTAMENTARIA

45 46

LA RADICE Gli eventi tipologico-eucaristici


VETEROTESTAMENTARIA
nell’Antico Testamento

1. Gli eventi tipologico-eucaristici R. NARDIN, La valenza sacramentale degli eventi dell’Esodo,


nel nuovo Esodo e del loro compimento in Cristo,
nell’Antico Testamento in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 31-79

2. La berākāh ‫בְּ ָרכׇ‬ R. NARDIN, La tipologia,


in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 102-114

47 48

8
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT

Comprensione storico salvifica che guarda al


passato, lo rende presente e lo annuncia per un typos
ulteriore intervento di Dio nella storia (Messia)
AT
Archetypos
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù dell’Egitto
Prototypos Evento
CRISTO
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
antitypos
3. Il banchetto di comunione
NT
4. La dimora di Dio (šekînāh)

49 50

Eventi tipologico-eucaristici dell’AT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto 1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
a. Passaggio Pasqua
dalla schiavitù senza identità
alla libertà di servire Dio festa di primavera legate alle primizie:
come popolo in cammino - frutti della terra con offerta di pane azzimo (nord)
nella mediazione (Mosè) verso la terra promessa - pastorizia con l’offerta dell’agnello (sud).
b. Il mangiare pane azzimo
Dopo la liberazione dall’Egitto
c. L’immolazione dell’agnello diventa “memoria” del passaggio
d. Essere sotto la nube e attraversare il mare dalla schiavitù alla libertà.
e. La manna dal cielo e la bevanda dalla roccia Evento centrale della storia di salvezza di Israele
f. Un paese dove scorre latte e miele che verrà sempre richiamato dai profeti.
51 52

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto

a. Passaggio
- dalla schiavitù senza identità
(insieme di tribù, un non-popolo)

Es 13,17 - alla libertà di servire Dio


Gs 5,6 (offrire il sacrificio nel deserto: Es 3,18; 5,1 …)

- come popolo in cammino


(il popolo di Dio nella storia, la storia è historia salutis)

- nella mediazione (Mosè) verso la terra promessa


(pellegrinare non vagabondare)
53 54

9
Es 34,29
«cornuta esset facies sua»

Michelangelo,
Mosè
1513-1515
Chiesa S. Pietro in Vincoli
Roma

Es 32,19

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto 1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
«Prima della festa di Pasqua, sapendo che era b. Il mangiare pane azzimo
giunta la sua ora di passare da questo mondo al
Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo
li amò sino alla fine. Mentre cenavano […] depose le Pane azzimo (senza lievito): partire in fretta.
vesti, e preso un asciugatoio, […]» (Gv 13,1-2) Es 12,15-19
- Far sparire il lievito dalle case
Pasqua di Cristo: - Si mangia pane non lievitato
- passaggio da questo mondo al Padre
- orizzonte agapico-diaconale
- offre se stesso (il suo corpo e il suo sangue)
- per la salvezza di tutti (Gv 3,13-15; 12,32) nuovo esodo
57 58

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto 1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto

b. Il mangiare pane azzimo c. L’immolazione dell’agnello (in Egitto)

«Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta Es 12,3-14


nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Il sangue dell’agnello immolato aveva preservato
Pasqua, è stato immolato. Celebrate dunque la festa gli ebrei dall’angelo sterminatore (sono salvati)
non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e
di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità»
(1Cor 5,7-8)
- Partire in fretta: urgenza della conversione L’immolazione dell’agnello
celebrata nella terra promessa
- Far sparire il lievito: radicalità della conversione rende partecipi i frutti della liberazione dall’Egitto:
- Si mangia pane non lievitato: esperienza concreta la salvezza
59 60

10
Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
c. L’immolazione dell’agnello
c. L’immolazione dell’agnello
Gesù, nell’ultima Cena, quando è il momento di
mangiare l’agnello, prende il pane e il vino,
benedice e rivela: Questo è il mio corpo dato per Gesù:
voi … questo è il mio sangue versato per voi
- Agnello che toglie il peccato del mondo
(Gv 1,29)

L’ultima Cena è l’anticipazione dell’evento della


- Agnello immolato in piedi, riceve adorazione
morte di Gesù espressa attraverso i simboli del
(Ap 5,6-14)
pane dato e del vino versato.
La morte di Gesù è l’immolazione del vero agnello
61 62

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto 1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
d. Essere sotto la nube e attraversare il mare typos
e. La manna dal cielo e la bevanda dalla roccia Morti 2
1
«[…] i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti Nube e mare AT
Archetypos
attraversarono il mare, tutti furono battezzati in Prototypos Manna
Evento bevanda
rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, (Roccia)
CRISTO
tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti 3
bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano antitypos
infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, 2 Morti
e quella roccia era Cristo.
Ma della maggior parte di loro Dio non si NT
1 1Cor 10,1-5
compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto». Battesimo Eucaristia
1Cor 10,1-5 3
63 64

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto 1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
f. Un paese dove scorre latte e miele
e. Manna dal cielo e bevanda dalla roccia
Es 3,8; Is 7,22

Eucaristia Dio Sangue di Cristo (De myst.)


Tipologia nel catecumenato:
Battesimo (De sacr.)
Dopo il battesimo e la confermazione
prima di ricevere il corpo e il sangue di Cristo
Ermeneutica patristica di 1Cor 10, 3 si mangiava del miele intinto nel latte.
Simbolo della terra promessa
Ambrogio (De myst. 48; De sacr. V,3-4) ormai raggiunta con l’imminente Eucaristia
65 66

11
Eventi tipologico-eucaristico dell’AT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza 2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza

Gesù nell’ultima Cena


- Abramo (gesto ancestrale) nel sangue (Gen 15,9-18) pone un riferimento esplicito all’alleanza

- Al Sinai: Mosé asperge con il sangue Mc 14,24; Mt 26,27


l’altare e il popolo (Es 24,8) Mio sangue dell’alleanza

Lc 20,20; 1Cor 11,25


- Unica oblazione sacrificale con il Messia (Ml 1,6-11)
Calice, nuova alleanza nel mio sangue

67 68

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT


2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza 2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza

Il sangue della croce L’ultima cena anticipa la morte di Gesù


è il sangue della nuova ed eterna alleanza quale oblazione di sacrificio della croce.
(1Pt 1,18-19; Eb 8,6-13)
La croce di Cristo
Concilio
Il sangue di Gesù dà la vita al mondo ricapitola e porta a compimento di Trento
(Gv 6,51-56) tutti i precedenti sacrifici

- A livello antropologico (Abele) Gen 4,4


L’Eucaristia: “memoria” dell’alleanza definitiva
- A livello religioso (Melchisedech) Gen 14,18-20
Partecipare all’Eucaristia: dimorare nell’alleanza
(Gv 6,56-57) - A livello di fede (Abramo) Gen 22,1-18
69 70

Eventi tipologico-eucaristico dell’AT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT


3. Banchetto di comunione 3. Banchetto di comunione

- Ancestrale indica comunione con la divinità


(1Cor 10,14-30) - Mostrato dal Gesù storico

- Anticipo messianico della presenza dello sposo


- I profeti descrivono l’alleanza messianica (Mc 2,18-22)
come un banchetto in cui tutti sono invitati
(Is 25,6; 55,1-3) - Banchetto messianico
(Lc 22,29-30)

71 72

12
Eventi tipologico-eucaristico dell’AT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
4. Dimora di Dio (šekînāh) 4. Dimora di Dio (šekînāh)
- In mezzo al suo popolo (Ez 37,27)
Cristo nuova e definitiva presenza di Dio:
- In Gerusalemme (Ez 48,35)
- Incarnazione (Gv 1,14)
- Dio è un Dio-con-noi (Is 7,14)
- Nel tempio (1Re 8,10-13)
- Nella tenda (cielo) Abside Per giungere alla:
che contiene l’arca dell’alleanza Altare
- Gerusalemme celeste (Ap 21,3)
- Dio vicino ogni volta che lo invochiamo (Dt 4,7)

(Dt 12,5) Nome Presenza/essenza L’Eucaristia si pone come intermedio

73 74

Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT


1 Liberaz. Egitto 2
Sacrificio
typos AT
4 Dimora di Dio
Manna
Evento 3
AT CRISTO
Archetypos 1 1 - Passaggio al Padre
Evento Salvezza Chiesa 2 - Unico sacrificio
Prototypos CRISTO (1Cor 10,6) 2 3 - Pane della vita
Offrire la vita 4 - Dimora di Dio piena
antitypos NT (Rm 12,1)
Mangiare pane = avere vita
4 3 (Gv 6,58)
NT
Noi siamo il tempio del Dio vivente
Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro
(2Cor 6,16)
75 76

Is 43,18-21 Is 43,22-23
«Non ricordate più le cose passate,
«Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
non pensate più alle cose antiche.
Anzi ti sei stancato di me, o Israele.
Ecco io faccio una cosa nuova: Non mi hai portato neppure un agnello
Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? per olocausto,
Aprirò anche nel deserto una strada, Non mi hai onorato con i tuoi sacrifici.
[…]
immetterò fiumi nella steppa.
mi hai stancato con le tue iniquità.
[…] Io, io cancello i tuoi misfatti,
Il popolo che io ho plasmato per me per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati»
celebrerà le mie lodi»
77 78

13
La berākāh

Non semplice ringraziamento

La berākāh ‫ְבּ ָרכׇה‬ Comprende:


Lode, narrazione, ricordo, dossologia.
R. NARDIN, Il dinamismo sacramentale, Celebrazione che rimanda e ripresenta
in A. LAMERI - R. NARDIN, Sacramentaria fondamentale, 85-89.
le meraviglie compite da Dio nella storia.
J. SCHARBERT, berākāh ‫בְּ ָרכׇ‬,
in Grande Lessico dell’Antico Testamento, I, 1646-1711.

Comprendere l’Eucaristia
79
nell’orizzonte della storia della salvezza 80

La berākāh La berākāh

Atto di rendimento di grazie 1. Stupore e ammirazione per le opere di Dio (alleluja)


come risposta ai benefici operati da Dio
in favore del suo popolo
- Canto di lode
Non semplice gesto rituale (formale ed estrinseco) - Contemplare le opere di Dio
Non semplice “gratitudine” (affettiva e soggettiva) - Contemplare lo splendore di Dio

Stupore Sal 111; 113; 116-118; 135-138; 145-150


Berākāh
(primi atteggiamenti) Confessione
81 82

La berākāh

2. Confessione di fede

- Proclamazione di Dio come unico liberatore (Esodo)


- Proclamazione di Dio come unico Signore (nel deserto) Es 13,17
Gs 5,6
- Proclamazione di Dio come unico Dio (2° Esodo)

Sal 30; 46-47; 66; 68

83 84

14
La berākāh Esodo: unico liberatore
Opere di Dio Nel deserto: unico Signore
2° Esodo: unico Dio

Stupore e ammirazione per opere di Dio


Berākāh Sal 111; 113; 116-118; 135-138; 145-150
(primi atteggiamenti)
Confessione di fede
Sal 30; 46-47; 66; 68

Riconoscimento dell’infedeltà all’alleanza

- Domanda di perdono Sal 106-107


- Abbandono fiducioso in Dio 86

La berākāh ha radici extra cultuali berākāh, tre componenti:


1. Benedizione (iniziale, breve)
Benedizione del servitore di Abramo (Gen 24,27)
2. Memoriale (anamnesi) delle opere di Dio
Benedizione di Jetro (Es 18,10)
3. Benedizione finale (dossologia)

1; 3 inclusione
Entra nella liturgia del tempio (Sal 106)
2 Più sviluppato

87 88

«E poiché le opere divine vanno dalla creazione alla


nascita d’Israele fino ai tempi messianici, il
Memoriale:
rendimento di grazie abbraccia in un solo sguardo
tutta la storia, diventando memoria collettiva di ciò che
- Ricordo delle opere di Dio (passato-memoria) di grande JHWH ha compiuto per la realizzazione del
suo disegno eterno di salvezza.
- reso contemporaneo (presente-celebrazione)
Proprio per questa sua ampiezza, la berākāh biblica
- prepara e anticipa l’incontro (futuro-profezia) non è in genere una produzione estemporanea di
individui isolati, ma l’espressione della fede del popolo
ed è pronunciata dall’assemblea. Un esempio
significativo, in tal senso, ci è fornito dalla preghiera di
benedizione del libro di Neemia, capitolo 9»

89
C. ROCCHETTA, I sacramenti della fede, II, 120-121

15
Opera di Dio (AT) per eccellenza e sintetica: Esodo
berākāh
- liberazione dall’Egitto
- Benedizione introduttiva
- passaggio del mar Rosso
- Memoriale (anamnesi) delle opere di Dio
(Dt 6,2-22; 26,5-8; Gs 24,3-7)
- Benedizione dossologica

Festa di Pasqua (Es 12,14.25-27; Dt 16,1-3)


Fondamentale è la comunità:
il soggetto è Israele Pane
Neemia 9 Calice
91 92

Paolo/Lc in generale
εὐχαριστέω Mt/Mc per il calice

berākāh LXX
IL NUOVO TESTA MENTO
εὐλογέω Mt/Mc per il pane

93 94

Il NUOVO TESTAMENTO
1. L’istituzione dell’Eucaristia
1.1. Le quattro redazioni
1.2. La Cena di Gesù: un banchetto pasquale ebraico?
2. L’Eucaristia in Paolo
2.1. La comunione con il Signore
2.2. Il vincolo di unità L’istituzione dell’Eucaristia
2.3. L’annuncio di Cristo crocifisso
2.4. Il banchetto escatologico
3. L’Eucaristia in Giovanni
3.1. La Cena di Gesù: lavanda dei piedi
3.2. L’Eucaristia: rimanere in Cristo
4. Tematiche bibliche
4.1. Cultura biblica di sfondo
4.2. Mangiare insieme
4.3. Morte e vita
95 96

16
A Istituzione dell’Eucaristia B
L’ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA
Dato storico:
Triplice dimensione
La cena di Gesù
- Il tempo di Gesù
come “memoria anticipata” e “profezia in atto”
L’ultima cena di Gesù con gli apostoli prima di morire
dell’evento pasquale

- Il tempo della Chiesa


Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20
Cristallizzazione liturgica palestinese e antiochena
Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26

- Il tempo degli scritti


P.-R. TRAGAN, La cena del Signore negli scritti sinottici e paolini,
Tradizione comune, concorde e con peculiarità proprie in L’Eucaristia nella Bibbia, 82-127
97
(Dizionario di spiritualità biblico-patristica 19) 98

Istituzione dell’Eucaristia C Istituzione dell’Eucaristia D


Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20 Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26 Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26

Concordanze delle 4 redazioni


Concordanze delle 4 redazioni
- Cena di Gesù con gli apostoli in contesto pasquale - Legame tra ultima cena e mistero della Pasqua di
Gesù, quale servo che dona la vita in riscatto di
- Due riti (giudaismo): molti (Is 53,12). Nell’ultima cena Gesù anticipa la
1. Benedizione e distribuzione del pane Pasqua e nelle sue parole durante l’ultima cena
2. Offerta del calice ai commensali spiega la Pasqua, ossia che è il suo corpo in
- Gesù pone una duplice relazione tra: riscatto per molti.
1. Suo corpo e pane “dato per” - Legame tra ultima cena e il banchetto escatologico
2. Suo sangue e vino “versato per”
99
- Eco della valenza liturgica già vissuta dalla Chiesa 10
0

Istituzione dell’Eucaristia E Istituzione dell’Eucaristia F


Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20 Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26 Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26

Divergenze delle 4 redazioni


Divergenze delle 4 redazioni
Lc - 1Cor
Mt - Mc le due benedizioni sono unite da sembrare una
Maggiore distinzione tra la benedizione sul pane
(prima della cena) e quella sul vino (dopo la cena)

Mt - Mc risentono della prassi liturgica della Chiesa


Lc - 1Cor rispettano maggiormente l’ordine giudaico
101 102

17
Istituzione dell’Eucaristia G Istituzione dell’Eucaristia H
Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20 Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26 Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26

Divergenze delle 4 redazioni Divergenze delle 4 redazioni


Lc - 1Cor Mt - Mc
Ordine di Gesù «fate questo in memoria di me» Non c’è l’Ordine di Gesù
«fate (ποιεῖτε) questo in memoria (ἀνάμνησις) di me»

Lc - 1Cor rispettano maggiormente la convinzione


giudaica, sulla necessità di ripetere in forma Mt - Mc risentono della prassi liturgica della Chiesa
celebrativa l’evento fondamentale e costitutivo
103 104

Istituzione dell’Eucaristia I Istituzione dell’Eucaristia L


Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20 Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26 Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26

Divergenze delle 4 redazioni

Lc - 1Cor Tradizione palestinese Tradizione antiochena


«la nuova alleanza (καινὴ διαθήκη) nel mio sangue» (prima del 40) (prima del 45)

Mt - Mc Pietro Paolo
«il mio sangue dell’alleanza» Gerusalemme Antiochia
Ambito semitico Ambito ellenistico
105 106

Istituzione dell’Eucaristia Istituzione dell’Eucaristia

Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20 Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20


Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26 Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26
Novità sostanziali a livello gesuano
Gesù benedicendo il pane Due modalità complementari
porta come motivo non solo fare memoria della di descrizione dell’ultima cena
pasqua di liberazione dall’Egitto, ma la Pasqua
della sua morte, espresso nella corrispondenza: - Necessità di contestualizzare le pericopi
Pane spezzato corpo donato - Necessità di cogliere la vicenda di Gesù in una
prospettiva globale che tiene conto del passato
Gesù benedicendo il vino e del futuro
pone il passaggio dall’antica alla nuova alleanza
nel “mio sangue”
107 108

18
Istituzione dell’Eucaristia Istituzione dell’Eucaristia

La prospettiva delle due tradizioni, - Prioritaria è la paradosi di Mc 14,22-25 a causa di


diversi semitismi e del logion testamentario sul
palestinese e antiochena, fortemente separate, “frutto della vite” (R. Pesch).
- Prioritaria è la tradizione di 1Cor 11,23-25 a causa
non è accolta da tutti gli esegeti
della sequenza della cena che prevede la frazione
del pane (v. 24), la consumazione del pasto (v.
25a) e le parole sul calice (I.H. Marshall).
- Prioritaria è la tradizione di Lc 22,15-20 a motivo del
contesto pasquale della cena (H. Schürmann).
Molteplici posizioni negli ultimi decenni: - Nessuna tradizione è prioritaria ma per ogni termine il
J. Jeremias, Le parole dell’ultima cena (or. 1935, 19674) peso della bilancia cade sull’una o sull’altra
paradosi (G. Barbaglio).
R. Pesch (1978); G. Friedrich (1982); X. Léon Dufour (1983);
H. Schürmann (1987); I.H. Marshall (1999)
A. PITTA, Quale impatto comunitario della paradosi di 1Cor 11,17-34?
in R. NARDIN - G. TANGORRA (edd.), Sacramentum caritatis, 81-94
109 110

Istituzione dell’Eucaristia Istituzione dell’Eucaristia

«Rispetto al dibattito sulle diverse paradosi


dell’istituzione eucaristica ci sembra di poter Tradizione presinottica Tradizione prepaolina
sostenere l’ipotesi che prevede a livello pre-paolino
e pre-sinottico la compresenza di due tradizioni
autonome a causa della redazione lucana che
attesta di conoscere quella paolina e quella Mc 14,22-25 1Cor 11,23-25
marciana [...].
I dati di continuità di Lc 22,15-20 rispetto a 1Cor
11,23-25 e a Mc 14,22-25 si spiegano soltanto con
la dipendenza dalle due tradizioni confluite nella
redazione paolina e in quella marciana [Mt 26,20-21.26-29] Lc 22,15-20
dell’istituzione e non con il percorso inverso»
A. PITTA, Quale impatto comunitario della paradosi di 1Cor 11,17-34?
in R. NARDIN - G. TANGORRA (edd.), Sacramentum caritatis, 81-94, 83
111 112

Gesù istituisce l’Eucaristia Gesù istituisce l’Eucaristia


all’interno della cena pasquale ebraica? all’interno della cena pasquale ebraica?

«Dove vuoi che andiamo a preparare Gesù muore poco prima della notte di Pasqua
perché tu possa mangiare la Pasqua?» (Gv 18,28; 19, 14.31.42)
(Mc 14,12; Mt 26,17; cf. Lc 22,8)

per i Sinottici la cena del Signore per Gv la cena del Signore


è nel contesto di un banchetto pasquale. è avvenuta il giorno prima di Pasqua
quindi non in un contesto di un banchetto pasquale.

113 114

19
Leonardo da Vinci
Ultima Cena
1495-1498
Santa Maria delle Grazie
Milano
Giotto, Ultima Cena. Cappella degli Scrovegni. Padova (1303-1305)

14 Nisan 15 Nisan
Plenilunio Vigilia
Storicità della cronologia sinottica
Es 12,18; Nm 28,16; del Sabato J. Jeremias, Le parole dell’Ultima Cena, Paideia,
Lv 23,3; Ez 45,21 Nm 28,17 Brescia 1973 (or. ted. 1935, 19674),
Lv 23,6
Immolazione agnelli al tempio,
cena pasquale
AT festa degli azzimi
La cronologia giovannea è teologica: presentare
Es 12,1-18; 34,18; Dt 16,1-8 Gesù come il vero agnello pasquale (cf. Gv 1,29;
Ez 45,21-24; Nm 28,16-25; Lv 23,3-5 19,36).
Consumazione dell’agnello
Morte di Gesù
Ultima cena (pasquale)
Parasceve
Sinott. Mt 26,17.20; Lc 22,15
Mc 14,17.18.22-24
Mt 27,62 L’ultima cena fu pasquale. Gesù morì il 15 nisan
Mc 15,42
Primo giorno degli Azzimi Lc 23,54
Mt 26,17; Mc 14,12; Lc 22,7
Ultima cena Morte di Gesù Influsso esegetico, teologico, liturgico, pastorale
Gv (non pasquale) Parasceve Gv 19,14.31
Gv 13,1 Gv 19,36; Es 12,46
enorme
117 118

Storicità della cronologia giovannea Storicità della cronologia giovannea


G. Ogg, The Chronology of the Last Supper, A. Jaubert, La date de la Cène. Calendrier biblique et liturgie
in D.E. Nineham et al. (edd.), Historicity and Chronology in chrétienne, Gabalda, Paris 1957, 105-135.
the New Testament, SCM Press, London 1965, 75-96. Benedetto XVI, Omelia del Giovedì Santo del 2007

Scoperta dei rotoli di Qumran


Nei racconti della cena del Signore è assente ogni
riferimento agli elementi tipici della cena pasquale Per il calendario di Qumran la cena pasquale viene
ebraica: gli azzimi, l’agnello e le erbe amare svolta almeno un giorno prima della Pasqua ebraica

L’ultima cena non fu pasquale. Gesù morì il 14 nisan Morte storica di Gesù in concomitanza
dell’immolazione degli agnelli al tempio.

Apre il dibattito L’Ultima Cena non fu pasquale


119 120

20
Se fosse cronologico seguire il calendario di Qumran:
Bisogna spiegare perché Gesù nel suo ministero I racconti della descrizione dei fatti che precedono e
pubblico ha sempre seguito il calendario giudaico
che descrivono la passione e la morte di Gesù sono
ufficiale tranne all’ultima cena affidandosi a quello di
molto diversi nello schema cronologico degli
una setta.
avvenimenti confrontando i sinottici e Giovanni.
Da notare che il Cenacolo si trovava nel quartiere
esseno di Gerusalemme.
Tutti concordano, però, che l’ultima cena di Gesù con
Nulla vieta pensare che Gesù, nella sua libertà, abbia i suoi discepoli avviene alla vigilia della sua passione
anticipato la sua cena pasquale rispetto a quella e morte
ebraica, ponendone in rilievo la novità.
121 122

3 aprile del 33 eclissi


?
Celebrazione della Pasqua annuale Crocifissione di Gesù: si fece buio su tutta la terra
cf. Mt 27,45; Mc 15,33; Lc 23,44

E. CATTANEO, Celebrazione della Pasqua:


La data della Pasqua nella Chiesa antica, La prima domenica successiva
al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera
in La Civiltà Cattolica 168 (2018) I, 529-543 (21 marzo)

Prima luna piena dopo il 21 marzo 2024: 25 marzo

Pasqua 2024: 31 marzo


123 124

«Si è molto discusso fino a qualche tempo fa, ad esempio,


sulla cronologia della passione di Gesù e sulla data
dell’ultima Cena. Qualunque sia l’interesse di queste
discussioni io mi domando se esse non abbiano lasciato
troppo da parte ciò che sembra in realtà l’intenzione
convergente dei vangeli sinottici e di san Giovanni. Poiché
non concordano sull’ultimo pasto di Gesù vuol dire che il
problema di sapere se quest’ultimo pasto di Gesù è stato
effettivamente e letteralmente un pasto pasquale giudeo non
gli interessa. Ciò che vogliono dire, invece, e che dicono
molto bene, ognuno a suo modo, è che la morte di Gesù
celebrata nell’Eucaristia della Chiesa è la vera Pasqua. È a
partire da qui realtà che occorre comprendere l’uso del
vocabolario pasquale della redenzione»
GH. LAFONT, Dio, il tempo e l’essere, Piemme, 1992, 152-153
125

21
L’Eucaristia in Paolo
A 1Cor 10,1-7.14-22
B 1Cor 11,17-34

L’Eucaristia in Paolo A
L’Eucaristia celebrata dalla Chiesa di Corinto
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 nel contesto dell’idolatria

B
Ultima cena di Gesù nel cenacolo
come modello dell’Eucaristia per la Chiesa di Corinto
segnata dalle divisioni
127 128

L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo

1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34

Tema poco presente (a differenza del battesimo)


1. La comunione con Cristo (1Cor 10,16)
A Tratta dell’Eucaristia
2. Il vincolo di unità (1Cor 10,17) “costretto” dalla situazione di Corinto:
lecito mangiare la carne offerta agli idoli?
3. L’annuncio di Cristo crocifisso (1Cor 11,26)
B
4. Il banchetto escatologico (1Cor 11,26)
Gli idoli non esistono, però:
- non si può entrare in comunione con essi
- non si può scandalizzare il fratello debole
129 130

L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo


«14 Perciò miei cari fuggite l’idolatria. 15 Parlo come a
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
persone intelligenti, giudicate voi stessi quello che
dico. […]» 19 Che cosa intendo dire? Che la carne
offerta agli idoli è qualcosa? O che un idolo è
1. La comunione con Cristo (1Cor 10,16)
qualcosa? 20 No, ma dico che i sacrifici dei pagani A
sono fatti ai demòni e non a Dio. Ora io non voglio che 2. Il vincolo di unità (1Cor 10,17
voi entriate in comunione con i demòni; 21 Non potete
bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non
potete partecipare alla mensa del Signore e alla
mensa dei demòni. 22 O vogliamo provocare la gelosia
del Signore?»
1Cor 10,14-15.19-22
131 132

22
L’Eucaristia in Paolo
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 1. Eucaristia: la comunione con Cristo

1. Eucaristia: la comunione con il Signore (1Cor 10,16)

(1Cor 10,16) Prima il calice e poi il pane?

«Il calice della benedizione 1. Per preparare il v. 17 in cui si parla del pane
che noi benediciamo non è forse
comunione con il sangue di Cristo? 2. Ordine arcaico (ebraico): calice e pane

E il pane che noi spezziamo, non è forse la 3. Motivazione teologica: compimento Berākāh
comunione con il corpo di Cristo?»

133 134

L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo

1. Eucaristia: la comunione con Cristo 1. Eucaristia: la comunione con Cristo


(1Cor 10,16) (1Cor 10,16)
Prima il calice e poi il pane?
3. Motivazione teologica: compimento della Berākāh Il calice della benedizione che benediciamo
- si lega il calice a εὐλογία due volte e al genitivo
- si lega la comunione (dal calice) al sangue di Cristo comunione con il sangue di Cristo.

Sangue nuova alleanza Il pane che spezziamo


(1Cor 11,25)
comunione con il corpo di Cristo.
Eucaristia compimento della storia della salvezza:
Berākāh - sangue (di Cristo - calice) - corpo (di Cristo)
135 136

L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo

1. Eucaristia: la comunione con Cristo 1. Eucaristia: la comunione con Cristo


(1Cor 10,16) (1Cor 10,16)

Il calice della benedizione che benediciamo Il calice della benedizione che benediciamo
comunione con il sangue di Cristo. comunione (koinōnia) con il sangue di Cristo.
Il pane che spezziamo Il pane che spezziamo
comunione con il corpo di Cristo. comunione (koinōnia) con il corpo di Cristo.

Benedizione (εὐλογία) traduzione di Berākāh kοινωνία al genitivo (= forte) τοῦ Χριστοῦ


Benedizione al genitivo (= forte) τῆϛ εὐλογίαϛ
137 138

23
L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo
1. Eucaristia: la comunione con Cristo 1. Eucaristia: la comunione con Cristo
(1Cor 10,1-7.14.16) (1Cor 10,1-7.14.16)

Il contesto - 1Cor 10,1-5

Eucaristia: pane dal cielo (Dio)


Orizzonte tipologico a un popolo
(Storia della salvezza: modello) in cammino
- 1Cor 10,1-5
verso la salvezza.
Eucaristia Bevanda dalla roccia (Cristo)
(Pane / cielo e bevanda / roccia) (acqua dalla roccia = Spirito Santo [Fabris])

- Idolatria (vv. 7; 14) - Idolatria (vv. 7; 14)


139 140

typos L’Eucaristia in Paolo


Morti 2
1Cor 10,16
1
Nube e mare AT
Archetypos
Prototypos Manna 1Cor 10,1-5: tipologia.
Evento 3 bevanda
(Roccia)
Una realtà è immagine, figura,
CRISTO
(dice, spiega) di un’altra realtà.
antitypos
2 Morti 1Cor 10,1-5

NT 1Cor 10,14-16: koinōnia.


1 Una realtà pone in comunione
Battesimo Eucaristia 3 (realizza, pone in relazione) un’altra realtà.

Sangue di Cristo Calice benediciamo


kοινωνία
Corpo di Cristo Pane spezziamo
141 142

L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo


1Cor 10,16 1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34

Il sangue di Cristo 2. Eucaristia: il vincolo di unità


è presente attraverso la figura del vino (calice) (1Cor 10,17)

Il corpo di Cristo
è presente attraverso la figura del pane «Poiché (ὃτι) vi è un solo pane,
noi siamo, benché molti, un solo corpo:
tutti infatti
partecipiamo all’unico pane».
La comunione con Cristo
è realizzata nella “mensa” offerta dal Signore
143 144

24
L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34

2. Eucaristia: il vincolo di unità 2. Eucaristia: il vincolo di unità


(1Cor 10,17) (1Cor 10,17)

Passaggio causale-fondativo:
Passaggio logico:
- da un solo pane a un solo corpo poiché (ὃτι): congiunzione causale:

- dalla realtà sacramentale a quella ecclesiale


- dall’Eucaristia alla Chiesa
L’unicità del pane eucaristico
fonda l’unicità del corpo ecclesiale.
145 146

«Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il
corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E 2. Eucaristia: il vincolo di unità
l’Apostolo ricorda che questo era già stato predetto
«Proprio in rapporto al corpo di Cristo, il “pane”, del
nella santa Scrittura: I due formeranno una carne
quale i molti partecipano, è “uno” e “unico”. Si tratta
sola. Questo mistero è grande, soggiunge, lo dico in del pane eucaristico che mette in comunione con il
riferimento a Cristo e alla Chiesa (cf. Ef 5,31-32). E in corpo di Cristo. Semplificato si può dire che la
un altro passo, riguardo a questa medesima comunione verticale con il corpo di Cristo è la fonte e
Eucarestia, dice: Uno solo è il pane, e noi, pur la ragione profonda della comunione orizzontale fra i
essendo molti, siamo un corpo solo (1Cor 10,17)». partecipanti all’eucaristia»

Agostino, Sermo 228 B R. FABRIS, Prima lettera ai Corinti, 135


148

L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo


1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34

2. Eucaristia: il vincolo di unità 2. Eucaristia: il vincolo di unità


(1Cor 10,17) (1Cor 10,17)

Comunità/Chiesa: non è una semplice unione A Eucaristia funzionale alla comunità/Chiesa


A di persone che sanziona la propria
unità/identità attraverso la celebrazione B Eucaristia fondativa della comunità/Chiesa
dell’eucaristia, ma:
B Corpo di Cristo unificato dall’Eucaristia
A εθος

B ηθος
149 150

25
Dono dello Spirito e formazione della Comunità L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
«Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito
per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi
o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo 3. L’annuncio di Cristo crocifisso (1Cor 11,26)
Spirito». B
1Cor 12,13 4. Il banchetto escatologico (1Cor 11,26)

La formazione della Comunità e il battesimo sono


inseparabili, perché il battesimo è comunione dello
Spirito il quale forma la Comunità quale corpo.
151 152

«Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in L’Eucaristia in Paolo


assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. 1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
[…] Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia
volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in 3. Eucaristia: l’annuncio di Cristo crocifisso
cui veniva tradito, prese del pane e dopo aver reso (1Cor 11,26)
grazie, lo spezzo e disse: “Questo è il mio corpo che è
per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso
modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, L’Eucaristia non è semplice ripetizione
dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio del banchetto pasquale (ultima cena), ma:
sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in annuncio (del testimone dell’oggettività)
memoria di me”. 26Ogni volta infatti che mangiate di della presenza del Signore nell’oggi della storia.
questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate
la morte del Signore finché egli venga».
1Cor 11,18.23-26
154

L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34

4. Eucaristia: il banchetto escatologico


(1Cor 11,26)

Eucaristia come prefigurazione e speranza L’Eucaristia in Giovanni


per il futuro. Gv 2,1-10; 6; 13; 15,1-7; 19,31-37
Nell’Eucaristia si ha “già” la comunione con Cristo
ma al tempo stesso si tratta del “non ancora”
di una comunione piena e definitiva.

155 156

26
L’Eucaristia in Giovanni L’Eucaristia in Giovanni
Gv 2,1-10; 6; 13; 15,1-7; 19,31-37 Gv 13
Descrizione dell’ultima cena
con la lavanda dei piedi, senza Eucaristia
2,1-10 Acqua - vino - Maria A
La lavanda presente nel banchetto pasquale ebraico
6 Rimanere in Cristo: pane B
Varianti di Gesù rispetto al banchetto ebraico:
X 13 Ultima cena - Lavanda dei piedi C - Il soggetto: non è il più giovane che lava (Giovanni)
15,1-7 Rimanere in Cristo: vite B’ ma chi presiede il banchetto (Gesù).
Primi sono ultimi, autorità come servizio
19,31-37 Acqua - sangue - Maria A’
- L’oggetto: non vengono lavate le mani
ma i piedi.
Non semplice gesto rituale-cultuale (purificazione)
Inclusione
ma servizio concreto
157 158

L’Eucaristia in Giovanni L’Eucaristia in Giovanni


Gv 13 Gv 13
Descrizione dell’ultima cena Descrizione dell’ultima cena
con la lavanda dei piedi, senza Eucaristia con la lavanda dei piedi, senza l’Eucaristia

La lavanda dei piedi (schiavo) Amore


incondizionato - L’Eucaristia è già descritta dai sinottici
è il senso dell’Eucaristia
- L’Eucaristia è già celebrata nella Comunità
«Vi ho dato l’esempio - Tutto Gv è eucaristico-pasquale
perché, come (καθὼς) ho fatto io,
facciate anche voi» Gv 13,15

Cristo offre la vita Cristo passa/ritorna al Padre

Memoria dell’Eucaristia nella diakonia 159 160

Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT


1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto 1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
«Prima della festa di Pasqua, sapendo che era
«Prima della festa di Pasqua, sapendo che era
giunta la sua ora di passare da questo mondo al
giunta la sua ora di passare da questo mondo al
(πρὸς + acc.: al, con, verso) Padre, dopo aver amato i
Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo
suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine.
li amò sino alla fine. Mentre cenavano […] depose le
Mentre cenavano […] depose le vesti, e preso un
vesti, e preso un asciugatoio, […]» Gv 13,1-2
asciugatoio, […]» Gv 13,1-2

Gv indica 3 feste di Pasqua:


Pasqua di Cristo:
- Purificazione del tempio: Gesù è il nuovo Tempio (cap. 2) - passaggio da questo mondo al Padre
- Moltiplicazione dei pani: Gesù è il pane della vita (cap. 6) - orizzonte agapico-diaconale
- La lavanda dei piedi: Gesù passa al Padre (cap. 13) - offre se stesso (il suo corpo e il suo sangue)
161
- per la salvezza di tutti (Gv 3,13-15; 12,32) nuovo esodo

27
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
«Vi do un comandamento nuovo (ἐντολὴν καινὴν):
che vi amiate gli uni gli altri; come (καθὼς) io vi ho
amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da
questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se
avrete amore gli uni per gli altri»
Gv 13,34-35

Pasqua di Cristo (conseguenze):


- comandamento nuovo ontologico
- orizzonte e imperativo agapico
- fondamento cristologico «come» (καθὼς)

- denuncia del tradimento di Giuda


Contesto
- predizione del rinnegamento di Pietro Giotto, Lavanda dei piedi. Cappella degli Scrovegni. Padova (1303-1305)
163

L’Eucaristia in Giovanni L’Eucaristia in Giovanni


Gv 6, 26-59 [66] Gv 6, 26-59 [66]

Cercare Gesù Cristologico


Gesù smaschera coloro che lo cercano
non perché visto dei segni Teologico e vuole elevare la loro ricerca:
ma saziati del pane (v. 26) Antropologico - dal piano terreno a quello salvifico
- dal livello umano a quello teologico

Credere in colui che egli ha mandato v. 29


Da un messia terreno che risolve i problemi
in modo veloce e funzionale (segni magici)
Antropologico Teologico al Messa che nei segni (teologici)
rivela la presenza di Dio, ossia il suo amore
Cristologico
165 166

L’Eucaristia in Giovanni L’Eucaristia in Giovanni


Gv 6, 26-59 [66] Gv 6, 26-59 [66]
A vv. 26-51 mangiare = credere in Gesù
Inizio è il v. 31:
B vv. 51-59 mangiare = carne e sangue di Gesù
«Diede loro da mangiare pane dal cielo»
vv. 26-59 = esegesi del v. 31 A Prospettiva simbolica (fede)
B Prospettiva reale (sacramento)
Es 16,1; Sal 77,23-24; 104,40
A Accolta dal mondo evangelico-riformato
Manna come nutrimento dato da Dio: B Non accolta dal mondo evangelico-riformato
- Durante l’esodo (Bultmann)
- Nel tempo messianico
Vista come aggiunta redazionale
167 168

28
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 6, 26-59 [66]

- Necessità della fede (vv. 26-51)


Cultura biblica di sfondo
- Comunione nel mistero cristologico (vv. 53s; 57; 58a)
Tematiche
Mangiare insieme
- Dimorare con Cristo (v. 56) bibliche
Morte e vita
- Necessità del mangiare la sua carne bere il suo
sangue, si oppone al docetismo

- Comunicazione della vita (v. 53)

169 170

Cultura biblica di sfondo A Cultura biblica di sfondo B


- Pane e vino (doni): Il soggetto del memoriale è Dio:
Frutto della terra (promessa) e del lavoro dell’uomo - AT ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto
- NT ha risuscitato Gesù
- Benedizione (comunione con Dio, suo dono):
Atto in cui passa la vita divina Corpo:

- Mangiare insieme (comunione tra i fratelli): - Totalità della persona (che si dona)
Comunione con i commensali (valenza cristologica)
- Mantiene in unità le membra (1Cor 12)
Gesù pone esplicitamente una relazione (valenza ecclesiologica)
tra lui e i doni (pane e vino)
nella benedizione e comunione - Per molti (Mc/Mt):
Totalità degli uomini
I doni indicano e realizzano Il suo corpo non è semplice corpo oggettuale (Körper), ma
corpo di una persona, è corpo vissuto (Leib)
la relazione comunionale con lui 171 172

Cultura biblica di sfondo C Cultura biblica di sfondo D

Memoriale: Ultima cena:

1. Ricordo delle opere di Dio: passato-memoria 1. Ricordo delle opere di Dio: esodo / le opere di Gesù

2. Reso contemporaneo: presente-celebrazione 2. Reso contemporaneo: pane donato, vino versato


3. Prepara e anticipa: morte in croce
3. Prepara e anticipa: futuro-profezia
venuta escatologica
AT:
Eucaristia:
1. Ricordo delle opere di Dio: esodo
1. Ricordo delle opere di Dio: ultima cena/pasqua Christi
2. Reso contemporaneo: celebrazione pasquale
2. Reso contemporaneo: pane donato, vino versato
3. Prepara e anticipa: tempi messianici
3. Prepara e anticipa: la venuta escatologica
173 174

29
«La salvezza presenta una valenza sacramentale in particolare «Se l’evento fondatore realizza l’alleanza per il popolo di
nella celebrazione vista come segno profetico, anticipo
Dio attraverso il passaggio del Mar Rosso, il nuovo evento
salvifico e soprattutto come memoriale. Infatti, l’evento
salvifico quale compimento dell’esodo è dato dal passaggio del fondatore del nuovo popolo di Dio realizza la nuova
Mar Rosso (la Pasqua), che è l’evento fondatore, il quale alleanza mediante il passaggio da questo mondo al Padre
viene anticipato ritualmente nell’ultima cena nella notte che
da parte di Gesù, ossia il mistero pasquale della sua
precede quell’evento, per cui quel rito diventa segno profetico
dell’evento, ma anche suo anticipo salvifico perché grazie a passione, morte e risurrezione. È nell’esodo-pasquale di
quel rito si sperimenta già la salvezza (non muoiono i Cristo da questo mondo al Padre che viene svelato il
primogeniti degli israeliti). Quel rito, inoltre, assume una senso ultimo della Pasqua, che è agapico-diaconale, che
fondamentale prospettiva salvifica quale memoriale per le
future generazioni, perché ripetendolo esse partecipano alla rende possibile la venuta dello Spirito (cf. Gv 16,7), che
salvezza dell’evento fondatore, il passaggio del Mar Rosso, distrugge il peccato (cf. Eb 9,14), che fonda il potere dello
anche se fisicamente non erano presenti e temporalmente ne stesso Gesù di perdonare i peccati (cf. Lc 7,48; Gv 1,29)».
sono molto lontane».
R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica, R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica,
in A. LAMERI - R. NARDIN, Sacramentaria fondamentale, 78 in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 78

«L’evento fondatore della nuova alleanza, la Pasqua di «Le azioni compiute e le parole pronunciate sul pane e
Cristo, si rende presente ritualmente in particolare con sul calice [nell’ultima cena] costituiscono il segno
la celebrazione eucaristica, in quanto all’ultima cena,
profetico che prefigura realmente l’evento fondatore del
anticipando la sua croce, Gesù offrì il suo corpo e il suo
Calvario. Tali azioni e parole rimandano, suppongono e
sangue “nella nuova alleanza” (Lc 22,20; 1Cor 1,25) in
forma incruenta dicendo “fate questo in memoria di traggono efficacia proprio da questo evento e,
me” (Lc 22,19; 1Cor 11,24-25), per cui la valenza contemporaneamente, istituiscono la celebrazione
sacramentale della Pasqua del NT è la stessa dell’AT, eucaristica come memoriale, segno rituale attraverso
ossia segno profetico, anticipo salvifico e cui i credenti di ogni tempo vengono coinvolti
soprattutto come memoriale».
nell’evento della croce e di esso partecipi».
R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica,
in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 78 P. Caspani, Pane vivo spezzato per il mondo, 57-58

«È il risorto che fonda e garantisce che l’éschaton sia


«Partecipando ritualmente all’evento fondatore del
già realizzato nel cuore dell’uomo e lo renda nuova
Calvario, i credenti sono costituiti nell’alleanza nuova e creatura. Si tratta della dinamica battesimale […], della
definitiva, stabilita attraverso l’autodonazione volontaria configuratio Christi in cui si rileva il passaggio dalla
di Gesù sulla croce. [...] la celebrazione dell’eucaristia morte alla vita, dal peccato alla salvezza. È il dono di
questa “nuova ontologia” (da Cristo Signore) di
appare intimamente legata al kèrygma apostolico: è
carattere relazionale (con Cristo Signore e con il
proclamazione cultuale della salvezza operata da Gesù prossimo) e agapico-oblativa (donare la vita per
Cristo e, attraverso di essa, la fede in Gesù Cristo si amore) che costituisce l’elemento centrale di quello
realizza come partecipazione rituale all’evento della che possiamo chiamare “il sacramento” nell’ambito
biblico».
sua volontaria oblazione».
R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica,
P. Caspani, Pane vivo spezzato per il mondo, 58 in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 78

30
Cultura biblica di sfondo E Cultura biblica di sfondo F
Ultima cena:
Ultima cena (riforma protestante):
Non semplice allegoria della morte prossima.
Semplice allegoria della morte prossima
Nella dinamica della rivelazione cristologica
il rivelarsi con parabole indica il Regno del Padre
Rappresentazione simbolica
nell’ultima cena Gesù rivela se stesso come colui che
compie in pienezza la volontà del Padre, donando la
propria vita (croce)
I doni non sarebbero segni “realistici”
della morte di Gesù
Solo predizione della morte imminente Momento decisivo della vita di Gesù: compimento
181 182

Cultura biblica di sfondo G Mangiare insieme A


Ultima cena:
Non semplice allegoria della morte prossima. Dimensione biologica
(= nutrirsi)
Nella vita di Gesù i momenti forti di rivelazione
sono espressi da realtà concrete: Mangiare e bere
- Risurrezione di Lazzaro (verificabile) segno che Dimensione conviviale
Gesù dà la vita (tempi messianici) (= stare insieme)
(cf. Gv 11,25-26.40-44)
- Guarigione del paralitico (verificabile) segno che - Ospitalità (Gen 18,1-8)
Gesù può perdonare i peccati (cf. Lc 15,24-25)
- Suggello di un’alleanza (Gen 26,30; 31,4)
- Morte in croce (verificabile) segno che Gesù può
- Perdono (2Re 25,27-30)
dare da mangiare il suo corpo e da bere il suo
sangue 183 184

Mangiare insieme B Mangiare insieme C

Pasto giudaico nelle feste: Pasto giudaico nelle feste:


Ha un carattere liturgico, simile alla cena pasquale: Non un semplice mangiare insieme,
ma una comunione profonda
- Il capofamiglia alza la focaccia di pane, benedice Dio,
rende grazie, la distribuisce orizzontale e verticale
- Si aveva il pasto vero e proprio
- Il capofamiglia alza il calice del vino, benedice il vino, ne
beve un po’ e lo distribuisce
Comunione Comunione
con i commensali con Dio
- Alle due benedizioni: iniziale sul pane e finale sul vino tutti
i commensali rispondono “Amen”

185
Partecipare della stessa benedizione di Dio 186

31
Mangiare insieme C Mangiare insieme D

Non è possibile mangiare con i peccatori, i


Pasto giudaico nelle feste:
pagani ... con gli esclusi dall’alleanza con
Dio, significava partecipare con loro
all’esclusione dell’alleanza. Gesù banchetta con i peccatori!
Davanti al peccatore l’unico modo per
salvare Israele era la sua eliminazione
dalla comunità. Comunione Comunione
con i commensali con Dio
Gesù stravolge questa concezione:
Non eliminare il peccatore ma il peccato
Partecipare della stessa benedizione di Dio
187 188

Mangiare insieme E Mangiare insieme F

Pasto giudaico nelle feste:

Gesù banchetta con i peccatori! Gesù mangia con i discepoli dopo la risurrezione

Lc 24,13-35; 24,36-43; Gv 21,9-14


I profeti descrivono l’alleanza messianica
come un banchetto
in cui tutti sono invitati
(Is 25,6; 55,1-3) - Convincerli della risurrezione (meno importante)
Remissione dei peccati (Mt 26,28) - Il Risorto, Signore, continua ad essere presente
Pregustazione delle banchetto nel segno pasquale del pasto (più importante)
messianico-escatologico (Mc 14,25; Mt 26,29)
189 190

Mangiare insieme G Morte e vita A


(croce - risurrezione - venuta escatologica)
Non si possiede il Risorto (Emmaus),
ma il pane spezzato è segno (simbolo)
Inizio (morte)
di presenza/assenza del Risorto.
- Contesto della passione (sinottici)
Non semplice dato fenomenico (espressivo):
- necessità della Parola accolta nella fede - «Nella notte in cui fu tradito» (1Cor 11,23)
- e dello “spezzare il pane”

La Comunità ecclesiale ha consapevolezza Conclusione (escatologia)


di essere il nuovo popolo di Dio
- Versetto escatologico (Mt 26,29; Mc 14,25; Lc 22,18)
riunito attorno al Risorto “mangiando” (At 10,40-43)
«Non berrò … finché … lo berrò nuovo nel regno»
l’Eucaristia diviene
- «Finché egli venga» (1Cor 11,26)
espressione del fondamento della Chiesa
(1Cor 10,14-17; 11,17-26; At 2,42.46; 20,7-12) 191 192

32
Morte e vita B Morte e vita C
(croce - risurrezione - venuta escatologica) (croce - risurrezione - venuta escatologica)

Inizio (morte)
Il contesto dell’istituzione dell’Eucaristia Inizio: Gesù muore in croce
non può essere separato
dalla morte imminente di Gesù
Conclusione: Gesù ritorna glorioso

Conclusione (escatologia)

La celebrazione dell’Eucaristia
annuncia il banchetto escatologico
suppone la glorificazione/risurrezione Presente: Gesù risorto
di Gesù, Signore 193 194

Morte e vita E Morte e vita F


(croce - risurrezione - venuta escatologica) (croce - risurrezione - venuta escatologica)

Croce: compimento della volontà del Padre Discepoli:


facendo memoria,
in obbedienza al comando del Signore
Morire per
di quanto Gesù ha vissuto in sé
Risurrezione/glorificazione entrano nel dinamismo
di risurrezione

Morte di Cristo come éschaton di salvezza perché il Risorto è presente

Gv 19,30 per dare la vita senza fine


195 196

L’Eucaristia NT L’Eucaristia NT
«Consumare questi segni dell’alleanza significa avere
«[...] l’affermazione dell’identità reale fra il pane e il
la vita (Giovanni).
Paolo approfondisce l’idea sinottica dell’eucaristia vino eucaristici e il corpo e sangue di Cristo non è
come funzione costitutiva ed unificante della stessa esplicitamente messa a tema dai testi biblici. Tale
comunità. I discepoli celebrano e consumano il santo
identità rappresenta piuttosto un presupposto pacifico
banchetto come permanente memoria, ricordando la
morte di Gesù, proclamando la sua presenza (Paolo) e e incontestato di riflessioni fondamentalmente orientate

attendendo, in speranza, il suo ritorno (sinottici, a mettere in luce la finalità dell’eucaristia».


Paolo»
P. Caspani, Pane vivo spezzato per il mondo, 58
F. COURTH, I sacramenti, 226

33
L’Eucaristia NT
«I sinottici individuano tale finalità nell’instaurazione
della comunione tra il Signore e i suoi discepoli [...].
Paolo mostra che l’efficacia dell’eucaristia consiste nel
farci diventare ciò che essa è: poiché è comunione del L’ O R I Z Z O N T E P A T R I S T I C O
corpo di Cristo, coloro che se ne nutrono diventano
essi stessi corpo di Cristo (1Cor 10,17); e dato che si
tratta di un solo pane, chi ne mangia diventa un solo D E L L’ E U C A R I S T I A
corpo (1Cor 10,16). La teologia giovannea, invece, non
ha legami col tema dell’unità della Chiesa, ma insiste
sulla mutua dimora del credente nel Figlio e del Figlio
nel credente (Gv 6,56-57)».

P. Caspani, Pane vivo spezzato per il mondo, 58 200

Primi tre secoli Eucaristia (II secolo)


Si formano
Indica l’azione liturgica e i doni

- Il Canone della Scrittura ispirata


- Didachè 9-10; 14-15
- Il Simbolo apostolico Sensibilità occidentale - Ignazio di Antiochia (+117): Efeso, Filadelfia, Smirne
- Giustino (+165): Apologia I; Dialogo con Trifone
- La preghiera eucaristica Sensibilità orientale - Ireneo (+202): Adversus haereses IV
Ana-fora
portare in alto, a Dio, le preghiere - Ippolito (+235?): Traditio apostolica

201 202

Eucaristia (II secolo)


Eucaristia (II secolo) Rendere grazie - 1. Anamnesi (Didaché)
«1. Riguardo all’eucaristia, così rendete grazie:
1. Anamnesi 2. dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro,
(ricordo) per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per
mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
Rendere grazie 3. Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre nostro,
eucaristico: 2. Sacrificio
per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di
tre aspetti (offerta)
Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
4. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là
3. Benedizione sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si
(invocazione) raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra;
perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli».
203
Didachè 9,1-4

34
Eucaristia (II secolo) Eucaristia (II secolo)
Rendere grazie - 1. Anamnesi (Didaché) Rendere grazie - 1. Anamnesi (Didaché)
«1. Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie: 2. Ti
rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai
fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e 1. Anamnesi (lode riconoscente): Didachè
l’immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A - per la redenzione (storia della salvezza)
te gloria nei secoli. 3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni
cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e - per la salvezza in Cristo
bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi
hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna - per il dono di Cristo presente
per mezzo del tuo servo. 4. Soprattutto ti rendiamo grazie
perché sei potente. A te gloria nei secoli. 5. Ricordati, Signore, - per il cibo e la bevanda per la vita eterna
della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla - per la creazione
perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti
nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua è la potenza e - tensione verso l’unità della Chiesa
la gloria nei secoli. 6. Venga la grazia e passi questo mondo».
Didachè 10,1-5 206

Eucaristia (II secolo) Eucaristia (II secolo)


Rendere grazie - 1. Anamnesi (Ippolito) Rendere grazie - 2. Sacrificio
«Il vescovo, con tutto il collegio dei sacerdoti, Dopo aver confessato i peccati
Didachè
pronuncerà questa azione di grazie […] Ti rendiamo affinché il vostro sacrificio sia puro (14,1)
grazie, o Dio, per mezzo del tuo Figlio diletto, Gesù
Cristo, che nella pienezza dei tempi ci hai inviato come Preghiera (Apologia I,13,1)
salvatore, redentore e portatore della tua volontà. […] Giustino Sacrificio come nome

si è manifestato come tuo figlio, nato dallo Spirito Doni, pane e vino (Dialogo Trifone)
Santo e dalla Vergine. Ha fatto la tua volontà e per
acquistarti un popolo santo, ha steso le mani, mentre
Rendere grazie al Signore
soffriva, onde liberare dalla sofferenza coloro che
Ireneo Sacrificio come azione
hanno creduto in te”». (Adversus haereses
IV,18,6)
Consacrare i doni, pane e vino
Traditio apostolica, 4 208

Eucaristia (II secolo)


Eucaristia (II secolo) Rendere grazie - 3. Benedizione (Ippolito)
Rendere grazie - 3. Benedizione
«Allora, sottostando ad una sofferenza liberamente
accettata, per distruggere la morte, calpestare
Rendere grazie sui doni, pane e vino l’inferno, illuminare i giusti, confermare il testamento e

Ippolito manifestare la sua risurrezione, egli prese del pane,


(Traditio apostolica 4)
rese grazie e disse: “Prendete, mangiate, questo è il
Consacrare i doni, pane e vino
mio corpo che sarà spezzato per voi. Così pure per il
calice, disse: “Questo è il mio sangue che è sparso
per voi. Quando fate ciò, fatelo in memoria di me”».
Traditio apostolica, 4
209 210

35
Eucaristia (II secolo) Ippolito

1. Anamnesi 1. Anámnesis
(ricordo)

Rendere grazie Rendere grazie


eucaristico: 2. Prosphorà
eucaristico: 2. Sacrificio
tre aspetti (offerta cultuale)
tre aspetti (offerta)

3. Benedizione 3. Epiclesis
(invocazione)

211 212

Ippolito
Eucaristia (II secolo)
«Ricordandoci [Anámnesis] della sua morte e della
sua risurrezione, ti offriamo [Prosphorà] il pane e il
calice, rendendoti grazie, perché ci hai giudicati degni Ignazio di Antiochia
di stare davanti a te e di servirti. Ti chiediamo
[Epiclesis] di inviare il tuo Spirito sull’offerta della santa Causa l’unità della Chiesa (Filadelfia)
(dimensione ecclesiologica)
Chiesa, di raccogliere nell’unità coloro che si
comunicano, di colmarli dello Spirito Santo, per L’Eucaristia È la carne di Cristo (Smirne, Roma)
rinforzare la loro fede nella verità. Così vogliamo lodarti (dimensione cristologica)
e glorificarti per mezzo del tuo Figlio, Gesù Cristo. Per Medicina per vivere in Cristo (Efeso)
lui ti siano resi gloria ed onore, Padre e Figlio con lo e antidodo per non morire
Spirito Santo nella santa Chiesa ora e nei secoli dei (dimensione antropologica)
secoli. Amen». Traditio apostolica, 4
214

Ignazio di Antiochia Eucaristia (II secolo)

- Eucaristia causa e segno dell’unità Ignazio (alla Chiesa di Filadelfia)


L’Eucaristia causa l’unità della Chiesa
«Preoccupati di attendere a una sola eucaristia. Una è
Rendimento di grazie Unità della Chiesa
la carne di nostro Signore Gesù Cristo e uno il calice
nell’unità nel suo sangue, uno è l’altare come uno - una sola eucaristia
solo è il vescovo con il presbiterio e i diaconi, miei - una sola carne di Cristo
- un solo calice
conservi». - un solo altare
Filad. IV - un solo vescovo

215 216

36
Ignazio di Antiochia Ignazio di Antiochia

- Eucaristia causa dell’unità - Eucaristia è la carne e il sangue di Cristo

«Procurate di radunarvi più frequentemente per la «Voglio il pane di Dio,


divina Eucaristia e per lodare il Signore. Perché quel pane che è la carne di Gesù Cristo,
figlio di David,
quando vi adunate con frequenza, le forze di Satana
restano annientate e la rovina che egli porta si dissipa voglio per bevanda il suo sangue,
nella concordia della vostra fede». che è amore incorruttibile».
Rm. 7,3
Efes. 13,1

217 218

Ignazio di Antiochia
Eucaristia (II secolo)
- Eucaristia farmaco d’immortalità
«Ciascuno di voi in particolare e tutti insieme, sorretti
Ignazio (alle Chiese di Smirne, Roma)
dalla grazia, animati da una stessa fede, e concordi in
Gesù Cristo, della stirpe di Davide secondo la carne,
Eucaristia = carne di Cristo figlio dell’uomo e figlio di Dio, mantenetevi
indissolubilmente uniti nell’obbedienza ai vescovi e al
- Pane di Dio = carne di Cristo, della stirpe di Davide
- Bevanda = il sangue di Cristo collegio dei presbiteri, spezzando un unico pane, che è
farmaco d’immortalità, antidoto che preserva dalla
morte e assicura per sempre la vita in Gesù Cristo»
(Efes. 20, 2)

219 220

Eucaristia (II secolo) Eucaristia (II secolo)

Ignazio
Ignazio (alla Chiesa di Efeso)
L’Eucaristia non è una cosa,
ma un processo di
Eucaristia =
identificazione con Cristo
- Medicina per vivere sempre in Cristo Gesù
- Antidoto per non morire F. Courth, I sacramenti, 231

- È necessaria la comunione nella Chiesa


Si tratta di un processo
che avviene nella communio della Chiesa

221 222

37
Giustino (rapporto con il battesimo e la vita)
Eucaristia (II secolo)
«dopo aver così lavato chi è divenuto credente e ha
aderito, lo conduciamo presso quelli che chiamiamo
Giustino (Apologia I) fratelli, dove essi si trovano radunati, per pregare
insieme fervidamente, […], affinché, appresa la
verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e
- Rapporto con il battesimo e la vita fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza
eterna» (I Apologia, 65,1)
- Analogia con l’incarnazione
- Celebrazione eucaristica «Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a
nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che
i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il
lavacro per la remissione dei peccati e la
rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato»
(I Apologia, 66,1)
223

Eucaristia (II secolo)


Eucaristia (II secolo)
Giustino (Apologia I)
Giustino (Apologia I) Analogia con l’incarnazione
Analogia con l’incarnazione
1. Eucaristia = carne e sangue del Verbo fatto Uomo

Cristo = Verbo di Dio ha preso la carne e il sangue 2. Parallelo all’incarnazione


Alimento consacrato = preghiera fatta al Verbo che
diviene corpo e sangue del Verbo incarnato
Preghiera eucaristica in nuce
L’Epiclesi al Verbo
225
Pneumatologia in nuce 226

Giustino (analogia con l’incarnazione) Giustino (celebrazione)

«Infatti noi li prendiamo non come pane comune e «Nel primo giorno chiamato “del sole”, si fa una
bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il nostro riunione in uno stesso luogo di tutti quelli che abitano
Salvatore incarnatosi, per la parola di Dio, prese carne sparsi per le città o le campagne, e vengono lette le
e sangue per la nostra salvezza, così abbiamo memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti, finché il
appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la tempo lo consente. Quando il lettore ha terminato,
preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui colui che è preposto alla comunità, mediante un
si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per
discorso, ammonisce ed esorta all’imitazione di
trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù
queste belle cose».
incarnato»
I Apologia, 67,3-4
I Apologia, 66,2
228

38
Eucaristia (II secolo) Eucaristia (II secolo)

Ireneo (Adversus haereses) Ireneo (Adversus haereses) Dualismo, gnosi

Rendere grazie Bontà della creazione


Rendere grazie al Signore
Eucaristia Unità di carne e spirito
(sacrificio)
Consacrare i doni

«Noi non gli offriamo questo sacrificio Pane terreno


(due elementi)
per i suoi (di Dio) bisogni, ma dalla Eucaristia
Creazione
- per ringraziarlo della sua potenza terra celeste
- e per consacrare le offerte» Redenzione

229 230

Eucaristia (II secolo) Scuola alessandrina

Ireneo (Adversus haereses) Dualismo, gnosi Attenzione allo “spirito” (Platone)

terreno Bontà della creazione Il Verbo rivela la Verità


Eucaristia
Azione del Verbo
celeste
(trasformante) Comunione = “conoscenza” della Verità

Antropologia: il nostro corpo Nuovo ēthos (cuore biblico)


è nel raggio della salvezza Svalutazione della “materia”
perché nutrito dal corpo di Cristo
231 232

Padri latini
Scuola antiochena (+ cappadoci)

Attenzione alla “materia” (Aristotele) Attenzione ai doni offerti (ambito pragmatico)

Il Verbo si rivela nella storia


1. Attenzione alla “fisicità”

2. Sottolineatura giuridica Tertulliano


Comunione = partecipazione
alla ri-presentazione nella storia 3. Rilevanza della presenza di Cristo
nelle offerte
del mistero di Cristo
- Tertulliano (+220), Adversus Marcionem
Lo spirito attualizza la storia salvifica - Cipriano (+258), Epistula 63; 70
233 234

39
Padri latini
Padri latini
Tertulliano
Carattere sacrificale dell’Eucaristia Azione che rende presente l’oblazione di Cristo
nella comunità.
Legame con la croce
La comunità rivive quella azione
Come se Cristo morisse di nuovo partecipandovi in prima persona
venendo trasformata in essa.
Eucaristia: sacrificium crucis in forma sacramentale

235 236

Padri latini Padri latini


Cipriano
(Medioevo latino)
L’Eucaristia non solo ricorda la Pasqua di Cristo - Ambrogio (+397) Dottrina eucaristica

ma la rende presente
quando la comunità ne fa memoria. (Medioevo latino) Teologia
- Agostino (+430)
(Trinità, antropologia)

Comunione della Chiesa (Medioevo latino)


- Gregorio M. (+604) Spiritualità
frutto e presupposto
dell’Eucaristia
237 238

Ambrogio
Ambrogio
Segno sacramentale:
corpo e sangue di Cristo, presente
Segno sacramentale:
corpo e sangue di Cristo, presente
oggettività
De mysteriis cristica
De mysteriis
Consecratio: «Vera utique caro Christi, quae crucifixa est, quae
parola di Cristo, ripetuta
sepulta est: vere ergo carnis illius sacramentum
est»
De sacramentis Sacrificio «È la vera carne di Cristo, che venne crocifissa e
sepolta. È, quindi, veramente il sacramento di
Cancellare i peccati quella carne».

239 240

40
Ambrogio Ambrogio
Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta

Corpo e sangue di Cristo sono presenti La consecratio non è causata:


- oggettivamente: nel segno sacramentale - dall’epiclesi al Verbo
- non soggettivamente: nella fede di chi partecipa - dall’epiclesi allo Spirito Santo

La consecratio è causata dalla parola di Cristo ripetuta

241 242

Ambrogio Ambrogio
Consecratio: Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta parola di Cristo, ripetuta

Dato biblico (De mysteriis): Cambiamento causato dalla parola di Cristo:


- parola di Elia: fa scendere il fuoco
- parola di Cristo: ottiene la consacrazione
- Non cambiamento di significato (nuova funzione)
Dato liturgico (De sacramentis):
Necessità
- parola del vescovo: prega, loda - Trasformazione reale (nuova realtà) della fede
- parola di Cristo: ottiene la consacrazione
- Non percepibile all’esterno
Dato cosmologico (De sacramentis):
- parola del Signore: crea dal nulla
- parola di Cristo: trasforma la creazione
243 244

Ambrogio

sacrificio Ricordo della morte di Gesù

Eucaristia L’Eucaristia in Agostino


cancellare
Assumere il sacramento
i peccati

245 246

41
Agostino
Agostino

Platonismo agostiniano
Ambrogio Identità (del sacramento)
Prospettiva liturgica: realismo
Dimensione cristologica
Ecclesiale Eucaristia
Agostino Soggetti Dimensione ecclesiologica
Antropologico
Prospettiva ecclesiologica: simbolismo Dimensione sacrificale

247 248

Agostino
Agostino
Leggere Agostino nel suo contesto
Realista (cattolici)
(ermeneutica) (Aristotele) e nell’orizzonte dei destinatari
Agostino
Simbolica (riforma protestante)
(Platone) Recupero di Agostino “recente”

Non leggere Agostino con una ermeneutica


posteriore e pre-definita.
Costituirebbe un apriori ideologico
che applicherebbe ad Agostino Concilio Vaticano II
problematiche successive
249 250

Agostino Agostino

Realista: catechesi Pastore


I due aspetti (simbolo e realtà)
Agostino 1
oggi sono visti come complementari
non vi è contrapposizione tra immagine e realtà Simbolico: trattati Teologo

Agostino 2 Realista e simbolico nella stessa opera


Eucaristia: simbolo reale

251 252

42
Agostino
Agostino
Realista
«Nessuno mangia di quella carne
senza prima essersi prostrato in adorazione»
Annuncio dell’Eucaristia
Realista:
come corpo e sangue di Cristo

«È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla;


le parole che vi ho detto sono Spirito e vita» (Gv 6,63) Segno che indica un’altra realtà:
Simbolico:
pneumatica
Simbolico
«Ciò che vi ho detto dovete intenderlo in modo
spirituale»
Agostino, En. in Ps. 98,9
253 254

Platonismo agostiniano Platonismo agostiniano


Il signum contiene
(secundum quaedam modum) la res
La copia senza esaurirla
(signum, segno esteriore, immagine, figura)
perché al tempo stesso rimanda
non è una semplice ombra ad essa (res ipsa)
trascendendo il signum
senza valore rispetto alla realtà (res),
ma la forma in cui l’originale
«Aliud videtur, aliud intelligitur»
si rende storicamente presente.

signum res
255 256

Celeste Terrestre
«Aliud videtur, aliud intelligitur»
Platonismo Aristotele
Realtà
agostiniano
signum res
Motivo cristologico: Eucaristia Corpo e sangue Realtà Immagine
comunione con Cristo Platone
di Cristo Prototipo Figura
Res importante
(ontologico) Copia

Motivo Ricevono Ricevono


ecclesiologico: gli indegni Realtà Immagine
Non in comunione
i buoni Prototipo Platonismo-agostiniano Figura
con Cristo. (ontologico) Copia
Signum poco Polemica antidonatista:
importante non ricevono Cristo Res Signum
257 258

43
Dimensione cristologica Dimensione ecclesiologica

Sacramentum tantum Segno esteriore 1 Sacramentum tantum Segno esteriore 1

Res tantum Effetto del sacramento 2 Res tantum Effetto del sacramento 2

1. Mangiare la carne (realismo) 1. Mangiare la carne (realismo)


2. Dimorare in Cristo che dimora in me (simbolismo) 2. Membra del Corpo di Cristo, la Chiesa (simbolismo)
259 260

Platonismo agostiniano «Una giustizia che essi presumevano dalle loro forze,
«Il tuo nutrimento sia la vita, la tua bevanda sia la vita; illudendosi di poterla compiere appoggiandosi sulla
avrai la vita e la vita sussiste nella sua integrità. Allora propria virtù. Ora, nessuno può adempiere la legge,
avverrà questo, cioè, che corpo e sangue di Cristo senza l’aiuto della grazia, che è il pane che discende
saranno la vita per ognuno, se ciò che si riceve
dal cielo. Compie la legge - dice in maniera concisa
visibilmente nel Sacramento si mangi spiritualmente, si
l’Apostolo, - soltanto chi ama (Rm 13, 10): chi ama
beva spiritualmente nella realtà propria significata.
Abbiamo ascoltato il Signore stesso che dice: “È lo non il denaro, ma chi ama Dio; chi ama non la terra o il
Spirito che dà la vita; la carne, invece, non serve a cielo, ma colui che ha fatto il cielo e la terra. Donde
nulla. Le parole che vi ho detto sono spirito e vita” (Gv attinge, l’uomo, questo amore?».
6, 54-65)».
Agostino, In Jo tr. 26,1 (comm. Gv 6,41-59)
Agostino, Sermo 131 (comm. Gv 6,54-66) Documento in cattedra on line 262

Platonismo agostiniano Platonismo agostiniano


«Ascoltiamo lo stesso Apostolo: L’amore di Dio viene «“E tutti bevvero la medesima bevanda spirituale”. Era
riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo diversa la loro bevanda dalla nostra solo nella specie
che ci è stato donato (Rm 5, 5). Il Signore, che avrebbe visibile, ma era identica nella virtù spirituale da essa
donato lo Spirito Santo, affermò di essere il pane che significata. In che senso essi “bevevano la medesima
discende dal cielo, esortandoci a credere in lui. bevanda?” Bevevano - dice – “ad una pietra spirituale
che li accompagnava”, e quella pietra era Cristo (1Cor
Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in lui.
10, 4). […]. “Questo è” - dunque – “il pane che discende
Chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come
dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia” (Gv 6, 50).
in modo altrettanto invisibile rinasce. Egli rinasce di Ma questo si riferisce alla virtù del sacramento, non alla
dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo. Dove sua forma visibile: ciò che conta è che uno mangi
viene rinnovellato, lì viene saziato». interiormente, non solo esteriormente: che mangi col
Agostino, In Jo tr. 26,1 (comm. Gv 6,41-59) cuore, non che mastichi coi denti».
Agostino, In Jo tr. 26,12 (comm. Gv 6,41-59)
Documento in cattedra on line 263

44
«“Chi mangia la mia carne e beve il mio «Ciò che vedete sopra l’altare di Dio, l’avete
sangue, dimora in me ed io in lui” (Gv 6, 57). visto anche nella notte passata; ma non avete
Mangiare questo cibo e bere questa bevanda, ancora udito che cosa sia, che cosa significhi,

vuol dire dimorare in Cristo e avere Cristo di quale grande realtà nasconda il mistero. Ciò
che vedete è il pane e il calice: ve lo
sempre in noi. Colui invece che non dimora in
assicurano i vostri stessi occhi. Invece secondo
Cristo, e nel quale Cristo non dimora, né
la fede che si deve formare in voi il pane è il
mangia la sua carne né beve il suo sangue, ma
corpo di Cristo, il calice è il sangue di Cristo».
mangia e beve a propria condanna […]».
Agostino, Sermo 272 (Omelia ai neofiti)
Agostino, In Jo tr. 26,18 (comm. Gv 6,41-59)

Platonismo agostiniano «Se vuoi comprendere [il mistero] del corpo di Cristo,
ascolta l’Apostolo che dice ai fedeli: “Voi siete il corpo di
«[…] questo pane come può essere il suo Cristo e sue membra” (1Cor 12,27). Se voi dunque siete il
corpo? E questo calice, o meglio ciò che è corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è
deposto il mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò che
contenuto nel calice, come può essere il sangue siete rispondete: Amen e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si
suo? Queste cose, fratelli, si chiamano dice infatti: Il Corpo di Cristo, e tu rispondi: Amen. Sii
membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo
sacramenti proprio perché in esse si vede una Amen. Perché dunque [il corpo di Cristo] nel pane? […]
realtà e se ne intende un’altra (Aliud videtur, ascoltiamo sempre l’Apostolo il quale, parlando di questo
sacramento, dice: “Pur essendo molti formiamo un solo
aliud intelligitur). Ciò che si vede ha un pane, un solo corpo” (1Cor 10,17). Cercate di capire ed
aspetto materiale, ciò che si intende produce un esultate. Unità, verità, pietà, carità. “Un solo pane”: chi è
questo unico pane? “Pur essendo molti, formiamo un solo
effetto spirituale». corpo”. Ricordate che il pane non è composto da un solo
chicco di grano, ma da molti».
Agostino, Sermo 272 (Omelia ai neofiti) Agostino, Sermo 272

«Quando si facevano gli esorcismi su di voi venivate, Il signum (videtur) similitudo alla res (intelligitur)
per così dire, macinati; quando siete stati battezzati,
siete stati, per così dire, impastati; quando avete Ciò che i segni del pane e del vino
ricevuto il fuoco dello Spirito Santo siete stati, per indicano a livello visibile (videtur)
così dire, cotti. Siate ciò che vedete e ricevete ciò (unità di più chicchi di frumento, di più acini di uva)
che siete. Questo disse l’Apostolo in riguardo al
[tra il videtur e l’intelligitur c’è similitudo]
pane. E ciò che dobbiamo intendere del calice,
anche se non è stato detto, ce l’ha fatto capire il sacramento (l’Eucaristia)
abbastanza. Come infatti perché ci sia la forma realizza a livello invisibile (intelligitur)
visibile del pane molti chicchi di grano vengono (unità della Chiesa, aspetto mistico)
impastati fino a formare un’unica cosa - come se
avvenisse quanto la sacra Scrittura dice dei fedeli:
“Avevano un’anima sola e un solo cuore protesi La Chiesa quando celebra l’Eucaristia
verso Dio” (At 4, 32) - così è anche per il vino». diventa ciò che è: comunione,
Agostino, Sermo 272 quindi unità ecclesiale e corpo di Cristo
270

45
«Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una
«Voi quindi cominciate a ricevere quel che già
sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il
corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E l’Apostolo avete cominciato ad essere, purché non lo
ricorda che questo era già stato predetto nella santa riceviate indegnamente, mangiando e bevendo la
Scrittura: I due formeranno una carne sola. Questo
vostra condanna Così infatti soggiunge: Chiunque
mistero è grande, soggiunge, lo dico in riferimento a
Cristo e alla Chiesa (cf. Ef 5,31-32). E in un altro passo, mangia il pane o beve il calice del Signore
riguardo a questa medesima Eucarestia, dice: Uno solo indegnamente sarà reo del corpo e del sangue
è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo
del Signore. Ciascuno perciò esamini se stesso e
(1Cor 10,17)».
poi mangi di questo pane e beva di questo calice;
Agostino, Sermo 228 B
perché chi mangia e beve indegnamente mangia
L’Eucaristia è letta in chiave sponsale e beve la propria condanna (1Cor 11, 27-29)».
Offerta della vita a Cristo, perché una carne con lui
Agostino, Sermo 228 B
Dimensione sacrificale 271 272

Sintesi su Agostino

«E voi lo ricevete degnamente se vi terrete lontani «La virtù propria di questo sacramento
dal fermento delle cattive dottrine, in modo che è l’unità:

siate azzimi di sincerità e di verità; e se terrete un’unità tale che,


riuniti nel suo corpo e divenuti sue membra,
caro quel fermento di carità […]».
noi siamo ciò che riceviamo».
Agostino, Sermo 228 B
Agostino, Sermo 57,7,7

273 274

Sintesi su Agostino Sintesi su Agostino

Unità ecclesiale
La Chiesa quando celebra l’Eucaristia
diventa ciò che è: comunione, Eucaristia

quindi unità ecclesiale e corpo di Cristo


Corpo di Cristo
e noi diventiamo ciò che riceviamo (Cristo).

Implicazione antropologica:
275
diventiamo ciò che riceviamo 276

46
ἰχθύς ἸΧΘΥΣ pesce «Vuoi comprendere la forza del sangue di Cristo?
Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine
Ἰησοῦς Χριστός, Θεοῦ Υἱός, Σωτήρ dell’Antico Testamento. Immolate, dice Mosè, un
agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte
(cf. Es 12,1-14). Cosa dici, Mosè? Quando mai il
sangue di un agnello ha salvato l’uomo ragionevole?
Certamente, sembra rispondere, non perché è
sangue, ma perché è immagine del sangue del
Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza
nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell’antico
simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e
Catacombe di S. Callisto (Cripte di Lucina, affresco del II sec.): splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del
Eucaristia con pane (in un canestro) e vino (in un piccolo vaso rosso). tempio di Cristo»
Vicino c’è il pesce, si ricorda la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3
che è figura l’Eucaristia. Liturgia delle Ore, II, 424-425
277

«Se vuoi comprendere ancor più «E uscì dal suo fianco sangue ed acqua (cf. Gv
profondamente la forza di questo sangue 19,34). Carissimo, non passare troppo facilmente
considera da dove cominciò a scorrere e da sopra a questo mistero. Ho ancora un altro
quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e significato mistico da spiegarti. Ho detto che
sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e quell’acqua e quel sangue sono simbolo del
ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da
s’avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo questi due sacramenti […]. I simboli del battesimo
di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue. e dell’Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è
L’una simbolo del battesimo, l’altro dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa,
dell’Eucaristia» come dal costato di Adamo fu formata Eva»

Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3 Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3


Liturgia delle Ore, II, 425 Liturgia delle Ore, II, 425

EPOCA MEDIEVALE

281

47
Raffaello,
Sant’Ambrogio
e sant’Agostino
Da La Disputa del Sacramento
1509
Musei Vaticani
Epoca carolingia (IX sec.)
Pascasio Radberto - Ratramno

Medioevo Inizio II millennio (XI sec.)


eucaristico Berengario - Lanfranco

Raffaello,
Scolastica (XIII sec.)
san Tommaso, Tommaso
Innocenzo III Bonaventura
e san Bonaventura
Da La Disputa del Sacramento
1509
Musei Vaticani
284

Epoca carolingia (IX sec.)


Epoca carolingia (IX sec.)

Area culturale franco-germanica

Orizzonte metafisico Orizzonte


metafisico

Area culturale
franco-germanica Esiste solo ciò che è presente in re

Orizzonte ermeneutico
L’immagine, la figura, non ha in sé una vera realtà,
come nel platonismo agostiniano

285 286

Epoca carolingia (IX sec.) Epoca carolingia (IX sec.)


(Pascasio Radberto - Ratramno)

Ermeneutica: lettera e/o allegoria Domanda:


presenza di Cristo nell’Eucaristia
- Lettera grammatica: Parola = etimologia
(Aristotele, Antiochia) vera o simbolica?

- Allegoria retorica: Parola = significato nella frase Prospettiva patristica: greca e latina
(Platone, Alessandria)
Simbolico = reale

Trivium: grammatica, retorica, dialettica che rimanda alla realtà piena,


quella celeste
287 288

48
Epoca carolingia (IX sec.) Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno) (Pascasio Radberto - Ratramno)

Metafisica Ermeneutica A 1 Tempo


2
Pascasio Radberto Ratramno
Realismo-materiale Lettera
(Alcuino, Amalario di Metz)
Pascasio Radberto 1?
[Lanfranco] Pascasio Radberto
Eucaristia B
Carlo il calvo
2?
Ratramno
Simbolismo-spiritualista Spirito
(Beda, Gv Scoto Eriugena, Floro)
Ratramno AoB?
[Berengario]
(Cf. G. D’ONOFRIO, Storia della teologia medievale, I, 201-202)
289 290

Epoca carolingia (IX sec.)


Epoca carolingia (IX sec.) (Pascasio Radberto - Ratramno)
(Pascasio Radberto - Ratramno)
Ratramno (+868) (Monaco di Corbie)
Pascasio Radberto (+859) (Abate di Corbie) De corpore et sanguine Domini

De corpore et sanguine Domini Immagine


Realtà Platonismo-agostiniano Figura
Prototipo Copia
= nato da Maria
corpo storico Res Signum
Eucaristia =
di Gesù
= posto sulla croce Mysterium
Ratramno Imago
Veritas
Species
Corpo di Cristo storico/metastorico Eucaristia
Eucaristia = ripete la passione di Gesù (da Maria, crocifisso e risorto)
(Corporaliter) (Spiritualiter)
291 292

Inizio II millennio (XI sec.) Inizio II millennio (XI sec.)


(Lanfranco - Berengario) (Lanfranco - Berengario)

Berengario di Tours (+1088)


Realismo-materiale Lettera Magister della scuola di Tours
Lanfranco (ex discepolo di Chartres)
scopre il
Eucaristia
De corpore et Sanguine Domini

Simbolismo-spiritualista Spirito di Ratramno

Berengario lo attribuisce a Giovanni Scoto Eriugena

S.P. BONANNI, La controversia eucaristica dell’XI secolo L’ermeneutica simbolica è autorevole (Eriugena)
in R. NARDIN - G. TANGORRA (edd.), Sacramentum caritatis, 145-161
293 294

49
Inizio II millennio (XI sec.) Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario) (Lanfranco - Berengario)

Berengario
Berengario
Scrive a Lanfranco
che è in un concilio a Roma (1050). Invitato al sinodo di Vercelli
non si presenta
La lettera di Berengario letta (pubblicamente)
Lanfranco deve esprimersi (pubblicamente)
Sinodo di Roma 1059
(sensualiter)
Il concilio scomunica di Berengario
295 296

Sinodo di Roma 1059 Inizio II millennio (XI sec.)


(Lanfranco - Berengario)
«[…] il pane e il vino che sono posti sull’altare sono,
dopo la consacrazione, non il solo sacramento (non Sinodo di Roma 1059 (DH 690)
solum sacramentum) ma anche il vero corpo e sangue (sensualiter)

del Signore nostro Gesù Cristo (verum corpus et


Berengario, Scriptum contra Synodum
sanguinem Domini nostri Iesu Christi esse) che, in
modo sensibile, non solo in sacramento, ma in verità
(sensualiter, non solum sacramentum, sed in veritate) Lanfranco, De corpore et sanguine Domini
è toccato e spezzato dalle mani dei sacerdoti ed è
masticato dai denti dei fedeli» Sinodo di Roma 1079 (DH 700)
(converti, substantialiter, substantia, veram)
(DH 690)
298

Sinodo di Roma 1079 Inizio II millennio (XI sec.)


(Lanfranco - Berengario)
«[…] il pane e il vino che sono posti sull’altare, in virtù del
mistero della santa preghiera e delle parole del nostro Realtà Immagine
Redentore, sono trasformati sostanzialmente Prototipo Platonismo-agostiniano Figura
(substantialiter converti) nella vera e propria (in veram et (ontologico) Copia
propriam) e vivificante carne e sangue del nostro Signore
Gesù Cristo e che dopo la consacrazione sono il vero Res Signum
corpo di Cristo (verum Christi corpus), che nacque dalla
Vergine e che per la salvezza del mondo fu appeso alla Berengario
Veritas Figura
croce, e che siede alla destra del Padre, e vero sangue di
Cristo che fu effuso dal suo fianco, non soltanto mediante il
Corpo di Cristo storico/metastorico Eucaristia
segno e la forza del sacramento, ma nella proprietà della (da Maria, crocifisso e risorto)
natura e nella verità della sostanza (non tantum per (Invisibile) (Visibile)
signum et virtutem sacramenti, sed in proprietate naturae
Sostanza = accidenti
et veritate substantiae)» (DH 700) = pane e vino 300

50
Inizio II millennio (XI sec.) Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario) (Lanfranco - Berengario)

Berengario
Berengario

- Estremizza Agostino (= gli eretici non ricevono Cristo)


Importanza del soggetto - Importanza del soggetto (sec. XI, Abelardo)
che riceve il sacramento - Platonismo ontologico
il quale non è oggettivamente
in corpo di Cristo Immagine
Realtà Platone
ma lo è per l’uomo spirituale Prototipo Figura
(ontologico)
anima Copia
301 302

Inizio II millennio (XI sec.) Transustanziazione


(Lanfranco - Berengario)
Gregorio VII, sinodo di Roma 1079
Lanfranco di Pavia (+1089) «panem et vinum, quae ponitur in altari, per mysterium
sacrae orationis et verba nostri Redemptoris substantialiter
Sostanza converti in veram et propriam ac vivificantem carnem et
Corpo e sangue di Cristo sanguinem Iesu Christi Domini nostri et post consecrationem
Figure esteriori (species) Pane e vino esse verum Christi corpus [...] in veritate substantiae»
(DH 700)

Concilio Lateranense IV (1215)


Guitmondo di Aversa (+1095)
«cuius [Iesus Christus] corpus et sanguis in sacramento
Substantialiter transmutata altaris sub specibus panis et vini veraciter continetur,
transsubstantiatis pane in corpus, et vino in sanguinem»
Substantia mutari (DH 802)

303 304

Transustanziazione: aspetti accolti e positivi


Transustanziazione: obiezioni del XX secolo
1. La presenza di Cristo realtà previa alla fede
- Termine troppo filosofico, quindi:
2. Viene ricucita la frattura tra
sacramentum tantum e res sacramenti
1. Piega la fede a una visione razionale

3. Cristo presente nell’Eucaristia in modo sostanziale, 2. Difficoltà di comprensione


quindi: in una diversa visione concettuale
- Non ha dimensioni, è immateriale e invisibile (scienze naturali, prospettiva meno metafisica)
- Merita l’adorazione

305 306

51
Immagine
Realtà Platonismo Tommaso Ugo di S. Vittore
Figura
Prototipo agostiniano
(ontologico) Copia 1 Sacramentum tantum Species (segno) Visibile
Res Signum
Signum tantum 2 Res et sacramentum Veritas (realtà) Visibile/
Res tantum invisibile
Sacramentum
Res sacramenti
Sacr.tum tantum
Invisibile Visibile
3 Res sacramenti Virtus (potenza) Invisibile
Prima scolastica
Pietro Lombardo
1 Segno esteriore, specie visibili, sacramento in sé e per sé
(Summa Sententiarum)
Attualizzazione del sacrificio di Cristo A
2 Effetto intermedio: Presenza reale del suo corpo e sangue B
Res tantum Res et signum Signum tantum C
Incontro col Signore
Res sacramenti Res et sacramentum Sacr.tum tantum 3 Fine del sacramento: Grazia dona
Appartenenza alla Chiesa D
307

Primo millennio Primo millennio

Effetti / Grazia Spirito Santo Corpus Christi Corpus Christi


3
eucaristico ecclesiale
Corpus Christi Corpus Christi B D
eucaristico ecclesiale
B D Secondo millennio

A
Memoria
Secondo millennio
Sacrificio di
2° e 3° momento Corpus Christi Cristo

Accentuazioni Dimensione sacrificale A eucaristico C Incontro


B (individuale)
Dimensione individuale C
col Signore
309 310

Radberto Primo millennio


Ratramno
(nominale) Corpus Christi Mysticum (Eucaristia)
I millennio II millennio

Chiesa Dall’ambito sacramentale


Corpus Christi verum Eucaristia
(unità)
Visibile e invisibile insieme
Chiesa
Corpus Christi mysticum Eucaristia
(unità)
Corpus Christi Verum (Chiesa)
H. de Lubac, Corpus mysticum (1944)
P. Sguazzardo, Corpus Christi tra primo e secondo millennio Fine: unità della Chiesa
in R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis, 131-144
311 312

52
Secondo millennio (Pietro Lombardo)
Primo millennio
Corpus Christi Mysticum (Chiesa)
Res sacramenti Chiesa (unità)
Naturale e sociale
(giuridico)

Corpus Christi Verum (Eucaristia) Secondo millennio

Res sacramenti Presenza reale

Presenza reale
del corpo e sangue di Cristo

313 314

Ignazio di Antiochia (I millennio)


Prospettiva ieratica della celebrazione
Eucaristia al centro
Celebrata dal vescovo che presiede la comunità:
- l’eucaristia fonda la comunità - Preghiera eucaristica in silenzio
- il vescovo è il primo ministro dell’eucaristia - Comunione sotto una specie
- l’episcopato come sacramento originario dell’Ordine
- Frequenza alla comunione bassissima
Tommaso (II millennio)

Eucaristia al centro
Celebrata dal singolo presbitero che consacra:
- l’eucaristia “indipendente” dalla comunità Concilio Lateranense IV (1215):
- l’eucaristia questione “privata” del presbitero comunione almeno una volta all’anno
- l’episcopato non è un sacramento
315 316

Pietà eucaristica Deviazioni


- Vedere l’Ostia senza fare la comunione
Negazione della presenza reale (Berengario) - Il sacrificio eucaristico
non posto in rapporto sacramentale
al sacrificio di Cristo sulla croce
ma svincolato da esso
- Adorazione eucaristica
- Festa del Corpus Domini (1264)
Sacrificio = opera buona da compiere e da offrire a Dio
- Sottolineatura dei miracoli eucaristici

Moltiplicazione delle Messe e degli altari


317 318

53
Allegorismo

L’allegorismo
introdotto da Amalario di Metz nel secolo IX.

Allegorismo e devozionalismo
La Messa diventa una grande sceneggiatura
della vita di Cristo,
della sua passione e della sua morte.

319 320

Allegorismo Allegorismo

• Introito: ingresso di Cristo nel mondo.


L’interpretazione allegorica
• Kyrie: preparazione profetica della sua
venuta. interpreta la storia della salvezza

• Gloria: natività nel presente

• Prefazio: inno cantato nell’ultima cena attualizzando e spiritualizzando

• Canone: preghiera di Gesù nell’orto; Cristo l’evento salvifico del passato


innalzato sulla croce; il suo grido e il suo
reclinare il capo nel momento della morte

321 322

Allegorismo Devozionalismo

• Viene colto il significato spirituale del rito. • Si smarrisce la dimensione sacramentale.


• Riconduce alla sacra Scrittura ma frammenta • La salvezza è legata all’offerta dei
l’evento perdendolo di vista nella sua storia e “sentimenti” e alla loro intensità.
nella sua forza salvifica.
• Una interpretazione tutta spirituale. 1) Devozione: libera scelta spinta al massimo
del fervore svolta in lingua volgare. Sostiene
• Intento: ricondurre la celebrazione eucaristica le opere di carità e di penitenza.
al mistero della morte e risurrezione di Cristo.
2) Liturgia: obbligo; dare il minimo; lingua latina
• Limite: non rendere ragione del valore
e cerimoniale fisso staccato dal quotidiano.
sacramentale della celebrazione.
323 324

54
Tommaso
Summa theologiae III, qq. 73-83
«Primo, del sacramento in se stesso [q. 73]; secondo, della sua
materia [q. 74]; terzo, della sua forma [q. 78]; quarto, dei suoi
effetti [q. 79]; quinto, di coloro che lo ricevono [q. 80]; sesto, del
L’Eucaristia in Tommaso suo ministro [q. 82]; settimo, del suo rito [q. 83].
Sul primo tema esamineremo:
1. Se l’Eucaristia sia un sacramento;
2. Se sia un sacramento unico o molteplice;
3. Se sia necessario per la salvezza;
4. Le sue denominazioni;
5. La sua istituzione;
6. Le sue prefigurazioni»

STh III, q. 73, Pr.


325

Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 1 resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 1 resp
Sacramento: «Et ideo, sicut ad vitam spiritualem oportuit esse
segno e strumento Baptismum, qui est spiritualis generatio, et
della vita spirituale dell’essere umano confirmationem, quae est spirituale augmentum; ita
«Sacramenta Ecclesiae ordinantur ad subveniendum oportuit esse sacramentum Eucharistiae, quod est
homini in vita spirituali. Vita autem spiritualis vitae spirituale alimentum»
corporali conformatur, eo quod corporalia
spiritualium similitudinem gerunt» «Perciò, come per la vita spirituale era necessario
che ci fosse il battesimo, che è la rigenerazione
«I sacramenti della Chiesa hanno lo scopo di
spirituale, e la cresima, che è la crescita spirituale,
provvedere l’uomo nella vita spirituale. Ma la vita
così era necessario che ci fosse il sacramento
dello spirito somiglia a quella del corpo, essendo
dell’Eucarestia, che è l’alimento spirituale»
le cose corporali immagini di quelle spirituali»
328

Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 1, ad 3um
Summa theologiae III, q. 73, a. 1, ad 2um
«Nam in sacramento Eucharistiae id quod est res et
sacramentum, est in ipsa materia; id autem quod est res
«Sicut autem se habet virtus spiritus sancti
tantum, est in suscipiente, scilicet gratia quae confertur.
ad aquam Baptismi, In Baptismo autem utrumque est in suscipiente, et character,
ita se habet corpus Christi verum qui est res et sacramentum; et gratia remissionis peccatorum,
ad species panis et vini» quae est res tantum. Et eadem ratio est de aliis sacramentis»
«Nel sacramento dell’Eucarestia la res et sacramentum si
«L’acqua del battesimo non ha efficacia spirituale in trova nella materia stessa; mentre la res tantum, ossia la
quanto acqua, ma per la virtù dello Spirito Santo grazia conferita, si trova in chi la riceve. Nel battesimo, al
presente in essa […] come la virtù dello Spirito contrario, ambedue le cose si trovano in chi lo riceve: sia il
Santo sta all’acqua del battesimo, così il vero corpo carattere che è res et sacramentum, sia la grazia della
di Cristo sta alle specie del pane e del vino» remissione dei peccati che è res tantum. Lo stesso si dica
degli altri sacramenti»
329 330

55
Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 3, resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 3, resp.
«Baptismus est principium spiritualis vitae, et ianua «il battesimo è l’inizio della vita spirituale e "la porta dei
sacramentorum. Eucharistia vero est quasi sacramenti". L’Eucarestia invece è quasi "il
consummatio spiritualis vitae, et omnium
coronamento" della vita spirituale e "il fine di tutti i
sacramentorum finis, ut supra dictum est, per
sacramenti", come si disse sopra: poiché le grazie di
sanctificationes enim omnium sacramentorum fit
praeparatio ad suscipiendam vel consecrandam tutti i sacramenti preparano, o a ricevere, o a
Eucharistiam. Et ideo perceptio Baptismi est consacrare l’Eucarestia. Perciò mentre ricevere il
necessaria ad inchoandam spiritualem vitam, perceptio battesimo è necessario per iniziare la vita
autem Eucharistiae est necessaria ad soprannaturale, ricevere l’Eucarestia è necessario per
consummandam ipsam»
portarla a compimento»
331 332

Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 3, ad 3um Summa theologiae III, q. 73, a. 3, ad 3um
«quod Baptismus est sacramentum mortis et passionis «Il battesimo è il sacramento della morte e della
Christi prout homo regeneratur in Christo virtute passione di Cristo, in quanto l’uomo viene rigenerato in
passionis eius. Sed Eucharistia est sacramentum Cristo per virtù della sua passione. L’Eucarestia invece
passionis Christi prout homo perficitur in unione ad è il sacramento della passione di Cristo in quanto
l’uomo viene unito perfettamente con Cristo immolato.
Christum passum. Unde, sicut Baptismus dicitur
Ecco perché mentre il battesimo viene denominato "il
sacramentum fidei, quae est fundamentum spiritualis
sacramento della fede", la quale è il sacramento della
vitae; ita Eucharistia dicitur sacramentum caritatis,
vita spirituale; l’Eucarestia viene chiamata "il
quae est vinculum perfectionis, ut dicitur Coloss. III
sacramento della carità", la quale è il "legame perfetto",
[Col. 3, 14]» secondo l’espressione di S. Paolo [Col. 3,14]»
333

Tommaso Tommaso

Summa theologiae III, q. 73, a. 4, resp.


Summa theologiae III, q. 73, a. 4, resp.

Eucaristia Signum commemorativum


Tre significati signum:
Eucaristia come:
(Passato) Commemorativum passionis (sacrificium) - Memoriale della passione di Gesù
- Sacrificio dell’oblazione di Gesù
Cristo
(Presente) Communionis (communio, synaxis) - Compimento e inclusione dei precedenti sacrifici
Chiesa
dell’AT e dell’umanità
(Futuro) Praefigurativum fruitionis Dei (viaticum) Beatitudine
eterna
335 336

56
Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp.
«tria considerare possumus, scilicet id quod est «In questo sacramento possiamo considerare tre
sacramentum tantum, scilicet panis et vinum; et id quod elementi: quello che è sacramentum tantum, ossia il pane
est res et sacramentum, scilicet corpus Christi verum; et id e il vino; quello che è res et sacramentum, ossia il corpo
quod est res tantum, scilicet effectus huius sacramenti. vero di Cristo; quello che è res tantum, ossia l’effetto di
questo sacramento. Ora, per quanto riguarda il
Quantum igitur ad id quod est sacramentum tantum
sacramentum tantum, la figura principale dell’Eucarestia è
potissima figura fuit huius sacramenti oblatio
l’oblazione di Melchisedec, il quale "offrì pane e vino". Per
Melchisedech, qui obtulit panem et vinum. Quantum autem
quanto invece riguarda il Cristo stesso immolato, che è
ad ipsum Christum passum, qui continetur in hoc contenuto in questo sacramento, la figura principale va
sacramento, figurae eius fuerunt omnia sacrificia veteris riscontrata in tutti i sacrifici del Vecchio Testamento,
testamenti; et praecipue sacrificium expiationis, quod erat specialmente nel sacrificio dell’espiazione che era
solemnissimum. Quantum autem ad effectum, fuit solennissimo. Per quanto poi riguarda l’effetto
praecipua eius figura manna». (dell’Eucarestia) la principale figura fu la manna».
337 338

Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp.
«Sed agnus paschalis quantum ad haec tria «Ma l’agnello pasquale prefigurava questo sacramento
praefigurabat hoc sacramentum. Quantum enim ad sotto tutti e tre questi aspetti. Quanto al primo, perché si
primum, quia manducabatur cum panibus azymis, [...]. mangiava con i pani azzimi, a norma dell’Esodo:
Quantum vero ad secundum, quia immolabatur ab "Mangeranno le carni e i pani azzimi". Quanto al secondo,
omni multitudine filiorum Israel quartadecima luna, perché veniva immolato da tutti i figli d’Israele nella
quod fuit figura passionis Christi, qui propter quattordicesima luna, a prefigurare la passione di Cristo,
innocentiam dicitur agnus. Quantum vero ad effectum, che per l’innocenza viene denominato agnello. Quanto
quia per sanguinem agni paschalis protecti sunt filii all’effetto, perché il sangue dell’agnello pasquale protesse i
Israel a devastante Angelo, et educti de Aegyptiaca figli d’Israele dall’angelo devastatore e li liberò dalla
servitute. Et quantum ad hoc, ponitur figura huius schiavitù d’Egitto. Dunque l’agnello pasquale va
sacramenti praecipua agnus paschalis, quia considerato come la figura principale dell’Eucarestia,
secundum omnia eam repraesentat». perché la prefigurava sotto tutti gli aspetti».
339 340

«Propriamente, quindi, l’Eucaristia non è il Summa theologiae III, q. 74, a. 1, resp.

sacramento della risurrezione del Signore; egli Pane e vino, materia conveniente
del sacramento
è presente in essa indubbiamente come
«Christus hoc sacramentum sub specie panis et
Signore risorto, ma in atto di renderci consorti vini instituit, sicut patet Matth. XXVI. Unde panis
del suo sacrificio mediante il dono del suo et vinum sunt materia conveniens huius
sacramenti».
Corpo dato e del suo Sangue sparso, quali
viatico della gloria». «Cristo istituì questo sacramento sotto le specie
del pane e del vino, come risulta dal Vangelo.
Quindi il pane e il vino sono la materia
I. BIFFI, L’Eucaristia in San Tommaso, 34 conveniente di questo sacramento».
342

57
Summa theologiae III, q. 75, a. 1, resp. Summa theologiae III, q. 75, a. 1, ad 1um

Eucaristia simbolo reale del corpo e sangue di Cristo «haeretici [...], male verba Augustini intelligentes. Cum
enim Augustinus dicit, non hoc corpus quod videtis
manducaturi estis, non intendit excludere veritatem
«verum corpus Christi et sanguinem
esse in hoc sacramento, corporis Christi, sed quod non erat manducandum in
non sensu deprehendi potest, hac specie in qua ab eis videbatur. Per hoc autem
sed sola fide, quae auctoritati divinae innititur» quod subdit, sacramentum vobis aliquod commendavi,
spiritualiter intellectum vivificabit vos, non intendit
«La reale presenza del corpo e del sangue di Cristo quod corpus Christi sit in hoc sacramento solum
in questo sacramento
secundum mysticam significationem, sed
non può essere conosciuta dai sensi,
ma solo dalla fede, che si fonda sull’autorità divina» spiritualiter dici, idest, invisibiliter et per virtutem
spiritus»
343

Summa theologiae III, q. 78, a. 1, resp.


Summa theologiae III, q. 75, a. 1, ad 1um
«hoc sacramentum ab aliis sacramentis differt in duobus. Primo
«per il loro errore gli eretici suddetti, intendendo male [...] hoc sacramentum perficitur in consecratione materiae, alia
le parole di S. Agostino. Quando infatti egli dice: "Non vero sacramenta perficiuntur in usu materiae consecratae.
Secundo, quia in aliis sacramentis consecratio materiae
questo corpo che vedete, avrete da mangiare", intende consistit solum in quadam benedictione, ex qua materia
escludere non la realtà del corpo di Cristo, ma che consecrata accipit instrumentaliter quandam spiritualem
virtutem, [...]. Sed in hoc sacramento consecratio materiae
esso fosse da mangiarsi nell’aspetto in cui lo consistit in quadam miraculosa conversione substantiae [...].
vedevano. Con le altre parole poi: "Vi affido un Unde minister in hoc sacramento perficiendo non habet alium
actum nisi prolationem verborum. [...] ideo forma huius
mistero, che inteso spiritualmente vi arricchirà di vita",
sacramenti differt a formis aliorum sacramentorum in duobus.
non vuol dire che il corpo di Cristo è presente in Primo [...] formae aliorum sacramentorum important usum
questo sacramento solo secondo un simbolismo materiae, puta baptizationem vel consignationem, sed forma
huius sacramenti importat solam consecrationem materiae,
mistico, ma che vi è presente in modo spirituale, ossia [...] transubstantiatione [...]; puta cum dicitur, hoc est corpus
invisibilmente e per la virtù dello spirito» meum, vel, hic est calix sanguinis mei»

Summa theologiae III, q. 78, a. 1, resp. Summa theologiae III, q. 78, a. 1, resp.
«Questo sacramento differisce dagli altri sacramenti in due cose.
«Secondo, perché le forme degli altri sacramenti
Primo, per il fatto che si compie mediante la consacrazione della
materia; mentre gli altri sacramenti si compiono mediante l'uso vengono proferite dal ministro in persona propria (ex
della materia consacrata. Secondo, per il fatto che negli altri persona ministri), sia in atto di fare, come quando si
sacramenti la consacrazione della materia consiste solo in una dice: "Io ti battezzo" o "Io ti confermo"; sia in atto di
benedizione, per la quale la materia consacrata riceve
strumentalmente una virtù spirituale […]. Al contrario in questo comandare, come quando nel sacramento dell’ordine
sacramento la consacrazione della materia consiste in una si dice: "Ricevi il potere..."; […]. Al contrario la forma
miracolosa conversione della sostanza, che Dio solo può di questo sacramento viene proferita in persona di
compiere. […] il ministro non ha altro ufficio che quello di proferire
le parole. […] la forma di questo sacramento differisce in due
Cristo stesso che parla (ex persona ipsius Christi
maniere dalle forme degli altri sacramenti. Primo, nel fatto che le loquentis) (direttamente): in modo da far intendere
forme degli altri sacramenti esprimono l’uso della materia: p. es., che il ministro nella celebrazione di questo
battezzare o confermare; mentre la forma di questo sacramento
sacramento non fa nient’altro che proferire le parole
esprime solo la consacrazione della materia, che consiste nella
transustanziazione, e cioè con le espressioni: "Questo è il mio di Cristo (minister […] nihil agit nisi quod profert verba
corpo", e "Questo è il calice del mio sangue"» Christi)»

58
Gli effetti di questo sacramento q. 79
Summa theologiae III, qq. 79-82
«Sull’argomento si pongono otto quesiti.
1. Se questo sacramento conferisca la grazia;
- Gli effetti di questo sacramento q. 79 2. Se l’effetto di questo sacramento
sia il conseguimento della gloria;
3. Se l’effetto di questo sacramento
- L’uso di questo sacramento q. 80 sia la remissione del peccato mortale;
4. Se questo sacramento rimetta il peccato veniale;
- L’uso di questo sacramento da parte di Gesù q. 81 5. Se rimetta tutta la pena del peccato;
6. Se preservi l’uomo dai peccati futuri;
7. Se possa giovare ad altri
- Il ministro di questo sacramento q. 82 oltre a quelli che lo ricevono;
8. Ciò che impedisce l’effetto di questo sacramento»
349
350

Gli effetti di questo sacramento q. 79 Se questo sacramento conferisca la grazia q. 79, a. 1


Se questo sacramento conferisca la grazia a. 1 «Questo sacramento ha di per se stesso la virtù di conferire la
«L’effetto di questo sacramento deve essere dedotto grazia; e nessuno prima di aver ricevuto questo sacramento
possiede la grazia se non in dipendenza da un qualche desiderio di
in primo luogo e principalmente da ciò che è esso: o personale, come nel caso degli adulti, o della Chiesa, come
contenuto nel sacramento, e che è Cristo. […] nei caso dei bambini, secondo quanto si è già detto [q. 73, a. 3]. Si
Secondo, l’effetto di questo sacramento risulta da ciò deve quindi all’efficacia della virtù di questo sacramento il fatto che
anche con il solo suo desiderio uno possa conseguire la grazia che
che il sacramento rappresenta, e che è la passione di lo vivifica spiritualmente. Ne segue perciò che quando si riceve
Cristo, come si è detto sopra [q. 74, a. 1; q. 76, a. 2, realmente il sacramento stesso la grazia aumenta, e la vita
ad 1]. Di conseguenza l’effetto che la passione di soprannaturale raggiunge la sua perfezione. Diversamente però da
quanto avviene nel sacramento della cresima, in cui la grazia
Cristo produsse nel mondo, questo sacramento lo
aumenta e viene perfezionata per consentirci di resistere agli
produce nel singolo uomo» assalti esterni dei nemici di Cristo: nell’Eucaristia infatti la grazia
aumenta e la vita soprannaturale è perfezionata affinché l’uomo sia
q. 79, a 1, resp. perfetto in se stesso mediante l’unione con Dio» q. 79, a. 1, ad 1um
351

Se questo sacramento conferisca la grazia q. 79, a. 1 Se l’effetto di questo sacramento


«Questo sacramento conferisce spiritualmente la grazia sia il conseguimento della gloria q. 79, a. 2
assieme alla virtù della carità. Per cui il Damasceno paragona
questo sacramento al carbone acceso visto da Isaia: “Come il «Come la passione di Cristo, in forza della quale opera
carbone non è legno soltanto, ma legno unito al fuoco, così
questo sacramento, pur essendo causa efficiente della
anche il pane della comunione non è pane soltanto, ma pane
unito alla divinità”. Ora, come osserva S. Gregorio, “l’amore di nostra gloria, non c’introduce subito nella gloria,
Dio non rimane ozioso, opera bensì grandi cose, se c’è”. Perciò dovendo noi prima “soffrire con Cristo”, per poi “essere
con questo sacramento, per quanto dipende dalla sua efficacia,
l’abito della grazia e delle virtù non viene soltanto conferito, ma glorificati con lui”, come si esprime S. Paolo; così
anche posto in attività, conforme alle parole di S. Paolo: “La questo sacramento non c’introduce subito nella gloria,
carità di Cristo ci sospinge”. Ecco perché in forza di questo
ma ci dà la capacità di arrivarci. Per questo esso si
sacramento l’anima spiritualmente si ristora, in quanto rimane
deliziata e quasi inebriata dalla dolcezza della bontà divina, chiama viatico».
secondo l’espressione dei Cantici: “Mangiate, amici; bevete,
q. 79, a. 2, ad 1um
inebriatevi, carissimi”». q. 79, a 1, ad 2um
354

59
Se l’effetto di questo sacramento Se l’effetto di questo sacramento
sia il conseguimento della gloria q. 79, a. 2 sia la remissione del peccato mortale q. 79, a. 3
«L’efficacia di questo sacramento si può considerare sotto
«Come la passione di Cristo non ha il suo effetto in due aspetti. Primo, in se stessa. E allora bisogna affermare
coloro che non sono debitamente disposti verso di che questo sacramento ha l’efficacia di rimettere tutti i
peccati per virtù della passione di Cristo, la quale è la fonte
essa, così con questo sacramento non raggiungono la
e la causa della remissione dei peccati.
gloria coloro che lo ricevono indegnamente. S. Secondo, si può considerare in relazione al soggetto che lo
Agostino in proposito, commentando S. Giovanni, riceve, il quale può avere o no l’impedimento a riceverlo.
afferma: “Altra cosa è il sacramento e altra la virtù del Ora, chiunque ha coscienza di essere in peccato mortale è
impedito dal ricevere l’effetto di questo sacramento, non
sacramento”».
essendo degno di accostarvisi».
q. 79, a. 2, ad 2um q. 79, a. 3, resp.
355 356

Se questo sacramento rimetta il peccato veniale Se questo sacramento rimetta il peccato veniale
q. 79, a. 4 q. 79, a. 4
«L’effetto poi di questo sacramento è la carità, non «I peccati veniali, sebbene non siano contrari
solo come abito, ma anche come atto, che, eccitato all’abito della carità, sono tuttavia contrari al
da questo sacramento, elimina i peccati veniali (Res fervore dei suoi atti (non contrarientur caritati
autem huius sacramenti est caritas, non solum quantum ad habitum, contrariantur tamen ei
quantum ad habitum, sed etiam quantum ad actum, quantum ad fervorem actus), che hanno un
qui excitatur in hoc sacramento, per quod peccata incentivo in questo sacramento. E in forza di
venialia solvuntur). È chiaro quindi che in virtù di tale fervore i peccati veniali vengono eliminati».
questo sacramento i peccati veniali vengono rimessi».
q. 79, a. 4, resp. q. 79, a. 4, 1um
357 358

Se rimetta tutta la pena del peccato q. 79, a. 5 Se rimetta tutta la pena del peccato q. 79, a. 5

«Il sacramento del battesimo è direttamente Sacrificio e sacramento


ordinato alla remissione della pena e della «L’Eucarestia è insieme sacrificio e sacramento:
colpa; non così l’Eucarestia: perché il battesimo ha natura di sacrificio in quanto si offre, e natura
viene conferito all’uomo quasi perché muoia di sacramento al contrario in quanto si riceve.
assieme a Cristo; l’Eucarestia invece viene Essa perciò ha effetto di sacramento in chi la
amministrata in quanto uno ha bisogno di riceve, ed ha effetto di sacrificio in chi l’offre, o
nutrirsi e di perfezionarsi per mezzo di Cristo». in coloro per i quali viene offerta».
q. 79, a. 5, 1um q. 79, a. 5, resp.
359 360

60
Uso di questo sacramento q. 80
Uso da parte di Gesù nell’istituzione q. 81
a. 1 e a. 11
Comunione: sacramentale e/o spirituale Se Cristo abbia consumato a. 1
Modo perfetto: comunione sacramentale e spirituale il suo corpo e il suo sangue
in cui il secondo deriva dal primo. (durante l’ultima cena)
Modo imperfetto: «Cristo si comunicò spiritualmente e anche
comunione sacramentale senza quella spirituale, ossia senza
sacramentalmente, prendendo il proprio corpo sotto il
effetti perché in assenza delle necessarie disposizioni
comunione spirituale senza quella sacramentale, ossia dovuta sacramento che pensò e istituì come sacramento del
ad un impedimento per ricevere il sacramento (es. suo corpo. In modo però diverso da come si
impossibilità di uscire da casa).
comunicano sacramentalmente e spiritualmente gli
La comunione spirituale, ossia l’effetto del sacramento (la altri, poiché questi ricevono un aumento di grazia, e
res) che intente Tommaso non è un semplice legame hanno bisogno dei segni sacramentali per mettersi in
devozionale di natura psicologica o anche affettiva, ma
l’unione con Cristo attraverso la fede e la carità contatto con la realtà».
361 362

Tommaso riprende ciò che è patrimonio comune


delle fonti patristiche e liturgiche.

Dopo il Concilio di Trento


si accentua la presenza reale
tendendo a ‘cosificarla’.
L’Eucaristia in Bonaventura

Non si affermerà più che Gesù all’ultima cena


si comunicò sacramentalmente e spiritualmente

363

«[…] dopo la consacrazione sacerdotale che ha luogo « il Verbo incarnato […] non solo istituì il sacramento
pronunciando la forma orale istituita dal Signore; cioè
che ci genera nell’essere della grazia (gratiae
sopra il pane: Questo è il mio corpo; sopra il vino:
Questo è il mio sangue. Con le quali parole, generaret), come il battesimo, e ci facesse crescere e
pronunciate dal sacerdote con l’intenzione di compiere ci fortificasse (augmentaret et roboraret) una volta
[il sacramento], sono transustanziati generati, come la confermazione, ma anche che ci
(transsubstantiatur) entrambi gli elementi secondo la nutrisse (enutriret) una volta generati e cresciuti, come
sostanza nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo,
il sacramento dell’eucaristia; motivo per cui questi tre
rimanendo le specie sensibili, in entrambe le quali è
contenuto totalmente non in modo circoscritto, ma sacramenti sono dati a tutti coloro che accedono alla
sacramentalmente tutto Cristo». fede»
Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 275) Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 275)
365 366

61
«Poiché il nostro nutrimento […] si rivolge ad ognuno Bonaventura
dei fedeli per la conservazione della devozione a Dio,
dell’amore al prossimo e del diletto interiore; e poiché
la devozione a Dio si esercita con l’offerta del sacrificio - Sacrificio Cristo presente realmente (devozione)
(per sacrificii oblationem), l’amore al prossimo con la - Sacramento Amore fraterno, unità della Chiesa
comunione ad un unico sacramento (per unius
sacramenti communionem) e il diletto interiore con il - Viatico Ristoro spirituale (escatologico)
ristoro del viatico; ne consegue che […] diede questo
sacramento dell’eucaristia come sacrificio di offerta
(sacrificium oblationis), come sacramento di Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
comunione (sacramentum communionis) e come
viatico di ristoro (viaticum refectionis)»
Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 275)

367 368

«Da ultimo, poiché la nostra capacità di ricevere Cosa mangerebbe un topo


efficacemente Cristo non risiede nella carne, bensì se per disavventura rodesse un’ostia consacrata?
nello Spirito; non nel ventre, bensì nella mente; e la
Tommaso
mente non attinge Cristo se non per mezzo della
conoscenza e dell’amore, per mezzo della fede e della
carità, in modo tale che la fede illumina per la
riflessione, e la carità infiamma per la devozione Il topo mangia il vero corpo di Cristo,
(caritas inflammat ad devotionem) […] bisogna che perché gli accidenti del pane, finché restano incorrotti,
mangi spiritualmente, sicché con la riflessione di fede sono segno della sostanza del corpo di Cristo,
mastichi, con la devozione d’amore riceva; sicché per e dove si trovano gli accidenti, lì si trova,
mezzo di queste cose, non egli trasformi Cristo in sé, tramite gli stessi accidenti,
ma piuttosto sia egli stesso trasportato nel di lui mistico la sostanza del Corpo di Cristo.
corpo (in eius mysticum corpus»
Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 279) IV lib. Sent., d. 9, a. 2, q. 3; STh III, q. 80, a. 3, ad 3
369 370

Cosa mangerebbe un topo


se per disavventura rodesse un’ostia consacrata? Tommaso Oggettività del corpo di Cristo
Bonaventura
- Legata alla parola di Cristo
- Legata agli accidenti
Il topo non mangia il vero corpo di Cristo, - Indipendentemente dalla fede
perché Cristo è nelle specie
per un uso unicamente umano,
questa è volontà istitutiva del memoriale conviviale;
poiché la manducazione da parte del topo Bonaventura Oggettività del corpo di Cristo
è al di fuori di questa volontà istitutiva di Cristo,
non si può sostenere che il topo mangi il corpo di Cristo.
- Legata alla volontà di Cristo
IV lib. Sent., d. 13, a. 2, q. 1-2 - Uso umano
371 372

62
Tardo medioevo: teorie
Tardo medioevo: teorie
Presenza reale: transustanziazione
Rielaborate le teorie dell’alto medioevo
- Trasformazione (pane e vino si dissolvono: gocce-oceano) Tommaso
Diretta conc. Trento
- Consustanziazione (pane e vino restano) Riforma
Transustanziazione
- Annichilazione (pane e vino scompaiono) Adduzione Gv Duns Scoto
- Transustanziazione (pane e vino come accidenti)
Directa: dalla sostanza del pane al corpo di Cristo
Tommaso alla sostanza del vino al sangue di Cristo
Diretta conc. Trento
Transustanziazione Adductio: il corpo del Risorto riceve un nuovo esse hic
Adduzione Gv Duns Scoto che sostituisce l’essere-qui
della sostanza del pane e vino.
373 374

Tardo medioevo: limiti Tardo medioevo: negazioni


John Wyclif (+1384)
- Orizzonte teologico povero: solo transustanziazione Errori di John Wyclif
Scarsa la dimensione biblica e storico-salvifica «La sostanza materiale del pane, come pure la sostanza
materiale del vino rimangono nel sacramento dell’altare.

- Scarso coinvolgimento dei fedeli Gli accidenti del pane non rimangono nello stesso
sacramento senza il loro soggetto.
Attenzione esclusiva al presbitero
Cristo non è presente nello stesso sacramento nell’identico
modo e realmente come nella persona corporale
- Frantumazione rapporto Se un vescovo o un sacerdote sono in peccato mortale,
Cristo (evento) - Eucaristia (memoriale) non ordinano, non consacrano, né battezzano
Attenzione al sacrificio a se stante, opere buone (meriti)
Non è fondato nel Vangelo che Cristo ha istituito la Messa»
Concilio di Costanza (1415) DH 1151-1155
375 376

Tardo medioevo: negazioni Decreto circa la comunione


solo sotto la specie del pane
Johannes Hus (+1415) Come Wyclif Concilio di Costanza (1415) DH 1198-1200
«[…] benché nella Chiesa primitiva i fedeli comunicassero
sotto entrambe le specie, in seguito i celebranti
continuarono a comunicarsi in questo modo, mentre i laici
ricevevano solo la specie del pane, rimanendo fermissima
Errori di Johannes Hus verità di fede di cui non si deve dubitare, che il corpo e il
sangue di Cristo sono veramente contenuti nella loro
«La condanna dei 45 articoli di John Wyclif, integrità sia sotto la specie del pane che sotto quella del
emessa dai dottori, è irragionevole, iniqua e vino. Poiché questa consuetudine è stata introdotta con
malfatta» buona ragione dalla Chiesa e dai santi Padri e osservata
Concilio di Costanza (1415) DH 1225 da lunghissimo tempo, essa deve essere considerata
come una legge che non si può respingere o modificare
senza il consenso della Chiesa» DH 1199
377

63
Riforma protestante

Tria sola:
- Sola Scriptura
Presupposti - Sola fide
LA RIFORMA
- Sola gratia
PROTESTANTE
- Sacrificio
Rifiuto
- Presenza reale
I laici non assumano dal calice
380

Lutero (+1546)
Due fasi: prima e dopo il 1520
(La cattività babilonese della Chiesa 1520)

Fino al 1520
Lutero polemico con i cattolici (chiamati ‘papisti’):
Rifiuta la Messa come sacrificio e opera buona

Dopo il 1520
Lutero polemico con l’ala radicale dei riformatori
(chiamati ‘fanatici’):
MARTIN LUTERO, Confessione sulla Cena di Cristo, a cura Afferma la presenza reale
di A. Sabetta. Postfazione di G. Lorizio, (Cultura
Studium. Nuova serie, 160), Studium, Roma 2019
Recensione: R. NARDIN in PATH 19 (2020) 421-427 Confessione sulla Cena di Cristo (1528)
381 382

Lutero
Lutero
La cattività babilonese della Chiesa (1520)
Lezione sulla lettera agli Ebrei (1517) Lutero Ex opere operato
(x Lutero = efficacia senza la fede)

«Nessuno consegue la grazia Per Lutero l’uomo non può limitarsi a togliere il peccato
mortale (ossia non basta togliere l’obex degli Scolastici perché
perché riceve l’assoluzione, il battesimo, la comunione si abbia automaticamente, ossia ex opere operato, la grazia del
[…] sacramento, cioè la sua efficacia, dalla celebrazione, dall’opus
operatum)
ciò che giustifica non è il sacramento
ma occorre la fede (ossia «il culto interiore», l’opus operantis
ma la fede nel sacramento» degli Scolastici)
senza la quale l’Eucaristia non ha alcun effetto
(pur essendo valida per la Parola di Dio).

383 La fede è l’elemento che costituisce i sacramenti 384

64
Lutero Lutero

Fede = accoglienza della grazia senza vantare meriti Cristo:


- Unico sacerdote
Giustificazione solo per fede
- Unico sacrificio (croce)

1. La giustificazione non si ha dal sacramento Lettera ai Ebrei


2. È erroneo dire che
la fede non è necessaria,
perché basterebbe togliere l’ostacolo alla grazia
(ossia il peccato mortale)
385 386

Lutero Lutero
La cattività babilonese della Chiesa (1520)
Lutero Transustanziazione
Eucaristia non è:
- un’opera buona da offrire a Dio (l’uomo riceve) Consustanziazione
- un sacrificio (propiziatorio o soddisfatorio)
Sostanza Sostanza
Eucaristia è:
Compresenza di pane - vino e carne - sangue di Cristo
- un dono di Dio per l’uomo, non il contrario (sacrificio)
- presenza corporale di Cristo pro nobis

Analogia con l’unione ipostatica:


- Presuppone la fede dell’uomo La natura umana non è trasformata in quella divina
- Ottiene riconciliazione con Dio col perdono dei peccati
387 388

Lutero Lutero
Volontà costitutiva di Cristo in ordine all’Eucaristia
Eucaristia, Actio liturgica è:
Actio liturgica - Ricordo della santa cena
- Memoria della passione

Unio sacramentalis
Consustanziazione Eucaristia, Actio liturgica non è:
Usus consumazione
- Rinnovo della santa cena
- Rendere presente l’unico sacrificio di Cristo

L’adorazione eucaristica = idolatria


389 390

65
Lutero Lutero

Accoglie la presenza reale Zwingli


Accoglie la presenza reale Zwingli
Fondata su ubiquità
Fondata su Bibbia
(ermeneutica letterale)
Cristo glorificato Come può un corpo
- Istituzione dell’Eucaristia partecipa dell’onnipotenza di Dio terreno (umanità di Cristo)
(Mt 26,26; Mc 14,22; Lc 22,19; 1Cor 11,23) essere presente
alla destra del Padre e
- Esortazione paolina: accostarsi indegnamente nelle molte celebrazioni?
Presenza di Cristo
(1Cor 11,27)
nell’Eucaristia
Principio ermeneutico notato da Lutero: (non dall’Eucaristia
divisione tra i riformatori nell’esegesi che nega la presenza reale se non nella misura in cui vuole Cristo)
391 392

Zwingli (+1531)
«io affermo e confesso il sacramento dell’altare, nel
quale il vero corpo nel pane è mangiato con la bocca Platonismo
e il vero sangue è bevuto nel vino, anche se i
sacerdoti che li offrono o coloro che li ricevono non
credono o ne abusano in altro modo» Una realtà materiale
manifesta, indica, significa
LUTERO, Confessione sulla Cena di Cristo, 263
la vera realtà, quella spirituale

Teologia
«ritengo la messa l’abominio più grande di tutti, messa
che è predicata e venduta come un sacrificio o
un’opera buona» Redenzione di Cristo:
unica e completa
LUTERO, Confessione sulla Cena di Cristo, 266

393 394

Zwingli (+1531) Zwingli (+1531)

Sacramenti = esprimono la fede, dono dello Spirito


Respinge la transustanziazione (Chiesa cattolica)
Eucaristia =
ricordo, ringraziamento Respinge l’ubiquità (Lutero)
per la redenzione già operata da Cristo
una volta per tutte
Perché contro l’umanità di Cristo
Consacrazione eucaristica:
Vengono “trasformati” i fedeli che è alla destra del Padre
il pane e il vino indicano questa “trasformazione”

395 396

66
Calvino (+1564) Calvino (+1564)

«La cena è un dono di Dio “Presenza reale”


che deve essere preso e ricevuto
Lutero Comunione con il
con azioni di grazie. corpo di Cristo
Intermedio tra
Al contrario si finge che il sacrificio della messa
Zwingli Presenza
sia un tributo offerto a Dio
simbolica
che lo riceve da noi come soddisfazione»
di Cristo,
non nel pane
G. CALVINO, Instituzioni, IV,18,7 Cristo non discende dal cielo
ma ci eleva mediante lo Spirito Salvaguarda
l’umanità di Cristo
397 398

Il CONCILIO DI TRENTO

Raffaello,
La Messa di Bolsena
1512
Stanza di Eliodoro
Città del Vaticano

Eucaristia celebrata ma:


- come sacrificio (sangue dall’ostia)
- contemplata (comunione spirituale)

Raffaello,
La Disputa del Sacramento
1509
Stanze della Segnatura
Città del Vaticano

Dimensione trinitaria
Eucaristia non celebrata ma adorata
402

67
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
A
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
B Com. utraque specie DH 1635-1661
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
Parvulorum
C
- XXII sessione (1562) Decr. + can. De Missae sacrificio Proemio DH 1635
8 capitoli DH 1636-1650
Fatto 11 canoni DH 1651-1661
A - La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
Modo
B - La comunione

C - La Messa come sacrificio

405 406

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia

Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636) Can. 1 (DH 1651)

«Dopo la consacrazione del pane e del vino, il nostro «è contenuto


Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è - veramente (vere),
contenuto - realmente (realiter)
- veramente (vere), - e sostanzialmente (substantialiter)
- realmente (realiter) Il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo,
- e sostanzialmente (substantialiter)
con l’anima e la divinità, quindi Cristo tutto intero»
sotto l’apparenza della cose sensibili»

Can. 1 Simbolo (signum), figura (figura) potenza (virtus)


407 408

68
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636) Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636)
«Non vi è infatti contraddizione tra il fatto che lo «Non vi è contraddizione tra il fatto:
stesso nostro Salvatore sieda sempre nei cieli alla
destra del Padre, secondo il modo naturale di ut ipse Salvator noster semper ad dexteram Patris
esistere, e il fatto che, tuttavia, presente in coelis assideat
sacramentalmente in molti luoghi, sia presso di noi iuxta modum existendi naturalem,
nella sua sostanza, con quel modo di esistere, che, e il fatto:
difficile da esprimere a parole, tuttavia possiamo
et ut multis nihilominus alis locis
comprendere con la nostra mente illuminata dalla
sacramentaliter praesens sua substantia
fede, come possibile a Dio e che anzi dobbiamo
nobis adsit»
credere fermissimamente»
Zwingli 409
Zwingli 410

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 2 La ragione dell’istituzione (DH 1638) Cap. 2 La ragione dell’istituzione (DH 1638)
«Il Signore [...] istituì questo sacramento nel quale ha «Volle inoltre, che fosse
effuso le ricchezze del suo divino amore verso gli uomini - pegno della nostra gloria futura
[...] - simbolo di quell’unico corpo, di cui egli è capo
- ricordo dei suoi prodigi
- e a cui volle che fossimo congiunti come membra
- onorare la sua memoria
dal vincolo strettissimo […]»
- annunziare la sua morte finché egli venga
volle anche che fosse ricevuto come
- cibo spirituale delle anime L’Eucaristia non è istituita principalmente
- antidoto con cui essere liberati dalle colpe di ogni giorno per la remissione dei peccati ( Lutero)
- e preservati dai peccati mortali»
411
Can. 5 412

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia

Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1639) Can. 4 (DH 1654)


Nell’Eucaristia
Sacramenti (altri): la presenza del corpo e sangue del Signore non è solo
santificano quando sono ricevuti (utitur)
- durante l’uso (tantum in usu)
- mentre lo si riceve (dum sumitur)
Eucaristia:
- né prima né dopo (non autem ante vel post)
prima dell’uso (ante usum)
è presente l’autore della santità
(anathema sit)

Can. 4 Riforma protestante


413 414

69
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1640)
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1641)
Per le parole:
- Il corpo è sotto la specie del pane
- Il sangue sotto la specie del vino Sotto una specie
Per naturale unione e concomitanza:
e contenuto tanto quanto sotto entrambe
- Il corpo è anche sotto la specie del vino
- Il sangue e anche sotto la specie del pane
- L’anima sotto l’una e l’altra specie
- La divinità nell’unione ipostatica all’umanità
(corpo, sangue e anima)
415 416

Concilio di Trento (1545-1563) Cap. 4 Conversione / transustanziazione (DH 1642)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia «I due termini decisivi nel citato decreto dottrinale, ma
Cap. 4 Conversione / transustanziazione (DH 1642) anche nel can. 2, sono quelli di conversio e qualificata
con la consacrazione del pane e del vino come mirabilis e singularis, e di transsubastantiatio. Il
si opera la conversione (conversionem) concilio preferisce l’idea-guida di conversio a quella di
di tutta la sostanza del pane/vino transsubstantiatio, perché non s’intenda poi la
nella sostanza del corpo/sangue di Cristo presenza reale come una incarnazione, o la s’inquadri
nel modello della unione ipostatica. È un modo di
«Questa conversione,
procedere che trova riscontro anche nella patristica.
in modo conveniente e appropriato
Ricorrendo al termine conversio i padri conciliari
è chiamata dalla Chiesa cattolica
vogliono sottolineare l’‘una volta per tutte’
transustanziazione»
dell’incarnazione, della croce, dell’esaltazione di Gesù»
Can. 2 417
F. COURTH, I sacramenti, 265

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 4 La transustanziazione (DH 1642) Cap. 5 Il culto che di deve all’Eucaristia (DH 1643)

Si afferma il fatto della transustanziazione «Non vi è, dunque, alcun dubbio che tutti i fedeli
come presenza reale cristiani, secondo la prassi sempre in uso nella Chiesa
cattolica, debbano
non si dogmatizza la modalità
onorare questo santissimo sacramento
ossia il concetto filosofico di transustanziazione
con il culto di latria (latriae cultum),
dovuto al vero Dio»
Culto di adorazione cap. 5
Presenza Conservare le specie cap. 6
reale Preparazione adeguata cap. 7 Can. 6
Uso consono cap. 8 Riforma protestante 420

70
Concilio di Trento (1545-1563) «Erano “assidui nell’insegnamento degli apostoli, alle
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia riunioni comuni, alla frazione del pane e alle preghiere
Cap. 5 Il culto che di deve all’Eucaristia (DH 1644) […]” (At 2,41-47). Da allora la Chiesa mai tralasciò di
riunirsi in assemblea per celebrare il mistero pasquale
«Il santo concilio dichiara inoltre che con sentimenti
[SC 5]: con la lettura di quanto “in tutte le scritture lo
religiosi e di pietà è stato introdotto nella chiesa di Dio
riguardava” (Lc 24,27), con la celebrazione
l’uso di celebrare ogni anno con singolare venerazione
dell’eucaristia, nella quale “vengono ripresentati la
e solennità […] per portarlo con reverenza e onore in
vittoria e il trionfo della sua morte” [testo ripreso alla
processione per le vie e le piazze. [… ] con una
lettera dal Conc. di Trento, Sess. XIII, cap. 5 in cui, in
celebrazione eccezionale e solenne […] con cui viene
quel contesto, si riferisce alla processione eucaristica,
ricordata la sua vittoria e il suo trionfo sulla morte in SC, invece, alla celebrazione dell’Eucaristia, dopo
[ripresa alla lettera dal Vaticano II in SC 6 in cui si aver recuperato l’unità del mistero pasquale di SC 5]»
cambia, però, il contesto]» SC 6
421

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia

Cap. 6 Conservare l’Eucaristia (DH 1645) Cap. 7 Preparazione necessaria (DH 1646-1647)

Conservare l’Eucaristia nel tabernacolo «[…] nessuno


è prassi antica, fin dal concilio di Nicea.
Viene portata agli infermi. consapevole di essere in peccato mortale,
per quanto possa ritenersi contrito,
Can. 7
si accosti alla santa eucaristia
senza avere premesso la confessione sacramentale»
Riforma protestante
423 424

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XXI sessione (1562) Decr. + can.
Cap. 8 Uso di questo sacramento (DH 1648-1649) De communione sub utraque specie et parvulorum
Tre modi:
DH 1725-1734
- Solo sacramentalmente Peccatori

- Solo spiritualmente Desiderio


Proemio DH 1725
- Sacramentalmente - con preparazione
e spiritualmente - con la veste candida 4 capitoli DH 1726-1730
4 canoni DH 1731-1734
Sess. XXII cap. 6
Riprende Tommaso, Can. 8
STh III, q. 80 425 426

71
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can. - XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 1 Laici e chierici non celebranti Cap. 1 Laici e chierici non celebranti
non sono obbligati per disposizione divina non sono obbligati per disposizione divina
a comunicarsi sotto le due specie a comunicarsi sotto le due specie
(DH 1726-1727) (DH 1726-1727)

Fondamento biblico giovanneo (Gv 6):


Nonostante l’istituzione del Signore nelle due specie Serie di citazioni in cui Gesù dichiara la
necessità di mangiare il suo corpo o il pane
«Non vuole significare che tutti i fedeli, per precetto della vita eterna senza riferimento al sangue
del Signore, siano obbligati a ricevere entrambe»

Cann. 1.2.3 427


Confermano l’enunciato iniziale 428

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XXI sessione (1562) Decr. + can. - XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum
De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 2 Il potere della Chiesa
nell’amministrazione
Can. 3 «sotto la sola specie del pane
del sacramento dell’Eucaristia (DH 1728)
si riceve Cristo […] tutto e integro»
La Chiesa ha sempre avuto il potere di:
(DH 1733) stabilire/modificare l’amministrazione dei sacramenti
Criteri di cui tener conto:
- fatta salva la sostanza dei sacramenti
Falso che l’intenzione di Cristo fosse quella di - elementi utili per chi li riceve
obbligare alla comunione sotto le due specie: - venerazione dei sacramenti
“mangiatene e bevetene tutti” - diversità di circostanze, tempi e luoghi
429 430

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


- XXI sessione (1562) Decr. + can. - XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 2 Il potere della Chiesa Cap. 3 Sotto una sola specie (pane o vino consacr.)
nell’amministrazione si riceve
del sacramento dell’Eucaristia (DH 1728) Cristo tutto e integro e vero sacramento
Eucaristia (DH 1729)
- antichità: due specie
- col tempo una specie «per quanto riguarda il frutto,
- Chiesa approva la consuetudine: una specie
- gravi motivi [necessità delle due specie] nessuna grazia necessaria alla salvezza
- La Chiesa decide come e quanto cambiare è negata a quelli che ricevono una sola specie»
Can. 2
431 Can. 3 432

72
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
XXII sessione (1562) Decr. + can.
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
De ss. Missae sacrificio
(DH 1739-1742)
DH 1738-1760 Antica alleanza:
Insufficienza del sacerdozio levitico
Proemio DH 1738
Dottrina e canoni
A 9 capitoli DH 1739-1750
sul sacrificio della Messa
9 canoni DH 1751-1759 Necessità di un altro sacerdote
«Il Signore nostro Gesù Cristo, che potesse
B Decretum super petitione DH 1760 condurre ad ogni perfezione tutti quelli che
dovevano essere santificati (cf. Eb 10,14)»

433 434

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
(DH 1739-1742) (DH 1739-1742)
«Il Signore […] «prolungandone la memoria fino alla fine del mondo
anche se si sarebbe immolato a Dio Padre e applicando la sua efficacia salvifica
una sola volta morendo sull’altare della croce […] alla remissione dei peccati quotidiani […]
poiché il suo sacerdozio offrì a Dio padre il suo corpo e il suo sangue
non doveva estinguersi con la morte (cf. Eb 7,24), sotto le specie del pane e del vino,
nell’ultima cena e sotto gli stessi simboli lo diede,
per lasciare alla chiesa, sua amata sposa, perché lo prendessero, gli Apostoli (che in quel momento
un sacrificio visibile (come esige la natura umana) costituiva sacerdoti della nuova alleanza)
con cui venisse reso presente quello cruento e comandò ad essi
che avrebbe offerto una volta per tutte sulla croce» e ai loro successori nel sacerdozio che l’offrissero»
435 436

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
(DH 1739-1742) (DH 1739-1742)
«Celebrata la Pasqua antica, «[…] offerta pura
che […] Israele immolava come ricordo (in memoriam) che non può essere contaminata
dall’indegnità o dalla malizia di chi la offre […]
dell’uscita dall’Egitto (Es 12),
Malachia (Mal 1,11) e Paolo (1Cor 10,21)
istituì la nuova Pasqua, e cioè se stesso, Ma mensa dell’altare […]
che doveva essere immolato dalla chiesa è quella che al tempo della natura e dalla legge
per mezzo dei suoi sacerdoti sotto segni visibili, (Gen 4,4 [Abele]; 8,20 [Noè];
in memoria del suo passaggio 12,8 [Abramo]; 22,1-19 [Isacco])
era raffigurata da diversi tipi di sacrifici:
da questo mondo al Padre quando
raccoglie [...] tutti i beni significati da quei sacrifici
ci ha redento con l’effusione del suo sangue» come perfezionamento e compimento di quelli»
437 438

73
Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti,
Il Sacrificio di Isacco Il Sacrificio di Isacco
1401 1401
Museo del Bargello Museo del Bargello
Firenze Firenze

Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)

«[…] poiché questo divino sacrificio,


che si compie alla messa,
è contenuto e immolato
in modo incruento lo stesso Cristo,
che si offerse una sola volta
in modo cruento sull’altare della croce»
Giotto, Crocifissione di Gesù. Cappella degli Scrovegni. Padova (1303-1305)
441

Donatello, Filippo Brunelleschi,


Crocifisso Crocifisso
1407-1408 1410-1415
Basilica S. Croce Basilica S. Maria Novella
Firenze Firenze

74
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)

questo sacrificio è veramente propiziatorio (Can. 3)


e per mezzo di esso ci accostiamo a Dio
- contriti e pentiti, possiamo ricevere misericordia
Necessità del sacramento della penitenza (DH 1677)

- trovare grazia
- essere aiutati (auxilio) al momento propizio»

446

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743) per vivi e defunti (DH 1743)
«Placato, infatti, da questa offerta,
«I frutti di quella oblazione (cioè di quella cruenta)
il Signore, concedendo la grazia
e il dono della penitenza, vengono ricevuti in abbondanza
perdona i peccati e le colpe, anche le più gravi. per mezzo di questa, incruenta. […]
Si tratta di una sola e identica vittima Essa viene offerta non solo per i peccati, le pene, […]
lo stesso Gesù la offre per il ministero dei sacerdoti,
ma anche per coloro che sono morti in Cristo
egli che un giorno offrì se stesso sulla croce:
diverso è solo il modo di offrirsi» e non sono ancora purificati»
447 448

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Can. 1 (DH 1751) Can. 2 (DH 1752)

Istituzione del sacerdozio:


Ciò che si offre:
- con le parole “Fate questo in memoria di me”
- Nella Messa ciò che si offre (offerri)
è un vero sacrificio - perché offrano (offerent) il suo corpo e il suo sangue

- Essere offerto (offerri) non significa solo che Cristo


è dato in cibo (ad manducandum dari) per noi

449 450

75
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Can. 3 (DH 1753) Can. 4 (DH 1754)
Sacrificio della Messa:
Sacrificio della Messa:
- non solo lode e ringraziamento
- non solo commemorazione del sacrificio della croce non si attenta al sacrificio di Cristo sulla croce

ma

- sacrificio propiziatorio (auxilio)


- che giova (prodesse) non solo a chi lo riceve
- è offerto per: i vivi, i morti, i peccati, le soddisfazioni ...
451 452

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica:
Riforma:
la Messa come sacrificio? Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa

unico offerente Cap. 2


Identità DH 1743
Annullare o disprezzare la morte di Cristo in croce unica offerta

Diversità
cruento: croce
Modo Cap. 2
Annullare o disprezzare la sua unica valenza salvifica DH 1743
dell’offerta
incruento: eucaristia
453 454

Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica: Risposta Cattolica:
Unità inseparabile Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
repraesentatio
«Il sacrificio della messa non consiste in altro che Categorie usate
memoria
nell’oblatio oblationis Christi, dal concilio di Trento
applicatio
un’offerta sacrificale dell’offerta unica di Cristo»
rende presente l’oblazione di Cristo
Messa ne prolunga la memoria nella celebrazione
C. Rocchetta, Il sacramento dell’eucarista, 259
ne applica l’efficacia salvifica fino all’eschaton
455 456

76
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica: Risposta Cattolica:
Unità inseparabile Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
Ultima cena: anticipazione dell’offerta della croce
La Messa:
- non svaluta Messa: rende presente l’unico evento
- non moltiplica - Ultima cena
- Croce
- non ripete
- non completa senza ripeterlo,
ma attualizzandolo in forma sacramentale
l’unico sacrificio, quello della croce secondo le categ.: repraesentatio, memoria, applicatio
457 458

Concilio di Trento (1545-1563) XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio


XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio Cap. 6 La Messa in cui solo il sacerdote si comunica
(DH 1747)
Cap. 5 Le cerimonie del sacrificio della Messa (DH 1746)
«Il sacrosanto sinodo desidererebbe che in ogni Messa i
«La natura umana è tale che non può facilmente elevarsi fedeli presenti si comunicassero non solo spiritualmente,
alla meditazione delle cose divine senza aiuti esterni [l’arte mediante il desiderio, ma anche col ricevere
che stupisce il fedele]: per questa ragione la Chiesa, come sacramentalmente l’Eucaristia, per ricevere da questo
pia madre ha stabilito alcuni riti, e cioè che qualche parte santissimo sacrificio un frutto più abbondante. Tuttavia se
della Messa sia pronunciata a bassa voce, altre invece, a ciò non sempre avviene, non per questo il concilio
voce più alta; similmente ha introdotto cerimonie, come le condanna come private e illecite quelle Messe nelle quali
benedizioni mistiche, le luci, gli incensi, le vesti e molti altri solo il sacerdote si comunica sacramentalmente, ma le
elementi trasmessi dall’insegnamento e dalla tradizione approva e le raccomanda, perché anche quelle Messe
apostolica, per rendere più evidente la maestà di un devono essere considerate come veramente comuni, sia
sacrificio così grande, e per indurre le menti dei fedeli, con perché in esse il popolo si comunica spiritualmente, sia
questi segni visibili della religione e della pietà, alla perché sono celebrate dal pubblico ministro della Chiesa,
contemplazione delle sublimi realtà nascoste in questo non solo per sé, ma anche per tutti i fedeli che
sacrificio» appartengono al corpo di Cristo»
459 460

XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio Concilio di Trento (1545-1563)


Cap. 8 Rinuncia alla lingua volgare nella Messa XXII sessione (1562)
spiegazione dei suoi misteri (DH 1749) Decreto super petitione concessionis calicis
(DH 1760; COD 741)
«Anche se la Messa contiene abbondante materia per l’istruzione
Comunione sotto le due specie: affidata al Papa
dei popolo cristiano, tuttavia non è sembrato opportuno ai padri
che fosse celebrata ovunque nella lingua del popolo […] per
evitare che le pecore di Cristo muoiano di fame e i fanciulli Pio IV indulto (1564):
chiedano il pane senza che vi sia chi lo spezza loro, comanda ai comunione al calice per alcune diocesi tedesche
pastori e a tutti quelli che hanno cura d’anime di spiegare spesso
Non viene accolto dai fedeli perché la comunione al calice
personalmente o di far spiegare da altri, durante la celebrazione
divenne simbolo di distinzione per i protestanti
delle Messe, qualche cosa di quello che ivi si legge e, tra l’altro,
qualche cosa del mistero di questo santissimo sacrificio, specie
nelle domeniche e nei giorni di festa» Gregorio XIII sospende l’indulto di Pio IV (1584)
462

77
Epoca post-tridentina

Presenza reale A
DAL CONCILIO DI TRENTO Temi principali
Sacrificio B
AL CONCILIO VATICANO II
- A e B sono elaborate a se stanti
- Si sottolinea l’unità (garantita da Cristo) tra:
ultima cena - croce - eucaristia

464

Epoca post-tridentina Epoca post-tridentina


Mensa (convito) Presenza reale: transustanziazione
Rielaborate le teorie dell’alto medioevo
Temi poco trattati
Tommaso
Diretta conc. Trento
Sacerdozio dei fedeli Transustanziazione
Adduzione Gv Duns Scoto
Presenza reale Poco coinvolgimento
dei fedeli nella celebrazione Directa: dalla sostanza del pane al corpo di Cristo
alla sostanza del vino al sangue di Cristo

Adductio: il corpo del Risorto riceve un nuovo esse hic


che sostituisce l’essere-qui
Grande sviluppo del culto eucaristico fuori dalla Messa della sostanza del pane e vino.
465 466

Epoca post-tridentina Epoca post-tridentina

Presenza reale: transustanziazione Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica

A Productio: Tomisti Dalla fenomenologia religiosa e dall’AT


Rielaborate
le teorie dell’alto medioevo Gabriel Vàsques
B Adductio: Gesuiti
A Tomisti: Suarez, Franzelin
Sacrificio = distruzione totale della vittima
Eucaristia: productio del corpo già esistente di Cristo,
non moltiplicazione, ma nuova forma di presenza Difficoltà
B Gesuiti: Bellarmino, Vàsques
Eucaristia: adductio del corpo glorificato di Cristo, Si può applicare al Gesù storico sulla croce
non cambiamento di luogo, ma nuovo esserci ma non all’eucaristia (o separazione corpo/sangue) 468
467

78
Epoca post-tridentina Epoca post-tridentina

Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Sacrificio = distruzione totale della vittima Sacrificio = distruzione totale della vittima

Suarez: distruzione della sostanza del pane e del vino


nella transustanziazione Con questa impostazione del sacrificio
non si giunge a particolari risultati
Franzelin: distruzione apparente di Cristo
negli accidenti di pane e vino
Dal XIX sec. anziché focalizzare l’attenzione
Bellarmino: distruzione dell’eucaristia sul “sacrificio” dalla fenomenologia religiosa e dall’AT
nella masticazione
si precisa il significato unico dell’oblazione di Cristo

469 470

XIX – XX secolo XIX – XX secolo


Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica Sacrificio di Cristo =
offerta personale, interiore, vissuta da Gesù sulla croce
Sacrificio di Cristo =
offerta personale, interiore, vissuta da Gesù sulla croce Messa: rende presente l’unico evento
concilio
Trento - Ultima cena “Scuola francese”
(M. de la Taille)
- Croce
Sacrificio eucaristico = “Scuola inglese”
+
Attualizzazione sacramentale Risurrezione (A. Vonier)
del sacrificio di Cristo
in cui Cristo stesso è l’attualizzatore Messa:
Cristo glorificato già in Suarez
non sacrificio naturale
471 ma sacramentale 472

Frequenza alla comunione eucaristica Frequenza alla comunione eucaristica

Giansenismo Giansenismo: Pascal


solo chi si sente “perfetto” Rifiuto della
può accedere alla comunione comunione

Frequenza alla comunione

Drastica diminuzione della frequenza


Pio X

473 474

79
Frequenza alla comunione eucaristica Frequenza alla comunione eucaristica

Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905) Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375-3383 DH 3375-3383

Contesto storico: 1. Scopo dell’eucaristia (DH 3375)


- Forti dispute in Belgio sulla “comunione frequente”
Pio X 2. Situazione storica (DH 3376-3378)
- Opinione: necessità di assenza di peccato veniale
3. Disposizioni (DH 3379-3383)

475 476

Frequenza alla comunione eucaristica Frequenza alla comunione eucaristica

Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905) Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375
2. Situazione storica (DH 3376-3378)
1. Scopo dell’eucaristia (quotidiana):
santificazione dei fedeli (tutti, omnes) Raffreddata la pietà a causa del giansenismo

Congiunti a Dio per l’eucaristia: Non accostarsi all’eucaristia, se non molto raramente
- Reprimere ciò che allontana da Dio
- Purificare dai peccati veniali Esclusione dell’eucaristia a gruppi di persone:
- tipo di lavoro (commercianti)
- Impedire i peccati mortali
- coniugati
Non è una ricompensa per buona condotta 477 478

Frequenza alla comunione eucaristica Tendenza polemica riforma protestante

Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)

3. Disposizioni (DH 3379-3383)

Accentuazione del sacerdozio ministeriale


- Comunione quotidiana per tutti i fedeli Poco risalto del sacerdozio battesimale
purché in stato di grazia

- Il peccato veniale non è un impedimento

Poco risalto dell’assemblea

479 480

80
Pio X
Modernismo:
Decreto Lamentabili (DH 3401-3466)
riprende le tematiche della riforma protestante
Enciclica Pascendi (DH 3475-3500)

Contestazione di:
Ribadisce la dottrina eucaristica
in un orizzonte tomista
- Carattere sacrificale dell’eucaristia
- La presenza reale
- Il culto eucaristico fuori della messa

481 482

Movimento liturgico Movimento liturgico

Muove da istanze pastorali Ricerca esegetica, storico-patristica e storico-liturgica


Sacramenti (eucaristia) non solo come
mezzi oggettivi di comunicazione di grazia
ma l’inserimento Rilettura dei sacramenti (eucaristia)
in chiave storico-salvifica
nell’agire personale e salvifico di Cristo (Kyrios)
nell’azione rituale della Chiesa Eucaristia:
Ripresenta, memoriale, attuazione del mistero pasquale
da partecipare e vivere nella fede
483 484

La teologia dei misteri (O. Casel)


La teologia dei misteri (O. Casel)

La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero) «Per O. Casel il “mistero”


non è una verità
inaccessibile all’intelligenza umana,
ma l’azione salvifica di Dio,
Si comunica la salvezza Nel tempo (kairos) che si è compiuta in Gesù Cristo, nella storia,

attraverso l’azione cultuale Oggi (hodie) e che si ripropone ogni volta


sul piano dell’attuazione liturgico-sacramentale»

A. GARCIA IBANEZ, L’Eucaristia dono e mistero, 345, n. 78


485 486

81
La teologia dei misteri (O. Casel)
Il sacramento non tanto “produce” grazia «Sotto l’influsso delle nuove idee riguardo alla storia
applicando al soggetto gli effetti/frutti della redenzione della salvezza (teologia dei misteri) come furono
ottenuta dalla morte in croce di Cristo.
sviluppate soprattutto da A. Vonier (+1938) e O.
Soggetto passivo, estrinseco rispetto a Cristo Casel (+1948), si poté superare a poco a poco la
Ma il sacramento rende presente disgraziata separazione tra convito e sacrificio,
il mistero di Cristo (persona e agire)
che dominava la teologia cattolica del tempo dal
che costituisce una relazione con il soggetto
il quale partecipa all’agire di Cristo Tridentino»
grazie alla celebrazione sacramentale

J. AUER - J. RATZINGER, Il mistero dell’Eucaristia, 210


Soggetto attivo, relazionale rispetto a Cristo
487 488

Mediator Dei Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)


Pio XII, Enciclica (1947)
DH 3840-3855
Tre temi principali

1. Natura del sacrificio eucaristico (nn. 53-65)


- Sulla scia del concilio di Trento

- Accoglie le istanze primarie del movimento liturgico 2. Partecipazione dei fedeli (nn. 66-93)

- Prepara il concilio Vaticano II 3. Comunione eucaristica (nn. 94-106)

- Adorazione eucaristica (nn. 107-115)

489 490

Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
DH 3840 DH 3841

Liturgia =
Presenze di Cristo
Culto che il Redentore rende al Padre
- Nel sacrificio dell’altare come capo della Chiesa
- Nella persona del ministro
Culto che la società dei fedeli rende al suo Capo
- Nelle specie eucaristiche e, per mezzo di lui, al Padre
- Nei sacramenti
in breve
- Nelle lodi e nelle suppliche rivolte a Dio
Culto integrale del corpo mistico di Gesù Cristo,
cioè del capo e delle membra
491 492

82
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)

Esterno Aspetto sociale


Cerimoniale Oggettiva Azione di Cristo
Culto Efficacia
Decorativo nei segni
che la Chiesa delle azioni
rende a Dio (DH 3843) liturgiche
(DH 3842) in ordine
Interno Aspetto spirituale alla grazia
Disposizione
+ importante Soggettiva
(DH 3844-3846) dell’anima

Non è accolta la teologia dei misteri di O. Casel,


in cui la liturgia è presenza salvifica della Pasqua nei simboli
493 494

Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
1. Natura del sacrificio eucaristico
- Riprende il conc. di Trento
Oggettiva Azione di Cristo
nei segni 2. Partecipazione dei fedeli
Spiritualità - Importanza dell’anima (soggettivo)
- Auspicato il parallelismo partecipativo (cf. n. 90)
(DH 3844-3846) - Offerta di se stessi
Disposizione
Soggettiva dell’anima 3. Comunione eucaristica
- Sottolinea l’integrità del sacrificio
«È vero che i sacramenti e il sacrificio dell’altare hanno con la sola comunione del sacerdote
un’intrinseca virtù in quanto sono azioni di Cristo stesso
[…] ma per avere la debita efficacia esigono le buone - Adorazione eucaristica Non necessaria
disposizioni dell’anima» (DH 3845) la comunione dei fedeli
495 496

Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)

Positiva la prospettiva unitaria


del rapporto spiritualità oggettiva e soggettiva.

Negativa la sottolineatura della soggettiva.


IL CONCILIO VATICANO II
Partecipazione dell’anima (devozione)
Gli studenti leggano attentamente
tutti i testi del Vaticano II che sono segnalati.
- Rito non coincidente, ma parallelo, con la devozione
Li collochino all’interno del contesto
- Assistere la Messa con comunione solo spirituale prossimo e remoto per una corretta ermeneutica.
- Adorazione eucaristica svincolata dalla celebrazione
497

83
Concilio Vaticano II (1962-1965)
Sacrosanctum concilium (1963)
Sacrosanctum concilium
Dal rapporto
liturgia - ministro ordinato (“gerarchicamente”)
Concilio
Vaticano II Al rapporto
liturgia - popolo di Dio (“totalità”)
Lumen gentium (SC 14; 26)

Maggiore partecipazione dei fedeli all’azione liturgica


499 500

Sacrosanctum concilium (1963) Sacrosanctum concilium (1963)

La liturgia emerge come ambito in cui la Chiesa Confronto con Mediator Dei
si manifesta quale sacramento
Riproposte le varie presenze di Cristo, ma esplicitando
- Liturgia come esercizio del sacerdozio di Cristo (SC 7)
- Prospettiva storico-salvifica (SC 5)
Mezzo efficace dell’intima unione con Cristo
a cui sono chiamati tutti gli uomini (cf. SC 2)

501 502

Sacrosanctum concilium (1963) «Il Concilio Vaticano II ha messo in rilievo in quasi


tutti i decreti l’estrema importanza dell’eucaristia per
Confronto con Mediator Dei
la Chiesa come popolo di Dio e per i fedeli. Anche

Ripresentata la partecipazione dei fedeli alla liturgia: l’istanza della teologia dei misteri di O. Casel, che

- Non solo la “disposizione dell’anima”, ma tutto l’uomo sembrava ancora essere stata in certo modo

- Non solo il singolo fedele, ma anche la comunità rinnegata dall’enciclica Mediator Dei del 1947, è

- Non solo il sacerdote, ma anche l’assemblea stata ampiamente accolta nel linguaggio e

- Non solo la comunione spirituale, ma sacramentale nell’intenzione del Concilio».

- Non ascolto soprattutto il mio cuore, ma la Parola


J. AUER - J. RATZINGER, Il mistero dell’Eucaristia, 211
503

84
La liturgia mediante la quale, specialmente nel divino
Sacrosanctum concilium (1963)
sacrificio dell’eucaristia, “si attua l’opera della nostra
redenzione”, contribuisce in sommo grado a che i fedeli
esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di
Proemio. La liturgia nel mistero della Chiesa
Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa […] nello
I. Principi per la riforma e la promozione della liturgia stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà
invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione,
II. Il mistero eucaristico presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo
III. Gli altri sacramenti e sacramentali tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e
subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla
IV. L’ufficio divino contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la
quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni
V. L’anno liturgico giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un
VI. La musica sacra tempio santo nel Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito,
fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo , nello
VII. L’arte sacra e la sacra suppellettile stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie
perché possano predicare il Cristo» SC 2
505

Sacrosanctum concilium (1963) «Quest’opera della redenzione umana e della perfetta


Cap. I
Principi per la riforma glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle
e la promozione della liturgia mirabili gesta divine operate nel popolo dell’Antico
1. Natura della liturgia e sua importanza (n. 5-13) Testamento, è stata compiuta da Cristo Signore
2. Promuovere formazione e partecipazione (n. 14)
principalmente per mezzo del mistero pasquale della
3. Riforma della liturgia
a. Norme generali (n. 21-24) sua beata passione, risurrezione da morte e gloriosa
b. Norme che derivano dalla natura gerarchica e comunitaria
(n. 26; 27; 30) ascensione, mistero col quale “morendo ha distrutto la
c. Norme che derivano dalla natura didattica e pastorale nostra morte e risorgendo ha restaurato la vita”. Infatti
(n. 33-36)
d. Norme per l’adattamento all’indole e tradizione dei popoli dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito
(n. 37-38) il mirabile sacramento di tutta la Chiesa»
4. Vita liturgica diocesi e parrocchia (n. 41-42)
5. Incremento della pastorale liturgica (n. 43) SC 5
507

Prima volta che nel Concilio troviamo


Gli acta Dei dell’Antico Testamento, quindi,
trovano il loro compimento l’espressione mistero pasquale
nel mistero pasquale di Cristo,
che è riferito non solo alla morte
da cui discende la Chiesa
ma anche risurrezione
come sacramentum.
e ascensione di Gesù.

509 510

85
Il termine sacramento viene spiegato
Prima volta che nel documento conciliare con l’allusione all’immagine agostiniana,

troviamo il termine sacramento che descrive la Chiesa nel suo nascere


in relazione alla creazione
che è applicato alla Chiesa
della donna dal costato di Adamo.
per mostrarne

l’intima relazione con Gesù Cristo. AUGUSTINUS


Enarrationes in Psalmos
126, 7 (CCSL 38, 1862); 138, 2 (CCSL 40, 1991).
511 512

«E uscì dal suo fianco sangue ed acqua (cf. Gv


19,34). Carissimo, non passare troppo facilmente
sopra a questo mistero. Ho ancora un altro
significato mistico da spiegarti. Ho detto che
quell’acqua e quel sangue sono simbolo del
battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata
da questi due sacramenti […]. I simboli del
battesimo e dell’Eucaristia sono usciti dal costato.
Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la
Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata
Eva»
Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3
Liturgia delle Ore, II, 425

Il termine sacramento
compare nella frase:
«Il mirabile sacramento di tutta la Chiesa»

La fonte è il Messale Romano,


Orazione dopo la 2a lettura del Sabato Santo,
Michelangelo prima della riforma della Settimana Santa.
Volta della Cappella Sistina
1508-1512

516

86
Dimensione sponsale
«per il compimento di quest’opera così grande, con
1. Come Adamo riconosce Eva
la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli
quale carne dalla sua carne,
così Cristo riconosce la Chiesa uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a
quale suo corpo
e con essa diventa “una sola carne”. sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale

Ef 5 l’invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende il

culto all’eterno Padre»


2. L’agire della Chiesa
SC 7
si pone in continuità con l’agire di Cristo.
517 518

«Pertanto, come il Cristo fu inviato dal Padre, così «Erano “assidui nell’insegnamento degli apostoli, alle
riunioni comuni, alla frazione del pane e alle
anch’egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito
preghiere […]” (At 2,41-47). Da allora la Chiesa mai
Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini, tralasciò di riunirsi in assemblea per celebrare il
non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di mistero pasquale [SC 5]: con la lettura di quanto “in
Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal tutte le scritture lo riguardava” (Lc 24,27), con la
celebrazione dell’eucaristia, nella quale “vengono
potere di Satana e dalla morte e ci ha trasferiti nel
ripresentati la vittoria e il trionfo della sua morte”
regno del Padre, bensì dovevano anche attuare [testo ripreso alla lettera dal Conc. di Trento, Sess.
l’opera di salvezza che annunziavano, mediante il XIII, cap. 5 in cui, in quel contesto, si riferisce alla
sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la processione eucaristica, in SC, invece, alla
celebrazione dell’Eucaristia, dopo aver recuperato
vita liturgica» SC 6
l’unità del mistero pasquale di SC 5]» SC 6
519

«la liturgia è considerata come «la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al
tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il
l’esercizio della funzione sacerdotale
lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di
di Gesù Cristo. Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea,
In essa, la santificazione dell’uomo è lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla
significata per mezzo di segni sensibili e mensa del Signore [culmen]. A sua volta, la liturgia spinge i
realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; fedeli, nutriti dei “sacramenti pasquali”, a vivere “in perfetta
unione”; prega affinché “esprimano nella vita quanto hanno
in essa il culto pubblico integrale è esercitato
ricevuto mediante la fede”; la rinnovazione poi dell’alleanza di
dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè Dio con gli uomini nell’eucaristia [culmen] introduce i fedeli nella
dal capo e dalle sue membra. pressante carità di Cristo e li infiamma con essa. Dalla liturgia e
Perciò ogni celebrazione liturgica, particolarmente dall’eucaristia [fons], deriva in noi, come da
sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella
in quanto opera di Cristo sacerdote
santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di
e del suo corpo, che è la Chiesa, Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività
è azione sacra per eccellenza» SC 7 della Chiesa» SC 10

87
«Ad ottenere però questa piena efficacia, è «Il vescovo deve essere considerato come il grande
necessario che i fedeli si accostino alla sacra liturgia sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in
con retta disposizione d’animo, armonizzino la loro certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo. Perciò tutti
devono dare la più grande importanza alla vita
mente con le parole (“et sic stemus ad psallendum ut
liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo,
mens nostra concordet voci nostrae” RB 19,7) che
principalmente nella chiesa cattedrale, convinti che c’è
pronunziano e cooperino con la grazia divina per non
una speciale manifestazione della Chiesa nella
riceverla invano. Perciò i pastori di anime devono partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di
vigilare attentamente che nell’azione liturgica non solo Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto
siano osservate le leggi che rendono possibile una alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al
celebrazione valida e lecita, ma che i fedeli vi medesimo altare cui presiede il vescovo circondato
prendano parte in modo consapevole, attivo e dai suoi sacerdoti e ministri»
fruttuoso» SC 11 SC 41

«Poiché nella sua Chiesa il vescovo non può Sacrosanctum concilium (1963)
presiedere personalmente sempre e ovunque l’intero
suo gregge, deve costituire […] dei gruppi di fedeli, tra Cap. II – Il Mistero eucaristico
cui hanno un posto preminente le parrocchie 47: La messa e il mistero pasquale
organizzate localmente e poste sotto la guida di un
48-49: Partecipazione attiva dei fedeli
pastore che fa le veci del vescovo: esse infatti
50: La Riforma dell’Ordo missae
rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita
su tutta la terra. Per questo motivo la vita liturgica della 51: Una maggior ricchezza biblica
parrocchia e il suo legame con il vescovo devono 52: L’omelia
essere coltivati nell’animo e nell’azione dei fedeli e del 53: La preghiera dei fedeli
clero; e bisogna fare in modo che il senso della 54: La lingua volgare
comunità parrocchiale fiorisca soprattutto nella 55: La comunione sub utraque
celebrazione comunitaria della messa domenicale» 56: L’unità della messa
SC 42 57: La concelebrazione
526

«Il nostro Salvatore nell’ultima cena, la notte in cui fu La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero)
(ousia phisis)
tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo corpo e
Concilio di Calcedonia
del suo sangue, onde perpetuare nei secoli fino al suo
ritorno il sacrificio della croce, e per affidare così alla
DH 301 ὁμοούσιον ἐν δύο φύσεσιν DH 302
φύω nascere
sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua Natura da nascere
morte e della sua resurrezione: sacramento di amore,
segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel
quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolma di grazia e
Si comunica la salvezza Nel tempo (kairos)
ci è dato il pegno della gloria futura»
(La storia storia della salvezza)
SC 47 528

88
«[…] i fedeli cristiani […] con una comprensione
piena dei riti e delle preghiere (per ritus et preces id
bene intelligentes, sacram actionem conscie, pie et Bene intelligentes
actuose participent), partecipino all’azione sacra Intus legere
consapevolmente, piamente e attivamente, siano aspetto profondo e dinamico,
istruiti nella parola di Dio, si nutrano alla mensa del aperto all’esperienza
corpo del Signore, rendano grazie a Dio offrendo la
vittima immacolata non soltanto per le mani del tr. it. Comprensione piena
sacerdote, ma insieme con lui, imparino a offrire se Sottolineatura intellettuale e statica,
stessi, e di giorno in giorno, per mezzo di Cristo prendere con sé
mediatore, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra
di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti»
SC 48
530

«Si raccomanda molto quella La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero)


(ousia phisis)
partecipazione più perfetta alla Messa,
nella quale i fedeli,
dopo la comunione del sacerdote,
Si comunica la salvezza Nel tempo (kairos)
ricevono il corpo del Signore
(La storia storia della salvezza)
con i pani consacrati in questo sacrificio»

SC 55 Attraverso l’azione cultuale Oggi (hodie)


(Il culto actio sacra, actio Dei)
531 532

Per ritus et preces


Dio
L’importanza del rito,
non inteso come ritualismo rubricale,
che tende a ridurre all’essenziale valido; Cristo
l’importanza delle preghiere Evento (mistero nella storia)
non intese come formule “magiche”,
che tendono a ridurre all’essenziale valido
ma quale azione liturgica, per ritus et preces
(actio sacra, actio Dei, opus Dei)
Culto = actio sacra (mistero cultuale)
che coinvolge tutto l’uomo
(conscie, pie, actuose)
quale risposta all’azione di Dio
533 534

89
L’actio sacra
Movimento liturgico
coinvolge tutto l’uomo
Pio X Tra le sollecitudini (1903)

Conscie Mente concordi


Intellectus
con le parole (SC 11)
Partecipazione attiva dei fedeli
La mente si piega alle parole
non il contrario

Pie Affectus Devotio (MD 90) Pio XI Miserentissimus Redemptor (1928)

actuose Partecipazione attiva dei fedeli


perché popolo sacerdotale
535 536

Il Concilio Vaticano II
Pio XII Mediator Dei (1947)
Lumen gentium

«Cristo Signore […] ha fatto del nuovo popolo


“un regno di sacerdoti […] (Ap 1,6)
I battezzati, infatti, vengono consacrati mediante la
I fedeli partecipano del sacerdozio di Cristo rigenerazione dello Spirito Santo, per essere
- Partecipano all’offerta del culto eucaristico un’abitazione spirituale e un sacerdozio santo, e per
- Offrono se stessi poter offrire in sacrificio spirituale tutte le attività
umane del cristiano, e annunciare i prodigi di colui che
dalle tenebre li ha chiamati alla sua luce ammirabile»
LG 10
537 538

Il Concilio Vaticano II Dimensione sacerdotale

Cristo è il sacerdote che ha offerto se stesso (Eb)

Dimensione sacerdotale I fedeli partecipano del sacerdozio di Cristo

Sacerdozio battesimale Dimensione profetica - Offrono se stessi


LG 9-13; cf. 31
- Partecipano al culto divino

Dimensione regale LG 11; 34

Non divisione tra vita e culto


539 540

90
Dimensione profetica Dimensione regale

Cristo è la profezia, la Parola di Dio (Gv) Cristo è Re dell’umanità, del cosmo e della storia
I fedeli partecipano della profezia di Cristo I fedeli partecipano della regalità di Cristo

- Offrono se stessi - Offrono se stessi


- Testimonianza, annuncio - Risorti, proprie attività

LG 12; 35 LG 12; 36

Non divisione tra vita e missione Non divisione tra vita e realtà terrene
541 542

«I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo […]


«Partecipando (participantes) al sacrificio eucaristico,
rigenerati per essere figli di Dio sono tenuti a
professare pubblicamente la fede [...]. fonte e apice (fons et culmen) di tutta la vita cristiana,

Con la confermazione vengono vincolati più offrono a Dio


perfettamente alla Chiesa sono arricchiti di una
la vittima divina e se stessi con essa;
speciale forza dallo Spirito Santo e in questo modo
sono più strettamente obbligati a diffondere e a
così tutti,
difendere con la parola e con l’opera la fede come
veri testimoni di Cristo. sia con l’oblazione che con la santa comunione,
Partecipando al sacrificio eucaristico, fons et compiono la propria parte nell’azione liturgica»
culmen […]»
LG 11
LG 11
544

«Affinché poi il sacrificio della messa raggiunga la


sua piena efficacia pastorale anche nella forma
Battesimo e confermazione sono orientati all’eucaristia rituale, il sacro Concilio, in vista delle messe
celebrate con partecipazione di popolo,
specialmente la domenica e i giorni di precetto,
stabilisce quanto segue:» SC 49

Vittima divina - Riforma dell’Ordo Missae


All’eucaristia si partecipa offrendo - Maggiore ricchezza biblica
Se stessi - Omelia
- Preghiera dei fedeli
- Lingua nazionale
- Comunione sotto le due specie
- Unità della Messa
- Concelebrazione
545

91
Concilio Vaticano II (1962-1965) Unitatis redintegratio (1964)

Lumen gentium, 11 (1964) «Il battesimo costituisce il vincolo sacramentale


dell’unità, che vige tra tutti quelli che per mezzo di
- Eucaristia fons et culmen della vita cristiana
esso sono stati rigenerati. Tuttavia il battesimo di per
(cf. slides 1a parte)
sé è soltanto l’inizio e l’esordio, poiché esso tende
- Tutti i battezzati partecipando al sacrificio interamente all’acquisto della pienezza della vita in
eucaristico offrono a Dio la vittima e se stessi
con essa (cf. LG 11) Cristo. Pertanto il battesimo è ordinato all’integrale
professione di fede, all’integrale incorporazione
- La mensa eucaristica esprime al massimo nell’istituzione della salvezza, come lo stesso Cristo ha
grado la comunione del popolo di Dio:
sacramento dell’unità (cf. LG 26) voluto e, infine, all’integrale inserzione nella
comunione eucaristica» UR 22
547

Messale

Missale Romanum ex decreto Sacrosancti


Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum,
auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Editio
CELEBRAZIONE typica, Typis Polyglottis Vaticanis MCMLXX;
Editio typica altera MCMLXXV;
DEL SACRAMENTO
Missale Romanum ex decreto Sacrosancti
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum (1969) Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum,
auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Ioannis Pauli
3 edizioni del Messale lat. (1970; 1975; 2002 [2008]) PP. II cura recognitum, Editio typica tertia, Typis
3 edizioni dei Praenotanda (1970; 1983; 2000) Vaticanis MMII, reimpressio emendata MMVIII [Il
Decretum di approvazione porta la data del 20
aprile 2000, in cui è pubblicata l’IGMR]
550

Messale
Abolito il suddiaconato

(1970 1a ed. tipica latina)


1973, 1a edizione it. Ministeria quaedam (1972)
Istituiti i «ministeri»:
- Lettorato
- Accolitato
(1975 2a ed. tipica latina)
Messale Romano 1983, 2a edizione it.

2a edizione typica del Messale (1975)


(2002 3a ed. tipica latina)
in cui è abolito il Suddiacono
corretta 2008
sostituito con il Lettore e l’Accolito.
2019, 3a edizione it. Messale con una maggiore ricchezza eucologica.
(OGMR: 2000 lat.; 2004 it)
551 552

92
3a edizione Messale
- Nuovo CIC (1983)
Cena dell’Agnello
- Nuovi documenti del magistero
«Beati gli invitati
al banchetto delle nozze dell’Agnello» (Ap 19,9)
«Beati qui ad cenam nuptiarum agni vocati sunt»

3a edizione typica del Messale (2002) Ripreso: Messale Romano di Paolo VI e nella III ed. it.
in cui si tiene conto del nuovo CIC
e dei nuovi documenti del magistero «Beati gli invitati alla cena dell’Agnello»
con una maggiore ricchezza eucologica «Beati qui ad cenam agni vocati sunt»
(orazioni sul popolo in Quaresima)
Nozze? Presente nella III ed. fr.
553 554

Praenotanda
3a edizione:
Ordinamento Generale del Messale Romano (2000)
Institutio Generalis Missalis Romani (1970)
Rispetto alla 2° edizione:
2a edizione: - Aumentati i sottotitoli
Principi e norme per l’uso del Messale Romano - Si aggiunge il cap. IX:
(1983) “Gli adattamenti che competono ai vescovi
EV 3/ 2017-1439 diocesani e alle conferenze episcopali”

3a edizione:
Ordinamento Generale del Messale Romano (2000)
Norme relative all’adattamento e all’inculturazione
della liturgia eucaristica
555 556

Gli studenti sono tenuti a leggere

- Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum (1969)


EV 3/ 996-1008.

- Ordinamento Generale del Messale Romano

Documenti in cattedra on line


Ordinamento generale del Messale Romano.
Commento e testo,
a cura di R. Falsini e A. Lameri
Messaggero, Padova 2006, 20112
557 558

93
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum

«Ma da quando si è sviluppato e diffuso nel popolo «L’Ordinamento rituale della Messa sia riveduto in
cristiano il movimento liturgico che, secondo modo che apparisca più chiaramente la natura
l’espressione del Nostro Predecessore Pio XII, di specifica delle singole parti e la loro mutua
connessione, e sia resa più facile la pia e attiva
venerata memoria, deve essere considerato come un
partecipazione dei fedeli (cf. SC 50); e inoltre: Perché
segno della provvidenziale disposizione di Dio per gli
la mensa della Parola di Dio sia preparata ai fedeli
uοmini del nostro tempo, un passaggio salutare dello
con maggiore abbondanza, vengano aperti più
Spirito Santo nella sua Chiesa (cf. PIO ΧII, Allocuzione
largamente i tesori della Bibbia (cf. SC 51); e infine
ai partecipanti al primo Convegno nazionale di Liturgia che: Venga redatto un nuovo rito della
pastorale), si è sentita l’esigenza che le formule del concelebrazione da inserirsi nel Pontificale e nel
Messale Romano fossero rivedute e arricchite». Messale Romano (cf. SC 58)».

Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«L’innovazione maggiore riguarda la Preghiera
«[…] dopo il Concilio di Trento, molto ha contribuito Eucaristica.
alla revisione del Messale Rοmano lo studio degli
Mentre nel rito romano, la prima parte di tale
antichi manoscritti dello Biblioteca Vaticana e di altri,
[…], da allora sono state scoperte e pubblicate le più Preghiera, il Prefazio, ha assunto lungo i secoli
antiche fonti liturgiche, e nello stesso tempo sono formulari diversi, l’altra parte invece, chiamata
state meglio conosciute le formule liturgiche della
Canon Actionis, ha assunto, tra il IV e V secolo, una
Chiesa Orientale; e così molti hanno insistito, perché
tali ricchezze dottrinali e insieme spirituali non forma invariabile, al contrario delle Liturgie Orientali,
rimanessero nell’oscurità delle biblioteche, ma che ammettevano una certa varietà nelle loro
venissero invece messe in luce per rischiarare e
Anafore».
nutrire la mente e l’animo dei cristiani».
562

Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«Si sono pure ristabiliti, secondo le tradizioni dei
«In tale opera, oltre ad avere arricchita la Preghiera
Padri, alcuni elementi che con il tempo erano andati
Eucaristica di un gran numero di Prefazi, presi perduti (cf. SC 50); per esempio l’Omelia (cf. SC 52),
dall’antica tradizione della Chiesa Romana, o la Preghiera universale o Preghiera dei fedeli (cf. SC
53), l’atto penitenziale, cioè l’atto di riconciliazione con
composti ex nοvο, al fine di mettere in luce i diversi Dio e con i fratelli, all’inizio della Messa, che
aspetti del mistero della salvezza e di offrire pii ricchi giustamente è stato rivalutato.
motivi di azione di grazie, abbiamo deciso di Secondo la prescrizione del Concilio Vaticano II, che
stabiliva: In un determinato numero di anni, si leggano
aggiungere alla medesima preghiera tre nuovi Canoni. al popolo le parti più importanti della Sacra Scrittura
Tuttavia, per motivi di ordine pastorale, […] abbiamo (cf. SC 51).
stabilito che le parole del Signore, siano uguali in Un’attenzione particolare è stata dedicata alle
ciascun formulario del Canone». Orazioni, […] aumentate di numero […] ma anche
riportate alla fedeltà degli antichi testi».

94
«Nel prefazio la Chiesa rende grazie «Nell’epiclesi essa [la Chiesa] prega il Padre
al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, di mandare il suo Santo Spirito (o la potenza della
per tutte le sue opere, sua benedizione) sul pane e sul vino,
per la creazione, la redenzione e la santificazione. affinché diventino, per la sua potenza,
In questo modo l’intera comunità il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo
si unisce alla lode incessante e perché coloro che partecipano all’Eucaristia
che la Chiesa celeste, gli angeli e tutti i santi siano un solo corpo e un solo spirito
cantano al Dio tre volte Santo». (alcune tradizioni liturgiche situano l’epiclesi dopo
CCC 1352 l’anamnesi)». CCC 1353A
565 566

L’Anafora delle Chiese caldee,


«Nel racconto dell’istituzione
che porta il nome degli Apostoli Addai e Mari, con
l’efficacia delle parole e dell’azione di Cristo,
ogni probabilità la più antica preghiera eucaristica
e la potenza dello Spirito Santo,
giunta a noi, ancora in uso.
rendono sacramentalmente presenti
Ci è pervenuta senza un esplicito racconto
sotto le specie del pane e del vino
istituzionale;
il suo Corpo e il suo Sangue,
il suo sacrificio offerto sulla croce Congregazione per la Dottrina della Fede
ne riconosce la validà (27-01-2001)
una volta per tutte».
C. Giraudo, Addai e Mari, l’anafora della Chiesa d’Oriente:
CCC 1354A “ortodossa” anche senza le parole istituzionali,
567
in Rivista Liturgica 89 (2002) 205-215 568

Pontificio Consiglio Promozione Unità dei cristiani


Pontificio Consiglio Promozione Unità dei cristiani.
In secondo luogo, la Chiesa cattolica riconosce la
Orientamenti per l’ammissione all’Eucaristia
Chiesa assira dell’Oriente come autentica Chiesa
fra la Chiesa Caldea e la Chiesa Assiria dell’Oriente
particolare, fondata sulla fede ortodossa e sulla
(cf. L’Osservatore Romano 26-10-2001) successione apostolica. […] nella Chiesa assira
dell’Oriente, sebbene essa non sia in piena
comunione con la Chiesa cattolica, si trovano «veri
In primo luogo, l’Anafora di Addai e Mari è una sacramenti, soprattutto, in forza della successione
delle più antiche anafore, risalente ai primordi apostolica, il sacerdozio e l’Eucaristia» (UR, 15).
della Chiesa. […] La sua validità non è mai stata Infine, le parole dell’Istituzione Eucaristica sono di
ufficialmente confutata, né nell’Oriente né fatto presenti nell’Anafora di Addai e Mari, non in
nell'Occidente cristiani. modo narrativo coerente e ad litteram, ma in modo
eucologico e disseminato, vale a dire che esse sono
integrate in preghiere successive di rendimento di
569 grazie, lode e intercessione. […]. 570

95
«Nelle intercessioni, la Chiesa manifesta
che l’Eucaristia viene celebrata in comunione
con tutta la Chiesa del cielo e della terra, dei vivi e
dei defunti, e nella comunione con i Pastori della M AGISTERO
Chiesa, il Papa, il Vescovo della diocesi, il suo
presbiterio e i suoi diaconi, e tutti i Vescovi del
mondo con le loro Chiese».
CCC 1354B

571

Benedetto XVI
Sacramentum caritatis
- Paolo VI, Encicl. Misterium fidei Eucaristia fonte e culmine
della vita e della missione della Chiesa (2007)
(cf. Tematiche. Transustanziazione)
EV 2/ 406-443. Documento in cattedra on line
Documento in cattedra on line
1. Mistero da credere
2. Mistero da celebrare
3. Mistero da vivere
- Giovanni Paolo II, Encicl. Ecclesia de Eucharistia
Introduzione [1]
Il cibo della verità [2]
Lo sviluppo del rito eucaristico [3]
Il Sinodo dei Vescovi e l’Anno dell’Eucaristia [4]
Scopo della presente Esortazione [5]
573 574

PRIMA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA CREDERE
Eucaristia e Sacramenti
La fede eucaristica della Chiesa [6]
Santissima Trinità ed Eucaristia Sacramentalità della Chiesa [16]
Il pane disceso dal cielo [7]
I. Eucaristia e iniziazione cristiana
Dono gratuito della Santissima Trinità [8]
Eucaristia, pienezza dell’iniziazione cristiana [17]
Eucaristia: Gesù vero Agnello immolato
L’ordine dei Sacramenti dell’iniziazione [18]
La nuova ed eterna alleanza nel sangue dell’Agnello [9]
Iniziazione, comunità ecclesiale e famiglia [19]
L’istituzione dell’Eucaristia [10]
Figura transit in veritatem [11] II. Eucaristia e sacramento della Riconciliazione
Lo Spirito Santo e l’Eucaristia Loro nesso intrinseco [20]
Gesù e lo Spirito Santo [12] Alcune attenzioni pastorali [21]
Spirito Santo e Celebrazione eucaristica [13]
Eucaristia e Chiesa III. Eucaristia e Unzione degli infermi [22]
Eucaristia principio causale della Chiesa [14]
Eucaristia e comunione ecclesiale [15]
575 576

96
IV. Eucaristia e sacramento dell’Ordine SECONDA PARTE
In persona Christi capitis [23] EUCARISTIA, MISTERO DA CELEBRARE
Eucaristia e celibato sacerdotale [24] Lex orandi e lex credendi [34]
Scarsità di clero e pastorale vocazionale [25] Bellezza e liturgia [35]
Gratitudine e speranza [26] La Celebrazione eucaristica opera del « Christus totus »
V. Eucaristia e Matrimonio
Christus totus in capite et in corpore [36]
Eucaristia, sacramento sponsale [27]
Eucaristia e Cristo risorto [37]
Eucaristia e unicità del matrimonio [28]
Ars celebrandi [38]
Eucaristia e indissolubilità del matrimonio [29]
Eucaristia ed Escatologia Il Vescovo, liturgo per eccellenza [39]
Eucaristia: dono all’uomo in cammino [30] Il rispetto dei libri liturgici e della ricchezza dei segni [40]
Il banchetto escatologico [31] Arte al servizio della celebrazione [41]
Preghiera per i defunti [32] Il canto liturgico [42]
L’Eucaristia e la Vergine Maria [33]

577 578

Actuosa participatio [52]


La struttura della celebrazione eucaristica [43] Autentica partecipazione [53]
Unità intrinseca dell’azione liturgica [44] Partecipazione e ministero sacerdotale [53]
La liturgia della Parola [45] Celebrazione eucaristica e inculturazione [54]
L’omelia [46] Condizioni personali per una « actuosa participatio [55] »
Presentazione dei doni [47] Partecipazione dei cristiani non cattolici [56]
La preghiera eucaristica [48] Partecipazione attraverso i mezzi di comunicazione [57]
Scambio della pace [49] «Actuosa participatio» degli infermi [58]
Distribuzione e ricezione dell’Eucaristia [50] L’attenzione per i carcerati [59]
Il congedo: « Ite, missa est » [51] I migranti e la partecipazione all’Eucaristia [60]
Le grandi concelebrazioni [61]
La lingua latina [62]
Celebrazioni eucaristiche in piccoli gruppi [63]

579 580

TERZA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA VIVERE
La celebrazione interiormente partecipata Forma eucaristica della vita cristiana
Catechesi mistagogica [64] Il culto spirituale – logiké latreía (Rm 12,1) [70]
La riverenza verso l’Eucaristia [65] Efficacia onnicomprensiva del culto eucaristico [71]
Adorazione e pietà eucaristica Iuxta dominicam viventes – Vivere secondo la Domenica [72]
Vivere il precetto festivo [73]
Il rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione [66] Il senso del riposo e del lavoro [74]
La pratica dell’adorazione eucaristica [67] Assemblee domenicali in assenza di sacerdote [75]
Forme di devozione eucaristica [68] Una forma eucaristica dell’esistenza cristiana,
Il luogo del tabernacolo nella chiesa [69] l’appartenenza ecclesiale [76]
Spiritualità e cultura eucaristica [77]
Eucaristia ed evangelizzazione delle culture [78]
Eucaristia e fedeli laici [79]
Eucaristia e spiritualità sacerdotale [80]
Eucaristia e vita consacrata [81]
Eucaristia e trasformazione morale [82]
581 Coerenza eucaristica [83] 582

97
«desidero soprattutto raccomandare, accogliendo il voto
Eucaristia, mistero da annunciare dei Padri sinodali, che il popolo cristiano approfondisca la
Eucaristia e missione [84]
relazione tra il Mistero eucaristico, l’azione liturgica e il
Eucaristia e testimonianza [85]
Cristo Gesù, unico Salvatore [86]
nuovo culto spirituale derivante dall’Eucaristia, quale
Libertà di culto [87] sacramento della carità. In questa prospettiva intendo
Eucaristia, mistero da offrire al mondo porre la presente Esortazione in relazione con la mia
Eucaristia, pane spezzato per la vita del mondo [88] prima Lettera enciclica Deus caritas est, nella quale ho
Le implicazioni sociali del Mistero eucaristico [89] parlato più volte del sacramento dell’Eucaristia per
Il cibo della verità e l’indigenza dell’uomo [90] sottolineare il suo rapporto con l’amore cristiano, sia in
La dottrina sociale della Chiesa [91] riferimento a Dio che al prossimo: “Il Dio incarnato ci
Santificazione del mondo e salvaguardia del creato [92] attrae tutti a sé. Da ciò si comprende come agape sia ora
Utilità di un Compendio eucaristico [93] diventata anche un nome dell’Eucaristia: in essa l’agape
di Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo
Conclusione [94] operare in noi e attraverso di noi” [Deus caritas est, 14]».
BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 5
583

Gli studenti sono tenuti a leggere attentamente «Come ho sottolineato nell’Enciclica Ecclesia de
l’esortazione apostolica postsinodale Eucharistia, è importante che nessuna dimensione di
Sacramentum caritatis (disponibile in file)
questo Sacramento venga trascurata. È infatti sempre
Sarà oggetto di esame
presente nell’uomo la tentazione di ridurre l’Eucaristia
Si consiglia la lettura di:
alle proprie dimensioni, mentre in realtà è lui a
A. Scola, L’Esortazione apostolica postsinodale
Sacramentum caritatis. Un atto di recepito dell’insegnamento doversi aprire alle dimensioni del Mistero.
conciliare, in Rassegna di teologia 48/2 (2007) 165-180
‘L’Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare
Oppure, dello stesso autore, la presentazione
dell’Esortazione disponibile in file. ambiguità e diminuzioni’».

Documento in cattedra on line Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia:
Mane nobiscum domine, 14
585

«Non c’è dubbio che la dimensione più evidente «Non si può tuttavia dimenticare che il convito eucaristico ha
anche un senso profondamente e primariamente sacrificale. In
dell’Eucaristia sia quella del convito. L’Eucaristia è esso Cristo ripresenta a noi il sacrificio attuato una volta per
nata, la sera del Giovedì Santo, nel contesto della tutte sul Golgota. Pur essendo presente in esso da risorto, Egli
cena pasquale. Essa pertanto porta inscritto nella sua porta i segni della sua passione, di cui ogni Santa Messa è
‘memoriale’, come la Liturgia ci ricorda con l’acclamazione
struttura il senso della convivialità: ‘Prendete e dopo la consacrazione: ‘Annunciamo la tua morte, Signore,
mangiate... Poi prese il calice e... lo diede loro proclamiamo la tua risurrezione...’.
dicendo: Bevetene tutti...’ (Mt 26,26.27). Questo Al tempo stesso, mentre attualizza il passato, l’Eucaristia ci
proietta verso il futuro dell’ultima venuta di Cristo, al termine
aspetto ben esprime il rapporto di comunione che Dio della storia. Questo aspetto ‘escatologico’ dà al Sacramento
vuole stabilire con noi e che noi stessi dobbiamo eucaristico un dinamismo coinvolgente, che infonde al
sviluppare vicendevolmente». cammino cristiano il passo della speranza. ‘Io sono con voi tutti
i giorni...’ (Mt 28,20)».

Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia: Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia:
Mane nobiscum domine, 15 Mane nobiscum domine, 15

98
«Tutte queste dimensioni dell’Eucaristia si rannodano in
un aspetto che più di tutti mette alla prova la nostra fede:
è il mistero della presenza ‘reale’. Con tutta la tradizione
della Chiesa, noi crediamo che, sotto le specie
eucaristiche, è realmente presente Gesù […] Per questo
la fede ci chiede di stare davanti all’Eucaristia con la ASPETTI
consapevolezza che siamo davanti a Cristo stesso.
Proprio la sua presenza dà alle altre dimensioni — di
- Ecumenismo
convito, di memoriale della Pasqua, di anticipazione
escatologica — un significato che va ben al di là di un - Aspetti liturgici
puro simbolismo. L’Eucaristia è mistero di presenza, per
mezzo del quale si realizza in modo sommo la promessa
di Gesù di restare con noi fino alla fine del mondo».

Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia:


Mane nobiscum domine, 16
590

Convergenze ecumeniche
(cf. F. Courth, I sacramenti, 283-286)

Ambito cattolico
- Partecipazione dell’intera comunità celebrante
(senza svincolare il presbitero, isolandolo)
ECUMENISMO - Unità tra sacrificio della croce e sacrificio della messa
(senza svincolare la messa, isolandola: effetti automatici)

Ambito luterano
- Partecipazione dell’intera comunità celebrante
(senza svincolare il fedele, isolandolo)

- Unità tra sacrificio della croce e sacrificio della messa


(senza svincolare la messa, isolandola: effetti impossibili)
591 592

Documenti ecumenici
Eucaristia ed ecumenismo
L’Eucaristia [EO 1/ 589-653] Questione del presbitero
Documento Commissione cattolico-luterana (1978)
- Necessario: Chiesa cattolica
- Preferibile, ma non necessario: Riforma
Partecipazione al sacrificio di Cristo
mediante la memoria riattualizzante
La comunione

Battesimo, eucaristia, ministero La comunione eucaristica


deve esprimere la comunione ecclesiale
[EO 1/3032-3181 [cf. file su pagina web]
su Eucaristia EO 1/ 3071-3110]
(Documento di Lima) - Non concelebrazione con sacerdoti non in comunione
Consiglio Mondiale delle Chiese (1982) - Non partecipazione alla comunione eucaristica
593 594

99
Eucaristia ed ecumenismo Eucaristia ed ecumenismo

La comunione La comunione

Riforma: fondamentale il rapporto con Cristo Chiesa cattolica:


fondamentale il rapporto con Cristo,
ma esso si attua concretamente nella storia
e con le mediazioni volute e stabilite da Cristo.
Rapporto diretto del singolo con Cristo,
non importanti le mediazioni, che sono umane
Un segno o gesto storico (esterno)
deve corrispondere alla realtà oggettiva che significa
e al valore che ha per il soggetto che lo esprime.
Possibile la comunione anche senza unità ecclesiale
595 596

Eucaristia ed ecumenismo Eucaristia ed ecumenismo

Chiesa cattolica:
«Cibandosi, poi, del corpo di Cristo
fondamentale il rapporto con Cristo,
ma esso si attua concretamente nella storia nella santa assemblea
[non è solo spirituale]
e con le mediazioni volute e stabilite da Cristo mostrano [segno] concretamente
[apostoli…] l’unità del popolo di Dio,
Un segno storico (esterno) che da questo augustissimo sacramento
[fare la comunione]
è felicemente espressa
deve corrispondere alla realtà oggettiva che significa
[comunione con Cristo appartenendo all’unità della Chiesa] e mirabilmente prodotta [causa]»
e al valore che ha per il soggetto che lo esprime
[bisogna pensare e credere quello che si esprime all’esterno] LG 11
597 598

Eucaristia ed ecumenismo Eucaristia ed ecumenismo

Riscoperta dell’indole escatologica della Chiesa Eucaristia


segno e causa dell’unità della Chiesa

Segno Causa
- Dimensione pellegrinante escatologico: escatologica:
- Sguardo “teo-retico” non solo storico (passato) rende presente la realtà
- Attenzione all’esperienza storica personale la realtà sarà solo
escatologica
- Unità della Chiesa (futuro) come dono di Dio
Accento Accento
599
cattolico riforma protestante 600

100
Eucaristia ed ecumenismo

Cattolico L’Eucaristia fa la Chiesa


ASPETTI LITURGICI

Rif. Protestante L’Eucaristia farà la Chiesa

601

L’Esperienza eucaristica deve essere vista nell’ottica Esperienza religiosa


dell’esperienza sacramentale, già vista nell’introduzione.
Relazione
2
Esperienza sacramentale
soggetto il divino
Provocazione
1
Esperienza di Dio persona, io cosa
Coinvolge tutta la persona (esperienziale)
Esperienza di Dio (gen. sogg.)
Orienta al mistero
(non al “problema”: mistagogia)
Relazione
2
Riguarda l’io teologico (fede, theoria) soggetto Dio
Relazione
Realizza un cambiamento radicale (kainos) 1
persona, io Persona, Io
603 604

TEMATICHE
- La transustanziazione
- L’Eucaristia e la Chiesa
- L’Eucaristia come sacrificio
- La centralità dell’Eucaristia
- La frequenza della celebrazione eucaristica La transustanziazione
- Il culto eucaristico
- L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
- L’Eucaristia - l’ultima cena - il mistero pasquale
- Parola di Dio ed Eucaristia
- Eucaristia e inculturazione
- Pubblicazioni sull’Eucaristia
605 606

101
Pio XII, Enciclica, Humani generis (1950) Critiche alla transustanziazione
(anni 55-70)
Difesa della Transustanziazione (DH 3891)
La critica alla transustanziazione in ambito cattolico (Nouvelle Inizio ambito olandese, poi altre aree:
Théologie) deriva dal nuovo concetto di “sostanza” elaborato
dalle scienze fisiche, per le quali sostanza = insieme di atomi J. de Baciocchi (1955)

B. Welte (1960)
Transustanziazione = antiquato concetto di sostanza
J. Powers
«Presenza reale nell’eucaristia = simbolismo»
P. Schoonemberg, s.j.
Specie consacr. = segni efficaci della presenza di Cristo E. Schillebeeckx, o.p.
e della sua unione con i fedeli
607 608

Critiche alla transustanziazione Critiche alla transustanziazione


(anni 55-70)
Comprendere la presenza reale

- Desiderio di superare il legame tra non da categorie ontologico-spaziali


teologia e metafisica sostanzialista ma da categorie personali:
- Rilettura esistenziale dei dogmi Comunicazione di un significato (funzionale)
- Riscoperta del pensiero simbolico

Definire l’essere delle cose dal loro “per noi”


ossia, dal loro fine o significato
Introduzione in teologia di categorie
della filosofia personalista e della fenomenologia
Presenza intersoggettiva
609 610

Critiche alla transustanziazione Critiche alla transustanziazione

La presenza reale è compresa in un orizzonte


Si rileva che non solo puramente intellettuale-razionalista

trattandosi di simboli
con la consacrazione
Non un significato estrinseco
si ha un cambiamento di
ma naturale alla persona
significato, funzione e fine
non tanto di essenza

Coinvolgimento della totalità dell’uomo


non solo del suo intelletto
611 612

102
Critiche alla transustanziazione Critiche alla transustanziazione

Ancora preoccupazione di fraintendere La transustanziazione


è vista come trasformazione a livello:
la transustanziazione
con la trasformazione della sostanza - dinamico (non statico-spaziale)
chimico-fisica del pane
- di significato (non ontologico)

- funzionale (per noi e per la nostra salvezza)


La transustanziazione è vista
- per un fine (per noi e per la nostra salvezza)
come trasformazione a livello di segno:
- relazionale (coinvolge la persona, non estrinseca)
transignificazione e transifinalizzazione
- personale (esistenziale, non solo intellettuale)
613 614

Critiche alla transustanziazione Mysterium fidei


La transustanziazione: due forme di trasformazione Paolo VI, Enciclica (1965)
Soggettiva: EV 2/ 406-443; DH 4410-4413 [parziale]

il singolo e la comunità, attraverso la celebrazione, Documento in cattedra on line


conferiscono un nuovo significato (funzionale e per
un fine) all’eucaristia a cui il singolo e la comunità L’enciclica interviene e risponde alle istanze
aderiscono del dibattito sulla transustanziazione

Oggettiva:
1. Alcuni errori circa l’eucaristia
La realtà stessa subisce un cambiamento (strutturale,
interno) indipendentemente dal significato, dalla 2. La presenza sostanziale di Cristo nell’eucaristia
funzione, dal fine e dall’adesione stabilite dal
3. La presenza di Cristo dopo la consacrazione
soggetto e dalla comunità.
615 616

Mysterium fidei Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)


Paolo VI, Enciclica (1965) DH 4411; EV 2/ 409
1. Alcuni errori circa l’Eucaristia
• Insistere sulla ragione di segno sacramentale come
Rapporto inscindibile tra se il simbolismo, che tutti ammettono nell’eucaristia,
presenza reale e transustanziazione esprimesse esaurientemente il modo della presenza
di Cristo.
• Discutere sul mistero della transustanziazione senza
Transignificazione e transfinalizzazione fare cenno alla conversione di tutta la sostanza del
sono insufficienti: pane nel corpo […] di Cristo, limitandosi a parlare di
devono essere completati con la transustanziazione transignificazione e transfinalizzazione
• Dopo la celebrazione cessa la presenza di Cristo
617 618

103
Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965) Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)
DH 4412; EV 2/ 424 DH 4413, EV 2/ 427
2. La presenza di Cristo per antonomasia 3. La presenza di Cristo dopo la consacrazione
«Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi che le «Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e del
altre non siano “reali”, ma per antonomasia perché è anche
vino senza dubbio acquistano un nuovo fine, non essendo
corporale e sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio,
tutto intero si fa presente [conc. di Trento]. più l’usuale pane […], ma il segno di una cosa sacra e il
Malamente dunque qualcuno spiegherebbe questa forma di segno di un alimento spirituale […] acquistano nuovo
presenza, immaginando il corpo di Cristo glorioso di natura significato e nuovo fine in quanto contengono una nuova
“pneumatica” onnipresente; oppure riducendola ai limiti di un realtà, che giustamente chiamiamo ontologica. […] sotto le
simbolismo, come se questo augustissimo sacramento in niente
specie non c’è più quel che c’era prima […] e ciò non
altro consistesse che in un segno efficace “della spirituale
presenza di Cristo e della sua intima congiunzione con i fedeli soltanto in base al giudizio della fede della chiesa, ma per
membri del Corpo Mistico” [Pio XII, Humani generis]». realtà oggettiva»

Osservazioni sulla transustanziazione

- Necessità della precedenza


ontologica su quella funzionale
rischio di vanificare la prima per la seconda
L’Eucaristia e la Chiesa
- Importanza della dimensione personale-relazionale
nell’eucaristia si incontra Qualcuno non qualcosa

- Importanza della visione unitaria tra


esse in (ontologico) e esse pro nobis (fine)

621 622

«La ricerca intorno al termine ‘Corpus Christi’ e alla


chiarificazione del suo molteplice significato nel corso della
storia della teologia, ha ricevuto un decisivo impulso in
LA RIFLESSIONE TEOLOGICA CONTEMPORANEA corrispondenza della prima metà del XX secolo […]. All’origine
del nostro percorso, infatti, troviamo gli studi del padre gesuita
- La riscoperta della tematica (C. Lattey e S. Tromp) Cuthbert Lattey (1877-1954), il quale, per primo in alcuni suoi
- H. de Lubac scritti ebbe l’intuizione di analizzare il rapporto Eucaristia e
- J. Ratzinger Chiesa e di studiarne le implicazioni dal punto di vista storico-
- N. Afanassieff dogmatico. Seguendo questa intuizione, fondamentale è stato
- J. Zizioulas poi il contributo del padre gesuita Sebastian Tromp (1889-
1975). Egli, infatti, autore di numerosi ed eruditi studi patristici
- K. Rahner
sul tema della Chiesa Corpo di Cristo, ha cercato di risalire
- Y. Congar all’origine di questa identificazione, giungendo a fissarne
- J.-M. Tillard l’epoca intorno al IX secolo e alla controversia tra Ratramno e
Pascasio Radberto»
P. SGUAZZARDO, Corpus Christi tra primo e secondo millennio,
131-144, qui 132-133
623

104
«Tuttavia il contributo più significativo in questo

senso lo si deve alla ricerca filologica compiuta


dal padre gesuita Henri de Lubac, il quale,
percorrendo tutta la storia del rapporto Eucaristia
e Chiesa nel Medioevo nel suo famoso saggio
Corpus Mysticum, ha consentito di giungere ad
un risultato decisivo in merito al nostro tema»

P. SGUAZZARDO, Corpus Christi tra primo e secondo millennio,


131-144, qui 134
625 626

H. de Lubac, Corpus mysticum (1944)

I millennio II millennio

Chiesa
Corpus Christi verum Eucaristia
(unità)

Chiesa
Corpus Christi mysticum Eucaristia
(unità)

627 628

Primo millennio Secondo millennio (Pietro Lombardo)

Corpus Christi Mysticum (Eucaristia) Corpus Christi Mysticum (Chiesa)

Dall’ambito sacramentale Naturale e sociale


(giuridico)
Visibile e invisibile insieme
Corpus Christi Verum (Eucaristia)

Corpus Christi Verum (Chiesa)


Presenza reale
del corpo e sangue di Cristo
Fine: unità della Chiesa
629 630

105
«Nella tradizione cristiana, sia greca che latina, e nelle
Primo millennio
liturgie come nelle opere “teologiche”, tutto ciò che ha

Res sacramenti Chiesa (unità) attinenza col mistero dell’altare viene copiosamente e
pressoché indifferentemente qualificato col termine
“mistico”. Nulla poteva dunque sembrare più normale
Secondo millennio […] che chiamare “mistico” il corpo di Cristo presente
nell’Eucaristia; talmente normale che ciò dovette
Res sacramenti Presenza reale
avvenire, in qualche modo, spontaneamente, senza
un’intenzione preordinata».
H. de Lubac, Corpus mysticum, 61
631

«Tutto ci invita a considerare i rapporti che legano la

Chiesa e l’Eucaristia. Tra l’una e l’altra corre una

reciproca causalità. Ogn’una, per così dire, è stata


L’Eucaristia come sacrificio
affidata all’altra dal Salvatore. È la Chiesa che fa

l’Eucaristia, ma è anche l’Eucaristia che fa la

Chiesa».

H. de Lubac, Meditazione sulla Chiesa, 82

633 634

Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
Il sangue di Cristo diventa il sangue della nuova
La salvezza è indissolubilmente legata al dono totale alleanza (Lc 22,20; 1Cor 11,25), per cui gli uomini
con il quale Cristo ha offerto se stesso in tutta la sua sono giustificati (Rm 5,9). Attraverso il sangue si
realizza l’unità tra Giudei e pagani (Ef 2,13), tra uomini
esistenza, ma che ha il suo punto culminante nella
e potenze celesti (Col 1,20).
morte in croce (Rm 3,25), in cui l’offerta di se stesso «è Al sangue di Cristo gli uomini partecipano bevendo al
avvenuta una volta per tutte allo scopo di togliere i calice eucaristico (Mt 26,28-29; 1Cor 10,16-17; 1Cor
11,25.28).
peccati di molti» (Eb 9,28) perché è mediante il suo

sangue che noi siamo redenti (Ef 1, 7). Fondamentale il legame con l’AT in ordine alla
comprensione della redenzione cristiana (Rm 9,1-5).
635 636

106
Questioni soteriologiche Questioni soteriologiche

Alla dimensione oggettiva della redenzione, in cui si Nel NT, in particolare in Paolo, si ha una molteplicità di
termini attraverso i quali si descrive la redenzione:
sottolinea il dono di Dio, deve corrispondere la
‘riconciliare’ (2Cor 5,18s), ‘pacificare’ (Col 1,20),
risposta dell’uomo affinché la salvezza sia vissuta
‘riscattare’ (Gal 4,5), ‘rimettere’ (Tt 2,14), ‘liberare’ (Rm
nella vita (Rm 14,19; 1Cor 9,24-27; Fil 1,27; 1Tm 6,18), ‘espiare’ (Eb 2,17), ‘salvare’ (Rm 5,9),
6,12). In questo modo, alla venuta escatologica di ‘giustificare’ (Rm 5,1) e ‘ricreare’ (2Cor 5,17). Talvolta
sono uniti:
Cristo, potranno giungere alla pienezza della
«Con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la
redenzione coloro che vivono in e per Cristo, ossia
bocca si fa la professione di fede per avere la
«che lo aspettano per la loro salvezza» (Eb 9,28). salvezza» (Rm 10,10)
637 638

Questioni soteriologiche Questioni soteriologiche

Occorre correggere l’interpretazione giuridica


Sebbene in Is 53,5 vi sia punizione del servo per
della redenzione secondo la quale una
i peccati altrui, in Cristo la situazione è diversa.
sostituzione di tipo penale avrebbe dato

soddisfazione a Dio per gli oltraggi ricevuti, come


1Cor 15,3: (cf. Gal 1,4; 1Cor 6,20)
se Dio avesse voluto castigare in Gesù tutti i «è morto per (ὑπέρ) i nostri peccati»

peccatori.

639 640

Questioni soteriologiche Questioni soteriologiche

In favore di In favore di
A causa di A causa di
In rapporto a In rapporto a
ὑπέρ ὑπέρ

Al posto di Al posto di

G. PULCINELLI, La morte di Gesù come espiazione.


La concezione paolina, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007
641 642

107
Questioni soteriologiche Questioni soteriologiche

La morte di Cristo come atto di amore:

- di Gesù: «Egli mi ha amato e ha dato se stesso per Su ὑπέρ


me» (Gal 2,20; Gv 13,1)
- «Morire per»
- di Dio: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?»
(Rm 8,31) - Formule di donazione
La prospettiva è in continuità con l’AT:
excursus
«Il Signore si è legato a voi, e proprio voi ha scelto
[…] perché vi ama» (Dt 7,7)
«Con amore e compassione vi ha riscattati» (Is 63,9) G. PULCINELLI, La morte di Gesù come espiazione.
La concezione paolina, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007
643 644

Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
ὑπέρ
- «Morire per» - Formule di donazione
(non presente nell’AT tranne Is 53 e 2 Mac) es. Rm 4,25: «venne consegnato per i nostri peccati»
es. 1Cor 15,3 «Cristo morì per i nostri peccati»
Sottolineano della morte di Gesù:
Il NT (soprattutto Paolo) preferisce descrivere il senso - non come un atto eroico (prospettiva greco-romana)
della morte di Cristo con la formula «morire per» - non come un sacrifico di espiazione (cultuale, ebraico)
anziché inserirsi nella prospettiva dell’AT e leggerla in Quanto la portata salvifica dell’autoconsegna o della
senso cultuale. In questo modo si evidenzia la differenza consegna da parte di Dio.
dal mondo ebraico tra la morte di Gesù in croce e i
sacrifici espiatori compiuti sul monte Sion. - Rito di espiazione (dall’analisi del vocabolario)
Non un dio irato che vuole punire,
Differenza dal mondo greco-romano, in cui è presente la ma il dono della riconciliazione nel perdono dei peccati.
formula «morire per» che indica l’accento al soggetto.
645 646

Soddisfazione (colpa) o espiazione (pena)? Soddisfazione vicaria Espiazione penale


«diversi approcci alla soteriologia si possono considerare J. Rivière Chr. Pesch
delle varianti (anche se a volte sostanziali) di due
prospettive che sono state dibattute nel corso del R. Richard: amore Scuola tomista:
Novecento e che hanno avuto origine all’inizio del secolo - riscatto
scorso con l’acceso dibattito tra la soddisfazione vicaria É. Mersch: solidarietà - sacrificio
(J. Rivière) e l’espiazione penale (Chr. Pesch). Per il - soddisfazione
primo il peccato segna una colpa da soddisfare e la
- merito
redenzione è principalmente dovuta all’obbedienza
amorosa di Cristo (Dio è amore). Per il secondo il Rappresentanza /
peccato comporta una pena da espiare e la redenzione sostituzione
è dovuta principalmente alla sofferenza di Cristo (Dio è
vendicativo)» Cristo solidale con l’uomo, Cristo “assume” il peccato,
R. NARDIN, Soddisfazione vicaria o rappresentanza
assumendone rappresentandolo /
solidale?, in Filosofia e teologia 22/1 (2008) 89-111 la sofferenza e la morte / sostituendolo
647
davanti a Dio 648

108
Solidarietà Rappresentanza / Gustaf Aulén
/ sostituzione
- H. Schürmann
- Ch. Duquoc - K. Barth
- F. Prat, - W. Pannenberg Discendente: I Millennio
- H. Hocedez, - H. U. von Balthasar
- L. Malevez, - J. Ratzinger,
- P. Galtier, - W. Kasper,
- K. Rahner, - J. Moltmann, Soteriologia Cur Deus homo (1098)
- Y. Congar, - J. Daniélou,
- E. Schillebeeckx, - O. Cullmann,
- H. Küng, - G. Martelet, Ascendente: II Millennio
- J. Moingt, - J. Galot,
- H. Kessler, - D. Sölle,
- J. Alfaro - H. Hoffmann
- Teol. liberazione - K. H. Merke 649 650

1. Mediazione discendente 2. Mediazione ascendente

illuminatore e rivelatore sacrificato ed espiante

Cristo redentore e liberatore Cristo rappresentante solidale

divinizzatore e giustificante riconciliatore

651 652

Questioni soteriologiche

L’eucaristia celebra
Nei testi eucaristici si sottolinea il sacrificio
personale di Cristo in un orizzonte relazionale: la donazione che Gesù fa di se stesso al Padre

Questo è il mio corpo che è dato per voi. per la nostra salvezza

Questo è il mio sangue che è versato per voi.

La morte di Gesù è spiegata alla luce di Is 53

L’eucaristia può essere vista come sacrificio

Morte espiatrice del servo sofferente.


653 654

109
Sacrificare

Non dare a Dio qualcosa di nostro: L’unico sacrificio è quello di Gesù sulla croce.
Dio riceve (irato da placare, dispotico da convincere)
Il soggetto dà (per qualcosa in cambio: perdono, premio)
Amore alla logica

Ma
L’eucaristia è sacrificio relativo
Rispondere all’amore di Dio:
Dio ci prende (amore nella gratuità). che attualizza sacramentalmente l’unico sacrificio.
Il soggetto viene preso (offre in dono)
Logica dell’amore
655 656

Eucaristia come sacrificio Eucaristia come sacrificio

Riluttanza iniziale
di Cristo
- Timore di accogliere le prospettive Eucaristia
giudaiche e pagane sacrificio Contestato dalla Riforma,
della Chiesa ribadito dal conc. di Trento
(DH 1751-1759)
- Dal III secolo la prospettiva del sacrificio da applicare
confermato
all’eucaristia è abbondantemente presente
Conc. Vaticano II
Si tratta dell’eucaristia come celebrazione/memoria
della morte in croce di Cristo, unico sacrificio

657 658

Eucaristia come sacrificio Eucaristia come sacrificio


Eucaristia sacrificio della Chiesa
Concilio Vaticano II
A Sacrificio che si attua, compiendosi, LG 10
Eucaristia sacrificio della Chiesa nella celebrazione della Chiesa.
Possibilità reale offerta alla Chiesa
«Il sacerdote ministeriale […] compie il sacrificio B di entrare in “sintonia” con il sacrificio di Cristo, LG 11
eucaristico nella persona di Cristo e lo offre a Dio a partecipando al sacrificio che Cristo fa di se stesso.
nome di tutto il popolo» (LG 10)
A La Chiesa offre il sacrificio di Cristo (sacramento)
«I fedeli […] partecipando al sacrificio offrono a Dio
B La Chiesa si offre dal/nel sacrificio di Cristo (sacrificio)
la vittima divina e se stessi con essa. Cibandosi del
corpo di Cristo nella santa assemblea mostrano Verum
[segno] l’unità del popolo di Dio» (LG 11) Corpus Christi si offre
Mysticum
659 660

110
Eucaristia come sacrificio
Eucaristia sacrificio della Chiesa

Partecipazione esistenziale
La centralità dell’Eucaristia

Benedetto XVI, Sacramentum caritatis

661 662

Ignazio di Antiochia (I millennio)


Eucaristia al centro
Celebrata dal vescovo che presiede la comunità: cristologiche Tommaso
- l’eucaristia fonda la comunità
- il vescovo è il primo ministro dell’eucaristia
- l’episcopato come sacramento originario dell’Ordine Centralità
dell’Eucaristia antropologiche Tommaso
(Motivazioni)
Tommaso (II millennio)
Eucaristia al centro
ecclesiologiche conc. Vat. II
Celebrata dal singolo presbitero che consacra:
- l’eucaristia “indipendente” dalla comunità
- l’eucaristia questione “privata” del presbitero
- l’episcopato non è un sacramento
663 664

Centralità dell’Eucaristia Centralità dell’Eucaristia


Motivazioni cristologiche Motivazioni antropologiche

«negli altri sacramenti Cristo è presente con la l’Eucaristia è l’alimento del credente
sua grazia, nell’Eucaristia è presente in persona (analogia con la vita fisica)
come salvatore» «Et ideo, sicut ad vitam spiritualem oportuit esse
Baptismum, qui est spiritualis generatio, et
STh, III, q. 65, a 3 confirmationem, quae est spirituale augmentum; ita
oportuit esse sacramentum Eucharistiae, quod est
spirituale alimentum»
«nell’Eucaristia non solo contiene la Tommaso, STh III, q. 73, a. 1, resp.
santificazione ma è presente l’autore della
santificazione»
«Sacramentum caritatis».
Conc. Trento: DH 1639 Tommaso, STh III, q. 73, a. 3, ad 3 [et alia]
665 666

111
Centralità dell’Eucaristia
Motivazioni ecclesiologiche
La frequenza
«Est autem haec Eucharistia specialiter sacramentum
unitatis et caritatis, ut dicit Augustinus, Super Ioannem».
della celebrazione eucaristica
Tommaso, Super Primam Ep. ad Corinthios

G. BOSELLI, Ritmo e frequenza della celebrazione


eucaristica, in Vita Pastorale 93/10 (2005) 28-31.
Eucaristia: fons et culmen
La Maison-Dieu 242 (2005)
della vita e della missione della Chiesa
R. TAFT, La frequenza dell’eucaristia nella storia,
(Conc. Vat. II) in Concilium 2 (1982) 33-53.
(Cf. Slides della prima parte)
667 668

Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica

Quotidiana (Demonstratio Evangelii)


- Inizialmente solo la domenica
Eusebio di Cesarea
- Dal IV sec. anche il sabato (tranne a Roma e Alessandria) (Palestina)

Solo domenica (Comm. Salmi)


- Nel IV sec. a Gerusalemme anche mercoledì e venerdì (Egeria)
Damaso (366-384) Solo domenica (sembra)

Roma Silicio (384-399) Quotidiana

Innocenzo I (401-417) Solo domenica (sembra)

669 670

Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica

«L’osservanza di tutte le altre pratiche che si possono

«In alcuni luoghi non si lascia passare nessun ricordare simili a queste è lasciata alla libertà di
ciascuno; non vi è disciplina migliore cui un cristiano
giorno senza offrire [il sacrificio], in altri si offre solo il
serio e prudente possa attenersi se non quella di
sabato e la domenica e in altri solo la domenica» agire nel modo in cui vedrà agire la Chiesa in cui si
trova»
Agostino, Lettera 54 (a Gennaro)

Agostino, Lettera 54 (a Gennaro)

671 672

112
Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica
«Mi domandi se il sabato si deve digiunare e se è bene
Quotidiana (comunione eucaristica)
ricevere l’Eucaristia ogni giorno, come pare facciano la Chiesa
di Roma e le Spagne. [...] Ma credo che brevemente debba
Regula Magistri
informarti che le tradizioni ecclesiastiche, soprattutto quelle che (VI sec.)
non costituiscono un ostacolo per la fede, devono essere
Solo domenica (celebrazione eucaristica)
osservate così come ce le hanno tramandate i padri, né la loro
consuetudine dev’essere cambiata con altre. [...]. Volesse il
cielo, inoltre, che potessimo ricevere sempre l’Eucaristia, non Quotidiana (comunione eucaristica)
per nostra condanna e con un rimorso di coscienza e poter
ascoltare le parole del Salmista, che dice: gustate e vedete Regula Benedicti
(VI sec.)
quanto è buono il Signore [...]»
Girolamo, Lettera 71 (398) Solo domenica (celebrazione eucaristica)
674

Frequenza della celebrazione eucaristica


«Né si deve dimenticare che anticamente i fedeli, sia

che si trovassero sotto la violenza della persecuzione, Gregorio M. Quotidiana (celebrazione eucaristica)
(Dialoghi)
sia che per amore della vita monastica dimorassero

nella solitudine, solevano cibarsi anche ogni giorno

dell’Eucaristia, prendendo la santa comunione anche


Celebrazione eucaristica quotidiana a Roma
con le proprie mani, quando era assente il sacerdote

o il diacono [cf. Basilio, Epist. 93]». Dall’epoca carolingia

Paolo VI, Mysterium fidei: EV 2/ 434 Celebrazione eucaristica quotidiana in tutto l’Occidente
675
(monastico) 676

Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica

Dal XVIII secolo Prassi ecumenica


Celebrazione eucaristica quotidiana in tutto l’Occidente
(nelle parrocchie)
Chiese ortodosse
- Parrocchie: solo la domenica
Dal XX-XXI secolo
- Monasteri: anche altri giorni, in alcuni monasteri quotidiana
Difficoltà per la celebrazione eucaristica quotidiana:
mancanza di sacerdoti (in alcune zone)

Comunità della Riforma


- Solo la domenica (luterani)
- Solo la domenica, e non tutte le domeniche (calvinisti)
677 678

113
Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica

Risposte
«L’analisi della frequenza della celebrazione
eucaristica permette, dunque, di confermare che Frequenza eucaristica solo domenicale
con qualche eccezione dei giorni feriali?
l’unità della fede, espressa attraverso la pluralità delle
(motivazione ecumenica e carenza di sacerdoti)
prassi liturgiche, rappresenta un elemento originario e
costitutivo del cristianesimo. Unità della fede e Prassi liturgiche originarie (prima del IV sec.) diverse,
lasciano libertà di scelta?
pluralità di prassi liturgiche appare così un principio (motivazione storica)
guida e un criterio ispiratore al quale attenersi per
rimanere fedeli alla grande tradizione della Chiesa». Prassi liturgiche originali (prima del IV sec.) solo
domenicali, obbligano all’eucaristia solo domenicale?
G. BOSELLI, Ritmo e frequenza della celebrazione
(motivazione storica)
679 680

Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica

Risposte «1. Se la liturgia è l’assimilazione in forma simbolica


dell’esperienza elementare dell’essere in Cristo, come
si può giustificare che il culmen et fons dell’essere in
1. Sotto il profilo liturgico Cristo abbia una frequenza settimanale, quando
l’esperienza elementare si offre più propriamente nella
2. Sotto il profilo teologico quotidianità? In altri termini. Se a livello antropologico
l’esperienza elementare si compie nella quotidianità,
come concepire che proprio la liturgia, che per
definizione si situa nell’esperienza elementare, abbia il
proprio culmen et fons al di là dell’esperienza
elementare stessa?»
R. NARDIN, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
681

Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica


«Una possibile risposta si potrebbe individuare nella Benedetto XVI, Sacramentum caritatis
valenza escatologica dell’Eucaristia e quindi la sua
indisponibilità a un orizzonte riconducibile alla semplice «In realtà, l’attiva partecipazione auspicata dal
esperienza elementare. Resterebbe allora la domanda: è Concilio deve essere compresa in termini più
corretto pensare a una dimensione escatologica cristiana sostanziali, a partire da una più grande
lontana dall’esperienza elementare dell’uomo che ha nella
consapevolezza del mistero che viene celebrato e del
ferialità il suo naturale svolgersi? Inoltre, come evidenziare
il nesso fondamentale tra Eucaristia e vita quotidiana – uno suo rapporto con l’esistenza quotidiana» (52)
dei frutti del Concilio, forse non ancora portati a
«I fedeli cristiani hanno bisogno di una più profonda
compimento – se nell’orizzonte della quotidianità manca
l’‘esperienza’ eucaristica?» comprensione delle relazioni tra l’Eucaristia e la vita

R. NARDIN, La riforma liturgica alla luce del monachesimo quotidiana» (77)

114
Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica
«2. Il fondamento teologico che sostiene la
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis celebrazione eucaristica a sola frequenza settimanale
è dato, in primis, dalla prassi liturgica della Chiesa
«in quanto coinvolge la realtà umana del credente delle origini – anche se non si presenta uniforme –
nella sottolineatura dell’escatologica presenza del
nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende
Risorto nel ‘giorno del Signore’. Pur rilevando
possibile, giorno dopo giorno, la progressiva l’importanza di tale fondamento, proporre
un’esclusiva frequenza ebdomadaria alla
trasfigurazione dell’uomo chiamato per grazia ad celebrazione dell’Eucaristia sembra identificare il
essere ad immagine del Figlio di Dio» (71) ritorno alle origini, auspicato dal Concilio, con il
semplice ‘ricopiare’ la prassi antica».
R. NARDIN, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
685

Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica


«In realtà, l’elaborazione dell’intellectus fidei – e quindi «lasciare aperta la risposta nella determinazione della
la stessa vita liturgica della Chiesa ad esso frequenza della celebrazione eucaristica e invitano a una
intrinsecamente legata, stante il principio lex orandi ‘modalità plurale”, se così si può dire, in cui, fermo
restando che il Dies Domini, Dies Christi, Dies Ecclesiae e
lex credendi – vede la modalità con la quale
Dies hominis è la domenica, da un lato, la celebrazione
accogliere l’auditus fidei non riducibile a semplice
dell’Eucaristia quotidiana ne mette in rilievo l’intimo
riproposizione ‘oggettiva’ e ‘letterale’ del passato. In
rapporto con l’esperienza elementare e quindi con il
altri termini, la Tradizione è viva lungo la storia della vissuto concreto dell’uomo, d’altro lato, la frequenza
Chiesa e pur fondandosi nel momento delle origini si ebdomadaria sottolinea l’assoluto e intrinseco legame
arricchisce continuamente. È per questa dinamicità della celebrazione eucaristica al mistero pasquale e invita
dell’intellectus fidei che la fede può entrare in dialogo a una costante tensione escatologica, non riducibile alla
con le culture di tutti i tempi e di tutti i luoghi» quotidianità (ma forse troppo lontana da essa)»
R. NARDIN, La riforma liturgica alla luce del monachesimo R. NARDIN, La riforma liturgica alla luce del monachesimo

Il culto eucaristico

Rito della comunione fuori della Messa e culto


eucaristico, in EV 4/ 2509-2563.

689 690

115
«Scopo primario e originario della conservazione della Rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione
Eucaristia fuori della Messa è l’amministrazione del «Mentre la riforma muoveva i primi passi, a volte l’intrinseco
Viatico; scopi secondari sono la distribuzione della rapporto tra la santa Messa e l’adorazione del Ss.mo
Sacramento non fu abbastanza chiaramente percepito.
comunione e l’adorazione di nostro Signore Gesù
Un’obiezione allora diffusa prendeva spunto, ad esempio, dal
Cristo, presente nel sacramento. La conservazione rilievo secondo cui il Pane eucaristico non ci sarebbe stato dato
delle sacre specie per gli infermi portò infatti alla per essere contemplato, ma per essere mangiato. In realtà, alla
lodevole abitudine di adorare questo celeste alimento luce dell’esperienza di preghiera della Chiesa, tale
riposto e custodito nelle chiese: un culto di adorazione contrapposizione si rivelava priva di ogni fondamento. Già
Agostino aveva detto: ‘nemo autem illam carnem manducat,
che poggia su valida e salda base, soprattutto perché
nisi prius adoraverit; peccemus non adorando – Nessuno
la fede nella presenza reale del Signore porta mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se
naturalmente alla manifestazione esterna e pubblica di non la adorassimo’ (Enarrationes in Psalmos 98,9)».
questa stessa fede»
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, 66
Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, 5 L’adorazione precede la celebrazione 692

Rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione Rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione

«Come l’adorazione eucaristica prepara,


«L’atto di adorazione al di fuori della santa Messa
accompagna e prosegue la liturgia eucaristica (cf.
prolunga ed intensifica
Sacramentum caritatis, 66) così la lettura orante
quanto s’è fatto nella Celebrazione liturgica stessa». personale e comunitaria prepara, accompagna e
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, 66 approfondisce quanto la Chiesa celebra con la
proclamazione della Parola nell’ambito liturgico».

L’adorazione prolunga ed intensifica Benedetto XVI, Verbum Domini, 66

la celebrazione
Parallelismo tra adorazione e lectio divina
693 694

Adorazione Non solo durante la Messa

«La Chiesa cattolica professa questo culto latreutico


«Del resto la Chiesa cattolica non solo ha sempre al sacramento eucaristico non solo durante la Messa,
insegnato ma ha anche vissuto la fede nella presenza ma anche fuori della sua celebrazione, conservando
del corpo e del sangue di Cristo nell’Eucaristia, con la massima diligenza le ostie consacrata,

adorando sempre con culto latreutico, che compete presentandole alla solenne venerazione dei fedeli

solo a Dio». cristiani, portandole in processione con gaudio della


folla cristiana».
Paolo VI, Mysterium fidei: EV 2/ 432
Paolo VI, Mysterium fidei: EV 2/ 433
695 696

116
L’adorazione eucaristica
«Le motivazioni teologiche che nel corso della storia
hanno favorito nella chiesa latina, l’adorazione
dell’eucaristia al di fuori della Messa sono le seguenti:
1. L’irrobustimento della fede nella presenza reale; 2. L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
La venerazione e l’adorazione delle sacre specie
durante la Messa; 3. L’esigenza, tipicamente
medievale, di contemplare, con riverenza e rispetto, il
Santissimo Sacramento»
F. COURTH, I sacramenti, 292
697 698

- Momento patristico (mistagogia) Concilio Vaticano II riprende:

- Tommaso: sacramenti ordinati all’Eucaristia A - L’organicità dei sacramenti (LG 11; PO 5)

- Concilio di Trento:
Eucaristia (sorgente), sacramenti (fiumi) B - La centralità dell’Eucaristia (fons et culmen)

- Da Trento al Vaticano II: C - L’iniziazione cristiana (SC 64)

1. Perdita visione organica dei sacramenti centrati sull’Eucaristia


2. Perdita visione organica dell’iniziazione cristiana Assemblea liturgica
A
Orizzonte ecclesiologico B Eucaristia/Chiesa

C Chiesa locale
699 700

«L’Ultima Cena è teologicamente inseparabile dalla

L’Eucaristia morte-risurrezione. Infatti “segno profetico” dato la


vigilia ed “evento fondatore” si richiamano e si
l’ultima cena
implicano a vicenda, in quanto fatti l’uno su misura
il mistero pasquale dell’altro. La morte-risurrezione del Signore è
teologicamente inconcepibile senza l’ultima cena, così
come il passaggio del mare rimane teologicamente
C. GIRAUDO, “Irrepetibilità dell’evento fondatore e
iterazione del rito: la mediazione del segno inconcepibile senza l’ultima cena della vigilia in
profetico. Prospettive teologiche sul rapporto tra
Ultima Cena, Morte-Risurrezione ed Eucaristia”,
Egitto»
in Rassegna di teologia 24 (1983) 385-402
C. GIRAUDO, In unum corpus, S. Paolo, Cinisello B. 2000, 95
701 702

117
«Se la Parola di Dio è soprattutto il Logos che poi, nella
pienezza dei tempi, diventa carne e questa, nella
celebratio, diviene pane di vita, allora, come ci ricorda
Sacramentum caritatis, “la liturgia eucaristica è
essenzialmente actio Dei che ci coinvolge in Gesù per
mezzo dello Spirito” (Sc 37) ossia assume una
Parola di Dio ed Eucaristica determinazione teologica (cristologico-pneumatica) pur
nell’orizzonte antropologico. In questa prospettiva si
comprende come la celebrazione non possa essere
riducibile a semplice esperienza (simbolica)
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, dell’esistenza umana, come talvolta è stata intesa, ma si
in PATH 19 (2020) 359-379 ponga all’interno dell’indeducibile actio Dei, assumendo,
tuttavia, le necessarie coordinate di ordine antropologico
per essere accolta».
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, 378
703

«La comprensione della Parola di Dio in senso analogico «I due riduzionismi da evitare, quindi, sono da un lato
(Verbum Dei quale Logos “polifonico”) quindi non riducibile
quello di appiattire il culmen della revelatio del Verbum
alla sola Scriptura e la visione della liturgia quale actio Dei
(actio Verbi) quindi non riducibile alla sola experientia Dei alla sua sola præsentia sostanziale e oggettiva in
hominis imprimono un’accentuazione teologica (Verbum una celebratio riduttiva e statica e, dall’altro, di
“Dei”) e dinamica (“actio” Dei) per le quali risulta
appiattire l’actio Dei alla sola experientia hominis in
necessaria un’intelligenza dell’Eucaristia quale
attualizzazione del mistero pasquale, intesa non solo come una celebratio dinamica ma vuota perché non
apice del Verbum Dei ma quale actio Dei, quindi non coglierebbe fino in fondo il propter salutem hominis.
identificabile con la sola “presenza reale”, di sapore Potremmo dire che questi tre punti centrali rimandano
preconciliare, perché renderebbe ragione della præsentia
sostanziale e oggettiva del Verbum Dei ma non della al rapporto tra revelatio e celebratio e, se vogliamo, tra
celebratio dinamica dell’actio Dei, che costituisce il vero sacramentaria e liturgia, e anche tra lex credendi e lex
culmen del Verbum Dei». orandi».
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, 378
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, 378

R. Jaouen (1995)

Vita

Pane e vino Comunione fraterna


Eucaristica e inculturazione
Comunione con Dio

Cameroun

Miglio (riso)

In Cameroun il miglio (riso) ha lo stesso significato del pane


707 708

118
R. Jaouen (1995) R. Jaouen (1995)

Vita Eucaristia: Istituzione di Gesù storico


Comunione fraterna pane e vino
Miglio (riso)
legato a cultura particolare
Comunione con Dio

Cameroun

Eucaristia: Gesù risorto (Signore)


Miglio (riso) Eucaristia miglio, riso …

Si potrebbe usare il miglio (riso) al posto del pane? Svincolato da cultura particolare
709 710

La prospettiva di Jaouen non è accettabile Unità - identità cristologica


perché occorre tener presente due principi:

1. Unità - identità cristologica

2. Unità del mistero pasquale Il Signore risorto è Gesù di Nazaret

Il risorto non è un mito (ma parte dalla storia)

711 712

Unità del mistero pasquale

Pubblicazioni
Eucaristia Non solo morte di Cristo
sull’Eucaristia
Eucaristia Non solo risurrezione di Cristo

713 714

119
Trattato Trattato
1a parte: storica – positiva – analitica – induttiva 2a parte: organica

Articolazione delle varie parti:


unitaria e coerente
non giustapposta e frammentata
Non metafisica

Non ipotetica

Non sintetica
Non deduttiva
Trovare un principio unitario (di sintesi)

715 716

Trattato Trattato

Principi di sintesi
Lex orandi, lex credendi, lex vivendi
Eucaristia sacramento del sacrificio di Cristo

celebrazione antropologia cristologia


Solo la preghiera eucaristica (Giraudo)
ecclesiologia cristologia trinitaria
Fondazione nell’AT = al NT (Giraudo)
Sacramentum, sacramentum et res, res sacramenti
Solo I millennio (Giraudo, Boselli)

Lex credendi, lex orandi, lex vivendi Attenzione al rito (Mazza)

Lex orandi, lex credendi, lex vivendi Dialogo con la filosofia (ontologia) (Power)
717 718

Trattato «La prima e fondamentale missione che ci viene dai santi


Misteri che celebriamo è di rendere testimonianza con la
nostra vita. Lo stupore per il dono che Dio ci ha fatto in
Simbolo: definito in rapporto all’uomo (Chauvet) Cristo imprime alla nostra esistenza un dinamismo nuovo
impegnandoci ad essere testimoni del suo amore.
Diveniamo testimoni quando, attraverso le nostre azioni,
parole e modo di essere, un Altro appare e si comunica. Si
cultura, relazione può dire che la testimonianza è il mezzo con cui la verità
dell’amore di Dio raggiunge l’uomo nella storia, invitandolo
ad accogliere liberamente questa novità radicale. Nella
testimonianza Dio si espone, per così dire, al rischio della
Rifiuto dell’ontologia libertà dell’uomo. Gesù stesso è il testimone fedele e
verace (cf. Ap 1, 5; 3, 14); è venuto per rendere
testimonianza alla verità (cf. Gv 18, 37)».
BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 85
719

120
«In quest’ordine di riflessioni mi preme riprendere un «Il cristiano che offre la sua vita nel martirio entra nella
concetto caro ai primi cristiani, ma che colpisce anche noi, piena comunione con la Pasqua di Gesù Cristo e così
cristiani di oggi: la testimonianza fino al dono di se stessi,
diviene egli stesso con Lui Eucaristia. Ancora oggi non
fino al martirio, è sempre stata considerata nella storia
mancano alla Chiesa martiri in cui si manifesta in modo
della Chiesa il culmine del nuovo culto spirituale: “Offrite i
vostri corpi” (Rm 12,1). Si pensi, ad esempio, al racconto supremo l’amore di Dio. Anche quando non ci viene
del martirio di san Policarpo di Smirne, discepolo di san chiesta la prova del martirio, tuttavia, sappiamo che il culto
Giovanni: tutta la drammatica vicenda è descritta come gradito a Dio postula intimamente questa disponibilità e
liturgia, anzi come un divenire Eucaristia del martire trova la sua realizzazione nella lieta e convinta
stesso. Pensiamo anche alla coscienza eucaristica che testimonianza, di fronte al mondo, di una vita cristiana
Ignazio di Antiochia esprime in vista del suo martirio: egli coerente negli ambiti dove il Signore ci chiama ad
si considera «frumento di Dio» e desidera di diventare nel annunciarlo».
martirio “pane puro di Cristo”».
BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 85 BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 85

121

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