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Corso 11154
TEOLOGIA L’ E U C A R I S T I A
SACRAMENTARIA
4a P a r t e
Eucaristia
Roberto Nardin
1
2.2. Padri latini 3. Il medioevo
2.2.1. Tertulliano 3.1. L’epoca carolingia: Pascasio Radberto - Ratramno
2.2.2. Cipriano 3.2. L’inizio del II millennio: Lanfranco - Berengario
2.2.3. Ambrogio 3.3. Corpus Christi verum / mysticum
- Segno sacramentale 3.4. I Concili medievali: la trasustanziazione
- Consecratio
3.5. La pietà eucaristica
- Sacrificio
- Cancellare i peccati 3.6. La Scolastica:
- Pietro Lombardo; Ugo di S. Vittore
2.2.4. Agostino - Tommaso
- Platonismo agostiniano - Bonaventura
- Dimensione cristologica
- Dimensione ecclesiologica 3.7. Il tardo Medioevo:
- Dimensione sacrificale - Teorie
- Limiti
- Negazioni
7 8
4. La Riforma protestante
7. Il concilio Vaticano II
4.1. Lutero
4.2. Zwingli 7.1. Sacrosanctum concilium
4.3. Calvino - Mistero pasquale
- Partecipazione attiva
5. Il concilio di Trento - Unità della Messa
5.1. La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia 7.2. Lumen gentium
5.2. La comunione - Eucaristia: culmen et fons
5.3. La Messa come sacrificio 7.3. Unitatis redintegratio
6. Dal concilio di Trento al concilio Vaticano II
8. La celebrazione del sacramento
6.1. La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
6.2. Il carattere sacrificale della celebrazione eucaristica 8.1. Paolo VI, Missale Romanum (1969)
6.3. La frequenza alla comunione eucaristica 8.2. Institutio Generalis Missalis Romani
6.4. Il movimento liturgico Principi e norme per l’uso del Messale Romano
6.5. La teologia dei misteri Ordinamento Generale del Messale Romano
6.6. Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
9 10
11. Tematiche
9. Magistero postconciliare
11.1. La transustanziazione
9.1. Paolo VI, Encicl. Mysterium fidei (1965)
11.2. L’Eucaristia e la Chiesa
9.2. Giovanni Paolo II, Encicl. Ecclesia de Eucharistia (2003)
11.3. L’Eucaristia come sacrificio (questioni soteriologiche)
9.3. Benedetto XVI, Esort. Sacramentum caritatis (2007)
11.4. La centralità dell’Eucaristia
11.5. La frequenza della celebrazione eucaristica
10. Aspetti 11.6. Il culto eucaristico
10.1. Ecumenismo 11.7. L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
10.2. Aspetti liturgici 11.8. L’Eucaristia - l’ultima cena - il mistero pasquale
11.9. La Parola di Dio e l’Eucaristia
11.10. Eucaristica e inculturazione
11.11. Pubblicazioni sull’Eucaristia
11 12
2
Indicazioni bibliografiche Indicazioni bibliografiche
15 16
P r e m e s s e:
Prospettiva fenomenologica
- Prospettiva fenomenologica
- Terminologia
17 18
3
Dimensione L’Eucaristia:
antropologica Aspetto
individuale realtà che si inserisce
19 20
L’Eucaristia nella sua radice antropologica pone in «Comunque sia, il luogo normale del pasto (e, per la
evidenza il valore del nutrimento nella vita terrena, maggior parte degli uomini, il luogo reale, almeno una
nei suoi vari aspetti, annunciando il Vero volta al giorno) è la famiglia o anche un’altra comunità
nutrimento per la vera Vita. di vita, la communitas vitae che comporta e
suppone sempre la communitas victus. Il punto
Aspetto individuale importante è che il nutrirsi sia condividere il cibo
(= nutrirsi; avere la vita)
comune e non prendere insieme un cibo individuale,
Mangiare e bere anche se occorre che la ripartizione sia equa tra tutte
Aspetto conviviale le persone»
(= stare insieme; communio) GH. LAFONT, Eucaristia il pasto e la parola, 38
21 22
4
Dimensione biblica Dimensione biblica
Il mangiare e il bere (AT) Il mangiare e il bere (AT)
Nell’aspetto conviviale
Nell’aspetto conviviale
si esprime la comunione umana
si esprime la comunione con la divinità.
che si manifesta come:
25 26
Dimensione sacrificale
Il mangiare e il bere
Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332 CCC 1328-1332
29 30
5
Eucaristia
Eucaristia Si dice in molti nomi
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Frazione del pane, perché questo rito, tipico della cena
Cena dell’Agnello
ebraica, è stato utilizzato da Gesù quando benediceva e
«Beati gli invitati distribuiva il pane come capo della mensa, (cf. Mt 14,19; 15,36;
Mc 8,6.19) soprattutto durante l’ultima Cena (cf Mt 26,26; 1Cor
al banchetto delle nozze dell’Agnello» (Ap 19,9)
11,24). Da questo gesto i discepoli lo riconosceranno dopo la
«Beati qui ad cenam nuptiarum agni vocati sunt» sua risurrezione (cf. Lc 24,13-35), e con tale espressione i primi
cristiani designeranno le loro assemblee eucaristiche (cf. At
Ripreso: Messale Romano di Paolo VI e nella III ed. it. 2,42.46; 20,7.11). In tal modo intendono significare che tutti
coloro che mangiano dell’unico pane spezzato, Cristo, entrano
«Beati gli invitati alla cena dell’Agnello» in comunione con lui e formano in lui un solo corpo (cf. 1Cor
«Beati qui ad cenam agni vocati sunt» 10,16-17)».
CCC 1329 (cf. Didaché 14, 1)
Nozze? Presente nella III ed. fr. 31 32
Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332 CCC 1328-1332
«Memoriale
«Assemblea eucaristica (σύναξις), in quanto
della passione e della risurrezione
l’Eucaristia viene celebrata nell’assemblea dei fedeli,
del Signore».
espressione visibile della Chiesa (cf. 1Cor 11,17-34)».
CCC 1330 (cf. shekināh)
CCC 1329
33 34
Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332 CCC 1328-1332
6
Eucaristia
Si dice in molti nomi Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
CCC 1328-1332
«Comunione, perché, mediante questo sacramento,
ci uniamo a Cristo, il quale ci rende partecipi del suo
Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo «Santa Messa, perché la liturgia, nella quale si è
(cf. 1Cor 10,16-17)
compiuto il mistero della salvezza, si conclude con
viene inoltre chiamato le cose sante (τὰ ἄγια;
sancta) (Didaché 9,5) – è il significato originale l’invio dei fedeli (“missio”) affinché compiano la
dell’espressione “comunione dei santi” di cui parla il volontà di Dio nella loro vita quotidiana».
Simbolo degli Apostoli –
pane degli angeli, pane del cielo, farmaco
d’immortalità (Ignazio di Antiochia), viatico...». CCC 1330
CCC 1330
37 38
Eucaristia Eucaristia
Si dice in molti nomi Si dice in molti nomi
Paolo Agostino
Eucaristia
Si dice in molti nomi Eucaristia nel NT
Tommaso due riferimenti fondamentali
1. Cena del Signore (1Cor 11,20)
«Sacramentum caritatis».
2. Frazione del pane (At 2,42; 20,7.11)
Tommaso, STh III, q. 73, a. 3, ad 3 [et alia]
7
Eucaristia nel NT
Eucaristia nel NT
1. Cena del Signore (1Cor 11,20.23-26) 2. Frazione del pane (At 2,42; 20,7.11; cf. CCC 1329)
Partecipare al mistero pasquale
Riferimento alla cena pasquale ebraica
nella “memoria” di quanto il Kyrios ha detto e fatto:
IL FONDAMENTO LA RADICE
BIBLICO VETEROTESTAMENTARIA
45 46
47 48
8
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
49 50
a. Passaggio
- dalla schiavitù senza identità
(insieme di tribù, un non-popolo)
9
Es 34,29
«cornuta esset facies sua»
Michelangelo,
Mosè
1513-1515
Chiesa S. Pietro in Vincoli
Roma
Es 32,19
10
Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
c. L’immolazione dell’agnello
c. L’immolazione dell’agnello
Gesù, nell’ultima Cena, quando è il momento di
mangiare l’agnello, prende il pane e il vino,
benedice e rivela: Questo è il mio corpo dato per Gesù:
voi … questo è il mio sangue versato per voi
- Agnello che toglie il peccato del mondo
(Gv 1,29)
11
Eventi tipologico-eucaristico dell’AT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza 2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
67 68
71 72
12
Eventi tipologico-eucaristico dell’AT Eventi tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
4. Dimora di Dio (šekînāh) 4. Dimora di Dio (šekînāh)
- In mezzo al suo popolo (Ez 37,27)
Cristo nuova e definitiva presenza di Dio:
- In Gerusalemme (Ez 48,35)
- Incarnazione (Gv 1,14)
- Dio è un Dio-con-noi (Is 7,14)
- Nel tempio (1Re 8,10-13)
- Nella tenda (cielo) Abside Per giungere alla:
che contiene l’arca dell’alleanza Altare
- Gerusalemme celeste (Ap 21,3)
- Dio vicino ogni volta che lo invochiamo (Dt 4,7)
73 74
Is 43,18-21 Is 43,22-23
«Non ricordate più le cose passate,
«Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
non pensate più alle cose antiche.
Anzi ti sei stancato di me, o Israele.
Ecco io faccio una cosa nuova: Non mi hai portato neppure un agnello
Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? per olocausto,
Aprirò anche nel deserto una strada, Non mi hai onorato con i tuoi sacrifici.
[…]
immetterò fiumi nella steppa.
mi hai stancato con le tue iniquità.
[…] Io, io cancello i tuoi misfatti,
Il popolo che io ho plasmato per me per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati»
celebrerà le mie lodi»
77 78
13
La berākāh
Comprendere l’Eucaristia
79
nell’orizzonte della storia della salvezza 80
La berākāh La berākāh
La berākāh
2. Confessione di fede
83 84
14
La berākāh Esodo: unico liberatore
Opere di Dio Nel deserto: unico Signore
2° Esodo: unico Dio
1; 3 inclusione
Entra nella liturgia del tempio (Sal 106)
2 Più sviluppato
87 88
89
C. ROCCHETTA, I sacramenti della fede, II, 120-121
15
Opera di Dio (AT) per eccellenza e sintetica: Esodo
berākāh
- liberazione dall’Egitto
- Benedizione introduttiva
- passaggio del mar Rosso
- Memoriale (anamnesi) delle opere di Dio
(Dt 6,2-22; 26,5-8; Gs 24,3-7)
- Benedizione dossologica
Paolo/Lc in generale
εὐχαριστέω Mt/Mc per il calice
berākāh LXX
IL NUOVO TESTA MENTO
εὐλογέω Mt/Mc per il pane
93 94
Il NUOVO TESTAMENTO
1. L’istituzione dell’Eucaristia
1.1. Le quattro redazioni
1.2. La Cena di Gesù: un banchetto pasquale ebraico?
2. L’Eucaristia in Paolo
2.1. La comunione con il Signore
2.2. Il vincolo di unità L’istituzione dell’Eucaristia
2.3. L’annuncio di Cristo crocifisso
2.4. Il banchetto escatologico
3. L’Eucaristia in Giovanni
3.1. La Cena di Gesù: lavanda dei piedi
3.2. L’Eucaristia: rimanere in Cristo
4. Tematiche bibliche
4.1. Cultura biblica di sfondo
4.2. Mangiare insieme
4.3. Morte e vita
95 96
16
A Istituzione dell’Eucaristia B
L’ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA
Dato storico:
Triplice dimensione
La cena di Gesù
- Il tempo di Gesù
come “memoria anticipata” e “profezia in atto”
L’ultima cena di Gesù con gli apostoli prima di morire
dell’evento pasquale
17
Istituzione dell’Eucaristia G Istituzione dell’Eucaristia H
Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20 Mt 26,20-21.26-29 Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26 Mc 14,17-18.22-25 1Cor 11,23-26
Mt - Mc Pietro Paolo
«il mio sangue dell’alleanza» Gerusalemme Antiochia
Ambito semitico Ambito ellenistico
105 106
18
Istituzione dell’Eucaristia Istituzione dell’Eucaristia
«Dove vuoi che andiamo a preparare Gesù muore poco prima della notte di Pasqua
perché tu possa mangiare la Pasqua?» (Gv 18,28; 19, 14.31.42)
(Mc 14,12; Mt 26,17; cf. Lc 22,8)
113 114
19
Leonardo da Vinci
Ultima Cena
1495-1498
Santa Maria delle Grazie
Milano
Giotto, Ultima Cena. Cappella degli Scrovegni. Padova (1303-1305)
14 Nisan 15 Nisan
Plenilunio Vigilia
Storicità della cronologia sinottica
Es 12,18; Nm 28,16; del Sabato J. Jeremias, Le parole dell’Ultima Cena, Paideia,
Lv 23,3; Ez 45,21 Nm 28,17 Brescia 1973 (or. ted. 1935, 19674),
Lv 23,6
Immolazione agnelli al tempio,
cena pasquale
AT festa degli azzimi
La cronologia giovannea è teologica: presentare
Es 12,1-18; 34,18; Dt 16,1-8 Gesù come il vero agnello pasquale (cf. Gv 1,29;
Ez 45,21-24; Nm 28,16-25; Lv 23,3-5 19,36).
Consumazione dell’agnello
Morte di Gesù
Ultima cena (pasquale)
Parasceve
Sinott. Mt 26,17.20; Lc 22,15
Mc 14,17.18.22-24
Mt 27,62 L’ultima cena fu pasquale. Gesù morì il 15 nisan
Mc 15,42
Primo giorno degli Azzimi Lc 23,54
Mt 26,17; Mc 14,12; Lc 22,7
Ultima cena Morte di Gesù Influsso esegetico, teologico, liturgico, pastorale
Gv (non pasquale) Parasceve Gv 19,14.31
Gv 13,1 Gv 19,36; Es 12,46
enorme
117 118
L’ultima cena non fu pasquale. Gesù morì il 14 nisan Morte storica di Gesù in concomitanza
dell’immolazione degli agnelli al tempio.
20
Se fosse cronologico seguire il calendario di Qumran:
Bisogna spiegare perché Gesù nel suo ministero I racconti della descrizione dei fatti che precedono e
pubblico ha sempre seguito il calendario giudaico
che descrivono la passione e la morte di Gesù sono
ufficiale tranne all’ultima cena affidandosi a quello di
molto diversi nello schema cronologico degli
una setta.
avvenimenti confrontando i sinottici e Giovanni.
Da notare che il Cenacolo si trovava nel quartiere
esseno di Gerusalemme.
Tutti concordano, però, che l’ultima cena di Gesù con
Nulla vieta pensare che Gesù, nella sua libertà, abbia i suoi discepoli avviene alla vigilia della sua passione
anticipato la sua cena pasquale rispetto a quella e morte
ebraica, ponendone in rilievo la novità.
121 122
21
L’Eucaristia in Paolo
A 1Cor 10,1-7.14-22
B 1Cor 11,17-34
L’Eucaristia in Paolo A
L’Eucaristia celebrata dalla Chiesa di Corinto
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 nel contesto dell’idolatria
B
Ultima cena di Gesù nel cenacolo
come modello dell’Eucaristia per la Chiesa di Corinto
segnata dalle divisioni
127 128
22
L’Eucaristia in Paolo
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 1. Eucaristia: la comunione con Cristo
«Il calice della benedizione 1. Per preparare il v. 17 in cui si parla del pane
che noi benediciamo non è forse
comunione con il sangue di Cristo? 2. Ordine arcaico (ebraico): calice e pane
E il pane che noi spezziamo, non è forse la 3. Motivazione teologica: compimento Berākāh
comunione con il corpo di Cristo?»
133 134
Il calice della benedizione che benediciamo Il calice della benedizione che benediciamo
comunione con il sangue di Cristo. comunione (koinōnia) con il sangue di Cristo.
Il pane che spezziamo Il pane che spezziamo
comunione con il corpo di Cristo. comunione (koinōnia) con il corpo di Cristo.
23
L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo
1. Eucaristia: la comunione con Cristo 1. Eucaristia: la comunione con Cristo
(1Cor 10,1-7.14.16) (1Cor 10,1-7.14.16)
Il corpo di Cristo
è presente attraverso la figura del pane «Poiché (ὃτι) vi è un solo pane,
noi siamo, benché molti, un solo corpo:
tutti infatti
partecipiamo all’unico pane».
La comunione con Cristo
è realizzata nella “mensa” offerta dal Signore
143 144
24
L’Eucaristia in Paolo L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34 1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
Passaggio causale-fondativo:
Passaggio logico:
- da un solo pane a un solo corpo poiché (ὃτι): congiunzione causale:
«Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il
corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E 2. Eucaristia: il vincolo di unità
l’Apostolo ricorda che questo era già stato predetto
«Proprio in rapporto al corpo di Cristo, il “pane”, del
nella santa Scrittura: I due formeranno una carne
quale i molti partecipano, è “uno” e “unico”. Si tratta
sola. Questo mistero è grande, soggiunge, lo dico in del pane eucaristico che mette in comunione con il
riferimento a Cristo e alla Chiesa (cf. Ef 5,31-32). E in corpo di Cristo. Semplificato si può dire che la
un altro passo, riguardo a questa medesima comunione verticale con il corpo di Cristo è la fonte e
Eucarestia, dice: Uno solo è il pane, e noi, pur la ragione profonda della comunione orizzontale fra i
essendo molti, siamo un corpo solo (1Cor 10,17)». partecipanti all’eucaristia»
B ηθος
149 150
25
Dono dello Spirito e formazione della Comunità L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
«Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito
per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi
o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo 3. L’annuncio di Cristo crocifisso (1Cor 11,26)
Spirito». B
1Cor 12,13 4. Il banchetto escatologico (1Cor 11,26)
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-7.14-22; 11,17-34
155 156
26
L’Eucaristia in Giovanni L’Eucaristia in Giovanni
Gv 2,1-10; 6; 13; 15,1-7; 19,31-37 Gv 13
Descrizione dell’ultima cena
con la lavanda dei piedi, senza Eucaristia
2,1-10 Acqua - vino - Maria A
La lavanda presente nel banchetto pasquale ebraico
6 Rimanere in Cristo: pane B
Varianti di Gesù rispetto al banchetto ebraico:
X 13 Ultima cena - Lavanda dei piedi C - Il soggetto: non è il più giovane che lava (Giovanni)
15,1-7 Rimanere in Cristo: vite B’ ma chi presiede il banchetto (Gesù).
Primi sono ultimi, autorità come servizio
19,31-37 Acqua - sangue - Maria A’
- L’oggetto: non vengono lavate le mani
ma i piedi.
Non semplice gesto rituale-cultuale (purificazione)
Inclusione
ma servizio concreto
157 158
27
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
«Vi do un comandamento nuovo (ἐντολὴν καινὴν):
che vi amiate gli uni gli altri; come (καθὼς) io vi ho
amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da
questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se
avrete amore gli uni per gli altri»
Gv 13,34-35
28
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 6, 26-59 [66]
169 170
- Mangiare insieme (comunione tra i fratelli): - Totalità della persona (che si dona)
Comunione con i commensali (valenza cristologica)
- Mantiene in unità le membra (1Cor 12)
Gesù pone esplicitamente una relazione (valenza ecclesiologica)
tra lui e i doni (pane e vino)
nella benedizione e comunione - Per molti (Mc/Mt):
Totalità degli uomini
I doni indicano e realizzano Il suo corpo non è semplice corpo oggettuale (Körper), ma
corpo di una persona, è corpo vissuto (Leib)
la relazione comunionale con lui 171 172
1. Ricordo delle opere di Dio: passato-memoria 1. Ricordo delle opere di Dio: esodo / le opere di Gesù
29
«La salvezza presenta una valenza sacramentale in particolare «Se l’evento fondatore realizza l’alleanza per il popolo di
nella celebrazione vista come segno profetico, anticipo
Dio attraverso il passaggio del Mar Rosso, il nuovo evento
salvifico e soprattutto come memoriale. Infatti, l’evento
salvifico quale compimento dell’esodo è dato dal passaggio del fondatore del nuovo popolo di Dio realizza la nuova
Mar Rosso (la Pasqua), che è l’evento fondatore, il quale alleanza mediante il passaggio da questo mondo al Padre
viene anticipato ritualmente nell’ultima cena nella notte che
da parte di Gesù, ossia il mistero pasquale della sua
precede quell’evento, per cui quel rito diventa segno profetico
dell’evento, ma anche suo anticipo salvifico perché grazie a passione, morte e risurrezione. È nell’esodo-pasquale di
quel rito si sperimenta già la salvezza (non muoiono i Cristo da questo mondo al Padre che viene svelato il
primogeniti degli israeliti). Quel rito, inoltre, assume una senso ultimo della Pasqua, che è agapico-diaconale, che
fondamentale prospettiva salvifica quale memoriale per le
future generazioni, perché ripetendolo esse partecipano alla rende possibile la venuta dello Spirito (cf. Gv 16,7), che
salvezza dell’evento fondatore, il passaggio del Mar Rosso, distrugge il peccato (cf. Eb 9,14), che fonda il potere dello
anche se fisicamente non erano presenti e temporalmente ne stesso Gesù di perdonare i peccati (cf. Lc 7,48; Gv 1,29)».
sono molto lontane».
R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica, R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica,
in A. LAMERI - R. NARDIN, Sacramentaria fondamentale, 78 in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 78
«L’evento fondatore della nuova alleanza, la Pasqua di «Le azioni compiute e le parole pronunciate sul pane e
Cristo, si rende presente ritualmente in particolare con sul calice [nell’ultima cena] costituiscono il segno
la celebrazione eucaristica, in quanto all’ultima cena,
profetico che prefigura realmente l’evento fondatore del
anticipando la sua croce, Gesù offrì il suo corpo e il suo
Calvario. Tali azioni e parole rimandano, suppongono e
sangue “nella nuova alleanza” (Lc 22,20; 1Cor 1,25) in
forma incruenta dicendo “fate questo in memoria di traggono efficacia proprio da questo evento e,
me” (Lc 22,19; 1Cor 11,24-25), per cui la valenza contemporaneamente, istituiscono la celebrazione
sacramentale della Pasqua del NT è la stessa dell’AT, eucaristica come memoriale, segno rituale attraverso
ossia segno profetico, anticipo salvifico e cui i credenti di ogni tempo vengono coinvolti
soprattutto come memoriale».
nell’evento della croce e di esso partecipi».
R. NARDIN, Linee di sacramentaria biblica,
in A. Lameri - R. Nardin, Sacramentaria fondamentale, 78 P. Caspani, Pane vivo spezzato per il mondo, 57-58
30
Cultura biblica di sfondo E Cultura biblica di sfondo F
Ultima cena:
Ultima cena (riforma protestante):
Non semplice allegoria della morte prossima.
Semplice allegoria della morte prossima
Nella dinamica della rivelazione cristologica
il rivelarsi con parabole indica il Regno del Padre
Rappresentazione simbolica
nell’ultima cena Gesù rivela se stesso come colui che
compie in pienezza la volontà del Padre, donando la
propria vita (croce)
I doni non sarebbero segni “realistici”
della morte di Gesù
Solo predizione della morte imminente Momento decisivo della vita di Gesù: compimento
181 182
185
Partecipare della stessa benedizione di Dio 186
31
Mangiare insieme C Mangiare insieme D
Gesù banchetta con i peccatori! Gesù mangia con i discepoli dopo la risurrezione
32
Morte e vita B Morte e vita C
(croce - risurrezione - venuta escatologica) (croce - risurrezione - venuta escatologica)
Inizio (morte)
Il contesto dell’istituzione dell’Eucaristia Inizio: Gesù muore in croce
non può essere separato
dalla morte imminente di Gesù
Conclusione: Gesù ritorna glorioso
Conclusione (escatologia)
La celebrazione dell’Eucaristia
annuncia il banchetto escatologico
suppone la glorificazione/risurrezione Presente: Gesù risorto
di Gesù, Signore 193 194
L’Eucaristia NT L’Eucaristia NT
«Consumare questi segni dell’alleanza significa avere
«[...] l’affermazione dell’identità reale fra il pane e il
la vita (Giovanni).
Paolo approfondisce l’idea sinottica dell’eucaristia vino eucaristici e il corpo e sangue di Cristo non è
come funzione costitutiva ed unificante della stessa esplicitamente messa a tema dai testi biblici. Tale
comunità. I discepoli celebrano e consumano il santo
identità rappresenta piuttosto un presupposto pacifico
banchetto come permanente memoria, ricordando la
morte di Gesù, proclamando la sua presenza (Paolo) e e incontestato di riflessioni fondamentalmente orientate
33
L’Eucaristia NT
«I sinottici individuano tale finalità nell’instaurazione
della comunione tra il Signore e i suoi discepoli [...].
Paolo mostra che l’efficacia dell’eucaristia consiste nel
farci diventare ciò che essa è: poiché è comunione del L’ O R I Z Z O N T E P A T R I S T I C O
corpo di Cristo, coloro che se ne nutrono diventano
essi stessi corpo di Cristo (1Cor 10,17); e dato che si
tratta di un solo pane, chi ne mangia diventa un solo D E L L’ E U C A R I S T I A
corpo (1Cor 10,16). La teologia giovannea, invece, non
ha legami col tema dell’unità della Chiesa, ma insiste
sulla mutua dimora del credente nel Figlio e del Figlio
nel credente (Gv 6,56-57)».
201 202
34
Eucaristia (II secolo) Eucaristia (II secolo)
Rendere grazie - 1. Anamnesi (Didaché) Rendere grazie - 1. Anamnesi (Didaché)
«1. Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie: 2. Ti
rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai
fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e 1. Anamnesi (lode riconoscente): Didachè
l’immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A - per la redenzione (storia della salvezza)
te gloria nei secoli. 3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni
cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e - per la salvezza in Cristo
bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi
hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna - per il dono di Cristo presente
per mezzo del tuo servo. 4. Soprattutto ti rendiamo grazie
perché sei potente. A te gloria nei secoli. 5. Ricordati, Signore, - per il cibo e la bevanda per la vita eterna
della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla - per la creazione
perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti
nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua è la potenza e - tensione verso l’unità della Chiesa
la gloria nei secoli. 6. Venga la grazia e passi questo mondo».
Didachè 10,1-5 206
si è manifestato come tuo figlio, nato dallo Spirito Doni, pane e vino (Dialogo Trifone)
Santo e dalla Vergine. Ha fatto la tua volontà e per
acquistarti un popolo santo, ha steso le mani, mentre
Rendere grazie al Signore
soffriva, onde liberare dalla sofferenza coloro che
Ireneo Sacrificio come azione
hanno creduto in te”». (Adversus haereses
IV,18,6)
Consacrare i doni, pane e vino
Traditio apostolica, 4 208
35
Eucaristia (II secolo) Ippolito
1. Anamnesi 1. Anámnesis
(ricordo)
3. Benedizione 3. Epiclesis
(invocazione)
211 212
Ippolito
Eucaristia (II secolo)
«Ricordandoci [Anámnesis] della sua morte e della
sua risurrezione, ti offriamo [Prosphorà] il pane e il
calice, rendendoti grazie, perché ci hai giudicati degni Ignazio di Antiochia
di stare davanti a te e di servirti. Ti chiediamo
[Epiclesis] di inviare il tuo Spirito sull’offerta della santa Causa l’unità della Chiesa (Filadelfia)
(dimensione ecclesiologica)
Chiesa, di raccogliere nell’unità coloro che si
comunicano, di colmarli dello Spirito Santo, per L’Eucaristia È la carne di Cristo (Smirne, Roma)
rinforzare la loro fede nella verità. Così vogliamo lodarti (dimensione cristologica)
e glorificarti per mezzo del tuo Figlio, Gesù Cristo. Per Medicina per vivere in Cristo (Efeso)
lui ti siano resi gloria ed onore, Padre e Figlio con lo e antidodo per non morire
Spirito Santo nella santa Chiesa ora e nei secoli dei (dimensione antropologica)
secoli. Amen». Traditio apostolica, 4
214
215 216
36
Ignazio di Antiochia Ignazio di Antiochia
217 218
Ignazio di Antiochia
Eucaristia (II secolo)
- Eucaristia farmaco d’immortalità
«Ciascuno di voi in particolare e tutti insieme, sorretti
Ignazio (alle Chiese di Smirne, Roma)
dalla grazia, animati da una stessa fede, e concordi in
Gesù Cristo, della stirpe di Davide secondo la carne,
Eucaristia = carne di Cristo figlio dell’uomo e figlio di Dio, mantenetevi
indissolubilmente uniti nell’obbedienza ai vescovi e al
- Pane di Dio = carne di Cristo, della stirpe di Davide
- Bevanda = il sangue di Cristo collegio dei presbiteri, spezzando un unico pane, che è
farmaco d’immortalità, antidoto che preserva dalla
morte e assicura per sempre la vita in Gesù Cristo»
(Efes. 20, 2)
219 220
Ignazio
Ignazio (alla Chiesa di Efeso)
L’Eucaristia non è una cosa,
ma un processo di
Eucaristia =
identificazione con Cristo
- Medicina per vivere sempre in Cristo Gesù
- Antidoto per non morire F. Courth, I sacramenti, 231
221 222
37
Giustino (rapporto con il battesimo e la vita)
Eucaristia (II secolo)
«dopo aver così lavato chi è divenuto credente e ha
aderito, lo conduciamo presso quelli che chiamiamo
Giustino (Apologia I) fratelli, dove essi si trovano radunati, per pregare
insieme fervidamente, […], affinché, appresa la
verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e
- Rapporto con il battesimo e la vita fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza
eterna» (I Apologia, 65,1)
- Analogia con l’incarnazione
- Celebrazione eucaristica «Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a
nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che
i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il
lavacro per la remissione dei peccati e la
rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato»
(I Apologia, 66,1)
223
«Infatti noi li prendiamo non come pane comune e «Nel primo giorno chiamato “del sole”, si fa una
bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il nostro riunione in uno stesso luogo di tutti quelli che abitano
Salvatore incarnatosi, per la parola di Dio, prese carne sparsi per le città o le campagne, e vengono lette le
e sangue per la nostra salvezza, così abbiamo memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti, finché il
appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la tempo lo consente. Quando il lettore ha terminato,
preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui colui che è preposto alla comunità, mediante un
si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per
discorso, ammonisce ed esorta all’imitazione di
trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù
queste belle cose».
incarnato»
I Apologia, 67,3-4
I Apologia, 66,2
228
38
Eucaristia (II secolo) Eucaristia (II secolo)
229 230
Padri latini
Scuola antiochena (+ cappadoci)
39
Padri latini
Padri latini
Tertulliano
Carattere sacrificale dell’Eucaristia Azione che rende presente l’oblazione di Cristo
nella comunità.
Legame con la croce
La comunità rivive quella azione
Come se Cristo morisse di nuovo partecipandovi in prima persona
venendo trasformata in essa.
Eucaristia: sacrificium crucis in forma sacramentale
235 236
ma la rende presente
quando la comunità ne fa memoria. (Medioevo latino) Teologia
- Agostino (+430)
(Trinità, antropologia)
Ambrogio
Ambrogio
Segno sacramentale:
corpo e sangue di Cristo, presente
Segno sacramentale:
corpo e sangue di Cristo, presente
oggettività
De mysteriis cristica
De mysteriis
Consecratio: «Vera utique caro Christi, quae crucifixa est, quae
parola di Cristo, ripetuta
sepulta est: vere ergo carnis illius sacramentum
est»
De sacramentis Sacrificio «È la vera carne di Cristo, che venne crocifissa e
sepolta. È, quindi, veramente il sacramento di
Cancellare i peccati quella carne».
239 240
40
Ambrogio Ambrogio
Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta
241 242
Ambrogio Ambrogio
Consecratio: Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta parola di Cristo, ripetuta
Ambrogio
245 246
41
Agostino
Agostino
Platonismo agostiniano
Ambrogio Identità (del sacramento)
Prospettiva liturgica: realismo
Dimensione cristologica
Ecclesiale Eucaristia
Agostino Soggetti Dimensione ecclesiologica
Antropologico
Prospettiva ecclesiologica: simbolismo Dimensione sacrificale
247 248
Agostino
Agostino
Leggere Agostino nel suo contesto
Realista (cattolici)
(ermeneutica) (Aristotele) e nell’orizzonte dei destinatari
Agostino
Simbolica (riforma protestante)
(Platone) Recupero di Agostino “recente”
Agostino Agostino
251 252
42
Agostino
Agostino
Realista
«Nessuno mangia di quella carne
senza prima essersi prostrato in adorazione»
Annuncio dell’Eucaristia
Realista:
come corpo e sangue di Cristo
signum res
255 256
Celeste Terrestre
«Aliud videtur, aliud intelligitur»
Platonismo Aristotele
Realtà
agostiniano
signum res
Motivo cristologico: Eucaristia Corpo e sangue Realtà Immagine
comunione con Cristo Platone
di Cristo Prototipo Figura
Res importante
(ontologico) Copia
43
Dimensione cristologica Dimensione ecclesiologica
Res tantum Effetto del sacramento 2 Res tantum Effetto del sacramento 2
Platonismo agostiniano «Una giustizia che essi presumevano dalle loro forze,
«Il tuo nutrimento sia la vita, la tua bevanda sia la vita; illudendosi di poterla compiere appoggiandosi sulla
avrai la vita e la vita sussiste nella sua integrità. Allora propria virtù. Ora, nessuno può adempiere la legge,
avverrà questo, cioè, che corpo e sangue di Cristo senza l’aiuto della grazia, che è il pane che discende
saranno la vita per ognuno, se ciò che si riceve
dal cielo. Compie la legge - dice in maniera concisa
visibilmente nel Sacramento si mangi spiritualmente, si
l’Apostolo, - soltanto chi ama (Rm 13, 10): chi ama
beva spiritualmente nella realtà propria significata.
Abbiamo ascoltato il Signore stesso che dice: “È lo non il denaro, ma chi ama Dio; chi ama non la terra o il
Spirito che dà la vita; la carne, invece, non serve a cielo, ma colui che ha fatto il cielo e la terra. Donde
nulla. Le parole che vi ho detto sono spirito e vita” (Gv attinge, l’uomo, questo amore?».
6, 54-65)».
Agostino, In Jo tr. 26,1 (comm. Gv 6,41-59)
Agostino, Sermo 131 (comm. Gv 6,54-66) Documento in cattedra on line 262
44
«“Chi mangia la mia carne e beve il mio «Ciò che vedete sopra l’altare di Dio, l’avete
sangue, dimora in me ed io in lui” (Gv 6, 57). visto anche nella notte passata; ma non avete
Mangiare questo cibo e bere questa bevanda, ancora udito che cosa sia, che cosa significhi,
vuol dire dimorare in Cristo e avere Cristo di quale grande realtà nasconda il mistero. Ciò
che vedete è il pane e il calice: ve lo
sempre in noi. Colui invece che non dimora in
assicurano i vostri stessi occhi. Invece secondo
Cristo, e nel quale Cristo non dimora, né
la fede che si deve formare in voi il pane è il
mangia la sua carne né beve il suo sangue, ma
corpo di Cristo, il calice è il sangue di Cristo».
mangia e beve a propria condanna […]».
Agostino, Sermo 272 (Omelia ai neofiti)
Agostino, In Jo tr. 26,18 (comm. Gv 6,41-59)
Platonismo agostiniano «Se vuoi comprendere [il mistero] del corpo di Cristo,
ascolta l’Apostolo che dice ai fedeli: “Voi siete il corpo di
«[…] questo pane come può essere il suo Cristo e sue membra” (1Cor 12,27). Se voi dunque siete il
corpo? E questo calice, o meglio ciò che è corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è
deposto il mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò che
contenuto nel calice, come può essere il sangue siete rispondete: Amen e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si
suo? Queste cose, fratelli, si chiamano dice infatti: Il Corpo di Cristo, e tu rispondi: Amen. Sii
membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo
sacramenti proprio perché in esse si vede una Amen. Perché dunque [il corpo di Cristo] nel pane? […]
realtà e se ne intende un’altra (Aliud videtur, ascoltiamo sempre l’Apostolo il quale, parlando di questo
sacramento, dice: “Pur essendo molti formiamo un solo
aliud intelligitur). Ciò che si vede ha un pane, un solo corpo” (1Cor 10,17). Cercate di capire ed
aspetto materiale, ciò che si intende produce un esultate. Unità, verità, pietà, carità. “Un solo pane”: chi è
questo unico pane? “Pur essendo molti, formiamo un solo
effetto spirituale». corpo”. Ricordate che il pane non è composto da un solo
chicco di grano, ma da molti».
Agostino, Sermo 272 (Omelia ai neofiti) Agostino, Sermo 272
«Quando si facevano gli esorcismi su di voi venivate, Il signum (videtur) similitudo alla res (intelligitur)
per così dire, macinati; quando siete stati battezzati,
siete stati, per così dire, impastati; quando avete Ciò che i segni del pane e del vino
ricevuto il fuoco dello Spirito Santo siete stati, per indicano a livello visibile (videtur)
così dire, cotti. Siate ciò che vedete e ricevete ciò (unità di più chicchi di frumento, di più acini di uva)
che siete. Questo disse l’Apostolo in riguardo al
[tra il videtur e l’intelligitur c’è similitudo]
pane. E ciò che dobbiamo intendere del calice,
anche se non è stato detto, ce l’ha fatto capire il sacramento (l’Eucaristia)
abbastanza. Come infatti perché ci sia la forma realizza a livello invisibile (intelligitur)
visibile del pane molti chicchi di grano vengono (unità della Chiesa, aspetto mistico)
impastati fino a formare un’unica cosa - come se
avvenisse quanto la sacra Scrittura dice dei fedeli:
“Avevano un’anima sola e un solo cuore protesi La Chiesa quando celebra l’Eucaristia
verso Dio” (At 4, 32) - così è anche per il vino». diventa ciò che è: comunione,
Agostino, Sermo 272 quindi unità ecclesiale e corpo di Cristo
270
45
«Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una
«Voi quindi cominciate a ricevere quel che già
sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il
corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E l’Apostolo avete cominciato ad essere, purché non lo
ricorda che questo era già stato predetto nella santa riceviate indegnamente, mangiando e bevendo la
Scrittura: I due formeranno una carne sola. Questo
vostra condanna Così infatti soggiunge: Chiunque
mistero è grande, soggiunge, lo dico in riferimento a
Cristo e alla Chiesa (cf. Ef 5,31-32). E in un altro passo, mangia il pane o beve il calice del Signore
riguardo a questa medesima Eucarestia, dice: Uno solo indegnamente sarà reo del corpo e del sangue
è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo
del Signore. Ciascuno perciò esamini se stesso e
(1Cor 10,17)».
poi mangi di questo pane e beva di questo calice;
Agostino, Sermo 228 B
perché chi mangia e beve indegnamente mangia
L’Eucaristia è letta in chiave sponsale e beve la propria condanna (1Cor 11, 27-29)».
Offerta della vita a Cristo, perché una carne con lui
Agostino, Sermo 228 B
Dimensione sacrificale 271 272
Sintesi su Agostino
«E voi lo ricevete degnamente se vi terrete lontani «La virtù propria di questo sacramento
dal fermento delle cattive dottrine, in modo che è l’unità:
273 274
Unità ecclesiale
La Chiesa quando celebra l’Eucaristia
diventa ciò che è: comunione, Eucaristia
Implicazione antropologica:
275
diventiamo ciò che riceviamo 276
46
ἰχθύς ἸΧΘΥΣ pesce «Vuoi comprendere la forza del sangue di Cristo?
Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine
Ἰησοῦς Χριστός, Θεοῦ Υἱός, Σωτήρ dell’Antico Testamento. Immolate, dice Mosè, un
agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte
(cf. Es 12,1-14). Cosa dici, Mosè? Quando mai il
sangue di un agnello ha salvato l’uomo ragionevole?
Certamente, sembra rispondere, non perché è
sangue, ma perché è immagine del sangue del
Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza
nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell’antico
simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e
Catacombe di S. Callisto (Cripte di Lucina, affresco del II sec.): splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del
Eucaristia con pane (in un canestro) e vino (in un piccolo vaso rosso). tempio di Cristo»
Vicino c’è il pesce, si ricorda la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3
che è figura l’Eucaristia. Liturgia delle Ore, II, 424-425
277
«Se vuoi comprendere ancor più «E uscì dal suo fianco sangue ed acqua (cf. Gv
profondamente la forza di questo sangue 19,34). Carissimo, non passare troppo facilmente
considera da dove cominciò a scorrere e da sopra a questo mistero. Ho ancora un altro
quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e significato mistico da spiegarti. Ho detto che
sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e quell’acqua e quel sangue sono simbolo del
ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da
s’avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo questi due sacramenti […]. I simboli del battesimo
di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue. e dell’Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è
L’una simbolo del battesimo, l’altro dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa,
dell’Eucaristia» come dal costato di Adamo fu formata Eva»
EPOCA MEDIEVALE
281
47
Raffaello,
Sant’Ambrogio
e sant’Agostino
Da La Disputa del Sacramento
1509
Musei Vaticani
Epoca carolingia (IX sec.)
Pascasio Radberto - Ratramno
Raffaello,
Scolastica (XIII sec.)
san Tommaso, Tommaso
Innocenzo III Bonaventura
e san Bonaventura
Da La Disputa del Sacramento
1509
Musei Vaticani
284
Area culturale
franco-germanica Esiste solo ciò che è presente in re
Orizzonte ermeneutico
L’immagine, la figura, non ha in sé una vera realtà,
come nel platonismo agostiniano
285 286
- Allegoria retorica: Parola = significato nella frase Prospettiva patristica: greca e latina
(Platone, Alessandria)
Simbolico = reale
48
Epoca carolingia (IX sec.) Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno) (Pascasio Radberto - Ratramno)
S.P. BONANNI, La controversia eucaristica dell’XI secolo L’ermeneutica simbolica è autorevole (Eriugena)
in R. NARDIN - G. TANGORRA (edd.), Sacramentum caritatis, 145-161
293 294
49
Inizio II millennio (XI sec.) Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario) (Lanfranco - Berengario)
Berengario
Berengario
Scrive a Lanfranco
che è in un concilio a Roma (1050). Invitato al sinodo di Vercelli
non si presenta
La lettera di Berengario letta (pubblicamente)
Lanfranco deve esprimersi (pubblicamente)
Sinodo di Roma 1059
(sensualiter)
Il concilio scomunica di Berengario
295 296
50
Inizio II millennio (XI sec.) Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario) (Lanfranco - Berengario)
Berengario
Berengario
303 304
305 306
51
Immagine
Realtà Platonismo Tommaso Ugo di S. Vittore
Figura
Prototipo agostiniano
(ontologico) Copia 1 Sacramentum tantum Species (segno) Visibile
Res Signum
Signum tantum 2 Res et sacramentum Veritas (realtà) Visibile/
Res tantum invisibile
Sacramentum
Res sacramenti
Sacr.tum tantum
Invisibile Visibile
3 Res sacramenti Virtus (potenza) Invisibile
Prima scolastica
Pietro Lombardo
1 Segno esteriore, specie visibili, sacramento in sé e per sé
(Summa Sententiarum)
Attualizzazione del sacrificio di Cristo A
2 Effetto intermedio: Presenza reale del suo corpo e sangue B
Res tantum Res et signum Signum tantum C
Incontro col Signore
Res sacramenti Res et sacramentum Sacr.tum tantum 3 Fine del sacramento: Grazia dona
Appartenenza alla Chiesa D
307
A
Memoria
Secondo millennio
Sacrificio di
2° e 3° momento Corpus Christi Cristo
52
Secondo millennio (Pietro Lombardo)
Primo millennio
Corpus Christi Mysticum (Chiesa)
Res sacramenti Chiesa (unità)
Naturale e sociale
(giuridico)
Presenza reale
del corpo e sangue di Cristo
313 314
Eucaristia al centro
Celebrata dal singolo presbitero che consacra:
- l’eucaristia “indipendente” dalla comunità Concilio Lateranense IV (1215):
- l’eucaristia questione “privata” del presbitero comunione almeno una volta all’anno
- l’episcopato non è un sacramento
315 316
53
Allegorismo
L’allegorismo
introdotto da Amalario di Metz nel secolo IX.
Allegorismo e devozionalismo
La Messa diventa una grande sceneggiatura
della vita di Cristo,
della sua passione e della sua morte.
319 320
Allegorismo Allegorismo
321 322
Allegorismo Devozionalismo
54
Tommaso
Summa theologiae III, qq. 73-83
«Primo, del sacramento in se stesso [q. 73]; secondo, della sua
materia [q. 74]; terzo, della sua forma [q. 78]; quarto, dei suoi
effetti [q. 79]; quinto, di coloro che lo ricevono [q. 80]; sesto, del
L’Eucaristia in Tommaso suo ministro [q. 82]; settimo, del suo rito [q. 83].
Sul primo tema esamineremo:
1. Se l’Eucaristia sia un sacramento;
2. Se sia un sacramento unico o molteplice;
3. Se sia necessario per la salvezza;
4. Le sue denominazioni;
5. La sua istituzione;
6. Le sue prefigurazioni»
Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 1 resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 1 resp
Sacramento: «Et ideo, sicut ad vitam spiritualem oportuit esse
segno e strumento Baptismum, qui est spiritualis generatio, et
della vita spirituale dell’essere umano confirmationem, quae est spirituale augmentum; ita
«Sacramenta Ecclesiae ordinantur ad subveniendum oportuit esse sacramentum Eucharistiae, quod est
homini in vita spirituali. Vita autem spiritualis vitae spirituale alimentum»
corporali conformatur, eo quod corporalia
spiritualium similitudinem gerunt» «Perciò, come per la vita spirituale era necessario
che ci fosse il battesimo, che è la rigenerazione
«I sacramenti della Chiesa hanno lo scopo di
spirituale, e la cresima, che è la crescita spirituale,
provvedere l’uomo nella vita spirituale. Ma la vita
così era necessario che ci fosse il sacramento
dello spirito somiglia a quella del corpo, essendo
dell’Eucarestia, che è l’alimento spirituale»
le cose corporali immagini di quelle spirituali»
328
Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 1, ad 3um
Summa theologiae III, q. 73, a. 1, ad 2um
«Nam in sacramento Eucharistiae id quod est res et
sacramentum, est in ipsa materia; id autem quod est res
«Sicut autem se habet virtus spiritus sancti
tantum, est in suscipiente, scilicet gratia quae confertur.
ad aquam Baptismi, In Baptismo autem utrumque est in suscipiente, et character,
ita se habet corpus Christi verum qui est res et sacramentum; et gratia remissionis peccatorum,
ad species panis et vini» quae est res tantum. Et eadem ratio est de aliis sacramentis»
«Nel sacramento dell’Eucarestia la res et sacramentum si
«L’acqua del battesimo non ha efficacia spirituale in trova nella materia stessa; mentre la res tantum, ossia la
quanto acqua, ma per la virtù dello Spirito Santo grazia conferita, si trova in chi la riceve. Nel battesimo, al
presente in essa […] come la virtù dello Spirito contrario, ambedue le cose si trovano in chi lo riceve: sia il
Santo sta all’acqua del battesimo, così il vero corpo carattere che è res et sacramentum, sia la grazia della
di Cristo sta alle specie del pane e del vino» remissione dei peccati che è res tantum. Lo stesso si dica
degli altri sacramenti»
329 330
55
Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 3, resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 3, resp.
«Baptismus est principium spiritualis vitae, et ianua «il battesimo è l’inizio della vita spirituale e "la porta dei
sacramentorum. Eucharistia vero est quasi sacramenti". L’Eucarestia invece è quasi "il
consummatio spiritualis vitae, et omnium
coronamento" della vita spirituale e "il fine di tutti i
sacramentorum finis, ut supra dictum est, per
sacramenti", come si disse sopra: poiché le grazie di
sanctificationes enim omnium sacramentorum fit
praeparatio ad suscipiendam vel consecrandam tutti i sacramenti preparano, o a ricevere, o a
Eucharistiam. Et ideo perceptio Baptismi est consacrare l’Eucarestia. Perciò mentre ricevere il
necessaria ad inchoandam spiritualem vitam, perceptio battesimo è necessario per iniziare la vita
autem Eucharistiae est necessaria ad soprannaturale, ricevere l’Eucarestia è necessario per
consummandam ipsam»
portarla a compimento»
331 332
Tommaso Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 3, ad 3um Summa theologiae III, q. 73, a. 3, ad 3um
«quod Baptismus est sacramentum mortis et passionis «Il battesimo è il sacramento della morte e della
Christi prout homo regeneratur in Christo virtute passione di Cristo, in quanto l’uomo viene rigenerato in
passionis eius. Sed Eucharistia est sacramentum Cristo per virtù della sua passione. L’Eucarestia invece
passionis Christi prout homo perficitur in unione ad è il sacramento della passione di Cristo in quanto
l’uomo viene unito perfettamente con Cristo immolato.
Christum passum. Unde, sicut Baptismus dicitur
Ecco perché mentre il battesimo viene denominato "il
sacramentum fidei, quae est fundamentum spiritualis
sacramento della fede", la quale è il sacramento della
vitae; ita Eucharistia dicitur sacramentum caritatis,
vita spirituale; l’Eucarestia viene chiamata "il
quae est vinculum perfectionis, ut dicitur Coloss. III
sacramento della carità", la quale è il "legame perfetto",
[Col. 3, 14]» secondo l’espressione di S. Paolo [Col. 3,14]»
333
Tommaso Tommaso
56
Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp.
«tria considerare possumus, scilicet id quod est «In questo sacramento possiamo considerare tre
sacramentum tantum, scilicet panis et vinum; et id quod elementi: quello che è sacramentum tantum, ossia il pane
est res et sacramentum, scilicet corpus Christi verum; et id e il vino; quello che è res et sacramentum, ossia il corpo
quod est res tantum, scilicet effectus huius sacramenti. vero di Cristo; quello che è res tantum, ossia l’effetto di
questo sacramento. Ora, per quanto riguarda il
Quantum igitur ad id quod est sacramentum tantum
sacramentum tantum, la figura principale dell’Eucarestia è
potissima figura fuit huius sacramenti oblatio
l’oblazione di Melchisedec, il quale "offrì pane e vino". Per
Melchisedech, qui obtulit panem et vinum. Quantum autem
quanto invece riguarda il Cristo stesso immolato, che è
ad ipsum Christum passum, qui continetur in hoc contenuto in questo sacramento, la figura principale va
sacramento, figurae eius fuerunt omnia sacrificia veteris riscontrata in tutti i sacrifici del Vecchio Testamento,
testamenti; et praecipue sacrificium expiationis, quod erat specialmente nel sacrificio dell’espiazione che era
solemnissimum. Quantum autem ad effectum, fuit solennissimo. Per quanto poi riguarda l’effetto
praecipua eius figura manna». (dell’Eucarestia) la principale figura fu la manna».
337 338
Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp. Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp.
«Sed agnus paschalis quantum ad haec tria «Ma l’agnello pasquale prefigurava questo sacramento
praefigurabat hoc sacramentum. Quantum enim ad sotto tutti e tre questi aspetti. Quanto al primo, perché si
primum, quia manducabatur cum panibus azymis, [...]. mangiava con i pani azzimi, a norma dell’Esodo:
Quantum vero ad secundum, quia immolabatur ab "Mangeranno le carni e i pani azzimi". Quanto al secondo,
omni multitudine filiorum Israel quartadecima luna, perché veniva immolato da tutti i figli d’Israele nella
quod fuit figura passionis Christi, qui propter quattordicesima luna, a prefigurare la passione di Cristo,
innocentiam dicitur agnus. Quantum vero ad effectum, che per l’innocenza viene denominato agnello. Quanto
quia per sanguinem agni paschalis protecti sunt filii all’effetto, perché il sangue dell’agnello pasquale protesse i
Israel a devastante Angelo, et educti de Aegyptiaca figli d’Israele dall’angelo devastatore e li liberò dalla
servitute. Et quantum ad hoc, ponitur figura huius schiavitù d’Egitto. Dunque l’agnello pasquale va
sacramenti praecipua agnus paschalis, quia considerato come la figura principale dell’Eucarestia,
secundum omnia eam repraesentat». perché la prefigurava sotto tutti gli aspetti».
339 340
sacramento della risurrezione del Signore; egli Pane e vino, materia conveniente
del sacramento
è presente in essa indubbiamente come
«Christus hoc sacramentum sub specie panis et
Signore risorto, ma in atto di renderci consorti vini instituit, sicut patet Matth. XXVI. Unde panis
del suo sacrificio mediante il dono del suo et vinum sunt materia conveniens huius
sacramenti».
Corpo dato e del suo Sangue sparso, quali
viatico della gloria». «Cristo istituì questo sacramento sotto le specie
del pane e del vino, come risulta dal Vangelo.
Quindi il pane e il vino sono la materia
I. BIFFI, L’Eucaristia in San Tommaso, 34 conveniente di questo sacramento».
342
57
Summa theologiae III, q. 75, a. 1, resp. Summa theologiae III, q. 75, a. 1, ad 1um
Eucaristia simbolo reale del corpo e sangue di Cristo «haeretici [...], male verba Augustini intelligentes. Cum
enim Augustinus dicit, non hoc corpus quod videtis
manducaturi estis, non intendit excludere veritatem
«verum corpus Christi et sanguinem
esse in hoc sacramento, corporis Christi, sed quod non erat manducandum in
non sensu deprehendi potest, hac specie in qua ab eis videbatur. Per hoc autem
sed sola fide, quae auctoritati divinae innititur» quod subdit, sacramentum vobis aliquod commendavi,
spiritualiter intellectum vivificabit vos, non intendit
«La reale presenza del corpo e del sangue di Cristo quod corpus Christi sit in hoc sacramento solum
in questo sacramento
secundum mysticam significationem, sed
non può essere conosciuta dai sensi,
ma solo dalla fede, che si fonda sull’autorità divina» spiritualiter dici, idest, invisibiliter et per virtutem
spiritus»
343
Summa theologiae III, q. 78, a. 1, resp. Summa theologiae III, q. 78, a. 1, resp.
«Questo sacramento differisce dagli altri sacramenti in due cose.
«Secondo, perché le forme degli altri sacramenti
Primo, per il fatto che si compie mediante la consacrazione della
materia; mentre gli altri sacramenti si compiono mediante l'uso vengono proferite dal ministro in persona propria (ex
della materia consacrata. Secondo, per il fatto che negli altri persona ministri), sia in atto di fare, come quando si
sacramenti la consacrazione della materia consiste solo in una dice: "Io ti battezzo" o "Io ti confermo"; sia in atto di
benedizione, per la quale la materia consacrata riceve
strumentalmente una virtù spirituale […]. Al contrario in questo comandare, come quando nel sacramento dell’ordine
sacramento la consacrazione della materia consiste in una si dice: "Ricevi il potere..."; […]. Al contrario la forma
miracolosa conversione della sostanza, che Dio solo può di questo sacramento viene proferita in persona di
compiere. […] il ministro non ha altro ufficio che quello di proferire
le parole. […] la forma di questo sacramento differisce in due
Cristo stesso che parla (ex persona ipsius Christi
maniere dalle forme degli altri sacramenti. Primo, nel fatto che le loquentis) (direttamente): in modo da far intendere
forme degli altri sacramenti esprimono l’uso della materia: p. es., che il ministro nella celebrazione di questo
battezzare o confermare; mentre la forma di questo sacramento
sacramento non fa nient’altro che proferire le parole
esprime solo la consacrazione della materia, che consiste nella
transustanziazione, e cioè con le espressioni: "Questo è il mio di Cristo (minister […] nihil agit nisi quod profert verba
corpo", e "Questo è il calice del mio sangue"» Christi)»
58
Gli effetti di questo sacramento q. 79
Summa theologiae III, qq. 79-82
«Sull’argomento si pongono otto quesiti.
1. Se questo sacramento conferisca la grazia;
- Gli effetti di questo sacramento q. 79 2. Se l’effetto di questo sacramento
sia il conseguimento della gloria;
3. Se l’effetto di questo sacramento
- L’uso di questo sacramento q. 80 sia la remissione del peccato mortale;
4. Se questo sacramento rimetta il peccato veniale;
- L’uso di questo sacramento da parte di Gesù q. 81 5. Se rimetta tutta la pena del peccato;
6. Se preservi l’uomo dai peccati futuri;
7. Se possa giovare ad altri
- Il ministro di questo sacramento q. 82 oltre a quelli che lo ricevono;
8. Ciò che impedisce l’effetto di questo sacramento»
349
350
59
Se l’effetto di questo sacramento Se l’effetto di questo sacramento
sia il conseguimento della gloria q. 79, a. 2 sia la remissione del peccato mortale q. 79, a. 3
«L’efficacia di questo sacramento si può considerare sotto
«Come la passione di Cristo non ha il suo effetto in due aspetti. Primo, in se stessa. E allora bisogna affermare
coloro che non sono debitamente disposti verso di che questo sacramento ha l’efficacia di rimettere tutti i
peccati per virtù della passione di Cristo, la quale è la fonte
essa, così con questo sacramento non raggiungono la
e la causa della remissione dei peccati.
gloria coloro che lo ricevono indegnamente. S. Secondo, si può considerare in relazione al soggetto che lo
Agostino in proposito, commentando S. Giovanni, riceve, il quale può avere o no l’impedimento a riceverlo.
afferma: “Altra cosa è il sacramento e altra la virtù del Ora, chiunque ha coscienza di essere in peccato mortale è
impedito dal ricevere l’effetto di questo sacramento, non
sacramento”».
essendo degno di accostarvisi».
q. 79, a. 2, ad 2um q. 79, a. 3, resp.
355 356
Se questo sacramento rimetta il peccato veniale Se questo sacramento rimetta il peccato veniale
q. 79, a. 4 q. 79, a. 4
«L’effetto poi di questo sacramento è la carità, non «I peccati veniali, sebbene non siano contrari
solo come abito, ma anche come atto, che, eccitato all’abito della carità, sono tuttavia contrari al
da questo sacramento, elimina i peccati veniali (Res fervore dei suoi atti (non contrarientur caritati
autem huius sacramenti est caritas, non solum quantum ad habitum, contrariantur tamen ei
quantum ad habitum, sed etiam quantum ad actum, quantum ad fervorem actus), che hanno un
qui excitatur in hoc sacramento, per quod peccata incentivo in questo sacramento. E in forza di
venialia solvuntur). È chiaro quindi che in virtù di tale fervore i peccati veniali vengono eliminati».
questo sacramento i peccati veniali vengono rimessi».
q. 79, a. 4, resp. q. 79, a. 4, 1um
357 358
Se rimetta tutta la pena del peccato q. 79, a. 5 Se rimetta tutta la pena del peccato q. 79, a. 5
60
Uso di questo sacramento q. 80
Uso da parte di Gesù nell’istituzione q. 81
a. 1 e a. 11
Comunione: sacramentale e/o spirituale Se Cristo abbia consumato a. 1
Modo perfetto: comunione sacramentale e spirituale il suo corpo e il suo sangue
in cui il secondo deriva dal primo. (durante l’ultima cena)
Modo imperfetto: «Cristo si comunicò spiritualmente e anche
comunione sacramentale senza quella spirituale, ossia senza
sacramentalmente, prendendo il proprio corpo sotto il
effetti perché in assenza delle necessarie disposizioni
comunione spirituale senza quella sacramentale, ossia dovuta sacramento che pensò e istituì come sacramento del
ad un impedimento per ricevere il sacramento (es. suo corpo. In modo però diverso da come si
impossibilità di uscire da casa).
comunicano sacramentalmente e spiritualmente gli
La comunione spirituale, ossia l’effetto del sacramento (la altri, poiché questi ricevono un aumento di grazia, e
res) che intente Tommaso non è un semplice legame hanno bisogno dei segni sacramentali per mettersi in
devozionale di natura psicologica o anche affettiva, ma
l’unione con Cristo attraverso la fede e la carità contatto con la realtà».
361 362
363
«[…] dopo la consacrazione sacerdotale che ha luogo « il Verbo incarnato […] non solo istituì il sacramento
pronunciando la forma orale istituita dal Signore; cioè
che ci genera nell’essere della grazia (gratiae
sopra il pane: Questo è il mio corpo; sopra il vino:
Questo è il mio sangue. Con le quali parole, generaret), come il battesimo, e ci facesse crescere e
pronunciate dal sacerdote con l’intenzione di compiere ci fortificasse (augmentaret et roboraret) una volta
[il sacramento], sono transustanziati generati, come la confermazione, ma anche che ci
(transsubstantiatur) entrambi gli elementi secondo la nutrisse (enutriret) una volta generati e cresciuti, come
sostanza nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo,
il sacramento dell’eucaristia; motivo per cui questi tre
rimanendo le specie sensibili, in entrambe le quali è
contenuto totalmente non in modo circoscritto, ma sacramenti sono dati a tutti coloro che accedono alla
sacramentalmente tutto Cristo». fede»
Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 275) Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 275)
365 366
61
«Poiché il nostro nutrimento […] si rivolge ad ognuno Bonaventura
dei fedeli per la conservazione della devozione a Dio,
dell’amore al prossimo e del diletto interiore; e poiché
la devozione a Dio si esercita con l’offerta del sacrificio - Sacrificio Cristo presente realmente (devozione)
(per sacrificii oblationem), l’amore al prossimo con la - Sacramento Amore fraterno, unità della Chiesa
comunione ad un unico sacramento (per unius
sacramenti communionem) e il diletto interiore con il - Viatico Ristoro spirituale (escatologico)
ristoro del viatico; ne consegue che […] diede questo
sacramento dell’eucaristia come sacrificio di offerta
(sacrificium oblationis), come sacramento di Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
comunione (sacramentum communionis) e come
viatico di ristoro (viaticum refectionis)»
Breviloquium, VI, 9 (tr. it. Opera V/2, p. 275)
367 368
62
Tardo medioevo: teorie
Tardo medioevo: teorie
Presenza reale: transustanziazione
Rielaborate le teorie dell’alto medioevo
- Trasformazione (pane e vino si dissolvono: gocce-oceano) Tommaso
Diretta conc. Trento
- Consustanziazione (pane e vino restano) Riforma
Transustanziazione
- Annichilazione (pane e vino scompaiono) Adduzione Gv Duns Scoto
- Transustanziazione (pane e vino come accidenti)
Directa: dalla sostanza del pane al corpo di Cristo
Tommaso alla sostanza del vino al sangue di Cristo
Diretta conc. Trento
Transustanziazione Adductio: il corpo del Risorto riceve un nuovo esse hic
Adduzione Gv Duns Scoto che sostituisce l’essere-qui
della sostanza del pane e vino.
373 374
- Scarso coinvolgimento dei fedeli Gli accidenti del pane non rimangono nello stesso
sacramento senza il loro soggetto.
Attenzione esclusiva al presbitero
Cristo non è presente nello stesso sacramento nell’identico
modo e realmente come nella persona corporale
- Frantumazione rapporto Se un vescovo o un sacerdote sono in peccato mortale,
Cristo (evento) - Eucaristia (memoriale) non ordinano, non consacrano, né battezzano
Attenzione al sacrificio a se stante, opere buone (meriti)
Non è fondato nel Vangelo che Cristo ha istituito la Messa»
Concilio di Costanza (1415) DH 1151-1155
375 376
63
Riforma protestante
Tria sola:
- Sola Scriptura
Presupposti - Sola fide
LA RIFORMA
- Sola gratia
PROTESTANTE
- Sacrificio
Rifiuto
- Presenza reale
I laici non assumano dal calice
380
Lutero (+1546)
Due fasi: prima e dopo il 1520
(La cattività babilonese della Chiesa 1520)
Fino al 1520
Lutero polemico con i cattolici (chiamati ‘papisti’):
Rifiuta la Messa come sacrificio e opera buona
Dopo il 1520
Lutero polemico con l’ala radicale dei riformatori
(chiamati ‘fanatici’):
MARTIN LUTERO, Confessione sulla Cena di Cristo, a cura Afferma la presenza reale
di A. Sabetta. Postfazione di G. Lorizio, (Cultura
Studium. Nuova serie, 160), Studium, Roma 2019
Recensione: R. NARDIN in PATH 19 (2020) 421-427 Confessione sulla Cena di Cristo (1528)
381 382
Lutero
Lutero
La cattività babilonese della Chiesa (1520)
Lezione sulla lettera agli Ebrei (1517) Lutero Ex opere operato
(x Lutero = efficacia senza la fede)
«Nessuno consegue la grazia Per Lutero l’uomo non può limitarsi a togliere il peccato
mortale (ossia non basta togliere l’obex degli Scolastici perché
perché riceve l’assoluzione, il battesimo, la comunione si abbia automaticamente, ossia ex opere operato, la grazia del
[…] sacramento, cioè la sua efficacia, dalla celebrazione, dall’opus
operatum)
ciò che giustifica non è il sacramento
ma occorre la fede (ossia «il culto interiore», l’opus operantis
ma la fede nel sacramento» degli Scolastici)
senza la quale l’Eucaristia non ha alcun effetto
(pur essendo valida per la Parola di Dio).
64
Lutero Lutero
Lutero Lutero
La cattività babilonese della Chiesa (1520)
Lutero Transustanziazione
Eucaristia non è:
- un’opera buona da offrire a Dio (l’uomo riceve) Consustanziazione
- un sacrificio (propiziatorio o soddisfatorio)
Sostanza Sostanza
Eucaristia è:
Compresenza di pane - vino e carne - sangue di Cristo
- un dono di Dio per l’uomo, non il contrario (sacrificio)
- presenza corporale di Cristo pro nobis
Lutero Lutero
Volontà costitutiva di Cristo in ordine all’Eucaristia
Eucaristia, Actio liturgica è:
Actio liturgica - Ricordo della santa cena
- Memoria della passione
Unio sacramentalis
Consustanziazione Eucaristia, Actio liturgica non è:
Usus consumazione
- Rinnovo della santa cena
- Rendere presente l’unico sacrificio di Cristo
65
Lutero Lutero
Zwingli (+1531)
«io affermo e confesso il sacramento dell’altare, nel
quale il vero corpo nel pane è mangiato con la bocca Platonismo
e il vero sangue è bevuto nel vino, anche se i
sacerdoti che li offrono o coloro che li ricevono non
credono o ne abusano in altro modo» Una realtà materiale
manifesta, indica, significa
LUTERO, Confessione sulla Cena di Cristo, 263
la vera realtà, quella spirituale
Teologia
«ritengo la messa l’abominio più grande di tutti, messa
che è predicata e venduta come un sacrificio o
un’opera buona» Redenzione di Cristo:
unica e completa
LUTERO, Confessione sulla Cena di Cristo, 266
393 394
395 396
66
Calvino (+1564) Calvino (+1564)
Il CONCILIO DI TRENTO
Raffaello,
La Messa di Bolsena
1512
Stanza di Eliodoro
Città del Vaticano
Raffaello,
La Disputa del Sacramento
1509
Stanze della Segnatura
Città del Vaticano
Dimensione trinitaria
Eucaristia non celebrata ma adorata
402
67
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
A
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
B Com. utraque specie DH 1635-1661
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
Parvulorum
C
- XXII sessione (1562) Decr. + can. De Missae sacrificio Proemio DH 1635
8 capitoli DH 1636-1650
Fatto 11 canoni DH 1651-1661
A - La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
Modo
B - La comunione
405 406
68
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636) Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636)
«Non vi è infatti contraddizione tra il fatto che lo «Non vi è contraddizione tra il fatto:
stesso nostro Salvatore sieda sempre nei cieli alla
destra del Padre, secondo il modo naturale di ut ipse Salvator noster semper ad dexteram Patris
esistere, e il fatto che, tuttavia, presente in coelis assideat
sacramentalmente in molti luoghi, sia presso di noi iuxta modum existendi naturalem,
nella sua sostanza, con quel modo di esistere, che, e il fatto:
difficile da esprimere a parole, tuttavia possiamo
et ut multis nihilominus alis locis
comprendere con la nostra mente illuminata dalla
sacramentaliter praesens sua substantia
fede, come possibile a Dio e che anzi dobbiamo
nobis adsit»
credere fermissimamente»
Zwingli 409
Zwingli 410
69
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia - XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1640)
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1641)
Per le parole:
- Il corpo è sotto la specie del pane
- Il sangue sotto la specie del vino Sotto una specie
Per naturale unione e concomitanza:
e contenuto tanto quanto sotto entrambe
- Il corpo è anche sotto la specie del vino
- Il sangue e anche sotto la specie del pane
- L’anima sotto l’una e l’altra specie
- La divinità nell’unione ipostatica all’umanità
(corpo, sangue e anima)
415 416
Si afferma il fatto della transustanziazione «Non vi è, dunque, alcun dubbio che tutti i fedeli
come presenza reale cristiani, secondo la prassi sempre in uso nella Chiesa
cattolica, debbano
non si dogmatizza la modalità
onorare questo santissimo sacramento
ossia il concetto filosofico di transustanziazione
con il culto di latria (latriae cultum),
dovuto al vero Dio»
Culto di adorazione cap. 5
Presenza Conservare le specie cap. 6
reale Preparazione adeguata cap. 7 Can. 6
Uso consono cap. 8 Riforma protestante 420
70
Concilio di Trento (1545-1563) «Erano “assidui nell’insegnamento degli apostoli, alle
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia riunioni comuni, alla frazione del pane e alle preghiere
Cap. 5 Il culto che di deve all’Eucaristia (DH 1644) […]” (At 2,41-47). Da allora la Chiesa mai tralasciò di
riunirsi in assemblea per celebrare il mistero pasquale
«Il santo concilio dichiara inoltre che con sentimenti
[SC 5]: con la lettura di quanto “in tutte le scritture lo
religiosi e di pietà è stato introdotto nella chiesa di Dio
riguardava” (Lc 24,27), con la celebrazione
l’uso di celebrare ogni anno con singolare venerazione
dell’eucaristia, nella quale “vengono ripresentati la
e solennità […] per portarlo con reverenza e onore in
vittoria e il trionfo della sua morte” [testo ripreso alla
processione per le vie e le piazze. [… ] con una
lettera dal Conc. di Trento, Sess. XIII, cap. 5 in cui, in
celebrazione eccezionale e solenne […] con cui viene
quel contesto, si riferisce alla processione eucaristica,
ricordata la sua vittoria e il suo trionfo sulla morte in SC, invece, alla celebrazione dell’Eucaristia, dopo
[ripresa alla lettera dal Vaticano II in SC 6 in cui si aver recuperato l’unità del mistero pasquale di SC 5]»
cambia, però, il contesto]» SC 6
421
Cap. 6 Conservare l’Eucaristia (DH 1645) Cap. 7 Preparazione necessaria (DH 1646-1647)
71
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can. - XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 1 Laici e chierici non celebranti Cap. 1 Laici e chierici non celebranti
non sono obbligati per disposizione divina non sono obbligati per disposizione divina
a comunicarsi sotto le due specie a comunicarsi sotto le due specie
(DH 1726-1727) (DH 1726-1727)
72
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
XXII sessione (1562) Decr. + can.
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
De ss. Missae sacrificio
(DH 1739-1742)
DH 1738-1760 Antica alleanza:
Insufficienza del sacerdozio levitico
Proemio DH 1738
Dottrina e canoni
A 9 capitoli DH 1739-1750
sul sacrificio della Messa
9 canoni DH 1751-1759 Necessità di un altro sacerdote
«Il Signore nostro Gesù Cristo, che potesse
B Decretum super petitione DH 1760 condurre ad ogni perfezione tutti quelli che
dovevano essere santificati (cf. Eb 10,14)»
433 434
73
Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti,
Il Sacrificio di Isacco Il Sacrificio di Isacco
1401 1401
Museo del Bargello Museo del Bargello
Firenze Firenze
74
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)
- trovare grazia
- essere aiutati (auxilio) al momento propizio»
446
449 450
75
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Can. 3 (DH 1753) Can. 4 (DH 1754)
Sacrificio della Messa:
Sacrificio della Messa:
- non solo lode e ringraziamento
- non solo commemorazione del sacrificio della croce non si attenta al sacrificio di Cristo sulla croce
ma
Diversità
cruento: croce
Modo Cap. 2
Annullare o disprezzare la sua unica valenza salvifica DH 1743
dell’offerta
incruento: eucaristia
453 454
76
Concilio di Trento (1545-1563) Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica: Risposta Cattolica:
Unità inseparabile Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
Ultima cena: anticipazione dell’offerta della croce
La Messa:
- non svaluta Messa: rende presente l’unico evento
- non moltiplica - Ultima cena
- Croce
- non ripete
- non completa senza ripeterlo,
ma attualizzandolo in forma sacramentale
l’unico sacrificio, quello della croce secondo le categ.: repraesentatio, memoria, applicatio
457 458
77
Epoca post-tridentina
Presenza reale A
DAL CONCILIO DI TRENTO Temi principali
Sacrificio B
AL CONCILIO VATICANO II
- A e B sono elaborate a se stanti
- Si sottolinea l’unità (garantita da Cristo) tra:
ultima cena - croce - eucaristia
464
78
Epoca post-tridentina Epoca post-tridentina
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Sacrificio = distruzione totale della vittima Sacrificio = distruzione totale della vittima
469 470
473 474
79
Frequenza alla comunione eucaristica Frequenza alla comunione eucaristica
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905) Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375-3383 DH 3375-3383
475 476
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905) Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375
2. Situazione storica (DH 3376-3378)
1. Scopo dell’eucaristia (quotidiana):
santificazione dei fedeli (tutti, omnes) Raffreddata la pietà a causa del giansenismo
Congiunti a Dio per l’eucaristia: Non accostarsi all’eucaristia, se non molto raramente
- Reprimere ciò che allontana da Dio
- Purificare dai peccati veniali Esclusione dell’eucaristia a gruppi di persone:
- tipo di lavoro (commercianti)
- Impedire i peccati mortali
- coniugati
Non è una ricompensa per buona condotta 477 478
479 480
80
Pio X
Modernismo:
Decreto Lamentabili (DH 3401-3466)
riprende le tematiche della riforma protestante
Enciclica Pascendi (DH 3475-3500)
Contestazione di:
Ribadisce la dottrina eucaristica
in un orizzonte tomista
- Carattere sacrificale dell’eucaristia
- La presenza reale
- Il culto eucaristico fuori della messa
481 482
81
La teologia dei misteri (O. Casel)
Il sacramento non tanto “produce” grazia «Sotto l’influsso delle nuove idee riguardo alla storia
applicando al soggetto gli effetti/frutti della redenzione della salvezza (teologia dei misteri) come furono
ottenuta dalla morte in croce di Cristo.
sviluppate soprattutto da A. Vonier (+1938) e O.
Soggetto passivo, estrinseco rispetto a Cristo Casel (+1948), si poté superare a poco a poco la
Ma il sacramento rende presente disgraziata separazione tra convito e sacrificio,
il mistero di Cristo (persona e agire)
che dominava la teologia cattolica del tempo dal
che costituisce una relazione con il soggetto
il quale partecipa all’agire di Cristo Tridentino»
grazie alla celebrazione sacramentale
- Accoglie le istanze primarie del movimento liturgico 2. Partecipazione dei fedeli (nn. 66-93)
489 490
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
DH 3840 DH 3841
Liturgia =
Presenze di Cristo
Culto che il Redentore rende al Padre
- Nel sacrificio dell’altare come capo della Chiesa
- Nella persona del ministro
Culto che la società dei fedeli rende al suo Capo
- Nelle specie eucaristiche e, per mezzo di lui, al Padre
- Nei sacramenti
in breve
- Nelle lodi e nelle suppliche rivolte a Dio
Culto integrale del corpo mistico di Gesù Cristo,
cioè del capo e delle membra
491 492
82
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947) Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
1. Natura del sacrificio eucaristico
- Riprende il conc. di Trento
Oggettiva Azione di Cristo
nei segni 2. Partecipazione dei fedeli
Spiritualità - Importanza dell’anima (soggettivo)
- Auspicato il parallelismo partecipativo (cf. n. 90)
(DH 3844-3846) - Offerta di se stessi
Disposizione
Soggettiva dell’anima 3. Comunione eucaristica
- Sottolinea l’integrità del sacrificio
«È vero che i sacramenti e il sacrificio dell’altare hanno con la sola comunione del sacerdote
un’intrinseca virtù in quanto sono azioni di Cristo stesso
[…] ma per avere la debita efficacia esigono le buone - Adorazione eucaristica Non necessaria
disposizioni dell’anima» (DH 3845) la comunione dei fedeli
495 496
83
Concilio Vaticano II (1962-1965)
Sacrosanctum concilium (1963)
Sacrosanctum concilium
Dal rapporto
liturgia - ministro ordinato (“gerarchicamente”)
Concilio
Vaticano II Al rapporto
liturgia - popolo di Dio (“totalità”)
Lumen gentium (SC 14; 26)
La liturgia emerge come ambito in cui la Chiesa Confronto con Mediator Dei
si manifesta quale sacramento
Riproposte le varie presenze di Cristo, ma esplicitando
- Liturgia come esercizio del sacerdozio di Cristo (SC 7)
- Prospettiva storico-salvifica (SC 5)
Mezzo efficace dell’intima unione con Cristo
a cui sono chiamati tutti gli uomini (cf. SC 2)
501 502
Ripresentata la partecipazione dei fedeli alla liturgia: l’istanza della teologia dei misteri di O. Casel, che
- Non solo la “disposizione dell’anima”, ma tutto l’uomo sembrava ancora essere stata in certo modo
- Non solo il singolo fedele, ma anche la comunità rinnegata dall’enciclica Mediator Dei del 1947, è
- Non solo il sacerdote, ma anche l’assemblea stata ampiamente accolta nel linguaggio e
84
La liturgia mediante la quale, specialmente nel divino
Sacrosanctum concilium (1963)
sacrificio dell’eucaristia, “si attua l’opera della nostra
redenzione”, contribuisce in sommo grado a che i fedeli
esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di
Proemio. La liturgia nel mistero della Chiesa
Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa […] nello
I. Principi per la riforma e la promozione della liturgia stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà
invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione,
II. Il mistero eucaristico presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo
III. Gli altri sacramenti e sacramentali tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e
subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla
IV. L’ufficio divino contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la
quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni
V. L’anno liturgico giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un
VI. La musica sacra tempio santo nel Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito,
fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo , nello
VII. L’arte sacra e la sacra suppellettile stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie
perché possano predicare il Cristo» SC 2
505
509 510
85
Il termine sacramento viene spiegato
Prima volta che nel documento conciliare con l’allusione all’immagine agostiniana,
Il termine sacramento
compare nella frase:
«Il mirabile sacramento di tutta la Chiesa»
516
86
Dimensione sponsale
«per il compimento di quest’opera così grande, con
1. Come Adamo riconosce Eva
la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli
quale carne dalla sua carne,
così Cristo riconosce la Chiesa uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a
quale suo corpo
e con essa diventa “una sola carne”. sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale
«Pertanto, come il Cristo fu inviato dal Padre, così «Erano “assidui nell’insegnamento degli apostoli, alle
riunioni comuni, alla frazione del pane e alle
anch’egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito
preghiere […]” (At 2,41-47). Da allora la Chiesa mai
Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini, tralasciò di riunirsi in assemblea per celebrare il
non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di mistero pasquale [SC 5]: con la lettura di quanto “in
Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal tutte le scritture lo riguardava” (Lc 24,27), con la
celebrazione dell’eucaristia, nella quale “vengono
potere di Satana e dalla morte e ci ha trasferiti nel
ripresentati la vittoria e il trionfo della sua morte”
regno del Padre, bensì dovevano anche attuare [testo ripreso alla lettera dal Conc. di Trento, Sess.
l’opera di salvezza che annunziavano, mediante il XIII, cap. 5 in cui, in quel contesto, si riferisce alla
sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la processione eucaristica, in SC, invece, alla
celebrazione dell’Eucaristia, dopo aver recuperato
vita liturgica» SC 6
l’unità del mistero pasquale di SC 5]» SC 6
519
«la liturgia è considerata come «la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al
tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il
l’esercizio della funzione sacerdotale
lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di
di Gesù Cristo. Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea,
In essa, la santificazione dell’uomo è lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla
significata per mezzo di segni sensibili e mensa del Signore [culmen]. A sua volta, la liturgia spinge i
realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; fedeli, nutriti dei “sacramenti pasquali”, a vivere “in perfetta
unione”; prega affinché “esprimano nella vita quanto hanno
in essa il culto pubblico integrale è esercitato
ricevuto mediante la fede”; la rinnovazione poi dell’alleanza di
dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè Dio con gli uomini nell’eucaristia [culmen] introduce i fedeli nella
dal capo e dalle sue membra. pressante carità di Cristo e li infiamma con essa. Dalla liturgia e
Perciò ogni celebrazione liturgica, particolarmente dall’eucaristia [fons], deriva in noi, come da
sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella
in quanto opera di Cristo sacerdote
santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di
e del suo corpo, che è la Chiesa, Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività
è azione sacra per eccellenza» SC 7 della Chiesa» SC 10
87
«Ad ottenere però questa piena efficacia, è «Il vescovo deve essere considerato come il grande
necessario che i fedeli si accostino alla sacra liturgia sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in
con retta disposizione d’animo, armonizzino la loro certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo. Perciò tutti
devono dare la più grande importanza alla vita
mente con le parole (“et sic stemus ad psallendum ut
liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo,
mens nostra concordet voci nostrae” RB 19,7) che
principalmente nella chiesa cattedrale, convinti che c’è
pronunziano e cooperino con la grazia divina per non
una speciale manifestazione della Chiesa nella
riceverla invano. Perciò i pastori di anime devono partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di
vigilare attentamente che nell’azione liturgica non solo Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto
siano osservate le leggi che rendono possibile una alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al
celebrazione valida e lecita, ma che i fedeli vi medesimo altare cui presiede il vescovo circondato
prendano parte in modo consapevole, attivo e dai suoi sacerdoti e ministri»
fruttuoso» SC 11 SC 41
«Poiché nella sua Chiesa il vescovo non può Sacrosanctum concilium (1963)
presiedere personalmente sempre e ovunque l’intero
suo gregge, deve costituire […] dei gruppi di fedeli, tra Cap. II – Il Mistero eucaristico
cui hanno un posto preminente le parrocchie 47: La messa e il mistero pasquale
organizzate localmente e poste sotto la guida di un
48-49: Partecipazione attiva dei fedeli
pastore che fa le veci del vescovo: esse infatti
50: La Riforma dell’Ordo missae
rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita
su tutta la terra. Per questo motivo la vita liturgica della 51: Una maggior ricchezza biblica
parrocchia e il suo legame con il vescovo devono 52: L’omelia
essere coltivati nell’animo e nell’azione dei fedeli e del 53: La preghiera dei fedeli
clero; e bisogna fare in modo che il senso della 54: La lingua volgare
comunità parrocchiale fiorisca soprattutto nella 55: La comunione sub utraque
celebrazione comunitaria della messa domenicale» 56: L’unità della messa
SC 42 57: La concelebrazione
526
«Il nostro Salvatore nell’ultima cena, la notte in cui fu La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero)
(ousia phisis)
tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo corpo e
Concilio di Calcedonia
del suo sangue, onde perpetuare nei secoli fino al suo
ritorno il sacrificio della croce, e per affidare così alla
DH 301 ὁμοούσιον ἐν δύο φύσεσιν DH 302
φύω nascere
sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua Natura da nascere
morte e della sua resurrezione: sacramento di amore,
segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel
quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolma di grazia e
Si comunica la salvezza Nel tempo (kairos)
ci è dato il pegno della gloria futura»
(La storia storia della salvezza)
SC 47 528
88
«[…] i fedeli cristiani […] con una comprensione
piena dei riti e delle preghiere (per ritus et preces id
bene intelligentes, sacram actionem conscie, pie et Bene intelligentes
actuose participent), partecipino all’azione sacra Intus legere
consapevolmente, piamente e attivamente, siano aspetto profondo e dinamico,
istruiti nella parola di Dio, si nutrano alla mensa del aperto all’esperienza
corpo del Signore, rendano grazie a Dio offrendo la
vittima immacolata non soltanto per le mani del tr. it. Comprensione piena
sacerdote, ma insieme con lui, imparino a offrire se Sottolineatura intellettuale e statica,
stessi, e di giorno in giorno, per mezzo di Cristo prendere con sé
mediatore, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra
di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti»
SC 48
530
89
L’actio sacra
Movimento liturgico
coinvolge tutto l’uomo
Pio X Tra le sollecitudini (1903)
Il Concilio Vaticano II
Pio XII Mediator Dei (1947)
Lumen gentium
90
Dimensione profetica Dimensione regale
Cristo è la profezia, la Parola di Dio (Gv) Cristo è Re dell’umanità, del cosmo e della storia
I fedeli partecipano della profezia di Cristo I fedeli partecipano della regalità di Cristo
LG 12; 35 LG 12; 36
Non divisione tra vita e missione Non divisione tra vita e realtà terrene
541 542
91
Concilio Vaticano II (1962-1965) Unitatis redintegratio (1964)
Messale
Messale
Abolito il suddiaconato
92
3a edizione Messale
- Nuovo CIC (1983)
Cena dell’Agnello
- Nuovi documenti del magistero
«Beati gli invitati
al banchetto delle nozze dell’Agnello» (Ap 19,9)
«Beati qui ad cenam nuptiarum agni vocati sunt»
3a edizione typica del Messale (2002) Ripreso: Messale Romano di Paolo VI e nella III ed. it.
in cui si tiene conto del nuovo CIC
e dei nuovi documenti del magistero «Beati gli invitati alla cena dell’Agnello»
con una maggiore ricchezza eucologica «Beati qui ad cenam agni vocati sunt»
(orazioni sul popolo in Quaresima)
Nozze? Presente nella III ed. fr.
553 554
Praenotanda
3a edizione:
Ordinamento Generale del Messale Romano (2000)
Institutio Generalis Missalis Romani (1970)
Rispetto alla 2° edizione:
2a edizione: - Aumentati i sottotitoli
Principi e norme per l’uso del Messale Romano - Si aggiunge il cap. IX:
(1983) “Gli adattamenti che competono ai vescovi
EV 3/ 2017-1439 diocesani e alle conferenze episcopali”
3a edizione:
Ordinamento Generale del Messale Romano (2000)
Norme relative all’adattamento e all’inculturazione
della liturgia eucaristica
555 556
93
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«Ma da quando si è sviluppato e diffuso nel popolo «L’Ordinamento rituale della Messa sia riveduto in
cristiano il movimento liturgico che, secondo modo che apparisca più chiaramente la natura
l’espressione del Nostro Predecessore Pio XII, di specifica delle singole parti e la loro mutua
connessione, e sia resa più facile la pia e attiva
venerata memoria, deve essere considerato come un
partecipazione dei fedeli (cf. SC 50); e inoltre: Perché
segno della provvidenziale disposizione di Dio per gli
la mensa della Parola di Dio sia preparata ai fedeli
uοmini del nostro tempo, un passaggio salutare dello
con maggiore abbondanza, vengano aperti più
Spirito Santo nella sua Chiesa (cf. PIO ΧII, Allocuzione
largamente i tesori della Bibbia (cf. SC 51); e infine
ai partecipanti al primo Convegno nazionale di Liturgia che: Venga redatto un nuovo rito della
pastorale), si è sentita l’esigenza che le formule del concelebrazione da inserirsi nel Pontificale e nel
Messale Romano fossero rivedute e arricchite». Messale Romano (cf. SC 58)».
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«L’innovazione maggiore riguarda la Preghiera
«[…] dopo il Concilio di Trento, molto ha contribuito Eucaristica.
alla revisione del Messale Rοmano lo studio degli
Mentre nel rito romano, la prima parte di tale
antichi manoscritti dello Biblioteca Vaticana e di altri,
[…], da allora sono state scoperte e pubblicate le più Preghiera, il Prefazio, ha assunto lungo i secoli
antiche fonti liturgiche, e nello stesso tempo sono formulari diversi, l’altra parte invece, chiamata
state meglio conosciute le formule liturgiche della
Canon Actionis, ha assunto, tra il IV e V secolo, una
Chiesa Orientale; e così molti hanno insistito, perché
tali ricchezze dottrinali e insieme spirituali non forma invariabile, al contrario delle Liturgie Orientali,
rimanessero nell’oscurità delle biblioteche, ma che ammettevano una certa varietà nelle loro
venissero invece messe in luce per rischiarare e
Anafore».
nutrire la mente e l’animo dei cristiani».
562
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«Si sono pure ristabiliti, secondo le tradizioni dei
«In tale opera, oltre ad avere arricchita la Preghiera
Padri, alcuni elementi che con il tempo erano andati
Eucaristica di un gran numero di Prefazi, presi perduti (cf. SC 50); per esempio l’Omelia (cf. SC 52),
dall’antica tradizione della Chiesa Romana, o la Preghiera universale o Preghiera dei fedeli (cf. SC
53), l’atto penitenziale, cioè l’atto di riconciliazione con
composti ex nοvο, al fine di mettere in luce i diversi Dio e con i fratelli, all’inizio della Messa, che
aspetti del mistero della salvezza e di offrire pii ricchi giustamente è stato rivalutato.
motivi di azione di grazie, abbiamo deciso di Secondo la prescrizione del Concilio Vaticano II, che
stabiliva: In un determinato numero di anni, si leggano
aggiungere alla medesima preghiera tre nuovi Canoni. al popolo le parti più importanti della Sacra Scrittura
Tuttavia, per motivi di ordine pastorale, […] abbiamo (cf. SC 51).
stabilito che le parole del Signore, siano uguali in Un’attenzione particolare è stata dedicata alle
ciascun formulario del Canone». Orazioni, […] aumentate di numero […] ma anche
riportate alla fedeltà degli antichi testi».
94
«Nel prefazio la Chiesa rende grazie «Nell’epiclesi essa [la Chiesa] prega il Padre
al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, di mandare il suo Santo Spirito (o la potenza della
per tutte le sue opere, sua benedizione) sul pane e sul vino,
per la creazione, la redenzione e la santificazione. affinché diventino, per la sua potenza,
In questo modo l’intera comunità il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo
si unisce alla lode incessante e perché coloro che partecipano all’Eucaristia
che la Chiesa celeste, gli angeli e tutti i santi siano un solo corpo e un solo spirito
cantano al Dio tre volte Santo». (alcune tradizioni liturgiche situano l’epiclesi dopo
CCC 1352 l’anamnesi)». CCC 1353A
565 566
95
«Nelle intercessioni, la Chiesa manifesta
che l’Eucaristia viene celebrata in comunione
con tutta la Chiesa del cielo e della terra, dei vivi e
dei defunti, e nella comunione con i Pastori della M AGISTERO
Chiesa, il Papa, il Vescovo della diocesi, il suo
presbiterio e i suoi diaconi, e tutti i Vescovi del
mondo con le loro Chiese».
CCC 1354B
571
Benedetto XVI
Sacramentum caritatis
- Paolo VI, Encicl. Misterium fidei Eucaristia fonte e culmine
della vita e della missione della Chiesa (2007)
(cf. Tematiche. Transustanziazione)
EV 2/ 406-443. Documento in cattedra on line
Documento in cattedra on line
1. Mistero da credere
2. Mistero da celebrare
3. Mistero da vivere
- Giovanni Paolo II, Encicl. Ecclesia de Eucharistia
Introduzione [1]
Il cibo della verità [2]
Lo sviluppo del rito eucaristico [3]
Il Sinodo dei Vescovi e l’Anno dell’Eucaristia [4]
Scopo della presente Esortazione [5]
573 574
PRIMA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA CREDERE
Eucaristia e Sacramenti
La fede eucaristica della Chiesa [6]
Santissima Trinità ed Eucaristia Sacramentalità della Chiesa [16]
Il pane disceso dal cielo [7]
I. Eucaristia e iniziazione cristiana
Dono gratuito della Santissima Trinità [8]
Eucaristia, pienezza dell’iniziazione cristiana [17]
Eucaristia: Gesù vero Agnello immolato
L’ordine dei Sacramenti dell’iniziazione [18]
La nuova ed eterna alleanza nel sangue dell’Agnello [9]
Iniziazione, comunità ecclesiale e famiglia [19]
L’istituzione dell’Eucaristia [10]
Figura transit in veritatem [11] II. Eucaristia e sacramento della Riconciliazione
Lo Spirito Santo e l’Eucaristia Loro nesso intrinseco [20]
Gesù e lo Spirito Santo [12] Alcune attenzioni pastorali [21]
Spirito Santo e Celebrazione eucaristica [13]
Eucaristia e Chiesa III. Eucaristia e Unzione degli infermi [22]
Eucaristia principio causale della Chiesa [14]
Eucaristia e comunione ecclesiale [15]
575 576
96
IV. Eucaristia e sacramento dell’Ordine SECONDA PARTE
In persona Christi capitis [23] EUCARISTIA, MISTERO DA CELEBRARE
Eucaristia e celibato sacerdotale [24] Lex orandi e lex credendi [34]
Scarsità di clero e pastorale vocazionale [25] Bellezza e liturgia [35]
Gratitudine e speranza [26] La Celebrazione eucaristica opera del « Christus totus »
V. Eucaristia e Matrimonio
Christus totus in capite et in corpore [36]
Eucaristia, sacramento sponsale [27]
Eucaristia e Cristo risorto [37]
Eucaristia e unicità del matrimonio [28]
Ars celebrandi [38]
Eucaristia e indissolubilità del matrimonio [29]
Eucaristia ed Escatologia Il Vescovo, liturgo per eccellenza [39]
Eucaristia: dono all’uomo in cammino [30] Il rispetto dei libri liturgici e della ricchezza dei segni [40]
Il banchetto escatologico [31] Arte al servizio della celebrazione [41]
Preghiera per i defunti [32] Il canto liturgico [42]
L’Eucaristia e la Vergine Maria [33]
577 578
579 580
TERZA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA VIVERE
La celebrazione interiormente partecipata Forma eucaristica della vita cristiana
Catechesi mistagogica [64] Il culto spirituale – logiké latreía (Rm 12,1) [70]
La riverenza verso l’Eucaristia [65] Efficacia onnicomprensiva del culto eucaristico [71]
Adorazione e pietà eucaristica Iuxta dominicam viventes – Vivere secondo la Domenica [72]
Vivere il precetto festivo [73]
Il rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione [66] Il senso del riposo e del lavoro [74]
La pratica dell’adorazione eucaristica [67] Assemblee domenicali in assenza di sacerdote [75]
Forme di devozione eucaristica [68] Una forma eucaristica dell’esistenza cristiana,
Il luogo del tabernacolo nella chiesa [69] l’appartenenza ecclesiale [76]
Spiritualità e cultura eucaristica [77]
Eucaristia ed evangelizzazione delle culture [78]
Eucaristia e fedeli laici [79]
Eucaristia e spiritualità sacerdotale [80]
Eucaristia e vita consacrata [81]
Eucaristia e trasformazione morale [82]
581 Coerenza eucaristica [83] 582
97
«desidero soprattutto raccomandare, accogliendo il voto
Eucaristia, mistero da annunciare dei Padri sinodali, che il popolo cristiano approfondisca la
Eucaristia e missione [84]
relazione tra il Mistero eucaristico, l’azione liturgica e il
Eucaristia e testimonianza [85]
Cristo Gesù, unico Salvatore [86]
nuovo culto spirituale derivante dall’Eucaristia, quale
Libertà di culto [87] sacramento della carità. In questa prospettiva intendo
Eucaristia, mistero da offrire al mondo porre la presente Esortazione in relazione con la mia
Eucaristia, pane spezzato per la vita del mondo [88] prima Lettera enciclica Deus caritas est, nella quale ho
Le implicazioni sociali del Mistero eucaristico [89] parlato più volte del sacramento dell’Eucaristia per
Il cibo della verità e l’indigenza dell’uomo [90] sottolineare il suo rapporto con l’amore cristiano, sia in
La dottrina sociale della Chiesa [91] riferimento a Dio che al prossimo: “Il Dio incarnato ci
Santificazione del mondo e salvaguardia del creato [92] attrae tutti a sé. Da ciò si comprende come agape sia ora
Utilità di un Compendio eucaristico [93] diventata anche un nome dell’Eucaristia: in essa l’agape
di Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo
Conclusione [94] operare in noi e attraverso di noi” [Deus caritas est, 14]».
BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 5
583
Gli studenti sono tenuti a leggere attentamente «Come ho sottolineato nell’Enciclica Ecclesia de
l’esortazione apostolica postsinodale Eucharistia, è importante che nessuna dimensione di
Sacramentum caritatis (disponibile in file)
questo Sacramento venga trascurata. È infatti sempre
Sarà oggetto di esame
presente nell’uomo la tentazione di ridurre l’Eucaristia
Si consiglia la lettura di:
alle proprie dimensioni, mentre in realtà è lui a
A. Scola, L’Esortazione apostolica postsinodale
Sacramentum caritatis. Un atto di recepito dell’insegnamento doversi aprire alle dimensioni del Mistero.
conciliare, in Rassegna di teologia 48/2 (2007) 165-180
‘L’Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare
Oppure, dello stesso autore, la presentazione
dell’Esortazione disponibile in file. ambiguità e diminuzioni’».
Documento in cattedra on line Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia:
Mane nobiscum domine, 14
585
«Non c’è dubbio che la dimensione più evidente «Non si può tuttavia dimenticare che il convito eucaristico ha
anche un senso profondamente e primariamente sacrificale. In
dell’Eucaristia sia quella del convito. L’Eucaristia è esso Cristo ripresenta a noi il sacrificio attuato una volta per
nata, la sera del Giovedì Santo, nel contesto della tutte sul Golgota. Pur essendo presente in esso da risorto, Egli
cena pasquale. Essa pertanto porta inscritto nella sua porta i segni della sua passione, di cui ogni Santa Messa è
‘memoriale’, come la Liturgia ci ricorda con l’acclamazione
struttura il senso della convivialità: ‘Prendete e dopo la consacrazione: ‘Annunciamo la tua morte, Signore,
mangiate... Poi prese il calice e... lo diede loro proclamiamo la tua risurrezione...’.
dicendo: Bevetene tutti...’ (Mt 26,26.27). Questo Al tempo stesso, mentre attualizza il passato, l’Eucaristia ci
proietta verso il futuro dell’ultima venuta di Cristo, al termine
aspetto ben esprime il rapporto di comunione che Dio della storia. Questo aspetto ‘escatologico’ dà al Sacramento
vuole stabilire con noi e che noi stessi dobbiamo eucaristico un dinamismo coinvolgente, che infonde al
sviluppare vicendevolmente». cammino cristiano il passo della speranza. ‘Io sono con voi tutti
i giorni...’ (Mt 28,20)».
Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia: Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia:
Mane nobiscum domine, 15 Mane nobiscum domine, 15
98
«Tutte queste dimensioni dell’Eucaristia si rannodano in
un aspetto che più di tutti mette alla prova la nostra fede:
è il mistero della presenza ‘reale’. Con tutta la tradizione
della Chiesa, noi crediamo che, sotto le specie
eucaristiche, è realmente presente Gesù […] Per questo
la fede ci chiede di stare davanti all’Eucaristia con la ASPETTI
consapevolezza che siamo davanti a Cristo stesso.
Proprio la sua presenza dà alle altre dimensioni — di
- Ecumenismo
convito, di memoriale della Pasqua, di anticipazione
escatologica — un significato che va ben al di là di un - Aspetti liturgici
puro simbolismo. L’Eucaristia è mistero di presenza, per
mezzo del quale si realizza in modo sommo la promessa
di Gesù di restare con noi fino alla fine del mondo».
Convergenze ecumeniche
(cf. F. Courth, I sacramenti, 283-286)
Ambito cattolico
- Partecipazione dell’intera comunità celebrante
(senza svincolare il presbitero, isolandolo)
ECUMENISMO - Unità tra sacrificio della croce e sacrificio della messa
(senza svincolare la messa, isolandola: effetti automatici)
Ambito luterano
- Partecipazione dell’intera comunità celebrante
(senza svincolare il fedele, isolandolo)
Documenti ecumenici
Eucaristia ed ecumenismo
L’Eucaristia [EO 1/ 589-653] Questione del presbitero
Documento Commissione cattolico-luterana (1978)
- Necessario: Chiesa cattolica
- Preferibile, ma non necessario: Riforma
Partecipazione al sacrificio di Cristo
mediante la memoria riattualizzante
La comunione
99
Eucaristia ed ecumenismo Eucaristia ed ecumenismo
La comunione La comunione
Chiesa cattolica:
«Cibandosi, poi, del corpo di Cristo
fondamentale il rapporto con Cristo,
ma esso si attua concretamente nella storia nella santa assemblea
[non è solo spirituale]
e con le mediazioni volute e stabilite da Cristo mostrano [segno] concretamente
[apostoli…] l’unità del popolo di Dio,
Un segno storico (esterno) che da questo augustissimo sacramento
[fare la comunione]
è felicemente espressa
deve corrispondere alla realtà oggettiva che significa
[comunione con Cristo appartenendo all’unità della Chiesa] e mirabilmente prodotta [causa]»
e al valore che ha per il soggetto che lo esprime
[bisogna pensare e credere quello che si esprime all’esterno] LG 11
597 598
Segno Causa
- Dimensione pellegrinante escatologico: escatologica:
- Sguardo “teo-retico” non solo storico (passato) rende presente la realtà
- Attenzione all’esperienza storica personale la realtà sarà solo
escatologica
- Unità della Chiesa (futuro) come dono di Dio
Accento Accento
599
cattolico riforma protestante 600
100
Eucaristia ed ecumenismo
601
TEMATICHE
- La transustanziazione
- L’Eucaristia e la Chiesa
- L’Eucaristia come sacrificio
- La centralità dell’Eucaristia
- La frequenza della celebrazione eucaristica La transustanziazione
- Il culto eucaristico
- L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
- L’Eucaristia - l’ultima cena - il mistero pasquale
- Parola di Dio ed Eucaristia
- Eucaristia e inculturazione
- Pubblicazioni sull’Eucaristia
605 606
101
Pio XII, Enciclica, Humani generis (1950) Critiche alla transustanziazione
(anni 55-70)
Difesa della Transustanziazione (DH 3891)
La critica alla transustanziazione in ambito cattolico (Nouvelle Inizio ambito olandese, poi altre aree:
Théologie) deriva dal nuovo concetto di “sostanza” elaborato
dalle scienze fisiche, per le quali sostanza = insieme di atomi J. de Baciocchi (1955)
B. Welte (1960)
Transustanziazione = antiquato concetto di sostanza
J. Powers
«Presenza reale nell’eucaristia = simbolismo»
P. Schoonemberg, s.j.
Specie consacr. = segni efficaci della presenza di Cristo E. Schillebeeckx, o.p.
e della sua unione con i fedeli
607 608
trattandosi di simboli
con la consacrazione
Non un significato estrinseco
si ha un cambiamento di
ma naturale alla persona
significato, funzione e fine
non tanto di essenza
102
Critiche alla transustanziazione Critiche alla transustanziazione
Oggettiva:
1. Alcuni errori circa l’eucaristia
La realtà stessa subisce un cambiamento (strutturale,
interno) indipendentemente dal significato, dalla 2. La presenza sostanziale di Cristo nell’eucaristia
funzione, dal fine e dall’adesione stabilite dal
3. La presenza di Cristo dopo la consacrazione
soggetto e dalla comunità.
615 616
103
Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965) Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)
DH 4412; EV 2/ 424 DH 4413, EV 2/ 427
2. La presenza di Cristo per antonomasia 3. La presenza di Cristo dopo la consacrazione
«Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi che le «Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e del
altre non siano “reali”, ma per antonomasia perché è anche
vino senza dubbio acquistano un nuovo fine, non essendo
corporale e sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio,
tutto intero si fa presente [conc. di Trento]. più l’usuale pane […], ma il segno di una cosa sacra e il
Malamente dunque qualcuno spiegherebbe questa forma di segno di un alimento spirituale […] acquistano nuovo
presenza, immaginando il corpo di Cristo glorioso di natura significato e nuovo fine in quanto contengono una nuova
“pneumatica” onnipresente; oppure riducendola ai limiti di un realtà, che giustamente chiamiamo ontologica. […] sotto le
simbolismo, come se questo augustissimo sacramento in niente
specie non c’è più quel che c’era prima […] e ciò non
altro consistesse che in un segno efficace “della spirituale
presenza di Cristo e della sua intima congiunzione con i fedeli soltanto in base al giudizio della fede della chiesa, ma per
membri del Corpo Mistico” [Pio XII, Humani generis]». realtà oggettiva»
621 622
104
«Tuttavia il contributo più significativo in questo
I millennio II millennio
Chiesa
Corpus Christi verum Eucaristia
(unità)
Chiesa
Corpus Christi mysticum Eucaristia
(unità)
627 628
105
«Nella tradizione cristiana, sia greca che latina, e nelle
Primo millennio
liturgie come nelle opere “teologiche”, tutto ciò che ha
Res sacramenti Chiesa (unità) attinenza col mistero dell’altare viene copiosamente e
pressoché indifferentemente qualificato col termine
“mistico”. Nulla poteva dunque sembrare più normale
Secondo millennio […] che chiamare “mistico” il corpo di Cristo presente
nell’Eucaristia; talmente normale che ciò dovette
Res sacramenti Presenza reale
avvenire, in qualche modo, spontaneamente, senza
un’intenzione preordinata».
H. de Lubac, Corpus mysticum, 61
631
Chiesa».
633 634
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
Il sangue di Cristo diventa il sangue della nuova
La salvezza è indissolubilmente legata al dono totale alleanza (Lc 22,20; 1Cor 11,25), per cui gli uomini
con il quale Cristo ha offerto se stesso in tutta la sua sono giustificati (Rm 5,9). Attraverso il sangue si
realizza l’unità tra Giudei e pagani (Ef 2,13), tra uomini
esistenza, ma che ha il suo punto culminante nella
e potenze celesti (Col 1,20).
morte in croce (Rm 3,25), in cui l’offerta di se stesso «è Al sangue di Cristo gli uomini partecipano bevendo al
avvenuta una volta per tutte allo scopo di togliere i calice eucaristico (Mt 26,28-29; 1Cor 10,16-17; 1Cor
11,25.28).
peccati di molti» (Eb 9,28) perché è mediante il suo
sangue che noi siamo redenti (Ef 1, 7). Fondamentale il legame con l’AT in ordine alla
comprensione della redenzione cristiana (Rm 9,1-5).
635 636
106
Questioni soteriologiche Questioni soteriologiche
Alla dimensione oggettiva della redenzione, in cui si Nel NT, in particolare in Paolo, si ha una molteplicità di
termini attraverso i quali si descrive la redenzione:
sottolinea il dono di Dio, deve corrispondere la
‘riconciliare’ (2Cor 5,18s), ‘pacificare’ (Col 1,20),
risposta dell’uomo affinché la salvezza sia vissuta
‘riscattare’ (Gal 4,5), ‘rimettere’ (Tt 2,14), ‘liberare’ (Rm
nella vita (Rm 14,19; 1Cor 9,24-27; Fil 1,27; 1Tm 6,18), ‘espiare’ (Eb 2,17), ‘salvare’ (Rm 5,9),
6,12). In questo modo, alla venuta escatologica di ‘giustificare’ (Rm 5,1) e ‘ricreare’ (2Cor 5,17). Talvolta
sono uniti:
Cristo, potranno giungere alla pienezza della
«Con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la
redenzione coloro che vivono in e per Cristo, ossia
bocca si fa la professione di fede per avere la
«che lo aspettano per la loro salvezza» (Eb 9,28). salvezza» (Rm 10,10)
637 638
peccatori.
639 640
In favore di In favore di
A causa di A causa di
In rapporto a In rapporto a
ὑπέρ ὑπέρ
Al posto di Al posto di
107
Questioni soteriologiche Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
ὑπέρ
- «Morire per» - Formule di donazione
(non presente nell’AT tranne Is 53 e 2 Mac) es. Rm 4,25: «venne consegnato per i nostri peccati»
es. 1Cor 15,3 «Cristo morì per i nostri peccati»
Sottolineano della morte di Gesù:
Il NT (soprattutto Paolo) preferisce descrivere il senso - non come un atto eroico (prospettiva greco-romana)
della morte di Cristo con la formula «morire per» - non come un sacrifico di espiazione (cultuale, ebraico)
anziché inserirsi nella prospettiva dell’AT e leggerla in Quanto la portata salvifica dell’autoconsegna o della
senso cultuale. In questo modo si evidenzia la differenza consegna da parte di Dio.
dal mondo ebraico tra la morte di Gesù in croce e i
sacrifici espiatori compiuti sul monte Sion. - Rito di espiazione (dall’analisi del vocabolario)
Non un dio irato che vuole punire,
Differenza dal mondo greco-romano, in cui è presente la ma il dono della riconciliazione nel perdono dei peccati.
formula «morire per» che indica l’accento al soggetto.
645 646
108
Solidarietà Rappresentanza / Gustaf Aulén
/ sostituzione
- H. Schürmann
- Ch. Duquoc - K. Barth
- F. Prat, - W. Pannenberg Discendente: I Millennio
- H. Hocedez, - H. U. von Balthasar
- L. Malevez, - J. Ratzinger,
- P. Galtier, - W. Kasper,
- K. Rahner, - J. Moltmann, Soteriologia Cur Deus homo (1098)
- Y. Congar, - J. Daniélou,
- E. Schillebeeckx, - O. Cullmann,
- H. Küng, - G. Martelet, Ascendente: II Millennio
- J. Moingt, - J. Galot,
- H. Kessler, - D. Sölle,
- J. Alfaro - H. Hoffmann
- Teol. liberazione - K. H. Merke 649 650
651 652
Questioni soteriologiche
L’eucaristia celebra
Nei testi eucaristici si sottolinea il sacrificio
personale di Cristo in un orizzonte relazionale: la donazione che Gesù fa di se stesso al Padre
Questo è il mio corpo che è dato per voi. per la nostra salvezza
109
Sacrificare
Non dare a Dio qualcosa di nostro: L’unico sacrificio è quello di Gesù sulla croce.
Dio riceve (irato da placare, dispotico da convincere)
Il soggetto dà (per qualcosa in cambio: perdono, premio)
Amore alla logica
Ma
L’eucaristia è sacrificio relativo
Rispondere all’amore di Dio:
Dio ci prende (amore nella gratuità). che attualizza sacramentalmente l’unico sacrificio.
Il soggetto viene preso (offre in dono)
Logica dell’amore
655 656
Riluttanza iniziale
di Cristo
- Timore di accogliere le prospettive Eucaristia
giudaiche e pagane sacrificio Contestato dalla Riforma,
della Chiesa ribadito dal conc. di Trento
(DH 1751-1759)
- Dal III secolo la prospettiva del sacrificio da applicare
confermato
all’eucaristia è abbondantemente presente
Conc. Vaticano II
Si tratta dell’eucaristia come celebrazione/memoria
della morte in croce di Cristo, unico sacrificio
657 658
110
Eucaristia come sacrificio
Eucaristia sacrificio della Chiesa
Partecipazione esistenziale
La centralità dell’Eucaristia
661 662
«negli altri sacramenti Cristo è presente con la l’Eucaristia è l’alimento del credente
sua grazia, nell’Eucaristia è presente in persona (analogia con la vita fisica)
come salvatore» «Et ideo, sicut ad vitam spiritualem oportuit esse
Baptismum, qui est spiritualis generatio, et
STh, III, q. 65, a 3 confirmationem, quae est spirituale augmentum; ita
oportuit esse sacramentum Eucharistiae, quod est
spirituale alimentum»
«nell’Eucaristia non solo contiene la Tommaso, STh III, q. 73, a. 1, resp.
santificazione ma è presente l’autore della
santificazione»
«Sacramentum caritatis».
Conc. Trento: DH 1639 Tommaso, STh III, q. 73, a. 3, ad 3 [et alia]
665 666
111
Centralità dell’Eucaristia
Motivazioni ecclesiologiche
La frequenza
«Est autem haec Eucharistia specialiter sacramentum
unitatis et caritatis, ut dicit Augustinus, Super Ioannem».
della celebrazione eucaristica
Tommaso, Super Primam Ep. ad Corinthios
669 670
«In alcuni luoghi non si lascia passare nessun ricordare simili a queste è lasciata alla libertà di
ciascuno; non vi è disciplina migliore cui un cristiano
giorno senza offrire [il sacrificio], in altri si offre solo il
serio e prudente possa attenersi se non quella di
sabato e la domenica e in altri solo la domenica» agire nel modo in cui vedrà agire la Chiesa in cui si
trova»
Agostino, Lettera 54 (a Gennaro)
671 672
112
Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica
«Mi domandi se il sabato si deve digiunare e se è bene
Quotidiana (comunione eucaristica)
ricevere l’Eucaristia ogni giorno, come pare facciano la Chiesa
di Roma e le Spagne. [...] Ma credo che brevemente debba
Regula Magistri
informarti che le tradizioni ecclesiastiche, soprattutto quelle che (VI sec.)
non costituiscono un ostacolo per la fede, devono essere
Solo domenica (celebrazione eucaristica)
osservate così come ce le hanno tramandate i padri, né la loro
consuetudine dev’essere cambiata con altre. [...]. Volesse il
cielo, inoltre, che potessimo ricevere sempre l’Eucaristia, non Quotidiana (comunione eucaristica)
per nostra condanna e con un rimorso di coscienza e poter
ascoltare le parole del Salmista, che dice: gustate e vedete Regula Benedicti
(VI sec.)
quanto è buono il Signore [...]»
Girolamo, Lettera 71 (398) Solo domenica (celebrazione eucaristica)
674
che si trovassero sotto la violenza della persecuzione, Gregorio M. Quotidiana (celebrazione eucaristica)
(Dialoghi)
sia che per amore della vita monastica dimorassero
Paolo VI, Mysterium fidei: EV 2/ 434 Celebrazione eucaristica quotidiana in tutto l’Occidente
675
(monastico) 676
113
Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica
Risposte
«L’analisi della frequenza della celebrazione
eucaristica permette, dunque, di confermare che Frequenza eucaristica solo domenicale
con qualche eccezione dei giorni feriali?
l’unità della fede, espressa attraverso la pluralità delle
(motivazione ecumenica e carenza di sacerdoti)
prassi liturgiche, rappresenta un elemento originario e
costitutivo del cristianesimo. Unità della fede e Prassi liturgiche originarie (prima del IV sec.) diverse,
lasciano libertà di scelta?
pluralità di prassi liturgiche appare così un principio (motivazione storica)
guida e un criterio ispiratore al quale attenersi per
rimanere fedeli alla grande tradizione della Chiesa». Prassi liturgiche originali (prima del IV sec.) solo
domenicali, obbligano all’eucaristia solo domenicale?
G. BOSELLI, Ritmo e frequenza della celebrazione
(motivazione storica)
679 680
114
Frequenza della celebrazione eucaristica Frequenza della celebrazione eucaristica
«2. Il fondamento teologico che sostiene la
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis celebrazione eucaristica a sola frequenza settimanale
è dato, in primis, dalla prassi liturgica della Chiesa
«in quanto coinvolge la realtà umana del credente delle origini – anche se non si presenta uniforme –
nella sottolineatura dell’escatologica presenza del
nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende
Risorto nel ‘giorno del Signore’. Pur rilevando
possibile, giorno dopo giorno, la progressiva l’importanza di tale fondamento, proporre
un’esclusiva frequenza ebdomadaria alla
trasfigurazione dell’uomo chiamato per grazia ad celebrazione dell’Eucaristia sembra identificare il
essere ad immagine del Figlio di Dio» (71) ritorno alle origini, auspicato dal Concilio, con il
semplice ‘ricopiare’ la prassi antica».
R. NARDIN, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
685
Il culto eucaristico
689 690
115
«Scopo primario e originario della conservazione della Rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione
Eucaristia fuori della Messa è l’amministrazione del «Mentre la riforma muoveva i primi passi, a volte l’intrinseco
Viatico; scopi secondari sono la distribuzione della rapporto tra la santa Messa e l’adorazione del Ss.mo
Sacramento non fu abbastanza chiaramente percepito.
comunione e l’adorazione di nostro Signore Gesù
Un’obiezione allora diffusa prendeva spunto, ad esempio, dal
Cristo, presente nel sacramento. La conservazione rilievo secondo cui il Pane eucaristico non ci sarebbe stato dato
delle sacre specie per gli infermi portò infatti alla per essere contemplato, ma per essere mangiato. In realtà, alla
lodevole abitudine di adorare questo celeste alimento luce dell’esperienza di preghiera della Chiesa, tale
riposto e custodito nelle chiese: un culto di adorazione contrapposizione si rivelava priva di ogni fondamento. Già
Agostino aveva detto: ‘nemo autem illam carnem manducat,
che poggia su valida e salda base, soprattutto perché
nisi prius adoraverit; peccemus non adorando – Nessuno
la fede nella presenza reale del Signore porta mangia questa carne senza prima adorarla; peccheremmo se
naturalmente alla manifestazione esterna e pubblica di non la adorassimo’ (Enarrationes in Psalmos 98,9)».
questa stessa fede»
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, 66
Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, 5 L’adorazione precede la celebrazione 692
Rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione Rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione
la celebrazione
Parallelismo tra adorazione e lectio divina
693 694
adorando sempre con culto latreutico, che compete presentandole alla solenne venerazione dei fedeli
116
L’adorazione eucaristica
«Le motivazioni teologiche che nel corso della storia
hanno favorito nella chiesa latina, l’adorazione
dell’eucaristia al di fuori della Messa sono le seguenti:
1. L’irrobustimento della fede nella presenza reale; 2. L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
La venerazione e l’adorazione delle sacre specie
durante la Messa; 3. L’esigenza, tipicamente
medievale, di contemplare, con riverenza e rispetto, il
Santissimo Sacramento»
F. COURTH, I sacramenti, 292
697 698
- Concilio di Trento:
Eucaristia (sorgente), sacramenti (fiumi) B - La centralità dell’Eucaristia (fons et culmen)
C Chiesa locale
699 700
117
«Se la Parola di Dio è soprattutto il Logos che poi, nella
pienezza dei tempi, diventa carne e questa, nella
celebratio, diviene pane di vita, allora, come ci ricorda
Sacramentum caritatis, “la liturgia eucaristica è
essenzialmente actio Dei che ci coinvolge in Gesù per
mezzo dello Spirito” (Sc 37) ossia assume una
Parola di Dio ed Eucaristica determinazione teologica (cristologico-pneumatica) pur
nell’orizzonte antropologico. In questa prospettiva si
comprende come la celebrazione non possa essere
riducibile a semplice esperienza (simbolica)
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, dell’esistenza umana, come talvolta è stata intesa, ma si
in PATH 19 (2020) 359-379 ponga all’interno dell’indeducibile actio Dei, assumendo,
tuttavia, le necessarie coordinate di ordine antropologico
per essere accolta».
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, 378
703
«La comprensione della Parola di Dio in senso analogico «I due riduzionismi da evitare, quindi, sono da un lato
(Verbum Dei quale Logos “polifonico”) quindi non riducibile
quello di appiattire il culmen della revelatio del Verbum
alla sola Scriptura e la visione della liturgia quale actio Dei
(actio Verbi) quindi non riducibile alla sola experientia Dei alla sua sola præsentia sostanziale e oggettiva in
hominis imprimono un’accentuazione teologica (Verbum una celebratio riduttiva e statica e, dall’altro, di
“Dei”) e dinamica (“actio” Dei) per le quali risulta
appiattire l’actio Dei alla sola experientia hominis in
necessaria un’intelligenza dell’Eucaristia quale
attualizzazione del mistero pasquale, intesa non solo come una celebratio dinamica ma vuota perché non
apice del Verbum Dei ma quale actio Dei, quindi non coglierebbe fino in fondo il propter salutem hominis.
identificabile con la sola “presenza reale”, di sapore Potremmo dire che questi tre punti centrali rimandano
preconciliare, perché renderebbe ragione della præsentia
sostanziale e oggettiva del Verbum Dei ma non della al rapporto tra revelatio e celebratio e, se vogliamo, tra
celebratio dinamica dell’actio Dei, che costituisce il vero sacramentaria e liturgia, e anche tra lex credendi e lex
culmen del Verbum Dei». orandi».
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, 378
R. NARDIN, Parola di Dio ed Eucaristia, 378
R. Jaouen (1995)
Vita
Cameroun
Miglio (riso)
118
R. Jaouen (1995) R. Jaouen (1995)
Cameroun
Si potrebbe usare il miglio (riso) al posto del pane? Svincolato da cultura particolare
709 710
711 712
Pubblicazioni
Eucaristia Non solo morte di Cristo
sull’Eucaristia
Eucaristia Non solo risurrezione di Cristo
713 714
119
Trattato Trattato
1a parte: storica – positiva – analitica – induttiva 2a parte: organica
Non ipotetica
Non sintetica
Non deduttiva
Trovare un principio unitario (di sintesi)
715 716
Trattato Trattato
Principi di sintesi
Lex orandi, lex credendi, lex vivendi
Eucaristia sacramento del sacrificio di Cristo
Lex orandi, lex credendi, lex vivendi Dialogo con la filosofia (ontologia) (Power)
717 718
120
«In quest’ordine di riflessioni mi preme riprendere un «Il cristiano che offre la sua vita nel martirio entra nella
concetto caro ai primi cristiani, ma che colpisce anche noi, piena comunione con la Pasqua di Gesù Cristo e così
cristiani di oggi: la testimonianza fino al dono di se stessi,
diviene egli stesso con Lui Eucaristia. Ancora oggi non
fino al martirio, è sempre stata considerata nella storia
mancano alla Chiesa martiri in cui si manifesta in modo
della Chiesa il culmine del nuovo culto spirituale: “Offrite i
vostri corpi” (Rm 12,1). Si pensi, ad esempio, al racconto supremo l’amore di Dio. Anche quando non ci viene
del martirio di san Policarpo di Smirne, discepolo di san chiesta la prova del martirio, tuttavia, sappiamo che il culto
Giovanni: tutta la drammatica vicenda è descritta come gradito a Dio postula intimamente questa disponibilità e
liturgia, anzi come un divenire Eucaristia del martire trova la sua realizzazione nella lieta e convinta
stesso. Pensiamo anche alla coscienza eucaristica che testimonianza, di fronte al mondo, di una vita cristiana
Ignazio di Antiochia esprime in vista del suo martirio: egli coerente negli ambiti dove il Signore ci chiama ad
si considera «frumento di Dio» e desidera di diventare nel annunciarlo».
martirio “pane puro di Cristo”».
BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 85 BENEDETTO XVI, Sacramentum caritatis, 85
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