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Piaget è uno

strutturalista: egli
ricerca i processi
cognitivi autogenerati
dalla mente, senza o
con la minima influenza
esterna

Nei suoi lavori


precedenti lo studio
dello sviluppo
cognitivo, egli da una
grande dimostrazione
di conoscenza di
strumenti matematici.
Ma nei suoi primi lavori
sullo sviluppo cognitivo
egli adotta metodi assai
asistematici e poco
definiti statisticamente
, il che non è una buona
cosa. A partire dagli
anni 30, è tornato ad un
rigore che consente una
maggiore operatività
della teoria.
Da qui in poi si discute
dei metodi utilizzati da
Piaget. Il primo di essi è
l’osservazione guidata,
cioè ‘osservazione
asistematica dei bambini

Piaget teorizza che lo


sviluppo proceda senza
improvvise
modificazioni, attraverso
un graduale processo
che segue il principio di
accomodamento, che
abbiamo visto a lezione
ed è un invariante
funzionale.
Qui si fa riferimento al
processo di evoluzione
che, pur graduale e
continuo, può essere
suddiviso negli stadi che
abbiamo visto a lezione:
il riconoscimento di un
mondo stabile e
ordinato, separato da
noi, e l’emergere di un
io cosciente

Nelle sue ricerche con i ragazzi più grandi, Piaget si avvale del metodo clinico, ovvero quello utilizzato in
psicanalisi e psichiatria, che si avvale molto del linguaggio.
L’altro metodo
utilizzato, con i bambini
in grado di parlare, è il
metodo clinico:
interagire verbalmente
con il bambino,
cercando di mantenere
la sua spontaneità ma
guidandolo verso i
nuclei problematici che
interessano

Risposta casuale: quando il bambino si annoia


Nei test clinici, si evidenziano
5 tipi possibili di risposta:
1. Risposta casuale
inconsistente, detta
senza pensare, quando
il bambino si annoia o
non capisce. Da
rigettare ai fini
dell’esperimento
2. Risposta fabulata
quando
essenzialmente il
bambino si inventa
delle bugie. Poco
significativa ma utile
per lo studio dei
processi creativi
3. Credenza suggerita,
cioè risposta genuina
ma influenzata dallo
sperimentatore. Il
bambino spesso ripete
esattamente delle
parole dello
sperimentatore.
Risposta biasata
4. Credenza provocata, il
bambino risponde in
maniera non suggerita,
ma su un argomento
del tutto nuovo e
quindi deve elaborare
al momento
5. Credenza spontanea, il
bambino risponde in
maniera non biasata su
qualcosa a lui già
proprio

Nei primi lavori clinici di Piaget, lo sperimentatore presenta degli scenari al bambino unicamente attraverso
il linguaggio verbale. Scopo dell’indagine è proprio il linguaggio nel bambino, in particolare le conversazioni
fra bambini. Questi studi sono asistematici. Gli studi successivi sono sulla logica e sui significati relazionali
(famiglia, casa, straniero, nemico) attribuiti dal bambino e si presta per indagini più sistematiche. Per
esempio, fino ai 10-11 anni i bambini non si rendono conto della reciprocità del termine “straniero”
I bambini (piccoli, 7-8 anni) danno di solito una spiegazione realista (attribuire a cose astratte un valore
fisico, come “pensare con la bocca”), animista (l’opposto, dare valore astratto a cose fisiche) o artificialista
(pensare che tutte le cose le ha fatte l’uomo).

Esempio di metodo
critico: l’esperimento
della focaccia

Il metodo critico non solo


è più concreto di quello
clinico (le interazioni sono
con oggetti reali e non
solo verbali) ma ha come
punto centrale la presenza
di una fase “critica” di
feedback, come per
esempio cercare di
ricavare una legge fisica.
Gli invarianti funzionali
L’invariante funzionale è
un principio valido a
priori, a tutte le età e
contesti, indipendente
dalle abilità in possesso

Le strutture sono il risultato


degli invarianti funzionali

Queste strutture sono oggetti complessi e interconnessi, cioè la modificazione di una parte causa una
modificazione del tutto e viceversa.

Questo invariante funzionali dell’ organizzazione non l’abbiamo visto a lezione, ma è un po’ ovvio:
esso è quel principio che stabilisce che il funzionamento cognitivo tenda naturalmente alla
creazione di strutture, allo sviluppo di abilità ecc.
ACHTUNG: nel corso noi
abbiamo invertito le due
parole accomodamento e
adattamento! Cosicchè il
principio sia PRINCIPIO DI
ACCOMODAMENTO,
suddiviso in assimilazione e
adattamento

Definizione di assimilazione

Definizione di adattamento

Esempi di assimilazione e
adattamento

L’equilibrio adattivo, ovvero


l’equilibrio o squilibrio tra
momenti di assimilazione e di
adattamento in diversi periodi
del bambino
Gioco come prevalenza
dell’assimilazione,
imitazione come
prevalenza
dell’adattamento,
adattamento intelligente
quando c’è armonia tra i
due aspetti

Invarianti funzionali

La struttura è uno
schema, la cui
complessità e
raffinatezza
aumenta nel
tempo e che
vengono creati dal
principio di
accomodamento

I contenuti sono le
risposte o le azioni
reali dei soggetti in
certe situazioni, e
ovviamente variano
nel tempo
Nei primi studi di piaget le strutture cognitive (egocentrismo, realismo, animismo ecc) erano definite in
modo intuitivo e spesso superficiale e impreciso. A partire dagli anni 30 comincia ad assiomatizzarle e
definirle in maniera più formale e operativa.

Fenomenologia
dell’egocentrismo

Cioè il famoso “fanculo


mamma, adesso ho 12
anni”

Il resto delle pagine 154


francamente lo salto perché
mi sembra troppo specifico
e che non centri nulla con il
corso. Basti sapere che
questi raggruppamenti sono
strutture cognitive che
regolano lo stadio del
pensiero concreto

I bambini allo stadio preoperatorio non hanno la capacità di comprendere l’addizione e la sottrazione
(esperimento delle perle di legno)
Non credo che sta roba sia
importante, ma la metto lo
stesso

Alcuni contenuti della


mente del bambino:

1. Fenomenismo:
rilevare dal mondo
esterno solo ciò
che è subito
evidente
2. Sincretismo:
schemi unitari ma
imprecisi
3. Giustapposizione:
la tendenza a
creare non sequitur
4. Realismo: per
bambini piccoli
“pensiamo con la
bocca”
5. Animismo:
tendenza ad
attribuire proprietà
intellettuali a
oggetti
6. Artificialismo: ciò
che ci circonda è di
origine artificiale
7. Dinamismo: una
specie di “tacchino
induttivista” per
bambini
8. Fenomenismo: post
hoc ergo propter
hoc
9. Ragionamento
transduttivo
10. Reversibilità
I due primi periodi qui visti li
abbiamo raggruppati a
lezione sotto l’unico nome di
periodo sensomotorio/del
pensiero concreto.
-periodo operatorio formale (dopo gli 11 12 anni) in cui egli può operare con elementi e conoscenze
astratte

Ogni periodo è strutturato in una successione di stadi, in cui il bambino articola sempre meglio i contenuti
mentali
I criteri individuati da piaget affinchè si possa parlare di stadi sono:

1. gerarchizzazione: l’ordine in cui vengono raggiunti gli stadi deve essere invariante. Non posso
raggiungerne uno più avanzato subito
2. integrazione: il passaggio da uno stadio al successivo deve avvenire sempre tramite integrazione di
nuove informazioni, senza rimuovere ciò di raggiunto in precedenza
3. strutture di insieme: l’evoluzione di uno stadio non deve riguardare comportamenti isolati, ma
cambiare strutture d’insieme
4. consolidamento: che il raggiungimento dello stadio segua il principio di accomodamento e si divida
quindi in assimilazione e adattamento
5. equilibrazione: che ogni stadio debba poter costituire una sorta di punto di equilibrio nello sviluppo

Gradualità dello sviluppo


stadiale. Secondo molti psicologi
la stadialità di Piaget è incorretta
perché fallisce a spiegare alcune
compresenze di diversi stadi.

Revisione dello psicologo John


Flavell

Molte di queste critiche vengono dalla psicologia cognitivo-evoluzionistica, che pone l’accento sulla
“interazione”, mentre l’approccio strutturalista piagettiano è più orientato sulle capacità autocostruttive
della mente

Vediamo ora i periodi dello sviluppo piagettiani. Noi abbiamo studiato lo stadio sensomotorio/pensiero
concreto, dell’operatività e del pensiero formale

Il periodo sensomotorio/del pensiero concreto è articolato nelle dispense in:

• intelligenza sensomotoria (0-2 anni): in cui l’interazione sensomotoria è mediata da riflessi innati,
poi dal graduale controllo dei riflessi e le prime forme di interazione/sperimentazione con
l’ambiente esterno.
• Pensiero simbolico (Nelle lezioni però lo abbiamo chiamato iconico, o proto iconico visto che non
siamo ancora nel periodo della operatività) e preconcettuale (2-4 anni):
Attorno ai due anni comincia a
svilupparsi il pensiero iconico. Il
pensiero iconico consiste nel
richiamare oggetti non
necessariamente presenti tramite
l’assimilazione del significante .
Questo viene poi sviluppato nel
linguaggio.

Il preconcetto è una struttura a


metà tra il pensiero iconico e
quello simbolico (che qui è
chiamato logico). Il preconcetto
è una evoluzione degli schemi
sensomotori secondo il
linguaggio. L’oggetto viene
assimilato ma non è ancora
possibile fare operazioni con
esso (come suddividerlo in
classi, ordinarlo ecc)

La conquista del linguaggio consente un definitivo distacco fra significato e significante e consente di
richiamare elementi non fisicamente presenti davanti a loro, e consente al pensiero di elaborare significati
in modo via via più astratto.

Secondo Piaget, è la logica che permette il linguaggio, e non viceversa, in quanto essa è un derivato della
coordinazione dei vari schemi prodotti dai fenomeni di assimilazione e adattamento.

• Pensiero intuitivo (dai 4 ai 7-8 anni): si entra in una fase di transizione verso il periodo operatorio
concreto, in cui si compicia ad effettuare le operazioni tipiche del periodo dapprima con difficoltà,
poi via via meglio.

Il secondo periodo visto a lezione, quello operatorio (che nelle dispense è definito periodo operatorio
concreto) si raggiunge verso i 7/8 anni:

Le operazioni compaiono
verso i 7 anni, e sono
definite come processi di
organizzazione degli oggetti
concreti. Si dividono in
operazioni logico-
matematiche e infralogiche
o spazio-temporali

Nel famoso esperimento delle perle nel vaso, in cui un vaso di vetro pieno di perle viene travasato in un
altro di altezza differente, i bambini nel periodo pre-operatorio diranno che la quantità di perle è
aumentata o diminuita (di solito se il vaso di arrivo è più alto e stretto diranno che è aumentata), pur
sapendo che non ne è stata aggiunta o tolta nessuna. I bambini nel periodo operatorio invece, sapendo che
non ne è stata aggiunta o tolta nessuna, sanno che la quantità è rimasta invariata. Sanno cioè il significato
dell’operazione matematica identità.

Esperimento delle perle di legno

All’inizio del periodo operatorio si riscontra il fenomeno del “décalage orizzontale”: il bambino raggiunge la
nozione di conservazione di alcune grandezze se soggette a trasformazioni, come la quantità, ma dimostra
ancora un ragionamento intuitivo per altre grandezze, come peso e soprattutto volume, pur potendo
applicare l’operazione di identità così raggiunta anche alle suddette proprietà.

Il decalage orizzontale viene


gradualmente risolto fino al
raggiungimento del periodo del pensiero
formale
Il pensiero formale non fa che
applicare le operazioni raggiunte in
precedenza con oggetti concreti ad
oggetti astratti. Operazioni di
secondo grado.

Esempio: ordinamento logico di frasi

Anche qui, è presente una forma di decalage,


ma stavolta è verticale: ciò che è stato
raggiunto per il mondo concreto non viene
subito raggiunto per il mondo formale, ma
viene aggiunto gradualmente

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