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22/4/2014 LA CIVILTÀ VEDICA NELLE STEPPE SIBERIANE?

La civiltà vedica nelle steppe siberiane?


a cura della redazione arianuova.org
In un’area di 640 chilometri, al confine tra Russia e Kazakhistan, un team di archeologi sta
analizzando venti antichi insediamenti spiraliformi (e ha inoltre rintracciato cinquanta ulteriori siti
ancora da portare alla luce), che potrebbero essere i primi stanziamenti certi, finora individuati,
delle popolazioni vediche fuori dei confini della valle dell’Indo-Sarasvati.
Si presume che tali agglomerati urbani risalgano a 3.500/4.000 anni fa, poco dopo la
costruzione della Grande Piramide in Egitto. Ciascun insediamento ha la dimensione delle
città-stato dell’antica Grecia che hanno iniziato a fare la loro comparsa a Creta all’incirca nello
stesso periodo (per esempio Micene), in grado di ospitare un paio di migliaio di individui.
Se gli archeologi confermano l’origine ariana delle città, ciò potrebbe costituire la prima prova
della diffusione della civiltà vedica in Europa e nel Medioriente. Il loro linguaggio è stato
identificato come il precursore delle lingue europee, incluso il nostro italiano.
La BBC ha subito inviato una troupe che ha realizzato un programma radiofonico dal
titolo Tracking the Aryans. E l’anglosassone Bettany Hughes, docente e storica rinomata, ha
subito affermato che «potenzialmente queste città potrebbero strappare il primato dell’era degli
eroi all’antica Grecia».
La prima di queste città, conosciuta con il nome di Arkaim, venne alla luce nel 1989, non
appena le autorità sovietiche permisero a enti non militari di effettuare fotografie aeree della
zona.
Un altro importante sito archeologico rinvenuto nella medesima zona è quello di Sintashta,
descritto come un centro fortificato metallurgico con alcune necropoli annesse, i cui rituali sono
stati in qualche modo assimilati q quelli descritti nel Rgveda.
L’archeologo Gennady Zdanovich sottolinea il fatto che la forma di ognuno di questi
insediamenti, stanziati principalmente nel distretto di Chelyabinsk, rievoca un fossile di
ammonite (diviso in segmenti con forma a spirale); inoltre, tutt’intorno a ogni città è stato
riscontrato un canale, mentre al centro del ciascun insediamento sorge una piazza quadrata. Gli
scavi hanno portato alla luce vasellame con incisioni della svastika e di altri simboli solari
tipicamente vedici.
È convinzione di un numero sempre maggiore di studiosi che la civiltà vedica, fiorita circa
7.000 anni fa (e qualcuno ipotizza che si sia formata all’epoca dell’ultima glaciazione, accorsa
12.000 anni fa) nella valle dell’Indo-Sarasvati (nel nord dell’India e nell’attuale Pakistan, in
un’area di gran lunga superiore a quella utilizzata dagli antichi egizi o dai popoli
mesopotamici), abbia conosciuto un flusso migratorio che, a partire dal 3.000 a.C., si è diffuso
in varie parti del mondo. Quando il fiume Sarasvati iniziò a prosciugarsi, infatti, le popolazioni
vediche cominciarono a spostarsi; anzitutto nell’altipiano gangetico e, in ondate concomitanti
ma pure successive (e per tutta l’età del Bronzo), in altri luoghi geografici, verso est e verso
ovest, dall’Estremo Oriente all’Europa, dando nascita o influenzando fortemente civiltà come la
greca, la celtica, l’egizia e altre ancora (taluni sostengono che anche le civiltà mesoamericane
e amerindie derivino dalla cultura vedica — vedi articolo sulle antiche migrazioni).
Ottobre 2010

http://www.arianuova.org/la-civilta-vedica-nelle-steppe-siberiane 1/1

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