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Platone amava il mondo delle idee eteree e incorporee, concependolo come il regno
delle Forme perfette. Nel suo celebre "Mito della Caverna," dipinse la vita umana come
un'ombra proiettata sulla parete, illusa da ciò che percepiamo con i sensi. Solo
attraverso la filosofia e la ricerca interiore, sosteneva Platone, potevamo aspirare alla
comprensione delle Forme ideali.
Tuttavia, Platone non esentava la sua visione da sfide. La sua critica più famosa a se
stesso fu "Le leggi," un trattato sulla giustizia e sulla politica. Qui, Platone concepiva
una società ordinata in classi e regolata da leggi, cercando di risolvere i problemi che
aveva rilevato nella sua visione utopica de "La Repubblica."