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17/12/2020

PARTE TERZA

GLI STRUMENTI DI VERIFICA DELLE


CONDIZIONI PARTICOLARI DEL SUCCESSO DEL
SISTEMA D’AZIENDA

• LA DETERMINAZIONE DEI COSTI (diretti e indiretti)


• IL DIAGRAMMA DI REDDITIVITÀ (fissi e variabili)

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LA DETERMINAZIONE
DEI COSTI AZIENDALI
 Costi diretti ed indiretti
 Le configurazioni di costo
 La determinazione del costo complessivo
 I criteri di ripartizione: su base unica tecnica, su base
multipla, su base commerciale
Libro:
- Cap. 1, parte terza (escluso paragrafi 1.4.4 e 1.5)

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LA DETERMINAZIONE
DEI COSTI
Per scopi conoscitivi interni, si può essere interessati a determinare il
costo di una serie di “oggetti di riferimento” rilevanti per l’azienda. Il
complesso delle rilevazioni finalizzate alla determinazione dei costi di
specifici oggetti di riferimento è definita contabilità analitica
Possibili oggetti di costo:
 Prodotto finito
 Sub-unità organizzativa (stabilimento, reparto, funzione)
 Commesse
 Progetti
 Canali distributivi
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COSTI DIRETTI E
COSTI INDIRETTI
In relazione all’oggetto economico di riferimento:
Costi diretti: costi per cui è possibile stabilire un nesso di
causalità tra sostenimento del costo e l’oggetto di riferimento.
Vengono direttamente attribuiti all’oggetto di riferimento.
Es. materie prime con riferimento al singolo prodotto

Costi indiretti: costi per cui non esiste un immediato nesso di


causalità tra sostenimento del costo e oggetto di riferimento.
Vanno attribuiti all’oggetto di riferimento pro-quota.
Es.: stipendio dell’amministratore delegato con riferimento al
singolo prodotto
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COSTI DIRETTI E COSTI INDIRETTI


Costi diretti

Costi indiretti

VOCI DI COSTO OGGETTI DI COSTO

Azienda Reparto produttivo Prodotto “alfa”


Materie prime Materie prime Materie prime Materie prime
Mano d’opera diretta Mano d’opera diretta Mano d’opera diretta Mano d’opera dir.
Amm.ti macchinari Amm.ti macchinari Amm.ti macchinari Amm.ti macchinari
Mano d’opera indiretta Mano d’opera indir. Mano d’opera indir. Mano d’opera indir.
Energia elettrica Energia elettrica Energia elettrica Energia elettrica
Costi amministrativi Costi amministrativi Costi amministrativi Costi amministrativi
Costi commerciali Costi commerciali Costi commerciali Costi commerciali

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LE CONFIGURAZIONI DI COSTO
Sono sommatorie di più elementi di costo che, caratterizzati da
relativa omogeneità, possono riferirsi ad uno stesso oggetto.
Le configurazioni del costo di prodotto:
• Costi diretti
COSTO • Materie prime
PRIMO • Mano d’opera diretta
• Quote di SG amministr.
COSTO • Quote di SG commercial.
COMPLESSIVO • Quote di SG tecniche
• Quote
COSTO di oneri
ECONOMICO - TECNICO figurativi
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LE CONFIGURAZIONI DI
COSTO: IL COSTO PRIMO
Anche detto “diretto” o “speciale”. Deriva dalla somma dei costi
imputabili senza ripartizione al prodotto medesimo.

Tali componenti possono riguardare:


• le materie prime adoperate;
• la mano d’opera impiegata nella fabbricazione esclusiva di quel
prodotto (paga, oneri sociali ed oneri integrativi);
• altri fattori impiegati nella specifica produzione, quali stampi,
modelli, utensili speciali, licenze, brevetti, energia (se
direttamente imputabili!);
• altri componenti imputabili direttamente alla produzione
considerata (es. combustibili).
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LE CONFIGURAZIONI DI COSTO:
IL COSTO COMPLESSIVO
Comprende il costo primo e le quote di costi comuni amministrativi,
commerciali e tecnici
Tali componenti di costo si riferiscono a:
• quote di costi di fattori della distribuzione (imballaggio, pubblicità,
trasporto, collocazione del prodotto, …);
• quote dei costi dei fattori dell’organizzazione amministrativa e finanz.;
• quote del costo della manodopera indiretta;
• quote delle spese generali diverse o aziendali.
Rappresenta, almeno in prima approssimazione, il valore del prodotto o
servizio disponibile per la vendita  è confrontato con il ricavo
conseguito al fine di rilevare il risultato economico di quel prodotto
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LE CONFIGURAZIONI DI COSTO:
IL COSTO ECONOMICO-TECNICO
Comprende il costo complessivo e le quote di oneri virtuali o
figurativi, che riguardano il consumo di fattori della
produzione per cui non si corrisponde alcuna
remunerazione o controprestazione.

Ne sono componenti:
• costi che rappresentano l’interesse normale computato
sul capitale investito dal soggetto economico;
• l’eventuale remunerazione dell’imprenditore-proprietario;
• la quota di profitto che remunera il rischio di impresa.
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CORRELAZIONE TRA SCOPI


CONOSCITIVI E
CONFIGURAZIONI DI COSTO
Per ogni scopo conoscitivo è opportuno prediligere una
particolare configurazione di costo
Per esempio:
 per valutare le rimanenze di prodotti  costo primo;
 per conoscere il prezzo che remunera tutti i fattori della
produzione impiegati  costo economico-tecnico;
 per determinare un limite di sicurezza per la fissazione del
prezzo di vendita  costo complessivo;
 per confrontare l’efficienza in termini di costo di due
aziende  il costo economico-tecnico
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COME SI DETERMINA IL COSTO


COMPLESSIVO DI UN PRODOTTO?

CRITERI UTILIZZATI:
 criterio su base unica aziendale
 criterio su base multipla aziendale
 criterio su base commerciale
 criterio della localizzazione dei costi
 metodo dell’ABC (escluso dalla trattazione)

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MODALITÀ DI ATTRIBUZIONE
DEI COSTI DEI FATTORI
ALL’OGGETTO DI COSTO
Costi diretti
Costi indiretti

Necessità di ripartire i costi indiretti fra gli


oggetti di costo (divisione, attività, servizio, etc.)

Su base unica Su base multipla

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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE UNICA
Si utilizza un’unica base di ripartizione (comune agli oggetti di
riferimento)

Procedimento:
• Individuazione dei costi indiretti da ripartire;
• Scelta della base di ripartizione  dovrebbe spiegare
razionalmente il maggiore o minore assorbimento dei costi
indiretti da parte dei prodotti;
• Determinazione del coefficiente di ripartizione: costo da
ripartire/base di riparto;
• Attribuzione della quota del costo, moltiplicando il coefficiente
per la parte della base di riparto attribuibile all’oggetto di costo

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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE UNICA
(ESEMPIO)
Due prodotti A e B tra cui ripartire 100.000 € di costi indiretti

• Base di riparto: ore di lavoro diretto utilizzate (1.000 ore)


• Prodotto A: ore di lavoro diretto utilizzate: 300 ore
• Prodotto B: ore di lavoro diretto utilizzate: 700 ore

Coefficiente di ripartizione = Costo da ripartire/base di riparto


= 100.000/1.000 ore = 100

• Quota di costo da attribuire ad A = 100 x 300 ore = 30.000 €


• Quota di costo da attribuire a B = 100 x 700 ore = 70.000 €
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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE UNICA
(ESEMPIO)
Due prodotti A e B tra cui ripartire 100.000 € di costi indiretti

• Base di riparto: assorbimento di materia prima in Kg (1.000)


• Prodotto A: kg di materia prima utilizzata: 700 kg
• Prodotto B: kg di materia prima utilizzata: 300 kg

Coefficiente di ripartizione = costo da ripartire/base di riparto


= € 100.000/1.000 kg = 100

• Quota di costo da attribuire ad A = 100 x 700 kg = 70.000 €


• Quota di costo da attribuire a B = 100 x 300 kg = 30.000 €
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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE UNICA
(LIMITI)
Il metodo manca di obiettività, è possibile preordinare la
determinazione dei costi complessivi ad un certo risultato
scegliendo la più opportuna base

Il metodo non è razionale perché è difficile che un’unica


base di ripartizione possa “spiegare” il sostenimento di
tutte le categorie di costi indiretti

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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE MULTIPLA
Cercando di superare i limiti evidenziati, tale criterio
utilizza più basi di ripartizione dividendo l’ammontare
totale dei costi indiretti per più categorie omogenee
ognuna possibilmente “spiegabile” dalla medesima
base di ripartizione.

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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE MULTIPLA
(ESEMPIO)
• 100.000 € costi indiretti da ripartire: 40.000 € utilizzando come base
le ore di lavoro diretto e 60.000 € utilizzando i kg di materia prima

Determinazione dei coefficienti di ripartizione:


40.000 € /1.000 h = 40 h (coefficiente ore di lavoro)
60.000 €/1.000 kg = 60 kg (coefficiente kg di manodopera)

Determinazione delle quote di costo:


• A (300 h x 40 h = 12.000; 700 kg x 60 kg = 42.000); totale costi
indiretti = 54.000 €
• B ( 700 h x 40 h = 28.000; 300 kg x 60 kg = 18.000); totale costi
indiretti = 46.000 €
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RIPARTIZIONE DEI COSTI


INDIRETTI SU BASE
COMMERCIALE
• Ripartizione non su base tecnica ma su base commerciale
(margine di contribuzione come base di ripartizione)
• In tal modo si identifica una base oggettiva non lasciata
alle decisioni soggettive

• Margine di contribuzione = ricavi – costi primi


• Indica il contributo dato dal singolo prodotto alla copertura
dei costi indiretti

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RIPARTIZIONE DEI COSTI CON


CRITERIO COMMERCIALE
(ESEMPIO)

Ipotizziamo che i costi indiretti da ripartire siano 250.000 €

Quale sarà la quota di costi indiretti da attribuire al prodotto A


e al prodotto B?
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RIPARTIZIONE DEI COSTI CON


CRITERIO COMMERCIALE
(ESEMPIO)

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RIPARTIZIONE DEI COSTI CON


CRITERIO COMMERCIALE
(LIMITI)
Non tiene conto del processo produttivo (non si
considera la reale incidenza dei costi indiretti sul
prodotto)
Si ripartisce la maggior parte dei costi indiretti sul
prodotto più “remunerativo” appiattendo così la
ripartizione

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UTILIZZO ERRATO DELLE


BASI DI RIPARTO (ESEMPIO)
Prodotti A B C Totale
Costi diretti 10 20 30 60
Quota dei 167 333 500 1000
costi indiretti

Totale costi 177 353 530 1.060


Ricavi 300 600 500 1.400
Utile + 123 + 247 - 30 340
Occorre eliminare il prodotto C considerato che è in perdita?
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UTILIZZO ERRATO DELLE


BASI DI RIPARTO (ESEMPIO)
Prodotti A B Utile totale
Costi diretti 10 20
Quota dei costi indiretti 333 667
Totale costi 343 687
Ricavi 300 600
Utile - 43 - 87 - 130
Eliminare il prodotto C produrrebbe una perdita perché permette di
assorbire una quota di costi indiretti qualora essi siano ineliminabili
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IL DIAGRAMMA DI
REDDITIVITÀ
 I costi fissi e i costi variabili
 Il diagramma di redditività e il punto di pareggio

Libro: cap. 2, parte terza (solo par. 2.1 e 2.2)

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COSTI VARIABILI E COSTI FISSI


La distinzione tra costi diretti e indiretti guardava i costi da una
prospettiva statica. La distinzione tra costi variabili e costi
fissi guarda i costi da una prospettiva dinamica
Costi variabili Costi fissi
L’ammontare varia L’ammontare è invariato all’aumentare
proporzionalmente al volume del volume produttivo (nei limiti della
prodotto capacità produttiva)
Esempi: Esempi:
• costo delle materie prime • costi amministrativi
• costo dell’energia elettrica • ammortamenti
• costi commerciali
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IL DIAGRAMMA DI REDDITIVITÀ
E LE IPOTESI SU CUI SI FONDA
Strumento a carattere prevalentemente programmatico che consente
di rappresentare la dinamica dei costi variabili e dei costi fissi
Ipotesi specifiche
• Costanza dei ricavi unitari all’aumentare delle unità prodotte
• Costanza dei costi fissi al variare del volume di produzione
• Variabilità proporzionale dei costi variabili
• Omogeneità delle produzioni e costanza del loro mix rispetto al
variare della produzione
• Riferimento a periodi di tempo ristretti (esercizio
amministrativo)

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RAPPRESENTAZIONE
DEI COSTI VARIABILI

Costi

Costi variabili

Volume
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RAPPRESENTAZIONE DEI
COSTI VARIABILI UNITARI
(O MEDI)
Costi

Costi variabili medi

Volume

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RAPPRESENTAZIONE DEI COSTI


VARIABILI (VARIABILITÀ PER
SCAGLIONI DI PRODUZIONE)
Effetti della dinamica dei rendimenti (materie prime):
Costi

Costi variabili

B Volume di
A produzione e vendita

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RAPPRESENTAZIONE DEI COSTI


VARIABILI (VARIABILITÀ PER
SCAGLIONI DI PRODUZIONE)
Effetti delle dinamiche dei prezzi di acquisto:

Costi

Costi variabili

A B C
Volume di
produzione e vendita
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RAPPRESENTAZIONE
DEI COSTI FISSI
Costi

Costi fissi

Volume di
produzione e vendita

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RAPPRESENTAZIONE DEI
COSTI FISSI UNITARI
Costi

Costi fissi

Volume di
produzione e vendita
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RAPPRESENTAZIONE DEI
COSTI FISSI (COSTANZA
PER SCAGLIONI)
Costi

Costi fissi

Volume di produzione
e vendita

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RAPPRESENTAZIONE
DEI RICAVI
Ricavi

Ricavi

Volume di
produzione e vendita

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RAPPRESENTAZIONE DEI
RICAVI (PROPORZIONALITÀ
PER SCAGLIONI)
Ricavi

Ricavi

A B C

Volume di produzione e vendita


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RAPPRESENTAZIONE DEI
COSTI COMPLESSIVI
Costi Costi
complessivi

Costi variabili

Costi fissi

Volume di produzione e vendita

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RICERCA PER VIA GRAFICA DEL


PUNTO DI PAREGGIO (BEP)
€ €

CV
CF

Q Q

€ €
CT
RT

CV

CF

Q Q

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RICERCA PER VIA GRAFICA DEL


PUNTO DI PAREGGIO (BEP)
RT RT
CT Area dei
CF profitti
CT
CV

P*
CV

Area delle
perdite
CF

Qp e v
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DETERMINAZIONE DEL
PUNTO DI PAREGGIO «A
QUANTITÀ»
Punto di pareggio a quantità:
R = rq Cv = cvq Cf = k Cc = k + cvq

(R= ricavi complessivi; r = ricavi unitari; q = quantità prodotta;


cv = costi variabili unitari; Cv = costi variabili totali; Cf = costi fissi;
Cc = costi complessivi)

R = Cc rq = k + cvq rq – cvq = k

q = k/(r – cv) punto di pareggio a quantità

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DETERMINAZIONE DEL
PUNTO DI PAREGGIO «A
VALORE»
Punto di pareggio a valore:

R = Cc rq = k + cvq rq – cvq = k

rq (1- cv/r) = k rq = k/(1- cv/r)

punto di pareggio a valore

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IDENTIFICAZIONE DELL’AREA
DI SIGNIFICATIVITÀ
Ricavi
Costi
Ricavi

Costi complessivi

P Costi variabili
Costi fissi

V1 V2
Volume di produzione
realizzato e venduto
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