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Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Dipartimento di Scienze Economiche e Metodi Matematici

CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE


E RAGIONERIA GENERALE (A-K)
a.a. 2016-2017
Corso di Laurea in Economia e Commercio
Prof. Mario Carrassi

Contabilità gestionale
dott. Vito A. Carulli
vitoarcangelo.carulli@uniba.it
CONTABILITÀ GENERALE
È un insieme di scritture complesse
con lo scopo di controllare, a posteriori,
le variazioni finanziarie ed economiche e
la determinazione del risultato economico d’esercizio e
del patrimonio di funzionamento

OGGETTO DELLA FATTI ESTERNI


CONTABILITÀ GENERALE DI GESTIONE

Si concretizzano in atti
di scambio con i terzi

FORNITOR
AZIENDA CLIENTI
I
CONTABILITÀ GESTIONALE
Ha lo scopo di attuare il controllo della gestione
nell’aspetto economico, attraverso la misurazione, la
rilevazione, la destinazione, l’analisi dei costi e dei ricavi

OGGETTO DELLA FATTI INTERNI


CONTABILITÀ GESTIONALE DI GESTIONE
processo di trasformazione
fisico-tecnica

Trasferimenti dal Lavorazione Confezionamento


magazzino materie ai Stoccaggio
reparti produttivi Assemblaggio prodotti
AZIENDA
COSTI DIRETTI E INDIRETTI
a seconda del modo con cui i costi dei fattori impiegati sono riferiti
all’oggetto di calcolo

COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI


(SPECIALI) (COMUNI)
Costi specifici che vengono Costi che vengono suddivisi
riferiti ad un dato oggetto tra vari oggetti di calcolo
in modo immediato in base a criteri soggettivi
di ripartizione

Esempi: Esempio:
materiali diretti e i costi generali di
manodopera diretta produzione (utilizzo dei
(addetti alla manutenzione) lubrificanti nell’impianto di
assemblaggio delle auto)
CONFIGURAZIONI DI COSTO
Costi diretti di trasformazione
industriale (materie prime, manodopera
diretta, altri costi diretti di fabbricazione
o da lavorazioni esterne) Costo primo
Costi indiretti di fabbricazione
+ (forza motrice, ammortamenti, macchinari Costo tecnico/di
generici, materiali di consumo, ecc.) fabbricazione
Costi generali commerciali
+ (costi di base per la costi
pubblicità, di Costo di
intermediazione, costiformulazione
di vendita,del
ecc.) fabbricazione e
prezzo di vendita commercializzazione
- Costi generali
Riferimento peramministrativi
valutare la conveniente
+ (stipendi, fitti, spese
remunerazione telefoniche,
del capitale ecc.) e
investito
- oneri
valore minimo finanziari,
conveniente delimposte
prezzo edi Costo totale
tasse
venditafigurativi
- Oneri (interessi
di computo spettante al capitale di
+ apporto, salario direzionale per l’opera
prestata in azienda) Costo economico
VARIABILITÀ DEI COSTI
in base alle quantità prodotte si distinguono
i costi fissi e i costi variabili
COSTI FISSI
non variano al
variare del volume
di produzione
COSTI VARIABILI
variano al variare
del volume di
produzione
COSTI FISSI TOTALI

Il canone di base mensile della fornitura di


energia elettrica non varia al variare dei
kw consumati
C
canone di base
mensile della
fornitura di energia
elettrica

Numero di kw consumati q
COSTI FISSI PER UNITÀ

Il costo medio per kw diminuisce con


l’aumentare dei kw consumati

C
Bolletta di base
mensile della
fornitura di energia
elettrica per kw

Numero di kw consumati q
COSTI FISSI RELATIVI (A
SCALINO)

Il costo totale rimane


costante entro un
limitato intervallo
di attività

Costo
Attività
COSTI FISSI RELATIVI (A
SCALINO)
Il costo totale aumenta fino
a un nuovo livello maggiore
ad ogni successivo intervallo

di attività

Costo
Attività
COSTI VARIABILI TOTALI

La fornitura di energia elettrica è


direttamente proporzionale ai kw consumati
C
Bolletta di base
mensile della
fornitura di energia
elettrica

Numero di kw consumati q
COSTO VARIABILE PER UNITÀ

Il costo per kw consumato è costante

C
Costo singolo kw

Numero di kw consumati q
CONFIGURAZIONE DI VARIABILITÀ
Costo variabile proporzionale:
la variazione del costo è direttamente proporzionale al
volume produttivo (es: materie prime)
Costo variabile progressivo:
il costo cresce in misura più che proporzionale rispetto
alla crescita del volume produttivo (diseconomie generate
da sovraimpiego di capacità produttiva)
Costo variabile degressivo:
All’aumentare della produzione i costi crescono in misura
meno che proporzionale rispetto all’aumento della
produzione (servizio di vigilanza)
Costo variabile regressivo:
il costo decresce all’aumentare del volume produttivo
(riscaldamento in ristoranti, teatri, ecc.)
COSTI VARIABILI
C
Variabilità:
proporzionale
regressiva
progressiva
degressiva

CV

q
RICAVI TOTALI
R

RT = p x q

q
COSTI TOTALI
C CT = CF + CV

composizione:
quota fissa
+ consumo

} quota fissa

q
DIAGRAMMA DI REDDITIVITÀ

C/R RT
Area
di utile

E CT= CF+CV
break even point
(punto di pareggio)

Area di
perdita

q (prodotta e venduta)
Nel punto di pareggio E si ha che CT = RT
per cui non si ha né una perdita né un profitto

CT = CF + CV = CF + (Cv x q)
dove Cv è il costo variabile unitario
RT = p x q

Se CT = RT CF + (Cv x q) = p x q

CF CF
q= p= + Cv
(p – Cv) q

dove (p – Cv) è il margine


unitario di contribuzione
LIMITI DELLA BREAK EVEN ANALYSIS

• non sempre i costi variabili e i ricavi variano linearmente


• le quantità prodotte sono ipotizzate uguali a quelle
vendute, prescindendo dalle esistenze iniziali e dalle
rimanenze finali che nella realtà esistono e spesso non
coincidono
• il diagramma costituisce un modello eccessivamente
semplificato per le imprese multiprodotto; il rapporto
tra le vendite dei vari prodotti non si presenta costante
nel tempo e i risultati subiscono l’influenza delle
variazioni che intervengono nel mix delle vendite
• la distinzione tra costi fissi e costi variabili non è
sempre facile e le difficoltà crescono al crescere della
complessità aziendale
LA CONTABILITÀ GESTIONALE

A seconda del metodo


con cui si calcola il costo di un oggetto,
ossia del tipo di costi che gli vengono attribuiti,
la contabilità gestionale può essere tenuta:

 a costi diretti (direct costing)


 a costi pieni (full costing)
LA CONTABILITÀ GESTIONALE A COSTI DIRETTI

La contabilità gestionale a costi diretti


attribuisce all’oggetto di costo
sia i costi variabili
sia i costi fissi specifici (costi diretti)

LA CONTABILITÀ GESTIONALE A COSTI PIENI

La contabilità gestionale a costi pieni


attribuisce all’oggetto di costo
sia i costi variabili
sia i costi fissi
Nella contabilità a direct costing si calcolano
due margini di contribuzione:

Il margine di contribuzione di primo livello


(margine lordo di contribuzione):
Margine di contribuzione Ricavi netti Costo variabile
= -
di primo livello di vendita industriale del venduto

Il margine di contribuzione di secondo livello


(margine netto di contribuzione):
Margine di contribuzione Margine di contribuzione Costi fissi
= -
di secondo livello di primo livello specifici

Il calcolo dei margini di contribuzione costituisce la base


su cui fondare le decisioni quando,
nell’ambito della capacità produttiva esistente,
si deve scegliere, fra più produzioni, quale conviene
incrementare
Analisi di un caso
La società XYZ produce due varianti dello stesso prodotto, la
variante A e la variante B per le quali sostiene costi fissi comuni e
generali per € 35.000.
La produzione di A presenta i seguenti dati:
vendite annue 17.000 litri a € 9,50 il litro, costi variabili di
produzione € 5,12 il litro, costi fissi specifici € 9.800.
La produzione di B presenta i seguenti dati:
vendite annue 15.500 litri a € 13,70 il litro, costi variabili di
produzione € 9 il litro, costi fissi specifici € 7.600.
Si calcoli il margine di contribuzione di primo e secondo livello
delle due produzioni.
Successivamente, poiché l’impresa è in grado di aumentare il
fatturato producendo 1.500 litri in più del prodotto, senza dover
aumentare i costi fissi, si decida quale delle due produzioni è più
opportuno incrementare.
Variante A Variante B Totale
Ricavi di vendita 161.500 212.350 373.850
Costi variabili - 87.040 - 139.500 -226.540
Margine di contribuzione di 74.460 72.850 147.310
primo livello
Costi fissi specifici - 9.800 - 7.600 - 17.400
Margine di contribuzione di 64.660 65.250 129.910
secondo livello

Costi fissi comuni e generali -35.000

Risultato economico dell’azienda 94.910


Il margine di contribuzione unitario (di primo livello) sulle quantità vendute è
il seguente:

74.460 = € 4,38 margine della variante A per litro venduto


17.000
72.850 = € 4,70 margine della variante B per litro venduto
15.500

Poiché abbiamo ipotizzato la possibilità di incrementare la


produzione con il solo aumento proporzionale dei costi variabili
senza modificare i costi fissi,
conviene aumentare la produzione,
e quindi la vendita, della variante B
in quanto dà un maggiore margine unitario (di primo livello).
PREGI E DIFETTI DEL DIRECT COSTING
Pregi
• Semplicità
• Oggettività
che la rendono utile quando l’oggetto di misurazione
sono i segmenti dell’attività aziendale
(aree geografiche, canali di distribuzione,
combinazione prodotti/mercati)
Difetti
È poco significativa in quelle imprese dove la
complessità operativa
(mix di prodotti, ingenti investimenti in ricerca,
sviluppo e qualità, impiego dell’automazione)
aumenta i costi comuni a scapito dei costi specifici
variabili e fissi
LA CONTABILITÀ A COSTI PIENI (FULL COSTING)

Attribuisce all’oggetto di calcolo sia i costi


variabili sia i costi fissi.
Si basa sulla distinzione tra costi diretti e
costi indiretti.

I costi indiretti sono ripartiti tra più oggetti di


calcolo con criteri soggettivi
che possono basarsi sui volumi
(quantità prodotte, quantità di materie prime
utilizzate, ore di lavoro impiegate, ecc.)
utilizzando differenti basi di riparto
L’imputazione indiretta dei costi
può essere effettuata
su base aziendale unica o multipla.

Procedimento di imputazione
dei costi comuni e generali

Imputazione su base aziendale


(dall’impresa all’oggetto di costo)

Base unica Base multipla


LA CONTABILITÀ A COSTI PIENI (FULL COSTING)
Come esempio si supponga che i costi comuni e
generali siano:
• costi delle materie sussidiarie
• costi della manodopera indiretta

Essi potrebbero essere sommati e ripartiti su


un’unica base aziendale, ad esempio il costo delle
materie prime

oppure
su base multipla ripartendo i
• costi delle materie sussidiarie sui costi delle
materie prime
• costi della manodopera indiretta sui costi della
manodopera diretta
SOGGETTIVITÀ DEL FULL COSTING

I risultati variano a seconda dei procedimenti di


imputazione e delle basi utilizzati

Ne consegue che le configurazioni di costo


sono grandezze soggettive,
dipendenti dalle modalità di calcolo

In assoluto nessuna base è preferibile alle altre:


nella scelta si deve tener conto delle caratteristiche
dei processi produttivi e dell’importanza
che i vari fattori produttivi hanno
nelle trasformazioni tecniche

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