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- v ia - kjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCB


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- c e c i I ia - r n e te lla -
- c a s tr u r n - c a e ta n i -
- c a p o - d i- b o v e -

M inistero dei beni a cura di


e delle attività culturali R ita Paris
e del turism o e C arla D e Stefanis

Soprintendenza Speciale
per i B eni A rcheologici
di R om a

Electa
In c o p e r tin a e a p . 2 kjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
M inistero dei beni
Il m ausoleo di Cecilia M etella e delle attività culturali
(foto S. Castellani) e del turism o
Soprintendenza Speciale
In q u a r ta d i c o p e r tin a per i Beni A rcheologici
Particolare della decorazione di Rom a
m usiva della sala di passaggio
dell'im pianto term ale S o p r in te n d e n te
di Capo di Bove M ariarosaria Barbera
(foto B. M azzotta)
D ir e tto r e
Rita Paris

D ir e z io n e d e i s e r v iz i a g g iu n tiv i
Rosanna Friggeri

D ir e z io n e r e s ta u r i
Piero M eogrossi
M aria G razia Filetici
con Livia G ianm ichele

T e s ti d i
Carla D e Stefanis (C.D .S.)
Bartolom eo M azzotta (B.M .)
Renato M atteucci (R M .)
M aria N accarato (M .N .)
Rita Paris (RP.)
Paola Procaccini (P. P.)
Renato Sebastiani (R S.)

D o c u m e n ta z io n e g r a fic a
M assim o Chim enti
G erm ano Foglia
M aria N accarato

D o c u m e n ta z io n e fo to g r a fic a
Stefano Castellani
(a esclusione delle foto storiche
e dove altrim enti indicato)

© 2014 M inistero dei Beni


e delle attività culturali
e del turism o
Soprintendenza Speciale
per i Beni A rcheologici di Rom a

U na realizzazione editoriale
M ondadori Electa S.p.A ., M ilano

w w w .electaw eb.com
S o m m a r io kjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

7 Inquadram ento topografico NMLKJIHGFEDCBA


R ita P a r is - B a r to lo m e o M a z z o tta

13 Il m ausoleo di C ecilia M etella: storia


R ita P a r is

35 Il m ausoleo di C ecilia M etella: architettura


C a r la D e S te fa n is

53 Il c a s t r u m C aetani
P a o la P r o c a c c in i

73 M ateriali per un "M useo dell'A ppia" nel palazzo C aetani


C a r la D e S te fa n is

91 M ateriali e tecniche edilizie nel m ausoleo di C ecilia M etella


e nel c a s t r u m C aetani
C a r la D e S te fa n is

103 Il sito archeologico di C apo di B ove e il Pago Triopio


R ita P a r is

109 C apo di B ove. L'im pianto term ale


B a r to lo m e o M a z z o tta

119 La cisterna rom ana: da sistem a di alim entazione idrico a 'villino'


M a r ia N a c c a r a to

123 G eologia e insediam ento. Il segno dell'uom o


R e n a to Matteucci, R e n a t o S e b a s t i a n i

130 B ibliografia
In q u a d r a m e n to
to p o g r a fic o

Il m a u s o le o d i C e c ilia M e te lla ,
il castrum C a e ta n i e le te r m e di Capo
d i B o v e s o n o s itu a ti tr a ilili e d il IV
m ig lio d e lla v ia A p p ia A n tic a . L 'a s s e tto
g e o m o r fo lo g ic o d i q u e s to te r r ito r io kjihgfedcbaZYXWV
è il r is u lta to d e lla p r o lu n g a ta a ttiv ità
e r u ttiv a d e l c o m p le s s o v u lc a n ic o
d e i C o lli A lb a n i; p r o p r io s u ll'a s s e
d i a ffio r a m e n to d e ll'u ltim a c o la ta ,
d e tta d i C a p o d i B o v e e r is a le n te
a c ir c a 2 6 0 .0 0 0 a n n i fa , fu c o s tr u ita ,
n e l 3 1 2 a .C . d a l c e n s o r e Appius
Claudius Caecus, la v ia A p p ia .
N a ta c o m e v ia d i c o n q u is ta m ilita r e
p e r c o lle g a r e R om a con C apua
d u r a n te la s e c o n d a g u e rra s a n n itic a ,
l'A p p ia a s s u n s e p r e s to fu n z io n i
c o m m e r c ia li, unendo Rom a
c o n il m e r id io n e ita lia n o e d iv e n e n d o ,
d o p o il p r o lu n g a m e n to del suo
tr a c c ia to fin o a B r in d is i, te s ta d i p o n te
c o n l'O r ie n te .

7
Per la sua im portanza il poeta Stazio, nel I secolo d.C., la definì r e g i n a
v ia r u m . N el periodo della Repubblica e della prim a età im periale, la
cam pagna attorno all'A ppia e prossim a alla città era prevalentem ente
caratterizzata dalla fruizione agricola del suolo, con cospicue attività di
tipo rurale, concentrate nei grandi spazi lontani dai principali assi viari,
su cui si distribuivano soprattutto le sepolture. D alla fine del IV e nel In
secolo a.C., anche grazie al consolidam ento di antichi percorsi naturali,
che si rafforzarono in veri e propri assi stradali, la zona fu oggetto pri-
vilegiato degli interessi fondi ari di im portanti fam iglie rom ane che
NMLKJIHGFEDCBA
kjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
A p a g in a 6 occuparono l'area con ville di tipo agricolo-produttivo. D alla m edia età
Il com plesso di M assenzio
im periale, a queste form e di inserim ento antropico si giustapposero
dalla som m ità del m ausoleo
di Cecilia M etella. im pianti di carattere più propriam ente residenziale; di conseguenza,
parallelam ente al fenom eno funerario, si sviluppò quello insediativo
caratterizzato, nel n secolo d.C., soprattutto da im pianti suburbani a
carattere agricolo-produttivo-residenziale, com e quelli di Erode A ttico
al Il l m iglio, della c.d. D o m u s M a r m e n i a e al IV e della villa che fu poi
dei fratelli Q uintili al V I m iglio. A lcune di queste ville erano in continuità
con contesti di età m edio-repubblicana, com e il caso del grandioso
com plesso, costituito da palazzo, m ausoleo e circo, realizzato da M as-
senzio (306-312 d.C.) su un terreno incam erato dal fisco im periale che
era stato, in età repubblicana, l'antico p r a e d i u m degli A n n i i , portato in
dote, intorno al 140 d.C., da A nnia Regilla al m arito Erode A ttico.
Tra la fine del n e il IV secolo d.C. questa porzione di suburbio fu
interessata da un crescente fenom eno di cristianizzazione degli spazi,
esplicitato dalla costruzione di una vasta rete di sepolture collettive
ipogee. Entro le prim e tre m iglia dell'A ppia vennero realizzati tre
nuclei cim iteriali e cultuali cristiani: le catacom be di S. Callisto, di
Pretestato, di S. Sebastiano. La forte attrazione delle tom be di m artiri
cristiani com portò una robusta variazione della presenza antropica
nella zona, determ inando un potenziam ento urbanistico nella fruizio-
ne di questo territorio. D urante la guerra gotica (535-553), il re V itige,
posto l'accam pam ento dei G oti presso la vicina Torre del Fiscale,
tentò di bloccare l'arrivo di rifornim enti alla città assediata, interrom -
pendo le vie A ppia e Latina e, nel 537, "tagliò" gli antichi acquedotti,
atto che determ inò uno spopolam ento e una successiva condizione di
estrem o degrado dell'area.
G ià col tardo im pero era iniziato il processo di inclusione delle
proprietà im periali tra i beni della Chiesa dando vita, per il territorio
in esam e, al P a t r i m o n i u r r i A p p i a e , vasto latifondo agricolo di proprietà
ecclesiastica. La zona fu, in epoca m edievale, inclusa nella tenuta di
"Capo di Bove", toponim o che, derivato dai bucrani con festoni di fiori
e frutta che ornano il fregio m arm oreo sulla som m ità del sepolcro di
Cecilia M etella, è passato nel M edioevo prim a a indicare l'intero m o-
num ento funebre, poi a designare, ancora oggi, il territorio circostante.
In questo periodo si registrò un processo di spopolam ento dell'area,
una progressiva ruralizzazione del territorio suburbano, la perdita
della funzione funeraria della strada a seguito dello sviluppo delle se-
polture intram uranee, la costruzione di un sistem a di fortificazioni
attraverso la pratica del riuso di strutture preesistenti, oltre a progres-
sive m odificazioni proprietarie (ecclesiastica, nobile, borghese). Proprio
l'ascesa dell'econom ia ecclesiastica favorì l'avvio di una nuova fase

8
In q u a d r a m e n to
to p o g r a fic o kjihgfedcbaZYXWVU

organizzativa del territorio volta allo sfruttam ento agricolo della cam - L. Canina, L a p r i m a p a r t e
d e lla v ia A p p ia d a lla p o r ta
pagna rom ana prossim a alla città; le antiche ville suburbane vennero
C a p e n a a B o v ille , I, tav. I,
spesso sfruttate per im piantare nuove colonie agricole, con il conse- Rom a 1853.
guente am pliam ento della presenza antropica finalizzata ad attività
lavorative e l'aum ento della popolazione stanziale. N acquero poi, gra-
dualm ente, i prim i nuclei am m inistrativi autonom i, com e il m onastero
di S. M aria N ova. A ncora alla m età del IX secolo la zona era definita NMLKJIHGFEDCBA
iu r is S a n c ta e Rom anae E c c le s ia e , pertanto facente ancora parte dei
p a tr im o n ia laziali della Chiesa. Tra la fine del IX e il X secolo il passag-
gio dalla proprietà ecclesiastica a fam iglie di rango nobiliare (Conti del
Tuscolo, Caetani etc.) determ inò la com parsa di nuclei insediativi
fortificati con funzioni m ilitari e di controllo della strada e del territo-
rio, com e il c a s t r u m Caetani. Lo sviluppo, nella cam pagna rom ana sem i
abbandonata, del fenom eno del feudalesim o suburbano, com portò da
parte dei proprietari la necessità di controllare la terra e le vie di co-
m unicazione: alcune strutture antiche (funerarie e/o abitative) venne-
ro fortificate com e torri, presidi m ilitari, fortilizi. Tra il X IV e il X V
secolo le torri vennero progressivam ente abbandonate a causa dell'in-
troduzione delle arm i da fuoco nella strategia m ilitare. Il sistem a m o-
num entale della strada subì gravi attacchi sia del tem po che dell'uom o:
alcuni edifici divennero vere e proprie cave di m ateriali riutilizzati a
scopi edilizi: gli am bitissim i m arm i venivano "cavati" o ridotti in calce
dall'incessante attività dei calcararii. Lo sfruttam ento agricolo della
cam pagna determ inò la successiva trasform azione dell'area, la cui
proprietà com inciò a fram m entarsi tra privati che, a vario titolo, dete-
nevano porzioni di terra; si attesta, quindi, una fase di "incasalam ento"
scaturita dallo spontaneo passaggio dal c a s t r u m al casale.
Le insorte difficoltà di attraversam ento dell'A ppia, per m ancanza
di m anutenzione e per il crollo degli edifici funebri prossim i al trac-
ciato, portarono a una forte lim itazione del suo utilizzo a favore di un
nuovo percorso, oggi corrispondente all'attuale via A ppia N uova la-
stricata da G regorio X III nel 1574.

9
NMLKJIHGFEDCBAA ll'inizio
L'area del c a s t r u m Caetani dell'O ttocento m aturò l'idea di un progetto per il recupe-
con il m ausoleo di Cecilia
ro e la valorizzazione della strada e dei suoi m onum enti grazie soprat-
M etella, il perim etro delle
m ura e la chiesa di S. N icola. tutto a personaggi quali A . Canova,
VUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA L. V aladier, E.Q . V isconti, C. Fea,
© ICCD -A erofototeca G .B. D e Rossi, L. Canina. Tra il IV e l'X I m iglio, la strada e i suoi m o-
N azionale, Fondo Caproni, num enti furono acquisiti al pubblico dem anio, scavati, restaurati e
foto Regia A eronautica,
valorizzati facendo dell'A ppia un vero e proprio M useo all'aperto.
anni 1930-1940, nego 37276.
La vocazione agricola di questo territorio si è m antenuta fino ai
decenni centrali del X X secolo. Poi gran parte dell'area prossim a a
Rom a è stata occupata da un susseguirsi di ville prestigiose. Tra pro-

lO
In q u a d r a m e n to
to p o g r a fic o kjihgfedcbaZYXWVU

prietà private chiuse da m uri, delim itate da alte siepi e sbarrate da


cancelli, i pochi spazi pubblici fruibili sono le aree archeologiche del
Circo di M assenzio, di Cecilia M etella, di Capo di Bove, della V illa dei
Q uintili, del casale di S. M aria N ova e il tracciato stradale, delim itato
dalle m acere realizzate da Luigi Canina tra il 1850 e il 1853.
La Soprintendenza Speciale per i Beni A rcheologici di Rom a si batte
con energia per la salvaguardia e la valorizzazione di questo spazio
unico al m ondo. (R.P.-B.M .)

11
C apo di B ove.
L 'im p ia n to te r m a le

L o s c a v o a r c h e o lo g ic o (2 0 0 3 -2 0 0 5 )
h a in te r e s s a to u n a s u p e r fic ie d i c ir c a
m q 1 4 0 0 d i g ia r d in o , a l d i s o tto
d e l q u a le è s ta to r in v e n u to
u n c o m p le s s o te r m a le d a ta b ile
a lla m e tà d e l Il s e c o lo d .C . E v id e n ti
s o n o i s e g n i d e lle s p o lia z io n i, o p e r a te
p r o b a b ilm e n te a p a r tir e d a ll'e tà
m e d ie v a le , e d e lla p r o g r e s s iv a o p e ra
d i d is tr u z io n e p e r l'u s o a g r ic o lo
d e ll'a r e a . S o n o s ta ti p o r ta ti in lu c e
v a s c h e d i a c q u a c a ld a e fr e d d a , u n a
p o r z io n e d e l s is te m a d i a d d u z io n e
e d i s m a ltim e n to d e lle a c q u e e p a r te
d e g li im p ia n ti d i r is c a ld a m e n to :
praefurnia ( lo c a li d o v e v e n iv a p r o d o tto
c a lo r e ) , suspensurae ( p ila s tr in i c h e
fo r m a v a n o u n 'in te r c a p e d in e , s o tto
i p a v im e n ti, in c u i p a s s a v a l'a r ia
c a ld a ) , tu b u li in te r r a c o tta a s e z io n e
r e tta n g o la r e p e r il flu s s o d e ll'a r ia c a ld a
lu n g o le p a r e ti. kjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

109
NMLKJIHGFEDCBA
kjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
A p a g i n a 108 L'approvvigionam ento idrico era garantito da due cisterne: sulla più
Particolare della
grande si è im piantato per tutta la sua lunghezza il villino m oderno.
decorazione m usiva
della sala di passaggio Lo sm alti m ento delle acque avveniva attraverso un articolato im pian-
dell'im pianto term ale to fognario che, costituito da canalizzazioni coperte con m attoni di-
di Capo di Bove sposti "alla cappuccina", aveva com e centro nevralgico la sala delfri-
(foto B. M azzotta).
g id a r iu m (3) dove vi era un pozzetto di raccordo tra i vari bracci del
V eduta dall'alto dell'area sistem a.
di scavo prim a dell'indagine Le term e, nella loro prim a fase costruttiva, sono caratterizzate da
archeologica dell'estate
strutture m urarie in o p u s l a t e r i c i u m e in o p u s m i x t u m (alternanza di
2005: era ancora interrato
il settore sud, portato fasce di m attoni e pezzam e di leucitite basaltica) e presentano: due
successivam ente in luce a p o d y te r ia ( s p o g l i a t o i o ) ,f r i g i d a r i u m , te p id a r iu m e c a lid a r iu m , oltre a
(foto B. M azzotta). sale supplem entari quali l a c o n i c u m (sala per sauna secca) e s u d a t i o
(sala per sauna um ida). Il com plesso rientra nella tipologia delle term e
di tipo circolare con percorso sinistrorso, schem a che aveva il vantag-
gio di convogliare i fruitori verso un'unica direzione di m arcia e che
utilizzava il frigidario com e nodo di distribuzione sia iniziale che fi-
nale dei bagnanti. L'accesso si apriva sulla via A ppia, da dove una
ram pa o una breve scalinata perm etteva di superare il dislivello esi-
stente con l'asse stradale. Il percorso prevedeva la sosta in uno dei due
spogliatoi (1-2) dai quali, lasciati i propri abiti e presi asciugam ano e
sandali, i frequentatori accedevano al grande f r i g i d a r i u m (3, 3 a' 3.,); da
qui si poteva passare n e l l a c o n i c u m (lO ) o nella s u d a t i o (8) per sotto-
porsi a una terapeutica e decongestionante sauna, o in altre sale inter-
m edie (4) in cui era graduato il calore e avveniva l'acclim atazione, per
raggiungere infine il t e p i d a r i u m (5) ed il c a l i d a r i u m (6 ).

110
Capo di Bove.
L'im pianto term ale VUTSRQPONMLK

'!
--~ = = = = --

~lIL
\ ::m r

o \ ------------------~ ,t '.j ::.::::!j"

Planim etria dell'im pianto


term ale
(rilievo Studio M CM ).
NMLKJIHGFEDCBA
16 = ingresso. 1-2 = a p o d y t e r i a .
3, 3a, 3b = f r i g i d a r i u m .
5 = te p id a r iu m . 6 = c a lid a r iu m .
8 = s u d a tio . lO = la c o n ic u m .
4, 9, 12, 17, 18, 19, 20 = sale
riscaldate. 11 = sala
di passaggio. 7, 15 = corridoi.
13, 14 = p r a e f u r n i a . 21, 29,
30 = latrine (?). la, 22, 23,
24, 25 = vasche. 27 = spazio
aperto. 28 = bottino d'acqua
(?). 31, 32 = am bienti
non identificati

Pianta di fase
(rilievo Studio M CM ).

11l
A m biente 11, m osaico Ilfr ig id a r iu m (3) è articolato in una sala centrale fiancheggiata da
NMLKJIHGFEDCBA
con k a n t h a r o s
due vasche contrapposte, che presentano un gradino in rnuratura per
dopo l'intervento
di restauro, II secolo d.C. facilitarne la discesa. N e l l a c o n i c u m (lO ) sono visibili resti di s u s p e n s u -
(foto B. M azzotta). m e, tubuli di terracotta alle pareti, parte della pavim entazione in o p u s
s e c tile di m arm i policrom i ed una piccola apertura ad arco per il pas-
A m biente l, m osaico
saggio di aria calda dal retro stante praefurnium (14). La sala attigua (11)
a vasi panciuti databile
all'età severiana m ostra una pavim entazione m usiva a piccole tessere bianche e nere,
(foto B. M azzotta). con un k a n t h a r o s da cui fuoriesce un tralcio di vite con grappoli d'uva
e pam pini a tre lobi sfrangiati, che si allarga in eleganti volute. Il k a n -
A m biente 2, m osaico
a bipenni databile th a r o s presenta anse a voluta, piede a calice, fondo baccellato e corpo
all'età severiana decorato con m otivo m eandriform e. Porzioni di m osaico pavim entale
(foto B. M azzotta). a piccole tessere bianche e nere sono em erse anche da un am biente sul
lato nord (31): un fram m ento presenta una fila di arcate peltiform i con
colonnine com plete di capitelli; nel cam po bianco vi è una scena figu-
rata, di cui rim angono una porzione di fiera (o cane?) e una testa um a-
na. Il m osaico restaurato, oggi è custodito nel villino di Capo di Bove.
La parte sud-occidentale dell'im pianto era occupata dal settore caldo
in m odo da poter sfruttare la m assim a irradiazione solare pom eridiana
visto che, com e ricorda V itruvio, architetto del I secolo a.C., era questa
la fase della giornata m aggiorm ente utilizzata dagli avventori delle
term e. Troviam o sullo stesso asse il c a l i d a r i u m (6), caratterizzato da
uno spazio centrale e da due vasche sui lati corti; il t e p i d a r i u m (5), una
vasca riscaldata (9) e la s u d a t i o (8) con nicchie rettangolari e sem icir-
colari che, presum ibilm ente, dovevano accogliere elem enti di arredo.
In età severiana (fine II - prim i decenni III secolo) il com plesso
subì m odifiche nella decorazione interna di alcuni am bienti e un am -
pliam ento nel settore sud-ovest, dove furono realizzati nuovi spazi

112
Capo di B ave.
L'impianto termale kjihgfedcbaZYXW

113
Lastra m arm o rea
di II secolo d.C., riutilizzata
nella pavim entazione
di IV secolo del frigidario:
"Regilla luce della casa".

(17-21) a integrazione del settore caldo. Tali cam biam enti non altera-
rono la distribuzione delle volum etrie e l'organizzazione dei percorsi
interni m a, al contrario, am pliarono l'offerta degli spazi disponibili. I
due NMLKJIHGFEDCBA
a p o d ite r ia (1-2) sono pavim entati con m osaici a grandi tessere
bianche e nere, che m ostrano evidenti segni di danneggiam ento cau-
sati dalle arature della vigna ottocentesca presente ancora nei prim i
anni del X X secolo. Il pavim ento dell'am biente nord raffigura vasi
panciuti dal collo cilindrico svasato e dal fondo piatto, riuniti in croce
diagonalm ente. Il m osaico dell'am biente opposto presenta un m otivo
a bipenni nere disposte in file diagonali che ne delim itano altrettante
bianche, sul fondo, ordinate in senso opposto.
N el IV secolo l'intero com plesso subì profondi cam biam enti che
alterarono la funzione originaria di alcuni am bienti, determ inando la
creazione di nuovi spazi per i quali fu utilizzata la tecnica m uraria
d e l l 'o p u s v itta tu m (alternanza di una fascia di m attoni con una di
blocchetti di tufo). Il f r i g i d a r i u m (3, 3., 3 J perde com pletam ente la
sua funzione a causa dell'obliterazione delle due vasche colm ate con
m ateriale di scarto, su cui viene allestita una pavim entazione a lastre
di m arm o di reim piego. Tra i resti superstiti è em ersa, presso l'angolo
nord-ovest, una lastra fram m entata di m arm o lunense riutilizzata
capovolta, con un'epigrafe datata al II secolo d.C . in caratteri greci il
cui testo recita "R egilla luce della casa". A nnia R egilla era la consorte
di Erode A ttico, il retore greco presente a R om a nel II secolo, m orta
in G recia nel 160 d.C . in circostanze tragiche. A lle trasform azioni di
IV secolo appartengono quattro vasche idrauliche (22-25) pavim enta-
te con m osaico a grandi tessere m arm oree di reim piego: una (22),
costruita all'interno della s u d a t i o (8), presenta com e tessere m usive
due fram m enti di falange in m arm o pertinenti ad antiche sculture;
altre due (24-25) e una terza di form a circolare (23), m ostrano tessere
di m arm i policrom i tra cui spiccano il greco scritto, il cipollino, il pa-
vonazzetto e il m arm o bianco. L'am biente pavim entato in OpUS spica-
tu m (15), in origine luogo di passaggio, era stato probabilm ente tra-
sform ato in vasca idraulica con la sovrapposizione, sul prim itivo pa-
vim ento, di uno strato di cocciopesto. Infine, sul lim ite nord-est dello
scavo (27), è em ersa una porzione di pavim entazione a m osaico rela-
tiva, probabilm ente, ad uno spazio esterno.

114
Capo di B ave.
L 'im p ia n to te r m a le

Fram m enti scultorei


di falangi riutilizzati
com e tessere di m osaico
nella vasca 22
(foto B. M azzotta).

Con la fine del m ondo antico e il netto rallentam ento dei traffici
sulla strada, l'im pianto term ale perse la sua funzione originaria e al-
cuni spazi furono riadattati per attività di carattere agricolo-produt-
tivo, in connessione con l'uso prevalentem ente agricolo della zona.
N ello spazio dove sorgeva NMLKJIHGFEDCBA
ilp r a e fu r n iu m (13) furono costruiti due
banconi in m uratura che, assiem e al ritrovam ento del fondo di un
contenitore in terracotta affogato nel terreno, fanno pensare a!l'istal-
lazione di un am biente di tipo dom estico. D ietro la vasca est del c a l i -
d a r iu m (6), si è trovato un piccolo im pianto con funzione di lavatoio,
articolato in vaschette di coccio pesto. Scarti di lavorazione di piom bo
e il ritrovam ento di un possibile forno, adattato all'interno dell'am -
biente 12, fanno pensare alla presenza di una fucina.
D allo scavo sono em ersi ceram iche in fram m enti (anfore, ceram ica
com une, lucerne, terra sigillata etc.), porzioni di decorazioni m arm o-
ree relative ai rivestim enti pavim entali e parietali, m attoni bollati,
m onete in bronzo, lucerne, aghi crinali in osso per le acconciature
delle signore; da segnalare anche il rinvenim ento di uno s p e c i l l u m , la
spatola in bronzo per il trucco fem m inile e di un dado da gioco in
osso, rinvenuti assiem e ad altri oggetti m inuti che era facile sm arrire
in un sim ile contesto.
Circa l'attribuzione della proprietà delle term e si possono fare
solo ipotesi. La posizione, prospiciente il tracciato dell'A ppia, sem bre-
rebbe escludere la loro pertinenza a una delle ville suburbane della
zona, in quanto tali im pianti, che di regola avevano necessità di tro-
varsi in un luogo silenzioso, m a! si adattavano a! frastuono della strada. VUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

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C apo di B ave.
L 'im p ia n to te r m a le

La vicinanza con la città, le dim ensioni e il lusso del com plesso sem -
brerebbero escludere, inoltre, l'identificazione con un im pianto con-
nesso a una stazione di posta NMLKJIHGFEDCBA
( m a n s i o o m u t a t i o ) , né poteva trattarsi
di un b a l n e u m , abitualm ente costruito in contesti urbani e com unque
dove era presente un'edilizia intensiva. La struttura era forse collega-
ta a qualche im portante attività del territorio; chi la utilizzava aveva
probabilm ente una frequentazione assidua di quest'area: potrebbe
forse trattarsi del bagno di un c o l l e g i u m o di una qualche corporazio-
ne associativa, con finalità cultuali o funerarie, che aveva interessi
nella zona; tali com plessi, infatti, oltre ad assolvere funzioni igienico- M ateriali dall'im pianto
term ale: sesterzio di Filippo
sanitarie, potevano favorire contatti e incontri di lavoro.
l'A rabo (Rom a, 246 d.C.),
Presso il III m iglio della via A ppia le fonti collocano il p r a e d i u m dado da gioco, s p e c i l l u m
(fondo) degli A n n i i , portato in dote nel 140 d.C. da A nnia Regilla al in bronzo, aghi crinali
m arito Erode A ttico. D opo la m orte della consorte, A ttico lo ristruttu- in osso, coppa em isferica
con listello ed orlo verticale,
rò conferendogli una forte connotazione sacrale-funeraria: vi costruì lucerna tipo Bailey Q (v)
tem pli, consacrando ne una parte agli dei infernali e al culto funerario (foto B. M azzotta).
della m oglie e lo battezzò "Triopio". D ella tenuta, allo stato attuale
degli studi, non si conoscono con assoluta precisione i lim iti, né si sa
se fosse ininterrotta o fram m entata nello spazio. D ue elem enti em er-
si dallo scavo di Capo di Bove sem brerebbero m ettere in relazione le
term e col Triopio di Erode A ttico: i fram m enti di una scultura m ar-
m orea a tutto tondo raffigurante una cariatide e la lastra in m arm o
lunense con l'iscrizione "Regilla luce della casa". Entram be le scoper-
te rim andano alle figure di Regilla e A ttico presenti in questa zona
alla m età del II secolo d.C., proprio nel periodo in cui è stato costruito
l'im pianto term ale. Il testo della lastra coincide col quello di altre
iscrizioni rinvenute nei possedim enti di Erode sulla via A ppia. La
cariatide potrebbe essere pertinente a un edificio ornato da sei statue
di cariatide, collocato probabilm ente non lontano dalle term e di Capo
di Bove e sullo stesso lato della strada, di cui G .B. Piranesi fornisce una
ricostruzione ideale sulla base di ritrovam enti del 1765. Si potrebbe,
quindi, prudente m ente supporre che la tenuta di A ttico occupasse
anche il lato destro della via A ppia includendo, forse, l'im pianto di
Capo di Bove. Seppur suggestiva questa rim ane solo un'ipotesi: la lastra
m arm o rea, infatti, è stata rinvenuta reim piegata in una pavim entazio-
ne di IV secolo e pertanto potrebbe provenire da altro luogo, inoltre i
fram m enti della cariatide sono stati recuperati in un contesto strati-
graficam ente non sigillato, che non ha perm esso di approfondire in
m odo puntuale l'am bito effettivo del loro rinvenim ento.
Il ritrovam ento delle term e di Capo di Bove ha sicuram ente aggiun-
to un ulteriore tassello alla conoscenza dell'assetto topografico di questa
porzione di territorio dell'A ppia. D a un'auspicabile prosecuzione dello
scavo potrebbero em ergere nuovi dati utili a stabilire l'effettiva esten-
sione dell'im pianto, a restituire una visione più organica del com plesso
architettonico e a chiarirne puntualm ente l'attribuzione. (B. M .) VUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

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