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Applicazioni di φ non si trovano solo nel mondo d’oggi, si è notato il ripetersi delle stesse
basi geometriche e delle stesse proporzioni a partire dall’architettura egiziana fino ad
arrivare a quella medievale e di epoche successive.
È grazie a Fra’ Pacioli che la “divina proporzione” diventa familiare anche a pittori,
scultori e architetti. Fra’ Luca Pacioli nel 1509, nel suo “De divina proportione”, illustrato
da Leonardo, spiega tale proporzione. Essa si definisce divina poiché è unica nel suo genere,
in quanto costituita da cifre disuguali e non periodiche, poiché è trina, essendo costituita da
tre termini, e poiché è indefinibile, in quanto irrazionale. Mario Livio, uno dei più
importanti ricercatori moderni ad aver studiato questo argomento, afferma che la sezione
aurea non è stata una “scoperta” del medioevo e del rinascimento. Questa è nota fin
dall’antichità, ma è altamente improbabile che babilonesi (dal diciassettesimo al sesto
secolo a.C., ) ed egizi (dal 3900 a.C. al 342 a.C) conoscessero a livello matematico il
rapporto aureo e le sue proprietà: l'onore di questa scoperta va lasciato ai matematici greci
(tra cui Pitagora 570 a.C.-490 a.C).
Gli antichi architetti nei loro lavori cercavano di realizzare due concetti fondamentali:
la simmetria, accordo delle misure, mediante il ripetersi di certi rapporti
proporzionali privilegiati
l’armonia tra le lunghezze, le superfici e i volumi dell'edificio, sia nella sua interezza
che nelle sue parti singole.
Tra le più antiche apparizioni del rapporto aureo, si ricorda sicuramente la Piramide di
Cheope nella piana di Giza, unica delle sette meraviglie ad essere giunta intatta fino a noi.
Il rapporto aureo sussisterebbe in questo caso fra il semilato della piramide e l'altezza della
facciata triangolare costruibile sulla stessa, il che porterebbe a un'inclinazione teorica della
facciata pari a 51° 49' ca. La piramide reale ha un'altezza totale di circa 147m e lati di 230m,
con una inclinazione delli pareti di 51° 50' 35", estremamente simile all'inclinazione teorica.
Risulta comunque logico chiedersi se ciò può costituire una prova di una reale conoscenza
da parte degli egizi della sezione aurea o se tale risultato sia stato un'inconsapevole
conseguenza del modo in cui è stata costruita.
I resti degli antichi templi classici evocano un senso di equilibrio, armonia e perfezione, che
ci incanta con il ritmo delle loro proporzioni. Consideriamo il Partenone di Atene: tempio
dedicato alla dea Atena, protettrice della città, costruito tra il 447 e il 438 a.C. su progetto di
Ictinio e Callicrate ed adornato dalle sculture di Fidia. In omaggio a quest’ultimo, all’inizio
del XX secolo il matematico americano Mark Barr ha introdotto, per indicare il rapporto
aureo, la lettera greca ϕ, proprio dall’iniziale del grande scultore.
Dall’esame dimensionale si sono fatte interessanti scoperte in merito alle proporzioni:
l’altezza complessiva è la sezione aurea della larghezza della parte frontale; quindi la
facciata ha le dimensioni di un rettangolo aureo. Tale rapporto aureo si ripete più volte tra
diversi elementi del frontale, ad esempio, tra l’altezza complessiva e l’altezza cui si trova la
trabeazione.
Anche la pianta del Partenone presenta numerosi rettangoli aurei, che sono stati usati in
maniera estesa nella suddivisione degli ambienti. La pianta del Partenone mostra che il
tempio fu costruito su un rettangolo √5, ossia la cui lunghezza è √5 volte la larghezza.
Grazie alla presenza di questi rettangoli aurei, il più celebre dei monumenti ellenistici ha un
aspetto armonico, che trasmette una profonda sensazione di equilibrio.
È significativo dare uno sguardo all’architettura del Medioevo. Poiché, come è provato da
numerosi documenti, dall’architettura egiziana a quella del Medioevo e del Rinascimento, le
basi geometriche e numeriche sono, con svariate applicazioni e pochissime varianti, sempre
le stesse. Tutte le cattedrali gotiche sparse nel mondo si basano sul quadrato, sul cerchio e
sul pentagono, coniugando la simmetria razionale con quella irrazionale. È impossibile non
dedurre dunque che esiste una diretta connessione fra i sistemi greci e romani e quelli gotici:
la presenza della sezione aurea ne è una indiscutibile prova.
NOTRE DAME
Dans la cathédrale de Paris, la géométrie de la section dorée est présente dans de nombreux
éléments, tant sur la façade que sur les murs latéraux.
La cathédrale Notre-Dame, construite de 1163 à 1345, est située dans la partie orientale de
l’île de la Cité, sur la Seine, au centre de Paris.
C’est un chef-d’œuvre de l’architecture gothique, célèbre en France et dans le monde; c’est
aussi le monument le plus visité de Paris.
Notre-Dame de Paris est un édifice de grande importance et ses dimensions sont
profondément liées au rectangle doré.
La façade de Notre-Dame s’insère dans un rectangle doré, comme la partie centrale, avec
ses deux grandes fenêtres jumelles et sa rosace surmontée d’une galerie d’arcs croisés
étroits.
Une particularité de la cathédrale sont les gargouilles : sculptures effrayantes qui se trouvent
typiquement dans les cathédrales médiévales. Ils sont souvent utilisés comme jets d’eau de
pluie. Selon certaines légendes populaires, les figures grotesques servent à effrayer les
mauvais esprits. Ces sculptures caractéristiques ne datent pas de la période médiévale, mais
ont été ajoutées lors des travaux de restauration du XIXe siècle.
L’aura magique de Notre-Dame est due à ses célèbres vitraux, réalisés par de talentueux
artisans médiévaux. Parmi les vitraux les plus célèbres se trouvent les trois splendides
rosaces, considérées comme de grands chefs-d’œuvre de l’art chrétien.
En avril 2019, lors de travaux de conservation, un incendie dévastateur a frappé la
cathédrale Notre-Dame de Paris. La flèche s’est effondrée, puis le toit s’est effondré.
La cathédrale a été dévorée par le feu, mais sa structure, sa façade et ses trésors ont survécu.
L’agence, qui s’occupe de la restauration de Notre-Dame, a choisi une reconstruction dans
les formes et avec les matériaux que la cathédrale avait avant l’incendie.
Des experts du monde entier ont utilisé de nouvelles technologies pour ce chantier
extraordinaire.
L’orgue, le plus grand de France, de 1733, a survécu et est maintenant en cours de
nettoyage, comme les vitraux et les peintures. La cathédrale sera rouverte par les fidèles et
les touristes en 2024.
Dopo aver esaminato questa significativa applicazione di sezione aurea nel Medioevo,
volgiamo la nostra attenzione al periodo successivo. Il vero trionfo della sezione aurea
nell’arte si ebbe proprio nel Rinascimento, periodo in cui tale concetto rappresentò per gli
artisti un canone di bellezza cui ispirarsi per ogni composizione artistica, dall’architettura
alla scultura e alla pittura.
Leonardo, mente veramente geniale, ha utilizzato il rettangolo aureo in molte sue opere. I
due suoi più grandi capolavori in tal senso sono “La Gioconda” e “L'Uomo Vitruviano”.
Nota anche come Monna Lisa, la Gioconda è un dipinto a olio fatto tra il 1503 e il 1506. Si
chiama così perchè ritrae, secondo molti studiosi, Lisa Gherardini, moglie di un nobile
mercante fiorentino: Francesco del Giocondo. È il dipinto più celebre della storia dell’arte
mondiale(e il più visitato, nella sua collocazione al Museo del Louvre di Parigi). Il dipinto
ritrae a metà figura una giovane donna con lunghi capelli scuri. È inquadrata di tre quarti, il
busto è rivolto alla sua destra, il volto verso l’osservatore. Le mani sono incrociate in primo
piano e con le braccia si appoggia a quello che sembra il bracciolo di una sedia. Indossa un
abito scuro che si apre sul petto in un’ampia scollatura. Il capo è coperto da un velo
trasparente e delicatissimo che ricade sulle spalle in un drappeggio. I capelli sono sciolti e
pettinati con una scriminatura centrale, i riccioli delicati ricadono sul collo e sulle spalle
Nella Gioconda il rapporto aureo è stato individuato:
- nella disposizione del quadro
- nelle dimensioni del viso
- nell’area che va dal collo a sopra le mani
- in quella che va dalla scollatura dell’abito fino a sotto le mani.
Vitruvio nel De Architectura scrive: "Il centro del corpo umano è per natura l’ombelico;
infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo
ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle
sue mani e dei suoi piedi".
Anche alcuni artisti moderni utilizzano il rettangolo aureo nelle loro opere. In questo quadro
è ben visibile l'impostazione artistica del pittore olandese Piet Mondrian (1872-1944) che
basa l'intero dipinto sull'accostamento di quadrati e rettangoli aurei.
Nell'architettura del XX secolo, una delle più interessanti applicazioni della sezione aurea fu
senz'altro segnata dalla nascita del Modulor, letteralmente "modulo d'oro" derivato dal nome
francese. L'ideatore fu l'architetto svizzero Le Corbusier che si prefisse di utilizzare la
sezione aurea e la successione di Fibonacci come sistema su cui basare le proporzioni di
tutti gli spazi dedicati alla vita dell'uomo con l'intento di creare uno standard che fosse allo
stesso tempo armonico e funzionale alle esigenze del vivere quotidiano; l'idea sottostante
era che poiché era possibile riscontrare la sezione aurea nelle proporzioni del corpo umano,
nonché in altri svariati esempi naturali, questa potesse essere la base ottimale su cui
strutturare tutto l'ambiente circostante, in modo che risultasse armonico e armonizzato ad
esso secondo una presupposta regola naturale, identificata appunto nella proporzione aurea.