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LUnit
la storia di un giornale attraverso la storia di un partito
Indice 1. Le origini della stampa comunista: Ordine Nuovo (1921-1924) - p.3 2. LUnit: il periodo legale (1924-1927) p.3 3. LUnit clandestina (1927-1944) p.3-4 4. La ricostruzione e lascesa dellUnit (1945-anni 70) p.4-6 5. Anni 70: anni di alti e bassi p.6-7 6. LUnit cambia pelle p.7-8
7.
il titolo del primo numero illegale dellUnit. Dopo che le leggi eccezionali che il fascismo impone allItalia nel 1925-1926 decretano la chiusura dellorgano del Partito Comunista dItalia, il giornale riappare clandestinamente nel gennaio del 1927. LUnit appare in varie edizioni a Milano, Torino, Roma, Napoli e in diverse citt della Lombardia, del Piemonte, del Veneto, della Liguria, del Friuli, dellEmilia, della Toscana e fino in Francia, ricalcando il destino dellorganizzazione del partito. In questa prima fase il foglio comunista uno degli strumenti pi efficaci nel condurre la difficile battaglia clandestina contro il regime. Per farlo bisognava erodere il suo consenso, esasperare le contraddizioni del fascismo e trascinare i ceti piccolo-medio borghesi fuori dalla sua orbita. La logica dellillegalit impone allUnit uno stile cospirativo, con un tono pi secco e incisivo e articoli pi audaci. Con larresto di Gramsci il giornale comunista assume sempre pi la fisionomia del foglio dagitazione e sempre meno quella del giornale popolare che cerca il consenso delle masse. Nel suo primo anno dillegalit lUnit slegata dagli obiettivi strategici del partito che, in questa prima fase clandestina, sono ancora quelli gramsciani di arrivare alle masse. Seguono anni convulsi nel partito e il giornale ne ovviamente influenzato: dalla svolta del 1929 il Partito Comunista, costretto a seguire la linea di unInternazionale ormai degenerata sotto la guida dittatoriale di Stalin, si allinea con la tendenza che aveva gi preso lUnit del tono agitatorio. La politica svoltista consisteva nellaccumunare le forze socialdemocratiche italiane a quelle fasciste. Dal 31 in poi il foglio comunista attenua il tono agitatorio, a volte certamente scomposto a causa della crescente contraddizione tra una crisi economica che va attenuandosi e la pretesa radicalizzazione delle masse attraverso proclami sobillatori. Facendo ci lUnit precede di qualche anno la politica del fronte popolare dettata dallInternazionale Comunista: essa prevedeva lalleanza con le forze socialdemocratiche per affrontare lavanzata dei fascismi europei. In Italia il regime ormai forte di una consolidata base di massa. LUnit e tutta la stampa comunista hanno ora un compito nuovo e pi arduo: sradicare quella base, diventando non pi solo strumento di agitazione rivoluzionaria, ma anche organizzatori di un fronte popolare grande. Bisognava abbracciare le altre forze politiche democratiche e raggiungere le masse: per fare ci era necessario abbandonare il tono cospirativo, in linea con i suggerimenti di Togliatti da Mosca e Gramsci dal carcere. Invece di articoli lunghi e linguaggio sovraccarico e ridondante bisognava andare verso un giornale pi nazionale e popolare, elaborare concetti a partire da bisogni concreti, dare un indirizzo ideologico omogeneo e usare formule semplici e pratiche (giornalismo integrale gramsciano). Per diventare nazionali e popolari era importante che lUnit facesse passare il messaggio che essere patriottici e amare la nazione, non vuol dire essere fascisti, equivoco questo che cera allora e si perpetua ancora oggi. Durante le guerre coloniali dAfrica e in seguito durante la seconda guerra mondiale, lorgano del partito comunista impronta gran parte dei suoi contenuti su due slogan: riconciliazione nazionale e largo ai giovani!. Il primo ha lobiettivo di strappare allinfluenza del fascismo la grande massa delle classi popolari, sollecitandone il malcontento per le dure condizioni di vita imposte dalle guerre e la delusione per le promesse disattese. Il secondo vuole conquistare le giovani generazioni, assumendo le loro aspirazioni al lavoro e ad una vita migliore. Nel 1942 lUnit, che ormai da anni veniva distribuito dalla Francia, torna in Italia sempre in edizione clandestina e nel giugno del 1944, con l'arrivo degli Alleati, riprende a Roma la pubblicazione ufficiale del giornale. Il nuovo direttore Celeste Nagarville.
Bini, attorno al quale si riunisce un gruppo di giornalisti qualificati, tra cui Aldo Tortorella, poi vice direttore, e Mario Codignola, redattore capo dal 1949. Gi dal 45 per la prima volta si festeggia il quotidiano con la Festa dellUnit, importante evento per ripartire con la diffusione del foglio comunista. Il segretario del Partito Comunista Italiano, con la morte in carcere di Gramsci nel 1937, Palmiro Togliatti. Nonostante sotto la sua segreteria il partito sia molto legato alle posizioni dellUnione Sovietica, lUnit rimane un quotidiano nazionale e di massa, lontano dal modello di giornale esclusivamente di propaganda che dava la Pravda (lorgano di stampa dellU.R.S.S.). LUnit quindi guarda al sistema dellinformazione che si sta riattivando dopo la guerra, esso tratta s molto di politica nazionale e internazionale, ma sostiene anche numerose inchieste sociali, cura lo sport, la cronaca nera e persino la cronaca leggera. Nel 1954 lUnit acquista uno dei padri della satira politica italiana, Mario Melloni, fuoriuscito della Democrazia Cristiana a causa del suo dissenso verso lentrata dellItalia nel Patto Atlantico tra le potenze dellAtlantico settentrionale. Il suo pseudonimo Fortebraccio e i suoi obiettivi preferiti sono l'ipocrisia dei politici volgari, i protagonisti della scena pubblica che per lui agiscono solo per brama di denaro o di potere, e in definitiva tutti quelli che lui definiva lor signori: gli oppressori dei diritti dei pi deboli. Nel suo ex partito i suoi obiettivi preferiti sono i leader Amintore Fanfani e Giulio Andreotti, mentre risparmia dalle frecciate pi atroci personaggi che stima maggiormente, come Aldo Moro. La forza di Melloni sta in una chiarezza espositiva quasi didascalica; infatti, egli ben consapevole di scrivere sul giornale dei lavoratori, nel paese che, s vive il boom economico del secondo dopoguerra ma che ancora conta masse di cittadini semianalfabeti. Dallagosto del 1957 si fondono le edizioni di Genova, Milano e Torino, dando vita a ununica edizione per lItalia settentrionale. Ma un anno prima lUnit costretto ad affrontare le prime contraddizioni che vengono fuori dal modello che il PCI guardava da pi di 10 anni: il modello sovietico. Nellautunno del 1956, le truppe sovietiche reprimono molto duramente uninsurrezione trasformatasi in tentativo di rivoluzione in Ungheria. Allinterno del giornale la delusione e lo sconforto e la sensazione che si stia spezzando lutopia socialista, cominciano a farsi strada. La linea da seguire per quella di difendere il regime sovietico, ed per questo che il direttore di questo periodo, Pietro Ingrao, firma un famoso editoriale dal titolo: Da una parte della barricata a difesa del socialismo. Si cerca di ricostruire i rapporti con gli intellettuali che collaborano col giornale comunista, ma essi si riuniscono e firmano un documento (il cosiddetto documento dei centouno) contrario allo stalinismo e la definizione di putsch controrivoluzionario data dallUnit alla rivolta ungherese. Il giornale costretto a pubblicare il documento per non peggiorare il rapporto con gli intellettuali, fondamentale nelleducazione delle masse lavoratrici. A partire dal 1962, in un periodo in cui il PCI comincia un graduale slittamento verso posizioni di centrosinistra, vengono unificate le direzioni di Roma e Milano; il nuovo direttore dellUnit Mario Alicata. I condirettori invece sono Tortorella, per ledizione settentrionale, e Luigi Pintor, per quella centro-meridionale. La direzione di Alicata lascer un segno: egli, da alcuni membri dellUnit verr considerato un innovatore, da altri un ambizioso arrivista. Pintor, che nel 1972 insieme con altri fonder il Manifesto, uno dei suoi pi accaniti oppositori. Con lui, secondo Pintor, si vanificava il processo di autosufficienza politica e giornalistica che i precedenti direttori avevano iniziato. In effetti, la nomina di Alicata risponde allesigenza di ridimensionare linfluenza di Ingrao, che aveva posizioni critiche a riguardo dello spostamento verso il centro del PCI, e assicura un rapporto pi organico tra giornale e linea maggioritaria del partito. Tuttavia Alicata non sar mai un personaggio completamente controllabile da parte del partito e porter con s una certa aria di rinnovamento. LUnit, in questo periodo appare pi vivace e scorrevole, con articoli meno lunghi e un linguaggio meno difficile, foto pi grandi e numerose. Vengono fatti cambi abbastanza sensibili sullaspetto, sulla grafica e sui contenuti. Leditoriale in prima pagina (spesso firmato dal direttore) diventa una presenza fissa. Si passa dal giornale degli anni 50, organizzatore 5
delle battaglie di opposizione, allambizione di un grande quotidiano nazionale, espressione di una forza politica che si propone una funzione di direzione e di governo, non solo di opposizione. Come vedremo, anticipa Walter Veltroni con la decisione di abbinare al quotidiano, anche se solo per gli abbonati, edizioni rilegate dei classici della letteratura. Gli anni della direzione di Alicata sono anni densi di avvenimenti e di mutamenti: tra il 62 e il63 c la ripresa delle lotte operaie nel triangolo industriale (Genova, Milano, Torino), nel 1963 viene assassinato John Kennedy e nel 1964 muore Palmiro Togliatti. In questoccasione lUnit pubblica una famosa foto in cui si vede alle spalle dellex segretario del PCI, il ritratto di Gramsci. Il nuovo segretario del partito diventa Luigi Longo. Nel 1966 muore per infarto anche il direttore Alicata e la direzione assunta da Maurizio Ferrara che continua la linea direttiva precedente.
Rivoluzionaria. Gli attentati ai giornalisti gambizzati o uccisi da parte delle formazioni terroristiche cominciano a estendersi. In questo clima di tensione il PCI e lUnit scelgono la condanna ferma e un deciso distanziamento dalle frange terroristiche di estrema sinistra, le quali avevano scelto di rivoluzionare la societ capitalistica per via illegale. Oramai lUnit, insieme al suo partito di riferimento, aveva completato quel processo, iniziato prima della seconda guerra mondiale, di rendersi legale, abbassando e poi eliminando del tutto i toni da lotta di classe. Per questo, quando nel marzo del 1978 viene rapito il leader della DC Aldo Moro dalle Brigate Rosse, sull'Unit viene proclamato lo sciopero generale. Il rapimento del leader democristiano, con l'uccisione della sua scorta, viene duramente condannato e i responsabili chiamati nemici della democrazia. Nella difficile gestione delle trattative il Pci si allinea alla politica della fermezza. L'editoriale di Alfredo Reichlin, direttore del giornale dallanno prima e gi direttore dal 57 al 62, che commenta la morte di Moro intitolato L'uccisione, un atto di pura barbarie.
mondo in blocchi. Il giornale apre con il titolo Il giorno pi bello del mondo. Il distacco del giornale e del partito dal regime sovietico (che cadr nel 1991) ormai totale. Il direttore del giornale Massimo DAlema che nel 90 lascia la direzione a Renzo Foa, il primo direttore dellUnit giornalista vero e proprio e non dirigente di partito. Sotto di lui si avvertono le prime avvisaglie del rinnovamento del giornale: nel 1991 il quotidiano cambia sottotitolo, da Giornale del Partito Comunista Italiano a Giornale fondato da Antonio Gramsci e nello stesso anno il Partito Comunista Italiano, dopo lannuncio del segretario Achille Occhetto nell89, si scioglie e diventa il Partito dei Democratici di Sinistra (PDS). Il cambio di nome porta non poche polemiche e strappi allinterno del partito. Cambiare il nome del partito e il simbolo (che dalla storica falce e martello diventa una quercia), significa completare quel processo di allontanamento dal marxismo-leninismo e di avvicinamento a posizioni democratiche iniziato negli anni 70 da Berlinguer. Daltra parte allinterno dellUnit si completa quel processo che vede diventare chi lavora allinterno del giornale sempre pi giornalista e sempre meno comunista, nel senso di funzionario di partito. Nel 1992 dopo Foa diventa direttore dellUnit Walter Veltroni. Allinterno della redazione questa nomina osteggiata da molti perch torna alla direzione un uomo di partito, ed visto come un passo indietro verso lautonomia del giornale. In realt con Veltroni il giornale cambier moltissimo. Le firme dei dirigenti di partito scompaiono, con leccezione di quella del segretario del partito. Cresce il numero di interventi esterni e si confrontano molti uomini politici di altri partiti, diventando il luogo del dibattito nel centrosinistra. La televisione e lAmerica di Bill Clinton sono i grandi protagonisti del giornale di Veltroni. Su Clinton lUnit scommette pi di ogni altro quotidiano e dedica alla vittoria del nuovo presidente democratico USA pi pagine di tutti. Nel 1992 pubblica in prima pagina una lettera dei due terroristi neri accusati della strage alla stazione di Bologna nel 1980. Lidentit del nuovo giornale comincia a prendere forma: progressista e da un tono non gridato. Veltroni inoltre, ammette che la sinistra deve avere il coraggio di riconoscere come un suo figlio, per quanto mostruoso, lestremismo violento dei gruppi terroristici di sinistra degli anni 70. Lo fa intervistando Prospero Gallinari, accusato di aver ucciso Moro. LUnit veltroniana d molto spazio alle interviste con i protagonisti degli anni di piombo. Il quotidiano recupera copie e risana i suoi debiti anche grazie al successo degli allegati: libri, audiocassette, videocassette di film rari e fuori catalogo e la ristampa degli album delle figurine Panini dei calciatori. Nel 1994 esce il primo numero del nuovo giornale, organizzato in Unit e Unit 2. Nel primo ci sono cronaca, politica interna ed estera, economia e due pagine di storie. Nel secondo viene dedicato spazio a cultura, scienza, costume e spettacoli. DellUnit 2 se ne occupa il condirettore Piero Sansonetti. Alla fine degli anni 90 lUnit vive un grave periodo di crisi. Nel 1997 prende il via il processo di "privatizzazione" che permette agli imprenditori Marchini e Angelucci di entrare nel giornale. In conseguenza di ci, nel gennaio 1998 viene chiamato a dirigere il giornale l'editorialista della Repubblica Mino Fuccillo, cio un esterno. Le vendite crollano a 60 mila copie e a gennaio 1999 si decide l'immediata chiusura delle redazioni di Bologna e Firenze. La situazione si fa drammatica proprio paradossalmente quando per la prima volta il PDS al governo ed esprime come presidente del consiglio un ex direttore dellUnit, Massimo D'Alema. Nel 1998, per salvare il posto di lavoro, 123 giornalisti si auto riducono lo stipendio. Tuttavia il quotidiano continua a perdere copie e nel giugno del 2000 si scende sotto le 50 mila copie. Il 28 luglio 2000 il quotidiano cessa le pubblicazioni e arriva a tirare circa 28 mila copie. Il giorno della chiusura la notizia rimbalza su tutti i mezzi di comunicazione mentre in edicola presente l'ultimo numero. Dal luglio allagosto del 2000 lUnit esce solo on-line.
7. LUnit oggi
Nellottobre del 2007 nasce il Partito Democratico in cui confluiscono partiti della sinistra moderata e la maggioranza del PDS, il segretario lex direttore dellUnit Veltroni. Con questa manovra gli 8
ex comunisti si lasciano definitivamente alle spalle il loro passato di marxisti-leninisti, verso una sinistra pi moderna che si ispira al Partito Democratico americano. Intanto lUnit tornata nelle edicole. Nel 2001 un gruppo di imprenditori rileva la testata, diretta da Furio Colombo. Col passare degli anni le copie vendute aumentano rispetto alla crisi degli anni 90: nel 2006 sono circa 130 mila le copie vendute. Nel maggio del 2008 la testata acquistata da Renato Soru, presidente della Regione Sardegna e patron di Tiscali. Il contratto di acquisto ha evitato l'ingresso nel quotidiano della famiglia Angelucci, gi proprietaria di Libero e Il Riformista. La notizia viene accolta favorevolmente dalla redazione. Dallagosto del 2008 il direttore Concita De Gregorio e lUnit cambia formato, riducendo drasticamente le dimensioni delle pagine. La campagna pubblicitaria che annunciava questa rivoluzione grafica, curata da Oliviero Toscani, ricalca una nota immagine dello stesso autore e raffigura il sedere di una ragazza in minigonna con in tasca una copia del giornale. Lopera di restyling, vuole dare un taglio pi giovanile al giornale, poich negli anni i fogli di orientamento progressista si sono moltiplicati (Repubblica, Il Riformista) LUnit oggi non pi un giornale di partito ma ha semplicemente una linea politica di sinistra, seguendo comunque tendenzialmente le posizioni dei democratici di sinistra. Da queste analisi inevitabile giungere alla conclusione che dalla sua fondazione a oggi la storia dellUnit non ha mai smesso di intrecciarsi con lo sviluppo del suo partito di riferimento e della sinistra italiana.
Bibliografia:
Fiamma Lussana, LUnit 1924-1939. Un giornale nazionale e popolare, Edizioni dellOrso Letizia Paolozzi e Alberto Leiss, Voci dal quotidiano. LUnit da Ingrao a Veltroni, Baldini e Castoldi Aldo Agosti, Storia del PCI, Edizioni Laterza Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/LUnit_(quotidiano) Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_ungherese_del_1956 Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Matteotti Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Melloni Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Il_manifesto Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Pintor Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Anni_di_piombo http://archivio.unita.it http://www.danielesegre.it