Sei sulla pagina 1di 12

Sara Galeotti

0000228120

Pirata albanese uccide donna: limmigrazione nei media italiani

Esame di Comunicazione Giornalistica - Anno Accademico 2006/2007 Universit di Bologna Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione

Indice

Introduzione ....3 1 La figura dellimmigrato ..3 1.1 Immigrato reale e immigrato mediato ...3 2 La tautologia della paura ......4 2.1 Un esempio pratico: La Strage di Erba ..5 3 Giornalisti razzisti? ..7 3.1 Il processo produttivo 7 3.2 Media e razzismo....7 4 La voce dei migranti .8 4.1 I media di e per limmigrazione .........8 5 Conclusioni ...9 Bibliografia.11

Introduzione I mezzi di comunicazione di massa sono parte attiva della societ: contribuiscono alla creazione di significati, influenzano lopinione pubblica e la sfera politica. In una societ ormai tendenzialmente multiculturale e multietnica (in Italia vivono pi di tre milioni di stranieri, il 5% della popolazione, dati CARITAS) i mass media svolgono un ruolo ancor pi importante, facendosi specchio o schermo degli avvenimenti e degli sviluppi relativi alla situazione dellimmigrazione. Tanto pi importanti sono in quanto, per una larga fascia di popolazione, rappresentano lunica finestra da cui guardare al variegato fenomeno che la presenza e la continua crescita di persone di origine straniera in Italia. Ecco una panoramica sul rapporto tra mondo dellinformazione e immigrazione analizzato da pi punti di vista. 1 La figura dellimmigrato
Come apprendono i residenti emiliano-romagnoli a pensare, percepire, il problema immigrazione, o il semplice fatto dell'immigrazione, in Italia? Hanno rapporti diretti con gli immigrati o apprendono dell'esistenza di un "problema" di cui non hanno alcuna esperienza diretta? Richiesti di quale sia la loro fonte principale di informazione sulla questione dell'immigrazione, la maggioranza, il 58% dei membri del campione, risponde che la televisione; segue la stampa (23%) e buon ultimo il rapporto diretto di vario tipo (16,6%). (Melossi 1999)

Da queste poche righe tratte da una ricerca condotta dalla Regione Emilia Romagna emerge chiaramente la centralit che ha giocato e gioca tuttora il mondo dellinformazione nel mediare il rapporto tra la societ civile e il fenomeno dellimmigrazione. Considerato che la rappresentazione fornita dai mezzi di comunicazione di massa molto spesso lunica che una larga parte del pubblico ha a disposizione, questa rischia di diventare la rappresentazione. Vediamo nel dettaglio qual la rappresentazione dellimmigrazione veicolata dai mezzi di comunicazione di massa in Italia. 1.1 Immigrato reale e immigrato mediato Il rapporto finale del Censis del 2003, basato su unanalisi del contenuto realizzata sulle principali reti televisive italiane evidenzia la sostanziale inadeguatezza del sistema comunicativo () a dar conto della complessit e soprattutto delle diverse realt e dei diversi soggetti del corpo sociale. I risultati della ricerca del Censis sono sostanzialmente confermati da ricerche condotte da altri enti prendendo in considerazione la carta stampata e i dispacci delle principali agenzie di stampa. Secondo il rapporto del Censis, limmigrato-tipo rappresentato in televisione non coincide con i dati reali forniti dalle ricerche statistiche e dai censimenti.

Il rapporto tra i generi appare fortemente sbilanciato (80% contro il 20%) verso gli uomini, mentre la distribuzione per sesso degli stranieri presenti sul territorio italiano molto pi equilibrata (55% di uomini contro il 45% di donne); i minori risultano fortemente sovrarappresentati. Le trasmissioni in cui si parla di persone straniere sono al 90% telegiornali: allinterno di questi il contesto tematico in cui si parla di immigrazione per l80% la cronaca. Lo straniero appare nella maggior parte dei casi (78%) coinvolto in una vicenda negativa, come attore o come vittima, caso in cui la figura dipinta quella del povero immigrato e il tono usato pietistico e paternalistico. La tendenza generale quella di designare limmigrato innanzi tutto secondo la categoria etnica oppure utilizzando, specialmente nei periodi di maggiore allarme, lappellativo clandestino, facendone quindi il rappresentante di una categoria pi che un individuo specifico. Il contesto in cui la figura dellimmigrato inserita per la maggior parte dei casi quello della comunit di appartenenza, tornando quindi alletnicizzazione, o quello del mondo della criminalit. Linformazione appare molto schiacciata sugli eventi contingenti ed emotivamente coinvolgenti, mentre lo spazio per lapprofondimento e la problematizzazione estremamente ristretto. Citando la ricerca di Mansoubi effettuata sulla carta stampata limmagine dellimmigrato come lavoratore stenta ad affermarsi. Tendono a prevalere le sub-immagini di povero, affamato, diseredato, per un verso; di dedito ad attivit illecite, e comunque di potenziale recluta della criminalit comune o organizzata, per laltro. 2 La tautologia della paura Se gli uomini definiscono le situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze. Il concetto di definizione della situazione (Thomas, cit. in Dal Lago 1999) permette di comprendere meglio il meccanismo che fa dei mezzi di comunicazione di massa un fattore fondamentale nella costruzione sociale del fenomeno immigrazione. La capacit della stampa di imporre la sua definizione della situazione dipende dalla sua funzione fondamentale di agenda-setting - la costruzione del campo di ci che rilevante o di pubblico interesse -, dai meccanismi impliciti di news-making, dallo stile e dalle retoriche usate. Quanto pi questi meccanismi sono ripetitivi, automatici e dati per scontato, tanto pi conferiscono oggettivit alle definizioni allarmistiche della realt, trasformandole in sfondo cognitivo abituale che inquadra implicitamente tutti i discorsi riguardanti largomento. Il concetto di Tautologia della paura (Dal Lago 1999) pu aiutarci ad esplicitare il meccanismo di costruzione dellallarme relativo alla tematica immigrazione. Lallarme lanciato da qualche cittadino viene amplificato dal sistema mediatico e riconfermato vicendevolmente da cittadini ed 5

autorit politica, per tornare di nuovo ai media. Un gioco di specchi in cui la definizione allarmistica di un piccolo gruppo viene amplificata e distorta fino a diventare lunica realt possibile, in grado di condizionare anche le scelte politiche. La potenza oggettivante della stampa da imputare, oltre allinevitabile funzione di agendasetting, al linguaggio e allo stile tipico ma non inevitabile della cronaca. Vediamo un esempio nel dettaglio. 2.1 Un esempio pratico: La Strage di Erba
successo a Erba, nel comasco UCCIDE QUATTRO PERSONE E BRUCIA LA CASA Tre donne e un bambino ritrovati senza vita nell'appartamento in fiamme. Caccia al convivente tunisino di una delle vittime ERBA (Como) - proseguita per tutta la notte, finora senza esito, la caccia al 25enne tunisino Abdel Fami Marzouk, il pregiudicato - uscito dal carcere per indulto ricercato per latroce massacro avvenuto luned sera in un appartamento in via Diaz, nel centro di Erba, nel Comasco. Marzouk, secondo gli investigatori, scomparso dopo aver ucciso a coltellate alla gola e in altre parti del corpo la moglie Raffaella Castagna, di 30 anni, il figlio Yousef di 2 anni, la suocera Paola Galli, 60, e una vicina di casa, Valeria Cherubini, 50enne, accorsa assieme al marito alle grida delle prime vittime. Anche il marito della vicina, Mario Frigerio, di 60 anni, stato colpito dal pluriomocida: ora ricoverato, in condizioni molto gravi, per le coltellate e per le ustioni riportate nell'incendio appiccato all'appartamento dall'assassino prima della fuga. Il tunisino scappato a bordo di un furgone poi trovato, poco prima di mezzanotte, a Merone paesino tra Como e Lecco, nei pressi dell'abitazione del fratello di Fami Marzouk. Solo a tarda notte i corpi delle quattro vittime sono stati rimossi, su autorizzazione del magistrato, dalla vecchia casa di corte ristrutturata in cui Marzouk viveva con il piccolo Yousef e con la moglie Raffaella, figlia di un notissimo commerciante di mobili della zona. [] 11 dicembre 2006 Corriere della Sera.it

Lipotesi degli investigatori smentita il giorno seguente viene presentata utilizzando lindicativo, manca completamente luso del condizionale o di espressioni di cautela. Il fatto presentato come reale. Un lettore che distrattamente avesse letto solo il titolo avrebbe desunto che a Erba un tunisino ha ucciso quattro persone per poi bruciarne labitazione. Vengono menzionati particolari che aggiungono effetto di realt alla descrizione, compresa la menzione della fuga notturna, la cui veridicit non viene messa in discussione, suggerendo anzi limplicazione del fratello, anchegli inevitabilmente tunisino. Il protagonista della vicenda viene nominato utilizzando esclusivamente appellativi etnicizzanti (convivente tunisino, 25enne tunisino, il tunisino) o relativi al mondo della criminalit (il pregiudicato, il pluriomicida), accostamento diventato un classico nella letteratura giornalistica italiana. Lintera vicenda descritta a tinte fosche: latroce massacro, la caccia notturna, luomo scomparso, il furgone trovato poco prima di mezzanotte.

Poche ore dopo luscita di questo articolo si scopre che Marzouk era in Tunisia, e non poteva quindi essere colpevole del delitto. Il 12 dicembre Corriere.it titola [] Strage Erba, il presunto killer era in Tunisia. [] Si indaga su un regolamento di conti. Il 14 e 15 dicembre gli inquirenti sono certi che lui sappia molto di pi di quello che racconta e che la soluzione del caso sia nella sua fitta rete di relazioni con un gruppo di nordafricani. La riconferma di questa ipotesi data dallautopsia compiuta sui corpi delle vittime: lo sgozzamento finale potrebbe essere soltanto la firma lasciata dai killer. Un preciso messaggio che potrebbe essere rivolto al marito della giovane donna, il tunisino Azouz Marzouk. La condotta della stampa italiana nella trattazione della Strage di Erba imbarazzante anche dal punto di vista deontologico. Manca completamente la verifica delle fonti: il giornalista che ha scritto larticolo ha consultato con tutta probabilit i dispacci di unagenzia stampa la quale a sua volta ha diffuso le dichiarazioni della procura. A nessun livello del processo comunicativo linformazione viene controllata ed approfondita. Eppure sarebbero bastate poche telefonate per scagionare immediatamente Marzouk. Sia la Carta dei Doveri del Giornalista del 1993, sia la Legge sulla Stampa del 1948 stabiliscono il dovere di rettifica cosi come il dovere alla non discriminazione per razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche (Carta dei Doveri del giornalista). Negli articoli usciti nei giorni successivi alla strage non si menziona direttamente lerrore: ci si limita a scagionare il presunto killer continuando per a suggerire la sua implicazione nellaccaduto (regolamento di conti, un preciso messaggio che potrebbe essere rivolto al marito della giovane donna, ecc.). Solo nel gennaio 2007 su alcune testate verr messa in discussione la condotta dei media relativamente alla Strage di Erba. Il Corriere della Sera pubblica un editoriale in cui condanna la brutale sbrigativit con cui, appena compiuta la strage, venne indicato come responsabile Azouz Marzouk, imputandola a un pregiudizio che nasce certo da un non ingiustificato allarme sociale, dalla percezione di un assedio criminale che sconvolge e intossica l'esistenza ordinaria di una comunit (Corriere della Sera, 15 gennaio 2007, cit. in Corte, rubrica Giornalismo interculturale, www.cestim.it). 3 Giornalisti razzisti? "La signorina notizia bianca, ha le gambe corte, una diffusa sordit, una grave miopia." (cit. in Annecchiarico 2005, pg. 5) 7

Questo lo slogan del convegno La migrazione nei media tenutosi ad Imola nel marzo 2003. Da anni linefficienza del sistema mediatico nellaffrontare la questione immigrazione segnalata da organismi e associazioni che si occupano di media watch. Perch la signorina notizia ci vede e ci sente cos male? 3.1 Il processo produttivo Sostenere che la maggior parte dei giornalisti decida deliberatamente di veicolare unimmagine cos distorta esagerato. Una parte delle cause pu essere individuata analizzando la caratteristiche della routine produttiva: da trentanni a questa parte le innovazioni tecnologiche hanno velocizzato notevolmente il processo di produzione delle notizie. I redattori devono vagliare ed elaborare unenorme mole di informazioni in tempi sempre pi stretti, sottostando a sempre maggiori vincoli (di stile, di spazio, di politica della testata). Ne consegue la routinizzazione del processo produttivo, quindi pi superficialit, meno controllo delle fonti, standardizzazione del linguaggio e dello stile, carenza di approfondimento e problematizzazione, col risultato di appiattire la notizia, di banalizzarla, di perpetuare stereotipi e pregiudizi. Il senzazionalismo, dovuto principalmente al confronto con il linguaggio televisivo e pubblicitario, implica luso di un linguaggio che fa sempre pi perno sul lato emotivo dellinformazione, sulla narrativizzazione e drammatizzazione della notizia, giocando su figure - come donne e minori - che pi facilmente di altre stimolano emozioni forti. Lautoreferenzialit dei media che ne deriva fa s che un evento diventi notizia semplicemente perch altre testate parlano dello stesso argomento. Ecco perch episodi relativamente poco rilevanti diventano notizie nellambito di un fiume di eventi simili. 3.2 Media e razzismo Se non possibile accusare i mass media di atteggiamenti esplicitamente razzisti o xenofobi, innegabile daltra parte che il messaggio generale veicolato a proposito della questione immigrazione sia negativo e stigmatizzante. La connotazione negativa della figura dello straniero cos come dellintera questione immigrazione passa implicitamente, attraverso espedienti stilistici apparentemente neutri, omissioni e superficialit nella trattazione dellargomento. Questa discriminazione implicita ancor pi pericolosa dellatteggiamento esplicitamente razzista di alcune testate o gruppi politici, perch pi difficile da smascherare. Gli eventi riguardanti episodi di razzismo e intolleranza vengono condannati dalla maggior parte delle testate, che li imputano per, implicitamente, a fattori contestuali. Il risultato che gli atteggiamenti xenofobi vengono 8

percepiti come incidenti imputabili a singoli cittadini esasperati dalla gravit della situazione; ecco un esempio:
TERRE DI FORNTIERA. LAMPEDUSA, FALLA DEUROPA. I tunisini continuano a sbarcare, gli abitanti si ribellano, i carabinieri si devono arrendere a una legge troppo permissiva. [] Non un caso quindi, se lo scorso 7 ottobre un gruppo di giovinastri ha assalito alcuni tunisini che si erano rifugiati in un container frigorifero per la conservazione del pesce. [] Un solo ustionato tra i tunisini e tanta paura. (Il venerd di repubblica, 1 dicembre 1996, cit. in Dal Lago 1999)

Il messaggio che colpisce implicitamente, grazie alla forza delle immagini e dei dati di fatto solo apparentemente oggettivi, viene lentamente assimilato fino a diventare reale e dato per scontato, specialmente per chi non ha altro accesso al fenomeno se non i media. 4 La voce dei migranti Qual lo spazio lasciato alla viva voce degli stranieri? Possono dire la loro su ci che li riguarda direttamente? La tendenza rilevata (CENSIS 2002, Corte 2003) molto bassa anche se in aumento tra gli ultimi anni novanta e i primi anni del 2000. Quasi inesistenti sono i casi in cui stranieri vengono consultati come esperti. Gli immigrati sono presenti soprattutto in notizie di cronaca nera e di cronaca bianca oppure in articoli focalizzati sulle polemiche politiche o sulle risposte istituzionali; mentre solo in pochi casi si parla direttamente della loro identit culturale, etnica o religiosa o anche delle loro semplici manifestazioni pubbliche, siano esse sociali o politiche. (Grossi 1995, p. 51 cit. in Corte 2003). 4.1 I media di e per limmigrazione Grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi media il mondo della comunicazione sta diventando il luogo in cui le minoranze possono ottenere il proprio spazio e la visibilit che domandano, le tematiche pi trascurate possono essere prese in considerazione, pi punti di vista possono essere messi a confronto. Una ricerca della FUSIE (Cnel, 2004) ha censito nel 2002 e 2003 le iniziative mediali dellimmigrazione e per limmigrazione relativamente a stampa, radio e televisione. I risultati sono parziali perch cercano di dare conto di un mondo in velocissima evoluzione, ma restano comunque significativi. Nel complesso, siamo di fronte a una produzione relativamente limitata di iniziative editoriali etniche stabili e consistenti gestite dagli stessi immigrati mentre si rileva una presenza importante e massiccia di testate gestite da italiani che si occupano del fenomeno dellimmigrazione. (CNEL 2004). La stampa di immigrazione e per limmigrazione appare come un antidoto (CNEL 2004) allinefficienza dei media generalisti italiani nel trattare le tematiche relative allimmigrazione, anche se per ora questo antidoto sembra insufficiente. Pur essendo un indispensabile strumento di 9

informazione, sensibilizzazione e autorapprensentazione, non ancora in grado di svolgere un ruolo di ponte tra le comunit straniere e la popolazione italiana, incidendo solo marginalmente sulla cultura di massa. La crescente diffusione di iniziative editoriali e radiotelevisive che si occupano in modo professionale e approfondito di immigrazione, di agenzie stampa esplicitamente multiculturali (Migrantemente, ANBAMED) nonch di una Piattaforma Nazionale dei Media Multiculturali, ci permette di trarre conclusioni ottimistiche: limmigrazione vista sempre pi come aspetto strutturale della nostra societ e non solo come fenomeno congiunturale. 5 Conclusioni Se da una parte sono numerose le iniziative e le tendenze che fanno pensare ad un futuro positivo, le lacune del sistema mediatico italiano nel suo complesso sono ancora molte e sono gravi. Lintervento delle istituzioni auspicabile su diversi lati della questione. Innanzi tutto lampante la mancanza di un codice deontologico o di una serie di norme dotate di potere sanzionatorio che specifichino e regolino la trattazione della figura degli stranieri limitando la perpetuazione di stereotipi e preconcetti; un esempio potrebbe essere il divieto di citare, se non necessario, la nazionalit dei soggetti, norma gi da tempo in vigore negli Stati Uniti. Tentativi di autoregolamentazione sono stati fatti e possono fornire interessanti spunti: la Carta di Ercolano (1995), la Dichiarazione dimpegno per uninformazione a colori (1993-1994) e le Raccomandazioni per uninformazione non razzista (1996) invitano a : Trattare in modo critico lessico e linguaggio per evitare la perpetuazione di stereotipi, la falsificazione della realt e la banalizzazione delle notizie evitando linguaggio discriminatorio, giudizi sommari, generalizzazioni e tenendo conto del cambiamento della connotazione delle parole nel tempo; Allargare gli spazi di trattazione della tematica immigrazione evitando di relegarla nella cronaca, favorendo la problematizzazione e lapprofondimento; Valorizzare la diversit, educare alla mondianit, denunciare atti di discriminazione e razzismo. In secondo luogo, le istituzioni italiane dovrebbero mobilitarsi nel finanziare, appoggiare ed incoraggiare la nascita e la visibilit di spazi dedicati allinformazione multiculturale,

10

concentrandosi principalmente su iniziative che possano favorire il contatto, la conoscenza e lintegrazione tra i diversi gruppi. In ultimo, nel sistema scolastico italiano dovrebbe essere incoraggiata ed approfondita leducazione alla multiculturalit e soprattutto ad un consumo critico e consapevole del mondo dellinformazione.

11

Bibliografia Annecchiarico S. (a cura di) (2005), Migrantemente. Il popolo invisibile prende la parola. Bologna: EMI. CENSIS, (2002) Tuning into diversity. Limmagine degli immigrati e delle minoranze etniche nei media. Rapporto finale, Roma, http://www.edscuola.com/archivio/stranieri/immagine_immigrati.pdf. CNEL, (2004) La comunicazione interculturale. Indagini e riflessioni sulla stampa di immigrazione in Italia e sulla stampa italiana all'estero - Parte I: Introduzione; i media e gli immigrati in Italia. Roma. Corte M. (2003) Noi e gli altri. L'immagine dell'immigrazione e degli immigrati sui mass-media italiani, http://italy.peacelink.org/migranti/articles/art_121.html. Corte M. (2006,2007) rubrica Giornalismo Interculturale in www.cestim.it COSPE, (2003) Liberta di stampa e discriminazione razziale.Rassegna sulla normativa in materia e analisi sul ruolo dei codici di condotta in Italia, Firenze, http://www.cospe.it/uploads/documenti/allegati/tuning_into_diversity_normativa_kb194.pdf Dal Lago, A. (1999) Non Persone. Lesclusione dei migranti in una societ globale. Milano: Feltrinelli. Fiorini, A. (2003) Immigrazione e mass media, http://italy.peacelink.org/migranti/articles/art_1617.html. Melossi D. (1999) Multiculturalismo e sicurezza in Emilia-Romagna, Progetto Citt sicure, 15, Bologna, Regione Emilia-Romagna. Papuzzi, A. (2003), Professione giornalista, Roma: Donzelli. Sorrentino, C. (2002) Il giornalismo. Che cos e come funziona. Roma: Carrocci.

12

Potrebbero piacerti anche