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Carlo Nassetti 0000253792

AMY GOODMAN
Prima vennero per i comunisti, ma io non ero comunista, perci non dissi nulla. Poi vennero per i socialisti e i sindacalisti, ma io non ero nessuna delle due cose, perci non dissi nulla. Poi vennero per gli ebrei, ma io non ero ebreo, cos non dissi nulla. E quando vennero per me, non cera rimasto nessuno che potesse dire qualcosa per me. Martin Niemoller (1892-1984), Pastore protestante nella Germania Nazista.

1. Il giornalismo libero e il giornalismo di parte

2. 3. 4. 5. 6.

Biografia Democracy now! Loccupazione del Timor Est Il caso Chevron One Bright Shining Moment: The Forgotten Summer of George McGovern

1. Il Giornalismo libero e il giornalismo di parte


Una traduzione letterale del titolo del primo libro di Amy Goodman potrebbe essere leccezione contro chi le regole le fabbrica. Ma The exception to the rulers non solo un libro, la massima che regola il modo di fare giornalismo della reporter americana. Il programma prodotto dalla Goodman, Democracy Now, si occupa di tutte le notizie che gli altri network non vogliono o non possono trattare. La Goodman ha dedicato tutta la sua carriera a storie scomode e per questo diventata una portabandiera dellinformazione libera e indipendente. Dovendosi confrontare con uno scenario particolare come quella dellinformazione statunitense post 11 settembre, dove la libert di opinione sembra vacillare, mentre linformazione succube del potere e degli interessi economici, la Goodman si dedicata a storie di immigrati arrestati e espulsi senza motivo, di poliziotti arabi che prima sono eroi e poi diventavano terroristi, di ragazzi interrogati per commenti fatti durante le ore di lezione, di notizie false che vengono pubblicate e mai ritrattate. L episodio della premiazione dellOPC la punta di un iceberg. Nel 1999 la Goodman e Jeremy Scahill vengono invitati, per ricevere un onorificenza, a una cerimonia dellOverseas Press Club. A questa cerimonia avrebbe partecipato anche Richard Holbrooke,

lallora ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite che, in quanto inviato speciale del presidente Clinton nell ex-jugoslavia, era profondamente coinvolto nei fatti che avevano dato il via ai bombardamenti. I due reporter di Pacifica non sono assolutamente interessati allevento in se, ma lo considerano un ottima occasione per intervistare lambasciatore. Levento comincia subito col piede sbagliato: prima dellinizio della cena un funzionario dellOCP annuncia orgoglioso che ci sono buone notizie dallIndonesia, il paese tratta meglio i giornalisti. La Goodman, che con le autorit Indonesiane ci ha avuto a che fare sin dal 1991, e sa cosa vuol dire cercare di portare le notizie dentro e fuori dal paese, allibita. A quel punto si presenta loccasione per intercettare Holbrooke, ma non appena la direttrice del OCP si accorge di cosa accade ferma la coppia, dicendo che lambasciatore aveva accettato di intervenire soltanto se i reporter partecipanti si fossero astenuti dal fare domande. Una stanza piena di giornalisti e nessuno poteva fare domande a un uomo che era al centro della pi importante questione di politica estera di quel momento. La serata prosegue con un intervento di Holbrooke, che annuncia fra laltro di aver ricevuto notizia che un attacco aereo USA aveva colpito la stazione di SerbTV. In sala nessun commento a sostegno dei colleghi serbi, anzi segue una sorta di siparietto sullargomento fra Holbrooke e il suo pubblico. A quel punto Schill non ne pu pi, si avvicina al podio e cerca di incalzare Holbrooke con qualche domanda sulla politica degli USA rispetto alla situazione nei Balcani. Gli addetti alla sicurezza lo afferrano e cercano di condurlo fuori. Il reporter di Pacifica allora chiede lappoggio dei giornalisti presenti, e invoca il decano della NBC Tom Brokaw, il padrino della serata. Questi gli risponde invitandolo a sedersi e sprecandosi in un elogio della disponibilit di Holbrooke nei confronti della categoria. Quindi Brokaw inizia la consegna dei premi, e sarebbe arrivato anche il turno dellencomio per il documentario della Goodman e di Scahill. Giunti a quel momento, la speaker di Democracy now! sale sul podio e prende parola interrompendo la premiazione. Signor Brokaw, sono Amy Goodman e quello che prima ha fatto quella domanda era Jeremy Scahill. Abbiamo ricevuto la menzione donore per il nostro documentarioma a nome di Jeremy e mio siamo spiacenti di dover dire che non possiamo accettarla questa sera per due motivi. Uno perch pensiamo che sia vitale in una notte come questa, in cui stiamo bombardando la Jugoslavia, che dei giornalisti non accettino di non porre domande a Richard HolbrookeNumero due, stasera, quando iniziata la cerimonia, quellaltro signore ha detto che cerano buone notizie, e cio che lIndonesia si scusata di aver fatto del male a dei giornalisti. Il fatto che questa settimana nel Timor Est, occupato dallIndonesia, dei giornalisti sono stati picchiati, brutalizzati per aver riferito che lesercito indonesiano arma e sostiene le milizie, gli squadroni della morte di quel paese. Poich lOverseas Press Club ha reso omaggio allIndonesia non, possiamo accettare il premio, n accettiamo laccordo di non porre domande a Richard Holbrooke mentre stiamo bombardando la Jugoslavia. Vi ringrazio molto." E lascia il podio. Il conduttore di NBC va avanti, senza far mancare riferimenti scherzosi a Pacifica Radio, ma evidentemente non si trova pi a suo agio. Latmosfera della serata non era pi la stessa. Qualcosa si era rotto.

2. Biografia
Amy Goodman nata il 13 Aprile 1957 a Bay Shore nello stato di New York. Laureata allHarvard University nel 1984, conosciuta soprattutto come conduttore principale del programma Democracy Now! di Pacifica Radio, ma ha ricevuto molti plausi anche per la sua attivit di reporter investigativa. La giornalista comincia la sua carriera di speaker radio nel 1985 alla stazione della Pacifica Radio di New York dove produrr per oltre 10 anni il WBAI's Evening News. Nel 1991 la Goodman e il collega Allan Nairn seguirono il movimento indipendentista nel Timor Est dove furono duramente percossi dai soldati Indonesiani dopo essere stati testimoni dell'uccisione di centinaia di dimostranti noto come il massacro di Dili. In quelloccasione la Goodman fece notare come, a salvarla dal destino toccato ai giornalisti Australiani uccisi nel Timor Est nel 1975, fosse stato il suo passaporto Americano, appartenente allo stato che al tempo forniva supporto allesercito Indonesiano. Nel 1996 aiuta a lanciare il programma della Pacifica Radio Democracy Now! e due anni pi tardi con il giornalista Jeremy Scahill documenta il ruolo della Chevron Corporation nel conflitto fra l'esercito Nigeriano e gli abitanti dei villaggi che avevano sequestrato autobotti e altri equipaggiamenti appartenenti alla compagnia, due dei quali vennero colpiti e uccisi. Il reportage radiofonico sull'accaduto vinse il George Polk Award del 1998. Nel 1999 invece viaggia in Per per intervistare la prigioniera politico americano Lori Berenson. Era la prima volta che un giornalista otteneva un permesso per entrare nella prigione per parlarle. La giornalista americana ha ricevuto dozzine di premi per i suoi lavori, incluso un Robert F. Kennedy Journalism Award (con Massacre: The Story of East Timor"). Nel 2001 decise di non accettare lOversease Press Club Award per protestare contro la decisione del gruppo di non fare domande allambasciatore Richard Holbrooke e perch l'OPC aveva intenzione di premiare l'Indonesia per il trattamento dei membri della stampa nonostante giornalisti recentemente impegnati nel Timor Est fossero stati picchiati e uccisi. Nel 2004 la Goodman ha pubblicato il suo primo libro, scritto insieme al fratello David Goodman, The Exception to the Rulers: Exposing Oily Politicians, War Profiteers, and the Media That Love Them, pubblicato in Italia con il titolo Scacco al potere: come resistere al potere e ai media che lo amano da Nuovo Mondi Media. Il secondo libro stato pubblicato nellAgosto 2006 col titolo Static: Government Liars, Media Cheerleaders, and the People who Fight Back. Nel 2005 la giornalista ha prestato la sua voce alla produzione del documentario di Stephen Victoria One Bright Shining Moment: The Forgotten Summer of George McGovern incentrato sulla campagna elettorale americana del 1972. La Goodman inoltre scrive una colonna settimanale per il King Features Syndacate.

3. Democracy Now!
Democracy Now! stata fondata nel 1996 per la WBAI-FM a New York City dai giornalisti Amy Goodman, Juan Gonzalez, Larry Bensky, Salim Muwakkil, e Julie Drizin. Amy Goodman ne da sempre lo speaker principale con Juan Gonzalez come co-conduttore, Jeremy Scahill uno dei

maggiori collaboratori. Il programma era diffuso inizialmente solo da Pacifica a livello nazionale. Era nato per le elezioni, un progetto di 9 mesi. Oggi invece Democracy Now diventata la pi vasta collaborazione di media pubblici negli Usa. Utilizza tutti i mezzi per raggiungere la gente: trasmette su centinaia di stazioni radiotelevisive, diffonde audio e video, su internet, usa la Tv satellitare e trasmette in tutto il mondo su onde corte. Il programma si focalizza su argomenti che i produttori considerano non adeguatamente trattati o ignorati dai canali di informazione pi importanti. Il War and Peace Report fornisce al pubblico l'accesso a un punto di vista cui raramente viene data voce dai media come giornalisti indipendenti, o persone comuni le cui vite sono direttamente influenzate dalla politica estera statunitense, oppure attivisti, artisti, analisti indipendenti. Democracy Now! ha sede in un palazzo dei pompieri riconvertito di New York City, a Chinatown, di propriet della Downtown Community Television Center (DCTV). Lo show era in precedenza diffuso dal circuito della stazione Pacifica Radio, nata dopo la fine della Seconda guerra mondiale per iniziativa di un gruppo di pacifisti che decisero di creare un canale informativo indipendente per tutti quelli che si dichiaravano contrari alla violenza bellica. Dopo un conflitto col managment della stazione durante il 2000-2001 stato spostato e da allora lo show prodotto anche per la televisione. Democracy now! non riceve fondi da corporazioni, amministrazioni o dalla Corporation for Public Broadcasting per non compromettere neanche alle fondamenta l'indipendenza dei suoi programmi, i fondi per Democracy Now! derivano direttamente dagli ascoltatori, spettatori e fondazioni. La trasmissione a met degli anni Novanta era in contatto con circa 20 stazioni radio e Tv. Ora sono 160, distribuite negli Usa, in Canada, Italia e Australia e via internet. In questo spazio informativo sono passati negli ultimi anni migliaia di voci: da candidati alle elezioni presidenziali, a persone comuni desiderose di far sentire le propie ragioni. Fece scalpore, ad esempio, l'intervista telefonica di Amy Goodman a Bill Clinton, realizzata in occasione della campagna elettorale del 2000. Lo staff della radio ha ricevuto inoltre dozzine di premi giornalistici come il Pinnacle Award for American Women in Radio & Televisionthee, il George Polk Award del 1998 per il radiodocumentario Drilling and Killing: Chevron and Nigeria's Oil Dictatorship. Inoltre la Goodman e Allan Nairn hanno vinto il gi citato premio Robert F. Kennedy Memorial per il reportage Massacre: The Story of East Timor.

4. Loccupazione del Timor orientale


Per la Goodman la storia chiave della carriera stata la storia del Timor orientale, una piccola isola-stato a nord dell'Australia che stata invasa dai militari indonesiani nel 1975 e occupata per sedici anni con un cenno approvante del capo di Washington. La nazione era diventata a tutti gli effetti un campo di sterminio, e circa un terzo della popolazione era morto in uno dei peggiori genocidi del XX secolo. Pochi reporter si sono preoccupati o hanno osato andare l, ma nel 1990 la Goodman vi si dirige assieme al collega Allan Nairn perch un giornalista dovrebbe capire cosa significa trovarsi su un obiettivo della politica estera degli Stati Uniti.Nel novembre 1991, durante il secondo viaggio, lei e Nairn vengono quasi

uccisi in un massacro di almeno di 271 Timoresi. Era stato, a detta della stessa, il momento pi sconvolgente della sua vita. Essere l mentre questi soldati hanno aperto il fuoco su gente innocente e l' hanno uccisa rendendosi conto che non potevamo fare niente per fermarli, che soltanto con le parole avremmo potuto fare la differenza. Per la Goodman, i fatti del Massacro della Santa Cruz, quando sono venuti alla luce si sono trasformati nell'esempio e nel segnale che si doveva andare dove c'era il silenzio e in molti sensi gli ultimi sedici anni della sua carriera possono essere legati a quel momento, quando l'orrore della guerra per lei diventato reale. Dopo essere ritornata a casa la Goodman ha preso contatto con gli attivisti del Timor e coi loro alleati ed insieme a loro ha cercato di raccontare la sua storia attraverso sia mezzi tradizionali che indipendenti. Nove giorni dopo il massacro di Santa Cruz la CBS mand in onda un servizio sul Timor Est integrando unintervista a Allan Nairn con il video shock della vicenda del giornalista Max Stahl, che a quel punto aveva fatto il giro del mondo. Finalmente le emittenti statunitensi avevano rotto il silenzio. Ci sarebbero voluti altri undici anni perch gli Stati Uniti decidessero di smettere di appoggiare lesercito del Timor in Indonesia. Soltanto 20 maggio 2002 il Timor Est festeggi lindipendenza. Alcuni critici le hanno contestato questo stile da attivista, ma non sono mancati elogi da altre provenienti da altre fonti. Quello che accaduto nel Timor orientale dice Chomsky probabilmente la cosa pi vicina al genocidio fine del ventesimo secolo ma era impossibile sentire qualcuno che ne parlasse. Amy Goodman lo ha portato all'attenzione pubblica.

5. Il Caso Chevron
Gli oleodotti attraversano il paese in lungo e in largo e vampate alte come palazzi illuminano il cielo ventiquattro ore su ventiquattro. I bambini non sanno cosa sia una notte buia, vivendo sempre all'ombra delle vampe. Quando Ken Saro-Wiwa si present agli studi della WBAI Amy Goodman non sapeva neanche chi fosse, dopo averlo intervistato gli promise che un giorno in Nigeria ci sarebbe andata. Il viaggio sarebbe effettivamente avvenuto nell'agosto del 1998 subito dopo la morte del dittatore Sani Abacha e la presa del potere di Abdulsalami Abubaker, in un clima di brutalit paranoica che perdurava in virt del fatto che il cambiamento di un governo fantoccio con un altro non creava poi molti cambiamenti. In quel periodo Clinton si adoperava per mantenere lo status quo nel paese e preservare il flusso di petrolio e di soldi. Nel maggio di quello stesso anno un gruppo di circa un centinaio di abitanti del villaggio di Ilajeland aveva occupato una piattaforma petrolifera della multinazionale Chevron in mare aperto. Gli indigeni chiedevano soltanto acqua potabile, interventi ambientali, elettricit e posti di lavoro. Volevano la possibilit di negoziare con chi comandava: gli americani. Dopo tre giorni di occupazione videro arrivare alcuni elicotteri di propriet della compagnia, che per non contenevano negoziatori o dirigenti della societ ma solo poliziotti e militari nigeriani. Due dimostranti persero la vita, un terzo fu gravemente ferito.

La Goodman e il collega Jeremy Scahill trascorsero tre giorni nel villaggio a raccogliere testimonianze dei sopravvissuti, quindi riuscirono a intervistare il portavoce nigeriano della compagnia, Sola Omole. La versione ufficiale della Chevron fu che i militari ,non appena atterrati sulla piattaforma, uscirono e lanciarono un avvertimento. Gli abitanti del villaggio dicono che i soldati cominciarono semplicemente a sparare. Tornati in patria i due giornalisti producono un documentario radiofonico, Trivelle e fucili: la Chevron e la dittatura petrolifera in Nigeria, vincitore del George Polk Award di quello stesso anno. La Chevron risponde minacciando una causa legale e bandendo gli inviati di Pacifica radio dalle sue conferenze stampa. Nel gennaio 1999, soltanto otto mesi dopo, lesercito Nigeriano avrebbe usato unaltro elicottero della Chevron per attaccare due villaggi nel Delta del Niger. Sarebbero morte almeno quattro persone, i dispersi sarebbero stati decine e i villaggi rasi al suolo.

6. One Bright Shining Moment: The Forgotten Summer of George McGovern


One Bright Shining Moment comincia col montaggio di una serie di immagini rappresentative del periodo della Guerra del Vietnam: Robert McNamara, Lyndon Johnson, Henry Kissinger, e Richard Nixon intercalati da immagini di bombardamenti,del pentagono, dal generale Westmoreland e da vietnamiti feriti o morti. In questo caos il senatore McGovern spiega la ragione principale per cui ha corso alla presidenza nel 1972:come chiunque, il cui cuore abbia patito durante gli ultimi dieci anni per lagonia del Vietnam, voglio mettere fine ai bombardamenti sullIndocina dal giorno del mio insediamento. Fa riflettere come un grido di pace come questo sia rilevante anche ai giorni nostri. Oggi dice la narratrice Amy Goodman Durante i primi giorni che seguono il secolo dellAmerica, ancora una volta il popolo degli Stati Uniti si confronta contro patrioti impostori che vogliono vendere la guerra. Proprio nella madre di tutte le disfatte elettorali il film trova una lezione che offre una flebile quanto legittima luce guida . Il documentario ,nel raccontare la campagna elettorale di quello che viene definito, da i membri di entrambi i partiti, come il candidato alle presidenziali pi di sinistra della storia degli Stati Uniti, riunisce alle parole di chi ha sostenuto McGovern quelle di chi oggi ha raccolto la sua eredit. La campagna di McGovern era destinata a finire male quasi immediatamente e nella sezione denominata hell il film annota i pi grossi passi falsi del candidato: lEagleton Debacle ( la sostituzione forzate del candidato alla vice-presidenza che aveva precedenti di malattie mentali) e il fallimento della Southern Strategy ( lo scrittore Gore Vidal spiega come nella tradizione elettorale statunitense sia essenziale fare breccia nel cuore dellelettorato di colore, cosa in cui i repubblicani sono maestri). Al di la di tutto questo proipio One Bright Shining Moment vuole ricordare come, nonostante la sua sconfitta e noncurante che siano passati pi di 35 anni, la schiera di McGovern abbia mantenuto i suoi principi, il suo senso di speranza e di indignazione sociale.

Bibliografia
Goodman A. ,Goodman D. Scacco al potere, Bologna, Nuovi Mondi Media. en.wikipedia.org www.DemocracyNow.org www.thenation.com www.nypress.com www.washingtonpost.com
www.discoverthenetworks.org/ www.dwu.edu

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