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Capitolo 1
Economia e società
nell’Europa feudale.
L’Europa
Contadini, guerrieri,
sacerdoti
Capitolo 2
Lo scontro tra Impero
e Papato. La lotta per le
investiture
feudale
Capitolo 3
Le monarchie feudali
Capitolo 4
L’Impero bizantino, l’islam,
le crociate
Competenze
Comprender
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L’Europa invasa si copre di castelli Nel frattempo (tra IX e X secolo) l’Europa diventò
preda di invasioni e scorrerie da parte di popolazioni provenienti da sud (Saraceni), da
Lezione dell’Autore La società nord (Normanni) e da est (Ungari). La scarsa efficienza del potere centrale e il definitivo
feudale
crollo dell’Impero carolingio nell’888 lasciarono la responsabilità della difesa ai potenti
Flipped classroom sulle fonti Il locali, che, in completa autonomia e senza alcuna licenza da parte del re, costruirono ca-
contado nell’affresco del Buon
Governo di Siena stelli per proteggere la popolazione contadina (e al tempo stesso ridurla sotto il proprio
Documenti Un castello del XII controllo). Questo fenomeno, noto come “incastellamento”, interessò tutta l’Europa e i
secolo castelli divennero quasi il simbolo di quest’epoca.
Capitolo 1 Economia e società nell’Europa feudale. Contadini, guerrieri, sacerdoti 3
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OCEANO SHETLAND
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Confini dell’Occidente cristiano
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all’inizio delle invasioni
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Direzioni delle incursioni
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Dublino NORD
Rotte dei Normanni
Lincoln Lechfeld 955 Battaglie
Londra Brema Amburgo
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Treviri DI KIEV
Parigi
Orléans Reims
FRANCIA Danubio
Lechfeld 955
Bordeaux
Tolosa Ungari
Nîmes Arles Pisa
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Frassineto MAR N
EMIRATO DI CORDOVA
Cordova Roma Bari
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Saraceni
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MEDITERRANEO
Il potere dei signori sui contadini Il castello, pur essendo una costruzione nata per scopi
Atto di vassallaggio, XIII sec.
difensivi e militari, servì anche e soprattutto per esercitare il potere sugli uomini e con-
In questa miniatura, il vassallo ingi-
trollare il territorio. I signori locali promettevano protezione ai contadini dei dintorni, ma nocchiato pone le proprie mani tra
in cambio esigevano sottomissione e ubbidienza. Gran parte dei contadini, in questo modo, quelle del signore suggellando così
si ritrovò in una situazione di dipendenza, che diventava particolarmente evidente quando il suo rapporto di fedeltà personale.
Il signore in cambio accoglie nella
il villaggio si concentrava presso le mura del castello, o addirittura dentro di esse. sua “casa” il nuovo membro proteg-
Re e castellani I signori dei castelli, o castellani, acquistarono in breve tempo notevole gendolo e donandogli un beneficio
(registrato dallo scrivano) che ser-
autorità e prestigio. Arruolavano truppe, facevano la guerra, riscuotevano tributi, am- virà a renderlo autosufficiente e in
ministravano la giustizia, insomma esercitavano funzioni sovrane, quelle funzioni grado di armarsi ed equipaggiarsi.
che teoricamente spettavano soltanto al re e ai suoi
funzionari (conti e marchesi).
Cessato il pericolo delle invasioni, i poteri loca-
li rimasero vivi e il potere regio non ebbe la forza di
contrastarli: al sovrano non restò altra scelta che rico-
noscere ai castellani il diritto di esercitare quelle fun-
zioni pubbliche di governo che di fatto avevano già
cominciato a svolgere. I re, nel tentativo di legare in
qualche modo a sé i signori locali, estesero anche
a loro i vincoli di vassallaggio. Altre volte furo-
no i conti e i marchesi a collegare a sé questi signo-
ri locali con il vincolo della fedeltà personale. Altre
volte ancora si instaurarono rapporti di fedeltà tra un
castellano più forte e uno più debole, che accettava
la “protezione” del primo garantendogli in cambio il
proprio appoggio.
Ereditarietà dei feudi minori Nel secolo XI si ammi-
se che tutti i feudi (non solo quelli maggiori, come
4 Modulo 1 L’Europa feudale
Ricostruzione di un castello
medievale
[disegno di A. Baldanzi]
Nel disegno ricostruttivo si può
chiaramente vedere il “mastio” o
dongione, che era la residenza del
signore e della sua famiglia. Altri
edifici erano adibiti a laboratori ar-
tigianali o magazzini. Le mura cir-
condavano e difendevano gli edifici
e la torre principale.
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Un castello del XII secolo
La Parola deciso da Carlo il Calvo nell’877) fossero ereditari e potessero trasmettersi di padre in
Medioevo figlio: così fu stabilito dall’imperatore Corrado II (1027-39) nel 1037, con l’editto de be-
Il termine “Medioevo” (‘età di
neficiis, ribattezzato in Età moderna Constitutio de feudis.
mezzo’) fu inventato dai letterati Questo nuovo uso del vassallaggio e del feudo, volto a coordinare fra di loro i vari
del XV secolo per indicare in ma- poteri, applicando a tutti i signori, dai più grandi ai più piccoli, quello stesso tipo di
niera dispregiativa un periodo di rapporto con cui Carlo Magno aveva legato a sé i principali funzionari del regno, fu
passaggio, una specie di paren-
tesi della storia fra due epoche
l’aspetto centrale di quello che fu poi definito “sistema feudale” e che caratterizzò la
di grande civiltà: quella greco- società europea nel Medioevo.
romana, definita “classica”, e
quella dell’Umanesimo che si
ispirava alle idee artistiche del-
la classicità. Convenzionalmen-
te la data di inizio del Medioevo è
1.2 Il sistema curtense
fissata al 476 (anno della caduta Un’economia agricola L’economia medievale si fondava principalmente sull’agricol-
dell’Impero romano d’Occiden-
te) mentre quella di fine si collo-
tura e sul lavoro dei contadini. Le terre erano per la maggior parte di proprietà di re,
ca per alcuni al 1454 (anno del- nobili e istituzioni religiose. Tipico del Medioevo fu il cosiddetto sistema curtense,
la caduta dell’Impero d’Oriente) cioè l’organizzazione della proprietà in vaste aziende chiamate in Italia corti (curtes in
e per altri al 1492 (quando Cri- lingua latina), in Francia villae, in Inghilterra manor.
stoforo Colombo scoprì l’Ameri-
ca). All’interno di questo periodo Domìnico e massarìcio Le corti erano distinte in due parti. Una, detta domìnico
si distingue l’alto Medioevo, che (da dominus, ‘signore’), era gestita direttamente dal proprietario (laico o ecclesiastico)
va dal V all’XI secolo, e il basso
Medioevo, dall’XI al XV secolo. Al che la faceva lavorare dai suoi servi domestici. Costoro vivevano in condizioni simili a
contrario di ciò che pensavano quelle degli schiavi dell’età antica: appartenevano al padrone e da lui ricevevano gli ali-
gli umanisti, però, questi mille menti e l’alloggio. L’altra parte della corte, detta massarìcio (da massaro, ‘contadino’),
anni non furono affatto una pa- era suddivisa in poderi dati in concessione a coloni, talora liberi, talora servi (le loro
rentesi della storia: anzi, fu pro-
prio allora che prese forma la ci- condizioni di vita erano però abbastanza simili). Insediati sul terreno con una loro casa
viltà europea con i suoi popoli, le e una loro famiglia, i coloni godevano di una certa libertà d’azione ma erano legati al
lingue, le istituzioni, i modi di vi- signore da un vincolo di dipendenza, sia sul piano economico, non potendo abbando-
vere che ancora oggi caratteriz- nare la terra che lavoravano, sia sul piano giuridico, essendo giudicati, in caso di reati,
zano il nostro continente.
dal signore stesso.
Capitolo 1 Economia e società nell’Europa feudale. Contadini, guerrieri, sacerdoti 5
Nel Medioevo l’agricoltura richiedeva Intanto le vigne erano pronte per la ven- tività si sommava ai rischi legati alle con-
un enorme dispendio di energia umana; demmia e a fine settembre il vino era dizioni climatiche e ai danni causati dagli
privi di macchine e di attrezzi adeguati, i ormai stipato nelle botti. A ottobre si pre- insetti: grandinate, siccità, alluvioni, ge-
contadini svolgevano manualmente quasi paravano nuovamente gli orti e i campi, late, invasioni di insetti potevano compro-
tutti i lavori. arando e seminando i cereali invernali mettere le coltivazioni e i relativi raccolti.
Già da febbraio iniziavano le operazioni come frumento, segale, farro e spelta. Tuttavia i maggiori guasti erano quelli
di sistemazione delle colture e di prepa- L’anno agricolo terminava ufficialmente provocati dall’uomo, con le devastazioni
razione del terreno: gli alberi venivano l’11 novembre, nel giorno di San Martino, delle guerre nei campi coltivati, le rube-
potati; i campi dissodati con zappe e van- quando l’ultimo tepore autunnale con- rie e i saccheggi originati dalle lotte fra
ghe, concimati con il letame e arati con sentiva la conclusione dei lavori all’aper- i potenti, che regolarmente finivano per
l’aiuto dei buoi. In primavera iniziava la to in vista dell’inverno. danneggiare le risorse e le esistenze dei
semina dei cereali (avena, orzo, miglio) o Nonostante agli inizi del Medioevo si fos- contadini.
dei legumi (lenticchie, piselli, fagioli, fave, se instaurato un certo equilibrio fra il
ceci) che era effettuata a mano spar- numero degli uomini e le risorse a loro
gendo la semente con grandi gesti del disposizione, non mancarono i periodi
braccio. Questo procedimento, tuttora in difficili, nei quali il bisogno di cibo di- Il lavoro femminile nei campi, XIII sec.
uso nelle regioni dove l’agricoltura non è venne un problema angoscioso. In quei L’immagine rappresenta un gruppo di donne in-
meccanizzata, comportava però un note- tempi le coltivazioni davano rese molto tente alle operazioni di semina e raccolta del
grano. Il lavoro dei campi necessitava dell’ausi-
vole spreco di semente e una distribuzio- modeste: per una misura di cereali se-
lio di tutte le braccia presenti nelle famiglie con-
ne spesso irregolare delle piante. minati se ne riuscivano a raccogliere due tadine. Anche le donne, quindi, oltre a svolgere
A partire dal mese di maggio il lavoro o al massimo tre (nel tardo Medioevo il le incombenze domestiche, dovevano partecipa-
agricolo si faceva sempre più duro: il fie- rapporto divenne 1:6). La scarsa produt- re alle mansioni agricole.
no per nutrire gli animali durante l’anno
doveva essere raccolto, essiccato e con-
servato e, giunta ormai l’estate, si apriva
la faticosa stagione della mietitura dei
cereali e della loro trebbiatura. Questa
operazione, che serviva a far staccare i
chicchi dal loro involucro, si effettuava
manualmente con un arnese chiamato
“correggiato”, formato da due bastoni
collegati da una cordicella o da una cor-
reggia di cuoio (da cui il nome); uno dei
bastoni veniva tenuto in pugno dal conta-
dino che faceva ruotare l’altro, mandan-
dolo a percuotere i cereali distesi sull’aia.
6 Modulo 1 L’Europa feudale
per il suo fabbisogno. Del vino si consegnava la metà, o un terzo. Inoltre si dava una
parte delle colture tessili (lino o canapa) e si pagava una tassa per l’allevamento degli
animali nei prati o nel bosco. I coloni avevano inoltre l’obbligo di pagare al signore il
censo, una somma di denaro, in genere piuttosto piccola, che i contadini si procura-
vano vendendo qualche eccedenza (polli, uova, ortaggi) nei mercati rurali. Altri tributi
erano i cosiddetti doni, polli e uova che per consuetudine (in pratica un obbligo) si con-
segnavano al signore in occasione delle principali festività (Natale, Pasqua, ecc.) come
segno di omaggio e di reverenza.
Le corvées Ai contadini erano richiesti anche dei servizi, le opere o corvées, gior-
nate di lavoro da prestare sul domìnico per la semina, l’aratura, la mietitura, la
vendemmia. Esse costituivano il vero cuore del sistema curtense, perché legavano
strettamente il domìnico (su cui si facevano le opere) al massarìcio (da cui prove-
nivano i contadini tenuti a farle). Il lavoro dei coloni in questo modo si sommava a
quello dei servi domestici, consentendo al signore di tenerne pochi presso di sé, il
minimo indispensabile. Oltre a questo significato economico, le opere avevano
anche un significato sociale: esse consentivano al signore o all’ente religioso di
controllare fisicamente gli uomini, segnalando, anche sul piano simbolico, il loro
stato di dipendenza.
Autosufficienza e mercato All’interno delle corti, anche i lavori artigianali erano svolti
dai contadini: sia dai servi del domìnico, sia dai coloni del massarìcio. Infatti il sistema
curtense mirava all’autosufficienza: i beni necessari alla vita quotidiana si cercava
di produrli il più possibile localmente. Il sistema tuttavia restava aperto, per almeno
due motivi.
In primo luogo, i grandi proprietari possedevano molte proprietà e integravano la
produzione di ciascuna di esse con quella delle altre: per esempio, non dappertutto si
poteva produrre olio, o ferro, o sale, e alcune corti, specificamente adibite a quelle pro-
duzioni, servivano anche le altre.
Nell’ambito del sistema curtense, i rap- proprietari (se si dimostrava di non aver na disposizione del contadino. In cambio
porti fra signori e contadini erano stabi- pagato affitti a nessuno); quindi fissare la di queste concessioni il contadino dona a
liti dalla consuetudine locale. In qualche durata a 29 anni era un modo per garan- sua volta al signore uova, polli e qualche
caso, però, i contadini di condizione libe- tire i diritti del proprietario. Comunque si moneta. Questo scambio è tipico della
ra stipulavano col signore un contratto tratta di una durata lunghissima: in una cultura medievale: a ogni dono si deve ri-
scritto, che metteva nero su bianco i loro società come quella medievale, in cui la spondere con un contro-dono. Ma il loro
(molti) obblighi e i loro (pochi) diritti. Di- vita media delle persone non superava significato è diverso: il dono del contadi-
versi contratti di questo tipo sono perve- i 35-40 anni, un contratto di 29 anni sti- no è un obbligo e sottolinea il suo stato
nuti fino a noi, solitamente negli archivi pulato da un adulto era, in pratica, un di dipendenza; il dono del signore è una
di chiese o monasteri. Il contratto che contratto vitalizio. Per di più, il contadino concessione magnanima, e sottolinea la
qui consideriamo fu invece sottoscritto Ermenperto stipulava anche «per i suoi sua superiorità sociale.
da un signore laico (una signora, anzi): eredi». L’obiettivo di un rapporto di lavoro Importante è la norma che riguarda l’am-
la contessa Adelburga, che possedeva come questo era chiaro: legare per tut- ministrazione della giustizia all’interno
una corte a Marzaglia, nel territorio di ta la vita il contadino, la sua famiglia e le della corte: Ermenperto, come tutti gli
Modena in Emilia. Nell’anno 854 costei generazioni successive al podere, e alla altri contadini, è soggetto non all’autori-
stipulò un “livello” (questo è il termine corte da cui questo dipendeva. tà pubblica, cioè al tribunale del re, ma
giuridico del contratto in questione) con Come compenso al signore per la casa al signore stesso: il rappresentante di
il contadino Ermenperto, che si impegnò da poter abitare (con il tetto di paglia, Adelburga (il “messo”) non solo control-
a lavorare un vasto podere dipendente da come ancora se ne vedono in certi musei la che non ci siano irregolarità nel gior-
quella corte. della civiltà contadina) e per la terra che no del raccolto ma può anche giudicare
La durata del contratto era quella tipica gli ha dato da lavorare, il contadino deve nelle eventuali controversie quotidiane.
dei livelli: 29 anni. Non è un numero ca- consegnare una parte dei cereali, dei le- Ma se il signore giudica nelle cause in
suale: per il diritto medievale, così come gumi, del vino, del lino. Nel contratto la cui egli stesso è coinvolto, quali speran-
per quello romano, dopo aver posseduto zona a prato, a orto e a bosco è esentata ze potranno avere i contadini di uscirne
un bene per 30 anni si poteva diventarne dal pagamento del canone, cioè è a pie- vittoriosi?
Capitolo 1 Economia e società nell’Europa feudale. Contadini, guerrieri, sacerdoti 7
In secondo luogo, l’economia delle corti si inseriva nei circuiti commerciali: le ecce-
denze agricole, oltre a essere immagazzinate per servire negli anni di cattivo raccolto,
erano in parte avviate verso i mercati delle città, dove gli stessi proprietari delle corti
tenevano magazzini e depositi.
In tempo di pace i nobili risiedevano nei castelli, le loro tipiche dimore, e si dedi-
cavano alla caccia e ai tornei. La caccia si svolgeva in gruppo, con tattiche e strategie
del tutto simili a quelle della guerra con inseguimenti, accerchiamenti e scontri fisici
diretti tra l’animale e l’uomo, armato di spada e lancia. La caccia era perciò una vera
immagine della guerra, un modo per mantenersi in esercizio nell’uso delle armi,
procurarsi cibo e pellicce e allontanare le bestie pericolose (orsi, lupi, cinghiali) dai
centri abitati.
I tornei erano invece finte battaglie, sfide singole o a squadre, che si compivano
come addestramento militare e anche come esibizione di bravura. L’impegno dei parte-
cipanti era massimo e qualcuno vi lasciava la vita, tanto erano brutali e violente queste
gare.
Gli ecclesiastici Nella società tripartita agli ecclesiastici spettava il compito di prega-
re. Ciò valeva sia per il clero “secolare”, i preti che vivevano a contatto con i laici, sia
per il clero “regolare”, i monaci tenuti all’osservanza di una regola, che vivevano se-
parati dal mondo. Si era perduta, con il passare del tempo, l’idea che gli uomini di Chie-
sa dovessero lavorare, come aveva insegnato san Benedetto nel VI secolo con il motto
«prega e lavora». Nel IX-X secolo monasteri e chiese erano ormai diventati il centro di
ricchissime proprietà, accumulate in seguito a donazioni fatte dal re, dai nobili, dalla
gente semplice. In queste proprietà lavoravano contadini dipendenti, in condizioni del
tutto simili a quelle che si riscontravano nelle terre dei signori laici, e da essi il clero esi-
geva la decima, un tributo consistente nella decima parte di tutti i prodotti dei campi e
di tutti gli animali allevati dai contadini dei dintorni.
La vita degli ecclesiastici assunse un carattere sempre più aristocratico: le attivi-
tà tipiche dei nobili, come la caccia e la guerra, erano praticate anche dai vescovi e
dagli abati. Vi erano però, specie nelle campagne, anche preti provenienti dai ceti
umili, che vivevano fianco a fianco con i contadini e dicevano messa nelle piccole
chiese rurali, magari al servizio di qualche signore. Questi preti spesso erano sposati
e avevano dei figli: solo a partire dall’XI secolo il movimento di riforma della Chiesa
[ 2.2] lo vietò.
0 Invenzioni e innovazioni
Il mulino
na delle più straordinarie invenzioni dell’uomo è menti e alle tecnologie “alternative”. È stato calcolato
U il mulino, una macchina che utilizza la forza natu-
rale dell’acqua o del vento per far girare le pale di una
che l’energia prodotta da una sola ruota di un mulino ad
acqua corrisponde al lavoro di 40 schiavi. Soprattutto
ruota e, attraverso questo movimento, produrre ener- nel IX-X secolo si moltiplicarono i mulini a uso agrico-
gia. Complessi meccanismi servono a trasferire questa lo, cioè adibiti alla molitura dei cereali, e i signori che
energia in dei macchinari che possono servire a usi avevano investito nella loro costruzione riscuotevano
molto diversi: macinare il grano, battere il ferro, segare grandi profitti mettendoli a disposizione dei contadini
il legno, battere gli stracci per fare la carta o rendere dei dintorni. A volte, costringendo con la forza a usare
più resistenti i tessuti, e così via. L’impiego più antico fu le nuove macchine. Nei secoli successivi i mulini furono
quello della macinatura, da cui il mulino prende nome impiegati anche per attività industriali (segherie, offici-
(dal latino mola che indica la macina in pietra). ne del ferro, laboratori tessili).
Il mulino ad acqua deriva la sua energia dalla ca- Al Medioevo risale anche la diffusione dei mulini a
nalizzazione di un corso d’acqua. Apposite “chiuse” vento. Si sa però che già nel II millennio a.C., in Me-
governano la forza dell’acqua, utilizzata a volte per ali- sopotamia, esistevano dei congegni che sfruttavano
mentare una serie di mulini posti in successione l’uno l’energia eolica per muovere delle ruote idrauliche per
dopo l’altro. La ruota idraulica può essere orizzontale irrigare i campi. In Occidente i mulini a vento incon-
su un asse verticale (di questo tipo pare fossero i mulini trarono particolare fortuna nei paesi in cui soffiavano
più antichi) o più spesso verticale su un asse orizzontale venti costanti, come l’Olanda (che li sfruttò soprattut-
(che permette di controllare meglio la forza dell’acqua).
Speciali ingranaggi consentono di trasferire il movi-
mento verticale in orizzontale, o viceversa.
Il mulino ad acqua è un’invenzione antica, nota nel
mondo mediterraneo così come in Cina. In età romana,
una dettagliata descrizione tecnica si trova nel Tratta-
to di architettura di Vitruvio (I secolo a.C.). Ma fino al
Medioevo le enormi potenzialità di questa macchina fu-
rono poco sfruttate. Perché? Lo storico francese Marc
Bloch ha sostenuto che la spiegazione di questo feno-
meno, apparentemente incomprensibile, sta nel carat-
tere dell’economia antica, che, fondata sul lavoro degli
schiavi (solitamente prigionieri di guerra), disponeva di
mano d’opera sovrabbondante e a basso costo. Nel Me-
dioevo, invece, il progressivo venir meno delle guerre
di conquista e la generale trasformazione della società
e dell’economia resero più rara la presenza di schiavi:
questo comportò una maggiore attenzione agli stru-
Un mulino ad acqua
[disegno di A. Baldanzi]
I mulini ad acqua ebbero una diffusione mag-
giore rispetto a quelli a vento ma il principio
di funzionamento era analogo: le pale della
ruota venivano azionate dalla corrente, tra-
sferivano la rotazione a un asse che metteva
in movimento un’altra ruota verticale, colle-
gata a un ingranaggio che azionava, in que-
sto caso, una macina.
Capitolo 1 Economia e società nell’Europa feudale. Contadini, guerrieri, sacerdoti 11
Lo sviluppo dei poteri locali nel sistema stico) che la faceva lavorare dai suoi servi guerrieri, cioè i nobili, dovevano garan-
feudale Durante il regno di Carlo Magno, domestici; l’altra detta massarìcio, suddi- tire con le armi la sicurezza generale; ai
conti e marchesi svolgevano per l’impe- visa in poderi dati in concessione a coloni, contadini spettava il compito di produr-
ratore compiti civili e militari nei territori che godevano di una certa libertà d’azione re il cibo e i beni materiali necessari alla
loro affidati: riscuotevano i tributi e am- ma erano legati al signore da un vincolo di sussistenza di tutti.
ministravano la giustizia e in cambio del- dipendenza. Per le terre ricevute in con- Per la quasi totalità, i contadini non posse-
la loro fedeltà ricevevano un territorio (il cessione, i coloni si impegnavano a dare al devano terre ed erano legati a un signore.
feudo) di cui potevano goderne i frutti. Il proprietario una parte dei prodotti agricoli I loro obblighi erano di natura “privata”
re e i suoi fiduciari erano legati dal vinco- (canone), una somma di denaro (censo) e (canoni, censi, corvées) rispetto a chi era
lo del “vassallaggio”, un obbligo di aiuto altri tributi in occasione delle principali fe- proprietario della terra; di natura pubbli-
reciproco: fedeltà in cambio di protezio- stività (doni). Fulcro del sistema curtense ca verso chi esercitava l’autorità sul ter-
ne. Quando Carlo Magno morì, l’impero erano le opere o corvées, giornate di la- ritorio: si trattava dei cosiddetti obblighi
andò incontro a un periodo di debolezza voro da prestare sulla terra del domìnico, “bannali” che consistevano nella manu-
e l’Europa fu teatro di nuove invasioni che avevano un importante significato eco- tenzione di edifici e castelli, nel pagamen-
da parte di Saraceni, Normanni e Ungari. nomico (assicurare il funzionamento del to di pedaggi, tributi e tasse per l’uso di
Di fronte agli invasori e all’incapacità delle domìnico aggiungendo il lavoro dei coloni servizi pubblici come mulini e frantoi. Infi-
autorità statali di difendere le popolazioni, a quello dei servi domestici) e sociale (con- ne vi era la “decima” (ossia la decima parte
i signori feudali organizzarono autonoma- trollare fisicamente gli uomini). dei prodotti dei campi e degli animali alle-
mente difese su base locale, costruen- All’interno delle corti si svolgevano an- vati) da pagare agli enti ecclesiastici.
do castelli e fortificazioni, intorno a cui si che lavori artigianali. Il sistema curten- I nobili avevano invece l’esclusivo im-
strinsero le popolazioni. Il fenomeno del- se mirava infatti all’autosufficienza ma pegno del mestiere delle armi e della
l’“incastellamento” interessò tutta l’Eu- non era un sistema chiuso: diverse pro- guerra. Fin da ragazzi erano sottoposti
ropa, il potere dei castellani aumentò e i re prietà di un unico signore integravano a un severo addestramento militare, a
dovettero estendere anche a loro i vincoli vicendevolmente le produzioni e le ecce- cui seguiva un servizio presso qualche
di vassallaggio, nel tentativo di legarli a sé. denze e, inoltre, sia i prodotti agricoli sia signore in qualità di “scudieri” e, infine,
Anche i conti, i marchesi e le alte gerarchie quelli manifatturieri erano in parte desti- la nomina di cavalieri. I nobili vivevano
ecclesiastiche instaurarono rapporti di fe- nati ai mercati rurali e urbani. nei castelli e si dedicavano alla caccia e
deltà con altri vassalli e il sistema si svilup- ai tornei, attività utili per mantenersi in
pò ulteriormente con l’editto del 1037 che La teoria dei tre “ordini”. Produrre, com- esercizio nell’uso delle armi.
sancì la possibilità per ogni vassallo di tra- battere, pregare Fra X e XI secolo nacque La preghiera era il dovere degli eccle-
smettere il feudo ai propri figli. e si diffuse in Europa uno schema ideolo- siastici, tra i pochi ad avere un’istruzio-
gico che suddivideva la società in tre ca- ne e a saper leggere e scrivere. Il clero,
Il sistema curtense Nel Medioevo, le pro- tegorie o “ordini”: i contadini, i guerrieri, tuttavia, aveva assunto in molti casi modi
prietà terriere dei signori erano organizza- i sacerdoti. A ciascuno di essi era affidata di vita aristocratici e monasteri e chiese
te in vaste aziende, le corti, distinte in due una funzione da svolgere nell’interesse erano ormai diventati il centro di ricchis-
parti: una detta domìnico, gestita diret- di tutti: i sacerdoti avevano il compito sime proprietà, organizzate secondo il
tamente dal proprietario (laico o ecclesia- di pregare per il bene della comunità; i modello curtense.
Lo scontro tra Impero Capitolo 2
e Papato
La lotta per le investiture
910
Dopo il crollo della dinastia carolingia, la figura Fondazione
del monastero
dell’imperatore per quasi un secolo fu oscurata di Cluny
dall’emergere dei poteri locali. Nella seconda metà
del X secolo una nuova dinastia, quella di Sassonia, ridiede 962
forza e prestigio al titolo imperiale, ponendo sotto il proprio Incoronazione
di Ottone I di Sassonia.
controllo anche la Chiesa. In questo modo si posero le Nasce il Sacro
romano impero
premesse dello scontro fra i due massimi poteri dell’epoca, germanico
quello dell’imperatore e quello del papa.
1024
La Corona imperiale
passa alla dinastia
di Franconia
O
DI SAN PIETR
di Enrico I di Sassonia (936) restò per secoli collegato al Regno
Territori appartenenti di Germania e all’autorità imperiale.
all’Impero germanico nel 1024
Patrimonio di San Pietro IMONIO Ottone I imperatore L’anno succes-
DUCATO
DI SPOLETO
Possedimenti in Italia sivo alla conquista del Regno itali-
dell’Impero bizantino co, Ottone I scese a Roma, dove il
PATR
OC E A N O Parigi
ATLANTICO Fleury
Clairvaux
La Charité Morimond
Sauvigny Citeaux
Cluny
Novalesa Nonantola
Bobbio
Farfa
Subiaco
Montecassino
Diffusione dei monasteri tradizionali vivevano totalmente autonomi l’uno dall’altro, i nuovi monasteri che sorsero
benedettini (con le “derivazioni” in Europa si collegarono tra di loro in una vasta congregazione che faceva capo a Cluny.
cluniacensi e cistercensi)
in Europa Il monastero di Cîteaux Gli stessi cluniacensi, però, a un certo punto furono accusati di
costumi eccessivamente mondani e di essersi compromessi con il potere e la ricchezza.
L’accusa proveniva in particolare dai monaci cistercensi, un nuovo ordine religioso
fondato nel 1098 a Cîteaux, ancora in Borgogna: anch’essi si ispiravano alla Regola di
Benedetto, ma, a differenza dei cluniacensi, continuavano a ritenere fondamentale l’ob-
bligo del lavoro. Perciò le abbazie cistercensi diventarono – oltre che luoghi di studio e
di meditazione – centri di fiorenti aziende agricole e zootecniche, dette grange, in cui si
applicavano i più innovativi metodi di coltivazione e di allevamento.
Per segnalare anche esteriormente la loro diversità dai cluniacensi (che, secondo la
tradizione benedettina, si vestivano di nero) i cistercensi scelsero di vestirsi con tona-
che bianche.
La patarìa Il moto di riforma della Chiesa ebbe anche il sostegno delle popolazioni.
Così accadde a Milano, dove si formò la patarìa (forse dal dialetto patée, ‘robivec-
chi’, ‘straccivendoli’), un raggruppamento di popolani che a metà dell’XI secolo insorse
contro il vescovo Guido da Velate, accusandolo di immoralità e invitandolo a lasciare
la diocesi. Il movimento prese forza soprattutto quando riuscì a far nominare sul trono
pontificio un suo sostenitore, il borgognone Niccolò II (1058-61).
Il concilio Laterano Eletto papa nel 1058, Niccolò II convocò i vescovi in un’assemblea,
il concilio Laterano (1059), che segnò una svolta nella vita della Chiesa in quanto
stabilì che la nomina dei papi fosse fatta dal collegio dei cardinali, al di fuori di ogni
ingerenza dell’imperatore (come invece era stato teorizzato nel 962 dal “Privilegio” di
Capitolo 2 Lo scontro tra Impero e Papato. La lotta per le investiture 17
Ottone I di Sassonia, 2.1). Anche per la nomina dei vescovi si riaffermò l’esclusiva
competenza del clero; inoltre furono stabiliti l’obbligo del celibato e l’espulsione degli
ecclesiastici ritenuti non degni. Con queste decisioni, che svincolavano il Papato dalla
tutela imperiale, la forte tensione tra la Chiesa e l’Impero che era incominciata ai
tempi di Ottone I sfociò in lotta aperta.
Il conflitto scoppiò violento quando i seguaci della riforma nominarono papa Ilde-
brando di Soana, un energico monaco di origine toscana, formatosi alla scuola di Cluny,
che prese il nome di Gregorio VII (1073-85).
Il concordato di Worms Il contrasto tra Papato e Impero continuò anche dopo la scom-
parsa dei due maggiori protagonisti e terminò con un compromesso: il concordato
di Worms (1122), firmato in Germania dal papa Callisto II (1119-24) e dall’imperatore
Enrico V (1106-25). Il compromesso stabilì una rigorosa distinzione fra investitura reli-
giosa (il conferimento delle cariche ecclesiastiche) e investitura politica (il conferimento
delle cariche feudali) e di fatto segnò il successo delle richieste papali. La nomina
dei vescovi era riservata al papa mentre i titoli nobiliari e i benefici feudali erano con-
cessi dall’imperatore, che rinunciava a intervenire nell’elezione del pontefice (riservata
al collegio dei cardinali). L’accordo inoltre stabiliva, considerando il maggiore peso po-
litico che l’imperatore aveva in Germania, che solo in quel regno l’investitura di cariche
pubbliche poteva precedere la consacrazione vescovile (che comunque spettava al pon-
tefice) mentre in Italia l’investitura doveva sempre seguire la consacrazione.
Ottone I di Sassonia, da “difensore della cri- I movimenti per la riforma della Chiesa vescovi, ottenne la reazione opposta. Da
stianità” a imperatore Dopo il crollo della Nell’XI secolo, dal monastero di Cluny questo primo scontro prese avvio la lot-
dinastia carolingia, la figura dell’imperatore si sviluppò un movimento riformatore, ta per le investiture. Nel 1075 Gregorio
per quasi un secolo fu oscurata dall’emerge- che mirava a svincolare la Chiesa dal emanò i Dictatus papae, un insieme di
re dei poteri locali. Nel 962 divenne impera- controllo dell’Impero e a introdurre una dichiarazioni che sancivano la superiorità
tore il re di Germania Ottone I di Sassonia più rigida moralità nella vita del clero. del Papato su ogni altra carica terrena.
(936-973), che già era riuscito a rafforzare I cluniacensi riconoscevano la sola au- In un concilio di vescovi l’imperatore fece
l’autorità regia, indebolita dalla crescente torità del papa e adottavano una regola dichiarare il papa decaduto; Gregorio VII
autonomia dei ducati regionali. Dimostrò benedettina modificata, che dava preva- rispose con la scomunica di Enrico IV che
poi notevoli capacità politico-militari, arre- lenza alla preghiera e allo studio rispetto subì la ribellione dei suoi sudditi. Così,
stando l’avanzata degli Ungari nella bat- al lavoro manuale. A partire dal 1098, trovandosi in una situazione rischiosa,
taglia di Lechfeld (955) ed estendendo i dal monastero di Citêaux si sviluppò decise di chiedere perdono al papa, umi-
territori sottoposti al suo controllo nell’area il nuovo movimento cistercense, che liandosi a Canossa (1077). Una volta tor-
germanica, fino ad arrivare alla conquista si opponeva ai cluniacensi (che aveva- nato in Germania, l’imperatore sconfisse
del Regno italico (961). L’anno successivo no ormai raggiunto un’ampia influenza i ribelli, tornò in Italia, costrinse il papa a
fu incoronato imperatore di quello che in politica) e reintroduceva nella regola rifugiarsi nel Castel Sant’Angelo a Roma
seguito fu detto Sacro romano impero benedettina l’obbligo del lavoro. Il moto e fece nominare un antipapa che lo inco-
germanico, che si estendeva dalla Germa- di riforma della Chiesa ebbe anche il so- ronò imperatore. A quel punto Gregorio
nia all’Italia. stegno delle popolazioni. Così accadde chiese l’aiuto di Roberto il Guiscardo,
In Germania Ottone I assegnò il titolo di a Milano, dove si formò la patarìa, un duca normanno che si era insediato nell’I-
conte a numerosi vescovi, con lo scopo di movimento popolare che a metà dell’XI talia meridionale, presso il quale morì
limitare il potere dei feudatari laici – a van- secolo insorse contro il vescovo. Il mo- dopo averne ricevuto protezione (1085). Il
taggio del governo centrale – affiancando vimento prese forza soprattutto quando contrasto tra Papato e Impero conti-
loro dei vassalli ecclesiastici, che assicu- riuscì a far nominare papa Niccolò II, un nuò anche dopo la morte dei due conten-
ravano una maggiore fedeltà personale suo seguace. La tensione tra la Chiesa e denti, fino a che si arrivò al concordato
poiché non potevano trasmettere il titolo l’Impero crebbe quando Niccolò II con- di Worms (firmato dal papa Callisto II e
agli eredi. Al contrario, in Italia, dove i ve- vocò il concilio Laterano (1059), con dall’imperatore Enrico V nel 1122) che
scovi erano potenti, Ottone I appoggiò la l’intento di rendere il Papato autonomo prevedeva una distinzione tra l’investitu-
feudalità laica. Ottone cercò di affermare dalla tutela imperiale. ra religiosa, spettante al papa, che confe-
la sua autorità anche nei rapporti con la riva cariche vescovili, e l’investitura laica,
Chiesa, tentando di controllare l’elezione La lotta per le investiture e il concordato spettante all’imperatore, che conferiva
del papa. Con il “Privilegio di Ottone” di Worms Nel 1073 fu eletto papa Grego- benefici feudali. Solo in Germania l’inve-
(962) stabilì che la nomina del papa doves- rio VII, che entrò subito in contrasto con stitura di cariche pubbliche poteva prece-
se essere convalidata dall’imperatore, e l’imperatore Enrico IV. Quando chiese dere quella vescovile. L’elezione del papa
che il papa dovesse giurargli fedeltà. all’imperatore di non nominare nuovi era riservata al collegio dei cardinali.
Capitolo 3 Le monarchie feudali
1212
Gli Stati cristiani iberici
sconfiggono gli eserciti arabi
nella battaglia di Las Navas
de Tolosa
3.1 La monarchia normanna in Inghilterra
1214 La conquista dell’Inghilterra I Normanni, dopo aver compiuto diverse scorrerie in
La Corona inglese perde i
possedimenti inglesi in Francia Europa tra IX e X secolo [ 1.1], si insediarono nel nord della Francia e costituirono il
dopo la battaglia di Bouvines Ducato di Normandia, che fu riconosciuto nel 911 dal re di Francia. Nel 1066 il duca
di Normandia Guglielmo attraversò la Manica e invase l’Inghilterra, sconfiggen-
do nei pressi di Hastings Harold di Wessex, ultimo sovrano della monarchia anglo-
1215 sassone che si era affermata durante l’alto Medioevo. A dicembre dello stesso anno
Magna Charta Libertatum
Guglielmo, che per questa impresa fu chiamato “il Conquistatore”, fu incoronato re
d’Inghilterra (1066-87).
La dinastia dei Plantagenéti Si costituì in tal modo in Inghilterra una monarchia molto
forte e centralizzata, che, nel XII secolo, dopo l’estinzione in linea maschile della fami-
glia di Guglielmo, passò al duca di Normandia Enrico II Plantagenéto (1154-89), il cui
Capitolo 3 Le monarchie feudali 21
soprannome derivava dal ramo di ginestra, in latino planta genistra, che appariva sullo La Parola
stemma di famiglia. Omaggio feudale
I vasti possedimenti francesi di Enrico II, che comprendevano oltre al Ducato di Il giuramento di fedeltà perso-
Normandia anche la Contea d’Angiò e il Ducato di Aquitania (quest’ultimo acquisito nale con cui il vassallo dichiara-
grazie al matrimonio con la duchessa Eleonora, ex regina di Francia 3.2), passarono va la sua sottomissione a un si-
gnore si chiamava “omaggio”. A
in questo modo alla Corona inglese e ne aumentarono il prestigio e la ricchezza. Inoltre,
poco a poco i sovrani europei ri-
Enrico II tentò di sottomettere al potere e alla giustizia regia anche il clero inglese, sca- uscirono ad affermare l’idea che
tenando un conflitto con l’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket, convinto sosteni- tutti i vassalli, anche quelli legati
tore della libertà della Chiesa rispetto al potere regale, che fu assassinato su istigazione ad altri signori, dovevano al re un
omaggio speciale, detto “ligio”,
del re nella sua cattedrale.
che, in caso di conflitto, aveva la
A Enrico successe il figlio Riccardo Cuor di Leone (1189-99), che abilmente co- precedenza rispetto agli altri: se
struì un efficace sistema amministrativo, basato su un corpo di funzionari che facevano un vassallo si scontrava con il so-
da contrappeso alla gerarchia feudale. Il potere monarchico entrò in crisi quando a vrano, i vassalli del vassallo era-
no obbligati a mantenersi fedeli
Riccardo successe il fratello Giovanni, detto Senza Terra (1199-1216) per aver perduto
al re e non a lui. Le truppe di tutti
gran parte dei possessi inglesi oltre Manica [ 3.2]. i signori feudali furono costrette a
rendere omaggio al re e in questo
La Magna Charta Libertatum La perdita dei territori inglesi su suolo francese subìta modo i sovrani legarono a sé tut-
da Giovanni aggravò il già profondo malcontento che animava l’agguerrita nobiltà ti i signori del regno, dando for-
feudale inglese che, a quel punto, si sollevò contro il re e avanzò le sue pretese di ma a una struttura gerarchica di
autonomia. Nel 1215 Giovanni Senza Terra fu costretto a firmare la Magna Char- tipo piramidale. Al vertice c’erano
i re; direttamente subordinati a
ta Libertatum (‘Grande Carta delle Libertà’), un documento che fissava dei limiti
loro, i grandi vassalli o “capitani”
precisi all’autorità del sovrano, imponendogli di riconoscere le “libertà” ossia (se- dai quali dipendevano i valvasso-
condo l’accezione medievale del termine) i diritti e i privilegi dei nobili, delle città e ri; al di sotto di questi, i valvassi-
delle chiese, che egli era tenuto a consultare prima di prendere decisioni, soprattutto ni; all’ultimo gradino, i castellani.
in materia fiscale.
All’indomani della conquista normanna mostrando tutti i particolari della vicen- ria dalla parte dei vincitori. Oggi è cono-
dell’Inghilterra, uno splendido arazzo di da quasi come si trattasse dei fotogram- sciuto come “Arazzo di Bayeux” perché
lino ricamato, lungo 70 metri e alto cir- mi di un film. L’arazzo, commissionato è conservato nella cittadina di Bayeux in
ca 50 centimetri, “raccontò” in immagini dal vescovo Oddone (1036-97), fratello di Normandia. Vediamone due scene.
l’impresa di Guglielmo il Conquistatore, Guglielmo, ovviamente ci mostra la sto-
A
REGNO DI Aarhus
ND
DANIMARCA
LA
Roskilde
REGNO
IR
GALLES D’INGHILTERRA
Londra Amburgo
Sacro romano impero OCEANO Magdeburgo REGNO PRINCIPATO DI KIEV
ATLANTICO DUCATO DI Colonia DI
Impero bizantino NORMANDIA Magonza Praga POLONIA Kiev
Mondo musulmano Parigi
Orléans Spira BOEMIA
Regno vassallo dell’Impero REGNO DI
GERMANIA
REGNO REGNO
REGNO DI Salisburgo Graz DI
CASTIGLIA
Lione
DI León FRANCIA Pavia UNGHERIA
R.DI
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LEÓN
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Tolosa BORGOGNA
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. DI A Arles REGNO Croati
R ON CONTEA DI D’ITALIA Serbi MAR NERO
Toledo A G
BARCELLONA
AR PATRIMONIO Spalato
REGNO DI IM
Barcellona DI S.PIETRO
CALIFFATO DI CORDOVA BULGARIA PE Costantinopoli
Roma Bari Durazzo RO
Cordova BI
Napoli
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NT
MAR MEDIT IN
ERRANEO Palermo O
REG
CONTEA
dia (dunque, in linea di principio, vassalli del DI VERMANDOIS
re di Francia). Il contrasto fra le due potenze
NO
DUCATO
esplose nel 1152 quando Eleonora d’Aquita- DI
NORMANDIA
DI G
nia, già moglie di Luigi VII, divorziò dal re Parigi
CO
CONTEA
N
CONTEA DI
e sposò in seconde nozze Enrico, duca di
TEA
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BRETAGNA Orléans CHAMPAGNE
Normandia, portandogli in dote il Ducato di
DI
Aquitania e facendone il signore più potente
BL
ANIA
CONTEA CONTEA
O
di Francia. Nello stesso anno Enrico era di-
IS
D’ANGIÒ DI NEVERS
Bourges
ventato re d’Inghilterra [ 3.1] e iniziò con- OCEANO
tro Luigi una lunga guerra, terminata con il ATLANTICO CONTEA
DELLA MARCA
riconoscimento della legittimità dei domìni
inglesi sul continente.
CONTEA
A
Un importante rafforzamento del Regno Lione
NN
D’ALVERNIA
IE
di Francia avvenne al tempo di Filippo Au-
GU
gusto (1180-1223), che centralizzò l’ammini-
DI
CONTEA DI
TO
GEVAUDAN
strazione dello Stato attraverso una doppia CONTEA
CA
CONTEA DI
DU
rete di funzionari, i balivi, che controllavano DI PROVENZA
i possessi diretti del re e i prevosti, che ri- TOLOSA
possessi in territorio francese. Lo scontro decisivo avvenne nel 1214 contro Giovanni a
Bouvines, nelle Fiandre, e la vittoria di Filippo Augusto, aiutato dal re di Germania Fe-
derico II (1220-50, 8.5), legò definitivamente alla Corona di Francia i ducati e le contee
già controllate dal re d’Inghilterra.
La conquista della Linguadoca Durante il regno di Filippo Augusto la monarchia fran-
cese riuscì a estendere il suo controllo anche sulle regioni mediterranee del paese, la
cosiddetta Linguadoca. In queste zone era molto influente la comunità religiosa dei
càtari, protetta dal conte di Tolosa ma dichiarata eretica dal papa Innocenzo III (1198-
1216) che nel 1208 le scatenò contro una dura repressione [ 9.1]. L’appello in difesa
della Chiesa, che il papa rivolse ai nobili francesi, non rimase inascoltato: molti cavalie-
ri, interessati a impossessarsi dei feudi meridionali, accorsero e dopo aver sterminato
i càtari ne conquistarono i territori, che da quel momento entrarono a far parte della
sfera d’influenza della casa regnante.
a Capua, Benevento, Salerno. In compenso dei servizi prestati ebbero in donazione delle
terre: Rainulfo Drengot ottenne Aversa e il titolo di conte (1030); Guglielmo “Braccio di
Ferro”, della famiglia degli Altavilla, ebbe la contea di Melfi in Puglia (1043).
L’accordo di Melfi In pochi anni gli Altavilla riuscirono a estendere il loro dominio in
tutta la parte meridionale della penisola, favoriti anche dall’appoggio della Chiesa,
che ne riconobbe la sovranità in cambio dell’aiuto militare che essi diedero al Papato,
impegnato nella “lotta delle investiture” contro l’imperatore Enrico IV [ 2.3]. Questo
patto fra i Normanni e il Papato, noto come accordo di Melfi, fu siglato nel 1059 dal
pontefice Niccolò II (1058-61) e da Roberto il Guiscardo (diventato duca di Puglia e
Calabria dopo essersi dichiarato vassallo del papa).
La conquista della Sicilia Nel 1061 un altro membro della famiglia Altavilla, Ruggero
(fratello di Roberto), iniziò la conquista della Sicilia che nel giro di trent’anni fu tolta ai
Saraceni, insediatisi nell’isola nel IX secolo. Si formò così un unico Stato, con capita-
le Palermo, che comprendeva la Sicilia e l’Italia meridionale (tranne Benevento,
passata alla Chiesa). Il primo sovrano normanno a ottenere il titolo di re di Sicilia fu
nel 1130 Ruggero II (1130-54).
Questo Stato ebbe vita lunghissima: dai Normanni passò più tardi agli Svevi, da questi
agli Angioini, poi agli Aragonesi, alla Spagna, all’Austria, ai Borbone; giunse in tal modo
alle soglie del nostro tempo, all’anno 1861, quando si compì l’unificazione politica dell’Italia.
Il Regno normanno L’ordinamento politico del Regno normanno ebbe una base feuda-
le, senza però quel frazionamento del potere che era caratteristico di altri Stati europei. I re
conservarono sempre una salda autorità sul loro dominio e, nell’assegnare le terre ai propri
fedeli, non rinunziarono mai a esercitare uno stretto controllo e una piena sovranità. Verso la
metà del secolo fu fatto un censimento di tutti i feudatari e dei loro obblighi: da esso prese for-
ma un registro detto catalogo dei baroni (con questo termine, che assumeva significati di-
L’espansione normanna in Italia versi a seconda dei paesi, nell’Italia meridionale si indicavano genericamente i signori feudali).
meridionale
Palermo Messina [da Liber ad honorem Augusti, cod. 120 II, f. 97r; Bürgerbibliothek, Berna]
AR
CATALOGNA
ARAGONA
Lisbona Toledo
Barcellona
To rtosa
PORTOGALLO Teruel
Galatrava 1000
1130
Valencia
Cordova 1200
Siviglia
BALEARI
1492 Granada Regni cristiani nel 1300
REGNO DI 1250 Tappe della Reconquista
GRANADA
MAR MEDITERRANEO Offensive cristiane
Stati musulmani nel XIII sec.
La monarchia normanna in Inghilterra Nel scirono a estendere progressivamente il villa iniziò la conquista della Sicilia, di
1066 il duca di Normandia Guglielmo potere regio su nuovi territori e a limitare cui fu proclamato re Ruggero II nel 1130.
sbarcò in Inghilterra, sconfisse gli anglo- l’indipendenza dei signori feudali. A parti- Nacque così una nuova realtà politica,
sassoni e fu incoronato re. Il suo potere re dal 1152 la Francia entrò in guerra con- caratterizzata da un ordinamento su base
sul regno si affermò mediante la costru- tro l’Inghilterra e dopo alterne vicende, feudale, con un forte potere di controllo
zione di un sistema di castelli che erano sotto il regno di Filippo Augusto, si ebbe del re sui feudatari beneficiari di terre.
concessi ai signori locali in cambio dell’o- la definitiva sconfitta inglese e i capetin-
maggio feudale. Nel XII secolo divenne re gi presero possesso dei domìni del duca Le monarchie cristiane in Spagna A parti-
d’Inghilterra il duca di Normandia Enri- di Normandia nel nord della Francia. Nel re dal XII secolo i regni cristiani del nord
co II Plantagenéto, che aveva il dominio 1208 i nobili francesi massacrarono, con la della Spagna iniziarono la progressiva
su diversi territori nel nord della Francia. benedizione del papa, i càtari, un grup- conquista dei territori che i musulmani
Incominciò una guerra tra Francia e In- po religioso accusato di eresia, stanziati in controllavano nel centro-sud della pe-
ghilterra, che proseguì sotto Riccardo Linguadoca; in questo modo estesero la nisola iberica (Califfato di Cordova).
Cuor di Leone e Giovanni Senza Ter- loro sfera di influenza al sud della Francia. Il processo di avanzamento dei regni
ra. Quest’ultimo nel 1214 perse i territori cristiani a scapito di quelli musulmani,
oltremanica e fu costretto a concedere la La monarchia normanna nell’Italia meri- chiamato Reconquista, fu agevolato dal-
Magna Charta, un documento che fissa- dionale A metà dell’XI secolo i Norman- le divisioni e dalla debolezza del mondo
va limiti precisi all’autorità del re, ricono- ni cominciarono a espandersi anche in islamico. Con la conquista di Toledo nel
scendo diritti e libertà ai nobili e alle chie- Italia meridionale e in Sicilia, dove nel 1085 da parte di Alfonso VI di Castiglia
se, tra i quali l’obbligo di consultazione secolo seguente costruirono una solida l’espansione si accelerò e portò, nel 1212,
prima di nuove imposizioni fiscali. monarchia feudale. Inizialmente si tratta- alla sconfitta definitiva dei musulmani, la
va di gruppi di guerrieri che si mettevano cui presenza fu limitata al solo Regno di
La monarchia capetingia in Francia Dopo a servizio dei signori locali in cambio di Granada. Nel corso di questo processo
un periodo di instabilità e di debolezza terre. Nel 1059 Roberto il Guiscardo storico emersero due nuove entità poli-
della monarchia francese, il ciclo si invertì ottenne l’appoggio della Chiesa, avendo tiche, il Regno di Castiglia e il Regno
con l’elezione a re di Ugo Capeto (987), sostenuto il papa nella lotta per le inve- di Aragona, e si diffusero in Spagna i
fondatore della dinastia capetingia. I suoi stiture, ed estese i suoi domìni nell’Italia fermenti di riforma religiosa e i pellegri-
successori – soprattutto Luigi VII – riu- meridionale. Nel 1061 Ruggero d’Alta- naggi verso Santiago de Compostela.
Capitolo 4 L’Impero bizantino,
l’islam, le crociate
La parte orientale dell’Impero romano, sopravvissuta al crollo
1054
Scisma d’Oriente del 476, continuò a esistere ancora per un millennio attorno
alla capitale Costantinopoli, l’antica Bisanzio, ma a partire
1070
dal VII secolo iniziò a perdere gran parte dei suoi territori a
I turchi selgiùchidi
conquistano Gerusalemme
seguito delle conquiste arabe a sud e dell’espansione slava
a nord-est. Una nuova fioritura si ebbe tra IX e XI secolo
ma poi l’Impero bizantino fu coinvolto in una nuova fase di
1095
Concilio di Clermont-Ferrand: decadenza cui contribuì l‘avanzata dei turchi selgiùchidi,
papa Urbano II bandisce
la prima crociata che avevano occupato Gerusalemme e gli altri Luoghi Santi
della cristianità. Per liberare i Luoghi Santi i sovrani europei
1099
organizzarono una serie di spedizioni militari che presero il
Riconquista di Gerusalemme nome di crociate.
1204
Impero latino d’Oriente
Caffa
CRETA
MAR MEDITERRANEO
Le Parole
L’appello dell’imperatore fu accolto con favore dal papa, che vide nell’impresa anche Bolla
un’occasione per riconciliare la Chiesa latina con la Chiesa greca, separatasi da Letteralmente ‘bolla’ (dal latino
Roma dopo il cosiddetto scisma d’Oriente. Anche la nobiltà feudale si mostrò favo- medievale bulla) significa ‘sigil-
lo’. Col tempo il termine passò a
revole a una spedizione nelle regioni d’Oriente, un mondo considerato come la terra
indicare un documento emanato
dell’oro, che prometteva nuove conquiste e favolose ricchezze: soprattutto gli strati più dal papa o dall’imperatore, con-
bassi della nobiltà, i giovani cavalieri privi di cariche e di terre, inquieti e alla ricer- trassegnato e garantito da un
ca di avventure, accolsero con entusiasmo la proposta. Non mancò l’adesione dei ceti apposito sigillo. Le bolle ema-
nate dai pontefici, ancora oggi,
mercantili e in particolare delle città marinare italiane [ 5.3], che ritennero di poter
hanno come titolo le prime pa-
ricavare grossi profitti sia dando a noleggio le navi per le spedizioni, sia approfittando role del testo.
di tali viaggi per caricare merci orientali da rivendere in Europa.
Verso le crociate Per tutti questi motivi, allorché il pontefice Urbano II durante il con- Scisma d’Oriente
cilio tenutosi nel 1095 a Clermont-Ferrand, in Francia, invitò i cristiani a unirsi per Con questa espressione si inten-
de la separazione della Chiesa
liberare il Santo Sepolcro, le adesioni furono generali: «A gara i presenti si inginoc- greca dalla Chiesa latina, avve-
chiavano davanti al papa e si offrivano di partire; una croce di stoffa rossa fu cucita nuta nell’XI secolo sia per que-
sugli abiti o dipinta sulle armi e diede il nome alla spedizione, la Crociata». Così scrisse stioni dottrinali, sia per il rifiuto
un cronista nel XIII secolo, quando si iniziò a usare il termine “crociate” per indicare, del patriarca di Costantinopoli
di riconoscere il primato del ve-
complessivamente, le iniziative sparse che si erano verificate nel corso di due secoli, scovo di Roma (nel mondo gre-
determinate da cause religiose, politiche, economiche ogni volta diverse. co continuava infatti la tenden-
za, tipica del cristianesimo delle
origini, a considerare uguali tut-
4.2 La crociata dei poveri e quella dei signori ti i vescovi e a privilegiare le de-
cisioni scaturite da riunioni col-
legiali). Nel 1054 si giunse alla
Una tragica iniziativa popolare L’appello di papa Urbano II si diffuse rapidamente in rottura: il patriarca di Costanti-
ogni paese, riecheggiato dalla predicazione di Pietro l’Eremita (1050-1115), un mona- nopoli e il pontefice di Roma si
co francese che suscitò l’entusiasmo delle folle. scomunicarono a vicenda. La
Chiesa greco-bizantina si definì
In Francia e in Germania, specialmente, il fervore religioso spinse una moltitudine di
ortodossa, cioè ‘osservante del-
popolani a mettersi in marcia alla volta di Gerusalemme ancor prima che partissero le la vera fede’; quella romana con-
forze dei signori feudali. La spedizione, nota con il nome di crociata dei poveri (1096), tinuò a chiamarsi cattolica, cioè
finì tragicamente. Senza mezzi né disciplina, queste bande, che si procuravano i viveri ‘universale’. Lo scisma dura tut-
tora, anche se nel 1965 la reci-
praticando il saccheggio, furono decimate lungo il cammino dalla reazione degli abitan-
proca scomunica è decaduta, in
ti. I pochi superstiti, giunti in Asia, furono sterminati dai turchi o deportati come schiavi. seguito a un accordo tra il ponte-
La prima crociata dei cavalieri La crociata organizzata e guidata dalla nobiltà fice Paolo VI (1897-1978) e il pa-
triarca Atenagora I (1886-1972).
feudale partì nell’agosto dello stesso 1096, muovendo da diverse località d’Europa
30 Modulo 1 L’Europa feudale
“Nuova Roma”, così fu chiamata la ca- mura, resero per lungo tempo la città una
pitale dell’Impero romano d’Oriente che fortezza inespugnabile.
l’imperatore Costantino (306-337) fece Costruite nel IV secolo e ampliate nel V,
costruire nell’area dove sorgeva l’antica le mura della città costituirono una bar-
città greca di Bisanzio, in un punto stra- riera invalicabile per i nemici: un profon-
tegico fondamentale per i contatti tra l’A- do fossato precedeva la prima cerchia
sia e l’Europa. La straordinaria posizione difensiva che era provvista di micidiali
geografica della città, protetta su tre lati macchine lanciafiamme, capaci di colpire
dal mare, sulle rive del Bosforo, la tenne i bersagli più lontani; una seconda e più
per molti secoli al riparo dalle migrazioni alta cerchia di mura, fortificata con torri
barbariche. e bastioni, difendeva ulteriormente la cit-
La nuova capitale doveva riproporre il mo- tà. Solo nel 1204, per la prima volta dopo
dello urbanistico di Roma e per questo fu quasi mille anni, le mura cedettero sotto
dotata di nuovi edifici, ampi spazi urbani i colpi dei crociati, per poi essere nuova-
e solide mura. Gli esempi più spettacolari mente ricostruite e fortificate.
di questa grandiosa opera furono l’Ippo- Costantinopoli (come si cominciò a chia-
dromo (dove si seguivano le corse dei ca- mare la nuova Bisanzio di Costantino) fu
valli e il sovrano appariva in pubblico con nel Medioevo la città di gran lunga più
tutta la sua famiglia), la basilica di Santa popolosa del continente, la “Regina delle
Sofia (la più grande e splendida chiesa città”: si stima che nel X secolo, un’epoca
bizantina, dedicata alla Sapienza divina), di generale declino delle città europee,
Santa Sofia, interno
il Grande Palazzo imperiale (la sontuo- ridotte spesso a grossi borghi di poche
sa residenza del sovrano che, come una decine di migliaia di abitanti, la sua po-
città nella città, comprendeva all’interno polazione arrivasse quasi a un milione di ci dorati, le icone sacre e le architetture
delle sue mura chiese, cappelle, un ippo- persone. Era una città davvero cosmopo- ardite, influenzò moltissimo l’arte dei
dromo privato, una biblioteca, terme, edi- lita, frequentata da persone provenienti paesi del Mediterraneo (la stessa basili-
fici di ricevimento, piazze, uffici, officine). da ogni angolo della Terra che lì si in- ca di San Marco innalzata a Venezia ebbe
Una efficiente organizzazione statale, contravano, commerciavano e visitavano come modello la chiesa dei Santi Apostoli
una flotta bene organizzata, un intenso uno dei luoghi più belli e suggestivi del di Costantinopoli).
sviluppo economico (soprattutto per la mondo. Il declino iniziò nell’XI secolo e si con-
ricchezza degli scambi commerciali che Tra il IX e XI secolo Costantinopoli divenne cluse nel 1453, quando le possenti mura
vi confluivano) garantirono alla “Nuova un indiscusso centro culturale, religioso della città non resistettero all’attacco dei
Roma” un ruolo di assoluto primo piano ai e artistico: nelle sue biblioteche si pote- turchi ottomani, che, tuttavia, rispettando
confini tra Europa e Asia. Qui arrivavano vano trovare i manoscritti degli scrittori il più importante luogo di culto cittadino,
merci da tutti i paesi costieri; qui giunge- antichi e nelle sue tante chiese i tesori e non distrussero la basilica di Santa Sofia,
vano i prodotti che i mercanti conduceva- le reliquie sacre, che fecero della città un ma ne preservarono la bellezza trasfor-
no dall’Oriente lungo le piste carovaniere. simbolo per l’intera cristianità. mandola in moschea.
Il mare intorno alla città letteralmente Proprio le chiese – prima fra tutte quella Da allora Costantinopoli cominciò a es-
brulicava di imbarcazioni, dalle piccole di Santa Sofia – testimoniarono con il loro sere chiamata col nome turco di Istànbul,
barche di pescatori alle navi da trasporto, splendore il livello eccezionale raggiunto divenuto nome ufficiale della città nel
fino alle galere armate che, assieme alle dall’arte bizantina che, con i suoi mosai- 1930.
La città di Costantinopoli
[disegno ricostruttivo di A. Baldanzi]
Capitolo 4 L’Impero bizantino, l’islam, le crociate 31
per poi riunirsi a Costantinopoli. Erano circa 200.000 uomini, distinti in grandi gruppi,
secondo la nazionalità e la provenienza, privi di un comando unico. Si distinguevano
i francesi della regione renana, guidati da Goffredo di Buglione (1061-1100), e quelli
delle zone meridionali (la Linguadoca) condotti da Raimondo di Tolosa (1042-1105); i
fiamminghi diretti da Baldovino di Fiandra (1058-1118); i Normanni dell’Italia del sud
[ 3.3], al seguito di Boemondo di Taranto (1057-1111) e di Tancredi (1070-1112), della
famiglia degli Altavilla. Ciascun gruppo agiva in modo autonomo.
Giunti a Costantinopoli nel maggio 1097, ne ripartirono poco tempo dopo, riportan-
do in Asia Minore diversi successi militari contro i turchi; ma furono battaglie durissi-
me e fatiche enormi, dovute al clima caldo dei luoghi, alla lentezza dei rifornimenti, alla
sete, alle malattie. Edessa, Nicea e Antiochia furono occupate, ma occorsero altri due
anni prima che i crociati, riuniti insieme, marciassero verso la Palestina. Dopo lungo
assedio, Gerusalemme fu conquistata il 15 luglio 1099.
Gli Stati crociati e gli ordini monastici Le terre conquistate furono spartite fra i capi degli
eserciti crociati: in tal modo la regione risultò divisa in tanti piccoli Stati, organizzati
secondo il modello feudale. I principali furono la Contea di Tripoli, il Principato di
Fra i motivi che spinsero la Chiesa a lan- lieri perché limitassero la loro aggressività, un’autorità pubblica ha deciso di limitare
ciare l’idea della crociata non vi fu solo il obbligandoli a giurare rispetto per le cose il fumo, ma significa anche che la società
desiderio di riconquistare i Luoghi Santi e le vite altrui. Furono queste le cosiddette a cui quell’autorità si rivolge ha l’abitudine
in cui era vissuto e morto Gesù, ma anche “tregue di Dio”, che impegnavano i cava- di fumare (o almeno, in determinate circo-
quello di incanalare la violenza dei nobili lieri a non invadere terre, a non spogliare stanze è possibile che lo faccia).
europei – che spesso attaccavano le pro- uomini, a non razziare beni. I documenti di Leggiamo come esempio il testo di un
prietà e gli uomini della Chiesa – verso un questo tipo – quelli che, come molte leggi, giuramento di pace (una “tregua di Dio”)
fine diverso, al tempo stesso nobile e lon- si propongono di proibire o di limitare cer- risalente all’anno 1025: dalla quantità di
tano. Nobile, perché dava una motivazione ti comportamenti – dal punto di vista sto- violenze che esso cerca di limitare possia-
ideale alla loro aggressività. Lontano, per- rico possono essere letti “a rovescio”: se mo renderci conto di che cosa realmente
ché la rivolgeva fuori dal mondo cristiano. una cosa viene proibita o limitata, significa accadesse nelle campagne del tempo. Si
Già nella prima metà dell’XI secolo, prima che accade normalmente in quella socie- osservi anche la quantità di eccezioni che
che l’idea della crociata prendesse forma, il tà. Se, per esempio, in un locale troviamo esso prevede: molteplici circostanze in cui
pontefice e i vescovi si erano rivolti ai cava- scritto «vietato fumare», ciò significa che l’uso della forza è ammesso e giustificato.
Bruges
Ratisbona
Parigi
Vézelay Venezia
Lione Zara
Costantinopoli 1097 Spalato Costantinopoli
Tolosa 1204
Nicea
Edessa
Brindisi Dorileo
Antiochia
1098
San Giovanni
d’Acri 1217
Gerusalemme
1096-1099 1099 1202-1204; 1217-1221 Damietta 1219
1ª crociata 4ª-5ª crociata
Worms Ratisbona
Vézelay
Aigues-Mortes
Costantinopoli
Bari
Ratisbona
Tiro
Acri signori d’Occidente.
Cesarea
Nazareth
Bosra L’Impero latino d’Oriente Nel 1204 i crociati, guidati dai vene-
Jaffa Gerico ziani, saccheggiarono con ferocia Costantinopoli e proclama-
Gerusalemme rono sui territori conquistati la nascita dell’effimero Impero
Ascalona Betlemme
Gaza
REGNO Regno di Saladino latino d’Oriente, diviso in vari principati feudali (il Ducato di
DI nel 1171 Atene e di Tebe, il Principato di Acaia, il Regno di Tessalonica)
GERUSALEMME
Conquiste di Saladino e destinato a scomparire poco tempo dopo, nel 1261. In quei
EGITTO nel 1187
Petra decenni il territorio greco si ricoprì di castelli e fortezze di stile
Stati franchi nel 1190
occidentale, ancora oggi visibili in gran parte del Peloponneso
Ayla Acri Piazzeforti
rimaste nelle mani e di altre regioni.
dei crociati Un po’ alla volta i crociati perdettero tutti i territori;
ultimo a cadere fu il centro fortificato di San Giovanni d’Acri,
Lo sfaldamento degli Stati crociati in Palestina, riconquistato dai turchi nel 1291.
Gli effetti delle crociate Sul piano militare le crociate ebbero un esito decisamen-
te negativo, in quanto la Terrasanta (come diventò d’uso chiamarla) ritornò e rimase in
mano ai turchi.
Per quanto riguarda l’accesso al Santo Sepolcro, fu riconosciuta ai cristiani la
libertà di compiere i pellegrinaggi; inoltre, la custodia dei Luoghi Santi fu affidata a
ordini religiosi cristiani.
La riconciliazione fra la Chiesa latina e la Chiesa greca, sperata da Roma, non
si verificò; anzi le guerre (che addirittura, con la quarta crociata, portarono all’occupa-
zione dei territori bizantini e al saccheggio di Costantinopoli) aggravarono lo scisma.
A trarre vantaggi concreti dalle crociate furono soprattutto le città marinare
italiane [ 5.3] che, effettuando con le loro navi i trasporti e i rifornimenti, fecero
grandi guadagni e ottennero in Oriente numerosi privilegi, concessioni di quartieri e
di porti, esenzioni di dazi e dogane, che valsero a potenziare i loro commerci. Vene-
zia soprattutto trasse grossi vantaggi economici e si impadronì dei principali centri
mercantili.
Non per nulla lo studioso francese Jacques Le Goff ha definito gli insediamenti occi-
dentali in Oriente – dapprima politici, poi soprattutto economici – come il primo esem-
pio storico di colonialismo europeo.
Capitolo 4 L’Impero bizantino, l’islam, le crociate 35
Il declino dell’Impero bizantino Nell’XI quella latina (guidata dal pontefice roma- resistenze e rese questi Stati deboli. Per
secolo l’Impero bizantino (la parte no). Nel concilio di Clermont-Ferrand la difesa furono istituiti alcuni ordini di
orientale dell’ex Impero romano, crolla- (1095) il papa invitò i cristiani a unirsi e monaci-guerrieri, come i Templari e i
to nel 476) si avviò a una fase di declino, mobilitarsi per liberare il Santo Sepolcro. Cavalieri teutonici.
preparata dalla pressione di vari popoli
ai suoi confini. A est l’avanzata dei tur- La crociata dei poveri e quella dei signori Da guerra religiosa a guerra di conquista
chi selgiùchidi portò alla conquista di L’invito del papa fu accolto positivamente Nel 1187 i turchi, guidati da Saladino,
numerosi territori gravitanti nell’area dalla nobiltà feudale europea (che spera- riconquistarono Gerusalemme. Tra il
dell’Impero arabo, poi di Gerusalemme va in conquiste di terre in Oriente) e dalle XII e XIII secolo partirono altre spedizioni
(1070). A ovest si ebbero incursioni dei città marinare italiane (che pensavano di dall’Europa, nelle quali progressivamente
Normanni, per difendersi dalle qua- arricchirsi con i commerci) e segnò l’ini- aumentarono gli interessi politici ed eco-
li l’imperatore Alessio I chiese aiuto a zio di una serie di iniziative, che furono nomici. Nel 1204 la quarta crociata termi-
Venezia. In cambio Venezia ottenne l’e- poi indicate col nome di “crociate”. La nò con il saccheggio di Costantinopoli e la
senzione dal pagamento di tasse in porti prima di queste spedizioni, la crocia- formazione dell’Impero latino d’Oriente,
strategicamente rilevanti, conquistando ta dei poveri, partì spontaneamente che durò fino al 1261. Si arrivò alla perdi-
il monopolio del commercio con l’Orien- ed ebbe un esito tragico. Nel 1096 partì ta progressiva di tutti i territori con-
te. L’imperatore bizantino si rivolse anche una spedizione sotto la guida di signori quistati dalle spedizioni crociate nel
al papa Urbano II, lanciando l’idea di una appartenenti alla nobiltà feudale, divisi 1291. Ai cristiani fu riconosciuta la libertà
impresa comune dei cristiani per ricon- in gruppi tra loro autonomi. Attraverso di compiere pellegrinaggi a Gerusalem-
quistare Gerusalemme. L’appello fu ac- dure battaglie si arrivò all’occupazio- me. Delle crociate si avvantaggiarono so-
colto dal papa, che sperava in un accordo ne di alcune città, fino alla conquista prattutto le città marinare italiane, Genova
tra le due Chiese dopo lo scisma che nel di Gerusalemme nel 1099. I territori e soprattutto Venezia, che ottennero gua-
1054 aveva separato la Chiesa greca (gui- conquistati furono organizzati esportan- dagni dal noleggio di navi e dalle esenzio-
data dal patriarca di Costantinopoli) e do l’ordinamento feudale, che incontrò ni fiscali sui commerci con l’Oriente.
Modulo 1
Sviluppare le competenze
Capitolo 1
1. Associa alle seguenti parole chiave il significato corretto. 2. Completa le seguenti frasi.
marchese • vassallaggio • beneficio • feudi maggiori •
a. Il sistema vassallatico iniziò a diffondersi dopo ……….......................
incastellamento
.........................................…… con lo scopo di ……......................….............…… .
Legame personale stipulato tra individui b. Questo tipo di sistema era basato ……….........................................…… e
di diversa condizione sociale e giuridica, comportava ………...............................…… .
che comporta obblighi e impegni reciproci, c. Progressivamente questo tipo di organizzazione del potere
sancito da un giuramento di fedeltà incominciò a modificarsi, in primo luogo dopo la ………...................
............……, fino ad arrivare al ………...............................…… .
Territori assegnati direttamente dal re a
funzionari legati a lui da vincoli di fedeltà d. Con la crisi dell’autorità regia, il sistema finì per svilupparsi
personale ulteriormente, specialmente in seguito al diffondersi del
fenomeno del ………...............................…… .
Fiduciario legato da un rapporto di fedeltà
e. Si arriva il tal modo a una situazione ormai di fatto diventata
personale con il re, preposto al governo di
territori di frontiera irreversibile, per cui i re, i conti e i marchesi riconoscono ………
...............................…… .
Fenomeno caratterizzato dalla costruzione
f. Punto di arrivo di questo processo è l’approvazione del ………....
di luoghi di difesa, per volontà di signori
...........................…… che sancisce l’affermazione del ………...................
locali
.........................…… .
Insieme di beni materiali e prestazioni di
servizi che venivano concessi in cambio di Usa queste frasi come scaletta per produrre un testo sul vas-
impegni e obblighi sallaggio, di massimo 15-20 righe.
Basandoti sulle informazioni ricavabili dalle risposte, elabora un breve testo di massimo 10 righe dal titolo “La corte e l’economia
feudale”.
Sviluppare le competenze 37
Capitolo 2
di riforma
................................ criticano la
Autonomia ..................... ............................. di vita del clero
cattolica (XI sec.) ...........................................
3. Completa le seguenti frasi. d. Con la nomina di due papi inizia un processo in base al quale
...............................................................................................................................
a. Ottone I di Sassonia, nell’organizzare il governo, decide di
avvalersi dei .................................................................................................... ...............................................................................................................................
b. Dopo essere stato incoronato imperatore, in un decreto e. La figura di Gregorio VII porta a radicalizzare lo scontro con
chiamato “Privilegio”, Ottone stabilisce che .................................. ...............................................................................................................................
............................................................................................................................... ...............................................................................................................................
c. Il legame che si crea tra la Chiesa e l’Impero determina delle f. Alla fine di questo lungo processo storico, si raggiunge una
conseguenze, modificando ...................................................................... soluzione ..........................................................................................................
............................................................................................................................... ...............................................................................................................................
Seguendo l’ordine logico di queste frasi, usale come scaletta per produrre un testo di massimo 15-20 righe.
38 Modulo 1 L’Europa feudale
Capitolo 3
1. Individua sulla cartina i territori di volta in volta acquisiti
dalla monarchia di Francia, contrassegnandoli con un colore
diverso.
OG DI
NA
BO CATO
RG
DU
2. Completa le parti di testo della tabella e individua sulla car-
ta i territori di Castiglia e di Aragona contrassegnandoli con un
diverso colore.
Sardegna • omaggio • marittime • Baleari • Portogallo •
aristocratici • commerciale • Sicilia • mercanti • feudale
CASTIGLIA ARAGONA
3. Rispondi alle seguenti domande. Basandoti sulle informazioni ricavabili dalle risposte, elabora
un testo di minimo 15 righe, seguendo la scaletta degli argo-
1. Quali conseguenze ebbe per l’Inghilterra il conflitto con la menti successivamente riportata, dal titolo “Monarchie feudali
Francia? a confronto”.
2. In che modo i sovrani della dinastia capetingia esercitarono il – cause e modalità della formazione di un sistema gerarchico
controllo sul loro territorio? organizzato di relazioni sociali
3. Quali erano i rapporti tra i re e i signori nel regno normanno di – diversi tipi di funzionari regi
Sicilia? – i rapporti tra re e signori in Inghilterra
4. In che modo si arriva all’affermazione di una struttura – i rapporti tra re e signori in Francia
gerarchica piramidale e generalizzata nel rapporto tra il – i rapporti tra re e signori in Normandia
potere regio e gli altri poteri signorili? – conclusione: individuare elementi comuni alle diverse realtà
Sviluppare le competenze 39
Capitolo 4
1. Nelle frasi seguenti, segna il giusto completamento. tra il 1095 e il 1099.
a. La “bolla aurea” garantiva ai veneziani l’esenzione fiscale: d. Nel corso della quarta crociata ebbe luogo:
nei porti dell’Adriatico. la liberazione di Gerusalemme.
nelle isole di Cipro e Creta. la “bolla aurea”.
nei porti dell’Adriatico, dello Ionio e dell’Egeo. la nascita degli ordini monastici militari.
nei porti dell’Adriatico e dell’Egeo. il saccheggio di Costantinopoli.
b. Il dominio degli eserciti crociati fu organizzato secondo: e. L’organizzazione dell’esercito della prima crociata:
il sistema feudale. era sotto il comando di Urbano II.
un sistema a carattere monastico-militare. non prevedeva un unico comando.
un sistema rispettoso delle tradizioni locali. era sotto il comando di Goffredo di Buglione.
un sistema complesso, che includeva il rispetto delle era sotto il comando di Federico II.
tradizioni locali.
f. Le crociate portarono dei vantaggi soprattutto:
c. La prima crociata si verificò: alla Chiesa latina.
tra il 1097 e il 1099. alla Chiesa greca.
tra il 1096 e il 1097. alla nobiltà feudale franca.
tra il 1096 e il 1099. alle città marinare italiane.
Prima crociata
Quarta crociata
1. Quali sono stati i mutamenti storici verificatisi nel corso dell’XI 3. In che modo si è arrivati alla progressiva perdita dei territori
secolo che hanno costituito la principale causa delle crociate? conquistati dai crociati? Per quali cause?
2. In che modo furono organizzate le terre conquistate? 4. Fai un bilancio delle crociate, evidenziandone le principali
A quale modello si fece riferimento? Con quali esiti e con quali conseguenze.
conseguenze?
Utilizza le informazioni ottenute per scrivere un testo di almeno 15 righe, dal titolo “Le crociate: pellegrinaggio o colonialismo?”.
Partendo dalle informazioni presenti nel documento e dalle risposte date alle domande, scrivi un breve testo di massimo 10 righe
dal titolo “I comportamenti vietati nel secolo XI”.
Modulo 1
La discussione storiografica
Castelli, forme insediative,
paesaggi agrari
Da molto tempo gli storici hanno sottolineato lo to tuttora evidente in molte regioni italiane, soprattutto
stretto legame esistente tra il fenomeno dell’incastel- nelle aree appenniniche del Centro-Sud, dove piccoli
lamento (la rapida moltiplicazione dei castelli nel X se- borghi si arroccano in cima alle alture, lasciando
colo) e le invasioni a cui l’Italia e tutta l’Europa furono vuote le campagne circostanti.
soggette in quel periodo. Fu questa, per esempio, la tesi L’incastellamento – termine che si è diffuso nella
di Gina Fasoli in un celebre studio su Le incursioni un- storiografia soprattutto dopo gli studi di Pierre Tou-
gare in Europa nel secolo X, pubblicato nel 1945. Questa bert – ebbe effetti importanti non solo sulle modalità
idea è molto presente nelle fonti dell’epoca, che spesso dell’insediamento rurale, ma anche sulle forme del
giustificano la costruzione di castelli e fortezze con la paesaggio: mentre prima ogni podere aveva al suo in-
necessità di difendersi dagli assalti e dalle incursioni terno l’abitazione e una grande varietà di colture (orto,
dei “pagani” (come venivano chiamati di volta in volta campo, vigna, prato, bosco, ecc.), in seguito questi spa-
gli Ungari, o i Normanni, o i Saraceni). zi tesero a raggrupparsi insieme, disponendosi attorno
La storiografia più recente ha tuttavia ridimensio- al villaggio in modo quasi concentrico: più vicina alle
nato questa impostazione, mostrando come i castelli abitazioni, la cintura degli orti e delle coltivazioni spe-
– innalzati in molti casi senza il permesso del re – rap- cializzate (per esempio quelle tessili, il lino e la cana-
presentino soprattutto l’emergere dei poteri locali, pa); poi la cintura dei campi a cereali e delle vigne; poi
che si affermano nei vari territori soggiogando le po- i prati, poi il bosco. All’interno di ciascuna zona ogni
polazioni e imponendo su di esse il comando di un si- contadino aveva un suo spazio da sfruttare, solitamente
gnore armato. L’emergenza militare talvolta si verificò con la collaborazione degli altri contadini, a diffe-
realmente, ma in molti casi fu solo un pretesto per in- renza di quanto invece avveniva con il sistema del po-
nalzare mura, fortificare residenze, dare fisicità al pre- dere sparso, in cui l’organizzazione del lavoro era più
dominio militare che i singoli potenti esercitavano sul individuale perché i terreni erano singoli appezzamenti
territorio e sugli uomini. dislocati sul territorio, senza particolari legami di vi-
L’immagine del castello come luogo di potere e di cinanza o continuità gli uni con gli altri. Così anche il
comando, più che di difesa armata, è stata approfondita paesaggio assunse un aspetto “accentrato”: alla nascita
soprattutto dagli studi di Pierre Toubert, uno stori- del villaggio raggruppato corrispose un analogo rag-
co francese che pubblicò nel 1973 un poderoso volume gruppamento (e ordinamento) delle colture e degli
intitolato Le strutture del Lazio medievale, esaminando spazi rurali.
gli aspetti economici, sociali e politici di quella regione Gli storici sono d’accordo nel riconoscere un valore
tra il IX e il XII secolo. Egli inoltre osservò come la na- fondamentale agli studi di Toubert, ma non sono man-
scita dei castelli, di solito in luoghi alti e protetti, corri- cate alcune critiche, soprattutto per la tendenza, che si è
spondesse spesso alla riorganizzazione dell’habitat fatta strada da Toubert in poi, a generalizzare quel mo-
e delle forme di insediamento: se prima i contadini dello interpretativo, a prenderlo come “standard” per
vivevano ciascuno sul proprio podere, in case sparse spiegare l’evoluzione complessiva della società medie-
nella campagna, con la nascita dei castelli essi comin- vale. Per esempio, Vito Fumagalli ha fatto notare che
ciarono a raccogliersi in villaggi accentrati subito fuori non sempre i castelli nascono da zero, e non sempre la
dalle mura del castello, o addirittura al suo interno. In loro presenza comporta una ristrutturazione dell’inse-
questo modo, le comunità rurali potevano essere me- diamento e del paesaggio. A volte i castelli nascono al
glio difese, ma anche meglio controllate: Proteggere e centro di una curtis e conservano la struttura decen-
dominare è il significativo titolo di un volume pubbli- trata dell’azienda: il domìnico viene fortificato, i poderi
cato nel 1999 da Aldo A. Settia, un altro studioso che contadini restano sparsi nel territorio. A tale proposito
si è particolarmente dedicato a indagare le forme del è da notare che in Inghilterra il termine manor indica
popolamento rurale in relazione allo sviluppo dei centri sia la curtis sia il castello, suggerendo una sostanziale
fortificati, che stimolarono la concentrazione degli uo- sovrapposizione fra le due realtà. In questi casi non fu il
mini e delle case dando origine a un tipo di insediamen- castello a determinare le forme del paesaggio e dell’e-
La discussione storiografica 41
conomia, ma, al contrario, fu la forza del sistema cur- lo sfruttamento collettivo della terra, e di conseguenza
tense a generare al suo interno un luogo fortificato, che i campi hanno una forma allungata (perché gli aratri
dava corpo al potere signorile, già fortemente struttu- sono tirati da un grande numero di animali, messi insie-
rato sul piano economico e sociale. me da diversi contadini, e si tende a farli “girare” poche
Inoltre è da notare che in molte regioni d’Europa, volte, perché la manovra è piuttosto macchinosa); nelle
soprattutto nel Centro-Nord del continente, l’insedia- seconde prevalgono le gestioni individuali e l’insedia-
mento contadino era accentrato in villaggi (e di conse- mento sparso e i campi hanno una forma più tozza e
guenza, “accentrato” sul piano economico e paesaggi- quadrata (perché gli aratri, tirati da una sola coppia di
stico) già prima che nascessero i castelli. Questo fu illu- buoi o addirittura da un solo animale, possono muover-
strato da un celebre storico francese, Marc Bloch, in si più liberamente).
un libro intitolato I caratteri originali della storia rurale Le forme insediative e il paesaggio agrario pos-
francese, pubblicato nel 1931. In esso Bloch mostrò, av- sono dunque avere una loro peculiarità, legata alle di-
valendosi anche degli studi di geografi ottocenteschi, la verse tradizioni del mondo contadino. Ciò non toglie
diversità dell’organizzazione delle campagne nelle re- che questa storia vada sempre intrecciata con le vicen-
gioni settentrionali e in quelle meridionali: nelle prime de del potere, che hanno sempre interagito con quella
prevalgono le forme associative, i villaggi accentrati, dell’economia e della società.
I testi
Il primo testo proposto (tradotto da Mas fenomeno che modificò le strutture in centra invece sull’area settentrionale
simo Montanari) è tratto dalla classica sediative e le strutture agrarie; osserva dell’Italia e su altre regioni europee, in
opera di Pierre Toubert sul processo di anche come gli stessi cronisti medievali sistendo sulla estrema variabilità delle
incastellamento nel Lazio medievale. ne fossero stati perfettamente consape situazioni che si verificarono in rapporto
Lo studioso francese descrive la natura, voli. alla nascita dei castelli, a seconda del
a suo avviso, “rivoluzionaria” di questo Il secondo testo, di Aldo A. Settia, si con contesto topografico e paesaggistico.
Tesi storiografiche Coordinate spaziali Coordinate temporali Argomentazioni (per parole chiave)
Toubert: ____
Settia: ____
FLIPPED CLASSROOM
In Italia è stato realizzato un catalogo dei paesaggi rurali sto 2. Confronta i paesaggi rurali storici della tua regione con
rici ritenuti rappresentativi della ricchezza e della stratifica quelli di una regione che secondo quanto hai studiato potrebbe
zione delle tracce impresse nel territorio dalle società che lo ancora aver tracce del processo di incastellamento. Sulla scia
hanno abitato. dell’analisi proposta nel testo introduttivo di questa Discussio
Sul sito www.reterurale.it puoi trovare il Catalogo nazionale dei ne storiografica, individua similitudini e differenze.
paesaggi rurali storici organizzato per regione. 3. Preparati con i tuoi compagni di classe, magari dividendovi
1. Leggi con attenzione la pagina relativa alla tua regione. Ci in più gruppi, a illustrare al docente come le attività dell’uomo
sono paesaggi risalenti al Medioevo? trasformino il paesaggio e quali tracce del passato siano evi
denti nel contesto paesaggistico in cui vivete.
Modulo 1
O
ST
OR
R
IA E L AVO
Visita guidata in un agriturismo
Discipline di riferimento: Storia, Italiano, Diritto e tecniche amministrative, Tecniche della comunicazio
ne, Laboratorio di servizi di accoglienza turistica
1 Nel 1095 papa Urbano II a Clermont, in occasione del concilio, aveva pro- 2 Dimora umile.
nunciato un discorso con il quale invitava a soccorrere i cristiani d’Oriente li- 3 Il riferimento è al pontefice.
berando la Palestina occupata dagli infedeli. Tale appello darà avvio alla prima
crociata.
La prima prova dell’Esame di Stato 47
indicato l’Oriente. Via, via da quest’Egitto di sofferenza e di ne erano cucite o ricamate o appuntate sugli abiti; qualcuno si
peccato, dove si mangia pane di dolore e si beve acqua di era inciso delle croci sulle braccia e sulle mani con un coltello;
sofferenza. A Clermont papa Urbano aveva pregato con le altri se l’erano impresse col fuoco sulla fronte; qualcuno per-
braccia alzate e le mani aperte, come Mosè: e là era inizia- fino sulla lingua, per punirsi di qualche peccato: e la lingua
to il Nuovo Esodo del Nuovo Popolo Eletto. Là, ad Oriente, era gonfiata, e certi ne erano morti. Altri seguivano invece
c’era Gerusalemme. Quella dei pellegrini, certo: quella ch’è i guerrieri, quelli che si erano mossi verso Costantinopoli e
in Siria e piange sotto il giogo degli infedeli. Ma soprattutto verso l’Anatolia e che avevano accettato di scortarli, per carità
quella Celeste, quella che scende dal cielo ornata come una o dietro l’esborso di un po’ di denaro. Altri ancora si erano
sposa, sfolgorante della luce emanata dalle pietre preziose invece messi in cammino seguendo un segno celeste che si
che ne sono il fondamento. Ormai, la pienezza dei tempi era era mostrato loro, una stella cadente, una luce cruciforme che
giunta: ecco che i cieli si aprivano, il sole esplodeva e le stel- si moveva sanguinosa o argentea nel cielo notturno. Altri infi-
le roteavano; ecco i segni, le piogge di fuoco, i terremoti, ne, riscoprendo quasi spontaneamente una superstizione dei
i fiumi disseccati, l’invasione delle cavallette. Era il tempo loro antenati, avevano messo sulla strada un mulo, una capra,
di mettersi in cammino verso la valle di Giosafat, là dove la un’oca: avevano costretto l’animale riluttante a girar più volte
Gerusalemme Celeste sarebbe planata su quella terrestre: e su se stesso; quindi lo avevano seguito, qualunque fosse stata
la pietra si sarebbe mutata in diaspro, l’acqua in balsamo, le la direzione presa dopo quel rito. E a ogni casale che apparis-
lacrime in perle, il sangue in porpora. se all’orizzonte, a ogni rosseggiar di mura cittadine contro il
Gerusalemme! Non sapevano neanche dove fosse. Alcuni cielo dell’alba, a ogni apparir di fortezza turrita, si domanda-
di loro avevano seguito gli eremiti e i predicatori ambulanti, vano a vicenda: «È quella Gerusalemme?».
quelli che avevano assistito al sermone del papa a Clermont o
dicevano di averlo fatto. Tutti si erano segnati della croce: ne [Franco Cardini, L’avventura di un povero crociato,
portavano indosso, appese al collo, di metallo o di legno; se Mondadori, Milano 1997, ed. digitale]
COMPRENSIONE E ANALISI
1. Riassumi il contenuto del brano proposto in non più di 15 righe.
2. Per quali ragioni i monaci decidono di intraprendere il viaggio verso la Terrasanta?
3. Quale ruolo assume il pontefice nella visione dei poveri crociati?
4. Il viaggio verso Gerusalemme appare un viaggio verso l’ignoto, intrapreso con scarsa consapevolezza da parte dei pellegrini, una
scelta fatta per ragioni pratiche, nella quale necessità e superstizione si uniscono. Quali espressioni nel testo ci aiutano a compren-
dere questa dimensione propria del loro viaggio alla volta di Gerusalemme?
5. Quali procedimenti stilistici concorrono a conferire al racconto una dimensione corale?
INTERPRETAZIONE
Le motivazioni che portano ad uno scontro armato sono spesso varie e complesse e mutano a seconda del ruolo e della posizione
di coloro che sono coinvolti. Confronta le informazioni sulle cause della prima crociata presenti nel capitolo chiave 3 con le ragioni
addotte, nel testo proposto da Cardini, dai monaci e dalla povera gente. Prova quindi a ricostruire un quadro d’insieme che ponga
in evidenza come motivazioni differenti, a seconda delle aspettative e della condizione politica ed economica di partenza, possano
animare uno stesso evento politico militare.