Il romanzo d’appendice fu una nuova idea d’intrattenimento che nacque dopo
l’affermazione come nuovo ceto dominante da parte della borghesia e della nascita della stampa completamente meccanica; da quel momento l’atto della lettura ed i libri stessi iniziarono a perdere la loro sacralità trasformandosi pian piano in un altro prodotto data la maggior reperibilità. Questo nuovo romanzo pensato per le masse ha però bisogno di un metodo di circolazione altamente fruibile così da essere disponibile anche per gli operai: i giornali. Punti di novità sociali: 1. Passaggio: da mecenatismo nobiliare a capitalismo borghese 2. Nuovo modello di scrittore: non più uno scrittore dotto e nobile ma medio borghese che cerca di trasformare la letteratura in un lavoro 3. Nuovo pubblico: non più nobili e letterati ma l’uomo comune delle grandi città
Di contro molti autori colti cercano di contrastare il fenomeno elitarizzando la loro
produzione in modo che solo il pubblico più dotto possa apprezzarli (crepuscolaristi; simbolisti…) e testi che parodizzano la formula a puntate. Una volta stabilizzata la questione della professionalità gli autori vennero pagati inizialmente a puntata generando però delle storie assurdamente lunghe piene di personaggi, eventi e sottotrame, poi a riga affondando lo stile scrittorio con discorsi composti da dei semplici e lunghissimi botta e risposta. Un altro problema nacque dal bisogno di eventi forti per accaparrarsi pubblico portando a romanzi pieni di delitti ed eventi sensazionali; gli editori arrivarono addirittura a pagare un’extra a morto, poi abbandonarono l’idea quando iniziò a scadere nel ridicolo. Vennero sviluppati i romanzi ferroviari venduti in stazione e la durata della lettura era specificata nel titolo puntando a venderne molti ai pendolari.
Precondizioni per la formazione:
1. Pubblico urbano: prima in lenta alfabetizzazione poi di massa 2. Nuove strutture: giornalistiche o editoriali specializzate 3. Scrittori particolari: borghesi (non nobili o ecclesiastici) che vogliono professionalizzarsi (trasformare un otium in negotium) 4. Ricerca spontanea: di un pubblico ampio che comprasse tanti libri