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Goethe, la passione per l’ottica

e la “Teoria dei Colori”


admin 3 Ottobre 2020

Goethe: scrittore e intellettuale. Ma amava anche l’arte e la


scienza. Un connubio di passioni che lo portò a scrivere
“Teoria dei Colori”.

La pubblicazione del libro risale al 1810, ventiquattro anni


dopo aver compiuto il suo viaggio in Italia. Un viaggio che
riporta in una delle sue opere più celebri – Viaggio in Italia,
appunto – e che lo fece innamorare del bel paese. Da nord a
sud, ebbe modo di osservare le bellezze naturali così come
quelle artistiche. Innamoratosi di Venezia e, forse ancor più
di Napoli, annotò le sue riflessioni su numerosissimi
taccuini.

Se si sofferma a lungo sulle opere di scultori, pittori e architetti –


Palladio è uno di quelli che lo conquista di più, con i suoi edifici
dalle geometrie perfette – è altrettanto vero che al lettore salta
subito all’occhio una certa propensione per le scienze
naturalistiche. La sua competenza in campo mineralogico si fa
notare subito, quando descrive il suo passaggio sulle Alpi,
durante il quale il suo sguardo viene letteralmente catturato dai
minerali. Osserva la struttura delle pietre, ipotizzandone la
composizione chimica e lo stato di formazione.

Questo interesse per la natura riguarda anche la botanica,


tanto che dedica numerose pagine anche all’orto botanico di
Padova, dove si sofferma a rimuginare sulla possibile
esistenza di una ipotetica pianta originaria, una sorta di
:
“Urpflanze”, idea destinata a rimanere utopica. Anche il
mondo sotterraneo lo affascina e lo conquista. Lo dimostra
l’interesse per il Vesuvio.

E’ la capacità di osservare il mondo con sguardo empirico a


permettere la scrittura di un’altra grande opera che coniuga
l’amore per l’arte con la scienza: “La teoria dei colori”. Gran parte
dell’opera, infatti, consiste nella descrizione di fenomeni naturali o
creati artificialmente per comprendere il funzionamento della
vista. E’ inevitabile concentrare l’attenzione sull’organo della
vista, dal momento che è proprio l’occhio a captare fenomeni
colorati e luminosi. Fenomeni che analizza con grande attenzione
e precisione, mettendo in un rapporto bilaterale e di co-
dipendenza luce e colore.

Gran parte della sua opera si focalizza proprio su questo


aspetto, e afferma che non è la luce bianca a scaturire dalla
sovrapposizione dei colori, bensì il contrario; i colori non
sono «primari», ma consistono in un offuscamento della
luce, o nell’interazione di questa con l’oscurità. Lo scrittore
tedesco, inoltre, si pone in disaccordo rispetto a Newton,
che sosteneva che la luce fosse costituita da un flusso di
particelle leggerissime di diverso colore.

Secondo Goethe, cambiando infatti le condizioni di osservazione,


come ad esempio la distanza tra il prisma e il muro, cambiava
anche l’effetto risultante. Goethe, inoltre, sperimentò che una
semplice parete bianca, da sola, non produceva mai la
scomposizione nei diversi colori attraverso il prisma. Nessun
raggio di luce appare, se non è circondato dal buio o da una
luminosità più bassa. La conclusione che trasse fu che il buio
giocasse un ruolo attivo nella percezione dei colori.Che non
sarebbero contenuti nella luce, ma sarebbero il risultato
:
dall’interazione della luce col buio. La conseguenza di una
polarità.

L’interesse scientifico viene però di passo con l’importanza


delle arti visive.

Goethe non dimentica di parlare del chiaroscuro, delle


ombreggiature, del variopinto, di tonalità ed armonia nelle opere
d’arte. In arte, come in natura, i colori agiscono sull’occhio in
modo che, ricevendoli nella loro molteplicità, l’occhio necessita di
uno spazio bianco sul quale riprodurli per appagare sé stesso.

Sarebbe questa la chiave dell’armonia policromatica.

Il dominio del regno dei colori sembra dunque essere nelle mani
dell’uomo, affidato come dono di natura. Tintori, pittori, incisori,
architetti, artigiani del vetro hanno il difficile compito di
reinterpretare la natura ed i suoi colori, per farne un’opera che
non conosca limiti di tempo e spazio, condivisibile.

“La teoria dei colori” e il suo autore ci insegnano che natura,


scienza e arte sono in egual modo parte di un unico universo.
Quello della bellezza, quello della vita umana.

Sofia Dora Chilleri


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