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1. La comunicazione letteraria
11. La comunità letteraria Ogni anno si pubblicano nel mondo alcune cen La letteratura
tinaia di migliaia di libri. Una parte consistentc di essi vicnc regolarmentc come insieme
classificata dalle statistiche sotto la voce "letteratura", suddivisa :a sua volta in ditesti
diversi sottogruppi ("letteratura classica, "letteratura moderna" ccc.) ogeneri
("narrativa, "pocsia","tcatro" ccc.). La letteratura si prescnta dunque innanzi
tutto come un insicmc, o corpus, di testi. Noi abbiamo di fronte una seric di
oggetti quali la Commedia, il Don Chisciotte, Ifratelli Karamazov o il "giallo"
appena comperato all'edicola, cosi come,, scse parlassimo di pittura, avremmo
di fronte una seric di oggetti quali il Cenacolo, la Maya desnuda, Guernica o
il quadro d'incerta originc crcditato dal nonno. Dopotutto, se la Tempesta
venisse distrutta o se andassero smarrite tutte le copie dell'Orlando furioso,
pittura c letteratura risulterebbero mutilate di una loro parte propria, costi
tutiva c insostituibile. Basti rammentare il caso catastrofico della letteratura
greca, tre quarti della quale furono perduti irrecuperabilmente nell'incendio
della Biblioteca di Alessandria.
Tuto ciò può apparire abbastanza banale. Eppure nessuno identifichereb
be, poniamo, la scienza con un insieme di testi: il De revolutionibus orbium
caelestium, l' Ottica, la Relatività e cosi via; almeno a prima vista, saremmo
infatti portati a sostenere che la scienza è scmmai un corpus di teoric,
piuttosto che di libri. Ciò che conta non è il De revolutionibus, bensi la
teoria cliocentrica: e se tutte le copie dell'opera di Copernico andassero
Smarrite, probabilmente la perdita sarebbe grave per la storia della scienza
ma non per la scienza medesima. Siamo giunti quindi a un'ipotesi provvi
soria: la scienza consiste di teoric, la letteratura di testi. La vera difhicolcà
sta però alerove: perché parlare semplicemente di 'esti" lascia adito anon
poche obiezioni.
In primo luogo, occorre ovviamente evitare l'idenciicazione fra il "testo" Fluidità
ela sua rcalizzazione scritta: I'esistenza della letteratura orale, o la pratica della nozione
ancor
roggi corrente della reciazione in pubblico (soprattutto per la poesia), di"testo"
Sono suffcienti a dimostrare che la situazione è assai più complessa. In se
Introduzione alla letteralura
condo luogo, sorge subito la domanda: quale testo? La scrittura cla stamb
la ilologia tradizionale e la critica letteraria ci hanno abituati all'idea d
testo fissato per sempre in un suo statuto immodihcabile (anche se qucsta
è molto spesso una credenza illusoria). Cosi, se voglio leggere Alla luna d
Giacomo Lcopardi, devo avere di frontea me una copia corretta della reda
zione definitiva curata dall'autore c qualsiasi lezione che se nc discostasse y
rcbbe da ifiutare, perché non conforme alla sua volontà. Questa idea, ben
ché corrisponda a certe proprictà del fatto letterario, è però tutto sommato
abbastanza recente,c nicnte affatto assoluta: gran parte delle nostre lettu
re, ad csempio, è condotta su traduzioni (cfr. par. 2.j di questo
che senza dubbio si allontanano dall'originale almeno capitolo)
quanto la parafrasi d
una teoria sciencifica; cppurc, nella pratica corrente,
buon diritto di aver letto Guerna e pace anche se nonognuno diuna noi riticne a
russo,
conosce parola d
Ma persino quando fosse possibile una
di cui è fatta la letteratura il problemadeterminazione
rigida dei "testi"
sti che abbiamo accettato come resterebbe aperto. Perché i te
"letterari" sono classificati sotto la voce
"letteratura"? Perché proprio questi ce non altri? La risposta più naturale.
trattandosi di prodotti linguistici, sarcbbe che essi condividono alcune
caratteristiche, appunto, di linguaggio: là dove ne riconosciamo la pre
senza, abbiamo un testo letterario da aggiungere alla
dehnire tali caratteristiche,ea questo punto seric. Si tratta di
di discriminazionc. avremmo un criterio sicuro
Purtroppo le cose non sono cosi semplici, e i tentativi che si sono operati in
tale dirczionc, soprattutto in ambito
del tutto strutturalista, non hanno fornito csito
soddisfacente. Che cosa ci può csscre in comunc tra una pocsa
transmentale di Chlébnikov e una pagina dei Promessi sposi? E se cc, non
rischia dicssere tra le meno significative dell'uno e
giunga che la classihcazione stessa può variare in mododell'altro testo? Si ag
che oggi leggiamo come "letterari" testi (le habe, le radicale nl tempo
oil Dialogo dei massimi sistemi) destinati in enciclopedic medicval
origine a tutt'alera forma di
fruizionc.
Proprio qucsta variabilità può suggerire una soluzionc plausibile.
testo sia letterario non basta che possieda Perché un
determinate
corre anche che cisi accosti ad esso con un certo caratteristiche: o
abito di
certe norme, facendolo oggetto, in una parola, di un certo attesa, scguchu
a letteratura nonè dunque una mera comportamento
collezione
di cesti ricevuti, letti c tramandati secondo un
di testi, bensì di "opere
complesso di regolc. lnol
cSsa proponc isuoi testi non solo a me, gui ed ora: di generazionc in geneta
zionc, li offre alla lettura di un destinatario collertivo: in pratica, a chi
que abbia la capacità e il desiderio di fruirne. L'lnnito mi si presenta, va
a dirc, non come un "discorso di consumo" bensi come un
riuso.
"discone
1. L'istituzione letteraria
Il discorso di riuso
Oucsta dierenza proviene dall'ambito della retorica. Con le parole di Laus
berg (1949. p. 16), il discorso di riuso
bun discorso che viene tenuto in tipiche situazioni (solenni, cclebrative). periodi
Camente o iregolarmente, dallo stesso oratorc o da oratori che cambiano: esso man
iene la sua 'usabilità" per dominare, una volta per tutte, queste situazioni tipiche
(oll'intermo di un ordine sociale che si presume costante). Ogni società di una certa
forza e intensità conosce questi discorsi di riuso che sono strumenti sociali per il
mantenimento cosciente della pienczza cdella continuità dell'ordine sociale espeso
anche del caratterc necessariamente sociale dell'umanità in gencralc.
Contesto
Mittentc Messaggio Destinatario
Contatto
Codice
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1. L'istituzione letteraria
Questa descrizione mostra assai benc come la letteratura si dia non sempli
cemente nel testo, nell'oggettività materiale del messaggio, bensi nella rela
zione tra il testo e la situazionc comunicativa cntro cui vicne istituzional
mente collocato. Naturalmente, se il messaggio non vicne modiicato, cambia
peralro l'orientamento secondo cui vengono perccpiti i suoi clementi costi
cutivi.
Anche noi esamincremo via via, ncl corso della nostra trattazione, la consi
stenza assunta sul piano letterario da questi fatori: acominciare, dunque, dal
mittentc, ossia dall'autorc.
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1 l'istituzione letteraria
srtenta alla hgura dell autore nclla sua concrcta corporeità (ctr. Bencdet
ti, 1999)
Sul piano teorico, occorrerà scmpre distinguerc l'autore in quanto soggetto
emnirico (la persona di Alessandro Manzoni, 1785-1871) dall'immagine che
di lui ci trasmette l'opera, immagine diversa - in genere piu profonda eam
quclla reale.
bigua - da
Si suole chiamare qucsta istanza autorc implicito": un concetto controverso, L'autore implicito
che si deve al critico americano neoaristotclico Wayne Booth (1961, p. vit), e
che talvolta viene a coincidere con il narratore esterno (qucllo dei Promessi
choi. ad esempio, che hnge di raccontarci una storia ritrovata su un dilava
to manoscritto del Seicento, c che ogni tanto si rivolge ai suoi "venticinque
lettori"); otalvolta con qucllo interno: nella Manon lescaut, l'"autore" in
contra un giovanc, il cavalierc Des Gricux, il quale gli raceconta la sua storia:
Conan Doyle si sdoppia in Watson, chc a sua volta ci narra le imprese di
Sherlock Holmes e cosi via. Soprattutto, dovremo diffidare nci casi in cui si
dà un 'apparente coincidenza: il protagonista della Rina del tempo perduto
narra in prima persona, ma ovviamente non d Marcel Proust, c il romanzo
non èun'autobiografa. Infine, nelle stesse autobiografie, Il"io" narrante sarà
anch'esso un personaggio, in cuisolo fino a un certo punto potremo ravvisarc
le fattezze rcali dell'autore. La Vita dell'Alieri, come già tante autobiografe
settecentesche, ne è un escmpio.
Sul piano critico, si rende inoltre nccessaria una scconda distinzionc. La La critica
critica psicoanalitica ci ha inscgnato a distingucre ciò che è volontario e psicoanalitica
intenzionale (il "contenuto manifesto") da ciò che è inconsapevole c inav
vertito (il "contenuto latente"). Al di là della persona del'autorc, noii
possiamo intravedere o suo nconscio: lc immagini, itemi.
meccanismi verhali dele possono cssere letti come sintomi, spic, in
dizi, più o meno come accade quando l'analista interpreta un sogno. La
critica psicoanalitica non ha per la verità dato sinora grandi risultati, tranne
cccezioni. In effetti, a differenza del sogno, un'opcra è un fatto pubblico,
un atto di comunicazione: e come tale ci interessa, non perché tradisca
nel autore un complesso d'Edipo o csprima un suo trauma infantile. Del
resto, in quanto materiale d'analisi, un'opera leteraria è troppo sorvegliata
Per essere un sintomo veriticro, paragonabile al libero discorso associativo
tatto sul divano di un dottore. Per questo, oggi, la migliore critica psicoa
nalitica respinge ogni biografismo: la dialetica fra contenuto manifesto e
contenuto latente viene ad esempio studiata da Orlando (1971, t973, 1979a,
1979b, 198;) nelle conigurazioni formali del testo, c non più in riferimento
a persona dell'autore. Resta, come lezione preziosa proveniente da tutta
la teoria psicoanalitica, la diffidenza verso le intenzioni d'autore. Interpre
are non vuol dire infatti ricostruire il programma originario dell'autore,
non solo:
Operché il testo si trasformna ncl tempo, a seconda dei contesti e dei
lo riattualizzano, ma anche perché la creazionc artistica attin
Introduzione alla letteratura
ge. più di molte aluc csperienzc, dall'inconscio, c spesso dalle s1uc pieyhe
più incomunicabili.
La diffhdenza verso
Non bisogna dimenticarc, per concluderc, che l'autore non è solo un ndh
le intenzioni dautore viduo psicologico, ma anche un individuo sociale. Di questo aspetto s oc
cupa appunto la sociologia della letteraura.
L'autore
Sarà bene tuttavia precisare meglio il problema: la figura sociale dell'autort
come individuo non si esaurisce nella sua appartencnza a una classe (aristocrazia, borghe.
sociale sia, proletariato ecc.). Oltrere ad essere, per nascita o cducazionc, membro d
una classe, cgli è anche uno srittore, o più generalmentc un intellettuale
c sotto qucsto profilo fa parte di un gruppo profesionale specihco, d,
studiare nelle sue carateristiche peculiari: occorrc insomma considerarlo
a sua volta, per dirla con Benjamin (193+), come un "produttore", sia pure
sui generis.
Anche la sociologia della letteratura può spingersi fino adissolvere I'indiy
dualità dell'autore: èquanto teorizza esplicitamente, ad cscmpio, Goldmann
(1955), quando afferma che iveri crcatori dell'opera letteraria sono i grupp
collettivi all'interno dei quali essa nasce. Le strutture dell'opera sarcbbero
infatti omologhe alle strutture mentali di questi gruppi, cosi che,
supponia
mo, nella coscienza tragica' di Racine si esprimercbbe la visione del mond.
di una classe, la nobiltà di toga, che vive il proprio tramonto come un de
stino; spetterà invece alle clasi cmergenti claborarce una nuova "coscienza
dialettica, calla tragedia classica di Racine seguirà il romanzo borghcsc de
Settecento.
Figure professionali Per quanto concerne la hgura professionale dello scrittorc, va osservato
di scrittore che la tipologia è assai varia: l'acdo omerico è un artista professionista
ma non un autore in senso proprio; il pocta cortigiano del Rinascimen
to, alcontrario, è certamente un autore a pieno titolo, c ovviamente uno
specialista della penna, ma il suo ruolo professionale rimane oscuro (s«
Petrarca faceva l'ambasciatore per i Visconti, nel Trecento, Ariosto far.
nel Cinquecento il governatore della Garfagnana per conto degli Estens
La letteratura può occupare l'operoso otium del cittadino e uomo politi
co Marco Tulio Cicerone, oppure essere il mestiere dei cui
proventi viNC
più o meno precariamente, l'aristocratico decaduto Giacomo Leopardi
Ancora oggi è raro il caso di chi vive direttamente del proprio lavoro lette
rario, grazic ai diritti d'autore: per lo pio, il romanziereo il pocta
csercie
propriamente un altra professionc, per quanto affinc: giornalista, co
Montale; dirigente cditoriale, come Sereni: docente universitario, com
Sanguincticcosi via. La storia della professione letteraria, del resto, app"
re strettamente legata alle vicende complessive delle istituzioni cultura
dalla scuola all'cditoria.
La funzione Una tipologia particolarmente interessante è quella proposta da
degli intellettuali che suscita un interesse crescente nelle tendenze più svariate della crite
secondo Gramsci
contemporanca (ad csempio negli studi postcoloniali), Anzitutto, cio e
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L'istituzione letteraria
koisce eli intellettuali non è tanto la loro attività, quanto la loro funzionc
(Gramsci. 1975. p. is16):
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Introduzione alla letteralura
gencrazione
i) ercche letture pubbliche della stia opcra, maa lucidide, della
cstrancoil recitarc per trattcnimento pubblico la sua narrazione
segucntc. imanc
non composta per de
toica: la quale XTJJIa t El, povsesso perennc, opcra allo scritto, al "libro;
Lsvioni di breve durata, davanti a un uditorio, ma affidata
duc gencrazioni.
Jsnaue alla mcditazione di lettori contemporanci c tuturi. Tra le
di transizionc dalla oralità alla
Ai Erodoto c di Tucidide, si deve percio pensare l'arco
civiltà del libro,
24
T'istituzinne letteraria
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Introduzione alla letteratura
27
Introduzione alla letteratura
cdizioni, un
buon numero di errori tipografici pasati inosservati allo stesso
pocta.
posscdiamo| l'originalc (nessuna opera dell'antichità clasica c ben po
Senon dicevali ci sono giunte in originalc), un testo potrà cssere trasmesso da
testimoni (manoscritti o astampa), che solo raramcntc (c mai per
uno o pio
opere
clasiche) sono csemplati sull'originalc, mentre più spesso nc dipen
intermedic. E inevitabile
dono atttravcrso un numero sconosciuto di copic imputabil1 a cause
numcro di crrori,
che ogni testimonc contenga un certo
diversc.
I amanuensc (ma lo stesso vale per un tipografo) legge ncl modcllo e me Iguasti
nella trasmissione
trascrivc: puo
morizza una seric di parole, Sc le ridetta mentalmentc c le dei testi
leggerle male, può ricordarle male, può ridettarsele malc, può trascriverle
male: può distrarsi, un 'associazionc mentale può portarlo a scriverc qualco
a di diverso, può involontariamente correggere qucllo che non capiscC:
saltare
può ripetere alcune parole o lettere; può, ritornando sul modello,parola,
una parte di testo, specic se a breve distanza ricompare la stessa c
l'occhio ricade sulla seconda occorrenza c non sulla prima (è(t quello che i
ipograh chiamano occhio di pesce, e i filologi omotcleuto o saut du méme
au méme), Si tratta di fenomeni familiari a tutti, c basta aprire il giornale del
mattino per rendersiconto diquali traversic può avere incontrato un testo
digli Virgilio o di Dantc: la natura degli errori è grosso modo, la stessa. Per
antichi manoscriti, si aggiungono semmai altri problemi: non sempre
le abbreviature delle parole erano ben riprodotte o bene interpretate: un
amanucnsc poteva rimcdiarc di testa sua a un guasto meccanico; o cmen
darc una parte di testo che riteneva scorrctta: per non direc dei casi in cui
un opera cra sottoposta a radicali rimancggiamenti, o a tagli, ampliamenti,
censure e cosi via. I rischio di simili errori e interventi ovviamente aumenta
in rapporto al numero di intermediari che si frappongono tra un testimone
cl'originale.
Fin dall'antichità ha preso forma una disciplina particolarc, la filologia, che
si èdedicata alla cura eal restauro delle opere letteraric, come ad csempio i
Pocmi omerici, c poi dei testi religiosi, come la Bibbia, la cui tradizionc pre
scnta gli stesi problemi di qualsiasi altro testo. La filologiaè dunque sempre
csiia c, comesi puo facilmente capirs, ha avuto il suo sviluppo più impor
n epoca umanistica, quando I'intero patrimonio testuale del mondo
cassico fu atentamente riesaminato, anche alla luce di più rafinate cono
einguistiche; nello stesso tempo, si avviava la hlologia dei testi volgari.
ciot delle grandi opere del Medioevo, come la Commedia di Dante, elevate al
rango di "lassici" moderni.
Tuttuvia, i i metodi scguiti Lnon davano alcuna garanzia ai fini delristabili-
hiento dell'originale, o quanto meno di una soddisfacente approsimazione
ad esso. Nei casi
migliori,ori, l'cdizionc veniva fissata sulla base di un numero
ristretto di testimoni (codices plurimi), non sul vaglio dell'intera tradizione:
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Introduzione alla letleratura
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L'istituzone letterarta
risultato di incontestabile
cticacianell'edizione dei clasic latini c grcci,
èmentrc, perr diversi motivi, la sua applicazionc ai testi modern1, oprattutto
aspetti disCLcutibili. Va ricordato che tuttc le operec dell an
medievali. prescnta
d(salvo i frammenti papracei) ci sono gunte attraverso la mcdiazionc
medievali, che raramente intervenivano sui testi che copavarno sia
di copisti dcgli auctores, sia perché, se si imbattevano in un errorc (am-
r rispetto
s che lo riconoscessero come talc), non crano in grado di correggerlo
etemporancamentc, non dominando pertettamente la lingua (o la metrica),
La nozione di çrrorc signihcativo valida solo a condizione che il copista sia
del tucto passivo. Molte opere volgari del MMcdiocvo (non tuttc, ovviamente)
sono invecc anonime c comunquc programmaticamente aperte alla riclabo
zione dei copisti o degli esecutori, hanno cio un grado di auatoritas molto
basso. Gli amanucnsi possono perciò permettersi di tutto, nel tentarivo di
migliorarc, aggiornarc, adattare alla propria varietà linguistica quanto hanno
dvanti; soprartutto, non hanno problemi con la lingua (o la metrica) dei
resti che rascrivono, sicché sono in grado di mascherare la maggior parte
degli errori.
Da guanto veniamo dicendo, inoltre, anche la nozione stessa di originale Relativizzazione
va relativizzata: se ad esempio di un racconto francesc in versi abbiamo del concetto
duc, tre, quattro versioni in parte coincidenti nella sostanza, in parte no, di originale
che senso ha cercare di risalire a un originale che probabilmente non è
rispecchiato in manicra fedele da nessuna delle versioni sopravvissutc? In
casi simili (che si verificano anche per l'antichità classica: basta pensa
re al Romanzo di Alessandro) un'edizione di tipo lachmanniano sarcbbe
un ibrido arificialmente costruito in laboratorio, in cuivengono confuse
mani ein un certo senso testi diversi: sarcbbc in pratica un altro rima
ncggiamento, dove il flologo assumerebbe lo stesso ruolo del copista
rimancggiatore odel giullare. Un altro problema è poi dato dalla lingua
dalle grafie: un'edizione composita di un classico latino non presenta
problemi di omogeneità perchéillatino non cambia da codice a codice:
ma nonè cosi per i testi volgari del Mediocvo che ci sono conservati da
manoscriti caratterizzati da specifiche patine linguistiche (dialetali) eda
abiti grafici propri: un'cdizionc composita genererebbe, anche in qucsto
caso, un ircocervo.
Ppunto avendo in mente questa tipologia di testi medicvali che Joscph Bédier e il ricorso
Dedier (1864-1938) sostenne il criterio del ricorso al "buon manoscritto, sot al "buon
tolincando ilvalore di ogni codice come documento di storia, di un ambientc, manoscritto"
ngusto letterario. Pubblicarc un unico manoscritto, correggendonc gli
aron evidenti, o pubblicare l'edizione di una stessa redazione (quando la
cdazionesia attestata da più testimoni), o in casi particolari ricorre
cdzioni sinottiche delle varic redazioni, possono essere tutte soluzioni
ori di un'edizione lachmanniana di cui non esistercbbero nemmeno le
prcmessc.
Introduzione alla letteratura
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L'istituzione letteraria
so(per
la letteratura italiana, si ricordino almeno i casi di Petrarca, Tasso,
Manzoni).
a prassi della critica testuale e limitata a un numcro ristretto di specia- L'edizione critica
listi, i problemi gencrali della trasmissione c quindi dell'edizione dei testi come «ipotesi
roale ingenuità davanti alla pagina scritta. In cffetti, sapere come un testo ci
hoiunto attraverso i sccoli signihca capire che itesti hanno, in un certo senso,
na loro vita nel tempo, c che è abbastanza raro che un messaggio letterario
giunga anoi destinatari nella sua forma originaria. Un'cdizione critica, scrive
Contini (1939, p. 369), «è, come ogni atto scientifico, una mera ipotesi di
lavoro, la più soddisfaccente (ossia cconomica) che colleghi in sistema i da
(i»: , secondo Avalle (1972, p. 20), «un omaggio estremo alla verità nasco
sta». Può dunque capitare, c capita di fatto, che una nuova edizione critica
di un'opera offra al lettore un testo anche sensibilmente diverso da qucllo
vulgato. Eppurc ogni cdizionc, anche la più rigorosa, non rapprescnta che
un'approssimazione aqualcosa, cioè all'originale, che per dehnizione resta
inconoscibile.
2.2. La competenza Le vicissitudini della trasmissionc non sono I'unica for- Altre forme
ma di disturbo acui può andare incontro il messaggio letterario nl tempo. di disturbo
Seè vero infati che il testo cambia, è altrettanto vero che cambia, econti nella trasmissione
nuamente, anche il pubblico, che spesso adistanza di poche centinaia di anni dei testi
parla una lingua che, pur continuando achiamarsi italiano o inglesc, èa volte
profondamente diversa dalla "stessa" lingua come la si parlava ola si scriveva
in un passato più omeno lontano. Ecambiano anche, da un'cpoca all'alra,
la conoscenzacla concezionc del mondo; cambiano gli istituti letterari ele
torme ci modi della diffusione dell'opera; cambia qucllo che si chiede alla
leteratura equcllo che gli scrittori chiedono al pubblico. Un'apera, in un
certo senso, non èmai la stessa, se l'interpretazionc che ne diamo, il modo in
cui ci accostiamo ad essa, la nostra capacità di immedesimarci in essa o all in
verso di servircene e di "usarla", sc tutto questo varia con il passarc dci sccoli c
avolte di poche
generazioni.
Ma sc ancora oggi, a prescindere da quello che la scuola suggerisce o impo
ne, riusciamo al
lcggiame OPere che ci giungono da un passato anche remoto, e
"ci piacciono", perché ci dicono" qualcosa o molto, per
he tappresentano un "documento o un "monumento" di altre civilà, o per
qusasi altra ragionc, resta il fatto che csiste un iltro, una "difterenzialità
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Introduzione alla lelleralura