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L'istituzione letteraria

1. La comunicazione letteraria

11. La comunità letteraria Ogni anno si pubblicano nel mondo alcune cen La letteratura
tinaia di migliaia di libri. Una parte consistentc di essi vicnc regolarmentc come insieme
classificata dalle statistiche sotto la voce "letteratura", suddivisa :a sua volta in ditesti
diversi sottogruppi ("letteratura classica, "letteratura moderna" ccc.) ogeneri
("narrativa, "pocsia","tcatro" ccc.). La letteratura si prescnta dunque innanzi
tutto come un insicmc, o corpus, di testi. Noi abbiamo di fronte una seric di
oggetti quali la Commedia, il Don Chisciotte, Ifratelli Karamazov o il "giallo"
appena comperato all'edicola, cosi come,, scse parlassimo di pittura, avremmo
di fronte una seric di oggetti quali il Cenacolo, la Maya desnuda, Guernica o
il quadro d'incerta originc crcditato dal nonno. Dopotutto, se la Tempesta
venisse distrutta o se andassero smarrite tutte le copie dell'Orlando furioso,
pittura c letteratura risulterebbero mutilate di una loro parte propria, costi
tutiva c insostituibile. Basti rammentare il caso catastrofico della letteratura
greca, tre quarti della quale furono perduti irrecuperabilmente nell'incendio
della Biblioteca di Alessandria.
Tuto ciò può apparire abbastanza banale. Eppure nessuno identifichereb
be, poniamo, la scienza con un insieme di testi: il De revolutionibus orbium
caelestium, l' Ottica, la Relatività e cosi via; almeno a prima vista, saremmo
infatti portati a sostenere che la scienza è scmmai un corpus di teoric,
piuttosto che di libri. Ciò che conta non è il De revolutionibus, bensi la
teoria cliocentrica: e se tutte le copie dell'opera di Copernico andassero
Smarrite, probabilmente la perdita sarebbe grave per la storia della scienza
ma non per la scienza medesima. Siamo giunti quindi a un'ipotesi provvi
soria: la scienza consiste di teoric, la letteratura di testi. La vera difhicolcà
sta però alerove: perché parlare semplicemente di 'esti" lascia adito anon
poche obiezioni.
In primo luogo, occorre ovviamente evitare l'idenciicazione fra il "testo" Fluidità
ela sua rcalizzazione scritta: I'esistenza della letteratura orale, o la pratica della nozione
ancor
roggi corrente della reciazione in pubblico (soprattutto per la poesia), di"testo"
Sono suffcienti a dimostrare che la situazione è assai più complessa. In se
Introduzione alla letteralura

condo luogo, sorge subito la domanda: quale testo? La scrittura cla stamb
la ilologia tradizionale e la critica letteraria ci hanno abituati all'idea d
testo fissato per sempre in un suo statuto immodihcabile (anche se qucsta
è molto spesso una credenza illusoria). Cosi, se voglio leggere Alla luna d
Giacomo Lcopardi, devo avere di frontea me una copia corretta della reda
zione definitiva curata dall'autore c qualsiasi lezione che se nc discostasse y
rcbbe da ifiutare, perché non conforme alla sua volontà. Questa idea, ben
ché corrisponda a certe proprictà del fatto letterario, è però tutto sommato
abbastanza recente,c nicnte affatto assoluta: gran parte delle nostre lettu
re, ad csempio, è condotta su traduzioni (cfr. par. 2.j di questo
che senza dubbio si allontanano dall'originale almeno capitolo)
quanto la parafrasi d
una teoria sciencifica; cppurc, nella pratica corrente,
buon diritto di aver letto Guerna e pace anche se nonognuno diuna noi riticne a
russo,
conosce parola d
Ma persino quando fosse possibile una
di cui è fatta la letteratura il problemadeterminazione
rigida dei "testi"
sti che abbiamo accettato come resterebbe aperto. Perché i te
"letterari" sono classificati sotto la voce
"letteratura"? Perché proprio questi ce non altri? La risposta più naturale.
trattandosi di prodotti linguistici, sarcbbe che essi condividono alcune
caratteristiche, appunto, di linguaggio: là dove ne riconosciamo la pre
senza, abbiamo un testo letterario da aggiungere alla
dehnire tali caratteristiche,ea questo punto seric. Si tratta di
di discriminazionc. avremmo un criterio sicuro
Purtroppo le cose non sono cosi semplici, e i tentativi che si sono operati in
tale dirczionc, soprattutto in ambito
del tutto strutturalista, non hanno fornito csito
soddisfacente. Che cosa ci può csscre in comunc tra una pocsa
transmentale di Chlébnikov e una pagina dei Promessi sposi? E se cc, non
rischia dicssere tra le meno significative dell'uno e
giunga che la classihcazione stessa può variare in mododell'altro testo? Si ag
che oggi leggiamo come "letterari" testi (le habe, le radicale nl tempo
oil Dialogo dei massimi sistemi) destinati in enciclopedic medicval
origine a tutt'alera forma di
fruizionc.
Proprio qucsta variabilità può suggerire una soluzionc plausibile.
testo sia letterario non basta che possieda Perché un
determinate
corre anche che cisi accosti ad esso con un certo caratteristiche: o
abito di
certe norme, facendolo oggetto, in una parola, di un certo attesa, scguchu
a letteratura nonè dunque una mera comportamento
collezione
di cesti ricevuti, letti c tramandati secondo un
di testi, bensì di "opere
complesso di regolc. lnol
cSsa proponc isuoi testi non solo a me, gui ed ora: di generazionc in geneta
zionc, li offre alla lettura di un destinatario collertivo: in pratica, a chi
que abbia la capacità e il desiderio di fruirne. L'lnnito mi si presenta, va
a dirc, non come un "discorso di consumo" bensi come un
riuso.
"discone
1. L'istituzione letteraria

Il discorso di riuso
Oucsta dierenza proviene dall'ambito della retorica. Con le parole di Laus
berg (1949. p. 16), il discorso di riuso

bun discorso che viene tenuto in tipiche situazioni (solenni, cclebrative). periodi
Camente o iregolarmente, dallo stesso oratorc o da oratori che cambiano: esso man
iene la sua 'usabilità" per dominare, una volta per tutte, queste situazioni tipiche
(oll'intermo di un ordine sociale che si presume costante). Ogni società di una certa
forza e intensità conosce questi discorsi di riuso che sono strumenti sociali per il
mantenimento cosciente della pienczza cdella continuità dell'ordine sociale espeso
anche del caratterc necessariamente sociale dell'umanità in gencralc.

Con le dovute differenze e spccificità, anche la letteratura rientra in questa


catcgoria, in quanto pratica sociale dai contorni fluidi: forma iscituziona
lizata di comunicazione c di simbolizzazione.
Chiameremo quindi comunità letteraria qucll'insieme di figure (in primis
p la comunità
ovviamente l'autore e il lettorc, ma anche il criico, l'editore, il traduttorc, ltteraria
il commentatore, il docente) che stabilisce di volta in volta l'abio di attesa
di cui parlavamo prima c le regole che permettono il riuso. Egrazie aquesta
comunità composta da molteplici luoghi istituzionali (cditoria, università,
mezzi di comunicazione di massa) che il testo vive nel tempo: diventa per
l'appunto opera.
La nozionc di comunità letteraria rimanda a quella di comunità scientifica La teoria
analizzata da Kuhn (1962), almeno per un fondamentale punto di contat- dei paradigmi
to: la difficoltà di definire che cosa sia "scienza" (o, aggiungiamo noi, "let di Kuhn
teratura") senza far riferimento a chi la giudica o accoglic come scienza (o
come letterarura). Riassumendo brevemente la tesi di Kuhn, diremo che una
comunità scientifica prende forma attraverso l'assenso ad alcuni paradiepni,
cosieuiti da credenze egeneralizzazioni di vario tipo (presupposti logici e
hlosofici oleggi di narura ritenuce fondamentali quali "l'azione èuguale alla
reazione"), valori (quali cocrenza c semplicità o la preferenza accordata alla
misurazione quantitativa sull'informazionc qualitativa), teorie che svolgono
uruolo di modelli esemplari (come per lungo tempo èstato il caso, ponia
mo, della meccanica newtoniana). Ein relazione ai paradigmi che si fhssano
IE procedure ammesse come "scicntifche", si idencificano i"dati pertinenti,
Sindividuano i problemi da affrontare nella ricerca successiva. Su di essi d
inoltre fondato l'addestramento professionale che seleziona i membri fururi
della comunità.
proceso cosi descritto, naturalmente, sarebbe circolare se l'adesione a
Iparadigmi fosse stabile edefinitiva. In realtà, essi si sono formati sto
amente, hanno avuto la prevalenza sui paradigmi rivali per ragioni non
Pre univoche opuramente "obiettive"c soprattutto sono in ogni mo
to revocabili: pio che la loro diligente applicazione nelle fasi di ricer
hormale èsemmai il confitto tra paradigami concorrenti(tra quelli
Introduzione alla letleratura

consolidati e quclli emergenti o rivoluzionari) a carattcrizzare m


scicntifica come avventurac scopcrta conoscitiva.
Comunità scientifica Lo stesso Kuhn (1962, pp. 249-50) dichiara che queste tesi sono a loro
yol,
e comunità derivate da altri canpi e, in particolare, dalla storia della letteratura e
letteraria cdcll
te, a cui possono perciò essere facilmente estese. Sono però da sotol.. at
alcune differenze notevoli tra comunità scientihca c comunità letteraria L
prima appare infatti molto più compatta c non conoscc una distinzione roe.
netta fra "autori" e "pubblico: I'uditorio della Rlatività di Einstcin ce
stituito, per l'appunto, dagli alri membri della comunità scicntihca, i qual
possono rispondere sullo stesso piano al suo autore. Neppure gli studcnt
come tali, costituiscono un pubblico in senso proprio (si aggiunga, a qucto
proposito, che l'addestramento dei candidati alla professione èassai pio ng
do cd ècurato direttamente dagli scienziati stessi). Quanto ai lettori comun
essi costiuiscono semmai il pubblico della divulgazione scicntifica, piuttost
che della scienza.
La comunità letteraria, per converso, risulta molto più differenziata c com
posita. Se i detentori della competenza attiva sono altrettanto poco nume
rosi, in compcnso csiste un pubblico in senso proprio, detentore di una
competenza passiva più diffusamcnte acquisibile. Si pensi inoltre al ruolo
di grande rilicvo svolto nella comunità letteraria da mediazioni particolan
come quella degli editori o dei critici: nella comunità scicntifica al contrario
gli uni non hanno responsabilità decisionali significative sul piano speciico
c gli altri non csistono come fhgure autonome di specialisti a cui sia delegata
la funzione del giudizio.
I fattori Come in ogni forma di comunicazione verbalc, anche nclla comunicazionc
della comunicazione
letteraria sono presenti alcuni "fattori" costitutivi; vale a dire, secondo l'or
letteraria mai classico schema di Jakobson (1960): un mittente (colui che parla, o che
scrive); un destinatario (colui chc ascolta, o che legge): un messaggio (il testo.
orale o scritto); un contesto (la realtà a cui si fa riferimento); un contatto di na
tura fisica tra gli interlocutori, tale da conscntire la trasmissione del messag
gio attraverso il canale (sonoro ovisivo) chc li collcga: un codice (la lingua in
cui il messaggio è formulato, inclusa eventualmcnte la notazione alfabetica
comunc a mittcnte c destinatario.

Contesto
Mittentc Messaggio Destinatario
Contatto
Codice

Scrive Orlando (1973. Pp. t1-2):


Supponiamo per esempio che un amico mi legga ad alta voce in una camera un
componimento poctico risalcntc a molti secoli fa. Se considero I'atto semplice

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1. L'istituzione letteraria

immediato di comunicazionc linguistica a prescindere dall'istituzione letteraria a


i f cano, avrò qucsta costellazionc: 1) mesagqio sarà il componimento; 2) mit
trute sarl'amico che lo rccita; 1) destinatario sarò io che l'ascolto; 4) contesto sarà
ciò di cui il componimcnto parla, nclla misura prccisa in cui ne vengo informato;
)odice sarà la lingua del componimento in quanto lingua italiana o franccse ccc.i
6) contatto sarà quello che si stabilisce tra la voce dell'amico c le mic orecchic. c
che può venirc disturbato da un rumore nella camera o fuori. Tutto sarà insomma
come se l'amico mi rivolgese una frase o un discorso di argomento qualsiasi, im
provvisato in qucl momento cdestinato anon essere piio ripetuto. Se invece consi
dero l'atto di comunicazione letteraria in quanto tale, ciot in quanto presupponc
una istituzionc sociale durevole nel tempo c una partecipazionc occasionale ad
essa, dovrò nccessarianmcnte modificare la consistenza di tutti i fattori meno ) il
mesaggio...Dovrò cio considerare: 2) come mittente non chi legge occasionalmen
tc, ma l'autore da tempo morto del componimcnto: ) come destinatario non solo
chi ascolta occasionalmcnte, ma la seric di tutti gli ascoltatori c lettori. fruitori
studiosi del componimento nel tempo; 4) comc contesto non solo quel tanto di in
formazione che il componimento trasmette su ciò di cui parla, ma tutte le circo
stanze di rcaltà lontane nel tempo che possono esservi implicate: s) come codice
non solo la lingua italiana o francese cc., ma l'insicme di norme o convenzioni del
gencre letterario di cui il componimento tiene conto oservandole o violandole: 6)
come contatto non qucllo acustico del momento, ma la trasmissione orale o scritta,
manoscritta o a stampa del testo del componimento nel tcmpo, la quale puo aver
patito alterazioni,

Questa descrizione mostra assai benc come la letteratura si dia non sempli
cemente nel testo, nell'oggettività materiale del messaggio, bensi nella rela
zione tra il testo e la situazionc comunicativa cntro cui vicne istituzional
mente collocato. Naturalmente, se il messaggio non vicne modiicato, cambia
peralro l'orientamento secondo cui vengono perccpiti i suoi clementi costi
cutivi.
Anche noi esamincremo via via, ncl corso della nostra trattazione, la consi
stenza assunta sul piano letterario da questi fatori: acominciare, dunque, dal
mittentc, ossia dall'autorc.

12. l'autore Mentre la comunità scientiica inisce per coincidere, in pra


tica, con la comunità degli scienziati, lo scrittore di hanco a sé altri
toggetti, con ruoli diversi dal suo, senza iquali la sua presenza sarebbe
diffhcilmente immaginabile (l'autore non porebbe neppure conccpirsi
come tale,se non in relazione aun pubblico) ocficace (la sua opera non
POtrebbe giungere ai lettori, senza l'intervento di chi pubblica o ammini
patrimonio letterario). Eppure, a lui, come allo scienziato, è afhdato
Comunque il ruolo fondamentale della creazione: è lui, dopotutto, a pro
are le opere che leggeremo, a decidere la destinazione letteraria c le mo
Introduzione alla letteratura

dalità di lettura dei suoi scritti, a claborare i nuovi "paradigmi" di stule.


di sensibilità.
Nel testo prendono forma il disegno e la volontà di qualcuno che lo ha. an
punto, "tessuto" intenzionalmentc. Noi, d'altra partc, lo accogliamo com
un "frmato" da un responsabile: c, come davanti a qualsas
tro e linguisrico. cerchiamo d'interpretare il pensicro dell auto
re nel modo più verosimile, anche se quest'operazione è solo un punto &
partenza, ben lontano dall'esaurire il senso della lettura. Fra tutte le chi
che c'introducono aun'opera, le informazioni sull' autore, la sua vita, la yu
personalità ccc. possono offrire un oricntamento alla lettura di cui rio
nevole tener conto come di qualsiasi altro. Non solo. Fra le tante ragion1 che
ci a leggere un libro, la curiosità per l'espericnza umana che lo
ha leeiciraro puà costituire cssa stessa una motivazionc val1d.
come qualsiasi altra.
La critica biografica Tutto ciò giustifica la critica biograficac psicologica: ma non implica affatt:
che un 'opera troviqui il suo significato o la sua spiegazione. Alle sue on
gini, o fno a quando prevalc la tradizione orale, la crcazione letteraria
rigorosamente anonima e il principio di paternità è ancora latente nell' au
torità della tradizione. Solo quando l'istituzione avrà assunto tratti pio ston
camente moderni la "hrma" dell'autore farà parte costitutiva dell'opera. M
in pratica bisognerà attendere fino al Romanticismo pcrché l'autorc faccu
nella sua opera csplicito riferimento a sé stesso, alla propria individualità. co
me al "vero contenuto della comunicazione letteraria.
Inuile dire che, sc noi accettassimo compiutamente questo punto di vista
l'opera si ridurrebbc a mera testimonianza, a semplice espressione di sent
menti o viccnde: pallida ombra di un vissuto per noi inaccessibile, non
rebbe altro che un surrogato della realtà originaria da cui è nata. Appunt:
per questo, via via che l'autore si fa protagonista, sopravvive c si intensih
"Morte dell'autore"?
l'Loateggiamento
stesso
opposto.
Romanticismo teorizza la hgura del "genio come portavoce
consapevole del Volk, del popolo-nazione. Molte avanguardic del Nove
cento prescindono totalmente dalla figura dell'autore: basti pensare al
scrittura automatica" dei surrealisti, dove l'autore (almeno in linea
principio) si limita a trascrivere il Ausso inconscio delle associazion. °*
cadaveri squisiti", sempre dei surrealisti, dove alla creazionc individu
subentra quella collettiva e al progetto volontario si sostituisce
Piü in gencrale, si pensi alla frequenza con cui lo serittore si ccla diet
pseudonimi ocontrofigure (come faceva Kierkegaard ocome Perraut
che pubblicò le sue Fiabe sotto il nome del figlio quindicenne). qu
do non ricorre direttamente all'anonimato. Per guesto motivo l k
strutturalista, per certi versi direttamente discendente dalle avang
moderniste, ègiunta a parlare di "morte dell'autore" (Barches. di
igenuow
concettO contro cui si scaglia invece la critica contemporanea

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1 l'istituzione letteraria

srtenta alla hgura dell autore nclla sua concrcta corporeità (ctr. Bencdet
ti, 1999)
Sul piano teorico, occorrerà scmpre distinguerc l'autore in quanto soggetto
emnirico (la persona di Alessandro Manzoni, 1785-1871) dall'immagine che
di lui ci trasmette l'opera, immagine diversa - in genere piu profonda eam
quclla reale.
bigua - da
Si suole chiamare qucsta istanza autorc implicito": un concetto controverso, L'autore implicito
che si deve al critico americano neoaristotclico Wayne Booth (1961, p. vit), e
che talvolta viene a coincidere con il narratore esterno (qucllo dei Promessi
choi. ad esempio, che hnge di raccontarci una storia ritrovata su un dilava
to manoscritto del Seicento, c che ogni tanto si rivolge ai suoi "venticinque
lettori"); otalvolta con qucllo interno: nella Manon lescaut, l'"autore" in
contra un giovanc, il cavalierc Des Gricux, il quale gli raceconta la sua storia:
Conan Doyle si sdoppia in Watson, chc a sua volta ci narra le imprese di
Sherlock Holmes e cosi via. Soprattutto, dovremo diffidare nci casi in cui si
dà un 'apparente coincidenza: il protagonista della Rina del tempo perduto
narra in prima persona, ma ovviamente non d Marcel Proust, c il romanzo
non èun'autobiografa. Infine, nelle stesse autobiografie, Il"io" narrante sarà
anch'esso un personaggio, in cuisolo fino a un certo punto potremo ravvisarc
le fattezze rcali dell'autore. La Vita dell'Alieri, come già tante autobiografe
settecentesche, ne è un escmpio.
Sul piano critico, si rende inoltre nccessaria una scconda distinzionc. La La critica
critica psicoanalitica ci ha inscgnato a distingucre ciò che è volontario e psicoanalitica
intenzionale (il "contenuto manifesto") da ciò che è inconsapevole c inav
vertito (il "contenuto latente"). Al di là della persona del'autorc, noii
possiamo intravedere o suo nconscio: lc immagini, itemi.
meccanismi verhali dele possono cssere letti come sintomi, spic, in
dizi, più o meno come accade quando l'analista interpreta un sogno. La
critica psicoanalitica non ha per la verità dato sinora grandi risultati, tranne
cccezioni. In effetti, a differenza del sogno, un'opcra è un fatto pubblico,
un atto di comunicazione: e come tale ci interessa, non perché tradisca
nel autore un complesso d'Edipo o csprima un suo trauma infantile. Del
resto, in quanto materiale d'analisi, un'opera leteraria è troppo sorvegliata
Per essere un sintomo veriticro, paragonabile al libero discorso associativo
tatto sul divano di un dottore. Per questo, oggi, la migliore critica psicoa
nalitica respinge ogni biografismo: la dialetica fra contenuto manifesto e
contenuto latente viene ad esempio studiata da Orlando (1971, t973, 1979a,
1979b, 198;) nelle conigurazioni formali del testo, c non più in riferimento
a persona dell'autore. Resta, come lezione preziosa proveniente da tutta
la teoria psicoanalitica, la diffidenza verso le intenzioni d'autore. Interpre
are non vuol dire infatti ricostruire il programma originario dell'autore,
non solo:
Operché il testo si trasformna ncl tempo, a seconda dei contesti e dei
lo riattualizzano, ma anche perché la creazionc artistica attin
Introduzione alla letteratura

ge. più di molte aluc csperienzc, dall'inconscio, c spesso dalle s1uc pieyhe
più incomunicabili.
La diffhdenza verso
Non bisogna dimenticarc, per concluderc, che l'autore non è solo un ndh
le intenzioni dautore viduo psicologico, ma anche un individuo sociale. Di questo aspetto s oc
cupa appunto la sociologia della letteraura.
L'autore
Sarà bene tuttavia precisare meglio il problema: la figura sociale dell'autort
come individuo non si esaurisce nella sua appartencnza a una classe (aristocrazia, borghe.
sociale sia, proletariato ecc.). Oltrere ad essere, per nascita o cducazionc, membro d
una classe, cgli è anche uno srittore, o più generalmentc un intellettuale
c sotto qucsto profilo fa parte di un gruppo profesionale specihco, d,
studiare nelle sue carateristiche peculiari: occorrc insomma considerarlo
a sua volta, per dirla con Benjamin (193+), come un "produttore", sia pure
sui generis.
Anche la sociologia della letteratura può spingersi fino adissolvere I'indiy
dualità dell'autore: èquanto teorizza esplicitamente, ad cscmpio, Goldmann
(1955), quando afferma che iveri crcatori dell'opera letteraria sono i grupp
collettivi all'interno dei quali essa nasce. Le strutture dell'opera sarcbbero
infatti omologhe alle strutture mentali di questi gruppi, cosi che,
supponia
mo, nella coscienza tragica' di Racine si esprimercbbe la visione del mond.
di una classe, la nobiltà di toga, che vive il proprio tramonto come un de
stino; spetterà invece alle clasi cmergenti claborarce una nuova "coscienza
dialettica, calla tragedia classica di Racine seguirà il romanzo borghcsc de
Settecento.
Figure professionali Per quanto concerne la hgura professionale dello scrittorc, va osservato
di scrittore che la tipologia è assai varia: l'acdo omerico è un artista professionista
ma non un autore in senso proprio; il pocta cortigiano del Rinascimen
to, alcontrario, è certamente un autore a pieno titolo, c ovviamente uno
specialista della penna, ma il suo ruolo professionale rimane oscuro (s«
Petrarca faceva l'ambasciatore per i Visconti, nel Trecento, Ariosto far.
nel Cinquecento il governatore della Garfagnana per conto degli Estens
La letteratura può occupare l'operoso otium del cittadino e uomo politi
co Marco Tulio Cicerone, oppure essere il mestiere dei cui
proventi viNC
più o meno precariamente, l'aristocratico decaduto Giacomo Leopardi
Ancora oggi è raro il caso di chi vive direttamente del proprio lavoro lette
rario, grazic ai diritti d'autore: per lo pio, il romanziereo il pocta
csercie
propriamente un altra professionc, per quanto affinc: giornalista, co
Montale; dirigente cditoriale, come Sereni: docente universitario, com
Sanguincticcosi via. La storia della professione letteraria, del resto, app"
re strettamente legata alle vicende complessive delle istituzioni cultura
dalla scuola all'cditoria.
La funzione Una tipologia particolarmente interessante è quella proposta da
degli intellettuali che suscita un interesse crescente nelle tendenze più svariate della crite
secondo Gramsci
contemporanca (ad csempio negli studi postcoloniali), Anzitutto, cio e

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L'istituzione letteraria

koisce eli intellettuali non è tanto la loro attività, quanto la loro funzionc
(Gramsci. 1975. p. is16):

Si può trovarc un criterio unitario per caraterizzare ugualmente tutc le diversc C


Hte artività intellettuali c per distingucre queste nello stesso tempo c in no
d esenzialedalle attività degli altri raggruppamernti sociali?L'errore metodico piü
diffuso mi pare quello di aver ccrcato questo criterio di distinzionc ncll'inerinscco
Aelle arrivicà intellettuali c non invece nell'insicme del sistema di rapporti in cui csse
(e quindi igruppiche le impersonano) vengono atrovarsi nel complesso gencrale dei
rapporti sociali [.. Turi gli uomini sono intellettuali, si potrebbe dire perciò; ma
non turti gli uomini hanno nclla socictà la funzione di intellettuali (cos. perché puo
apitare che ognuno in qualche momcnto si frigga due uova o si cucia uno strappo
della giacca, non si dira che tutti sono cuochi c sarti).

In secondo luogo, occorrerà distingucre tra intellettuale organico c


intellettuale tradizionale. Ogni classe emergente, nel momento in cui
promuove una nuova organizzazione del lavoro, crea al tempo stesso nuo
vi gruppi intellettuali, organicamente connessi ad essa: ncll'età industria
le, ad esempio, questi intcllettuali isono i tecnici, gli impiegati, i
dirigenti di fabbrica ecosi via. Contemporancamente, se la classe aspira a
esercitare un'cgemonia complessiva sulla società, si prcoccupcrà di con
quistare gli intellettuali tradizionali, o almeno parte di essi, come orga
nizzatori del conscnso intorno al suo programma. Intellettuali tradizio
nali sono quclli appunto legari aistituzioni eradizionali, quali la Chiesa o
(nel nostro caso) la letteratura, che eventualmente erano state un tempo
organiche ad altri tipi di civiltà, e che ora, in virrù stessa della loro tradi
zionc, possiedono una relativa autonomia all'interno della vita sociale. A
diferenza di alere borghesie nazionali, ad esempio, secondo Gramsci la
borghesia italiana non è riuscita in questo compito: il letterato italiano
del'Otocento non ha partecipato in termini di adesione positiva alla ri
voluzione borghese, modihcando e adattando alle suc esigenze il patrimo
nio tecnico ereditato dal passato; di qui l'assenza di una letteratura popo
ae in ltalia c il predominio di un esercizio aristocratico della scrittura.
altra interesante categoria di Gramsci è quella del cosmopolitismo:
dopo il Rinascimento, I'intellettuale italiano è frequentemente indotto
a cmigrare, ponendosi al servizio di corti stranicrc, c accentua quindi
tratti internazionalistici della sua cultura, alienandosi ulteriormente dalla
vita nazionalc.
Qucst tipologia, ucile soprattuto per ricostruire la storia degli intclettuali
all' Otocento, va integrata in ogni caso non solo con la considerazionc
ebblico acui lo scrittore si rivolge ma anche, ovviamente, delle carat
che formali, di lingua c di stile. che contraddistinguono la sua opera.
Le strutture del romanzo ottocentesco, la cui fortuna è cosi strettamente le-

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Introduzione alla letteralura

gata alla nascita dell'editoria moderna c all'allargamento del pubblco lcu


2.j).
rario, nc sono un esempio paradigmatico (ctr. cap. 4. par.

1.3. Editoria e pubblico A parte le recitazioni nei testival di pocsia, la les


raranchte
cura o l'invio privato del dattiloscritto a una cerchia di amici,
l'incontro tra l'autore e il pubblico avvicnc oggi in forma immedata
diretta. conscrvazionc c la trasmnissionc dcl te
In ogni caso, è sempre nccessaria la ricorda.
sto attraverso il tempo, dunquc la mcdiazionc di qualcuno che lo
trascrive, lo fa circolare.
idir1tt
Generalmente lo scrittore affda la sua opera a un ceditorc, cedendoglid'autore
(diritti
di pubblicazione e diffusione in cambio di una percentuale economice
anche un fatto
sulle vendite. Sotto questo aspetto, la letteraturaè
c giuridico: aspetto tutt 'alero che da trascurare non solo in una prospettv,
clo
sociologica, ma in vista dell'analisi stessa dell'opcra, come testimonia
romanzo (cfr. cap. 4. par. 2.}).
quentemehtel esempiodeldelcommercio
La del libroc librario risale ovviamente al mondo
La storia
legata
della scrittura antico, c si sviluppa attravcrso molte tappe. In primo luogo, ea i gre
alla storia della scrittura e dei materiali scrittori; è signihcativo che
flessibile de
ci (forse per infusso mesopotamico) sostituiscano al giunco
gli cgizi, con cui <lo scrivano discgnava ii segni più che scriverli», la can
di cssere dipinti):
na rigida (i simboli alfabeici non richiedono infattiscrittura «un 'arte di
giunco presupponc un lungo tirocinio, che fa della Assiria, ai sacerdott
iniziati, riscrvata, comc avveniva sia in Egito che in
alle corporazioni di scribi. Lo scrivere con una penna, invecc, è un operi
corporazioni di scribi ch
zionc alla portata di tutti. In Grecia non esistono letteratura oricntale
custodiscano un scgreto crcditario, c la differenza tra
apcrta a tutt
letteratura greca sta ncl fatto che quest'ultima è letteratura
(Turncr, 1952, pp. 11-3). subito cosi netta. In una cultun
Va prccisato, tuttavia, che tale antitesi non è
che resta prevalcntemente affdata alla comunicazione orale (cfr. cap. 2. pal
circolazio
2.1), il ruolo della scrittura non poteva ancora cssere qucllo della
c diffusionc, «bensi qucllo della hssazionc c conservazione dei testl
testimonianze
hssazione che avveniva, a quanto lasciano credere certe
non desti
materiali scrictori pesanti (soprattutto piombo, pelli, marmo),presso i temy"
dunquc all'agile cicolazione; c una conservazione di regola
ogli archivi di Stato: primi detentori della parola scritta sembrano qu
(Cavallo, t975. P
csscre state le caste sacerdotali e le classi al potere»
modihcazione sensibile (
Solo nel corso del v secolo si puo assistere a una
p. xvi):
Può csscre istruttivo confrontarc il prosatore più signiicativo del v sccolo,
organizzase ancoa
I'padre della storia", con Tucidide: sembra che Erodoto
1. L'istituzione letteraria

gencrazione
i) ercche letture pubbliche della stia opcra, maa lucidide, della
cstrancoil recitarc per trattcnimento pubblico la sua narrazione
segucntc. imanc
non composta per de
toica: la quale XTJJIa t El, povsesso perennc, opcra allo scritto, al "libro;
Lsvioni di breve durata, davanti a un uditorio, ma affidata
duc gencrazioni.
Jsnaue alla mcditazione di lettori contemporanci c tuturi. Tra le
di transizionc dalla oralità alla
Ai Erodoto c di Tucidide, si deve percio pensare l'arco
civiltà del libro,

(rotolo o volume di La ditfusione


In ogni caso, è in qucst cpoca che la diffusionc del "libro" del libro
c lo testimoniano sia i sofisti (che sc
papiro) acquista tuna specifica rilevanza,
ne servono senza tentennamcnti), siai molti, come Platonc, che «csprimono
può avere sullo stu
la propria inquictudinc per l'effetto di superficialità che
dente materia letta c non assimilata» (Turner, 195., p. 24). Sta di fatto che
affermati, c la
col primo trentennio del Iv secolo «i libri si sono saldamnente
loro tirannia continua» (ibid.). Non sembra tuttavia che già si possa parlare
di un verocproprio commercio librario (ivi. p. zi):
L'autore in persona sovrintcnde alla messa in circolazionc della sua opcrac riserva
ase stesso quel tanto di proprietà letteraria che, secondo la concczione degli anti
chi, era ammissibile fosse connessa con un libro. Se avesse fatto ricorso al com
mercio librario, questi vantaggi avrebbero poruto essere messi a repcntaglio senza
alcun corrispettivo (non certo delle percentuali sugli ucili: nessun autorc dell'an
tichità ricavò dei quattrini da un cditore). Non sappiamo nemmeno sc nell'Arcne
del v secolo vi fu qualcuno che si sia assunto le funzioni di cditore, sc vi fu cioè
una persona disposta a sostencre il rischio di produrre molte copie prima di sapere
se vi sarcbbe stata una qualche richiesta dell'opera di un dato autore da parte del
pubblico.
L'età ellenistica:
Da questo punto di vista, una compiuta civiltà del libro si avrà solo nel
la sfera cllenistico-alessandrina, dal m secolo a.C., c a Roma pressappoco la civiltà del libro
nll'età di Cicerone. «Alla funzione asscgnata alla parola scritta in età aarcai
a. quclla di estensione nel tempo dei testi, si aggiunge l'altra di estensionc
nello spazio,. Alla memoria è sostituita la scrittura; ai rapsodi itincranti la
produzione libraria » (Cavallo, 1975. p. xix). II libro, prodotto in botteghe
d copisti eli dirertamente venduto, si ivolge peraltro a un pubblico (ra
Koma ele province latinizzate) di «non più di qualche decina di migliaia,
hci tempi migliori» (Auerbach, 198, P. 218). L'avvento del cristianesimo
cntrare invece nel mondo della parola scritta nuovi strati sociali, cinsic
he Kegna(ibid.).
codice «un capitale passaggio nella storia del libro, quello dal rotolo al
Dal rotolo al codice
codice, costituito da pagine per lo più di pergamena, quadrato o legger
mente oblungo, contencva in origine testi di una letteratura inferiore o di
Atere tecnico destinati a un pubblico poco istruito. ll passaggio al codi
23
Introduzione alla letleratura

ce «signiicava pcrcid la rottura con la tradizione del rotolo, custode

grand le arte letteraria riservata ai ceti superiort, i soli in grado d1 frue


guell 'arte» (ivi, p. xx). Le botteghe tradizionali non ricscono ad ad..
a questa rivoluzione: ad esse rimanc in sostanta, scmprc piu ristretto

lato, il pubblico aristocratico c pagano: gli sriptora ccclesiastici, ort


rispondere alla nuova domanda, portano intanto il codice alla stesa den.,
c rafinatczza ornamentale del rotolo. Saranno qucsti ultimi. infine, pl
luoghi in cui la tradizione del libro sopravvivrà al tramonto del mondo ant
co, quando non vi sarà più ncssun pubblico, «pagano o cristiano, comund
colto, che sia committente di libri» (ivi, p. xx1).
Fra id v1e I'vn secolo, il libro sarà per il "pubblico" dei laici non piu une
strumento, bensi un oggetto magico-sacrale: simbolo adornato d'imma
gini figurali, reliquia dotata di poteri taumaturgici: persino della scritu,
vicnc sempre più potenziato «l'aspetto decorativo c monumentalc, pet
visuale>» (Cavallo, 1977. P. x1) su qucllo analitico c discorsivo. Il libro comt
strumento sopravvive solo tra ichierici, nei rari centri di cultura monastia
che ne mantengono ininterrotta la tradizionc. Quando Carlomagno istitut.
la Schola Palatina, nel X secolo, dovrà rivolgersi ai monaci britannici pe
restaurarce nel contincnte una cultura scritta, sia recuperando una conoscen
grammaticale del latino ormai pressoché perduta, sia riformando la scrittur.
stessa con l'introduzionc della minuscola carolina.
La rinascita Ma solo tra l'x1 e il xII Secolo rinascerà il commercio librario. Saranno on
del commercio glisariptoria a risultare inadeguati rispetto alla richicsta del pubblico laico: al
librario essi si affhancheranno prima le botteghe di stationarii intorno alle universta
poi un piùvasto artigianato librario al servizio delle corti e della borghes
urbana.
A partire dal x1ul sccolo si forma un mercato di libri anche in volgare. Eg
si delinca una prima frartura tra il libro per idotti (in gotica trecentexi
ricca di onamenti edecorazioni) e il libro popolare, caratterizzato dalla s
reotipia, dalla qualià scadente, nonché dalla temarica prevalentemente c
traletteraria (in una varietà di scritture correnti, cancclleresca, mercantesca
bastarda). Un discorso a parte merita il libro rinascimentale: già Petrar
aveva additato nella minuscola carolina un modello di semplicc cleganza.
trasparcntc chiarezza, di naturale leggibilità, perfettamente in sintonia con:
suo idcale di cultura; nl Quattrocento appunto questa scrittura sari rne
mata dagli umanisti. Un tentativo volontaristico, strettamente legato a u
cerchia isolata di intelletruali aristocratici, cppure non privo di conseguc
(Petrucci, 1979. p. 34):
Condannata, per la sua arcificiosit, ad un rapido essiccamento (fuori dlala
farti, ben presto gotichee bastarde avrebbero ripreso il sopravwento). la nun o
umanistica fu salvata proprio dal consorzio dei doti europei, che, abituat1
a considerarla come l'espressionc grafica della loro cultura, vollero vederla pei

24
T'istituzinne letteraria

Coy, sllo sorcio del xv secolo, avsnta da gran parte


anche nclla stanpa.
dei tipograh stranicri : italiani a odello c
ruata CscmplaC pcr loro caratteri, Iantqua
trova seconda resrczionC c poteva sopravvivere alla spontanca cvoluzione
delle ssritture documcntarie usuali, giungendo praticamente nalterata ai nostr
trastormandosi i nella scrittura principc dcl mondo noderno,
giorni et
Siamo dunquc giunti alla fatidica svolta: l'invenzionc della stampa a carat- L'invenzione
teri mohili. tradizionalmente attribuita a Gutenbcrg (i suoi csperimcnti, della stampa
niviati ncl 1438, non furono gi unici: in ogni caso, per fissare un cpisodio
emblematico, ricorderemo la sua prima grande rcalizzazionc, la Bibbia del
ca). Con questo, il panorama diventa troppo complesso pcrché si possa
dsrne un'informazione analitica: ci limitcremo dunquc a qualche Osscrva
zione. Anzitutto il libro a stampa fa uso sistematicamente di un nuovo ma
reriale, la carta (già diftusa in uropa da un paio di sccoli), che sostituisce
dli alri materiali (ovviamente inadatti, nonché meno facilmente producibili
in grande quantità). In secondo luogo, va rilevato che occorreranno molti
decenni perché la nuova tecnologia prevalga sull'antica (destinata a soprav
viverc, per certi aspeti c in particolari circostanze, fino ai nostri giorni: si
pensi ai canovacci della commedia dell'arte o alla circolazione clandestina
di opere vietate dalla censura). Per lungo tempo, del resto, il tipografo segue
fedelmente il modcllo csteriore del manoscritto, I'impaginazionc, il forma
to, i caratteri, riproducendone le abbreviazioni persino nei testi in volgare.
Né èsempre possibile parlare di un pubblico quantitativamente nuovo, che
la vecchia tecnologia non fosse in grado di soddisfarc: in realtà, le primeim
prese si appoggiano non tanto a un mercato più ampio di lettori, quanto
alla committenza, al fnanziamento e alla protezione legale dei poteri (pub
blici occclesiastici). Di qui infatti venivano le richicste che meglio valoriz
zIvano i vantaggi della nuova tecnologia: era il bisogno crescente (Petrucci,
1976, p. xx)

di ar riprodurre in più copic e di distribuire rapidamente nclle città, nei borghi.


nele campagne, fogli volanti, avisi di indulgenze, bandi, testi di preghiere can
che libri liturgici per i servizi divini; tranne che per quest 'ultimo, cd importante,
settorc, si trattava infatti di prodotti non librari che un'officina di libri manoscritti
oun copista isolato avrebbero avuto difficoltà osi sarebbero rifiutati di produrre:
mentre per quanto riguarda i libri liturgici il processa di produzione a mano si
hCara scmpre più lento rispetto alle esigenze e alle richicste c perciò, indiretta
mente, costoso.

primi decenni del Cinquecento, comunquc, il trionfo della stampa èor-


A fatta. Le conscguenze saranno incalcolabili. Ma il punto cssenziale
che
che
l'impresa tipografica rappresenta, già peri capitali cl'organizzazione
rriichicde, un'impresa di tipo industriale; non solo: cssa si costituice

25
Introduzione alla letteratura

come una struttura autonoma c indipendente dalla sfera della cre


vincoli cconomici c istituzionali che sottostanno all'attivta
fanno più profondi oquantomeno più espliciti. Equesto un procew,
traddittorio, che per un verso lascia intravcdere possib1lità d1 c.
let etarA
namentic manipolazioni, ma per l'alro pone l'intellettuale di fro
shda della modernià c della storia. Cosi, sc da una parte la stampa non
trà avere che cftetti positivi pcr la diffusione del libro, dall'3altra cssa sancs
deiniivamente la separazione tra libro dotto c libro popolare 6 cu..
resteranno immutabili per secoli: impaginazione a due o più colonnc.
percina di carta spessa anziché rilegatura, incisioni su legno anziché su rame
formato piccolo per il trasporto ambulantc, c addiritura, pcr molto teme
caratteri gotici).
Rivoluzione Perché nasca una verac propria cditoria moderna bisogna tuttavia aspertar:
che la rivoluzione industriale modiichi l'intera società. La mobilit dellk
industriale
e nascita classi tra fne Settecento e Ortocento allargherà i confini del pubblco
delleditoria termini quantitativamente decisivi; la distribuzione e il commercio assume
moderna ranno via via una forma organizzativa consolidata cd cfhcicnte: proprio &
qui, dalla hgura del libraio-cditore (più che da quclla del tipografo -cditorc
prende forma la funzione dell'editore moderno come imprenditore autono
mo. Nel frattempo, si avvia il superamento del malcerto regime dei privlg
(che non impediva il molciplicarsi di stampe pirata cdi appropriazion1 arb:
trarie) con la defnizione giuridica della proprietà letteraria, di cui appunt
l'editore diventa gara
Anche la figura profcssionale dell'autore va incontro perciò a un muta
mento significativo: la sua opera gli frutterà d'ora in poi una rimunerazionc
facendo di lui a tutti gli cffetti un soggetto cconomico. Ciò non togic, nu
curalmente, che anche oggi sia raro il caso di scrittori che traggano il propn
sostentamento dal solo lavoro letterario (tuct'al più qualche romanzictc.
presumibilmcnte ncssun pocta) (cfr. par. z). La sua dipendenza cditoct
diventa scmmai più forte, c più accentuata l'autonomia delle scelte da part
di quest'ulcimo. Sporadici, e per lo più votati al fallimento, sono nell'Ote
cento gli csempi di autori che si fanno imprenditori dis stessi, afhdando
ter
a semplice
pograroManzoni csecuzione del prodotto: famoso, in proposito, il
con i Promessi sposi del 1840, analizzato da Bercngo (g
pp. 310-2).
Non mancheranno, da allora, altre svolte: sia nelle dimensioni del mera
Nuove prospettive
sia nell'organizzazione distributiva c di vendita, sia nella progettaz1one
prodotto-libro. Basti pensare alla rivoluzione del tascabile o agli svilupp1
le comunicazioniaudiovisive oancora alle nuove| prospettive apertec dalIntet
nct, che, anche se certo non minaccia l'esistenza del libro tradizionale o
paventano alcuni inellettuali "apocalittici" ha introdotto forme piu
di produzione e di dittusione dei testi, intaccando il concetto di copy"
Luther Blssct
cspesso qucilo stesso di autore (basta pensare al fenomeno
6
1 L'istituzione letteraria

aver nuovi generi letterari, come il romanzo "ipertestuale"


creato
oltre ad
lettoreè athdata la scellt-a continua fra innumerevoli dramazioni
al L'intera problematica dell' industria culturale è oggi una cornice
in cui
narTativc.
indispensabilc per qualsiasi riflessionc sulla letteratura, per quanto concerne
le sue esprcssionicrcative contemporancc, ma anche l'amminitra
passato,
rione stessa del patrimonio didelpcrgamena, libro di carta, cbook o testo in retc,
Rotolo di papiro o codice
a un. lettore.. Ulimo ancllo della catena cal tempo stes-
inhnc l'opera giunge il suo
so presupposto implicito di ogni fatto letterario, il pubblico cserciterà
Porert sovrano accettando o respingendo, acquistando o regalando o con
sigliando. Critici c pubblicitari i si contenderanno la sua attcnzionc, mentre
uno stuolo di insegnanti veglicrà alla sua formazione.
Ccto potere sovrano, naturalmente, non scmpre si traduce in scclte dav
vero liberc (ctr. par. 3-3). Ma ncppure si deve sopravvalutare la capacità di
manipolazione da parte dei grandi apparati cditoriali: la storia dei best-seller
tentati e non riusciti, o viccversa imprevisti, in proposito iistruttiva. Sta di
frto che, da ultimo, la letteratura continucrà ad esistere solo fino a cquando
sisterà un lettore. L'allargamento o la contrazione dell'arca della lettura, il
dinamismo olacristallizzazione sociale del pubblico, la continuità e il ri
cambio delle competenze nella sua memoria, tutto ciò segna profondamente
la storia della letteratura. Ogni opera porta iscritta dentro di sé l'immagine
del suo destinatario d'originc; per converso, il destinatario modella poi l'o
pera sccondo le modalità della sua percezione: basti dirc che la letteratura
cassica èstata salvata all'Occidente proprio dall'interpretazione allegorica
che ne ha lcgirtimato, nel Medioevo, la conservazionc.
I ruolo che già sul piano teorico dobbiamo riconoscere al pubblico si tra
duce ir
insomma, sul piano dell'indaginc cmpirica, in una molteplicità di ri
cerche: sociologia della lerteratura, stilistica, psicologia della fruizione
eteraria Cosi l'autore può concepire il suo destinatario come destinatario
collettivo o individuale, rappresecntante di una classe piuctosto che di un'al
dotto oprofano, anima bella ointeletto raziocinante. Dal loro incontro,
Cal loro ricercarsi e ritrovarsi attraverso le molte mediazioni che li separano,
dipende ciò che l'opera sarà, di volta in volta, al di là di quel precario suppor
to materiale che è il testo.
Pprotondimenti bibliografici Sull'opposizionc, ma anche sulle
analogie, tra artee scicnza si rinvia a Goodman (1967)ca Feyerabend
(1978a). Aparte erg (1949). per il riuso letterario si veda Fortini
i979). Per
puo csserc : fra testo (o pio in generale artcfatto)c opcra,
ve dii
flosohainteressante cconfrontare una versione del tutto diversa, inchia-
idealistica, in Heidegger (1936). Sulle nozioni di comunità
cientifcae di paradigma, oltre aKuhn (1962), si vedano almcno Hanson
(198)
Feyerabend (1978b).La distinzione fra autore e autore implici-

27
Introduzione alla letteratura

to, che risale a Booth (1961), è ampiamente trattata nelle


rie letterarie: ricordiamo per esempio, in ambito
(1978). Per il concetto di "morte dell'autore cfr. narrato
Bartheslogicmoderi
o, e
C
hat
te

tica di questo concetto e un' appasionata difesa della fhgura (1961:


dell
utha
nl saggio Benedetti (1999). Un primo oricntamento sulla storssaute.
scritrura., del libroc dell'editoria è fornito da Havelock, Hershbell
Cavallo (1975: 1977), Petrucci (1977. 1979), Febvrc, Martin (19s8) Su.
icemi afrontati in questa sezionc, ctr. Schücking (1923). Escarb1t (te
Oxenham (198o), Hall (1979), Wolff (1g81), Williams (1981), nonche .
una prospettiva più contemporanca, Spinazzola (1984). Sulle varit
rie della lettura, che danno uno spazio semprc crescentec alla
pubblico, cfr. F. Bertoni (1994). Sui primi tentativi di romanzocreativita
de
ipertetu
le, cfr. Landow (1998).
2 Il testo nel temp0
Forne di contatto 21 La trasmissione Ogni messaggio verbale richicde una forma di contz
fra mittente to tra mittente c destinatario (cfr. par. i). Il contatto, cioè un canale hss
e destinatario di qualsiasinatura, può csscre creato dalle onde sonore che trasmcttono g
uno spazio anche breve la voce umana, dalle onde radio, dai fli del teleto,
c cosi via. E va da sé che ogni canale può essere in qualche modo disturb
da fartori di vario tipo (nei termini della teoria dell'informazionc si par.
di "rumore"). La conoscenza del funzionamento del canale ci permett
valutarnc l'efficienza, di limitare i danni del rumore, di controllare la cot
rettezza del messaggio. Per i testi letterari, e in generale per tutti itesti
riuso che non siano oggeto di trasmissione orale, il canale principale. c pe
sccoli passati il solo che permettesse una comunicazione differita nel temp
èil libro.
La trasmissionc, cd'ora in avanti intenderemo la trasmissione dei testi s:
ti, c in particolare dei testi letterari o ad cssi assimilabili, può cssere puu
meno complessa. Si può anzitutto dare il caso, che non è ovviamente p
frequentc, di un messaggio trasmesso direttamente, senza mcdiazion., dau
mittente (1'autore) a un destinatario intenzionale od occasionale ( le
re). Ci troveremo cosi davanti all'originale, a un anoscritto o a un
tiloscritto per cscmpio, c in questo caso dovremmo esSere sicuri del t
meccan
guasti
ammesso che sia facilmente decifrabile eche non prescnti Nppiamo ut
(macchie, lacerature ccc.). Questo almeno in teoria, perché distraz
che spesso, nello scrivere o nel ricopiare, commettiamo crrori di
ne" che radiscono il nostro pensiero, e dunquc. paradossalmene a
no l'originale può darci garanzie assolute sulla correttezza del abba
mss c
Né puo cssere preso per sicuro un testo a stampa di cui l':'autore
uollato, comedi solio avvicne, le bozze: l'edizionc critica dell'opea
autograhcalle pri
di Montale ha potuto correggere, conil ricorso agli
'istituzione letteraria

cdizioni, un
buon numero di errori tipografici pasati inosservati allo stesso
pocta.
posscdiamo| l'originalc (nessuna opera dell'antichità clasica c ben po
Senon dicevali ci sono giunte in originalc), un testo potrà cssere trasmesso da
testimoni (manoscritti o astampa), che solo raramcntc (c mai per
uno o pio
opere
clasiche) sono csemplati sull'originalc, mentre più spesso nc dipen
intermedic. E inevitabile
dono atttravcrso un numero sconosciuto di copic imputabil1 a cause
numcro di crrori,
che ogni testimonc contenga un certo
diversc.
I amanuensc (ma lo stesso vale per un tipografo) legge ncl modcllo e me Iguasti
nella trasmissione
trascrivc: puo
morizza una seric di parole, Sc le ridetta mentalmentc c le dei testi
leggerle male, può ricordarle male, può ridettarsele malc, può trascriverle
male: può distrarsi, un 'associazionc mentale può portarlo a scriverc qualco
a di diverso, può involontariamente correggere qucllo che non capiscC:
saltare
può ripetere alcune parole o lettere; può, ritornando sul modello,parola,
una parte di testo, specic se a breve distanza ricompare la stessa c
l'occhio ricade sulla seconda occorrenza c non sulla prima (è(t quello che i
ipograh chiamano occhio di pesce, e i filologi omotcleuto o saut du méme
au méme), Si tratta di fenomeni familiari a tutti, c basta aprire il giornale del
mattino per rendersiconto diquali traversic può avere incontrato un testo
digli Virgilio o di Dantc: la natura degli errori è grosso modo, la stessa. Per
antichi manoscriti, si aggiungono semmai altri problemi: non sempre
le abbreviature delle parole erano ben riprodotte o bene interpretate: un
amanucnsc poteva rimcdiarc di testa sua a un guasto meccanico; o cmen
darc una parte di testo che riteneva scorrctta: per non direc dei casi in cui
un opera cra sottoposta a radicali rimancggiamenti, o a tagli, ampliamenti,
censure e cosi via. I rischio di simili errori e interventi ovviamente aumenta
in rapporto al numero di intermediari che si frappongono tra un testimone
cl'originale.
Fin dall'antichità ha preso forma una disciplina particolarc, la filologia, che
si èdedicata alla cura eal restauro delle opere letteraric, come ad csempio i
Pocmi omerici, c poi dei testi religiosi, come la Bibbia, la cui tradizionc pre
scnta gli stesi problemi di qualsiasi altro testo. La filologiaè dunque sempre
csiia c, comesi puo facilmente capirs, ha avuto il suo sviluppo più impor
n epoca umanistica, quando I'intero patrimonio testuale del mondo
cassico fu atentamente riesaminato, anche alla luce di più rafinate cono
einguistiche; nello stesso tempo, si avviava la hlologia dei testi volgari.
ciot delle grandi opere del Medioevo, come la Commedia di Dante, elevate al
rango di "lassici" moderni.
Tuttuvia, i i metodi scguiti Lnon davano alcuna garanzia ai fini delristabili-
hiento dell'originale, o quanto meno di una soddisfacente approsimazione
ad esso. Nei casi
migliori,ori, l'cdizionc veniva fissata sulla base di un numero
ristretto di testimoni (codices plurimi), non sul vaglio dell'intera tradizione:

20
Introduzione alla letleratura

in alri casi era privilcgiato il testimonc pio antico lcodexiq


qucllo apparentemene più afidabile eon il minor numero
dierrot1
phimus). D'alra parte, un testimonc piu recente può in teona
una fonte anteriorc a quclla del testimonc più antico pervenIto
testimoni che si prescntano come affidabili lo sono perché
attingete
stati oggetto di aggiustamenti e di revisionicheli. possono
dall'originalc. allontanano ancota
La flologia È solo ncl corso dell'Otoccnto che la hlologia testualc, o critica dcl te
ottocentesca rivendica per sé lo statuto di disciplina scicntifica, claborando una
e il metodo procedure che vanno sotto il nome di metodo di Lachmann, coi detr.
di Lachmann Karl Lachmann (1793-1851), che ne fu, sc non
l'iniziatore, tra quclli che de
tero maggiori impulsi alla sua claborazionc. ll mctodo si tonda anzitutto
vaglio dell'intera tradizionc manoscritta o a stampa (recensiw),
mettend.
confronto itestimoni (collatio codicum), in modo da stabilirnc, sulla hu
degli errori, le relazioni reciproche. Una volta ricostruito il testo tradito
passa al suo csame (examinatio). per decidere se esso può o non puo con
dere con l'originale: in quest'ultimo caso, si postula in genere l'esistchzad
un capostipite comune atutti itestimoni che già contencva degli erron. ch
si sono poi trasmessi ai vari rami della tradizionc. Aquesta entità virtuale. che
si frappone tra l'originale e icodici superstiti, si dà il nome di archetipo. D
ove possibile, si cercherà di apportarc miglioramenti (emendatio) mediani:
ragioncvoli congetture (divinatio) alle lezioni dell'archetipo che si prexn
tano comc guastc.
La ricostruzione È dunque in base agli errori (non a tutti gli crrori, ma agli errori sga
dell'archetipo fhicativi o errori-guida) che si stabiliscono, secondo un ced1mente
indiziario, le relazioni reciproche tra i codici, rappresentabili iin grah.
(stemmi oalberi gencalogici) che daranno un quadro complesivo del.
tradizionc, permettendo di artribuire a ciascun testimone il valore che
compcte in rapporto con la sua posizionc, più o meno alta nel grah
Un attento esame degli errori permette di capire se duc tcstimoni son
apparentati, cioè risalgono a uno stesso anteccdente (errori congiuntin
oppurc se un testimonc non può dipendere da un altro (errori disgia
tivi): dati per csempio due manoscritti, Ae B, se Apresenta un crorc
tale natura che il copista di B non poteva, presumibilmente, corregy"
per congettura, è dimostrato che B non può dipendere da A. Il testo r
tico risultante da questa procedura non riprodurrà dunque la lezione
un singolo testimonc, ma ingloberà di solito lezioni provenicnti da p
manoscriti c da più rami della tradizione: sarà dunque, incvitabilme
un testo composito, che presta ascolto a piùtestimoni o gruppi (tamig
di testimoni.
Iproblemi specifhci Senza enrare in ulteriori dettagli, à evidente che il metodo lachmnarnni
aqucllo deik
dei testi medievali
ispira ai modelli forti della scienza ottocentesca,in particolare mct
scienze naturali, da cui mutua ad escmpio i grafici ad albero. Tale

30
L'istituzone letterarta

risultato di incontestabile
cticacianell'edizione dei clasic latini c grcci,
èmentrc, perr diversi motivi, la sua applicazionc ai testi modern1, oprattutto
aspetti disCLcutibili. Va ricordato che tuttc le operec dell an
medievali. prescnta
d(salvo i frammenti papracei) ci sono gunte attraverso la mcdiazionc
medievali, che raramente intervenivano sui testi che copavarno sia
di copisti dcgli auctores, sia perché, se si imbattevano in un errorc (am-
r rispetto
s che lo riconoscessero come talc), non crano in grado di correggerlo
etemporancamentc, non dominando pertettamente la lingua (o la metrica),
La nozione di çrrorc signihcativo valida solo a condizione che il copista sia
del tucto passivo. Molte opere volgari del MMcdiocvo (non tuttc, ovviamente)
sono invecc anonime c comunquc programmaticamente aperte alla riclabo
zione dei copisti o degli esecutori, hanno cio un grado di auatoritas molto
basso. Gli amanucnsi possono perciò permettersi di tutto, nel tentarivo di
migliorarc, aggiornarc, adattare alla propria varietà linguistica quanto hanno
dvanti; soprartutto, non hanno problemi con la lingua (o la metrica) dei
resti che rascrivono, sicché sono in grado di mascherare la maggior parte
degli errori.
Da guanto veniamo dicendo, inoltre, anche la nozione stessa di originale Relativizzazione
va relativizzata: se ad esempio di un racconto francesc in versi abbiamo del concetto
duc, tre, quattro versioni in parte coincidenti nella sostanza, in parte no, di originale
che senso ha cercare di risalire a un originale che probabilmente non è
rispecchiato in manicra fedele da nessuna delle versioni sopravvissutc? In
casi simili (che si verificano anche per l'antichità classica: basta pensa
re al Romanzo di Alessandro) un'edizione di tipo lachmanniano sarcbbe
un ibrido arificialmente costruito in laboratorio, in cuivengono confuse
mani ein un certo senso testi diversi: sarcbbc in pratica un altro rima
ncggiamento, dove il flologo assumerebbe lo stesso ruolo del copista
rimancggiatore odel giullare. Un altro problema è poi dato dalla lingua
dalle grafie: un'edizione composita di un classico latino non presenta
problemi di omogeneità perchéillatino non cambia da codice a codice:
ma nonè cosi per i testi volgari del Mediocvo che ci sono conservati da
manoscriti caratterizzati da specifiche patine linguistiche (dialetali) eda
abiti grafici propri: un'cdizionc composita genererebbe, anche in qucsto
caso, un ircocervo.
Ppunto avendo in mente questa tipologia di testi medicvali che Joscph Bédier e il ricorso
Dedier (1864-1938) sostenne il criterio del ricorso al "buon manoscritto, sot al "buon
tolincando ilvalore di ogni codice come documento di storia, di un ambientc, manoscritto"
ngusto letterario. Pubblicarc un unico manoscritto, correggendonc gli
aron evidenti, o pubblicare l'edizione di una stessa redazione (quando la
cdazionesia attestata da più testimoni), o in casi particolari ricorre
cdzioni sinottiche delle varic redazioni, possono essere tutte soluzioni
ori di un'edizione lachmanniana di cui non esistercbbero nemmeno le
prcmessc.
Introduzione alla letteratura

Tradizioni quiescenti La polemica tra lachmanniani e bédicriani non cancota


spcnta: ma
e tradizioni attive abbiamo visto l'applicabilià dei duc mctodi dipende in buona parte da com
tura dei testi su cui l'edirore si trova a operarc. Se distunguiamno, come la
posto Varvaro (1970, p. 86) impicgando termini ispirati alla vulcanglo
tradizioni quiescenti c tradizioni ative, potremo arrivare alla con
che il metodo di Lachmann funziona bene con le prime c molto menok
con le seconde; ma anche per qucste ultime esso aiuta a stab1lirei tapporms
itescimonic aprivilegiarli in base alla loro "competenza piuttosto che a
loro "plausibilita (ivi. pp. 96, 107-8).
La New Philology Un tentativo, non del tutto felicc, di conciliare lachmannismo e bédichi
t quello della cosiddetta New Philology (diffusa soprattutto ncgli Stati Ue
sulla scia di un discusso saggio del 1989 del francese Bernard Ce
Cerquigl
di ogni singolo rigo di un testo si possono csibire per csteso tutte le varuy
ti. grazic alle banche clettronichc di dati che non conoscono limiti di gy
zio, sicch ciascun lettore può ricostruire idealmente sullo schermo del
computer il testo che vuole. Ora, se tale metodo può risultare istruttivo pe
studiare ce toccare con mano la "varianza" delle opere medicvali, sembn &
scutibile estenderlo all'infnito, anzitutto perché il lettore moderno perde
rebbe qualsiasi termine di riferimento stabile (per esempio: quale versioee
sicommenta?); poi perché, in un cccesso di democrazia, si finircbbe per na
distinguerc tra varianti accettabili cd crronce: ancora, pcrch, se è vero chek
varianza caratterizza molti testi medicvali, Cssa in rapporto con la diftus
ne nel tempo dei testi (vale a dire che nonè mai simulanca né è mai percepia
simultancamente dai destinatari dell'epoca) cconil tipo di pubblico (yaki
dire che ha dei condizionamenti sociali). D'alra parte, la New Philology
avuto il merito di atirare l'attenzione sullo studio dei codici (flologia mait
riale), soprattutto all'interno di tradizioni critiche, come ad escmpio qucu
nordamericana, che ncl complesso se ne disinteressava.
Come si sarà capito, il grosso di queste polemiche riguarda la filologia n
dievale (non solo romanza): sarebbe impensabile proporre un'cdizion ct
tronica dell'Eneide nello stile della New Philology o un'cdizione basata su
"buon manoscritto': allo stesso modo, si è riunciato da tempo a cuz
lachmannianc di opere, come i romanzi di Chr¿tien de Iroyes, assolutamn
retrattaric aquesto metodo. Ci sono però testi medievali con auctoritas to
come la pocsia dei trovatorio quella italiana delle origini, che esibiscono
tradizione molto attivac riguardo ai quali ogni orientamento cditoriale p
prescntare vantaggie svantaggi.
Filologia dei testi
Ma al di là dei problemi che pongono i testi del Medioevo, non va din
a stampa ticato che esistono altre branche della flologia che affrontano questi
particolari osingoli aspeti della trasmissione. Oltre alla filologia mate
le, acui abbiamo or ora accennato, va ricordata la filologia dei classici
testi as el

pa, che si ispira alla textual bibliography anglo- americana. I


letteratura inglese hanno una tradizione prevalentemente a stampa.

32
L'istituzione letteraria

minciarc da Shakespcarc, sicché la filologia inglese ha dovuto affinare tec-


nichccditoriali
pccifiche, clhe risultano preziosc anche per altre trad1zioni
lctteraric a stampa.
lete riordata la critica delle varianti (in questo caso d'autorc), ora La critica genetica
detta anche critica genctica, vale a dire lo studio delle fasi prcparatoric di
un testo, delle suc varic redazioni c delle correzioni operate dall'autore stes-

so(per
la letteratura italiana, si ricordino almeno i casi di Petrarca, Tasso,
Manzoni).
a prassi della critica testuale e limitata a un numcro ristretto di specia- L'edizione critica
listi, i problemi gencrali della trasmissione c quindi dell'edizione dei testi come «ipotesi

Awrebbero interessarc ogni lettorc chc voglia rihutarc un atteggiamento di 1i lavoro

roale ingenuità davanti alla pagina scritta. In cffetti, sapere come un testo ci
hoiunto attraverso i sccoli signihca capire che itesti hanno, in un certo senso,
na loro vita nel tempo, c che è abbastanza raro che un messaggio letterario
giunga anoi destinatari nella sua forma originaria. Un'cdizione critica, scrive
Contini (1939, p. 369), «è, come ogni atto scientifico, una mera ipotesi di
lavoro, la più soddisfaccente (ossia cconomica) che colleghi in sistema i da
(i»: , secondo Avalle (1972, p. 20), «un omaggio estremo alla verità nasco
sta». Può dunque capitare, c capita di fatto, che una nuova edizione critica
di un'opera offra al lettore un testo anche sensibilmente diverso da qucllo
vulgato. Eppurc ogni cdizionc, anche la più rigorosa, non rapprescnta che
un'approssimazione aqualcosa, cioè all'originale, che per dehnizione resta
inconoscibile.

2.2. La competenza Le vicissitudini della trasmissionc non sono I'unica for- Altre forme
ma di disturbo acui può andare incontro il messaggio letterario nl tempo. di disturbo
Seè vero infati che il testo cambia, è altrettanto vero che cambia, econti nella trasmissione
nuamente, anche il pubblico, che spesso adistanza di poche centinaia di anni dei testi
parla una lingua che, pur continuando achiamarsi italiano o inglesc, èa volte
profondamente diversa dalla "stessa" lingua come la si parlava ola si scriveva
in un passato più omeno lontano. Ecambiano anche, da un'cpoca all'alra,
la conoscenzacla concezionc del mondo; cambiano gli istituti letterari ele
torme ci modi della diffusione dell'opera; cambia qucllo che si chiede alla
leteratura equcllo che gli scrittori chiedono al pubblico. Un'apera, in un
certo senso, non èmai la stessa, se l'interpretazionc che ne diamo, il modo in
cui ci accostiamo ad essa, la nostra capacità di immedesimarci in essa o all in
verso di servircene e di "usarla", sc tutto questo varia con il passarc dci sccoli c
avolte di poche
generazioni.
Ma sc ancora oggi, a prescindere da quello che la scuola suggerisce o impo
ne, riusciamo al
lcggiame OPere che ci giungono da un passato anche remoto, e
"ci piacciono", perché ci dicono" qualcosa o molto, per
he tappresentano un "documento o un "monumento" di altre civilà, o per
qusasi altra ragionc, resta il fatto che csiste un iltro, una "difterenzialità

33
Introduzione alla lelleralura

dice Contini (1977.p. 954). che si frappone tra noi c


la
cffetti, pagina,
difficoltà di ordinc linguistico, ma non solo. In c
che
pera contemporanca sia semprc più accessibile di
non e detto
un'opera che risale
secoli fa: semplicemente, le dificoltàsono di un tipo
cedatoda
che
d1vctsO,
titativamente diverso, diciamo, perché per un opera antica alla
,anche quan
imprescindibile, deicodici lerterari si deve aggiungere una
niverso idecologico e ilosofico, del contesto storico c sociale ece
1i l testo va del
conokenadelllin
conoscenza
Competenza
guistico in cui
La compctenza del lettore è
collocato. sistcma
teraria. Con
dunque la premessa a ogni comunicazione le
inguistica "competenza i linguisti di scuola
chomskiana intendono L.
e competenze capacicà, da parte del singolo parlante, di produrre c di
letterarie maticali. La competcnza letteraria si distingucrà da qucllacapire frasi or
fatto che l'abilità di capire testi letterari non linguistica Der :
quclla di comporta automaticament,
produrne: questo è un discorso che riguarda semmai la do
ma
sione del lavoro artistico in molti tipi di socictà. Inoltrc,
tenza di cui parlanoigrammatici generativi sarcbbe innatamentre
la combe.
quella dell'innatismo è ipotesi discussa e da molti rifhutata).nella parlante im
letteraria non può essere intesa che in competen,
che nel senso che è necessario un bagaglio un'accezionc storico-culturale, at
di conosccnze storiche e teoniche
non tutte ricavabili dai itesti.
r In alri termini, se è normale parlare una lingu
senza conoscerne la "grammatica, non èpossibile leggere Virgilio, e nem
meno Leopardi, senza possedere delle cognizioni sui codici letterari da cx
impiegati, nonché su un codice-lingua (il latino, l'italiano del primo Otto
cento) che non è il nostro. Non esiste pertanto una "competenza letterara
generale, al singolare per cosi dire, ma tante compctenze diverse per quant
sono gli aspetti in cui un testo letterario può cssere analizuato: componcnt
retorica, metrica, narrativa, generica (che riguarda cioè il gencere letterariole
cos) via.
L'approcio
filologico
hlologia, in scnso lato, potrà essere intesa come I'insieme delle compe
tenze necessaric a un contatto non parziale c non superficiale con il teso
letterario. Secondo la definizione di Balduino, «il complesso di studi cn
muovcndosi in vari settori eavvalendosi di diversi strumenti d'indaginc,
fondandosi sempre su un puntuale esame critico di testi, documenti
monianzc, mira a una csatta ed esauricnte comprensionc del testo mcu
nella sua precisa collocazionc storico-culturale e addirittura, in un r
più vasto, si proponc la intcgrale conoscenza c ricostruzione di un period
storico o di una o più civiltà, studiandone la lingua,, la letteratura, le diverx
manifestazioni culturali» (1979, p. 2). deltesto,che
-approccio filologico èperciò preliminare alla comprensioneordinestorico
beninteso dovrà csscre comunque fondata su conoscenze di cond
una
flosohco, che non scmpre:sonoricavabili dall'opera ma che ssono scnso
Siac
zionc per la sua intelligenza: non può che venire prima, inl'inguadramcn
un
nologico sia ideale, di ogni altra operazione suiitesti, come
34
L'istituzione letteraria

storiografhco, la monografa, la "critica" intesa come giudizio sul pregio ar-


delle opere. Questa anteriorità della ilologia non deve certo cssere
wambiata per superiorità n deve tungere da ostacolo, come talvolta accade.
l libere reinterpretazioni
vitaliti
eriscritturc dei classici, che danno loro al contra
straordinaria
rio una
Dlla definizionc che sopra abbiamo dato di flologia, come ricostruzione Filologiae critica
tesuale e linguistica ma anchc comc esplicitazione dei codici che presicdo
an alle scritture letteraric, apparirà chiaro che non è da intcnderc nccessa
iamente come disciplina storica o chc abbia per oggetto csclusivamente i
resti antichi. In realtà, anche uno studio narratologico (cfr. cap. 4. parr. 3.4
c s.6; cap. $; cap. 6. par. 1.1). purché cseguito in funzione del testo, può es
sere considerato come un intervento filologico su un'opera osu un corpus di
opere, comc lo è uno studio di stilistica o di grammatica della poesia (Conti
ni, 1977% PP. 970-2). La vccchia opposizione tra filologia ccritica, esasperata
dagli cpigoni del neoidealismo, non è mai stata sentita nemmeno dai padri
fondatori delo strutturalismo linguistico cletterario, alcuni dei quali aveva
no solide espericnze filologiche.

23 La traduzione La differenzialità linguistica tra l'opera e il pubblico La differenzialità


può cssere tale da offuscare in parte o in tutto la comprensione. Eper dif. linguistica
ferenzialità linguistica dobbiamo intendere ora non solo la differenza tra
due stadi diversi di una stessa lingua (l'italiano del Trecento versus l'italia
no contemporanco), ma anche la differenza tra duc linguc (l'italiano versus
il francese o il napoletarno versus l'italiano). Se lo scarto non è colmabile
con l'aiuto di un apparato di note o di un glossario o simili, si ricorre alla
traduzionc.
L'ampiezza dello scarto non è misurabile con paramctri assoluti. In Inghil Le diverse prassi
terra per csempio si traduce Chaucer e in Francia la letteratura medicvale, nazionali
mentre in Italia non ce l'uso di tradurre Dante o Boccaccio (trannc casi an
cora isolati, come la traduzione di Aldo Busi del Decameron). Èvero che lo
scarto tra l'italiano antico c quello contemporanco è inferiorc, benché non
di moltissimo, a quello tra il medio inglese e l'inglese e tra l'antico francese
eil francese; ma è anche questione della disponibilità del pubblico e della
quantità di lettori che si intende raggiungere, oltre che, ovviamente, dell'en
fasi che i programmi scolastici pongono: opere medievali (che in Italia è
ggore che non, per esempio, in Francia).
mquanto funzionale alla comprensione del testo, la traduzionc puð csse
E ista come un'operazione in primo luogo flologica. D'altro canto, in
Cghi traduzione il testo, che è l'oggetto principale della flologia, scom
Pare per essere sostituito da un "alro" testo, con I'inevitabile perdita di
Parte del messaggio. Ogni testo, infati, sipuò analizzare in un piano
dell'espressione ("come" qualcosa vicne detto) c un piano del contenu-
Che cosa viene detto): questi duc piani messi insicme esprimono a

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