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monodia
Partendo dal presupposto che non si hanno scritti di musica in senso stretto come partiture che ne
descrivono altezze e durata prima del IX - X sec. d.c., le prime cose che sono state scritte riguardanti la
musica sono in ambito sacro. Anche se per la monodia sempre sacra possiamo trovare qualcosa già
prima nel IV e V sec. d.c., per quella profana non si trova niente prima del 1200, 1300.
Per la polifonia che nasce sempre in ambito sacro, la troviamo solo dopo 1300 legato alla Ars Nova.
Via via si arriva all'inizio del 1800 al melodramma partendo dalla fine del 1500 dove nascono le forme
musicali strumentali dal barocco, partendo dalla sonata con tutte le sue svariate tipologie, sonate
solistiche, concerto, sinfonia, fino alle forme così dette libere svincolate da forme ben precise.
Indice
MONODIA
Cantus planus
Canzone trobadorica
Lauda
Teatro religioso
SdFRM1
Monodia sacra e profana: per sacra non si intende solo canto gregoriano; si può definire canto planus.
Canzone trobadorica: ovverosia monodia profana, ma che probabilmente era accompagnata, anche
se non ci sono documenti degli accompagnamenti.
Lauda: intesa come teatro religioso, rappresentazione religiosa, che fanno forza e potenza del canto,
del suono strumenti per meglio infondere e trasmettere con più la storia, il fatto religioso(funzione
didattica).
Monodia, intesa come linea melodica sia unica sia se per una voce, o strumento o più voci(coro) è
sempre e comunque unica e non accompagnata. Questo per il repertorio religioso era tassativo, mentre
per la musica trobadorica anche se non troviamo documentazione probabilmente lo era.
CONCETTO DI MONODIA
• Unica linea prevalente
• Esecuzione:
• Solistica
• Corale
• Accompagnata
• Non accompagnata
• Vocale
• Strumentale
SdFRM1
Nostro condizionamento da
contesto armonico del linguaggio
tonale
Alterità
di un‟esperienza musicale
esclusivamente monodica.
SdFRM1
Due elementi che caratterizzano queste monodie antiche sono l'elemento ritmico che è quasi assente,
censurato, e l'atonalità a cui noi ora siamo abituati: tutto questo ci fa sentire tale composizioni molto
lontane, antiche, passate. Noi abbiamo l'orecchio formato alla tonalità, mentre la grammatica del tempo
era costruito una struttura modale, di 5 note, pentafonica.
Logogensi e patogenesi: logos razionalità dato alla voce, testo, e pathos emozione dato dal suono sono
l'insieme dell‟opere musicale con prevalenza variabile di uno o dell'altra.
Nel canto gregoriano, cristiano, trobadorico, inni e laude che sono prevalentemente monodiche, il
rapporto testo musica può essere di tipo sillabico: ad ogni nota una sillaba del testo(intonazione del
testo), che molte volte è sempre la stessa con sillabe diverse(cantillazione, accentus), o semisillabico
(Concetus, melisma moderato) ad ogni sillaba corrispondeva una, due, tre, quattro o più note e infine
melismatico: stessa sillaba con molte più note, vocalizzi, (Jubilus).
SdFRM1 SdFRM1
Modalità di esecuzione:
antifonica: coro diviso in due si spartisce le parti del testo cantato, quasi come una botta e risposta
oppure tra un solista e il coro.
responsoriale: dove la collettività risponde sempre con lo stessa una parte uguale ad un testo eseguito
dal solista.
Questo modo di cantare nel repertorio religioso dove il significato del testo era principale e la musica ne
era al servizio esclusivo per sottolineare e amplificare il testo che doveva comunque rimanere integro,
perfettamente riconoscibile.
Tale concetto viene dal pensiero filosofico ben espresso da S. Agostino che dichiarava che chi cantava
pregando, pregava due volte.
SdFRM1
Esempio canto sillabico
Esempio di canto
melismatico SdFRM1
VOCE010 - SFRM1/01 - 03/03/2014
canto gregoriano(o anche detto canto piano o planus), monodia sviluppata nella chiesa cristiana dei
primi secoli, doveva mettere il corpo in stato di quiete e svegliare l'attenzione spirituale interiore, la
religiosità che doveva fare corpo comune a tutta la comunità.
Caratteristiche principali: testo latino, mancanza di strumenti (lo strumento era inteso profano),
monodico per rendere il testo più comprensibile e per mantenere il testo non confuso con altre parole.
SdFRM1 SdFRM1
Di polifonia non si parla fino al IX secolo e questo per scelta anche politica, visto che Carlo Magno unito
al Papa nel Sacro Romano Impero, per unire meglio la vastità dei territori, impone l'unificazione dei riti
religiosi. In questo trova Papa Gregorio Magno, che tempo addietro, manda in tutto il territorio i
predicatori per uniformare i vari riti religiosi, musicati, che si erano formati: c'erano il rito e canto
ambrosiano, gallicano, celtico, bizantino con lingue e modalità diverse.
Tutto questo viene scritto e documentato nel canto gregoriano, da uno storico di Gregorio Magno del
sec IX che crea una leggenda, questo per aumentarne il peso e l'importanza, in cui l'autore Papa
Gregorio Magno del V sec. riceve dalla colomba dello spirito santo la musica e testo dei canti gregoriani
che fino a quel tempo erano stati tramandati oralmente e che ora vengono, in modo primitivo, trascritti e
divulgati. A tal proposito si cita la famosa leggenda di san Gregorio Magno, tramandata da un intellettuale
longobardo della corte di Carlo Magno (Paul Warnefried, detto Paolo Diacono) e da un gruppo di illustrazioni di
vari manoscritti che vanno dal IX al XIII secolo: Gregorio avrebbe dettato i suoi canti ad un monaco, alternando
tale dettatura a lunghe pause; il monaco, incuriosito, avrebbe scostato un lembo del paravento di stoffa che lo
separava dal pontefice, per vedere cosa egli facesse durante i lunghi silenzi, assistendo così al miracolo: una
colomba (che rappresenta naturalmente lo Spirito Santo), posata su una spalla del papa, gli stava a sua volta
dettando i canti all'orecchio)
Inno ambrosiano
SdFRM1
VOCE011 - SFRM1/01 - 03/03/2014
altre caratteristiche canto gregoriano
Si usano le 7 note diatoniche, non esistono note alterate (oppure si trova il siB al posto del si naturale) e
l‟andamento melodico va per intervalli congiunti.
Si cerca di ridurre al minimo l'impatto ritmico anche perché non era segnato. Esistono due scuole di
pensiero: chi pensa che il ritmo era composto da sistemi preconfezionati fissi e chi indica che il ritmo si
appoggia sugli accenti sillabici. La mancanza di ritmo fa staccare il corpo dalle movenze inducibili dal
ritmo per unirlo in un unica anima comune.
Un esempio un' po' fuori da questo "modo" lo troviamo negli inni ambrosiani che in molti casi utilizzava il
metodo del contrafactus: l‟uso di melodie popolari a cui poi univano i testi sacri. Queste musiche
venendo dal popolare avevano ritmo e questo si rifletteva nei nuovi inni con una cadenza ritmica
costante che si sentiva a differenza della mancanza di ritmo nei canti gregoriani.
SdFRM1 SdFRM1
Nelle pratiche religiose del medioevo vi sono due liturgie principali, quella che si svolge all'interno dei
monasteri: la liturgia delle ore e la messa. Liturgia delle ore è l'organizzazione delle giornata in 8
appuntamenti di 3 ore in 3 ore per la preghiere e canti(mattutino, laudi, ore prima, terza, sesta nona,
vespri, compieta).
Ordinarium Proprium
Riti di
Introduzione KYRIE Introitus
GLORIA
Riti della
Parola CREDO Epistola
Graduale
Alleluia (o Tractus)
Vangelo
Riti del
Sacrificio SANCTUS e Offertorio
BENEDICTUS Communio
Postcommunio
AGNUS DEI
SdFRM1
La messa è la ritualità più importante e seguiva uno schema ben determinato con una sua forma che si
delinea nel campo musicale nel periodo polifonico, la suddivisione principale dell'ordinarium è:
riti di intonazione: Kirie e Gloria
riti della parola: Credo
riti del sacrificio: Sanctus e Benedictus, Agnus Dei
e che sono i testi delle parti sono sempre uguali e sempre presenti in tutte le messe.
Esistono poi delle parti del Prorprium Missae che variavano in base alle periodi dell'anno, Quaresima
Pasqua, Pentecoste, Avvento, Natale ecc.
Sequenze e tropi
Nel IX sec. di fronte a questo repertorio del canto Gregoriano, dato e intoccabile, si comincia a provare
a cambiare qualcosa, anche per motivi didattici per facilitare l'acquisizione del repertorio che
difficilmente era scritto o comunque leggibile dai cantori, per cui tutto veniva tramandato oralmente.
Quindi per imparare meglio lunghi melismi di 30 o 40 note dell' alleluja, sopra questi si scrivevano dei
testi che servivano per ricordare meglio queste lunghe variazioni d'altezza che si articolavano su una
sola parola, poche sillabe, o lettera: questa pratica si chiama sequenza. Questi via via diventarono
interessanti e belli, ritmati, narrativi che quasi piacevano di più del brano stesso che li contenevano tanto
da essere poi invece creati ex novo, sia in musica che testo, e inseriti prima, dentro o alla fine del canto
gregoriano: quasi una manipolazione del canto, dando così inizio alla pratica della tropatura (derivata
dalla sequenza).
Sequenza TROPATURA
SdFRM1
• Collocazione: SdFRM1
inizio, sezione intermedia, fine
Tutto questo venne però poi visto come qualcosa che deviava il senso del testo originario come dire
"sporcato", tanto che con il Concilio di Trento i tropi vennero bocciati e bruciati tranne cinque collegati a
festività ed eventi liturgici particolari come: Dies Ire(messa da requiem), Victime pascali(Pasqua), Vieni
santo spirito(pentecoste), Lauda Sion(corpus domini), Stabat Mater(venerdi santo), quindi monodie
sacre cristiane.
Sequenze “sopravvissute”
dopo il Concilio di Trento (1565) Dies Irae Stabat Mater
Victimae paschali laudes (Wipone, corte di Corrado II, m. 1050)
- per la Pasqua Stabat mater dolorosa Quae moerebat et dolebat,
juxta Crucem lacrimosa, pia Mater, dum videbat
dum pendebat Filius. nati poenas inclyti.
Veni, sancte Spiritus (Stephen Langdon, m. 1216)
- per la Pentecoste Cuius animam gementem,
Quis est homo, qui non fleret,
contristatam et dolentem
pertransivit gladius. Christi Matrem si vidéret
Lauda Sion (Tommaso d‟Aquino, m. 1274) Dies irae, dies illa,
in tanto supplício?
- per il Corpus Domini dies tribulationis et angustiae,
O quam tristis et afflicta
dies calamitatis et miseriae, fuit illa benedicta, ...
Dies Irae (Tommaso da Celano, m. ca.1260) dies tenebrarum et caliginis, mater Unigeniti!
- per il rito dei defunti dies nebulae et turbinis,
dies tubae et clangoris
Stabat mater dolorosa (Jacopone da Todi, m. 1306) super civitates munitas
- per l‟Addolorata/Venerdì
SdFRM1 Santo SdFRM1angulos excelsos.
et super SdFRM1
VOCE012 - SFRM1/01 - 03/03/2014
ascolto canto alleiuatico
“PROFANA”
προ φανóς [pro fanòs] : “ davanti/fuori del tempio”
Monodia profana: testo e contenuto non sacro, anche se non scritto si sa per certo che comunque c'è
un accompagnamento anche solo che seguiva la stessa melodia.
A partire dall'inizio 12° secolo si trovano tracce scritte testi di poesie che riportano in modo molto
embrionale, accennata, delle melodie da associare; risultato culturale che ha sviluppo nella Francia
meridionale esplicitati da personaggi di cultura elevata come Guglielmo IX d'Acquitania, Duca, Principe
e vassallo del re di Francia, che si dilettava nell'arte della musica e della poesia, cosa innovativa per un
cavaliere nobile che di solito comandava, amministrava e combatteva. Nuova coscienza di un nuovo
gusto per adornarsi la vita come la caccia, il banchettare, la musica, la poesia.
Ecco la nascita dalla Francia del sud i cosiddetti trovatori dal "trovare" e "tropare" che cantano in lingua
popolare volgare, lingua d'oc e d'oil e con altri temi tra cui l'amor profano.
TROVATORI
Canzone trobadorica
Periodo: fine XI – metà XIII
Francia del Sud (a sud della Loira) [cantio canso (trovatori); chanson (trovieri)]
Lingua: d‟oc Cinque, sei, sette stanze con stesse rime
(v. struttura degli inni);
Posizione sociale: nobiltà feudale
Temi: amor cortese, ideale aristocratico
LIRICHE (d‟amore, sirventese, ennui, planh)
Melodie: vicine a formule del gregoriano
NARRATIVE o DRAMMATICHE (pastorella, …)
prestiti da musica popolare A BALLO
“A FORMA FISSA”
SdFRM1 SdFRM1
Le tre tipologie della monodia seguivano le lingue della area geografica di appartenenza ed erano a) per
la sacra il latino, b) per la profana il volgare in area francese trovadorica trobadorica molto distante dalla
ufficiale, suddivisa in lingua d'oc nella Francia del sud, e che non è la ufficiale del nord della Francia dei
trovieri, la lingua d'oil che sarà la base della lingua francese d'oggi, c) la tedesca dei minnesenger e che
si trovano anche nel sud dell'Italia Puglia e Sicilia. Queste tipologie di monodia profana si inseguono
temporalmente a partire dal sud al nord della Francia per poi anche interessare l'area tedesca.
La novità culturale interessante da notare è il fatto che si cominci a trovare personaggi importanti come
nobili, cavalieri che ci lasciano scritte poesie e musica è un cambiamento di orizzonte culturale.
Teniamo conto che fin prima questi personaggi erano dediti ad amministrazione e guerre: questo segna
un vero cambiamento culturale. E importante è il fatto che si cominci a scrivere e lasciar traccia
documenti di musica profana. Tutto questo in un periodo in cui si sta sviluppando le nuove tecniche di
scrittura sia nel senso di altezze che del tempo, ritmo.
I temi profani dei trovatori e minnesnger riguardava l'amore, ma da principi cavallereschi di fedeltà,
fedeltà feudale della gerarchia dei vassallaggio che da chi stava sotto e che lo legava ai gradini superiori
fino al vertice.
LIRICHE NARRATIVE
SdFRM1 SdFRM1
I concetti di senso di dedizione fedeltà al servizio di autorità e delle loro cause, come le crociate, si
trasferisce nell'ambito della relazione fra i sessi il cosiddetto "amor cortese": il fatto di consegnarsi
all'innamorato/ta nella tensione infinita, nella passione dell'oggetto d'amore, la sua divinizzazione lo
rende irraggiungibile, dando il valore della crescita morale, che mi migliora mi innalza quasi a una
spiritualità cristiana. Alcune di queste forme non erano solo votate alla descrizione della sofferenza e
passione per l'irraggiungibile e idealizzazione paradisiaca, ma anche esaltazione della passione dei
sensi con un alto valore erotico che non si trovava scritto ormai da parecchi secoli (I e II sec. d.c latini).
Altri temi il ricordo del compianto del caro, dell'amato, o del grande personaggio scomparso(lamento
funebre), la chiamata alla crociata, il ritorno, la prigionia, l'esilio, oppure i piaceri dei sensi, andare a
caccia, bere vino, il buon cibo, le feste ecc.
Le forme musicali seguono per ora le forme poetiche: canzone, chanson per la Francia e Lied per la
Germania. Queste erano composte da stanze, strofe con strutture regolari che alternano numeri di
sillabe per stanza, e che ben presto cominciano a utilizzare le rime. Se dalle lingue antiche si
costruivano le strutture dalla misura delle sillabe, lunghe o brevi, si passa alla versificazione
accentuativa regolare(pratica degli inni ambrosiani) con accenti forti e deboli in modo regolare, che
addirittura si attendono e prevedono, con l'aggiunta della rima per aiutare la memorizzazione e
aumentarne il piacere estetico.
Queste canzoni possono essere molto lunghe con stanze a versi differenti. Possono avere varie forme e
contenuto di storie d'amore, storie di guerra con modalità fissate con strofe musicali che si ripetono e
che cambiano il testo raccontate in prima o terza persona. Alcune sono drammatiche dove ci sono due
soggetti che agiscono su una scena con alternanza di strofa prima uno poi l'altro.
DIALOGICHE A BALLO
SdFRM1 SdFRM1
Poi ci sono le canzoni a ballo cioè cantate e danzate dove non si tratta di danze di coppia, ma bensì a
gruppo con qualcuno che conduce e gli altri che imitano come antifoniche e responsoriale, oppure le
due file uomini e donne nelle danze popolare con movimenti che descrivono la canzone e la rendono
partecipativa.
Poi ci sono le canzoni satiriche che prendono in giro i potenti regnanti, il clero, o semplicemente l'oste.
Poi ci sono "l'alba" , e la "pastourelle" sono due tipologie dove l'una sono il lamento di divisione all'alba di
due amanti clandestini dopo una notte d'amore, sopratutto da parte di lei; l'altra invece c‟è un gioco
sociale esplicito di un cavaliere che cerca di assicurarsi le grazie della pastorella di grado sociale
sicuramente inferiore dove lui comincia a lodare le sue grazie e lei lo respinge. Viene anche chiamata
tenson, per la tensione di botta e risposta che si instaura tra i due personaggi.
Il Lai, tipico dei trovieri, è la classica narrazione lunga di racconti, leggende dei cavalieri di Carlo Magno,
Re Artù, degli amori di Lancilotto e Ginevra, Tristano e Isotta, la ricerca del Santo Graal, e derivano dalle
storie che non si inventano i trovieri, ma arrivano dalla cultura orale Celtica del nord che percorreranno
l'Europa per arrivare fino a noi.
...
VOCE021 - SFRM1/02 -
trovatori e trovieri
Con Bernard de Ventador(1130-1200), di una due generazione più avanti di Gugliemo XI, per prima
cosa vediamo che non è un nobile e/o cavaliere, e i temi hanno sempre a che fare con l'amore ma
immerso nella natura, gli alberi, l'allodola, il canto degli uccelli, quasi un pre romanticismo, con metafore,
l'allegorie, paragoni con il piacere di godere della natura e i piaceri dell'amore, e versificati in poesie
musicate: tutto questo in un periodo il medioevo non certo a favore di questo.
I nomi dei trovatori loro vita e condizioni dove sono andati le troviamo nella "vidas", vite romanzate di
questi personaggi: da qui si evince che molti di questi vennero in Italia in particolare nel nord dando
probabilmente vita a quella che sarà la nostra letteratura. Comunque anche senza vidas si riesce a
capire chi è l'autore di un brano anche se non firmato, perché lo troviamo direttamente nel testo della
poesia, vedi il lamento in ricordo di Gugliemo IX, di Marcabu che lo dichiara proprio all'inizio(verificare
da slide).
Bernart de Ventadorn
Can vei la lauzeta mover
Lo stesso Marcabru che scrive prima in latino ora scrive anche in lingua d'oc le pastoruelle.
Altro argomento è la descrizione di uno proprio stato d'animo, personale.
Descrizione pergamena testo e musica e disposizione.
Marcabru - Pastorela
SdFRM1
Mai nessun prigioniero potrà Ora so bene, con certezza, Lo sanno bene gli Angioini e i
Ja nuns hons pris ne dira sa esprimere Che un prigioniero non ha più Turennesi,
raison Bene quel che sente, senza parenti nè amici, Quei baccellieri che son sani e
A droitement, se lamentarsi: Poiché mi si tradisce per oro o per ricchim ora,
dolantement non: Ma sforzandosi puo' argento. Che io sono lontano da loro, in
Mais par esfort puet il faire comporre una canzone.
chançon. Ho molti amici, ma poveri Soffro molto per me, ma più per la mano ad altri.
Mout ai amis, mais povre sono i loro doni. mia gente, Mi aiuterebbero molto, ma non ci
sunt li don. Saranno biasimati, se per Poiché, dopo, la mia morte sarà sentono.
Honte i avront, se por ma non darmi riscatto, biasimata Di belle armi e di scudi sono privi,
reançon Son già due inverni che Se a lungo resterò prigioniero. Perché io sono qui prigioniero.
Sui ça deus yvers pris. sono qui prigioniero.
Non c'è da meravigliarsi se ho il Sorella Contessa, che conservi e
Ce sevent bien mi home e mi Ma i miei uomini e i miei cuore dolente, protegga
baron, baroni,
Ynglois, Normanz, Poitevin Dato che il mio Signore tormenta la Il vostro alto pregio Colui cui mi
Inglesi, Normanni, Pittavini e
et Gascon Guasconi, mia terra. appello
Que je n'ai nul si povre Sanno bene che non lascerei Se si ricordasse del nostro E per cui sono prigioniero.
compaignon marcire in prigione giuramento E non lo dico certo a quella di
Que je lessaisse, por avoir, Per denaro neanche l'ultimo Che entrambi facemmo di comune Chartres,
en prison. dei miei compagni. accordo, La madre di Luigi.
Je nou di mie por nule E non lo dico certo per So con certezza che mai, adesso,
rentrançon, rimproverarvi, Da così tanto sarei prigioniero.
Car encor sui pris. Ma perché sono ancora qui
SdFRM1 prigioniero. SdFRM1
Adam de la Halle si può dire l'ultimo troviere del periodo, che scrisse e rappresentò una pastourelle
drammatica, come teatro, in completa antitesi con, la filosofia della chiesa, che ammetteva la sola
rappresentazione eventualmente sacra. Questa pastourelle Jeu de Robin et Marion due popolani che si
amano dove arriva terzo incomodo, il Cavaliere, che importuna Lei, ma che viene allontanato dagli amici
di lui Robin. Probabilmente visto che Halle è stato al servizio di Carlo d'Angio alla corte di Napoli, questa
fu la sede della prima rappresentazione. Quindi troviere francese, storia inglese, rappresentata in Italia
per di più nel meridione
Adam de la Halle
SdFRM1 SdFRM1
Le jeu de Robin et Marion
VOCE022 - SFRM1/02 -
Minnesanger
Dopo i trovatori, poeti musicisti che cominciano la storia moderna di musica per poesia al sud della
Francia usando la lingua d'oc del sud si passa ai trovieri stessa figura sorta a nord della Francia un po‟
più tardi in lingua d'oil con temi cavallereschi poemi di storia di guerra, alleanze tradimenti e d'amore per
finire ai minnesaenger, poeti d'amore tedeschi che prendono dai trovieri i temi e le forme e le
trasferiscono nei lied(fine XII sec), ma in modo più rigoroso.
Dalla Borgogna la cultura dei trovatori e trovieri vengono portati da Beatrice di Borgogna andata in
sposa a Federico Barbarossa in Germania: questo fa nascere i minnesaenger, poeti musicisti d'amore
in area tedesca. Questi furono i genitori di Enrico VI, governante dell'Italia meridionale(morì a Messina)
padre di Federico II patrocinatore delle arti, della musica, della pittura e architettura, mente eccelsa
dell'inizio del XII sec.
Enrico VI, Federico II e altri personaggi più o meno importanti, pur sempre colti, che furono Minnesenger
fanno parte di un Codex Manesse, raccolta commissionata da un nobile famiglia tedesca.
Tagelid, Aube,alba tema dell' abbandono dopo un note di passione è ripresa anche in tedesco dai
minnesenger
Codex Manesse
MINNESAENGER
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Vor dem walde in einem tal, Vicino alla foresta nella valle,
tandaradei, Tándaradéi,
schône sanc diu nahtegal. Dolcemente canta l‟usignolo.
SdFRM1 SdFRM1
Dietmar von Aist (metà XII sec.)
VOCE031 - SFRM1/03 - 17/03/2014
il canto gregoriano è stato per secoli il serbatoio da dove attingere il materiale di costruzione di base di
tutta la lettura sacra europea dell'occidente in cui si dispiega la capacità architettonica da cui evolveva
anche il linguaggio armonico, diventando lo specchio della musica occidentale. Le tecniche costruttive
del utilizzate vengono poi utilizzate e raffinate nella musica profana per secoli fino ad autori del 1800
come Haydn, Mozart.
Useranno materiali e stili diversi, ma molto della capacità elaborativa musicale tecnica nasce in questo
ambito. L'organum, organo al plurale, è il primo esempio di forma polifonica che troviamo scritta, ma
sarà la forma che subirà parecchie trasformazioni per 4-5 secoli dal X al XV.
Mottetto è un' altro esempio polifonico dal 1200 in poi, sacro, profano, a tre o 4 voci ed il campo d'azione
con forme sempre più sofisticate.
Messa è la rivisitazione, in senso di rivivere, il sacrificio di Cristo ed è il primo rito complesso delle
comunità cristiane, con la suddivisione del ordinarium in: Kirie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei e
Benedictus, e quella variabile del Proprium molto più numerose, in forma monodica. Nella polifonia
sacra la messa, come la sinfonia nella musica orchestrale diventerà l'impegno più grande più vasto, che
i musicisti prenderanno in carico per la produzione di opere di largo respiro.
Organum inteso come strumento che accompagna il canto gregoriano, non accompagnabile, sarà
probabilmente avvenuto, ma non abbiamo traccia. Stessa cosa sarà probabile in solo a più voci.
Il primo documento, trattato forse dell'inizio del X sec che presenta il primo esempio di Organum, dove si
vede la melodia gregoriana con accompagnata un'altra voce che la segue, parallela e questa sarà
utilizzata per circa un secolo, un secolo e mezzo: organum parallelum.
ORGANUM
• [spontaneo] ?
• Parallelo IX - X sec.
• Discantus XI - XII sec.
• Melismatico XII - XIII sec.
Nell'undicesimo secolo in un trattato di Milano viene ammesso, segnato, che la voce inventata possa
avere il moto contrario, facendo qualcosa di diverso dalla vox principale, per arrivare ancora più avanti
l'organum melismatico cosicché al vecchio canto originale gregoriano sarà affiancato un nuovo canto
articolato tutto inventato: grande novità che sarà il nuovo interesse d'ascolto.
Organum potrebbe essere lo strumento e in latino significa anche macchinario. La modalità di
esecuzione ci viene descritta nei vari trattati come il Musica Enchiriadis che uno dei grandi trattati di
musica del medioevo inteso come manuale.
Machina Organum
• Trattati
• Musica Enchiriadis (X sec.)
= macchinario = piccolo strumento
• Micrologus de Musica (Guido d'Arezzo, XI sec., 1° metà)
• Ad organum faciendum (XI sec., 2° metà)
da Musica Enchiriadis
ORGANUM PARALLELUM
01_SdNM1
Un po' più tardi troviamo(qualche decennio) nel trattato di Milano, Ad organum facendium, come fare un
oragnum e qui troviamo come fare il moto contrario, quindi prima dichiarazione di non imitare
rigidamente la vecchia teoria. Altro documento importante è il tropario di Winchestrer, inglese, dove
troviamo alcuni esempi di polifonia.
Da qui si evince quindi anche la necessità di rappresentazioni precise per documentazione e lettura a
più voci; finché si parla di monodia la cosa poteva anche essere tramandata oralmente, ma a più linee
bisogna dare una rappresentazione grafica.
Le prime due voci della prima polifonia legata alla tradizione cristiana, quindi la vox principalis era il
canto gregoriano originali messo in alto per essere più riconoscibile, la nuova voce organalis veniva
messa sotto, tra l'altro nemmeno a volte scritta ma semplicemente specificato l'intervallo parallelo.
Ricordiamo che l'intervallo consentito poteva essere di 4 o 5 costruita anticamente da Pitagora e questo
per la musica monodica a differenza delle 3 e 6 che apparivano dissonanti.
Ad un certo punto avviene un cambiamento importante: l'inversione tra le voci: l'interesse sempre più
alto verso la nuova voce inventata organalis per cui viene messa sopra per sentirla meglio. Rimane però
la scansione nel tempo di nota contro nota tra oragnalis e principalis, definendo così la pratica del
contrappunto. Raramente in alcuni passaggi la voce inventata passa velocemente per gradi cosiddetti
dissonanti dando nuovi spunti all'insieme. Il rapporto tra melodia e il testo rimane sillabico tranne alcune
momenti melismatico, sempre sulla nuova voce organalis. Si trovano anche composizioni con tre voci
dove la voce principalis veniva accompagnata da due voci organalis parallele che a volte si per
piccolissime frazioni divergevano.
VOCE032 - SFRM1/03 - 17/03/2014
Ars antiqua - Ars nova 1150-1200 - Stesso periodo della nascita della musica trovadorica.
Scuola di NotreDame, Abbazzia San Marziale a Limoges (geograficamente punto nodale), Santiago de
Compostela, sono i tre luoghi determinanti per la raccolta dei primi codici e canti del periodo medievale.
XII secolo
“secolo d‟oro”
Nel cammino per SdC il tracciato era seminato da centri di culto dove si promuovevano le ritualità che
venivano raccolti e custoditi come i canti della cristianità. In questi codici la notazione diastematica (che
indica gli intervalli tra le note) precisa, con le chiavi in forma contrappuntistica o melismatica.
ORGANUM MELISMATICUM
Scuola di NotreDame, vi sono gli organi melismatici, dove la parte originaria, viene talmente stirata, in
modo da far fiorire sopra degli organi melismatici nuovi.
Dall'Abbazia di San Marziale, si notano le chiavi, la parte inferiore originale più o meno sillabica
melismatica con un parte sopra molto fiorita.
Organum melismaticum
Il primo importante magister della scuola fu Leoninus che scrisse un grande numero di organa.
Sua caratteristica era quella di una vox principalis molto estesa larga con note molto lunghe chiamata
tenor, proprio per il fatto di tenere il suono, dove sopra le organum fa dei vocalizzi senza testo.
Scrisse l'importante Magnus Librus Organi a due parti, organi melismatici.
LEONINUS
Di una generazione successiva arriva il Perotinus che scrive organi a tre voci: abbiamo sempre la voce
principalis sotto e due voci organa sopra spesso parallele ulteriormente melismatici, ma con le
indicazioni del tempo visto che non sempre andavano paralleli e a tempo fra loro.
PEROTINUS
A questo punto arriva il mottetto che prende posto dell'organum, dove anche la parte bassa del vox
principalis si muoveva di più anche per fa sentir meglio il testo principale: clausola.
Altra particolarità del mottetto ormai in divenire è di avere più di un testo.
Mottetto deriva da motet=parola, quindi piccolo testo, cioè aggiunta al testo originario di più voci con
testo differente, addirittura la seconda voce il duplum si chiama proprio motetus. Altro significato di
mottetto viene da movimento, come qualcosa che si muove (da notare similitudine con i tropi e
sequenze di 2 secoli prima).
La nascita del mottetto viene identificato dalla sua politestualità e dal polinguismo, ma questo solo
all'inizio. Questa forma mantiene sempre la voce principale sotto in latino, ma sopra per situazione non
prettamente religioso in altra lingua, fino anche con tre testi in tre lingue diverse, oppure addirittura il
canto base espresso solo musicale con strumento e voci superiori duplum e triplum con voci e testi con
lingue diverse.
Duplum:
Pucelete bele/Je languis/Domino
Cantus:
O Maria virgo Davidica O Maria maris stella Plena (Codice di Montpellier, XIII sec.)
Virginum flos vitae spes unica gratiae
Via veniae Lux gratiae mater Mater simul et puella vas Pucelete, bele et avenant Giovinette belle e graziose
munditiae
clementia Templum nostri redemptoris sol Joliete, polie et pleisant Così belle, cortesi e gentili
Sola jubes in arce coelico justitiae
Obediunt tibi militiae Porta coeli spes reorum throno La sadete que je desir tant Quella affascinante che io desidero
Sola sedes in throno gloriae gloriae Mi fait lies, joli, Mi rende felice e amante.
Gratia plena fulgens deica Sublevatrix miserorum vena
Stellae stupent de tua facie veniae Envoisies et amant, Perfino in Maggio, nessun usignolo
Sol luna de tua potentia Audi servos te rogantes mater
gratiae N'est en Mai einsi gai sa cantare così gioiosamente.
Quae luminaria in meridie
Tua facie vincis omnia
Ut peccata sint ablata per te rousignolet chantant Io amerò con tutto il mio cuore
hodie
Prece pia mitiga filium Qui te puro laudant corde in S'amerai de cuer entierement La mia bella bruna, gentile
Miro modo cujus es filia veritatem
Ne judicemur in contrarium
M'amiete la brunete compagna.
Sed dat aeterna vitae premia jolietement. La mia dolce amica, che da tempo
Bele amie qui ma vie en vo tiene la mia vita nelle sue mani,
Tenor: baillie aves tenuetant, Mi mostri compassione,
Veritatem Je vos cri merci en soupirant. Io chiedo pietà, piango e sospiro.
Nel 400 e 500 il mottetto diventerà area di sperimentazione vocale fino ai giorni nostri come nella
dodecafonia.
Motetto isoritmico: prendo la melodia del canto gregoriano originale (color), le riorganizzo le ridispongo
con pause inframmezzate come desidero(talea), e le ripeto finché mi serve, per scrivere poi sopra gli
organa. Riorganizzo la base ritmica con la melodia del tenor, per riscrivere sopra le voci superiori. Tutto
questo dapprima da e per il sacro, poi trasferito al profano.
MOTTETTO ISORITMICO (XIV secolo)
MOTTETTO ISORITMICO
Autonomia FORMA musicale rispetto al TESTO
Esempio di COLOR
ISORITMIA
RONDEAU BALLADE
Guillaume de Machaut
Poesia Musica Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse Poesia Musica
Una strofa di 8 versi: Rondeau a 3 voci
4° uguale al 1° A per 1°, 3°, 4°, 5°, 7° verso 3 strofe (gen.) (= per ogni strofa)
ultimi due = primi due. B per 2°, 6°, 8° Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse stesso numero di versi,
M'a doucement de bien amer espris.
A A stesse rime, A (ouvert)
B
C
B Pris ha en moy une amoureuse emprise - stesso verso finale A‟ (clos)
A Dix et sept, cinq, trese, quatorse et quinse –
A A B (fine B=fine A‟)
D A Pour sa bonté que chascuns loe et prise
E B Et sa biauté qui sur toutes ont pris.
A Dis et sept, cinq, trese, quatorse et quinse
A M'a doucement de bien amer espris.
B B
Guillaume de Machaut
Plourez dames VIRELAIS
Ballade a 3 voci VIRELAIS Douce dame jolie (Guillaume de Machaut)
Plourez, dames, plourez vostre servant,
Qui ay toudis ay mis mon cuer et Douce dame jolie,
m'entente, Poesia Musica Pour dieu ne pensés mie
Corps et desirs et penser en servant Que nulle ait signorie
L'onneur de vous que Diex gart et (gen. 3 strofe)
augmente. Seur moy fors vous seulement.
Vestez vous de noir pour my, Mais certeins sui qu'en vous de A A Qu'adès sans tricherie
Car j'ay cuer teint et viaire pali, bien a tant Chierie vous ay et humblement
Et si me voy de mort en aventure, Que dou peril, où je sui sans aab bba Tous les jours de ma vie
Se Dieus et vous ne me prenez en cure. attente,
Me geterez, se de cuer en A Servie sans villain pensement.
plourant A Helas! et je mendie
Mon cuer vous lais et met en vo Priez à Dieu qu'à moy garir
commant, s'assente.
ecc. ecc. D'esperance et d'aïe;
Et l'ame à Dieu devotement presente, Dont ma joie est fenie,
Et pour ce je vous depri
Et voist où doit aler le remamant: Qu'à dieu vueilliés pour moy Se pité ne vous en prent.
La char aus vers, car c'est leur droite faire depri, Douce dame jolie,
rente; Ou paier crien le treü de
Et l'avoir soit departi Pour dieu ne pensés mie
Nature, Que nulle ait signorie
Aux povres gens. Helas! en ce parti Se Dieus et vous ne me prenez
En lit de mort sui à desconfiture, en cure. Seur moy fors vous seulement.
Se Dieus et vous ne me prenez en cure.
VOCEO045 - SFRM01/04 - 24032014 - 9 min.
ascolto Machault: Ma fin est mon commencement (rondò)
La balade, e molto più lunga ed è composta da almeno tre strofe composta da stesso numero di versi e
stesse rime e l'ultimo verso sempre uguale ripetuto ad ogni strofa.
Nell'uso del trecento al tenor per dagli un po' di peso bilanciamento il canto principale, si mette il
contratenor, che può essere superior, ma sopratutto bassus, da cui così la nascita dell'odierno basso.
La musica è sempre la stessa per tutte le strofe. Virlai, danza, giro; ricorrenza di rime tra versi e strofe.
Il madrigale è una forma di poesia per esempio due terzine (due strofe) da tre versi endecasillabi con
schema di rime uguali - una strofa di tre versi, un altra strofa tre versi con un sistema di rime uguali e un
distico, due versi con rima baciata, dove la melodia A viene usata dalle strofe e la melodia B(ritornello)
per il distico. L'inizio della strofa a ha un carattere melismatico.(anche il B).
Landino, ecclesiastico, organista cieco autore in assoluto di madrigali italiani profani
Ballata = vedere slide struttura compatta con richiami per la danza: ripresa di 2 versi endecasillabi; 2
piedi (o mutazioni) di 2 versi endecasillabi ciascuno, con identiche rime; un volta uguale alla ripresa, di 2
versi; il primo di essi rima con l‟ultimo verso del secondo piede; il secondo rima con il primo della ripresa.
Si ripete la ripresa da capo. Gli episodi sono due su A si eseguono le riprese e la volta, su B i piedi.
Le ballate erano a 2 o 3 voci: cantus, tenor e contratenor tutte eseguite localmente o a volte con
strumenti al posto delle voci inferiori.
CACCIA
Tosto che ll‟alba del bel giorno appare
isveglia gli cacciator: – Su su su su ch‟egli è ‟l tenpo.
Alletta gli can: – Te te te te, Viola.
– Te, primerante. –
Sus‟alto al monte con buon cani a mano
e gli brachett‟ al piano.
E nella piaggia ad ordine ciascuno. –
– Io vegio sentir uno
de‟ nostri miglior brachi: star avisato! –
– Bussate d‟ogni lato
ciascun le machie, che Quaglina suona. –
– Ayo, ayo, a tte le cerbia vene. –
– Carbon la prese, in bocca la tene. –
Del monte que‟ che v‟era su gridava:
– All‟altra, all‟altra! – suo corno sonava.
Gherardello da Firenze
Caccia, vuol dire inseguimento, natura, richiami onomatopeici degli animali a mo di sceneggiatura e usa
molto il canone(inseguimento) a due o tre voci fondata su la parte bassa che va per conto suo se a due
voci la seconda la segue a canone, se a tre la bassa sta per conto suo e le due voci superiori si
inseguono a canone.
VOCEO050 - SFRM01/05 - 31032014
le strategie delle forme della musica polifonica sacra nel periodo della ars nova si trasferiscono nella
composizione della polifonia profana con contenuti amoroso, affettivo, naturalistico, civile. Due fra i
maggiori autori che operano in tal senso sono in Francia G. de Machault e in Italia Landino.
Il mottetto isoritmico ci dimostra la presenza di un progetto compositivo sopratutto nell'ambito sacro, ma
anche profano, dove la base deve essere presa dal canto gregoriano, e questa viene inquadrata in un
cellula ritmica, che viene ripetuta: il ritmo del mottetto in fondo continua a ripetersi fornendo la base
ritmica, al tenor, e sopra le altre voci sono libere di muoversi(questo nel 300)
Machault è il primo autore attestato che nel 1360 circa scrive da solo la prima messa: La Messa di Notre
Dame. Ne esiste un'altra di circa 20 prima, Messa di Tourneè a tre voci, ma è di autori diversi tra cui lo
stesso Machault. La MdND è scritta a 4 voci, in forma mottettistica con tutte le voci nuove, e la struttura
del conductus, cioè queste si muovono in omoritmia, tutte con lo stesso ritmo, anche se ogni tanto
queste stesse si slegano e seguono tempo diversi, ma per brevissimi momenti. Pur di sapore antico e
antiquato, si sente il gran senso spirituale e profondo, ma altamente raffinato. Questa MdND ci dimostra
il nuovo senso della concezione ed evoluzione della composizione unitaria.
In questo secolo numerose sono le composizioni, sopratutto mottetti, con una complicazione via via più
ricercata quasi intellettualisticamente perseguita a dimostrazione quanto comporre musica fosse
diventa una complessa costruzione di architettura sonora, arrivando così al '400.
In contropartita di questo nuovo modo quasi celebrale, scarsamente godibile, arriva dall'Inghilterra con
le loro forme del gymel con sonorità meno astruse fondate su intervalli di terze e seste, che fanno
cambiare le modalità fondate sugli intervalli di 4° e 5° usate per secoli.
Le nuove tecniche del „400 ora utilizzate andavano per imitazione, già sperimentate, dalla fine del „300,
e gli autori che la sviluppano sono i fiamminghi che nati e creati nelle cattedrali del nord Europa del
Olanda, Belgio nord ovest Francia, poi andarono a lavorare in tutta Europa. A sua volta in Italia nel '500
gli autori prenderanno le base e le tecniche dei fiamminghi sviluppando le loro forme che a sua volta
riverseranno ancor di più in tutta Europa.
Scuola franco-fiamminga
Le tecniche imitative dei fiamminghi, base per tutti gli autori della musica fino ai nostri giorni come nella
dodecafonia, passando prima per Bach, Mozart, Beethoven, Brahms, si fondano sulla imitazione di una
voce che può essere semplicemente raddoppiata ad altra altezza e che si chiama "diretta"; oppure fa la
melodia partendo dalla fine all'indietro detto "retrogrado", oppure ancora a specchio, simmetrico,
cosiddetto "inverso".
IMITAZIONE
CANONE
Si può fare anche l'insieme delle due il "retrogrado inverso" o "Inverso retrogrado". Tutte queste
potevano essere spostate a livelli diversi sul pentagramma, l'importante era il profilo. Altra tecnica era
passare da un ritmo ternario al binaro e viceversa, cambiandone il ritmo, chiamato "canone
mensurale"(mensura=misura), oppure aumentando o diminuendo tutta la voce per passi relativi quindi
lavorando per diminuzione o aumentazione, sento la stessa cosa, ma con velocità diverse. Altro è
canone "enigmatico"(rebus) e "alla mente"(invento sulla base della melodia). Canone: voce che parte
con una idea e le altre cercano di restare dentro a questa idea con tutti questi giochi sopra descritti,
cambiandoli via via all' interno della composizione, non è che una volta partita l'imitazione la mantengo
per tutto il brano stesso.
Naturalmente tutte queste tecniche non erano codifiche fisse e immutabili, ma proprio l'insieme di
queste con le loro possibili variazioni, sopratutto nei passaggi dall'uno all'altro, creano l‟idea musicale.
VOCEO051 - SFRM01/05 - 31032014
autori del 400 fiammingo
GUILLAUME DUFAY
(ca. 1397 – 1474)
Cambrai
Italia
(Rimini, Bologna,
Roma, Firenze,
“Savoia”, Padova, ...)
Cambrai
Guillame Dufay nato nel 1400, cantore canonico e sacerdote nella cattedrale di Cambrai fu il più
eminente e celebrato musicista del suo tempo. Scrisse l'assai celebrato mottetto Nuper rosarum flores
composto per l'inaugurazione della cattedrale si Santa Maria del Fiore di Firenze 1436.
Nuper rosarum flores
Guillaume Dufay Virgo decus virginum,
Nuper rosarum flores Ex dono pontificis Tuus te Florentiae
« Si udirono cantare voci così
Hieme licet horrida Devotus erat populus, Architetture musicali
Mottetto isoritmico mensurale numerose e così varie, e tali Tibi, virgo coelica, Ut qui mente et corpore
1436 sinfonie s'elevarono verso il Pie et sancte deditum Mundo quicquam exorarit. Nuper rosarum flores
cielo, che si sarebbe creduto
di sentire un concerto Grandis templum machinae Oratione tua
d'angeli [ ... ] Quando il canto Condecorarunt perpetim. Cruciatus et meritis
4 voci
cessava [ ... ] si sentivano Hodie vicarius Tui secundum carnem 4 sezioni: (ognuna 28+28 battute)
suonare gli strumenti in
maniera [ ... ] allegra e soave Jesu Christe et Petri Nati Domini sui 3/2
[ ... ] Al momento Successor Eugenius Grata beneficia
dell'elevazione la basilica
Hoc idem amplissimum Veniamque reatum
2/2
tutta intera risuonò di
sinfonie così armoniose, Sacris templum manibus Accipere meraeatur. 2/4
accompagnate dal suono di Sanctisque liquoribus Amen.
diversi strumenti, che si 6/8
sarebbe detto che il suono e Consecrare dignatus est.
il canto del paradiso fossero Igitur, alma parens (Cantus firmus)
scesi dal cielo sulla terra. » Terribilis est locus iste.
Nati tui et filia
Nella costruzione del questo testo musicale è stato visto un nesso con le proporzioni architettoniche
delle costruzioni dove nelle quattro voci, 2 superiori canto e alto e le due tenor suddivise in tenor e
contratenor hanno tutte velocità diverse e con un calcolo di proporzioni ben preciso con le entrate
sfasate fra loro, ma che ben si combinano con la tecnica imitativa e struttura isoritmica. Probabile che il
tenor e contratenor siano state eseguite da strumenti.
XV secolo
Il mottetto diventa terreno di sperimentazione per la immissione di cose nuove con l'aumento delle voci
ed il tenor non sarà l'idea che sempre sotto, ma che passerà su diverse voci, anzi il tenor visto che
deriva da modelli passati scomparirà e si cominceranno a costruire delle melodie caratterizzanti e che
potranno essere esposti subito alla prima battuta alla voce alta e che poi gireranno per tutta la tessitura
polifonica.
Josquin des Pres “Primo musicista del Rinascimento”
(ca. 1450 – 1521)
Milano (Sforza)
Roma (Cappella Sistina) • Espressività
Francia (Luigi XII) • Cura rapporto testo – musica
Ferrara (Ercole I d‟Este) • Piena coscienza del valore del testo
• Cadenze chiare
• Attenta distribuzione delle voci
• Verso abbandono dei modi
Paragonato a Virgilio o Michelangelo.
Musica espressiva più che speculativa
Josquin Desprez n.1440 può considerarsi il primo musicista del Rinascimento, e in lui troviamo tutte le
tecniche fin qui viste e la mette al servizio del testo armonizzate in modo tale non per vedere quanto è
bravo, ma proprio a sentire e bello, armonico, piacevole, fresco, e far sentire il testo le parole e
valorizzare l'affetto musicale per sentire il senso del testo.
Principi
Contrasto degli eccessi del polifonismo • Solo ambito sacro
Serietà artistica
• Forma per eccellenza della musica sacra
Separazione netta sacro – profano
• Utilizzo di tutte le tecniche
contrappuntistiche e “accordali”
Precetti
1. Piena comprensibilità testo
• Analogie con conquiste espressive del
2. Abolizione sequenze (tranne 4 + Stabat mater nel)
madrigale
3. Divieto uso cantus firmi profani in musica liturgica • Terreno di applicazione dettami Concilio di
Trento
Nel '500 diventano esemplari per tutta l'Europa due centri Italiani, Roma e Venezia, le cappelle papali di
Roma e la Basilica di San Marco, diventano le scuole polifoniche per tutti i musicisti Europei che qui
vengono a studiare.
Luoghi Caratteri
“Musicae Princeps”
Cappelle papali: - coralità “a cappella” Modello per la polifonia sacra
dell‟Europa cattolica.
Sistina, - divieto canto donne
Fortuna costante nei secoli
Giulia, (parti superiori: falsettisti, poi successivi (culto nel
castrati) Romanticismo).
Laterano
- sviluppo policoralità
Molte altre importanti Opere
in varie chiese ca. 100 messe
e presso case nobiliari. “A cappella”: ca. 300 mottetti (4 – 12 vv.)
- senza strumenti ca. 100 madrigali
- pari importanza voci 30 Madrigali spirituali
(cantus, altus, tenor, ...
bassus)
Il grande musicista per la musica sacra del '500 è Giovanni Pierluigi da Palestrina rappresentante della
scuola romana che mette anche in pratica i risultati dal concilio di Trento, dove concetto base sta nel
bandire gli strumenti nella musica sacra e semplificazione: estrema chiarezza, equilibrio tra le parti,
diatonismo non ci sono alterazioni, dissonanze, intervalli per gradi congiunti: mette in gioco
bilanciamenti per l'ordine e l'armonia e che devono dare massima precedenza al testo e la sua
comprensione, tutto in latino. Quindi si voci polifoniche, ma che alcune parti devono assolutamente
andare in modo omoritmico per far sentire meglio il testo. Questo lo fa diventare l'esempio base per lo
stile polifonico della scuola romana riferimento stabile per molti secoli.
Caratteri
Perfezione e varietà formale
- ampie architetture
- contrappunto sapiente
- cantabilità melodica (estensione limitata, intervalli brevi)
- senso armonico chiaro
Semplicità
Equilibrio
Espressività
Sentimento religioso
Varietà scrittura e espressione
Cura del rapporto testo-musica:
- rispetto dei valori ritmici e accentuativi,
- corrispondenza con il significato)
FROTTOLA
Generi popolari
• FROTTOLA (Ferrara, Mantova, Milano, ...)
• VILLOTTA/VILLANELLA
Caratteri:
• STRAMBOTTO
- melodico
• CANTO CARNASCIALESCO
- strofico
• CANZONETTA - 4 voci
- stile omoritmico
- voce superiore cantata, le altre spesso eseguite da
strumenti (liuto)
Il madrigale cinquecentesco ha una forma musicale che si appoggia ad un testo di valore, e quindi la
musica lo deve essere di conseguenza. Le voci non sono mai meno di 4, quella aurea sono a 5, ma
possono anche essere 6. Molto importante è l'aderenza al testo e quindi la struttura strofica sta un po'
stretta, una strofa ripetuta non può andare bene. Il madrigale viene costruito da un sonetto o da un
pezzo di questo, scegliendo una parte di una poesia, e la musica segue il testo quindi non può
ingabbiarsi in uno schema fisso. Nella ricerca spasmodica per rendere con la musica il significato del
testo, i compositori selezionano singole parole significative e costruisco delle immagini musicali, con il
sentimento che disegna, profila corso delle note, con l'aiuto della ritmo, delle pause: ascesa al monte,
note che salgono, infelicità dolore note che scendono, spasimo, turbamento con dissonanze,
cromatismi.
Le voci hanno tutte la stessa importanza, non ci sono solismi, puntando molto in alto sull'espressività
Nel cinquecento vediamo 3 stili, scuola romana Palestrina, scuola veneziana, Gabrieli e Madrigalismo.
Madrigalisti
Madrigalisti
Nel corso del XVI secolo Periodo centrale XVI secolo fine XVI – inizio XVII secolo
evoluzione delle forme vocali tra medioevo e rinascimento: canto accompagnato, monodia sacra,
monodia profana: monodia pura e semplice una sola linea melodica perché così pensata dal
compositore, anche se poi accompagnata diventa una scelta di performance.
La monodia accompagnata sarà il risultato di un' evoluzione che si prepara dal 16° secolo e si stabilizza
come modo di composizione nel 1600 caratterizzando tutto il periodo barocco.
Da una parte continuerà la polifonia la cui forma estrema si compirà nella fuga, dall'altra ci sarà un
cambiamento estetico con più direzioni, quella di una semplificazione della scrittura attribuita alla parola
alla voce al canto singolo per il racconto di una storia, il dramma tutto cantato. L'accompagnamento che
andrà a caratterizzare tutto il periodo barocco si chiama basso continuo: un binario di sostegno segnato
da note singole sulla parte bassa, e che fa da scheletro, e che potrà essere sostenuto da un solo tipo di
strumento, e il disegno che se ne costruisce dipende dalla abilità degli strumentisti: quindi una
componente improvvisativa importante è una caratteristica del periodo barocco. Da una parte una
grande rigorosità contrappuntistica che si mantiene sopratutto sacra, dall'altra parte il gusto per
l'emergere della linea melodica.
La radice è la stessa ma il vero motore è stata la volontà di rappresentare teatralmente, miti, storie,
leggende, rivisitazioni sacre, secondo un modello classico, recuperando il teatro greco visto come
esempio: unione di dramma, rappresentazione, l'azione, teatro, dialoghi e melos è l'attenzione dell'
aspetto unitario individuale del canto solistico, perché così i personaggi si esprimono (poi c'è anche il
coro).
La CAMERATA FIORENTINA Dalla ricerca di una strada alternativa alla polifonia,
XVI secolo: moltiplicazione circoli e accademie
dalle speculazioni sull’antica musica greca:
Firenze: Accademia Platonica per lo studio della civiltà greca
Da 1580 ca.: CAMERATA de’ BARDI Primato della parola
I temi sono l'antichità, gli dei, i poteri della musica, gli amori e questo avviene a Firenze con il "primo"
melodramma l'Euridice del Peri e Caccini, e a Roma con una rappresentazione oratoriale senza scene,
ma di tema sacro: oratorio.
Terza forma è la cantata proposta da due cantanti che cantano strutturata con paio di elementi di
scrittura recitativi e arie, e inteso come piccolo prodotto filiato dal melodramma.
Qualcosa di simile esteticamente al melodramma nella seconda metà del „500 fu il madrigale che di
base polifonica sopratutto con Monteverdi lo si vedrà cambiare in una forma di melodramma anche se
solo cantato non rappresentato, con l'aumentare del peso degli strumenti soprattutto dal punto di vista
espressivo, e ci fa mettere nella scena della mente i personaggi con la loro psicologia, dinamiche e
contesti.
Con gli inizi del nuovo secolo un paio di raccolte musicali una profana una sacra, dove viene
chiaramente espressa questa nuova forma, melodia e accompagnamento con il basso continuo.
Per il profano del Caccini si chiama Nuove Musiche: composizioni di testo amoroso dove sulla linea
melodica inserisce tutte una serie di espansioni, trilli, vibrati, melismi, vocalizzi, stabilendo una specie di
repertorio di quello che si chiama aria.
Nello stesso periodo la raccolta sacra si chiama Concerti Ecclesiatici, del Viadana dove continua il
contrappunto, a più voci non monodica, ma con il basso continuo: singola nota il basso scontato devi
fare la terza e quinta, se non c'è scritto niente, ma se c'è si lascia la terza poi la 6° o la 7°
ORFEO
• abbandono stile recitativo rigido e poco espressivo dei
fiorentini (musica “non sottomessa”)
• Recitativi organizzati secondo logiche musicali
• cura del fraseggio melodico
• Arie solistiche, duetti, complessi madrigalistici, danze
• armonia moderna, espressiva
• forma unitaria (uso di Sinfonie, Ritornelli, con modello
ternario)
• creazione personalità lirica dei personaggi
• espressione musicale del gioco delle passioni
• uso espressivo dell’orchestra
• 26 numeri strumentali: Toccata introduttiva e Ritornelli
Nel 1608 produsse poi una mezza opera, più che altro un balletto: Il ballo delle Ingrate.
Esempio: madrigale Combattimento Tancredi e Clorinda, stile concitato
VOCEO064 - SFRM01/06 - 07/04/2014
Il teatro musicale nel 600' è il teatro delle meraviglie.
Prima era un evento di corte, legato ad avvenimenti, come ricorrenze, matrimoni, incoronazioni, feste di
genere, e a ottobre del 1600 a Firenze alla corte dei Medici ebbe il battesimo ufficiale nel corso di un
matrimonio regale.
Di base come nella tragedia classica greca, l'opera veniva preceduta dal prologo, come presentazione,
spiegazione dell'antefatto.
Qualche mese prima a Roma, comunque, avvenne la prima rappresentazione diciamo
melodrammatica, almeno dal punto di vista musicale, senza scene, e movimento drammatico: un
oratorio di Cavalli, rappresentazione di Anima e Corpo.
RECITATIVO ARIA
Con l'evolversi della nuova forma melodrammatica, si sviluppano le due parti principali: il recitativo e
l'aria, dove il primo non ha una forma specifico si va avanti intonando il testo, il secondo con l'aria ne
descrivo il sentimento, l'emozione del canto recitato. L'aria di per se può avere due parti A e B con
queste parti che descrivono emozioni diverse nella stessa aria, che poi si evolve in tripartita A B A: aria
con il da capo che si trasforma in A B A1, dove A1 viene lasciato libero all'interpretazione virtuosistica
del solista, questo nel 700'.
Recitativo secco: solo accompagnamento del basso continuo.
Aria: espressione delle emozioni.
Overture e sinfonia: parte solamente strumentale prima dell'inizio dell' opera.
Mantova (1607-1608)
ROMA VENEZIA
(1637: teatro pubblico)
NAPOLI
(da metà XVII)
„700
Dopo l'Euridice e qualche altra opera meno importante, il teatro musicale si sviluppa a Roma a Venezia,
ma sopratutto a Napoli e quando si parla di melodramma nel 600, 700 in tutta Europa si parla Italiano,
tranne in Francia, ma portato dagli italiani come Lully; ma si parla anche del melodramma napoletano, e
lo scoglio della lingua all'estero veniva superato bel canto, musicalità del Italia e la particolarità dei
castrati.
VOCEO065 - SFRM01/06 - 07/04/2014
oratorio: uso del melodramma, voci, strumenti, forme, applicate al sacro, devozionale, avrà le arie, le
cadenze, ma non ha la rappresentazione scenica.
ORATORIO LATINO
Oratorio musicale
Espansione MOTTETTO DIALOGICO
Forma: drammatico - narrativa
Soggetto: episodio biblico, vita di santi, … Esecuzione: ogni venerdì di quaresima
I tre musicisti nel 600' importanti sono Monteverdi per il melodramma, il Carissimi per l'oratorio
sviluppatosi a Roma, ma poi diffuso in tutta Europa, in lingua latino o locale (Inghilterra, Germania e
Francia), mentre in Austria resta italiano e per finire Frescobaldi.
In Francia il melodramma, si chiama Tragedia lirica o Commedia balletto e principale rappresentate è
Lully.
In Germania il grande Bach fa da titolare con opere, come cantata e corali mai del tipo melodrammatico,
non scrisse nessuna opera lirica. Per cantata, in Italia, s'intende piccola opera lirica, di solito un scena in
forma recitativo poi aria.
J. S. BACH
Cantate sacre: cicli completi per intere annate (tutte le
festività).
Almeno 300 c. sacre nel periodo di Lipsia (ne
rimangono 200).
Cantate profane: carattere civile (“secolare”), per
intrattenimento o occasioni ufficiali.
Per Bach la cantata è spirituale ed costituita da diverse parti, dove c'è coro(polifonico),
corale(omofonico), recitativo, aria, il tutto con orchestra.
Le forme principali della musica strumentale, sono la sonata, la sinfonia e il concerto che vengono dal
ricercare(pratica liutistica) e dalla toccata(intesa per strumento a tastiera), prima forma musicale per
clavicembalo. Il ricercare è l'antenato della fuga: per esempio prendo 4 voci, linee melodiche, altezze
diverse, faccio partire il soggetto che sarà il tema, poi ne faccio partire una seconda voce che imita la
prima ad un'altra altezza (la tonica), poi la terza parte dalla tonica....
INDICE
Improvvisazione: Ricercare, Toccata XVII secolo
FORME
Contrappunto imitativo: Ricercare, Canzone, Fuga
Musica strumentale autonomia e pari
importanza rispetto a musica
VARIAZIONI vocale. a. in stile improvvisativo
SUITE b. derivazione da modelli vocali, con
• Sviluppo forme nuove
SONATA • Progresso tecnico strumenti (e stabilizzazione morfologica) contrappunto imitato
- da chiesa a 2 / a 3 / solistica
• Sviluppo forme di virtuosismo compositivo-esecutivo
- da camera a 2 / a 3 / solistica c. variazioni su canto dato o basso dato
CONCERTO • Basso Continuo: caratteristica di tutto il periodo barocco
- grosso • Sviluppo modalità di scrittura tipiche per i diversi strumenti
d. danze
- solistico
• Sviluppo “stili” nazionali (italiano, francese, tedesco)
Ora le voci sono affidate agli strumenti. Gli autori erano abituati ad un testo scritto, con strofe, versi,
terzine, distico da musicare, polifonicamente. Ora si afferma il basso continuo, cioè un supporto che ora
chiamiamo armonico, con grande potenzialità improvvisativa degli esecutori; una linea monodica bassa
con indicazione dei numeri degli intervalli da eseguire. La polifonia continua ancora sopratutto nella
musica sacra cantata con l'uso dell'organo o complessi strumentali, che terranno l'imitazione il canone
la struttura contrappuntistica come loro base.
a. In stile improvvisativo
Toccata: Organo-Clavicembalo
Le forme di tipo improvvisativo sono quelle che danno origine a brani brevi nate sotto le dita di quei
strumenti come l'organo, il clavicembalo e il liuto. Le forme specifiche d'improvviso per il liuto sono il
ricercare, e per le tastiere la toccata. Toccata come toccare i tasti e ricerca tra le corde, non ha struttura
fissa. La toccata ha dei risvolti virtuosistici. Girolamo Frescobaldi è uno dei musicisti che stanno al
fondamento della musica strumentale del 600' scrive sia musica sacra che profana, in particolare 2
raccolte di toccate che si fondano sull'idea di ripieni e accordi, e di passaggi a volte molte rapidi che
vanno a esplorare le potenzialità tecniche delle tastiere, differenziando i generi tra organo e
clavicembalo. Vuole sviluppare come Monteverdi sul piano vocale l'espressione attraverso lo strumento
con dissonanze, alterazione non previste. Si sente nella sua musica la ricerca di come andare, dove
andare e lui stesso dichiara di eseguire la sua musica senza rispetto della battuta, intesa come
scansione del tempo quasi a indicare una ricerca sul momento, dando la libertà di espandersi su una
traccia, ma senza ripetersi. Altra caratteristica era la possibilità di avere più punti di fermo per ben
adattarsi al bisogno e ai tempi della funzione da seguire con cadenze possibili.
VOCE075 - SFRM01/07 - 14/04/2014
canzona, fantasia, ricercare,capriccio: termini del primo 600 utilizzati per forme polifoniche a strumenti a
forma imitativa. Ricercare può avere una doppia forma, quella libera improvvisativa di cui parlato prima,
e un altra molto rigorosa contrappuntistica che i teorici fanno risalire al mottetto dal mottetto vocale al
ricercare strumentale da cui deriverà la forma contrappuntistica per eccellenza: la fuga.
RICERCARE
b. Da modelli vocali
Per LIUTO Per ORGANO
Contrappunto imitativo
Canzona
Ricercare FUGA
Fantasia
Fuga (XVII sec.)
Una dei primi ricercare è del 500' dove l'imitazione avviene ad altezza diversa, seguita poi da un'altra e
così via, per arrivare a una conclusione per poi ricominciare di nuovo soggetto chiamato anche pannello
e trattarlo allo stesso modo, come nel mottetto. Via via il numero delle idee dei soggetti diminuisce fino a
diventare unico a questo punto si chiama fuga. Già nella fine del 500 troviamo questo termine in alcune
raccolte con la dicitura della tonalità d'impianto. Per avere una fuga bisogna avere almeno due voci ma
anche 3 o 4, 5.
La struttura si divide in esposizione, parte libera che si chiama divertimenti (spezzoni del soggetto o
nuove idea andando anche fuori dalla tonalità d'impianto), alla fine si deve fare uno stretto, una sintesi e
riesporre le idee della esposizione senza lasciare che finiscano e che si accavallano fra loro visto che
queste ci sono a nostra conoscenza, con l'aggiunta del pedale(sopratutto in Bach) inteso sopratutto
nell'organo con il suono di una nota bassa con un lavorio nella parte alta e che da l'idea di andare alla
fine. Nello specifico nella esposizione l'idea e che si chiama soggetto, parte da sola, una sola voce e
quando entra la seconda la presenta alla dominate (chiamandosi risposta), magari cambiando qualcosa
modulando il soggetto e l'ambito tonale diventa essenziale. Quando la prima voce ha esposta il soggetto
e una seconda voce entra allo stesso modo la prima voce ne propone un'altra: controsoggetto quasi due
caratteri che si contrappongono e cosi via le altri voci, poi vè la parte libera.
ESPOSIZIONE
RISPOSTA – CONTROSOGGETTO …
Nell'ultima opera incompiuta famosissima di Bach "l'arte della fuga", ci sono 19 pezzi tutti costruiti in
forma di fuga e fa partire tutto da un unico soggetto ascolto e vista slide arrivato a
Questi brani sono scritti a quattro parti in modo "aperto" quasi ad astrazione dove non è importante il
timbro quindi eseguibili con le più possibili formazioni, strumenti: archi, fiati, legni, o voci.
Queste forme sono ancora studiate e sono state studiate da autori famosi Mozart, Beethoven, Brahms,
contemporanei.
Altra possibilità di costruzione musicale è quello di scrivere brani lunghi con la tecnica della variazione di
una o più idee purché ci sia coerenza o filo che lega la varie forme, il collegamento può essere il basso
che si ripete con idee che cambiano, oppure fare variazioni su una melodia.
I nomi sono vari per questo procedimento: in Bach si chiamano partita, e sono in forma di suite, serie di
composizioni che continuano ad avere variazioni, (ciaccona o passacaglia), composizione molto lunga
con al basso sempre la stessa cosa.
SUITE
SUITE
„500: prime aggregazioni
Forma principale in XVII sec., a partire da metà secolo. Pavana e Gagliarda (contrasto di metro e agogica
unità di modo/tonalità)
Chiamata anche: „600: serie di danze
“ordre” (Francia) ca. metà „600:
“partita” (Germania) Serie di danze “ordinate”: Allemanda
“lesson” (Inghilterra)
Corrente
“divertimento” …
Sarabanda
[eventuali altre danze]
Diverse danze stilizzate
(4 fondamentali + una serie di altre possibili) Giga
legate da stessa tonalità. „700: brano introduttivo
libertà dei brani in successione
La suite è il mettere insieme, legate dalla tonalità, danze diversi da ascoltare, non da ballare,
riconoscendo dei caratteri che all'inizio erano associati a dei movimenti. Composizione a più parti, una
successione di più, composizioni, collane di danze usate in tutta Europa, ma magari con un altro nome:
in Inghilterra "lesson", in Francia "order", in Germania "partita" o comunque suite.
Nel „500 nasce con l'unione di due danze, una lenta e una veloce: la pavana e una gagliarda e/o
salterello e/o giga. Questo fino per tutto il barocco e metà settecento, no fine 700 e primi 800, ma poi
ripreso, ma come suite per balletto, o suite dall'opera come parti scelte.
Molte volte l'unione tra queste danze non c'era solo la tonalità, ma anche la stessa idea tematica,
reinterpretata, tipo cambio di ritmo da ternario a binario o viceversa. Hanno delle strutture molto rigide
derivate dai movimenti che l'accompagna per quarti, ottavi, sedicesimi.
Un' po' alla volta dalla metà del 600' c'è una definizione di suite che diventa internazionale fondata sua 4
danze fondamentali: allemanda, corrente, sarbanda e giga: l'allemanda è in tempo quaternario o tempo
tagliato con una scrittura più complessa, a volte contrappuntistica, e con inizio anacrusico, con tempo
moderato; la corrente è più vivace in tempo ternario, anacrusico: la sarabanda è lenta, solenne,
generalmente del tipo accordale, con ritmo puntato che da il senso dell'appoggiarsi; la giga è vivace, a
tempo composto, 6/8, 9/8, 12/8, con andamento canonico le voci si imitano.
Tutte queste danze almeno al tempo di Bach sono costruite in forma bipartita, l'inizio è nella tonica e
arriva sulla dominante, la seconda parte dalla dominante e ritorna alla tonica(semplicemente). In
aggiunta si mettono la bourreè, il minuetto, la gavotta, in posizione fissa tra la sarabanda e la giga.
Bach usa questo schema nelle sue raccolte, e mette un pezzo all'inizio, libero dai pezzi successivi, che
chiama overture, toccata, preludio e poi con arie, ... e un po‟ alla volta diventano solo un'insieme di brani
musicali da ascoltare non da danzare.
SONATA
Canzone SONATA DA CHIESA SONATA DA CAMERA
da chiesa da camera
BC: BC:
[Adagio – Allegro fugato - [Allegro - Adagio - Allegro - Adagio - Allegro …] strumento ad arco grave strumento ad arco
Adagio – Allegro] organo clavicembalo
Le sonate a due o a tre, hanno un doppia destinazione, la sonata da chiesa eseguita nel proprium
caratterizzata da un inizio lento seguita da parte più veloce, ma comunque severa, contrappuntistica il
b.c. è l'organo: la seconda è la sonata da camera, conviviale, per piacere, con forme meno codificate,
libere, non troppo complicate senza contrappunto, il b.c. è il clavicembalo.
La forma del concerto a fine seicento e di più nel settecento si distingue in due tipologie: una più antico
il concerto grosso, e il moderno concerto solistico.
CONCERTO
Il concerto grosso si ha ugualmente il dialogo tra tutta l'orchestra dove tutti suonano e le parti da
concertino dove troviamo un b.c. e due parti solistiche, quasi una sonata a 3, una contrapposizione tra
tutti e solisti i due solisti vanno assieme. Si scopre il gusto del forte del tutti "grosso" o del concertino, il
b.c. e due solisti. Anche questi possono essere per la chiesa o da camera con lo stesso principio d'inizio.
ARCANGELO CORELLI Corelli – 6 raccolte
(Fusignano, 1653 – Roma 1713)
DOMENICO SCARLATTI
(Napoli, 1685 – Madrid, 1757)
I PARTE
D. Scarlatti - Sonate Tonica Dominante
(o relativo maggiore
Caratteristiche o relativo minore della Dominante)
- Impiego di diversi schemi costruttivi (prevalente quello
TONICA DI BASE TONICA DI CONCLUSIONE
monotematico bipartito) Inizio, sezione centrale Elementi cadenzanti
- Esplorazione di contrappunto e scrittura accordale
- Grande fantasia melodica e strutturale II PARTE
- Modulazioni e dissonanze ardite
Tonalità arrivo I parte Tonalità di base.
- Sfruttamento di tutte le possibilità tecniche dello
strumento (tessitura, virtuosismo) MODULAZIONE TONICA DI BASE
- Uso ritmi di danza e melodie di derivazione popolare Episodio di diversione Elementi cadenzanti
spagnola
Le sonate di Scarlatti sono monotematiche e bipartite: nella prima parte si comincia dalla tonalità di
base e si arriva con un percorso semplice, e coerente, alla fine della prima parte alla dominante. Nella
seconda parte si parte dalla dominante e si ritorna alla tonica, utilizzando la stessa idea tematica
cambiando il colore. Altro passaggio prevedibile è quello del tema variato dal relativo maggiore al
relativo minore o su altre linee sonore pìù basse o più alte un continuo ritornare su se stesso con il
ritornello. Quindi continua esplorazione, armonica, contrappuntistica, virtuosistica anche colorata dalla
musicalità iberica.
Scarlatti - Sonata in Sol minore K 111
Sonata classica
ALLEGRO
ALLEGRO LENTO MINUETTO (Rondò,
(Forma-sonata) (A-B-A) Tema e Variazioni
SCHERZO
Forma-sonata)
Ogni parte avrà una sua forma diversa e la più importante e basilare è il primo tempo che ha il modello
forma-sonata e che è la costruzione più ambiziosa di della sonata, sinfonia, quartetto, concerto.
Da questa forma-sonata si comincia a vedere il bitematismo strutturato in tre parti dove vengono esposti
i due temi nella esposizione, ma sviluppati nello sviluppo, e fatti interagire fra essi come due personaggi
teatrali che dialogano fra essi, e si fondono, soprattutto differenziandosi per il carattere che essi avranno
diversi, e che alla fine si coniugano alla fine con la ripresa dove i due temi si ripresentano velocemente
e dove il secondo si adatta si accumuna al primo soprattutto passando alla stessa tonalità del primo
tema. Lo sviluppo diventerà poi la parte più importante, più lunga, la più interessante proprio per lo
l‟elaborazione, l‟evoluzione, l‟espansione tra due idee diverse, che poi a volte sono anche 3, 4, 5, 6 temi.
VOCE086 - SFRM01/08 - 28/04/2014
Nel primo movimento è possibile, prima dell‟esposizione, un‟introduzione e alla fine della ripresa una
coda. La formule della sonata classica sono applicabili al quartetto, ottetto, trio, sinfonia.
La seconda parte, è un tempo lento, strutturato A-B-A, e l‟ultimo tempo allegro può avare diverse forme:
tema e variazioni: presento una bella idea e poi ti faccio varie riproposte, generalmente con il ritornello.
Il terzo tempo, minuetto e scherzo, non è il minuetto alla Bach bipartito, ma
Minuetto
A :||
BA :|| Fine
A ritornello-BA ritornello, C ritornello-DC ritornello(chiamato trio), da capo fine (di BA ritornello) di solito
in struttura ABA (ripresa). Il trio e di derivazione dal concerto grosso. Una sequenza di temi non svolti
però solo presentati e ripresentati con questo schema.
Nell‟800 il terzo tempo si tramuta in scherzo, inizialmente fatto a incastri come il minuetto, ma poi si
evolve in un tempo più sferzante, duro, incisivo, in tempo ternario(come il minuetto), a volte messo in
altra posizione, come secondo tempo. I due autori che un po‟ alla volta cambiano questo schema sono
Haydn e Mozart, mentre Beethoven lo trova già così.