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RICERCA: CONSAPEVOLEZZA ETNICA, AUTOIDENTIFICAZIONE E

ATTEGGIAMENTI SOCIALI NEI CONFRONTI DI OUTGROUP E INGROUP IN


ITALIANI, CINESI E AFRICANI
Questo studio esplora la consapevolezza etnica, l’autoidentificazione e gli atteggiamenti sociali in
104 bambini italiani, cinesi e africani di 4-5 anni, appartenenti a scuole omogenee ed eterogenee.
La ricerca scientifica sull’identità etnica nella prima infanzia considera tre aspetti rilevanti:
1.consapevolezza etnica la comprensione del bambino del proprio e degli altri gruppi etnici, in
riferimento all’abilità del bambino di comprendere differenze dei vari gruppi etnici
2. autoidentificazione etnica, riferita all’abilità dei bambini di riconoscere a quale gruppo etnico
appartengono
3. atteggiamenti sociali nei confronti di ingroup e outgroup, che riguarda le preferenze verso il
proprio e gli altri gruppi

1° scopo della ricerca:


Capire se gli atteggiamenti dei bambini nei confronti di bambini africani, bianchi e cinesi risente
del contatto intergruppi. Allport cerca di ridurre i pregiudizi, e per farlo produce l’ipotesi del
“contatto di qualità”. Questo tipo di contatto deve avere alcune caratteristiche:
-deve essere frequente
-caratterizzato da un lavoro con fini comuni, con attività collaborative e non competitive
-validicità del ruolo

2° scopo della ricerca:


Capire se i bambini esposti ad un contatto intergruppale,che frequentano coetanei di etnie
diverse, hanno un atteggiamento pregiudiziale diverso da quello espresso dai bambini che non
hanno contatto intergruppale.

METODOLOGIA:
Il primo proposito di questo studio è esplorare la consapevolezza etnica e l’autoidentificazione in
bambini appartenenti a differenti gruppi etnici, frequentati scuole italiane, per poi esplorare la
direzione degli atteggiamenti sociali in termini di preferenze e ricompense, rivelando differenze
tra Italiani, Cinesi e Africani. Il terzo proposito è quello di confermare l’impatto del contatto
interetnico sugli atteggiamenti sociali in scuole eterogenee ed omogenee.

IPOTESI:
1. I bambini saranno consapevoli che ogni bambola appartiene al proprio gruppo etnico
(consapevolezza)
2. Saranno in grado di identificarsi con il gruppo di appartenenza (autoidentificazione)
3. I bambini che frequentano asili etnicamente eterogenei mostreranno atteggiamenti etnici
più positivi verso l’outgroup rispetto a bambini che frequentano asili etnicamente
omogenei.

CAMPIONE
107 bambini (51 maschi e 56 femmine), di età compresa tra i 4 e i 5 anni, prelevati da asili pubblici
eterogenei (72) e omogenei (35). Tre bambini sono stati esclusi dalla ricerca per il loro fallimento
nella “consapevolezza etnica”. I 104 rimanenti vengono divisi in 4 gruppi:
A. Bambini italiani bianchi che frequentano scuole etnicamente omogenee
B. Bambini italiani bianchi che frequentano scuole etnicamente eterogenee
C. Bambini cinesi che frequentano scuole etnicamente eterogenee
D. Bambini africani che frequentano scuole etnicamente eterogenee

STRUMENTI:

-Versione modificata del Clark and Clark’s Doll Paradigm, composta dai 10 domande e 6 pigotte (3
maschi, 3 femmine), differenti per etnia, e usate per l’esplorazione della consapevolezza etnica.
Le 10 domande sono:
3 funzionali a capire la consapevolezza dell’appartenenza etnica degli altri (quale pigotta
assomiglia di più a un bambino cinese/italiano/africano?)
1 sull’autoidentificazione etnica (quale pigotta ti assomiglia di più?
5 sulla preferenza etnica (quale pigotta ti piace di più?/con quale pigotta giocheresti?/ a quale
pigotta vorresti assomigliare? / quale pigotta ti piacerebbe portare a letto quando vai a
dormire?/quale pigotta ha il colore più bello?)
1 domanda negativa, legata al rifiuto (quale pigotta non ti piace?)
Tre pigotte maschio con caratteristiche di bianchi, africani e cinesi e con pantaloni blu a quadretti
sono proposte ai maschi; tre pigotte femmine con vestiti rosa a quadretti sono state proposte alle
femmine.

-Compito di attribuzione di ricompensa, sono state utilizzate tre caramelle per valutare la
distribuzione dei premi in condizione di scelta flessibile e di scelta forzata. Nella condizione di
scelta forzata viene chiesto di dare una sola caramella, nella seconda vengono date tutte e tre le
caramelle al bambino e si dice di farne quello che vuole.

RISULTATI

AUTO ED ETERO IDENTIFICAZIONE ETNICA


Tutti i bambini identificano correttamente loro stessi nel gruppo di appartenenza.

PREFERENZE ETNICHE
-Bambini italiani appartenenti a asili omogenei e bambini cinesi mostrano preferenze maggiori per
il loro gruppo etnico
-nessuna differenza significativa tra bambini italiani e africani in asili multietnici
-marcata preferenza espressa dai bambini bianchi per le bambole bianche
-dai bambini cinesi per le bambole cinesi
-differenza meno marcata per la bambola nera
In relazione all’ultima domanda, più della metà dei bambini rifiuta la bambola nera (54%), il 28%
rifiuta la bambola cinese e il 16% la bambola bianca.

ASSEGNAZIONE DEI PREMI


Nella condizione di scelta forzata, riscontriamo differenze significative nei gruppi etnici:
-bambini bianchi appartenenti ad asili omogenei etnicamente e i bambini cinesi assegnano la
caramella al loro gruppo etnico
-i bambini bianchi frequentanti asili multietnici e i bambini africani assegnano caramelle in modo
equo.
Nella condizione di scelta flessibile la maggioranza dei bambini (78%) senza differenze tra i gruppi
assegna una caramella ad ogni bambola.
RICERCA: LE PRIORITA’ VALORIALI SONO PREDITTORI DEL PREGIUDIZIO?

Obiettivo: Analizzare le priorità valoriali e le forme di pregiudizio nei confronti degli africani, per
capire se c’è relazione tra essi in 233 adolescenti italiani

INTRODUZIONE
Schwarz distingue 10 valori di base, organizzati in 4 macro aree:
-autotrascendenza, costituita da benevolenza e universalismo
-conservatorismo, costituito da tradizione, conformismo e sicurezza
-autoaffermazione, costituita da successo e potere
-apertura al cambiamento, costituita da edonismo, autodirezione e stimolazione
Differenze sono emerse in relazione a sesso ed età: le donne ritengono più importante
l’autotrascendenza rispetto agli uomini, che invece ritengono più importante l’autoaffermazione e
l’apertura al cambiamento. In relazione all’età, con la crescita cresce l’interesse per il
conservatorismo e decresce quello per la stimolazione, l’edonismo e il successo.
Sagiv e Schwars hanno rilevato la relazione positiva presente tra l’universalismo e l’autodirezione e
la prontezza al contatto sociale con outgroup, mentre una relazione negativa con tradizione,
sicurezza e conformismo. Inoltre, Feather e McKee hanno sottolineato positive relazioni tra
conservatorimo, auto affermazione e livelli di pregiudizio etnico, mentre una relazione negativa
tra autotrascendenza e livelli di pregiudizio.
Il pregiudizio è stato analizzato distinguendo una forma nascosta, latente di pregiudizio e una
forma manifesta, esplicita di discriminazione. In accordo con la prospettiva di Pettigrew e
Marteen, il pregiudizio si può esprimere sottoforma di pregiudizio latente e manifesto. Il
pregiudizio latente è caratterizzato da un’attenzione al mantenimento dell’immagine sociale
positiva, una discriminazione celata dell’outgrop, ed è composta da : difesa dei valori tradizionali,
esagerazione della differenze culturali, negazione di emozioni positive nei confronti dell’outgrup.
Il pregiudizio manifesto è caratterizzato da un esplicito rifiuto nei confronti dell’outgrop,
caratterizzato dalla percezione dell’outgrop come pericolo per l’ingroup e dall’”anti-intimità”,
corrispondente al rifiuto di contatto sessuale o matrimonio tra differenti gruppi etnici.
Sulla base di questi valori, possiamo distinguere i soggetti in tre tipologie:
-Egalitari, che manifestano bassi livelli di pregiudizio latente e bassi livelli di pregiudizio manifesto
-Sottili, con basi livelli di pregiudizio manifesto e alti livelli di pregiudizio latente
-Fanatici, con alti livelli di pregiudizio latente e manifesto
Sono stati esclusi dal campione i soggetti con alti livelli di giudizio manifesto ma bassi livelli di
giudizio latente.

IPOTESI
Ci aspettiamo che:
-gli egalitari mostrino livelli più elevati nell’autotrascendenza e nell’apertura al cambiamento
rispetto ai sottili e ai fanatici
-i sottili e i fanatici mostrino livelli più elevati di conservatorismo e auto-affermazione rispetto agli
egalitari
-l’autotrascendenza e l’apertura al cambiamento incidano negativamente sul livello di pregiudizio
latente e manifesto
-il conservatorismo e l’autoaffermazione incidano positivamente sui livelli di pregiudizio latente e
manifesto

CAMPIONE
Il campione è costituito da 233 adolescenti, 90 maschi e 143 femmine, di età compresa tra 13 e 19
anni, frequentanti scuole medie-superiori della provincia di Catania, divisi in due gruppi per età:
13-16, 17-19.

STRUMENTI
-PVQ di Schwartz, composto da 40 affermazioni di una persona tipo valutate in una scala di tipo
Likert a 6 intervalli, utili a esplorare le priorità valoriali
-Scala di Pettigrew e Meertens del pregiudizio latente e manifesto, adattata dagli italiani Rattazzi e
Volpato, costituita da 20 items valutabili in una scala di tipo Likert a 6 intervalli, e divisa in due
sottoscale: una per il pregiudizio latente, struttura nella difesa dei valori tradizionali,
dell’esagerazione delle differenze culturali e della negazione di emozioni positive; una per il
pregiudizio manifesto strutturata nella minaccia e rifiuto e anti-intimità.

RISULTATI

AREE VALORIALI
Gli adolescenti considerano più importante l’area dell’auto-trascendenza e dell’apertura al
cambiamento piuttosto che conservazione e autoaffermazione. In particolare, maggiore
importanza è data all’universalismo, all’autodirezione e alla benevolenza. Le ragazze ritengono più
importanti l’autotrascendenza rispetto ai ragazzi, mentre i ragazzi ritengono più importante
l’autodirezione, e in particolare il potere e il successo.
Gli adolescenti più grandi ritengono più importante l’autotrascendenza e il conformismo rispetto
ai più giovani.

LIVELLI DI PREGIUDIZIO LATENTE E MANIFESTO


Gli adolescenti hanno più alti livelli di pregiudizio latente che manifesto; in particolare, a fare la
differenza nel pregiudizio latente è l’esagerazione delle differenze culturali. Nel pregiudizio
manifesto ciò che fa la differenza è la considerazione dell’outgroup come minaccia. I ragazzi
mostrano più elevati livelli di pregiudizio latente e manifesto, soprattutto riguardo la difesa dei
valori tradizionali, la minaccia e il rifiuto e l’anti-intimità rispetto alle ragazze.
I soggetti sono stati classificati:
-il 51 % come egalitari
-il 41,6% come sottili
-il 6,9% come fanatici
Si rileva che gli egalitari ritengono più importante l’autotrascendenza rispetto agli altri due gruppi.
I fanatici ritengono più importante l’autoaffermazione.
Dall’analisi della regressione lineare, si ottiene che autotrascendenza, conservatorismo e
autoaffermazione correlano con pregiudizio latente e manifesto.
In particolare, l’autotrascendenza correla negativamente con livelli di pregiudizio latente e
manifesto.
Conservatorismo e autoaffermazione correlano positivamente con livelli di pregiudizio latente e
manifesto.
RICERCA: ATTEGGIAMENTI SOCIALI NEI CONFRONTI DI FRATELLI E
SORELLE DISABILI

INTRODUZIONE
La relazione tra fratelli è uno dei più grandi precursori delle relazioni tra coetanei, in quanto
spesso i fratelli agiscono come se fossero genitori o insegnanti o amici. In presenza di
fratelli/sorelle con disabilità, questo legame può essere caratterizzato da aspetti positivi o negativi.
Numerose ricerche analizzano la qualità della vita in famiglie con bambini disabili, in relazione a
fattori che influenzano positivamente come strategie di coping, adattamento sociale, altruismo,
resilienza, accettazione della diversità, e fattori che influenzano negativamente, come stress,
isolamento, solitudine. I risultati sono complessi e variano in base al tipo di disabilità: infatti pare
che i fratelli di bambini autistici presentano nei confronti del fratello minore intimità, educazione e
comportamento prosociale rispetto ai fratelli di bambini con sindrome di Down. Quest’ultimi
inoltre mostrano un adattamento migliore rispetto ai fratelli di bambini autistici.
Un ulteriore aspetto da considerare riguarda l’area del concetto di sé. Anche qui vi sono risultati
misti: secondo alcune indagini, i fratelli di bambini autistici sarebbero più a rischio di depressione e
disordini internalizzanti rispetto ai bambini del gruppo di controllo.

OBIETTIVI
Questa ricerca si propone di esplorare gli atteggiamenti sociali nei confronti di fratelli disabili
espressi da 140 bambini a sviluppo tipico che hanno fratelli affetti da:
-Sindrome di Down
-disturbi dello spettro autistico
-disabilità intellettiva

IPOTESI
Ipotizziamo che:
-i fratelli di bambini autistici avranno atteggiamenti sociali più negativi rispetto ai fratelli di
bambini con sindrome di Down o disabilità intellettiva
-i fratelli di bambini autistici avranno una rappresentazione più negativa del sé e dei fratelli disabili
rispetto agli altri

CAMPIONE
140 ragazzi primogeniti normodotati, equilibrati per sesso ed età, dai 13 ai 18 anni, che hanno un
fratello o una sorella con uno dei tre tipi di disabilità:
-DS = 44
-ASD = 46
-ID = 50
Il campione è stato reclutato da tre centri riabilitativi e scuole superiori di Catania.

STRUMENTI
-questionario self-report diviso in tre sezioni e somministrato in setting individuale
1. background questions, riguardanti caratteristiche dei partecipanti (sesso, età, tipologia della
disabilità)
2. SADQ, Siblings Attitudes toward Disability Questionnaire, riguarda l’atteggiamento dei fratelli
riguardo la disabilità
3 Differenziali semantici
La SADQ consiste in 5 scale di tipo Likert a 7 intervalli, per indagare gli atteggiamenti sociali
espressi dai fratelli nei confronti dei fratelli disabili (da 1 a 7 : totale disaccordo a totale accordo).
Le 5 scale riguardano:
1. 7 dichiarazioni riguardo al futuro dei fratelli disabili (raggiungere autonomia, entrare nel
mondo del lavoro etc.
2. 8 dichiarazioni riguardo alle caratteristiche attribuite ai fratelli disabili (persona sfortunata,
necessita cure etc.)
3. 8 dichiarazioni riguardo i pregiudizi popolari sulle persone disabili (sono un limite per le
famiglie, un peso per la società etc.)
4. 7 dichiarazioni riguardo i sentimenti che provano verso i fratelli (sofferenza, affetto etc.)
5. 7 dichiarazioni riguardo l’inclusione a scuola dei fratelli disabili (utopia,esperienza difficile
etc.)

I differenziali semantici danno la rappresentazione dei concetti “io come sono” e “mio fratello con
disabilità” attraverso 36 coppie di aggettivi polari valutati su una scala Likert a 7 intervalli.
La variabile indipendente è il tipo di disabilità.

RISULTATI
Scala 1: I fratelli di bambini con sindrome di Down mostrano un maggiore accorto rispetto agli altri
(specialmente dei fratelli di bambini con ASD) sull’idea che possano essere inseriti nel mondo del
lavoro, ottenere autonomia. Stesso andamento per il matrimonio e partecipazione alla vita
politica, con meno accordo.
Scala 2: I fratelli di bambini con ID e ASD ritengono più degli altri che i fratelli con disabilità siano
persone sfortunate, che mettono a dura prova le competenze dei fratelli, ed emarginate. I fratelli
di bambini con ASD inoltre ritengono che siano un problema per la classe e con difficoltà di
integrazione.
SCALA 3: Gli adolescenti con fratelli autistici hanno espresso maggiore accorso con l’idea che le
persone disabili siano considerate un limite per la famiglia, studenti irrecuperabili, incomprensibili
e aggressivi e che non conducano una vita normale.
SCALA 4: adolescenti con fratelli autistici mostrano maggiormente sentimenti di dispiacere, rabbia,
realizzazione personale per il miglioramento dei fratelli disabili. Gli adolescenti con fratelli con
disabilità intellettiva mostrano più accordo per sentimenti di impotenza e inadeguatezza, e
protezione dalle difficoltà.
SCALA 5: adolescenti con fratelli autistici sono più in accordo con l’idea che l’inclusione a scuola
dei fratelli sia importante ma non sempre fattibile, praticabile solo in contesti speciali e difficile da
realizzare.

DIFFERENZIALI SEMANTICI
Dall’analisi dei differenziali semantici, emerge che i fratelli di ragazzi con autismo hanno una
rappresentazione più negativa del sé rispetto a quelli con fratelli con sindrome di Down o disabilità
intellettiva. Il profilo del sé dei ragazzi con fratelli con ASD si caratterizza in termini di apatia,
freddezza e passività. Nessuna differenza significativa sulla rappresentazione dei fratelli disabili.
RICERCA: PENSIERO DIVERGENTE IN BAMBINI CON SINDROME DI DOWN
Obiettivo: Comparare i fattori del pensiero divergente tra bambini con sviluppo tipico e bambini
con sindrome di Down.

IPOTESI:
Ci aspettiamo che:
-i bambini con sindrome di Down ottengano punteggi minori nella fluidità, nella flessibilità,
nell’originalità, nell’elaborazione e nella produzione di titoli rispetto ai bambini con sviluppo tipico

CAMPIONE
63 bambini, divisi in due gruppi:
-30 a sviluppo tipico come gruppo di controllo
-33 con sindrome di Down
Entrambi i gruppi sono prelevati da tutte le classi due scuole primarie di Catania.
Quando parlo di gruppo di controllo mi sto riferendo ad una ricerca sperimentale; il gruppo di
controllo mi serve a capitare se la strategia che sto usando produce un cambiamento.

STRUMENTI
-TCD di Williams, un test costituito da 12 finestre contenenti stimoli grafici incompleti, a partire dai
quali i soggetti devono costruire dei disegni, e servono a valutare i 5 fattori del pensiero
divergente.
-LOGICAL OPERATION TASK di Vianello e Marin, test delle operazioni logiche. Si fonda sulla base di
quanto ci ha spiegato Piàget sulla reversibilità. Con questo test è possibile valutare il livello
cognitivo di ciascun bambino nelle aree di seriazione, numerazione e classificazione, ciascuna
costituita da 6 items di crescente difficoltà.
La prova di seriazione consiste nell’ordinare bastoncini di diversa altezza dal più piccolo al più
grande o viceversa.
La prova di numerazione consiste nel modificare l’assetto di una serie di gettoni e chiedere al
bambino di riconoscere la conservazione del numero.
La prova di classificazione consiste nel raggruppare gettoni per forma, colore, dimensione.

ANALISI DEI DATI


Sulla base dei risultati ottenuti in queste 18 prove, possiamo collocare i bambini in 3 livelli
cognitivi:
-livello pre-operatorio, se i bambini superano meno di 3 compiti
-livello intermedio, sei bambini superano da 3 a 5 attività con ameno un’attività legata
all’operatorio concreto in ogni area
-livello operatorio concreto, almeno 6 attività bilanciate tra le tre aree.

RISULTATI
I risultati mostrano che al livello pre-operatorio e al livello intermedio, i bambini con sindrome di
Down e i bambini con sviluppo tipico ottengono gli stessi risultati nei fattori di fluidità, flessibilità,
originalità ed elaborazione. Al livello operatorio concreto emergono significative differenze nelle
prestazioni: i bambini a sviluppo tipico ottengono punteggi significativamente più alti nella
produzione di titoli rispetto ai bambini con sindrome di Down. Le ipotesi si sono dunque rivelate
infondate. Quando il soggetto dovrebbe essere più in grado di produrre, allo stadio operatorio
concreto, si verifica il disagio legato principalmente ad una carenza nel linguaggio.
RICERCA : COME INTENSIFICARE LA CREATIVITA’ NELL’INFANZIA
Introduzione:
Il modello usato in questa ricerca è l’Action Research di Lewin, studioso di psicologia sociale. La
ricerca si caratterizza per la sua composizione in tre step: una fase ANTE, una fase centrale in cui
svolgo l’intervento e una fase POST. Nella fase ANTE valuto un parametro somministrando un test;
in quella centrale applico una strategia volta a potenziare questo parametro; nella fase POST
somministro nuovamente il test per valutare eventuali cambiamenti. L’action research prevede il
gruppo come spettatore (gli somministro il test) e attore (vengono potenziate le abilità). Lewin
rilevò che imparare è più efficace quando si usa un processo attivo piuttosto che uno passivo.

OBIETTIVO
Scopo della ricerca è esplorare gli effetti di uno specifico allenamento sul potenziamento dei
fattori di creatività.

IPOTESI
I bambini che partecipano alle attività di training ottengono punteggi migliori del gruppo di
controllo nei fattori di creatività.

CAMPIONE
36 bambini, 16 maschi e 20 femmine, di età compresa tra i 7 e gli 8 anni frequentanti le seconde
classi di una scuola primaria. I partecipanti sono divisi in un training group e in gruppo di controllo
(18 e 18), divisi per sesso, età e livelli di creatività.

STRUMENTI
-TCD di Williams, il cui protocollo A è stato somministrato prima del training, il protocollo B dopo il
training
-training, organizzato in tre attività: l’attività A consiste nel chiedere al bambino di guardare in un
caleidoscopio e scrivere una storia sugli oggetti immaginati, allo scopo di potenziare originalità e
produzione di titoli; l’attività B consiste nel trovare modi per migliorare un gioco e renderlo
divertente, allo scopo di potenziare l’elaborazione; per incrementare la flessibilità, l’attività C
propone ai bambini di trovare similitudini tra coppie di oggetti differenti. Ogni attività viene
realizzata una volta a settimana e dura un’ora; tutte le attività finiscono dopo un mese.
ATTIVITA’ A: il caleidoscopio è un gioco cilindrico con specchi contenenti una serie di oggetti simili
a perline colorate, utile per controllare ansia e dolore nei bambini durante i test medici.
Guardando nel tubo il bambino vede una serie di forme indefinite colorate che cambiano aspetto
e posizione; al bambino viene chiesto di usare queste forme per immaginare oggetti. In questo
modo i bambini sarebbero in grado di superare i confini della visuale, e incrementare la capacità di
muovere la loro immaginazione fuori e dentro allo stimolo (originalità). I nomi degli oggetti
immaginati da tutti i bambini vengono scritti su una lavagna. In seguito, i bambini devono scrivere
una storia con i nomi degli oggetti scritti sulla lavagna, e questo incrementerebbe la capacità di
usare e combinare le parole nella produzione creativa, e nella produzione di titoli originali e
inusuali.
ATTIVITA’ B: per quest’attività abbiamo preso ispirazione dalle 4 attività proposte da Torrance
nella sua batteria verbale del TCT. Per misurare l’elaborazione, l’autore aveva chiesto ai bambini di
indicare metodi per migliorare giocattoli, un piccolo elefante disegnato in un foglio di carte. In
modo simile abbiamo usato un gioco vero e non un disegno, e abbiamo chiesto al bambino di
cercare di migliorare il giocattolo (elaborazione).
ATTIVITA’ C: In accordo con Gordon, la creatività può essere intensificata dall’uso di analogie. In
questa prospettiva, usando la sinettica, una tecnica di problem solving basata sulla ricerca di
elementi simili in elementi differenti, i soggetti potenziano la loro capacità di analizzare un
problema applicando ad esso principi interpretativi tipici di altre situazioni. In quest’attività
chiediamo ai bambini di trovare similitudini tra oggetti differenti o esseri viventi. Durante l’attività
i bambini vengono stimoli dallo sperimentatore a trovare similitudini osservando la coppia di
elementi sotto un diverso punto di vista.
Nessun’attività è stata proposta per potenziare la fluidità perché era già molto alta prima del
training.

RISULTATI
Prima della fase di training non ci sono differenze tra il gruppo di controllo e quello che effettuerà
il training.
I risultati sono gli stessi di ricerche precedenti: i bambini ottengono punteggi superiori alla media
in fluidità e flessibilità, inferiori in originalità, produzione di titoli ed elaborazione.
Nel gruppo di training c’è un incremento in tutti i fattori di creatività ad eccezione della fluidità.

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