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Myriam Perseo, pedagogista, insegnante di scuola dell’infanzia attualmente utilizzata in qualità di docente supervisore
del tirocinio nel CdL in Scienze della Formazione primaria di Cagliari, dottore in Psicologia.
Il corpo è capace di raccontare stati emergere dando nome alla sensazione pro-
d’animo e emozioni con una forza superiore vata e trasformandola in vissuto. La parola,
a quella del linguaggio verbale, dando vita quindi, molto prima di esprimere un concet-
al “dialogo primario”, quella comunicazione to, un significato, è qualcosa che si lancia e si
dialogica che crea le basi per la relazione che riceve, che si dice e che si ascolta, che può
costruiamo con le emozioni nei primi giorni penetrare o rimbalzare.
di vita, attraverso il con-tatto. Il corpo rappresenta una sorta di “ponte”
tra l’interiorità e ciò che è fuori da noi. Senza
Comunicazione tra corpo e parole questo reciproco coabitarsi e compenetrarsi
fra “dentro e fuori”, ogni comunicazione di-
Wallon ha affermato che l’universo sensi-
venta irrealizzabile. Nel corpo co-esistono,
bile del bambino è creato e condizionato
quindi, due dimensioni: quella “esterna”, in
dalle braccia della madre, ciò che egli chia-
quanto possibilità di presa di possesso e di
ma holding: si è educati e cresciuti attraverso
movimento nel e sul mondo, e quella “inter-
azioni fatte sul corpo e con il corpo, attra-
na”, in quanto testimonianza dell’esistenza e
verso il modo con cui si sono presi cura di
modalità di identificazione dell’Io. Vi è
noi, sono entrati in con-tatto con la nostra
un’ulteriore dimensione, «quella condivisa,
pelle, accarezzandola, toccandola, sentendo-
che caratterizza il contatto pieno con l’altro
la, ascoltandola.
[…] È la co-costruzione di un “noi”, terzo
Questo fa si che ci sia comunicazione co-
punto di vista oltre al “mio e al tuo”».2
stantemente, a prescindere dall’inten-
Ecco che il ruolo dell’altro è fondamenta-
zionalità del contenuto, perché comunicare è
le nella determinazione di quel limite corpo-
“mettere in comune”, stabilire una relazione
reo che, attraverso la trasmissione di mes-
con un Altro da noi, riconoscersi e ricono-
saggi cinestesici e articolari offerti dalla ma-
scere.
dre, invia alla pelle del bambino la costru-
Etimologicamente comunicare significa
zione di un dialogo, che ha nella cura, nella
“essere con”, quindi mettere in rapporto
manipolazione, nel toccare i suoi significati.
qualcosa che “ha una distanza” con qual-
La pelle diviene occasione relazionale; i sen-
cos’altro. È la volontà di stabilire legami, di
si permettono l’apertura alla relazione con le
unificare ciò che è lontano. Siamo abituati a
altre persone; quell’apertura intenzionale al
comunicare attraverso la parola, ma dove
mondo circostante che è sguardo rivolto agli
essa non arriva perché non compresa e
altri, dialogo, scambio. La postura,
comprensibile entra il gioco il gesto: «le pa-
l’espressione del volto, l’espressione dei
role sono gesti, nient’altro che gesti,
muscoli, gli atteggiamenti spaziali sono la
nient’altro che parole».1
diretta narrazione della storia psicologica,
La parola, prima di essere portatrice di un
biologica e personale dell’individuo.
contenuto e di una intenzione logica, è es-
La corporeità è il luogo della differenzia-
senzialmente “ gestualità”. Essa rappresenta
zione fra il sé e l’Altro, la prima espressione
la voce che la produce e la persona che la
della singolarità che caratterizza in maniera
pronuncia, ogni voce è unica ed è portatrice
originale la persona e che rende possibile in-
di una storia. Grazie al corpo, offerto come
contrare altre singolarità-corpo: si sperimen-
luogo e mezzo di scambio, la parola può
ta l’esistenza in quanto corpo, e, nello stesso
al quale erano legati divieti e proibizioni, stesso mondo che, a sua volta, ci ha ricevuto
oppure ancora, “qualcosa” che si doveva al- nel momento in cui diventiamo siamo di-
lenare con l'esercizio fisico, la fatica, il lavo- ventati presenza in esso.
ro muscolare, separato, comunque dalla to- Il corpo diviene veicolo e occasione di in-
talità della persona e dalle sue potenzialità tenzionare, significare, relazionarmi a ciò e a
espressive. colui che incontro; è spazio di riflessione nel
Al concetto, legato a certi pregiudizi cul- senso definito da Galimberti: «riflettere non
turali, secondo cui il corpo è qualcosa di e- è costruire il mondo, ma restituirgli la sua
straneo, subordinato allo spirito, oggetto di offerta».6
addestramento o di narcisismo viene con-
trapposta oggi, l'idea classica di corpo- “Essere corpo” nella scuola
spirito-mente come unità psicofisica. dell’infanzia
L’approccio attuale valorizza il corpo
La scuola dell’infanzia si presenta, oggi,
dell’esperienza, quello che sentiamo dentro di
come scuola aperta alla molteplicità e alla
noi, nella parte più profonda, che agisce
diversità di culture; una scuola partecipata e
senza bisogno di rappresentarlo, il corpo
vissuta dalle famiglie, progettata dal team
“vissuto”.
docente, accogliente e disponibile al cam-
La considerazione del corpo […], come corpo biamento. Essa è portatrice di una nuova vi-
proprio, corpo vivo, apre ad una nuova consi- sione dell’infanzia: soggetto di diritti e co-
derazione della corporeità […] che vede l’uomo costruttrice della propria storia e della cul-
come unità irriducibile, sia pur complessa, a tura cui appartiene.
tratti enigmatica e mostra come il corpo sia La scuola dell’infanzia pone il bambino,
luogo in cui si iscrive la cifra di senso nella fascia d’età 3-6 anni, «al centro
dell’esistenza umana.5 dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti:
cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, este-
Recuperare il senso dell’esperienza, di tici, etici, spirituali, religiosi. In questa pro-
una corporeità vissuta, propone, essenzial- spettiva le proposte non verranno pensate
mente, un nuovo punto di vista, quello che «per individui astratti, ma per persone che
parte da un’intelligenza fisica, che percepisce, vivono qui e ora, che sollevano precise do-
racconta, trasforma e forma, prende consa- mande esistenziali, che vanno alla ricerca di
pevolezza, non del possedere un corpo, ma, orizzonti di significato».7
del riconoscermi come soggetto psicofisico, La pedagogia ci ha insegnato che il bam-
in cui corpo, mente e spirito sono parte in- bino è corpo, un corpo che sente, che conosce
dissolubile l’una dell’altra. e sperimenta, che costruisce, che ricerca, che
Da tutto ciò prende l’avvio una nuova at- si muove verso gli oggetti e verso gli altri.
tribuzione di senso all’esistenza umana, che Dai tre ai sei anni egli esperisce il mondo a
diviene essenzialmente contatto, relazione, partire dal corpo: un universo fatto di emo-
tra ciò che io porto “dentro il corpo” e le zioni, sensazioni, idee, relazioni. Il corpo è
opportunità offerte dall’esterno, caratteriz- anche un potente mezzo espressivo e comu-
zata da un’intenzionalità, una curiosità, che nicativo, autentico, profondo, unico.
spinge ad “es- porsi”, in attesa che il mondo
dia indicazioni e riflessi da accogliere. Lo
Star bene nel e con il proprio corpo divie- ficativo sia dal punto di vista esperienziale
ne una condizione essenziale per impegnar- che emotivo – affettivo – relazionale. É nel
si costruttivamente a conoscere e conoscersi, tempo della relazione, infatti, che ogni azione,
a fare, ad agire e a pensare. L'educazione piccola o grande, può assume un valore, in
non può accettare limitazioni imposte da cui ogni momento è importante per arricchi-
una visione della persona "divisa" in parti re, accogliere, creare, per realizzare un rap-
segmentate (il corpo, la mente, le emozioni), porto di crescita, di benessere, di felicità.
ma, muoversi verso la persona nella sua to- La conoscenza del corpo è un processo in
talità. divenire, che si costruisce nel tempo attra-
Ciò implica, tra l’altro, lo sforzo di cono- verso esperienze tattili, visive, uditive, po-
scere “completamente” il bambino e la sturali, di movimento e che può essere reso
bambina. Non possiamo valutare la com- concreto attraverso un costante dinamismo
plessità della persona con regole e strumenti fra:
quantitativi, nell'ottica dell'obiettività astrat- Rapporto Io-Corpo: il corpo come cono-
ta. Alla rigidità di ogni valutazione e giudi- scenza di sé; il corpo come espressione di
zio quantitativo deve essere contrapposta la sentimenti; il corpo come rappresenta-
flessibilità di una "lettura" nuova dei senti- zione.
menti, delle emozioni, della comunicazione Rapporto Io-Mondo: il corpo come “stru-
personale ed interpersonale, nell'ottica del mento” di esplorazione dell'ambiente; il
pieno rispetto dell'unicità di ognuno. corpo come mezzo di conoscenza
La scuola dell’infanzia si dispone, così, dell'ambiente; il corpo come possibilità
ad accogliere anche il corpo dei bambini: di agire nell'ambiente.
ascoltandolo, prendendosene cura, ricono- Rapporto Io-Altri: il corpo come fonte di
scendolo come “luogo” da esplorare, cono- conoscenza dell'altro, il corpo come
scere, rispettare; “luogo” di costruzione mezzo di comunicazione e di relazione.
dell’identità, ambito in cui sono inscritti gli Si tratta di processi che portano il bambi-
alfabeti indispensabili per l’espressione e la no non solo a sperimentare il corpo ma an-
comunicazione. che ad interiorizzarlo: uniscono in un’unica
Per utilizzare i tanti linguaggi della cor- forma di conoscenza il corpo che possiedo e
poreità diviene importante che i bambini il corpo che sono, cioè la dimensione "ester-
esplorino ogni parte del corpo, prendendo na" e quella "interna", la consapevolezza del
coscienza delle sue articolazioni, sviluppan- corpo e il “sentire” il proprio corpo, la di-
do un senso di “appartenenza”, per poterlo mensione del coabitare.
vivere in modo pieno e positivo, conferendo- L’esperienza corporea positiva rende i
gli valore esistenziale. bambini sicuri e disponibili a usare il pro-
Si configura così una scuola in cui la di- prio corpo nell’approccio con gli altri, am-
mensione cognitiva e corporea si fondono e pliando le potenzialità comunicative di tipo
si integrano con quella relazionale, in un non verbale, sperimentando nuove forme di
equilibrato progetto di crescita, nel quale en- apprendimento, esperienza e conoscenza,
trano a far parte il fare e l'agire il gioco, la che passano dal “proprio corpo” per arriva-
fantasia, la creatività. Essa dovrebbe essere re al “corpo altro”.
non solo luogo, ma anche tempo in sé signi-
NOTE
1
L. Aragon, Thèatre Roman, 1974, Gallimard, Parigi, p. 54
2
A.A.V.V. I laboratori del corpo, 2009, Raffaello Cortina editore, Milano, p. 67
3
David Le Breton, Antropologia del corpo e modernità, 2007, Giuffrè editore, Milano, p.XI
4
Anna D’Elia, Diario del corpo, Frammenti, immagini, connessioni fra sé e il mondo,2002, Edizioni Unicopli, Milano, p.124
5
Michele Zedda, op. cit. p. 11
6
Umberto Galimberti, Il corpo, 1983, Milano, Feltrinelli, p.118
7
Op. cit
BIBLIOGRAFIA