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Educare.

it - SCUOLA

Io, tu, noi: il Corpo, unicità


della persona, nell’incontro
con l’altro
Myriam Perseo

Myriam Perseo, pedagogista, insegnante di scuola dell’infanzia attualmente utilizzata in qualità di docente supervisore
del tirocinio nel CdL in Scienze della Formazione primaria di Cagliari, dottore in Psicologia.

La corporeità è il luogo della differenziazione fra il sé e l’Altro, la prima e-


spressione della singolarità. Essa caratterizza in maniera originale la perso-
na e rende possibile l’incontro con altre singolarità-corpo. L’incontro con
l’Altro è un incontro di corpi: ogni forma di relazione parte dall’intenzione,
il bisogno, la voglia di andare verso l’altro. Il corpo rappresenta una sorta
di “ponte” tra l’interiorità e ciò che è fuori da noi, fra me e gli altri.
L’articolo esplora questi concetti in riferimento ai bambini della Scuola
dell’Infanzia.

Introduzione sione dei cambiamenti che si verificano


nell’arco degli anni. L’identità viene matura-
L’identità è il processo di costruzione del ta attraverso tutte le esperienze vissute, essa
sé che si arricchisce attraverso una rete di re- è «davanti, dietro, intorno a noi; è nella rela-
lazioni tra passato e presente, fra persona e zione, nello scambio» (Demetrio, 1996) e si
ambiente, fra persone. È, infatti, attraverso “serve” del corpo per presentarsi al mondo:
l’incontrare che si costruisce l’identità, la fra corpo e identità vi è un legame circolare,
quale «emerge in parte come effetto di re- una mutazione nel corpo porta ad un mu-
troazione dalla funzione identificante del ri- tamento di identità e un mutamento di iden-
conoscimento degli altri» (Becherini, 2005). tità si riflette sul nostro corpo.
Si tratta di un processo in divenire che La persona posa sul suo corpo i segni iden-
modifica l’individuo nei vari contesti e nei titari e si avvale del corpo per trovare il pro-
diversi momenti della vita: non è possibile prio posto nel mondo: attraverso questo
pensare, quindi, all’identità come qualcosa percorso si prende coscienza della propria
di fisso e immutabile, ma come la capacità di esistenza e si costruisce la relazione con
continuare a sentirsi gli stessi nella succes- l’Altro.

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Il corpo è capace di raccontare stati emergere dando nome alla sensazione pro-
d’animo e emozioni con una forza superiore vata e trasformandola in vissuto. La parola,
a quella del linguaggio verbale, dando vita quindi, molto prima di esprimere un concet-
al “dialogo primario”, quella comunicazione to, un significato, è qualcosa che si lancia e si
dialogica che crea le basi per la relazione che riceve, che si dice e che si ascolta, che può
costruiamo con le emozioni nei primi giorni penetrare o rimbalzare.
di vita, attraverso il con-tatto. Il corpo rappresenta una sorta di “ponte”
tra l’interiorità e ciò che è fuori da noi. Senza
Comunicazione tra corpo e parole questo reciproco coabitarsi e compenetrarsi
fra “dentro e fuori”, ogni comunicazione di-
Wallon ha affermato che l’universo sensi-
venta irrealizzabile. Nel corpo co-esistono,
bile del bambino è creato e condizionato
quindi, due dimensioni: quella “esterna”, in
dalle braccia della madre, ciò che egli chia-
quanto possibilità di presa di possesso e di
ma holding: si è educati e cresciuti attraverso
movimento nel e sul mondo, e quella “inter-
azioni fatte sul corpo e con il corpo, attra-
na”, in quanto testimonianza dell’esistenza e
verso il modo con cui si sono presi cura di
modalità di identificazione dell’Io. Vi è
noi, sono entrati in con-tatto con la nostra
un’ulteriore dimensione, «quella condivisa,
pelle, accarezzandola, toccandola, sentendo-
che caratterizza il contatto pieno con l’altro
la, ascoltandola.
[…] È la co-costruzione di un “noi”, terzo
Questo fa si che ci sia comunicazione co-
punto di vista oltre al “mio e al tuo”».2
stantemente, a prescindere dall’inten-
Ecco che il ruolo dell’altro è fondamenta-
zionalità del contenuto, perché comunicare è
le nella determinazione di quel limite corpo-
“mettere in comune”, stabilire una relazione
reo che, attraverso la trasmissione di mes-
con un Altro da noi, riconoscersi e ricono-
saggi cinestesici e articolari offerti dalla ma-
scere.
dre, invia alla pelle del bambino la costru-
Etimologicamente comunicare significa
zione di un dialogo, che ha nella cura, nella
“essere con”, quindi mettere in rapporto
manipolazione, nel toccare i suoi significati.
qualcosa che “ha una distanza” con qual-
La pelle diviene occasione relazionale; i sen-
cos’altro. È la volontà di stabilire legami, di
si permettono l’apertura alla relazione con le
unificare ciò che è lontano. Siamo abituati a
altre persone; quell’apertura intenzionale al
comunicare attraverso la parola, ma dove
mondo circostante che è sguardo rivolto agli
essa non arriva perché non compresa e
altri, dialogo, scambio. La postura,
comprensibile entra il gioco il gesto: «le pa-
l’espressione del volto, l’espressione dei
role sono gesti, nient’altro che gesti,
muscoli, gli atteggiamenti spaziali sono la
nient’altro che parole».1
diretta narrazione della storia psicologica,
La parola, prima di essere portatrice di un
biologica e personale dell’individuo.
contenuto e di una intenzione logica, è es-
La corporeità è il luogo della differenzia-
senzialmente “ gestualità”. Essa rappresenta
zione fra il sé e l’Altro, la prima espressione
la voce che la produce e la persona che la
della singolarità che caratterizza in maniera
pronuncia, ogni voce è unica ed è portatrice
originale la persona e che rende possibile in-
di una storia. Grazie al corpo, offerto come
contrare altre singolarità-corpo: si sperimen-
luogo e mezzo di scambio, la parola può
ta l’esistenza in quanto corpo, e, nello stesso

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tempo, si comprende e si conosce l’altro in Si delinea un approccio globale, che su-


quanto corpo. L’incontro con l’Altro è un in- pera la settorialità educativa delle prospetti-
contro di corpi: ogni forma di relazione par- ve tradizionali e scolastiche che hanno "rin-
te dall’intenzione, il bisogno, la voglia di chiuso" il corpo in “gabbie”: quella esclusi-
andare verso l’altro. vamente funzionale, quella affettiva (soprat-
tutto per quanto riguarda la prima infanzia),
Corporeità e nuovo umanesimo o esclusivamente espressivo - artistica nella
danza.
La dimensione corporea è da tempo al
Un approccio settoriale che lo ha «spezza-
centro di un nuovo interesse nell’ambito
to in tanti apparati e li ha distribuiti “agli
pedagogico ed educativo. Scrive Zedda
specialisti”: il circolatorio al cardiologo,
(2006) a questo proposito:
l’acustico all’otorino, l’osseo all’ortopedico, i
reni al nefrologo, il riproduttivo al ginecolo-
Sul tema del corpo e della corporeità possedia-
mo oggi una ricca messe di studi e di riflessioni
go, poi ha separato le parti solide dalle parti
provenienti dall’ambito della filosofia, ma an- liquide e ha distribuito anche queste[…]poi
che della psicologia e dalla psichiatria, della so- ha separato per strati a partire dalla pelle,
ciologia, della semiotica, oltre che, naturalmen- un pezzo al dermatologo, un pezzo
te, della biologia e della medicina. Ma anche in all’estetista, un pezzo al chirurgo plastico».4
ambito pedagogico fioriscono studi e ricerche Da tutto ciò emerge il bisogno di pensar-
che sempre più mettono l’accento si non come un io che ha un corpo, ma come
sull’importanza di restituire al corpo, alla cor- corporeità vivente, tanto che, se improvvi-
poreità, una centralità pedagogica, consideran- samente la nostra figura dovesse cambiare
doli come dispositivi fondamentali per lo svi-
forma, non solo non saremo più riconosciu-
luppo, la crescita, la costruzione dell’identità
to dagli altri, ma cesseremo di essere “io”.
personale dell’uomo nella sua integralità e nel-
la relazione con l’alterità.
Il corpo che ho, il corpo che sono; sono un
corpo oppure ho un corpo: a partire da que-
Sul piano educativo, la pedagogia “ri- sta ambiguità costitutiva le scienze umane e
scoprire” il corpo nei suoi valori umanistici sociali hanno riflettuto sulla complessa te-
più qualificanti, ne valorizza gli aspetti lega- matica della corporeità.
ti all’incontro, alla relazione, compartecipa- E’ un dilemma che ha attraversato anche
zione, al vivere esperienze concrete ricche e la pedagogia, che spesso ha guardato “le di-
di significato: il rapporto educativo è visto scipline” del corpo e del movimento come
come rapporto di “reciprocità” ed incontro importantissime per i loro aspetti igienici e
tra “alterità” in cui un “essere corpo” si in- di salute, dimenticandosi che noi abitiamo il
crocia, si intreccia nella storia unica di altri nostro corpo e che il nostro corpo è abitato
“essere corpo”. dalle emozioni, dall'esperienza psichica e af-
È «attraverso il corpo, la sua condizione fettiva.
sociale e culturale, la sua età, il suo sesso, la Per lungo tempo la pedagogia tradiziona-
sua persona, [che ] il soggetto fa propria la le ha dato rilievo allo sviluppo delle poten-
sostanza del suo essere, per rimandarla in- zialità cognitive separate dallo sviluppo
contro all’altro».3 dell'espressività corporea. Il corpo ha rap-
presentato, per lungo tempo, un "involucro"

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al quale erano legati divieti e proibizioni, stesso mondo che, a sua volta, ci ha ricevuto
oppure ancora, “qualcosa” che si doveva al- nel momento in cui diventiamo siamo di-
lenare con l'esercizio fisico, la fatica, il lavo- ventati presenza in esso.
ro muscolare, separato, comunque dalla to- Il corpo diviene veicolo e occasione di in-
talità della persona e dalle sue potenzialità tenzionare, significare, relazionarmi a ciò e a
espressive. colui che incontro; è spazio di riflessione nel
Al concetto, legato a certi pregiudizi cul- senso definito da Galimberti: «riflettere non
turali, secondo cui il corpo è qualcosa di e- è costruire il mondo, ma restituirgli la sua
straneo, subordinato allo spirito, oggetto di offerta».6
addestramento o di narcisismo viene con-
trapposta oggi, l'idea classica di corpo- “Essere corpo” nella scuola
spirito-mente come unità psicofisica. dell’infanzia
L’approccio attuale valorizza il corpo
La scuola dell’infanzia si presenta, oggi,
dell’esperienza, quello che sentiamo dentro di
come scuola aperta alla molteplicità e alla
noi, nella parte più profonda, che agisce
diversità di culture; una scuola partecipata e
senza bisogno di rappresentarlo, il corpo
vissuta dalle famiglie, progettata dal team
“vissuto”.
docente, accogliente e disponibile al cam-
La considerazione del corpo […], come corpo biamento. Essa è portatrice di una nuova vi-
proprio, corpo vivo, apre ad una nuova consi- sione dell’infanzia: soggetto di diritti e co-
derazione della corporeità […] che vede l’uomo costruttrice della propria storia e della cul-
come unità irriducibile, sia pur complessa, a tura cui appartiene.
tratti enigmatica e mostra come il corpo sia La scuola dell’infanzia pone il bambino,
luogo in cui si iscrive la cifra di senso nella fascia d’età 3-6 anni, «al centro
dell’esistenza umana.5 dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti:
cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, este-
Recuperare il senso dell’esperienza, di tici, etici, spirituali, religiosi. In questa pro-
una corporeità vissuta, propone, essenzial- spettiva le proposte non verranno pensate
mente, un nuovo punto di vista, quello che «per individui astratti, ma per persone che
parte da un’intelligenza fisica, che percepisce, vivono qui e ora, che sollevano precise do-
racconta, trasforma e forma, prende consa- mande esistenziali, che vanno alla ricerca di
pevolezza, non del possedere un corpo, ma, orizzonti di significato».7
del riconoscermi come soggetto psicofisico, La pedagogia ci ha insegnato che il bam-
in cui corpo, mente e spirito sono parte in- bino è corpo, un corpo che sente, che conosce
dissolubile l’una dell’altra. e sperimenta, che costruisce, che ricerca, che
Da tutto ciò prende l’avvio una nuova at- si muove verso gli oggetti e verso gli altri.
tribuzione di senso all’esistenza umana, che Dai tre ai sei anni egli esperisce il mondo a
diviene essenzialmente contatto, relazione, partire dal corpo: un universo fatto di emo-
tra ciò che io porto “dentro il corpo” e le zioni, sensazioni, idee, relazioni. Il corpo è
opportunità offerte dall’esterno, caratteriz- anche un potente mezzo espressivo e comu-
zata da un’intenzionalità, una curiosità, che nicativo, autentico, profondo, unico.
spinge ad “es- porsi”, in attesa che il mondo
dia indicazioni e riflessi da accogliere. Lo

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Star bene nel e con il proprio corpo divie- ficativo sia dal punto di vista esperienziale
ne una condizione essenziale per impegnar- che emotivo – affettivo – relazionale. É nel
si costruttivamente a conoscere e conoscersi, tempo della relazione, infatti, che ogni azione,
a fare, ad agire e a pensare. L'educazione piccola o grande, può assume un valore, in
non può accettare limitazioni imposte da cui ogni momento è importante per arricchi-
una visione della persona "divisa" in parti re, accogliere, creare, per realizzare un rap-
segmentate (il corpo, la mente, le emozioni), porto di crescita, di benessere, di felicità.
ma, muoversi verso la persona nella sua to- La conoscenza del corpo è un processo in
talità. divenire, che si costruisce nel tempo attra-
Ciò implica, tra l’altro, lo sforzo di cono- verso esperienze tattili, visive, uditive, po-
scere “completamente” il bambino e la sturali, di movimento e che può essere reso
bambina. Non possiamo valutare la com- concreto attraverso un costante dinamismo
plessità della persona con regole e strumenti fra:
quantitativi, nell'ottica dell'obiettività astrat-  Rapporto Io-Corpo: il corpo come cono-
ta. Alla rigidità di ogni valutazione e giudi- scenza di sé; il corpo come espressione di
zio quantitativo deve essere contrapposta la sentimenti; il corpo come rappresenta-
flessibilità di una "lettura" nuova dei senti- zione.
menti, delle emozioni, della comunicazione  Rapporto Io-Mondo: il corpo come “stru-
personale ed interpersonale, nell'ottica del mento” di esplorazione dell'ambiente; il
pieno rispetto dell'unicità di ognuno. corpo come mezzo di conoscenza
La scuola dell’infanzia si dispone, così, dell'ambiente; il corpo come possibilità
ad accogliere anche il corpo dei bambini: di agire nell'ambiente.
ascoltandolo, prendendosene cura, ricono-  Rapporto Io-Altri: il corpo come fonte di
scendolo come “luogo” da esplorare, cono- conoscenza dell'altro, il corpo come
scere, rispettare; “luogo” di costruzione mezzo di comunicazione e di relazione.
dell’identità, ambito in cui sono inscritti gli Si tratta di processi che portano il bambi-
alfabeti indispensabili per l’espressione e la no non solo a sperimentare il corpo ma an-
comunicazione. che ad interiorizzarlo: uniscono in un’unica
Per utilizzare i tanti linguaggi della cor- forma di conoscenza il corpo che possiedo e
poreità diviene importante che i bambini il corpo che sono, cioè la dimensione "ester-
esplorino ogni parte del corpo, prendendo na" e quella "interna", la consapevolezza del
coscienza delle sue articolazioni, sviluppan- corpo e il “sentire” il proprio corpo, la di-
do un senso di “appartenenza”, per poterlo mensione del coabitare.
vivere in modo pieno e positivo, conferendo- L’esperienza corporea positiva rende i
gli valore esistenziale. bambini sicuri e disponibili a usare il pro-
Si configura così una scuola in cui la di- prio corpo nell’approccio con gli altri, am-
mensione cognitiva e corporea si fondono e pliando le potenzialità comunicative di tipo
si integrano con quella relazionale, in un non verbale, sperimentando nuove forme di
equilibrato progetto di crescita, nel quale en- apprendimento, esperienza e conoscenza,
trano a far parte il fare e l'agire il gioco, la che passano dal “proprio corpo” per arriva-
fantasia, la creatività. Essa dovrebbe essere re al “corpo altro”.
non solo luogo, ma anche tempo in sé signi-

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La scuola dell'infanzia diviene, così, labo- Attraverso la dimensione ludica e


ratorio di esperienze, capace di stimolare ed l’esperienza corporea la scuola dell’infanzia
espandere ogni potenzialità dei bambini che può realmente:
la frequentano. In quanto scuola di base li  accogliere, valorizzando l’originalità e in-
prepara a vivere positivamente il futuro in dividualità irripetibile del bambino e
un mondo dove esser-ci significa essere sog- della bambina;
getti con una propria identità, ma piena-  coinvolgere, favorendone la libera esplo-
mente integrati con altre identità. razione, la sperimentazione, e aiutando i
Tutto ciò richiede anche al docente un co- bambini a ricercare un proprio modo di
involgimento in prima persona, per divenire essere nel gruppo;
un “facilitatore“ di processi di cambiamento  esprimersi, offrendo ad ognuno la possibi-
reali e concreti, di percorsi di crescita, pron- lità di essere soggetto attivo e protagoni-
to a prendersi cura della persona in diveni- sta della propria storia da condividere.
re, aiutandola ad esprimersi liberamente, a Far vivere il corpo nei contesti della for-
condividere esperienze, a costruire relazioni mazione dell’infanzia diviene, allora, una fi-
attraverso il gioco. nalità fondamentale dell’educazione.

NOTE
1
L. Aragon, Thèatre Roman, 1974, Gallimard, Parigi, p. 54
2
A.A.V.V. I laboratori del corpo, 2009, Raffaello Cortina editore, Milano, p. 67
3
David Le Breton, Antropologia del corpo e modernità, 2007, Giuffrè editore, Milano, p.XI
4
Anna D’Elia, Diario del corpo, Frammenti, immagini, connessioni fra sé e il mondo,2002, Edizioni Unicopli, Milano, p.124
5
Michele Zedda, op. cit. p. 11
6
Umberto Galimberti, Il corpo, 1983, Milano, Feltrinelli, p.118
7
Op. cit

BIBLIOGRAFIA

 Luis Aragon, Thèatre Roman, 1974, Gallimard, Parigi


 A. A.V.V., Verso una Pedagogia Olistica, tecniche partecipative attive, 1993, Roma, Bulzoni
 A.A.V.V, I laboratori del corpo, 2009, Milano, Raffaello Cortina editore
 Patrizia Becherini, Insegnare oggi. Manuale di base, 2005, Milano, RSC Libri
 Jerome Bruner, La cultura dell’educazione, Nuovi orizzonti per la scuola, 1997, Milano, Feltrinelli
 Franco Cambi, L’autobiografia come metodo formativo, 2002, Laterza, Roma
 Duccio Demetrio, Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, 1996, Milano, Raffaello Cortina
 Duccio Demetrio, L’educazione non è finita, 2009, Milano, Raffaello Cortina Editore
 Anna D’Elia, Diario del corpo, Frammenti, immagini, connessioni fra sé e il mondo, 2002, Milano, Unicopli,
 D.M.31-7-2007, Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo dell’Istruzione
 Franco Frabboni, Verso una scuola dell’infanzia maggiorenne, Firenze, La Nuova Italia, 1998
 Ivano Gamelli, Sensibili al corpo. I gesti della formazione e della cura, 2005, Roma, Meltemi
 Umberto Galimberti, Il corpo, 1983, Milano, Feltrinelli
 Thich Nhat Hanh, Essere Pace, 1989, Roma, Casa Astrolabio,
 Jean Le Boulch, Educare con il movimento, 1997, Roma, Armando
 David Le Breton, Il sapore del mondo, antropologia dei sensi, 2007, Milano, Raffaello Cortina
 Michele Zedda, Pedagogia del Corpo, 2006, Firenze, ETS

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