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FUORI BINARIO

Bisessualità maschile e identità virile.

Lezione 22/12/21→ Fuori binario


Oggi cominciamo a discutere creando un vocabolario sui prerequisiti per leggere il libro
“Fuori binario”. Per comprendere questo testo bisogna avere padronanza di almeno tre
concetti che sono :
-sesso
-genere
-orientamento sessuale.
Questi sono concetti che sentiamo spesso e che pensiamo di comprendere, ma spesso, nel
dibattito c’è una grande confusione.
SESSO
Il primo concetto sesso non fa riferimento al fare sesso,avere rapporti sessuali perchè
questa parola ha due accezioni:
1 quella del rapporto sessuale
2 ha a che fare con i sessi al plurale.
Quanti sessi esistono? Esistono due sessi: maschile e femminile. Partendo da questa
definzione dobbiamo capire quali sono gli elementi che caratterizzano il sesso. Per fare ciò
dobbiamo immaginarci a parlare con un marziano che vive in un pianeta dove non esistono i
sessi. L’alieno è atterrato e vorrebbe che noi gli spiegassero come può fare a distinguere il
maschio dalla femmina. Il concetto di sesso ha a che fare con l’anatomia, con il corpo, con la
natura. I maschi presentano la barba in viso, questo perché producono l’ormone del testosterone. Le
donne invece producono altri tipi di ormoni, come gli elettrogeni, non presentano quindi la barba.
Un’altra differenza riguarda per esempio l’organo sessuale: gli uomini hanno il pene mentre le donne
hanno la vagina. Le donne possono partorire e gli uomini no. Le donne hanno il ciclo mestruale e gli
uomini no. Gli uomini hanno il pomo d’adamo sporgente e le donne no. Le donne presentano un
bacino più largo rispetto agli uomini. Le donne hanno il seno che serve per allattare mentre i maschi
non allattano pur avendo i capezzoli. La voce degli uomini è più baritonale rispetto alle donne che
presentano una voce più acuta. Poi, gli uomini hanno in media, statisticamente, una maggiore forza
muscolare del 10-20% rispetto alle donne e questo non giustifica il predominio maschile del pianeta. I
maschi eiaculano, producono spermatozoi dai testicoli; mentre nelle donne si ha l’ovulo. Tutti hanno i
piedi ma gli uomini hanno, in media, una dimensione più grande. Per quanto riguarda il cervello, i
maschi l'hanno più grande ma questo non significa che siano più intelligenti. Le donne hanno polmoni
più piccoli rispetto agli uomini perché nella specie umana i maschi hanno una statura maggiore delle
femmine e di conseguenza hanno piedi, mani, cervello e polmoni più grandi. Questo avviene in tutte
le culture del mondo e in media il maschio è sempre più alto della femmina. La pelle degli uomini è
più spessa di quella delle donne ma ciò non significa che l’uomo non può utilizzare le creme della
donna. I peli maschili si ritrovano un po’ ovunque come schiena, petto oltre a braccia, gambe,
orecchie (gene particolare che si trasmette da padre in figlio→ viene utilizzato per i test di paternità)
mentre i peli della donna sono diversi e le donne non hanno le orecchie pelose. Per quanto riguarda il
grasso e la sua distribuzione c’è anche una differenza per esempio per quanto riguarda i glutei: il
grasso nei maschi è distribuito più al centro del gluteo mentre nelle femmine il grasso è distribuito ai
lati dei glutei. Anche le mani costituiscono un esempio per capire se una persona è di sesso femminile
o maschile. Gli ormoni, i genitali giocano un ruolo importante così come anche i cromosomi. I peli
maschili sono più robusti di quelli femminili; la calvizia è una caratteristica maschile perché è legata
al testosterone.
Queste differenze che abbiamo elencato sono costanti dal punto di vista geografico? Si.
Sono differenze costanti su tutto il pianeta. E dal punto di vista storico? Da quando siamo
homo sapiens sono costanti? Nel medioevo le donne avevano i fianchi larghi? Nel 700 gli
uomini avevano la barba? Nell’antica grecia queste differenze si sono modificate o sono
rimaste costanti? Si, queste differenze di sesso (anatomiche) non si modificano nè dal punto
di vista storico o geografico.
Siamo partiti dal presupposto che i sessi sono due ma dobbiamo tenere in considerazione
per esempio gli uomini con la voce flebile, le donne senza seno, le donne con i fianchi stretti,
uomini bassi e donne alte. Dal punto di vista della peluria i peli sul petto possono spuntare
anche alle donne, possono esserci donne calve. Quindi possiamo dire che dal punto di vista
del sesso, queste sono differenze statistiche ovvero che l’insieme dei maschi si differenzia
dall’insieme delle femmine per queste caratteristiche, per quello che, da un punto di vista
scientifico si parla dimorfismo sessuale.
Non c’è nessun elemento necessario e sufficiente per evidenziare un altro sesso, nemmeno i genitali
perchè se noi abbiamo un maschio che in guerra viene privato del pene e dei testicoli, noi continuiamo
a considerarlo maschio. Ciò avviene anche quando un uomo ha la voce flebile. Sappiamo, inoltre, che
dal punto di vista ormonale ci possono essere degli scompensi ma noi continuiamo sempre a
categorizzare come maschio o femmina sempre basandosi sull’insieme di questi elementi. Ciò vale
anche per il dna, sappiamo che ci sono delle variazioni → un uomo scopre di non poter avere figli
perchè ha uno scompenso ormonale di cui non se n’era accorto nessuno e,quindi, lui ha sempre
vissuto da uomo.
Nel distinguere il sesso maschile da quello femminile, gli umani utilizzano l’insieme delle
caratteristiche ma non c’è un elemento unico che funga da fondamento certo tanto che ci
sono alcuni studiosi che affermano che i sessi sono 5 perchè, appunto, comprendono anche
quello che viene definito con un termine scientifico come intersessualità.
Si è sempre detto che i sessi sono due coerentemente con il dimorfismo sessuale ma,
contemporaneamente, possiamo dire che i sessi non sono due perchè tra il maschio e la
femmina c’è un continuum perché noi sappiamo che una percentuale ridotta dei nuovi nati
nasce con caratteristiche ormonali o genetiche o anatomiche che non permettono di
distinguere nettamente i due sessi.
esempio→ ci sono persone che, dal punto di vista anatomico, presentano sia il pene che la vagina o
che hanno una vagina ma dopo tempo calano i testicoli o ci sono degli organi genitali ambigui per
esempio se c’è la presenza di un grande clitoride o di un piccolo pene. Questa tipologia di persone
sono sempre esistite con vicissitudini alterne perché nel periodo di sparta venivano buttati giù dalle
montagne ripide, sotto l’impero romano venivano considerati un oggetto del piacere (l'imperatore tito
e domiziano avevano questo tipo di persone come giocattolo sessuale). Oggi, continuano a nascere
bambini ormoafroditi anche se il termine corretto è intersessuale o intersex con una percentuale che
varia da 0.01 dei nati (secondo la medicina), secondo il movimento degli intersessuali è lo 0.5 dei nati.
Il problema è che non ci sono dati certi perchè i genitori dei bambini intersex nascondono questa cosa
anche perchè, secondo i protocolli medici in tutto l’occidente, i soggetti che nascono con
caratteristiche ambigue vengono normalizzati ovvero i medici valutano qual è il sesso prevalente e,
d’accordo con i genitpri, decidono di nromalizzare il corpo. Il problema è che è più semplice
ricostruire una vagina piuttosto che il pene che è più complicato perchè gioca un ruolo fondamentale
l’erezione. La maggior parte delle persone intersessuali vengono normalizzate in quanto femmine e
questo però sulla base su una concezione di Hay che diceva che, sostanzialmente, se un bambino
viene cresciuto come femmina da grande sarà una femmina senza nessun problema. In realtà però ci
sono casi di soggetti intersessuali che, da adulti, si sentono appartenenti al sesso che in realtà hanno
perso e quindi devono fare una seconda riconfigurazione chirurgica per aderire al sesso che sentono
propro.
Romanzo "Middlesex" -> bambina che scopre di essere intersex e di sentirsi maschio.
Qui abbiamo poi un problema etico legato al consenso perché quello di cui stiamo parlando
riguarda modificazioni genitali come l’infibulazione. Noi consideriamo ingiusta questa pratica,
è vietata per legge perché le bambine non prestano il consenso. Questa riconfigurazione dei
genitali non nasce spesso da problemi medici ovvero questi bambini possono crescere così
come sono senza avere problemi. Il movimento delle persone intersex infatti dice che il loro
non è un corpo sbagliato che deve essere aggiustato e non vogliono essere toccati fino a
quando loro non lo consentono. Su questo campo etico, la situazione è bizzarra in occidente
perché noi vietiamo tutte le modificazioni genitali per le femmine ma permettiamo la
circoncisione che è una modificazione genitale maschile che viene fatta per motivi religiosi
(gli ebrei e gli arabi la praticano senza consenso).
Non c’è una soluzione allo stato attuale perchè immaginiamo di andare alle scuole
elementari con una compagna che non sa se è maschio o femmina perchè la nostra società
si basa su questa differenza. Dal punto di vista di una persona intersex c’è un disagio
culturale perché per la società dobbiamo sempre sapere in quale casella collocare
l'individuo.
Possiamo dire che i sessi sono due ma non sono due perché abbiamo tutta l’intersessualitò
che va dalle donne che hanno la barba e che noi consideriamo donne normali fino ad una
donna che ad un certo punto vede il suo clitoride crescere e diventa un pene (questa donna
va in colleggio e dorme con la figlia della preside.Prima pensava di essere lesbica ma alla
fine è stata obbligata a prendere un ruolo maschile, è stata obbligata a scegliere il sesso
maschile). Noi quindi abbiamo una pluralità→ abbiamo sì un dimorfismo ma abbiamo anche un
continuum che collega la purezza maschile, se esiste,alla purezza femminile. I capezzoli nei maschi
sono il segno di questa non netta differenziazione perché i capezzoli nei maschi sono inutili, un
elemento che ha un senso per le femmine. → non c’è una dicotomia netta, non c’è bianco o nero ma i
due poli sono collegati. Infatti la parola dimorfismo è formata da “morfé” che in greco vuol dire
“aspetto” quindi noi abbiamo aspetto differenziato tra maschi e femmine ma c’è questo elemento di
continuità in particolare per le persone intersex.
La teoria del dimorfismo è stata parallela con quella monosessuale→ noi abbiamo la femmina che è la
costola di Adamo, uno stesso corpo dal quale deriva il femminile. Adamo ed Eva non sono due
dicotomie ma uno nasce dall’altro. Nell’antica grecia Ippocrate diceva che l’unico elemento creativo è
il seno maschile e le femmine sono come un forno che cuoce lo sperma. Se questa cottura riesce bene
e arriva al completamento nasce un maschio; se, per qualche motivo, questa cottura non riesce bene,
nasce una femmina,Le femmine erano una versione imperfetta del maschile ma il sesso era uno solo
più o meno completo.
Anche nel 500 si era parlato di questa teoria tramite le rappresentazioni anatomiche dei
genitali e si diceva che erano gli stessi genitali e che quelli femminili erano introflessi. Ma le
ovaie corrispondevano ai testicoli, il collo dell’utero all’asta etc.. Lo stesso però all’interno.
Queste due teorie sono andate in parallelo fino al 700 quando una è completamente
scomparsa e dal 700 adottiamo la teoria del dimorfismo sessuale ma con gli elementi
correttivi detti.
Introduzione
Spesso la bisessualità è un argomento non trattato perché non considerato come una realtà,
ma questo campo di studi esiste realmente. la visibilità dei bisessuali appare veramente ben
poca cosa e lo stesso avviene nel campo di studi perché, anche in Italia, la ricerca scientifica
ha finora detto molto poco sul tema. La scarsa visibilità e la ridotta mole di ricerche che
riguardano la bisessualità dipendono dalle lenti che usiamo per cercare di leggere una realtà
complessa. Al senso comune l’omosessualità appare coerente a se stessa tanto si esprime
nella società anche dal punto di vista socio-relazionale, nei luoghi di aggregazione e
attraverso le scelte estetiche. Nel caso della bisessualità attraverso i rapporti si esprime un
desiderio suplice e polarizzato: un desiderio di volta in volta eterossessuake oppure
omosessuale. La bisessualità sembra leggibile solo nelle sue due componenti:
eterossessuale o omosessuale. Bisogna, quindi, indicare l'insieme di esperienze esistenziali
e di realtà sociali che possiamo includere nel campo della bisessualità. E’ necessario,
quindi, parlare della natura metodologica. Non bisogna accettare in modo passivo la realtà
sociale, non dobbiamo considerare i bisessuali come rari ma dobbiamo vedere la vera realtà
sotto i nostri occhi ovvero dobbiamo considerare una vasta serie di comportamenti
bisessuali che non riconosciamo come tali perché i nostri schemi ci impedivano di notarli. I
bisessuali non rimangono nascosti all’interno e nell’oscurità di un closet ma sono parte dello
sgabuzzino sociale che ha delle pareti di vetro.
La parola omosessualità è un termine ombrello che si riferisce a una vasta serie di modelli
comportamentali e che non si limita solo ai gay che vivono nelle metropoli occidentali.
Lingiardi distingue diversi tipi di pratiche omosessuali:
● strutturate in base all’età
● basate su trasformazioni di genere
● legate a uno speciale ruolo sociale
● egualitarie
Giddens invece aggiunge:
● l’omosessualità come attività situata
● l’omosessualità personalizzata
Queste considerazioni però sono troppo generali e non tengono abbastanza in
considerazione fattori intra e interculturali. Quella dell’omosessuale è una figura
culturalmente determinata, emersa lentamente nel corso del 700, all’interno di sottoculture
urbane nord-europee, producendo una rottura rispetto alla precedente organizzazione
sociale. Secondo alcuni, l’omosessuale sarebbe nato ancora dopo ovvero nell’800 e
all’interno dell’elaborazione del sapere medico in età vittoriana. Dopo la diffusione del
termine omosessuale, ci siamo abituati ad usare anche il suo opposto ovvero eterosessuale.
La nascita e la diffusione che esistono due orientamenti sessuali stabili, connessi allo
sviluppo psichico dell’individuo, ha condotto a vedere e a definire come omosessuali affetti e
comportamenti non omogenei oscurando altre attestazioni che mostravano come il
comportamento omosessuale si affianchi spesso a quello eterossesuale. Ciò ci porta ad
affermare che il comportamento bisessuale risulta più diffuso di quello omosessuale.
Ogni espressione della sessualità è condizionata dal contesto etnoculturale, dal gruppo
sociale cui si appartiene, dalle convinzioni morali e religiose e dall’educazione ricevuta ma
soprattutto dal genere perché questo è l’elemento su cui noi fondiamo l’organizzazione delle
nostre identità sessuali e della nostra modalità desiderante. Nell’approccio scientifico
centrato sui copioni sessuali si sostiene che l’acquisizione del genere preceda l’accesso dei
bambini all’ambito della rappresentazione del sessuale e che il genere fornisca la cornice
attraverso la quale apprendiamo la sessualità. Risulta evidente come la sessualità affronti
anch eil compito di supportare e significare il genere di ogni individuo. Le esperienze
sessuali di un uomo concorrono a definire e a corroborare la sua appartenenza di genere, la
sua autorappresentazione. Ciò vale chiaramente nel case dell’eterosessualità e nel caso
dell’omosessualità dato che la devianza sessuale viene interpretata come devianza di
genere. Genere e sessualità sono così strettamente collegati. Gli studi hanno registrato
come lo sviluppo della soggettività bisessuale negli uomioni appaia differente da quella delle
donne tanto che a lungo il tema è stato declinato solo al femminile. Oltre a ciò, le donne
appaiono la maggioranza di quanti studiano la bisessualità e si impegnano politicamente.
Ciò non significa che la bisessualità sia più rara tra gli uomini ma è il risultato di una
costruzione di genere differenziata. Gli uomini, infatti, mostrano livelli di non accettazione
della bisessualità superiori a quelli delle donne e la rappresentazione sociale della
bisessualità femminile appare più positiva rispetto a quella degli uomini bisessuali. Questa
differenza rende più difficile agli uomini il dichiararsi pubblicamente perché sono più soggetti
a stigmi. Accettare il genere come lente interpretativa comporta l’opportunità di approfondire
l’analisi riguardo alla differenziazione tra uomini dal comportamento bisessuale da una parte
e uomini eterosessuali e omosessuali dall’altra. Per i bisessuali, avere uomini e donne come
oggetti del desiderio significa sfidare la coerenza di quel modello di orientamento sessuale
che funge da fondamento per la costruzione della maschilità etero e di quella gay. Un uomo
che si impegna solo con donne potrebbe avere una configurazione di genere maschile
differente da quella di un uomo che abbia relazioni solo con uomini ed entrambi sarebbero
modelli di maschilità diversi.Inoltre, c’è la possibilità che alternare partner maschili e
femminili comporti anche il confronto con identificazioni di genere variegate. Per i bisessuali,
infatti, muoversi tra relazioni con uomini e con donne significa attraversare il confine tra i
generi nonché i confini tra gli orientamenti sessuali, cosa che produce inevitabilmente
ricadute sulla dimensione di genere del soggetto bisex che appare doversi districare tra il
modello maschile eterosessuale e quello dei gay. La categoria della bisessualità mette in
crisi l’intera epistemologia della sessualità basata sul concetto di orientamento sessuale.
Per studiare la sessualità umana bisogna adottare uno sguardo cross-culturale che affermi
come sia storicamente determinata la produzione dell’eterosessualità e dell’omosessualità
come poli di una dicotomia rigida. Occuparsi della bisessualità significa sfidare la
concezione secondo cui :
● eterosessualità e omosessualità sono innate e immutabili
● l’universalità di entrambe, la loro presenza dal punto di vista storico e la presenza di
caratteristiche omogenee
● che esiste una profonda e radicata dicotomia tra le due

Orientamento sessuale
L’orientamento sessuale più studiato al mondo è l’omosessualità maschile perchè ci si
concentra sull’uomo mentre sull’omosessualità femminile ci sono meno studi perchè il
comportamento sessuale è legata al genere. La cosa paradossale è che noi sappiamo che
esiste anche l’eterosessualità ma non abbiamo studi perché questa è data per scontata, è
considerata ovvia. Tutto se ci pensiamo è eterosessualità ma se ci pensiamo si parla
dell’eterosessualità maschile solo con la maschilità tossica, lo stupro, la violenza di genere,
femminicidi, pornografia etc e sembra che questi elementi esauriscano il tema. Il nostro
concetto di omosessualità nasce nell’800 e dopo(fine 800) è nato il concetto di
eterosessualità. Prima questi termini non esistevano e prima eterosessuale si usava,
inizialmente, per indicare i maniaci, chi aveva un desiderio smodato per il sesso,che non
potevano controllarsi e facevano sesso h24. Ora il concetto è simmetrico a quello di
omosessualità=il desiderio per le persone dello stesso sesso// eterosessualità= desiderio
per le persone di diverso sesso.
La sessualità umana si rappresentava in maniera dicotomica ovvero due orientamenti
sessuali che non sono due perché abbiamo un continuum che è quello che viene chiamato
bisessualità. Sulla bisessualità si sa ben poco. Noi non sappiamo cos’è, diciamo “tizio è
bisessuale” ma non sappiamo cosa significa. Non ci sono studi sul vissuto interiore, su come
funzionano le relazioni. Ci sono vari motivi:
-la visibilità sociale delle persone bisessuali è molto bassa—> ci sono tantissimi gay
dichiarati, meno lesbiche dichiarate, ma uomini e donne bisessuali dichiarati sono pochi.
Anche all’interno del movimento LGBT+, quali sono le rivendicazioni? Non lo sappiamo. Di
fatto al suo interno non c’è una visibilità delle persone bisessuali ma sappiamo solo che il
comportamento bisessuale è più diffuso di quello omosessuale: gli uomini e le donne che si
dichiarano bisessuali sono molto pochi ma il comportamento bisessuale è più diffuso
dell’identità bisessuale.Noi concepiamo la bisessualità solo al 50% : ci sono persone che
desiderano fare sesso solo con gli uomini ma si innamorano solo di donne.
eg. ci sono culture in cui uomini stanno con donne ma una volta all’anno hanno rapporti con
gli uomini.
gay europei vanno i tunisia dove trovano ragazzi che noi diremmo eterosessuali che sono disposti ad
avere rapporti con gli uomini purché mantengano un ruolo attivo → sessualità mediterranea che
prevede un comportamento bisessuale
i sex workers ovvero i prostituti per uomini che hanno un comportamento bisessuale
uomini eterosessuali che finiscono in carcere hanno rapporti omosessuali tra di loro, desiderano altri
uomini→ nell’arco della loro vita hanno avuto un comporto bisessuale
nei collegi, c’erano rapporto omosessuali transitori tra ragazzi perché siamo in un contesto
omosociale
nell’antica grecia c’erano adolescenti che prima avevano un ruolo passivo con altri uomini adulti, poi
dovevano sposarsi con donne, avere figli e poi potevano prendere un ragazzo adolescente con un tuolo
attivo→ atteggiamento bisessuale
Rispetto al concetto di orientamento sessuale questa cosa non dovrebbe esserci. Qual è il
concetto di orientamento sessuale dal punto di vista scientifico? Che ciascuno di noi intorno
alla pubertà si chiede se gli piacciono gli uomini o le donne. Se è omosessuale fa il coming
out, se è eterosessuale lo fa implicitamente e poi da quel momento se sei gay farai sesso
sempre con uomini gay, se sei eterosessuale farai sempre sesso con donne. Quindi gay,
lesbiche ed omosessuali non dovrebbero avere rapporto tra di loro ma noi sappiamo invece,
che tutti i comportamenti sopra elencati, prevedono scambi tra orientamenti sessuali. Quello
che noi mettiamo sotto l’etichetta bisessuale è un sacco di cose:
-per alcuni, la bisessualità è orientamento sessuale come gli altri (orientamento stabile) → poche
persone che si dichiarano con identità bisessuale poche persone che si dichiarano con identità
bisessuale
-tutta una serie di persone che hanno un comportamento bisessuale ma che non prendono
un’identità bisessuale perchè il loro desiderio non ha caratterisitche di stabilità
eg. uno studioso ha analizzato i luoghi di cruising ovvero luogo in cui si fa sesso all’aperto,
da sempre considerato un luogo gay. Ma solo una minima parte si è dichiarata gay, una
parte bisessuale, una normale e una eterossessuale. Molti di questi avevano moglie,
fidanzate e storie anche con donne.
Sotto l’ombrello bisessualità mettiamo quelli che hanno un’identità e anche quelli che hanno
un comportamento e non un’identità (eg. attori eterosessuali che incentivati
economicamente fanno delle scene gay). In termini dicotomici la bisessualità corrisponde al
due ma non due perchè ci sono una serie di persone che oggi diremmo di avere un
comportamento bisessuale. Il concetto di orientamento sessuale è usato in termini preduttivi
ovvero ragazzina a 15 dice che è lesbica, noi pensiamo che questa avrà un orientamento
sessuale di questo tipo; invece l’esistenza delle persone bisessuali ci consiglia di usare
questo concetto in termini retrospettivi cioè a 99 anni l’individuo guarda la sua vita
sentimentale e sessuale passata e si chiede se questa in questa abbia avuto un
comportamento omogeneamente omosessuale, omogeneramente eterossessuale ,
omogeneamente bisessuale in tutte le gradazioni.
Ci sono altre persone per cui si parla di fluidità sessuale (cambiano, si modifica nell’arco
della vità) che noi collochiamo sotto l’ombrello di bisessualità.
eg. persone che hanno fantasia che non vogliono realizzare, persone che stanno solo con
donne ma che guardano porno con uomini, persone che vivono solo l’innamoramento con
un genere ma il sesso con un altro, persone nello stesso rapporto sessuale che vogliono
avere uomini e donne, rapporto con trans pur non essendo gay (Lapo Elkan). La sessualità
umana è più complessa di come noi la immaginiamo e la analizziamo dal punto di vista
scientifico.
C’è un dibattito riguardo la parola “bisessuale” che contiente BI : uomini e donne. In realtà desiderano
persone sia trans che non trans quindi alcune desiderano solo un corpo femminile o solo un corpo
maschile; altre invece desiderano anche il corpo in transito. Ci sono persone bi per cui i genitali non
hanno importanza.Ci sono persone che dicono che si innamorano di anime e non di uomini e donne.
→ ovvero intersex.

Capitolo 1
Il modo in cui oggi pensiamo la sessualità definisce un quadro costruito dall’incrocio tra
-genere → Il concetto di genere ha a che fare non con l’anatomia ma con le regole socio-
culturali di ogni gruppo. Dal punto di vista culturale si trattano gli uomini diversi rispetto alle donne
e per esempio, tendenzialmente, nella nostra cultura le donne portano i capelli lunghi e gli uomini
corti. I gioielli femminili sono usati prettamente dalle donne ma, per esempio, gli uomini non sono
soliti portare gli anelli→ anche se questa è più una differenza di stile. Possiamo dire che quindi il
portare gioielli è una caratteristica femminile e quando sono gli uomini a portarli lo fanno in modo
differenziato. I maschi per esempio non portano la gonna,tradizionalmente, mentre le donne lo fanno.
Ciononostante ci sono maschi che portano la gonna e i capelli lunghi per esempio. Generalmente gli
uomini non si truccano. Una differenza riguarda anche i mestieri per esempio perché gli uomini, di
solito, fanno dei mestieri legati alla forza fisica mentre le donne svolgono mestieri legati alla bellezza,
alla cosmetica. → per esempio nessuno di noi una lavoratrice che fa il muratore, un uomo delle
pulizie etc.
Nella società esiste una differenza legata al potere : a parità di lavoro gli uomini
guadagnano di più delle donne, hanno più successo delle donne e questo viene chiamato
soffitto di cristallo perché noi sappiamo che a scuola sono le donne ad avere dei risultati
migliori. La situazione cambia sul posto di lavoro dove l’essere maschio, nascere uomo
garantisce la possibilità di uno stipendio più alto e ti garantisce anche la possibilità di fare
carriera, cosa che la donna ad un certo punto non fa più, perchè sbatte la testa in questo
soffitto di cristalle che blocca la progressione in carriera delle donne. I giochi e giocattoli
sono differenziati: le bimbe giocano con le bambole mentre i maschi giocano con la pistola.
Se facessimo il contrario ci si stupirebbe. I giochi: giocare dolce forno, alla cucina è da
femmina mentre il gioco di arrampicarsi sugli alberi è considerato più maschile.
I colori e i tessuti sono diversi: blu per il maschio e il rosa per la femmina; non esistono
camicie maschili in pizzo o con merletti. Le regole di cortesia sono anche diverse: per
esempio regalare i fiori è più maschile, aiutare con i pesi la donna e non l’uomo, l’uomo deve
aprire la porta alla donna, l’uomo paga la cena, l’uomo fa la prima mossa. Tutto ciò non ha a
che fare con l’anatomia, ma sono regole sociali di genere per cui, per esempio, è l’uomo che
invita a cena, prende l’iniziativa sessuale etc..
Tutti questi elementi che vanno dal lavoro all’abbigliamento, al modo di camminare (le donne
possono ancheggiare), modo di gesticolare, modo di accavallare le gambe, giocare con i
capelli, il modo di occupare lo spazio, le espressioni del volto, il modo in cui si guarda
HANNO A CHE FARE CON LE NORME DI GENERE strettamente legato con la cultura. In
tutte le culture del pianeta c’è un comportamento differenziato tra maschi e femmine. In alcune
culture antropologiche ci sono oggetti che non posso essere toccati dall’altro sesso, attività tipo caccia
o cucina→ c’è una differenziazione, ci sono tutte delle regole che non hanno a che fare con
l’anatomia ma con la culturizzazione che la società fa della differenza.
Tutte queste regole di genere, presenti in tutte le culture, non hanno a che fare con
l’anatomia. Queste differenze di genere sono costanti dal punto di vista geografico? No
perchè perchè per esempio in italia l’uomo non può uscire con la gonna mentre in Svezia si.
Sono costanti dal punto di vista storico?No, per cui per esempio in epoca preistorica erano
le donne a portare i pesi, gli uomini a truccarsi e usare gioielli. Nell’epoca del Re Sole in
Francia, l’uomo portava tacchi, merletti, cipria, parrucca.. comportamenti che oggi non sono
adeguati. Le differenze di sesso che sono immutabili dal punto di vista storico e geografico
mentre le differenze di genere si modificano sia dal punto di vista geografico che dal punto di
vista storico. Quanti sono i generi? I generi sono due: uomini e donne .
noi tendiamo a trattare meglio le persone che sono più adeguate al loro genere ovvero noi
trattiamo meglio gli uomini virili rispetto a quelli poco virili perché li consideriamo possibili
oggetti sessuali(sessualmente appetibile) e, quindi, socialmente desiderabili. Queste
categorie che abbiamo visto ne intersecano altre. Su queste categorie di adeguatezza al
genere si adeguano gerarchie sociali e, come tutto ciò che ha a che fare con il genere, sono
culturalmente definite → ESEMPIO= il prof potrebbe essere considerato effeminato se vivesse in
epoca preistorica perché non è capace di uccidere un animale a mani nude, si lava e non insulta la
donna; se lui vivesse nel 700 sarebbe considerato troppo grezzo perchè non ha cipria, parrucche,
scarpe con tacchi. Le regole di ciò che è considerato adeguato al proprio genere variano dal
punto di vista socio-culturale→ Damiano dei Maneskin è definito virile nonostante il fatto che usi
vestiti femminili, in passato lo avrebbe fatto considerare non virile.
Rispetto al concetto di genere, per esempio, oggi un ragazzo può definire le sopracciglia con
la pinzetta cosa che in passato non si poteva fare perchè non considerato adeguato al
genere. Tutte queste regole si modificano e, spesso, si modificano più facilmente per le
donne che non per gli uomini. Perchè? Perchè siamo in una società maschilismo e si
controlla maggiormente il maschio che viene ritenuto più importante rispetto alla donna.
Paradossalmente, la femmina è meno controllata in alcuni ambiti (la femmina può giocare a
calcetto ma è giudicata in maniera negativa dal punto di vista sessuale)--> come il genere
controlla i corpi.I maschi possono avere più fidanzate ma non possono indossare la gonna;
le femmine invece possono indossare la donna ma non possono avere più fidanzati
contemporaneamente.
Questo per dire che le regole di genere variano dal punto di vista cultura. Ci sono culture in
cui io non posso rivolgere la parola ad una donna. Tutte queste regole sono modificabili.
Quanti generi conosciamo?In realtà non sono due donne e uomini. Ma anche qui esiste
1 il genere non conforme(gender non conformy) ovvero quelli che sono riconosciuti come
bambine masculine e bambini effeminati,
2 le varianze di genere (gender variant) in cui ritroviamo
-i non binari ovvero quelli che non si identificano né nell'uno né nell'altro genere
-tutto il transgenderismo che va da quello che prima si chiamava travestito ai transessuali
Anche nella nostra società come nelle altre società abbiamo due generi ma c’è un continuum→ ci
sono più di due generi. Esempi:
-le femminelle napoletane (La pelle film)- -> bambini che vengono cresciuti come femmine
ma non fanno nessuna operazione chirurgica ma sono considerati come terzo genere.
-Nelle Americhe quando sono andati i conquistatori spagnoli hanno trovato il Berdache
ovvero persone transgender maschi che a un certo punto venivano considerate femmine:
avevano lavori femminili, avevano le mestruazioni(si grattavano l’interno coscia fino a
sanguinare), avevano figli (adottivi considerati figli naturali), sposavano uomini etc.Possono
essere da maschi a femmina o da femmina a maschio
-Poi abbiamo i giras in india, gli uomini che si vestono da donna e vivono come prostitute;
Abbiamo poi varianti di genere in molte culture
-negli hawaii per esempio fa'afafine considerati come un terzo genere
Questi elencati rientrano in questo continuum, non corrispondere al maschile o al femminile
prettamente. Alcune culture presentano più di due generi, da noi in occidente abbiamo una
concezione dicotomica ma in realtà c’è questo continuum (esempio bimbi effeminati,
transessuali).
Abbiamo detto che i sessi non sono modificabili da un punto di vista storico e geografico. E i
transessuali? Partiamo dal presupposto che il termine corretto è transgenderismo e non
transessuale perchè in realtà, dal punto di visto essenzialista e genetico non cambia il
cromosoma, ma cambia il genere.Essere uomini o essere donna non è una questione di
genitali?—> avrei un aspetto femminile, potrei spostare un uomo, avrei dei documenti diversi
e sarei considerata una donna. I generi sono due ma non sono due perché abbiamo tutto ciò
che sta in mezzo. Il transito ha effetti diversi rispetto all’età in cui lo comincio perchè modifico
il mio corpo prima della pubertà per esempio→ questo fatto avveniva con eunuchi ovvero dei maschi
che venivano castrati per cui non sviluppavano gli elementi sessuali secondari come per esempio la
voce (vedi le voci bianche) ed erano considerati una forma ibrida. Prima comincia il transito più
facilmente passi verso l’altro sesso. Si può cominciare a 16 anni con l’autorizzazione del giudice . (in
italia la disforia di genere intanto era considerata una malattia che viene curata con l’intervento
chirurgico, adesso i medici hanno deciso di non considerarla più come una malattia ma di fatto per la
legge italiana è ancora così. I giudici devono avere un certo numero di documenti che attestano che
quell’individuo sia transgender). → L’iran, pur essendo un paese molto omofobico, permette il
cambio di genere anzi alcuni omosesuali diventano trans perchè non hanno altre possibilità. C’è tutto
un problema rispetto all’età di inizio perchè in gran bretagna ci sono state delle polemiche di una
donna trans che ha cominciato da piccola gli interventi e poi crescendo se n’è pentita e ha fatto causa.
Le richieste del movimento intersex(non toccateci fino a quando non lo diciamo noi) e le richieste del
movimento trans (l’accesso agli interventi senza che debba esserci uno psicologo che affermi la
transessualità) di fatto non hanno sbocco legislativo. Dal punto di vista teorico il termine transgender
è più corretto del termine transessuale perchè il sesso, secondo il punto di vista genetico, non cambia
ma molte persone dicono “essere uomo o donna non è una questione di genitali”
Perché ci fissiamo in maniera essenzialista sui genitali per categorizzare un individuo? E’ un
problema teorico e politico.
-orientamento sessuale
Questo quadro divide gli esseri umani in uomini eterosessuali o gay e donne eterosessuali o
lesbiche. Una minoranza di individui scopre che il proprio desiderio è invece orientato verso
persone del proprio sesso. Tra i 4 gruppi ci sono confini interni chiari quindi o si è
eterosessuali oppure omosessuali. in questo quadro rimane però il problema di
comprendere quanti e quante non sembrano rispettare i confini, avendo rapporti sessuali sia
con uomini che con donne e per i quali si utilizza la categoria di bisessualità. La bisessualità
è concepita come perversione di una sana eterosessualità o come una malattia infantile di
quella che diventerà un’omosessualità coerente. L’ambivalenza del comportamento
bisessuale è quindi concettualizzabile solo come colpevole ambiguità.
Le inchieste ci restituiscono un’immagine della società molto più complessa di quella
disegnata della dicotomia di orientamento sessuale. Tale complessità è confermata dalla
rilevazione instat del 2012 secondo la quale circa un milione di persone si dichiara
omosessuale o bisssuali mentre il 77% dei rispondenti si definisce eterosessuale. I desideri,
le pratiche e la rappresentazione di sé degli esseri umani non sembrano inserirsi in maniera
perfetta nello schema quadripartito da cui siamo partiti. Dobbiamo, quindi, riconoscere che il
numero delle persone che hanno contatti sessuali o innamoramenti affettivi con persone
dello stesso sesso è più esteso del numero delle persone che si definiscono gay o lesbica.
Se si parla di persone che hanno avuto almeno un comportamento omosessuale nella loro
vita, le stime possono superare il 10%. Se si parla, invece, di persone che hann
un’attrazione affettiva e sessuale prevalentamente con persone dello stesso sesso, allora le
stime possono andare da 3 a 8%. La forbice che separa il numero di chi assume un’identità
omosessuale da quello di chi ha avuto contatti omosessuali costituisce un ambito che la
ricerca sulla bisessualità deve indagare.
Comportamento bisessuale sequenziale
Analizzando il comportamento sessuale possiamo distinguere 3 modelli di bisessualità:
1 sequenziale→ rapporti con uomini e con donne in periodi diversi della vita. Rimane spesso fuori
dall’analisi teorica
2 concomitante→ relazioni con partner diverso sesso nello stesso arco di tempo. Si pensa subito
quando si parla di bisessualità
3 simultaneo→ relazioni con partner di diverso sesso contemporaneamente, nell’arco dello stesso
rapporto intimo.
Questi modelli appaiono inconsapevoli, non concettualizzati, non assunti interiormente
persino da chi agisce. Tanto la prima che la seconda modalità risultano chiaramente
individuabili se analizziamo l’omosessualità nella quale si trova il comportamento bisessuale.
Un primo ambito è rappresentato dall’omosessualità situazionale ovvero uomini
eterosessuali costretti in un contesto omosociale come il carcere ad avere rapporti
omosessuali. Pasolini afferma che non esiste uomo che non sia anche omosessuale ed è
questo che dimostra l’omosessualità nelle carceri. A favorire questo tipo di relaizoni è la
costrizione carceriera e l’assenza di donne ed ecco, quindi, che si sviluppa un desiderio che
in qualche modo doveva manifestarsi. Secondo Mieli, nel casi di omosessualità in carcere, si
devono riconoscere le espressioni manifeste di desiderio omoerotico che affiora adesso.
Quindi, in un quadro generale questi uomini hanno vissuto prima una relazione
eterosessuale, poi omosessuale e poi di nuovo eterosessuale.
Lo stesso possiamo dire dell’omosessualità transitoria durante l’adolescenza: dalla
masturbazione collettiva ai forti coinvolgimenti sentimentali. Rimane il fatto che tali fasi
omosessuali non si legano solo all’adolescenza ma possono realizzarsi in una fase avanzata
della vita. Se la storia dell’omosessualità transitoria in età adulta è ancora da scrivere,
possiamo sicuramente considerare quella in adolescenza ben nota e discussa.
Bisogna sottolineare che nell’omosessualità situazionale e in quella transitoria abbiamo un
comportamento omosessuale ma non un orientamento sessuale. Se c’è un comportamento,
possiamo però ipotizzare un desiderio e l'eccitazione fisica senza la quale quei rapporti non
si sarebbero potuti realizzare.
Comportamento bisessuale concomitante
Anche molta parte del comportamento bisessuale concomitante ovvero partner femminili e
maschili in una stessa fase della vita, rimane fuori dalla consapevolezza sociale e scientifica.
Dobbiamo quindi parlare di comportamenti omosessuali non riconducibili all’attrazione
sessuale come, per esempio, nella prostituzione maschile per clienti maschi di ragazzi che
sono eterosessuali e che hanno partner femminili. Ad alcuni di questi ragazzi è possibile fare
sesso con uomini e continuare a considerarsi normali grazie alla concezione mediterranea
ma in realtà diffusa in tutto il mondo.
All’interno di questa concezione si trova una dicotomia tra un polo virile e attivo e uno
passivo e non virile formato anche dagli omosessuali.
Esempio 1 → In Andalusia ci sono gli uomini di san blas che non temono di scherzare sull’assunzione
del ruolo fallico maschile nei rapporti omosessuali perché questo comportamento non mette a rischio
il mantenimento del loro status di veri uomini. A un uomo è possibile lo sfogo sessuale con un altro
uomo dato che non è l’oggetto sessuale a definire un orientamento sessuale ma è solo il ruolo assunto
che definisce quello che è un uomo oppure una donna. Se un uomo assume un ruolo attivo in un
rapporto anale, la sua azione non è considerata ignobile perchè sta solo svolgendo il ruolo che assume
nei rapporti con una donna; al contrario se l’uomo assume un atteggiamento passivo è considerato
umiliante perchè, in quel caso, sta svolgendo il ruolo della donna.
-In Brasile esiste un modello locale di sessualità tra uomini basato sulla distinzione tra attivo
e passivo. Quello attivo mantiene intatta la propria virilità
-In Marocco, accade lo stesso fenomeno perchè quello che assume un ruolo attivo non è
considerato come omosessuale e può assumere lo stesso ruolo attivo nel comportamento
eterosessuale con mogli, amanti e prostitute.
La nostra categoria di omosessualità risulta così etnocentricamente fondata anche se in
realtà dovrebbe inglobarsi nella categoria di MSM ovvero men who have sex with men che
sembra meglio comprendere tutte le manifestazioni d’amore tra gli uomini del nostro pianeta.
L’uso della categoria di comportamento msm permette di capire che certe condotte che la
società non riconosce come omosessuali e come una devianza invece sono come dei
comportamenti bisessuali.
Tra le piaghe delle omosessualità
Possiamo individuare altri comportamenti bisessuali maschili se ci volgiamo ad alcune forme
di omosessualità ormai scomparse o in via di estinzione:
● la pederastia nella grecia antica→ il soggetto maschile aveva in grecia un comportamento
omosessuale passivo dalla preadolescenza fino ai 17 anni circa con un uomo adulto ì. Appena
raggiungeva l’efebia doveva interrompere questi rapporti e sposarsi con donne avendo pure
rapporti. Successivamente, però, poteva riprendere ad avere un comportamento sessuale, con
un ruolo attivo, con i ragazzi prima che questi raggiungessero l’efebia. I greci avevano,
quindi, un comportamento in realtà bisessuale prima sequenziale e poi, da adulti,
concomitante.
● il caso degli sciamani siberiani → ricevono dagli spiriti l’ordine di trasformarsi in donne e di
avere rapporti sessuali con gli uomini
● invertiti di Napoli o le femminielle→ gli invertiti sono considerati soggetti difettosi,
imperfetti, una sorta di terzo sesso; i femminelli invece si vestivano e comportavano da
femmine.
● i berdache→ nativi americani, nati maschi che si identificavano col femminile e venivano
socialmente considerate donne potendo anche sposare un uomo . Erano considerato donne con
organi sessuali maschili.
● mahu a Tahiti→ sono omosedduali che praticavano la sodomia o il fellatio offrendo i propri
servigi a ragazzi e uomini. La maggiorparte degli uomini di quel posto andava a letto con i
mahu quando non vi erano donne disponibili e nessuno ha da ridire sulla cosa
● hijras in india→ oggi circa un milione di persone che si evirano in onore di una dea,
assumono abbigliamento femminile, si depilano, prendono nomi femminili e vivono di
elemosine e prostituzione. A questo gruppo vengono accomunati anche uomini non evirati
che si prostituiscono vestiti da donna. Il termine hijras è un termine ombrello perché
comprende diverse realtà come eunuchi, trasgender e omosessuali che hanno rapporti con
uomini.
La scienza però non si è mai soffermata sull’analisi dei partner di questi individui: invertiti e
femminelle avevano rapporti con uomini che a loro volta avevano rapporti con donne, i
berdache potevano pure sposarsi con uomini considerati uguali agli altri, hijar e mahu hanno
come partner uomini che hanno rapporti con donne. Possiamo quindi affermare che il
comportamento di questi loro partner è di fatto bisessuale.

Comportamento bisessuale simultaneo


Un terzo tipo di bisessualità prevede di fare sesso contemporaneamento con un uomo e con
una donna pensiamo per esempio allo swinging ovvero lo scambio di partner o al poliamore
ovvero la possibilità di creare relazioni sessuali e sentimentali consensuali tra due persone
adulte.
Uno studio condotta in america mostra che tra gli uomini bisessuali c’è una maggiore
frequenza di relazioni non-monogame rispetto agli eterosessuali. La non monogamia e il poli
amore appaiono più facilmente nel contesto bisessuale simultaneo anche se:
● non tutti i bisessuali nelle relazioni poliamorose hanno un comportamento simultaneo
● non è possibile estendere le caratteristiche bisessuali
● non è corretto considerare tutti i bisessuali come dei predestinati alla non
monogamia.
Un altro studio dimostra come quelli poliamorosi siano dei contesti dove possa emergere un
desiderio sessuale inaspettato, risultato condiviso anche da uno studio condotto in italia che
evidenzia, inoltre, il fatto che il poliamore sia diffuso tra i bisessuali quando che le persone
poliamorose possano sperimentare per la prima volta un desiderio bisessuale e un
comortamento simultaneo nelle loro relazioni moonogame.
Concetto di orientamento sessuale
L’orientamento sessuale è costituito da una molteplicità di componenti:
● identificazione di sé
● preferenza fisica
● comportamento sessuale
● fantasie erotiche e sentimentali
● coinvolgimento affettivo-sentimentale
● identità sociale
Queste componenti possono anche andare in direzioni diverse e non essere coerenti l’uno
con l’altro: pensiamo, per esempio, a un uomo che, costretto dalla pressione sociale, rinunci
ai suoi desideri omosessuali e si sposi con una donna la quale adempie i doveri coniugali.
Lo sviluppo dell’identità sessuale non ha tappe fisse o esiti predeterminati perchè
l’orientamento sessuale è sempre processuale, dobbiamo infatti ricordarci che non è tanto
considerata l’identità del partner ma la condizione in cui si effettua l’interazione, il potere,
l’età del partner, la natura inanimata dell’oggetto che attiva sessualmente. Questi dati
rimangono fuori dal modello rigido e stabile di orientamento sessuale quindi lo schema dal
quale siamo partiti è troppo semplice, emerge da qui un concetto di orientamento sessuale
troppo innatistico. Questo modello però non è l’unico pensabile infatti ne esistono di altri:
- Dèttore afferma che l’orientamento sessuale dipenderebbe in parte da aspetti
biologici e in parte da fattori di apprendimento che potrebbero ampliare e potenziare
tale preferenza o orientare il grado di bisessualità di base verso direzioni alternative
diverse, in funzione di fattori socio-culturali e di storia individuale.
- alcuni studiosi arrivano alla conclusione che omosessualità ed eterosessualità non
indicano categorie di persone distinte, ma dimensioni che ciascun individuo ha
miscelate, in senso più o meno esclusivo. Si individua così una scala di gradazione
con 7 livelli che va da una purezza eterosessuale e una omosessuale. Ha molto più
senso parlare per un eterosessuale di “soglia di omosessualità” che può essere più o
meno alta (pensiamo ad alcuni soggetti che si rivolgono agli omosessuali solo in
condizioni estreme oppure ad una semplice attrazione fisica). Analogo discorso
andrebbe fatto per i soggetti omosessuali che sarebbero contraddistinti da una
“soglia di eterosessualità” più o meno bassa (alcuni omosessuali possono avere
relazioni eterosessuali). Al centro del continuum vi sarebbero i soggetti con un
orientamento più o meno paritetico verso entrambi i sessi
Per alcuni, il desiderio può anche essere predominante. Un discorso analogo va fatto per i
comportamenti sessuali e le percentuali statistiche che possono non coincidere con il
desiderio. Un discorso ancora diverso va fatto per l’identità, personale e sociale, che
ciascuno costruisce sulla base dei propri desideri e dei propri comportamenti. Klein
sottolinea come la scala di Kinsey non tenga conto di come l’orientamento sessuale possa
cambiare nel corso della vita. Alcune persone, infatti, passano in maniera lineare dagli
uomini alle donne, mentre altre vanno avanti e indietro continuamente. Per alcuni la
bisessualità è caratterizzante di un periodo transitorio dal’eterosessualità all’omosessualità;
per altre invece si passa esclusivamente da una fase etero a una bisessuale; per altri ancora
invece si mantiene un comportamento stabilmente bisessuale per tutta la vita. Diventano
così perfettamente leggibili i diversi posizionamenti individuali all’interno del continuum.
La bisessualità e la maschilità
Quanto detto si scontra con la nostra società e con la concezione di mascolinità ovvero il
frutto di una continua costruzione perché non basta essere nati con un’anatomia madchile
ma bisogna comportarsi da maschi, mettere in scena una perfetta performance di maschilità.
Essere uomini e mostrarsi uomini è la stessa cosa ovvero un far fronte, una capacità
acquisita di apparire. Il corpo maschile esiste solo come corpo collettivo. Questa
performance pubblica utilizza modalità plurali ma nella società contemporanea, la distinzione
più importante simbolicamente tra le maschilità è in termini di sessualità. La maschilità
egemonica è in maniera enfatica eterosessuale mentre quelle omosessuali sono
subordinate. L’omosessualità, quindi, minaccia l’identità di genere maschile più di quanto
faccia con quella femminile perchè l’identità maschile ha addirittura bisogno dell’omofobia
che svolge due funzioni:
- regola i rapporti patriarcali con l’altro genere perchè esalta una mascolinità ortodossa
e aggressiva
- è un codice di comportamento che mantiene i rapporti fra uomini entro limiti ben
definiti, oltre i quali si percepisce una sfida alla stessa identità maschile e
all’equilibrio del potere.
Il dispositivo di genere si impernia sulla contrapposizione tra ruolo sessuale attivo e insertiva
e uno passivo e ricettivo considerato femminile. La pratica sessuale stabilisce così la
differenza di genere: si è uomini se si assume il ruolo attivo, si è donne se si assume il ruolo
passivo. Così il ruolo della donna, nel rapporto sessuale, è un comportamento omosessuale
che diserta la maschilinità.
L’insulto peggiore per una donna è infatti legato all’incapacità di controllare i propri impulsi
sessuali, all’avere molti partner, a una eterosessualità sregolata, mentre un uomo non è
insultabile perchè per lui l’offesa peggiore è il comportamento omosessuale.
Gli uomini quindi devono negare la possibilità stessa dell’omosessualità. Tuttavia, il
desiderio omosessuale non può essere cancellato da un’ideologia della maschilità e gli
uomini hanno dovuto fare i conti con la pervicace esistenza sociale dell’omoerotismo. Tale
attrito è stato risolto creando una netta polarizzazione all’interno del maschile: tra i veri
uomini e le forme degradate di maschilità. Tale gerarchia è centrata sul ruolo sessuale
assunto. l’esistenza del comportamento omosessuale maschile viene esorcizzata attrverso
la contrapposizione attivo-passivo che ricalca la differenza maschio-femmina e che permette
di mantenere una concezione dell’uomo come corpo che penetra ma impenetrabile. Viene
così negata qualsiasi compromissione del maschile con l’omoerotismo e un eventuale
comportamento omosessuale viene liquidato come sfogo sessuale, mera idrauilica erotica.
Si parla così, come dice Butler, di melanconia eterosessuale ovvero il rifiuto della possibilità
stessa degli attaccamenti omosessuali, una proibizione che rende l’omoerotismo un
interdetto, una perdita che per gli uomini è impensabile ma che costringe a citare
continuamente, per negazione, a parodiare, a disprezzare la possibilità stessa
dell’omosessualità. Tale analisi propone la negazione dell’omosessualità al centro della
costruzione della maschilità.
Una possibile ambivalenza
il desiderio omosessuale non può essere riconosciuto. Essere maschi eterosessuali significa
non poter ammettere in se stessi nemmeno la potenzialità percentualmente ridotta di
desiderio sessuale. Risulta quindi chiaro come sia necessario disconoscere l’esistenza della
bisessualità. Il comportamento bisessuale presenta potenzialmente quell’alternanza di ruolo
sessuale che risulta inquietante e minacciosa per il maschile. Quell’alternanza che appare
incarnata dal diavolo in persona, il demonio è infatti bisessuale, penetratore e penetrato. il
bisessuale sfugge ai processi di alterizzazione ed è un mostro. La bisessualità non può
avere accesso alla sfera della consapevolezza culturale, deve essere rimossa dall’orizzonte
simbolico. Si sostiene , infatti, che l’esistenza della bisessualità porta alcune persone a un
profondo senso di ansia risolto tramite la dicotomizzazione. La bisessualità costituisce il
ripresentarsi del rimosso e minaccia la chiarezza delle distinzioni. Dato che la realtà
sessuale non è perfettamente dicotomica, gli individui sono spinti dalla necessità di
occupare un polo o l’altro , tenendosi lontani dai pericoli della anormalità. Tale binarismo è
stato fondamentale nella creazione dell’identità sessuale. Disconoscere la relazione
costitutiva che l’eterosessualità ha con l’omosessualità è una necessità politica utile per
definire l’identità gay ed etero. Effetto perverso di tale costruzione è attribuire un carattere
monolitico all’eterosessualità rafforzando la logica di mutua esclusione tra gli orientamenti
sessuali su cui si basa l’eterosessismo.
Questa concezione dicotomica della sessualità umana non è senza scarti:
-Kosofsky afferma che la dussivisione di tutti gli atti sessuali in categorie opposte omo/etero
non è un dato naturale ma un processo storico incompleto. La sessualità non si esaurisce in
due campi contrapposti ma presenta sbavature e discontinuità. Possiamo, allora,
riconoscere nel paradigma teorico dell’orientamento sessuale il rischio di un
assoggettamento ovvero fissare ogni individui a un’identità saputa e conosciuta, determinata
una volta per tutte. In contrapposizione a questo atteggiamento possiamo dire che oggi
siamo tutti liberi di non sentirci dei traditori se ammettiamo di aver raccontato delle bugie su
noi stessi o su altri.

Capitolo 2
Lo sviluppo della sessualità
La sessualità umana si sviluppa attraverso un percorso complesso.
1 nei bambini fino a 3 4 anni abbiamo una forma sostanzialmente indifferenziata nella quale
essere maschi o femmine non sembra comportare grosse differenze soggettive
2 la prima scoperta della sessualità avvoene nella prima infanzia e nel contesto familiare
attraverso domande magari stimolate dalla scena di un film
3 uno snodo importante è costituito dalla pubertà. → a differenza del menarca (passaggio femminile
riconosciuto dalla famiglia, lo sviluppo dei ragazzi appare intimo e solitario. Nella masturbazione si
configura come una prima pratica di esplorazione corporea e si da così una sorta di imprinting che
disegna l’orgasmo come manifestazione di virilità. La masturbazione però può presto assumere il
ruolo di rito condiviso, che conferma la virilità degli appartenenti al gruppo perché questa ha una
precisa valenza simbolica tra i pari ed assume la funzione della legittimazione della virilità nel gruppo
maschile.
L’adolescenza non è caratterizzata solo dalla masturbazione perché è di base una fase di
ricerca e sperimentazione. Le prime esperienze sessuali si configurano come sperimentali e
vengono affrontate con un certo coinvolgimento parziale. A causa della differente
socializzazione sembra che la prima volta venga frequentemente vissuta dai maschi come
rito di vitalità e deve essere compiuta il prima possibile. Non sorprende allora che i ragazzi in
media hanno un maggior numero di partner rispetto alle ragazze. Oggi la libertà sessuale
appare accettabile anche se svincolata dall’amore o da una progettualità di coppia. A questa
libertà concorre il fatto che tra i più giovani sembra permeabile la distinzione tra amore e
amicizia. Lo sfumarsi di questi confini sta alla base di una modalità relazionale che in gergo
viene definito come “essere scopamici” ovvero un rapporto di amicizia con benefit di
appagamento sessuale.
In questo panoramo da libertà è ancora forte lo stigma anti-omosessuale specialmente tra i
maschi. Anche solo un atteggiamento di apertura mentale nei riguardi dell’omosessualità è
considerato come un elemento che potrebbe contaminare la virilità maschile. Ciononostante,
l’età adolescenziale non sempre si limita all’eterosessualità perchè quella omosessuale può
rappresentare una scelta transitoria, una fase di gioco o di ricerca per la costruzione del sé
specialmente quando le relazioni con i ragazzi sono più facili da iniziare rispetto a quelle con
le ragazze (si pensa ai contesti omosociali maschili come i collegi). Quest’attività
omosessuale non esclude necessariamente un interesse per l’altro seso ed è niente affatto
predittiva di una futura identità gay. Risulta poi che questa parentesi omosessuale sia nei
ragazzi molto più frequente che nelle ragazze perchè, forse, il processo di fissazione
dell’orientamento sessuale maschile è maggiormente soggetto a variazioni di percorso tanto
nel caso di persone eterosessuali quanto in quelle omosessuali. A questa fluttuazione
adolescenziale del desiderio può forse essere ricondotto il fatto che l’orientamento sessuale
sembra un argomento che difficilmente affrontano.
La rappresentazione tradizionale della maschilità
Per l’adolescenza delle generazioni passate, una corretta maschilità doveva essere
muscolare, aggressiva, capace di stoica sopportazione e soprattutto caratterizzata dalla
eteronormatività come il saper collezionare abbastanza donne. Ciò spingeva i ragazzi a
controllare continuamente se stessi e i pari per stanare ogni sbavatura. Più grave però dal
non saper allontanare sa sé il sospetto dei pari era il mostrare l’interesse per persone del
prorprio sesso o addirittura averci un rapporto sessuale.
Quando un ragazzo ha un atteggiamento omosessuale (pur essendosi dichiarato etero) si
pensa che questo sua atteggiamento sia un passo per una non dichiarata identità gay; al
contrario le donne possono inciampare nell’avere rapporti anche con altre donne. Una
donna con atteggiamenti bisessuali, potremmo dire, viene eterosessualizzata al contrario
dell’uomo che, nella stessa situazione, viene omosessualizzato. Tale concezione è fondata
sulla rappresentazione sociale della bisessualità vista come un’esperienza passeggera che
si vive durante l’adolescenza e nella prima giovinezza prima della scoperta della vera
identità. Tuttavia, se nelle ragazze è considerata una fase temporanea che le porterà a
stabilire un’identità eterosessuale, nei ragazzi è tutto il contrario perchè la fase della
bisessualità li porta a confermare una piena identità gay.
Altra rappresentazione sociale che misconosce la realtà della bisessualità è quella che
distingue una bisessualità vera da quella falsa che è tale perché non rispecchia certi criteri
fissati dal senso comune come:
1 attrazione di intensità uguale per entrambi i sessi
2 numero di esperienze omosessuali tali da rimettere in discussione un ‘eterosessualità
attribuito di default alle ragazze
2 un’identitificazione bisessuale stabile negli anni così da far capire che non si vuole attirare
l’attenzione.
Questi criteri selettivi fanno sì che la bisessualità vera sia lontana rispetto alla nostra realtà e
tale rappresentazione nega alla bisessualità ogni spazio di esistenza e riconoscimento
perchè la sessualità ambivalente contraddice quella forte dicotomia tra eterosessualità e
omosessualità di cui sembra esserci bisogno soprattuto in adolescenza considerata come la
fase in cui il corpo cambia in maniera repentina, ci sono crisi di identità, conflitti con i genitori
e il mondo degli adulti. Il processo di maturazione e costruzione dell’identità personale si
sviluppa allora attraverso un percorso di crescita contrastivo che richiede al soggetto in
formazione di identificarsi e di separarsi, di conoscersi come altro e di riconoscersi nell’altro.
In quest’età prendere posizione appare una necessità evolutiva che è amplificata dalla
tendenza adolescenziale a costituire cerchie relazionali omogeneamente maschili o
femminili. E’ in questo contesto omosociale che i ragazzi forgiano la rappresentazione
collettiva del maschile. l’esistenza e la visibilità di ragazzzi gay viene allora vissuta come una
minaccia simbolica e ciò produce un’ambigua tensione. L’ossessività con cui gli adolescenti
esprimono costantemente l’omofobia esprime infatti un’ambiguità costitutiva che non
riguarda solo l’adolescenza. Secondo Butler, l’omosessualità affascina e perturba. I processi
socioculturali che rendono l’omosessualità paradigma dell’abeizione sessuale impongono un
distanziamento da questa forma di desiderio. Tuttavia il distanziamento da questo desiderio
deve essere sempre sorvegliato e la forma corretta di mascolinità eterosessuale è così
costretta a stare costantemente nella distanza dall’omosessualità. Questo mantenersi a
distanza costituisce una contraddizione strutturale che corre parallela a quella dinamica e
caratterizza l’adolescenza con le sue modalità di crescita contrastiva che richiede
identificazione e separazione dall’altro.
Rappresentazioni innovative
I livelli di omofobia di un gruppo risultano connessi alla paura di poter essere stigmatizzati
dai pari. Quegli adolescenti maschi che oggi mettono in campo una performità di genere
non-standard, ponendosi a distanza dai canoni della mschilità tradizionale risultano meno
permeabili alla paura di poter essere sospettati di omosessualità. Molte ricerche
testimoniano oggi un indebolimento effettivo del tradizionale nesso che esisteva tra
socializzazione maschile nel gruppo dei pari e omofobia. Un crescente numero di studi sulla
maschilinità a scuola mostra come i ragazzi eterosessuali esprimano posizioni
maggiormente favorevoli nei riguardi dell’omosessualità e includano un più ampio repertorio
di comportamenti di genere tra quelli considerati accettabili rendendo così più flessibili le
nromale della maschilità corretta. Il declino degli atteggiamenti di maschilità egemonica
conducono una sensibile diminuzione dell’omofobia e contribuiscono anche alla diminuzione
dei livelli di bifobia( pregiudizio ai danni dei bisessuali) di cui l’omofobia è una componente.
Anche nello specifico contesto italiano, una ricerca mostra come i bisessuali siano meno
propensi al coming out rispetto ai gay o alle lesbiche per il fatto che gli atteggiamenti negativi
contro i bisessuali appaiono più pesanti rispetto a quelli contro gli omosessuali. Tali realtà
appaiono in diminuzione ed è ormai assodato che omofobia e bifobia decrescono
continuamente tanto che la maggiorparte del campione bisessuale di piùù giovane età in
alcune indagini riporta esperienze positive in relazione al proprio dichiarasi pubblicamente
bisex. A contribuire a tale cambiamento sembra essere stata anche l’influenza dei mass
media, i quali non hanno modificato direttamente le rappresentazioni sociali ma hanno
fornito il frame culturale ovvero una più ampia cornice di pensabilità entro cui le identità
possono darsi. I ragazzi usano le serie tv, pagine web, blog etc come specchi per guardare
se stessi, per comprendersi e definirsi come finestra per sbirciare nelle vite altrui, per
conoscere un’esperienza prima di buttarcisi dentro.
Wet dreams, web dreams
Descrivere la sessualità degli adolescenti significa oggi prendere atto del fatto che la vita
delle nuove generazioni si è ormai duplicata estendendosi in due livelli: significa affrontare
anche la realtà online. E il pensiero allora corre immediatamente alla pornografia che gli
adolescneti fanno spesso uso di video a carattere sessuale su internet e che ciò riguarda i
maschi più delle femmine. Allo stesso modo oggi la diffusione di dispositivi tecnologici tra i
giovanissimi e la loro frequentazione di internet sta cambiando il loro atteggiamento verso la
sessualità. Il report annuale prodotto dal sito di pornhub afferma che al secondo posto per
frequenza si trovano ricerche sempre maggiori relative alla categoria fortnite e alla search
bowsette.Si tratta di video porno assolutamente espliciti che non mostrano però attrici in
carne e ossa ma acrobazie erotiche tra personaggi di fumetti. Questa embricatura tra
postura ludica e postura erotica ci dice molto sull’utilizzo di materiale pornografico online che
costituisce oggi per i ragazzi una forma di socializzazione sessuale anticipatoria rispetto alla
pratica di rapporti sessuali e oggi tende propotendemente a prendere il posto delle fantasia
erotiche della vita sessuale vera. Elemento nuovo è la pornografia online, gratuita e di
massa, permette oggi ai nostri adolescenti di sperimentare la curiosità verso l’alterità dà loro
la possibilità di sbirciare ciò che piace al’altro. La condotta eterosessuale si trova ora posta
accanto a quelle ch prima venivano chiamate perversioni. Dobbiamo pensare la
pornogrqafia su internet come una sceneggiatura culturale, uno sconfinato canovaccio di
condotte sessuali nel quale non solo il fruitore può scegliere una scena pornografica sulla
base delle proprie fantasia ma dal quale può farsi ispirare per estendere le frontiere della
propria immaginazione erotica. La sperimentazione che la tecnologia consente non si limita
alla fruizione passiva della pornografia ma prevede anche forme di interattività. Gli
adolescenti possono anche fare esperienza del cybersex (mostrarsi in cam nudi o in azioni
sessuali) esperienza che può costituire ua forma di altersexuality ovvero un’esperienza
erotica che differisce da quella della vita ordinaria ovvero un’esperienza liminale in cui
intimità e sessualità sono reinventate all’interno di contesti che presentano rallentamenti dei
condizionamenti temporali, fisici e normativi.
So’ ragazzi!
Sembra che le categorie a cui siamo abituati non siano più sufficienti a mappare in modo
esaustivo il campo della sessualità adolescenziale. Uno studio su studenti universitari
eterosessuali mostra la loro complessa rappresentazione delle bisessualità: alcuni si
concentrano sul piano sessuale, mentre altri vi includono pure l’affettività per gli amici
arrivando a postulare un certo grado di bisessualità in ogni essere umano. Sembra essere in
parziale declino quella concezione dicotomica della sessualità che contrappone etero e omo
a favore di una rappresentazione più complessa, a favore di concezioni più sfumate perchè
c’è la concezione secondo cui si può essere eterosessuali e contemporaneamente
desiderare persone dello stesso sesso. Il bacio viene descritto come la prima tappa ma è
privo di notazioni omoerotiche e visto come mera espressione di profonda amicizia. Appare
ridotta la polarizzazione tra amicizia e sessualità che rendeva in passato impensabile forme
intense di intimità tra maschi. Questi baci prolungati avvengono spesso di notte e dopo aver
assunto molto alcool: questo produce un effetto disinibitore ma non possiamo escludere che
l’ebbrezza da alibi per la realizzazione di desideri inconsci o una performance pubblica con
un significato privato.
La codificazione dell’atteggiamento corretto e adeguato alla maschilità eterosessuale
sembra essere diventata più flessibile e inclusiva di un maggior numero di comportamenti.
Con la diminuzione del controllo, la manifestazione di intimità tra maschi eterosessuali è ora
un comportamento che non mette più a rischio la reputazione di chi agisce.
Eterosessuali, ma solo prevalentemente
Una rassegna sistematica delle evidenze empiriche relative alla stabilità dell’identiticazione
degli adolescenti mostra che le variazioni tra quanti si dichiaravano prevalentemente etero
riguardano migrazioni da o verso un’identità eterosessuale piena. Esiste un’altra ricerca che
corrobora la contiguità tra l’orientamento prevalentemente eterosessuale e quello
eterosessuale mostrando che:
- 55,1% dei maschi che si erano dichiarati prevalentemente eterosessuali aveva poi
cabiato identificazione in quella eterosessuale. Si può dire che la prima
identificazione non era un timido approssimarsi al coming out gay quindi il
comportamento mostly heterosexual appare una sorta di corollario
dell’eterosessualità. Questi ragazzi non sembrano essere considerarti esempi di
falsa coscienza. L’insieme di questi maschi che si dichiarano pienamente
eterosessuali sono indistinguibili da quelli che mostravano almeno un indicatore di
attrazione o comportamento omosessuale. Possiamo allora affermare che alcuni
giovani sono pronti a esplorare ed eprimere i loro desideri senza dover abbandonare
la proprio atichetta eterosessuale. D’altro canto questa compresenza tra un desiderio
prrevalente e uno sopito risulta possibile anche nel campo omosessuale. Risulta
accertata l’esistenza di un comportamento sessuale prevalente etero che abita gli
adolescenti e i giovani adulti. Il comportamento prevalentemente etero appare poi
avere un suo sviluppo interno. Questo dato è coerente con un’altra ricerca secondo
la quale l’identificazione come mostly heterosexual risultava crescere durante
l’adolescenza e raggiungere un picco intorno ai 20 anni. Tale esperienza non sembra
più limitarsi ai giovani.
In sintesi, sebbene i modelli teorici dello sviluppo dell’identità di orientamento sessuale
affermino che quest'ultima si formi in modo chiaro nella prima adolescenza e rimanga stabile
nel tempo, un crescente corpus di ricerche sfida questa rappresentazione. Nel percorso di
formazione della sessualità i ragazzi sperimentano un certo grado di ambivalenza erotica
che si può articolare in uno dei piani dell’attrazione, delle fantasie e dei comportamenti. Tale
realtà appare accellerata oggi dalle profonde trasformazioni sociali che sembrano portare
alcuni adolescenti eterosessuali verso un comportamento omosessuale occasionale e
minoritario che potremmo definire bisessuale. Tale peculiare forma di bisessualità non
appare ascrivibile alla crisi adolescenziale dato che essa appare conservarsi anche nell’età
adulta.

Capitolo 3
Come detto in precedenza. i ragazzi prevalentemente eterosessuali hanno una pratica
eterosessuale prioritarie e poi occasionali rapporti con omosessuali. La possibilità di questo
comportamento sembra fondarsi sul fatto che la maggior parte degli uomini possiede una
certa capacità di eccitazione bisessuale e che quindi un individuo non ha bisogno di
possedere un orientamento omosessuale per sperimentare un’eccitazione omosessuale.
Gli ambiti dove possiamo ritrovare forme di omoerotismo tra uomini che non definiremo gay
sono:
amore platonico→ un sentimento d’amore astratto , spirituale, indifferente o alieno rispetto a
ogni interesse sessuale carnale, un amore fatto di belle parole. Questo affetto tra uomini esalta
una virilità che non si dispiega attraverso un’atto sessuale ma in una maschia capacità di
autocontrollo. A questo tramonto dell’amicizia virile è probabilemte da ricondurre una
successiva emersione dell’omosessualità come fatto sociale, dell’omosessualità intesa come
lo facciamo oggi. C’è quindi un legame tra nascita dell’omosessualità e declino dell’amicizia.
In una prospettiva freudiana, alcuni ritendono che tali amicizie appassionate rispondono a una
necessità emotiva maschile ovvero il bisogno di uno scambio di eros, una passione che non
esclude la sessualità, la quale non è la ragion d’essere che invece risiede nel desiderio di
intimità e di amore dell’altro come chiave di legittimazione del proprio sesso e della propria
esistenza. Si parla di bromance ovvero una relazione affettiva e sentimentale forte tra amici
considerati come fratelli: si tratta di forme di intimità tra giovani eterosessuali, descritti come
amicizia, che possono essere emotivamente profonde come lo sono tra i partner sessuali.
dude sex→ è un sesso praticato tra uomini eterosessuali, è un modo per ottenere il tipo di
sesso che tutti gli uomini eterosessuali vogliono dalle donne ma che possono avere solo dagli
uomini che non tirano in ballo sentimenti, emozioni. Nei contesti di dude sex però ci sono
espressioni paradossali come “astenersi gay”. In alcuni di questi annunci vengono scherniti e
scartati quei partner che non aderiscono allo stereotipo virile del maschio quindi il ritratto del
partner ricercato è quello di un eterosessuale disposto a esperienze omosessuali all’interno di
un immaginario da dude sex. Questa dinamica sociale scollega la possibilità di far sesso tra
uomini dal campo simbolico dell’omosessualità per inserirla nella compagine di
un’eterosessualità rude e anche omofobica.
nonnismo→ nella vita militare, il termine si riferisce al comportamento degli anziani che
esercitano nei confronti dei più giovani atteggiamenti vessatori che vengono interpretati come
una tradizione finalizzata all’inclusione. Il nonnismo stabilisce una gerarchia e rafforza la
coesione tra gli uomini all’interno di un gruppo. I rituali di iniziazione prevedevano pratiche
sessuali come il travestirsi da donne, le sculacciate, lo strizzare dei capezzoli e si può anche
avere una predilezione per attività quali inserire qualcosa a forza nell’ano o costringere a
praticare il rimming. Il focalizzarsi sulle pratiche anali si basa su un tabù che collega la
mascolinità del guerriero all’impenetrabilità da contrapporre ai corpi penetrabili e vulnerabili
delle donne. Al contempo, si tratta di attività che implicano una serie di significati connessi
alle debolezze e alle subordinazioni da una parte e alla forza e al dominio dall’altra.
Dinamiche simili si hanno nelle confraternite quindi in contesti prettamente maschili. I
rituali di iniziazione comprendono per esempio la passeggiata dell’elefante che
consise nel girare nudi a cerchio reggendosi il pene a vicenda, il mangiare un
biascotto dul quale gli altri hanno eiaculato o la pratica secondo cui gli anziani
possono strofiare il loro scroto sulla faccia di un iniziato.Il nonnismo fa si che alcuni
uomini possono ordinare ad altri uomini di stimolarsi l’ano a vicenda allontanandoli
però dal rischio di ogni etichettamento gay. A garantire questa possibilità è un codice
eteronormativo condiviso da tutti i partecipanti ovvero che il sesso gay è disgustoso.
La condivisione di tale pensiero impedisce ai partecipanti di associare tali pratiche
alla possibilità di eccitazione. Queste scene di nonnismo inoltre assomigliano molto
ai giochi sessuali di dominazione e sottomissione che è facile trovare nella
pornografia gay ed è importante ricordare che se fossero agite tra donne faremmo
faticaa a definirle come attività non sessuali. Inoltre, queste pratiche non sono
definite omosessuali per una concezione socialmente diffusa ovvero che i
comportamenti sessuali maschili possono nascere anche in modo casuale,
accidentalmente ed essere prive di significato. Il sesso omosessuale infatti non è gay
quando si verifica in un contesto forzato o di nonnismo. A garantire la virilità tra
questi uomini sta la concezione che il fare sesso è comunque divertende e non
dipende dall’oggetto sessuale. Si pensa allora che la potenza eterosessuale è come
un fenomeno che non può essere costretto all’interno di precise scelte sessuali
perchè il gioco sessuale non ha akcun legame con l’identità gay essendo un rozzo
gioco per maschi eterosessuali perennemente eccitati. L’impegnarsi in un rapporto
omosessuale conduce a un rafforzamento dell’identità virile dell’uomo eterosessuale
che può incrociare la sessualità omosessuale senza assumere l’identità gay.
● eterodossie→ L’eterosessualità maschile è tradizionalmente regolata da un’eteronormatività
rigida che non si esprime solo nel vietare qualunque esperienza omosessuale ma comprende
una serie di altre caratteristiche :
-l’eterosessualità normale deve essere monogama, procreativa, interna alla coppia,
deve darsi in privato, tra individui della stessa generazione, in alcune fasi della
propria vita, deve utilizzare solo i corpi, non essere stimolata dalla pornografia e
preferibilmente deve accompagnarsi a un sentimento e non avere un mero scopo
ludico-ricreativo. Oggi questa eteronormatività sembra incrinata e l’eterosessualità
maschile sembra relativizzare persino il tabù del contatto omosessuale.
L’eterosessualità è considerata autoevidente, sembra non necessitare di spiegazioni
che in realtà tutti conoscono e a cui tutti hanno accesso. L’eteronormatività sembra
costituire tutto ciò che merita di essere menzionato dell’eterosessualità. Quella
maschile, in particolare, è accomunata al maschilismo e della maschilità
eterosessuale vengono infatti sottolineati gli effetti negativi come sturpo, fruizione
della prostituzione e femminicidi. Tale appiattimento dell’intero vasto panorama
dell’eterosessualità sulla sua forma considerata ortodossa, cioè egemonica ed
eteronormativa, non tiene però minimamente in conto le forme di eterosessualità
eterodosse che pure esistono. Riconoscere l’esistenza di queste forme di
trasgressione significa non schiacciare i molti uomini che si identificano come
eterosessuali nel ruolo di autonomi conformisti posti a guardia dell’eteronormatività.
La virilità include anche pratiche legate alla cura del corpo e dell’aspetto esteriore
che non vengono più viste come trasgressioni dell'eterosessualità normativa.Sembra
quindi essersi diffusa la percezione dell’esistenza accanto a quella egemonica di
altre forme di maschilità. Sebbene alcuni affermino che tali incorporazioni di pratiche
tradizionalmente non maschili, tali forme di mascolinità ibrida, costituirebbero delle
strategie tese a conservare l’egemonia maschile, sono innegabili alcune
trasformazioni nel ruolo maschile in direzione di una maggiore simmetria tra i generi.
Ormai esiste nelle pratiche quotidiane degli uomini eterosessuali una larga varietà di
possibilità non-normative, di innovazioni che continuano a situarsi all’interno del lato
eterosessuale della dicotomia di orientamento sessuale (pensiamo al fatto che un
uomo si faccia penetrare un dildo dalla propria donna. Questo sfida la norma della
maschilità eterosessuale ortodossa ma nessuno potrebbe affermare che ciò non
avvenga all’interno di una cornice eterosessuale.)La loro identificazione personale e
sociale come eterosessuali, anche in presenza di un comportamento omosessuale,
va posto all’interno di quelle trasformazioni della contemporaneità che siamo stati
finora molto ingenui a non ritenere che dovessero coinvolgere anche
l’eterosessualità maschile. Quest’ultima infatti ci appare oggi non avere rinunciato
alla contrapposizione sociale con l’identità dei gay ma aver reso più permeabili i
propri confini.
-fluidità sessuale→ oggi sembra non esserci più una distinzione netta fra eterosessuale, gay o
bisex perchè molti preferiscono non usare etichette. Ormai molta ricerca sociale utilizza un
modello descrittivo della condotta sessuale che comprende 5 gradi:
1 pienamente eterosessuale
2 predominantemente eterosessuale
3 bisessuale
4 predominantemente omosessuale
5 pienamente omosessuale.
Siamo oggi costretti a confrontarsi con il concetto di fluidità sessuale ovvero una
sorta di sensibilità a influenze situazionali, interpersonali e contestuali che possono
produrre modificazioni nell’attrazione, nel comportamento o nell’identità sessuale.
Sebbene questa fluidità sia descritta spesso come una nuova tendenza, è molto più
esatto dire che le persone eterosessuali si sono impegnate in attività omosessuali fin
dalla moderna invenzione dell’identità eterosessuale stessa. Se ripercorriamo la
storia dell’omosessualità solo in alcuni casi possiamo parlare della purezza
adamantina di un comportamento omosessuale stabile, costante ed omogeneo.
Diventa importante allora chiarire in che relazione sta questa fluidità sessuale con il
concetto di bisessualità. La bisessualità è definibile come l’esperienza di attrazione
sessuale per entrambi i sessi ma si differenzia dalla fluidità perchè l’orientamento
sessuale sembra poter essere stabile tanto quanto gli altri orientamenti infatti ci
riferiamo tipo ad un terzo orientamento sessuale. Abbiamo però visto come la
difficoltà sociale riconosce e caratterizza questa orientamento e ciò porta a produrre
quelle affermazioni che distinguono una falsa bisessualità dalla vera bisessualità
definita in modo stringente come un’attrazione e un comportamento sessuale stabili,
indirizzati verso gli uomini e le donne in maniera paritaria e contemporanea per tutto
l’arco della vita. Non appare semplice distinguere la bisessualità dalla fluidità dato
che la caratteristica più visibile della fluidità è il passaggio da un orientamento
eterosessuale ooopure omosessuale alla bisessualita. La fluidità sessuale viene così
esperita nel passaggio da una delle monosessualità verso attrazioni che abbiamo
definito eterosessuali con una prevalenza verso l’omo o l’etero. Esiste però una
differenza sostanziale perchè nel caso di chi si identifica come bisessuale, lo
spostamento del desiderio da un oggetto femminile a uno maschile o viceversa
conferma il modello di desiderio e l’identificazione bisessuale; in quanti partono da
un’identificazione eterosessuale o omosessuale, tale spostamento produce una crisi
del precedente modello di desideiro. Tale crisi è assente nelle esperienze che
vengono rappresentate come aproblematiche per alcuni uomini che continuano a
identificarsi come eterosessuali. L’essere prevalentemente eterosessuale non
sembrerebbe frutto di un’autoevidenza interiore che emerge durante la pubertà ma
appare in condizioni derivati da contesti specifici, esperienze peculiari. Allora questa
riluttanza a dichiararsi bisessuale di molte persone che hanno un comportamento
bisessuale ma che non usano etichette per descriversi potrebbe essere originata dal
fatto che questi uomini sono connotati da caratteristiche di fluidità che li differenziano
dagli etero e dagli omosessuali.
Fluidità= non è innata, nasce in alcune situazioni particolari (caserme), è
condizionata dagli eventi, esperienze, incontri. Rientrano i prevalentemente etero e i
prevalentemente omoperchè non possono essere inseriti nei tre orientamenti
Bisex= chiara e coerente attrazione per uomini o per donne, è un 3 orientamento
sessuale fisso.

Capitolo 4
Le minoranze sessuali rivendicano pubblicamente la loro esigenza ma talvolta abitano in
spazi marginali, luoghi oscuri e pulsanti come i cruising area→ sono aree di abbordaggio, spazi
di incontro sia all’aperto che al chiuso. Il termine cruising indica il navigare per diletto, senza una
precisa destinazione, andare alla ricerca di avventure con una possibilità d'incontro con l’altro.
L’atteggiamento del cruiser è molto simile a quello del flaneur di cui parla Benjamin ovvero un uomo
che attraversa lo spazio per godere dello spettacolo che la città ci offre. A piedi o in auto, quest’uomo
gode dello spettacolo di uomini sessualmente disponibili ai quali si mostra. Anche quella del cruiser è
una figura maschile che non ha corrispettivo femminile. Queste aree condividono alcuni aspetti con
gli altri spazi omosociali ed affermano quindi il legame tra spazi omosociali maschili e desiderio
omosessuale. In più c’è una prevalenza di uomini che hanno storicamente costruito un modello di
sessualità più promiscuo e più indipendente da implicazioni affettivo-sentimentali.
Quale legame specifico stringe questi luoghi con il sesso tra uomini? La prima risposta può
essere proprio la differente posizione che ancora le persone dal comportamento
omosessuale vivono nella nostra società. Alcuni uomini omosessuali hanno sviluppato
secondo Rigliano una propensione agli incontri anonimi, alle avventure reiterate, una
propensione superiore non solo a quello delle donne ma anche a quello degli uomini
eterosessuali. Questo desiderio di promiscuità appartiene anche al maschile eterosessuale
ma la differenza sostanziale è che gli omosessuali hanno effettivamente realizzato questo
desiderio su vasta scala. Sempre secondo lo studioso, il sesso impersonale ha per alcuni
una funzione non esclusivamente ludica ma ha anche valenze simboliche ed esistenziali. Il
sesso anonimo seriale è una citazione performativa relativa alla fame di riconoscimento
simbolico più che a quella di sesso. Ogni orgasmo sarebbe un modo per rendere esistente
un desiderio socialmente negato.
Andare in questi luoghi è per i ragazzi gay un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.
Nei luoghi di battuage ci si può impegnare in rapporti a due ma ci sono anche incontri di
gruppo e la possibilità di assumere il ruolo di semplice spettatore. L’ambientazione
quotidiana, non marcata, aperta a tutti, di questi spazi li rende un’utopia realizzata dove il
desiderio produce un ‘intuitiva intelligenza reciproca. Questi posti permettono la
sperimentazione di sé in anonimato. Il battuage permette allora l’approfondimento
dell’intimità con se stessi,con il proprio desiderare un corpo maschile, un desiderio che può
essere ancora riconosciuto a se stessi e bisognoso di sperimentazione per ottenere
riconoscimento oppure che può liberamente dispiegarsi in uno stato di sospensione
identitaria. A favorire questa sospensione è una sottrazione preventivamente e
reciprocamente condivisa degli aspetti più tipicamente relazionali intesa a ridurre l’incontro
sessuale a semplice atto, consumazione anonima. L’anonimato contribuisce a rendere
quell’atto sessuale un incontro quasi onirico non con un uomo concreto ma con l’uomo delle
proprie fantasie.
Nei luighi del cruising le fantasie si possono confrontare con tutte le sfumature delle
maschilità e della femminilità perchè se una persona transgender poteva capitare in passato
anche di essere respinta dai buttafuori all’ingresso di un locale gay, nessuno metterà invece
in dubbio il suo diritto a occupare uno spazio di battuage. E lo stesso possiamo dire per la
presenza di travestiti. Ramello, in una ricerca sul cruising a Torino, individua 6 tipologie di
uomini che frequentano questi posti:
1 omosessuale → non per forza dichiarato ma che ha riconosciuto il proprio desiderio
2 gay→ che ha dichiarato il proprio desiderio, si impegna per far valere i diritti della comunità
LGBT+ e che non ha problemi a mostrarsi agli altri
3 il soggetto queer → chi ostenta con il proprio comportamento e il proprio abbigliamento la propria
differenza
4 il velato→ riconosce la sua attrazione per gli uomini dicendola a se stesso ma non agli altri
5 il normale→ si identifica come eterosessuale non riconoscendo però l’incoerenza tra quello che dice
e i comportamenti che assume
6 il bisessuale
Ma, se sulla base di quanto detto proviamo a riordinare la sequenza delle tipologie di cruiser
proposta da Ramello possiamo ottenere una nuova scala: il normale, il velato, il bisessuale,
l’omosessuale, il gay, il queer. Questa scala va da un massimo di eterosessualità sociale a
un minimo così come inversamente e costituisce in realtà anche una scala decrescente di
bisessualità praticata anche dal velato che spesso è impegnato in relazioni eterosessuali
proprio per conservare il velo. Questi dati lascerebbero ipotizzare la possibilità di un ridotto
grado di esperienze con dotte tra alcuni di quei cruiser che si definiscono omosessuali, gay
e queer. Se questa ipotesi è vera, i luoghi di battuage costituirebbero un ambito di
dispiegamento di tutte quelle sfumature del desiderio sessuale che non trovano spazio in
una società eterosessista nè all’interno della minoranza gay. Se è così, questi luoghi
costituiscono uno spazio speciale.
Tanti padri di famiglia
Nel cruising sembra esserci anche un aspetto compulsivo legato a un uso sedativo del
sesso e alla ricerca di un accadimento fallico per attenuare l’angoscia. Un buon numero di
ricerche mostra come la maggior parte delle persone omosessuali sia segnata da una
dimensione di stress continuativo che viene definito minority stress e, per questi, il battuage
potrebbe avere la funzione ansiolitica data dalla possibilità di esprimere se stessi in un
ambiente in cui sono sospese le norme sociali. Un simile stress coinvolge anche quanti
hanno un comportamento prevalentemente eterosessuale o bisessuale . Appare chiaro
come per questi uomini il battuage costituisca un ambito unico in cui fare quel sesso che non
ha finalità di mero godimento ma anche simboliche ed esistenziali e di poterlo fare in uno
spazio sottratto alle forche caudine create da una maggioranza eterosessuale e da una
minoranza identitaria minoritaria omosessuale. All’effetto ansiolitico del cruising si associa
poi un complementare effetto liberatorio di esaltazione sensoriale perché nel cruiser si vive
uno stato di sessualità vigile e a fior di pelle. Tra le implicazioni psicologiche del battuage
potrebbe allora esserci la ricerca di un’intimità nel corpo di uno sconosciuto, un’intimità che
non ha bisogno di definizioni e che diventa reattiva e relativamente spensierata. Ad
accomunare la valenza ansiolitica e quella liberatoria è una notevole produzione che
riguarda sia il partner da incontrare che la rappresentazione di se stessi. Secondo Goretti e
Giartosio quelli che frequentano questi luoghi non si sentono prostituiti e di norma non lo
sono però giocano a fare le puttane. A volte però si trovano quelli che chiedono un regalo.
Non si tratta di un’attività remunerativa ma il denaro sembra produrre un ribaltamento del
valore sociale. Quanti vivono in una società che li svalorizza e disprezza possono
trasformarsi in merce preziosa per la quale si è disposti pure a pagare. Da un’altra
prospettiva però pagare qualcuno permette di farne strumento del proprio piacere,
costituisce una forma di autoerotismo che può permettere di dimenticare dubito dopo e non
rischiare implicazioni sentimentali. Attraverso la transazione di denaro si costruisce così un
sogno condiviso, un gioco di ruolo che è l’unico modo in cui il desiderio bisessuale di alcuni
uomini si dispiega nella sua complessità. In un certo senso, questi posti dove si fa sesso
silezioso con sconosciuti diventano dei luoghi in cui ci si desoggettivizza ovvero ci si
disassoggetta in una maniera abbstanza intensa perchè quello diventi un momento
importante. In questi posti si lascia fuori il proprio ruolo e la propria carta d’identità e proprio
per questi, i luoghi di cruising non possono non attirare chi ha un comportamento, e non
un’identità sociale, bisessuale. Gli uomini sposati che vanno a uomini sono accusati di
essere dei gay mimetizzati che rendono infelice la vita delle loro mogli. Tale descrizione
appare imprecisa e ingenerosa dato che tra gli uomini sposati con donne che fanno sesso
con gli uomini ci sono tante tipologie:
- uomini con un’identità gay che associano l’intimità e l’attaccamento solo alle loro
interazioni con altri uomini
- uomini che si dichiarano eterosessuali e che mostrano preferenze romanitiche e
sessuali con donne e il comportamento omosessuale è un semplice sfogo sessuale
- uomini che si identificano come bisessuali quindi che mostrano un reale
attaccamento alla donna ma creano con gli uomini un intenso tipo di intimità
A differenza degli uomini coniugati che si identitificano come gay, i bisessuali sposati
mostrano un maggior benessere coniugale quindi esiste una differenza tra gay velati e
bisessuali sposati perchè, inoltre, molti uomini bisessuali rimangono a favire della moogamia
e cercano di mantenere la fedeltà sessuale nella loro relazione in coppia. Tra quelli sposati
si troverebbe poi anche la figura del bisessuale individualizzante che ha un orientamento
predominatemente omosessuale con l’eccezione di una sola donna con cui ha una relazione
appagante, del bisessuale circostanziale che desidera a seconda delle circostanze un sesso
o l’altro o del bisessuale sperimentatore che vive nel battuage come una tra le forme di
trasgressione cui lo spinge un forte impulso sessuale.
Il panico tremante
I luoghi di cruising appaiono come isole dove si radunano e incontrano identità sospese ,
sono luoghi erotizzati, caratterizzati da un fremente desiderio legato al luogo stesso.
Lingiardi usa però l’espressione panico tremante che rimanda alla paura e al rischio. Paura
di rendere pubbliche le pratiche clandestine socialmente disprezzate e rischio di confrontarsi
con pulsioni negative e rimosse, ma anche paura di una violenza potenziale ma concreta.
Questi luoghi possono essere ambiti di dispiegamento della violenza omofobica e Thomsen
ha individuato due diverse dinamiche che esprimono un disagio sperimentato
dall’aggressore
1 attacco pianificato realizzato spesso in gruppo contro quegli uomini che sono passivi e
quindi frivoli, femminili. Hanno una forte natura omofobica e genderista perchè vogliono
riaffermare la complementarità rigida tra maschile e femminile che la passività sessuale
sembra violare
2 contrasto personale tra due uomini che sfocia in una violenza eccessiva rispetto al bisogno
di rifiutare un’avance omoerotica che l’ha originata ovvero la richiesta del passivo. Ha
un’impronta bifobica perchè le pratiche possono minare proprio la differenziazione netta tra
pomosessuale ed eterosessuale costituendo un’ambigua e ibrida intersezione nella quale
l’aggressore non vuole essere risucchiato.
Proporre un ruolo passivo a chi fonda la sessualità sul ruolo attivo significa attraversare il
confine etero/omo ribaltando la gerarchia. Questa contrapposzione rigina colpisce la
bisessualità che non rispecchia la distinzione tra omo e etero. In alcuni casi, l’aggressione
parte da uomini dal comportamento nei fatti bisessuale, che non riescono ad armonizzare il
loro comportamento con le rappresentazioni sociali dicotomiche che hanno interiorizzato.
Ciò che rende questi luoghi affascinanti è che sono appunto spazi potenziali per gli scambi
tra orientamento eterosessuale e quello omosessuale. Sono poi luoghi ideali per queste
aggressioni perché sono bui, poco trafficati e ci sono persone anonime che difficilmente
denunciano la violenza. L’eteronormatività della società può rendere i luoghi di cruising gli
unici spazi possibili di agibilità relazionale per persone che non possono o non vogliono
frequentarne altri, che prevedono il passaggio attraverso l’attribuzione identitaria. Per questi
uomini, i luoghi di battuage assomigliano a una scorciatoia che permette di evitare il traffico.
Eterotopie
Questi luoghi corrispondono a quello che Foucault chiama eterotopie ovvero luoghi che
appaiono delineati nell’istituzione stessa della società e che costituiscono una sorta di
contro-luoghi, specie di utopie effettivamente realizzate nella quali i luoghi reali vengono
rappresentati, contestati e sovvertiti. In questi luoghi la società e le regole sessuali vengono
rappresentate (eg. ruoli sessuali insertivi e recettivi) e sovvertite (quando il muratore si
definisce normale). Queste eterotopie sono gli spazi ideali per il dispiegarsi delle eterodossie
perché sono luoghi altri che possono ospitare forme altre di eterosessualità. Sono luoghi
privilegiati o sacri o interdetti per individui in crisi. Sono legati alla sessualità così come i
collegi, per esempio. L’etimologia greca di crisi rimanda alla difficoltà di scelta; quella latina
di sacro conduce a spazi che sono immondi, intoccabili perché sublimi e contaminanti.
Esistono poi le eterotopie di deviazione ovvero luoghi per individui il cui comportamento
appare deviante in rapporto alla media e alle normale imposte. Tutte queste caratteristiche
di crisi, scelta e indecisione formano la rappresentazione degli uomini bisessuali.
Spazi non identitari
La moderna tecnologia consente oggi anche luoghi di cruising virtuali che permettono di
scegliere il partner rimanendo comodamente a casa e questo può servive anche come
strumento per sperimentare alti livelli di intimità online con altri uomini. La possibilità di
sperimentare tale intimità ha reso la navigazione un’esperimenta autosufficiente,
un’esperienza erotica in se per quei bisessuali sposati con una relazione monogamica che
possono così mantenere al contempo l’esclusività del rapporti sessuali in presenza con la
propria partner. Le due modalità sono un laboratorio di produzione relazione e quindi
simbolica cui possono accedere anche uomini dal comportamento bisessuale.
LUOGHI GAY→ hanno prodotto un sapere su di sé, un potere di autonominazione e di
rivendicazione, nascono dalla faglia che separa l’orientamento omosessuale da quello eterosessuale,
segno principale è l’identità omosessuale che lottando è riuscita ad avere visibilità, rimandano a
un’identitò gay che con il tempi si è aperta anche ad altre identità e minoranze sessuali.
CRUISING AREA → sono luighi marginali, notturni e segreti, spazi per l’espressione di soggettività
non necessariamente identitarie, costituiscono il ponte che sttraversa la faglia omo/etero e si pongono
al di là della dicotomia di orientamento sessuale, sono spazi vissuti in tempi specifici e puntuali,
slegati dalla quotidianità sociale e sono l’espressione di qualcosa radicalmente altro, rimandano a una
postura non identitaria che potremmo definire queer se concordiamo con la definizione secondo la
quale essere queer significa condurre un tipo di vita differente. In questi luoghi possono muoversi
liberamente questi soggetti che sostano sul confine tra gli orientamenti sessuali, schiacciati dalla
dicotomia e sempre fuori posto. Ci conducono verso un soggetto sfuggente, anonimo, non identitario,
spesso parlato e mai parlante, ci portano verso ciò che nella nostra società viene definito bisessualità e
che sembra costretta ad occupare lo spazio buio.

Capitolo 5
Dobbiamo fare un salto nel passato per introdurre la storia degli orientamenti sessuali.
Nel 1861, la commissione luogotenenziale incaricata di estendere il codice sardo del 1859
anche nel mezzogiorno, stabiliva di abolire l’articolo che puniva i comportamenti omosessiali
nel territorio dell’ex regno delle due sicilie dove, per anni, era stato in vigore il codice penale
napoletano che non prevedeva il reato di omosessualità.
Il mezzogiorno era da sempre rappresentato come l’erede della tradizione dell’amore greco
e tutte le province del mezzogiorno erano descritte come luighi di un’utopia omoerotica. Si
diffonde così il mito di un luogo scenario di omosessualità libera e diffusa all’interno della
quale si sviluppa la concezione dell’omosessualità mediterranea.
Il turismo sessuale nel mediterraneo
Aldrich ha ricostruito la storia della seduzione che la penisola esercitava sugli omosessuali
europei.Per molti trovare il partner nel nord europa era difficile e pericoloso quindi l’italia era
diventata il paese preferito per gli omosessuali e le fantasie omosessuali si concentrano più
nel meridione grazie a più elementi:
- il meridione era povero tanto da favorire un turismo omosessuale
- gli omosessuali stranieri erano affascinati dai ragazzi che si bagnavano nudi in mare
- le connotazioni colonialistiche dello scambio sessuo-economico incoraggiavano la
disinibizione dei viaggiatore che adesso vivevano la loro sessualità in maniera
spontanea
- la tutela dei minori non aveva significato e i giovani locali si sentivano ammirati e
desiderati.
I giovani del sud accettavano dai turisti attenzioni relazionali, sfogo sessuale e utili
gratificazioni economiche. Tuttavia, queste relazioni erano accettate purché mantenute
segrete e considerate come un fenomeno passeggero , inoltre i ragazzi locali dovevano
assumere un ruolo attivo con i turisti e , al contempo, essere disponibili per le ragazze del
nord. Questo comportamento mediterraneo vedeva quindi l’uomo capace di avere rapporti
occasionali con altri uomini con un ruolo attivo ma anche rapporti sessuali con donne .

Genealogia di un desiderio
Il comportamento mediterraneo avrebbe origini lontanissimi:
- antica grecia→ il comportamento pedestre prevedeva che un giovane amato si concedesse a
un amante adulto che assume un ruolo attivo con il ragazzo
- firenze nel xv secolo→ si mantiene questo modello, si mantiene il fattore dell’età ma i
rapporti non avvenivano più solo tra membri delle classi elevate
- 800→ completa inversione dei ruoli perché era il partner adulto ad assumere un ruolo passivo
con i ragazzi di condizioni disagiate, la differenza d’età perdeva d’importanza
- inizi del 700→ già era cambiata qualcosa perchè il modello pederastico aveva cominciato a
perdere terreno a favore dei rapporti tra adulti. l’uomo interessato agli uomini aveva rapporti
sessuali esclusivamente con uomini e assumeva atteggiamenti effeminati. Si costruisce una
nuova omosessualità basata sul mescolamento tra generi.
- fine 800→ si parla degli invertito ovvero colui il quale ha un’inclinazione connaturata, è
considerato un’anima femminile prigioniera di un corpo maschile e ad individuarlo è proprio
l'effeminatezza. Gli invertiti cominciano a riunirsi tra di loro nelle grandi capitali europee e
vengono perseguiti dalla legge e marginalizzati dalla società sviluppando così un
comportamento endogamico. Questi vengono separati dai normali e ciò fa sì che la
distinzione di ruolo sessuale perda la sua importanza. Gli invertiti possono adottare un
comportamento sessuale sia attivo che passivo con lo stesso partner o a seconda dei partner e
con il tempo l’invertito costituirà l’omosessuale moderno.
- -800 e 900→ la gran parte di quelli che avevano un comportamento omosessuale aveva
ancora rapporti occasionali con uomini dal comportamento prevalentemente eterosessuale con
i quali assumeva un ruolo passivo. Questa forma di sessualità era fortemente polarizzata tra
un polo up quindi attivo e virile e uno down passivo ed effetimato. (Il questore Molina
distingueva ancora tra i veri pederasti e i loro partner: i primi si sottomettono ai voleri dei
maschi facendo le femmine quindi il maschio assumeva con gli uomini lo stesso ruolo
insertivo che esercitava con le donne e conservava uno status sociale di normalità mentre
veniva stigmatizzato il finocchio. La polarizzazione dei ruoli sessuale rendeva naturale e
eterosessualizzava il sesso tra un vero uomo e quello che era considerato una forma
menomata di mascilità, una mezza femmina. La normalità di chi assumeva un comportamento
penetrativo in un rapporto omosessuale viene ora protetta dal non essere uomo del frocio
passivo. Questo modello disegna un comportamento del tipo bisessuale.)
Il nesso genere-sessualità
Lo spostamento dal modello pederastico a quello dell’invertito appare propedeutico alla
sessualità mediterranea che cessa di apparire strana. Prima della lenta costruzione di due
modelli antagonisti di maschilità, la persistenza della contrapposizione attivo/passivo
permetteva di rappresentarsi una diversa contrapposizione quella tra un polo positivo e
quello negativo caratterizzato dall’assenza di un’attività fallica penetrativa. L’importante non
è, quindi, l’anatomia ma il modo in cui il corpo viene usato perchè il comportamento
sessualmente attivo definisce la maschilità. Le varianti menomate della maschilità erano
definiti dal comportamento sessuale recettivo, passivo, da femmina. Se applichiamo il
metodo del quadrato semiotico di Greimas possiamo dire che nel patrimonio culturale
precedente l’elaborazione del concetto di orientamento sessuale, la differenza tra chi amava
le donne e chi si sottometteva agli uomini non veniva articolata su una contrarietà ma su uba
contraddizione perchè non c’èera una relazione eterosseualità vs omosessualità ma una
maschio vs non maschio e lo spazio del non maschile era occupato da chiunque non
esercitasse un’attività fallica. La sessualità del maschio nel contesto mediterraneo non
comprendeva comportamenti eterosessuali accanto a comportamenti omosessuali ma solo
l’attività erotica del polo virilmente attivo e dinamico su quello passivo. La vecchia
rappresentazione della sessualità permetteva così un comportamento sessuale attivo che
oggi potremmo definire bisessuale ma che non poteva essere individuato come distinto
modello di sessualità perchè non socialmente marcato. Questo comportamento bisessuale
non è concepibile all’interno della moderna cornice dei due orientamenti sessuali perchè
oggi il sesso del partner definisce l’orientamento.
Il confronto tra modelli compresenti
Il modello mediterraneo è stato poi sostituito da quello identitario dei gay moderni che prima
sembra essersi diffuso negli strati sociali più alti e poi, a cascata, verso quelli più bassi.Nel
900 la concezione centrata sulla coppia attivo/passivo appariva diffusa negli strati sociali più
bassi dal punto di vista economico ecco perchè Pasolini amava i ragazzi del popolo, poveri e
grezzi. Esisteva cioè una differenziazione socioculturale tra i ceti popolari, che conversavano
una concezione mediterranea, e quelli più alti che adottavano più rapidamente il modello
dell’omosessualità moderna.
Solo dopo la seconda guerra mondiale si è affermata l’eterosessualità esclusiva come
condizione normale per gli uomini delle classi popolari attraverso un processo lento che oggi
sembra attraversare il mondo arabo. Il turismo omosessuale sfrutta oggi nel nord africa la
disponibilità bisessuale dei ragazzi dei ceti popolari che vivono in un regime di sessualità
mediterranea. A questo faceva riferimento Massad quando notava come si stesse
sostituendo un modello di omosessualità moderna a un sostrato preesistente spingendo la
società a definirsi entro un sistema binario che non era precedentemente utilizzato con
l’effetto di eterosessualizzare uomini dal comportamento implicitamente e silezosamente
bisessuale. La sessualità mediterranea nasce dalla rappresentazione orientalista fatta da
Burton nella prefazione nel libro “Mille e una notte” quando descrisse questo comportamento
riferendosi a una zona mediterranea: la Sotodica. Successive indagini mostrano però come
molte altre zone siano l'estensione geografica di questa sessualità:
-amsterdam e stati uniti
-società giavanese → Connel cita un modello omoerotico simile a quello del ricchione che fa sesso
con gli eterosessuali
-thailandia → relazione tra il phuchai e il kathoey
-brasile
I mutamenti storici sono contemporanei alle trasformazioni capitalistiche legate
all'industrialismo. L’esportazione colonialista dei modelli culturali europei ha lentamente
diffuso anche l’idea dei due orientamenti sessuali contrapposti in contesti che conoscevano
modelli diversi. Le mappe che descrivono la sessualità umana sono infatti mutevoli dal punto
di vista storico e geografico e fortemente condizionate da presupposti socio culturali. Di
conseguenza, a livello planetario, il passaggio al modello dei due orientamenti sessuali non
appare oggi ancora del tutto compiuto.
La sessualità mediterranea oggi
Dall’orto nel 1990 scriveva che la concezione mediterranea della sessualità era destinata a
estinguersi da lì a breve per vari motivi:
-scomparsa della società contatico-patriarcale
-liberazione femminile
-diffusione del concetto moderno di omosessualità
-educazione sessuale veicolata dalla scuola e dai mass media
Tuttavia, una comparazione del comportamento omosessuale di uomini eterosessuali in
Brasile, Thailandia e Turchia conferma come sia ancora oggi condiviso quel sistema
simbolico che definisce omosessuale solo il partner passivo. In nessuno dei racconti la
sessualità mediterranea è tematizzata esplicitamente. Nel meridione questa concezione
asimmetrica che considera omosessuale solo chi assume un ruolo passivo è presente
ancora oggi e i giovani omosessuali affermano che non avrebbero difficoltà a trovare partner
normali. Questa accessibilità omoerotica a tutti gli uomini, la possibilità potenziale di fare
sesso con tutti i maschi in quanto tali ha comunque un costo. Quella mediterranea non
costituisce una fase storica ma una modalità del desiderio tra uomini e il modello gay non si
sostituisce necessariamente alle altre forme di sessualità tra uomini. I ragazzi descrivono
infatti modelli compresenti tra i quali si crea uno spazio in between ovvero dove si crea la
possibilità di un contratto tra gli orientamenti sessuali, incarnato da uomini che hanno una
condotta sessuale ambivalente, un comportamento che oggi si definisce bisessuale.
Ampliare le categorie
Le trasformazioni storiche avvenute nel campo della sessualità e della maschilità non
possono non avere avuto effetti anche su chi adottava un ruolo arrivo con altri uomini. C’è
ancora oggi chi desidera e pratica rapporti omosessuali senza considerarsi gay e senza
rinunciare alle donne. D’altro canto all’interno della comunità omosessuale si ripresenta
spesso la dicotomia attivo passivo. L’indugiare del desiderio tra uomini all’interno di una
concettualizzazione basata sulle categorie attivo/passivo non pare originata dall’assenza di
categorie culturali abbastanza sofisticate da consentire agli omosessuali di concettualizzare
la loro natura. Essi tendono a calare i loro desideri nella struttura eterosessuali dominante.
Bisogna prima di tutto riconoscere che la vecchia concezione mediterranea creava
un’asimmetria assolutamente gratificante per i maschi che occupavano una posizione
egemonica ma scomoda per i finocchi. Come direbbe Bourdieu quando i dominanti
applicano a ciò che li domina schemi che sono il prodotto del dominio o meglio quando i loro
pensieri e le loro percezioni sono strutturate conformemente alle strutture stesse del
rapporto di dominio che subiscono, i loro atti di conoscenza sono inevitabilmente atti di
riconoscenza e sottomissione. L'interiorizzazione di una polarizzazione forte diventava un
atto di riconoscenza nei riguardi dell’elargizione di virilità concessa dai veri maschio ai
mezzi-femmina, era un atto di sottomissione all’ordine maschista basato sulla superiorità
simbolica della virilità e dell’eterosessualità legate insieme. Il mutamento di concezione
dell’omosessualità da mediterranea a moderna ha sicuramente significato una rottura della
complicità degli omosessuali con l’ordine eterosessista ma il passaggio appare ancora
incompleto. Il corpo femminile piace agli uomini mentre il pene piace a tutti. Questa
concezione rende gli uomini portatori di un grosso valore simbolico che i ragazzi per strada
si sfregano solitamente e regolarmente. Grazie al fallocentrismo, l’uomo gode così di un
privilegio che amplia la sua possibilità di avere orgasmi, tanto con donne che con uomini. Si
mostra così una rappresentazione seconda la quale non importa tanto il fatto che entrambi i
partecipanti siano di sesso maschile quanto la questione del ruolo sessuale ricomperto che
stigmatizza solo chi assume un ruolo ricettivo, di servizio mentre il mantenimento di un ruolo
insertivo-eiaculativo sembra preservar dal punto di vista simbolico chi assume un ruolo
attivo. Tale concezione della sessualità è possibile grazie al fatto che il 60% degli italiano
pensa che il sesso sia una pulsione naturale che necessita di uno sfogo, una concezione
idrauilica della sessualità maschile che sorregge la possibilità che un uomo etero ha di fare
occasionalmente sesso con uomini omosessuali, l’impellente bisogno di uno sfogo
eiaculativo assolve infatti da ogni sospetti di coltivare una segreta pulsione gay. In molte
indagini alcuni rispondenti si dichiarano oggi eterosessuali e omosessuali oppure
eterosessuali e bisessuali e, anche quando c’è un’identificazione esclusiva con un
orientamento o con l’altro, essa non coincide con le relative pratiche sessuali che ci
aspetteremmo. Dalle indagini emerge come anche soggetti che si ritengono eterosessuali
possono avere rapporti omosessuali che non li portano necessariamente a interrogarsi sul
proprio orientamento sessuale. Per questi uomini si usano nuove definizioni come
eteroflessibili o bicurioso.

Capitolo 6
L’immaginario erotico maschile esprime anche una fascinazione verso alcuni corpi che
spesso vengono socialmente considerati di genere nè maschile nè femminile. E’ necessario
partire dal fatto che non tutte le culture dividono le persone entro un rigido binarismo di
genere perché alcuni hanno una classificazione di genere tripartita: maschile, femminile e
neutro. Secondo Preciado a contenere in sé il rischio del binarismo è lo stesso concetto di
genenere che è stato definito nel 1947 da Money anche attraverso la normalizzazione
chirurgica del sesso. Quello di genere sarebbe cioè un concetto interno alla biopolitica dei
corpi, individuato in un ambito medico normalito o normalizzante, finalizzato a esorcizzare la
possibilità dell’ambiguità sessuale, un’ambiguità che abita da sempre il nostro simbolico e n
ella quale le categorie di sesso, genere e orientamento sessuale sembrano collassare.
La fascinazione dell’ermafrodita
L’ermafrodita è un fantasma culturale che attraversa molte culture. Nella tradizione
occidentale si va dall’ermafrodita dormiente al rebis degli alchimisti fino a Salmace che
cumulava la massima espressione della perfezione.All’ermafrodita della cultura
corrispondevano poi concrete persone intersessuali. Tuttavia, se l’ermafrodita affascina,
l’intersessuale spaventa.
ermafrodita→ concreto, anatomico, bisessuato, considerato un’aberrazione della natura o un segno
della collera degli dei, veniva soppresso. Sempre considerato un inquietante e ricercato oggetto di
piacere, non rispettoso del binarismo di genere, non è pensabile fuori dal dispositivo dicotomico della
sessualità. Si cercò di farlo rientrare nel sistema binario quindi si cercò di esorcizzare l’ambiguità
pensando ai falsi ermafroditi (con una genitalità dominante) e i veri ermafroditi ovvero quelli che
mostravano una perfetta compresenza dei due sessi.
intersessuale→ stimolava gli appetiti erotici
Dai dibattiti scientifici risulta però che quanti venivano individuati come predominatamente
maschi o femmine venivano obbligati a seguire un comportamento eterosessuale conforme
a tale genitalità, mentre quelli veri dovevano scegliere uno dei due apparati.
L’ermafroditismo era spesso descritto come doppia sessualità. Nel x secolo vengono definiti
ermafroditi colori i quali hanno l’uno e l’altro organo e anche colori i quali sono
vergognosamente attivi e passivi. Dal medioevo al rinascimento era presente il timore che
l’ermafrodita approfittasse del suo corpo maschile e femminile per concedersi tanto a donne
quanto a uomini nonché per usare le sue parti maschili tanto con donne quanto con uomini
così come avrebbe potuto fare con le sue parti femminili. Tema fortemente dibattuto era ad
esempio la trasformazione dell’ermafrodita da un sesso all’altro, sulla base di racconti
secondo i quali un ermafrodita femmina era diventata indifferente al marito e si era messa a
fare l’uomo con altre donne. Tale trasformazione costituisce il bisessuale sequenziale che
vive rapporti eterosessuali in una prima fase della vita e omosessuale in una seconda fase
della vita. Spinoso era poi l’argomento del matrimonio tra due ermafroditi che comportava
l’uso promiscuo dei corpi e il rischio del comportamento bisessuale alternato e reciproco non
per perversione ma per naturale conformazione all’anatomia che dio aveva voluto. La
discussione sull’ermafroditismo si è storicamente articolata su due versanti non chiaramente
distinti: la bisessualità fisica e quella comportamentale. Su questa base si può dire che
l’ermafroditismo è una corrente fantasma erotico-culturale perchè incarna il desiderio
sessuale ambivalente, presentato sotto l’aspetto di una carne ambigua.
E femminelle
Il campo dell’ambiguità sessuale non coinvolge solo i soggetti che presentano caratteristiche
fisiche maschili e femminili ma comprende anche l’indifferenziazione sociale,
concretizzandosi nel passaggio dal genere attribuito alla nascita a un altro, sentito come più
appropriato.
Questa realtà ha avuto, nel napoletano, le sembianze delle femminelle ovvero maschi con
caratteri sessuali maschili e apparentemente normali dal punto di vista sociale che
assumono abiti, occupazioni, comportamenti considerati femminili, muovendosi verso uno
status di genere intermedio che combina attributi maschili a quelli femminili.
Storicamente, le femminelle non hanno avuto a disposizione le odierne possibilità di
modificazione del corpo, mentre oggi alcune di loro fanno ricorso a ormoni e a chirurgia
estetica. A differenza dei transessuali che transitano da un’identità sociale maschile a quella
feminile, nel caso delle femminelle l’accento è posto sul ruolo, sul gioco del posizionamento
e perciò non abbiamo interventi di trasformazione del corpo e dei genitali. Non possiamo,
tuttavia, definire le femminelle come una versione del transessualismo precedente alle
attuali tecnologie medico-chirurgiche ma un’esistenza in cui le nostre categorie di identità di
genere e di orientamento sessuale collassano. Alcuni associano la condizione di femminiella
a quella gay e non a quella transessuale fondandola sull’orientamento sessuale e non sulla
dimensione dell’identità di genere e affermano che non si può guardare alla figura delle
femminella senza guardare al suo speculum che è la figura della ricchiona,perchè sono della
stessa specie e della stessa matrice. Il femminiello sceglie rigidamente come partner un
maschio eterosessuale ma la cosa paradossale è che gli uomini eterosessuali che hanno
relazioni sessuali con i femminielli non si considerano nè sono considerati localmente como
ososessuali. Ci sono, infatti quelli sposati che rimangono con la moglie o il celibe che si
sposa con una donna. Questi partner hanno quindi rapporti con donne e con travestiti
effeminati portando avanti un comportamento bisessuale dato che i femminielli sono
anatomicamente maschi. Nonostante l’abito e il comportamento da donna, il maschio
travestito asserisce la sua virilità e quindi rappresenta l’estremo caso limite di soggettività
maschile. E’ proprio l’ambiguità del femminiello a renderlo allora eroticamente desiderabile
per alcuni uomini che non lo scambiano affatto per una donna. La femminiella è così un
uomo che si esercita a essere donna, assumendo un ruolo sessuale passivo, questa figura
prolunga il mito e archetipo dell’androgino e sembra anche evocare il bagaglio fantasmatico
della bisessualità psichica di ciascuno. L’effetto culturale del travestitismo è la
destabilizzazione di tutti i binarismi di questo tipo: non solo maschili e femminile ma anche
gay, eterosessuale, il travestito occupa quindi lo spazio simbolico bisessuale
dell’attraversamento della dicotomia di genere
Gli eunuchi.
Quello delle femminelle non è l’unico unicum dal punto di vista antropologico perché
esistono i eunuchi,i berdache, le hijras, le fa’afafine, i mahu, le fakaleite, gli xanith, i
kathoeys e i gli travestis brasiliani ovvero nati con un corpo maschile assumano abiti e
atteggiamenti femminili. E gli uomini che hanno rapporti con loro non vengono considerati
omosessuali.
In questo panorama bisogna però distinguere il caso delle hijras indiane le quali si
differenziano per un elemento importante ovvero che loro si evirano e sembrano incarcaane
l’androgino anche per sottrazione, attraverso la castrazione, l’eliminazione di un elemento
corporeo che rappresnta un fondamento simbolico della maschilità. In quanto oggetto
sessuale passivo, l'eunuco è assimilabile al ruolo della donna quindi l’evirazione rappresenta
la discesa di un uomo nella femminilità e nell’abiezione. In realtà attraverso questa pratica
un ragazzo veniva spinto a occupare l’ambiguo ovvero lo spazio simbolico tra il maschile e il
femminile perché gli viene rinfacciato di non essere nè uomo nè donna ma solo una via di
mezzo. L’esistenza dell’evirazione di questi ragazzi permetteva di mantenere intatta la
centralità sociale della maschilità rappresentando la polarizzazione tra un polo virile e uno
non virile, uno attivo e uno passivo nei rapporti sessuali tra un uomo e quello che era stato
reso non uomo. L’eterosessualità presuppone un binarismo sessuale maschio-femmina e i
genitali acquisiscono il ruolo di marca di genere prioritaria. Alcuni uomini cisgender (si
idenficano con il genere attrbuito dalla nascita) motivano la loro aggressione a donne
transessuali con la rabbia perchè hanno scoerto che quella considerata femmina aveva in
realtà un pene e quindi si stavano impegnando in maniera inconscia in una relazione
omosessuale. La presenza dei genitali maschili in una donna transgender sfida infatti la
pretesa di eterosessualità dei suoi partner maschili. L’evirazione rimuiveva la principale
marca di genere maschile e produceva una femminilizzazione estetica dell’eunuco. Un
rapporto sessuale con un eunuco evocava anche un piano simbolico perchè i catoni evirati
erano la proiezione di desideri che gli uomini non potevano realizzare nella vita reale e che
potevano essere vissuti solo in una dimensione altra. Il teatro era importante per sdoppiare
la loro esistenza e gli sdoppiamenti favorivano la fermentazione mitica alla base del loro
successo. Il successo degli eunuchi non era sperimentale ma effetto di una fascinazione
simbolica più complessa e che veniva incarnata dall'eunuco che non era nè maschio né
femmina ma era un corpo maschile devirilizzato che incarna la femminilità ideale.
Le donne transessuali
il termine fu coniato nel 1949 da Cauldwell ma diviene di uso comune solo nel 66 per poi
apparire nell’80 come disforia di genere nei manuali di psicologia perché considerata come
una malattia curabile attraverso la riattribuzione chirurgica e l’inserimento sociale nella
casella del genere opposto a quello della nascita. Abbiamo quindi le donne transessuali
MTF (male to female) o i transessuali FTM (female to male).
La possibilità di disfare e rifare il corpo rimanda implicitamente all’idea che a un corpo
trasformabile possa corrispondere anche un desiderio malleabile. Il corpo modificato della
donna transessuale appare incarnare anche un desiderio plastico candidato a diventare la
palestra ideale per la sperimentazione erotica di quei maschi che le ricercano. Il corpo della
transessuale può diventare il laboratorio di sperimentazione di pulsioni e desideri maschili
che restano confinati nei rassicuranti confini di un’alterità assoluta, lontana e mostruosa.
La caratteristica del mostruoso è la sua doppia natura, l’essere la mescolanza tra i due regni
e il mostro per eccellenza è proprio l’ermafrodita. La loro peculiarità e desiderabilità da parte
degli uomini sembra legata allo scarto da questa stessa normalità: la donna transessuale
non propone la femminilità ma proprio la transessualità, un’esperienza di confine che sa
intrigare il desiderio di alcuni uomini. Il superamento dell’ambiguità di genere deve essere
tendenziale e mai completo dato che la normalità renderebbe la transessuale una banale
donna. Le transessuali MTF che si prostituiscono hanno infatti partner maschili dal
comportamento eteroseeesuale che di solito richiedono un ruolo sessuale attivo-insertivo.
Nei loro annunci sottolineano di essere complete, attive e dotate perché i clienti cercano un
aspetto femminile ma genitali maschili. La donna transessuale offre un corpo dalla doppia
natura a un desiderio maschile che è ambivalente perchè sollecitato dal genere femminile e
anche da quello maschile. Un’ambiguità costituita dal grado minimo di maschilità possibile e
dal grado massimo di femminilità apparente. Ruspini definisce questa modalità come una
sorta di eterosessualità per il genere omogenitale per il sesso. Non esiste un mercato per la
prostituzione di FTM che conservino la vagina con cui sono nati offrendo però allo sguardo
del cliente un corpo maschile. Questa specifica configurazione stacca il membro dal corpo
maschile offrendo al cliente un oggetto di godimento rendendoglielo accessibile senza che
bisogna avere a che fare con un uomo. Questa configurazione esplicita la distinzione tra il
pene e il fallo considerato come una struttura simbolica. Se il pene fosse il fallo, se
coincidesse con l’immagine della potenza maschile, gli uomini non avrebbero bisogno di
cravatte per rivestire di virilità la propria anatomia maschile.
Il transgenderismo
Nel 1992 Feinberg introduce nel dibattito teorico il termine transgender ovvero le persone
che si identificano con il sesso opposto a quello datogli alla nascita ma che non vogliono
sottoporti alla riassegnazione chirurgica del sesso .Questo termine ingloba così molte
condizioni e comprende anche le persone intersessuali e gli eunuchi. Comprendendo tutte le
identità tra il maschile e il femminile, il transgenderismo appartiene e si sottrae al binarismo
di genere. Tale trasgressione mostra che tutti noi non siamo semplicemente dei corpi ma
facciamo i nostri corpi, ognuno in maniera diversa. Questo fenomeno esprime la potenzialità
che i corpi hanno di performare la maschilità o la femminilità offrendo agli uomini normali
una concreata via di fuga dal binarismo di genere e l’occasione erotica di evadere dalla
norme sociali. La teoria quindi fa collassare lo schema del binarismo di genere e ha
analizzato criticamente anche la riattribuzione chirurgica delle persone transessuali. Dal
punto di vista analitico, il genere femminile vissuto in un corpo originariamente maschile va
allora distinto teoricamente da un essere donna vissuto fin dalla nascita. Un rapporto uomo
donna transessuale operata è eterosessuale se pensiamo al genere di arrivo ma è
omosessuale se pensiamo al genere di partenza.

L’indiscreto fascino dell’indifferenziato


In Ovidio, Strabone e Marziale si afferma un sottile legame simbolico tra ermafroditismo ed
eterosessualità: Ermafrodito è il figlio maschio di una relazione eterosessuale e si unisce
con la ninfa Salmace. E’ dall’intensità del loro abbraccio eterosessuale che si realizza l’ibrido
maschio-femmina. Nel simposio platonico Aristofane spiega come gli uomini hanno desideri
omosessuali discendano dalla separazione in due metà di un essee omogeneramente
maschile mentre il comportamento eterosessuale è di quanti discendono dalla divisione di
un androgino. Nella nostra società sembra che la maggioranza delle transessuali MTF sia
eterosessuale e l’immaginario sociale attribuisce loro il desiderio per gli uomini. Un rapporto
erotico con una donna transessuale permette oggi a un uomo quell’incontro seducente e
perturbante con l’androgino. L’androgenia incarnata dalla donna transessuale ha come
effetto un’eterosessualità che permette a un uomo di interagire eroticamente con il membro
virile di un’iperdonna. I clienti delle prostitute transessuali sono uomini dal comportamento
generalmente eterosessuale che cercano un’esperienza in qualche misura omosessuale al
riparo di una cornice etero-sessuale. L’ermafrodita è l’incarnazione di un desiderio ch epuò
travalicare il binarismo sessuale e si ipotizza che l’esperienza sessuale di quegli uomini che
frequentano le donne transessuali abbia a che fare con una fluidità erotica che non segue
nessuno dei due orientamenti già conosciuti. Un sottile legame simbolico collega infatti
l’ambiguità sessuale al comportamento bisessuale:
-mitologia→ doppia natura del greco Tiresia prima uomo, poi donna e poi ancora uomo
-religione→ sciamani siberiani e indonesiani
-Freud→ fa della bisessualità fisica un concetto di psicoanalisi ma inserisce tale elaborazione
all’interno di una concezione binaria del genere maschile o femminile. Si sottolinea il rapporto
bidirezionale che esiste tra un modello socioculturale che è oggi quello transgender e un’esperienza
del desiderio che non contrapponga eterosessualità a omosessualità inserendo entrambe in una scala di
gradazione, in una sequenza di soglie di desiderio.
Oggi le persone transgender appaiono attirare uno sguardo maschile, un desiderio fluido
che non riconosce uomini e donne come oggetti sessuali alternativi, interessandosi
eroticamente al confine sociale che separa e collega i due sessi.
I margini sfocati del desiderio bisessuale
La sensibilità maschile per l’androgino è connessa a un binarismo di genere che il
patriarcato ha voluto rigido dal punto di vista socioculturale e che gli uomini supportano ma
che al contemp alcuni uomini ritengono affascinante sfidare. La desiderabilità del corpo
transgender da parte degli uomini appare legata alla sua lontananza relegata per esempio al
porno. Si relega così il desiderio maschile per l’androginia al closet, un closet profondo,
posto negli anfratti della psiche e nei recessi del simbolico che ha a che fare con un eros
bisessuale perchè desidera un maschile e un femminile intesi come somma,compresenza e
intersezione. In questo caso il desiderio dell’androgino sarebbe collegato a quello del
bisessuale simuktaneo e che prevede un’espereinza con un uomo e con una donna
contemporaneamente. Collegare la fascinazione maschile verso il corpo transgender con la
bisessualità è operazione teorica ardita ma necessaria nel campo della pedagogia e ad
aiutarci a sostenere questa tesi è una ricerca nella quale sono state studiate le risposte in
termini di interesse sessuale di 3 gruppi:
1 fa’afafine (transgender samoane) → attrazione sessuale esclusiva verso uomini
2 uomini che avevano solo rapporti con donne → attrazione sessuale esclusiva verso le donne
3 uomini che avevano fatto sesso con fa’afafine → mostra un’attrazione per le donne esclusiva o
significativa ma differisce dal gruppo degli altri uomini a causa di un’attrazione diretta anche verso gli
uomini. Questi uomini mostrano un pattern di attrazione bisessuale la differenza sta però che questi
uomini che vanno a letto con le fa’afafine si indirizzano prevalentemente verso corpi androgeni
mentre i bisessuali prediligono corpi maschili o femminili.
Emerge quindi la possibilità che esistano modelli diversi di bisessualità: uno attratto dal
maschile e dal femminile e uno interessato all’intersezione tra maschile e femminile.
Embrandi devono essere inquadrati in quella categoria di fluidità sessuale che supera il
concetto rigido di orientamento sessuale col quale siamo abituati a pensare.

Capitolo 7
Possiamo articolare i vari comportamenti bisessuali maschili in 3 categorie :
- comportamenti non identitari che non producono un’identità sociale specifica→
un primo riferimento è lo studio sugli Azande, un popolo che prevedeva l’esistenza
giornaliera e socialmente integrata di relazioni sessuali tra giovani guerrieri e ragazzi
più piccoli.A differenza dei guerrieri adulti, questo gruppo di guerrieri scapoli poteva
essere in attesa di sposare una donna.Questa relazione costituiva un’unione legale
sul modello del matrimonio uomo-donna e il guerriero doveva pagare la ricchezza
della sposa ai genitori del ragazzo. Quando il ragazzo raggiungeva i 20 anni
diventava un giovane guerriero,abbandonava il ruolo di boy-wife e poteva prendere a
sua volta un ragazzino. Quando sia il ragazzo moglie sia il guerriero si fossero
sposati avrebbero avuto una normale vita matrimoniale. Questa sarebbe una forma
di omosessualità situazionale motivata dalla difficoltà di accesso alle donne da parte
di giovani adulti. Nell’arco della loro vita però questa popolazione aveva un
comportamento bisessuale sequenziale senza che ciò li caratterizzasse con
un’identità specifica. Questa sarebbe una relazione transitoria che si articola sulla
base della differenziazione d’età
- quelli identitari che dal comportamento passano all’identità bisessuale
- i post-identitari che rifiutano di assumere un’etichetta ponendosi tra le queer. → Nonostante
la crescente diffusione, non esiste oggi unanimità su ciò che significa il termine queer. La sua
genesi si situa nella critica della rappresentazione monolitica del genere e della sessualità. Il
queer destabilizza l’unitarietà delle identità sessuali introducendo la possibilità della
violazione dei confini attraverso contaminazioni possibili con il transgenderismo, le
perversioni, le varie forme di dissidenza sessuale.Il queer infatti non definisce una condizione
ma una radicale destabilizzazione della rigidità identitarie e implica l’essere trasversali alle
categorie o contattate da un modo di pensare dicotomico. Quella queer è una non etichetta
perché incapace di nominare tutte le differenze che contiene non solo per il fatto che nessuno
è queer allo stesso modo ma anche per il suo intendere l’identità come un processo di
continua disidentificazione. Il termine non può essere inserito come una leggera ulteriore
nella catena costituita da LGBTQIA che costituisce piuttosto un termine vuoto che esprime
l’incompletezza costitutiva di questa catena e l’impossibilità che essa esprima in modo
esauriente tutte le possibili variazioni del desiderio e delle identità umane. Il termine offre una
copertura discorsiva alle pratiche sessuali che non rientrano nella cornice eteronormativa e
molto di quanto viene messo sotto questa etichetta è decisamente bisessuale. La bisessualità
fa parte del diritto della compagina quuer perchè contesta la rigida rappresentazione
monosessuale della sessualità umana, sfida la divisione tra la norma eterosessuale e le
devianze in favore di un continuum fluido del desiderio e costituisce un grimaldello utili
anche a interrogare le potenzialità teoriche del queer, disancorandolo dal riferimento alle
minoranze sessuali oppresse. Il queer è uno spazio dove anche la bisessualità può trovare
cittadinanza. Quanto detto su questo termine intende mostrare l’esistenza di vari modelli di
bisessualità: non identitaria, identitaria e post identitaria e l’importanza di riconoscerli tutti
all’interno di ogni discussione sulla bisessualità senza incorrere nel rischio di considerarne
legittimi solo alcuni. Solo riconoscendoli preliminarmente si potrà sperare di non conoscere il
tema in maniera superficiale.
L’omosessualità istituzionalizzata in Melanesia
Esiste un’altra particolari prassi erotica che è conosciuta come omosessualità
istituzionalizzata molto diffusa in Melenesia nelle iniziazioni maschili. Si trattava di una
modalità di relazione sessuale con uomini adulti utile a promuovere negli adolescenti lo
sviluppo della maschilità attraverso il trasferimento dello sperma da una generazione adulta
a quella più giovane. Tutti i ragazzi sono infatti considerati non ancora uomini condividendo
quindi con le donne la condizione di esclusione dalla maschilità. Si tratta di una forma
culturale che sottolinea la centralità sociale della maschilità patriarcale degli uomini adulti.I
giovinetti si impegnano in queste relazioni per periodi che variano da parecchi mesi a
parecchi anni in un regime che può anche essere di fedeltà monogamica. Alla fine di questo
periodo, la vita di questi ragazzi prevede il matrimonio con una donna e non si ritiene che la
precedente attività omosessuale possa condizionare il naturale desiderio per le donne.
L’omosessualità istituzionalizzata prevede comunque una pratica sessuale e non può non
comprendere anche un concomitante effetto di godimento. Quello che si deve sottolineare è
che tutti i maschi si impegnano in attività sessuali tanto con uomini quanto con donne
mostrando un comportamento complessivamente bisessuale di tipo sequenziale che non
conduce a un’identità specifica.

Confronti interculturali
Gli esempi adottati di omosessualità transitoria in uomini che avranno poi un comportamento
eterosessuale non costituiscono i soli casi che sembrano contraddire la nostra
rappresentazione della sessualità centrata sull’opposizione dicotomica etero/omo. In Mali,
infatti, quella omosessuale è sempre un’esperienza parallela che può occupare un posto
importante nella vita di un individuo ma non può sostituire la carriera eterosessuale. Anche
nelle pratiche omosessuali si evidenzia come la stragrande maggioranza degli uomini che
hanno rapporti omosessuali a Bamako hanno pure delle relazioni sessuali con donne. In
posti come il Marocco si evidenzia la compresenza di due differenti modelli per interpretare i
rapporti tra uomini: quello basato sulle identità sessuali e quello centrato sulle pratiche
omosessuali in cui il ruolo attivo definisce la maschilità corretta. Se il primo modello crea
l’identità gay, il secondo non produce identità perchè si basa sulla già vista contrapposizione
attività attivo/passiva anche se il maschio può farsi penetrare alle volte perchè la maschilità
dipende in realtà dal ruolo pubblico e non da ciò che si fa in privato.

L’omosessualità situazionale in carcere


La questione dei rapporti omosessuali in carcere vien generalmente spiegata con una
concezione idrauilica della sessualità maschile, un bisogno che deve essere soddisfatto.
Inoltre, la costrizione omosociale delle carceri permette ad alcuni uomini di fare sesso
omosessuale senza considerarsi omosessuali. Il fatto che poi, usciti dal carcere, questi
uomini tornino quasi sempre ad un comportamento eterosessuale esclude che in carcere si
siano resi conto di una loro precedentemente inconsapevole omosessualità facendo leva sul
fatto che hanno avuto rapporti con uomini e con donne anche se non si definiranno mai
bisessuali.

Altre omosessualità situazionali: sex worker e pornoattori


Vengono definiti situazionali non solo i comportamenti omosessuali creatasi in mancanza di
donne o nelle difficoltà di avervi accesso ma anche quelli che emergono quando uomini che
si considerano eterosessuali si trovano in situazioni che legittimano e ricompensano un
comportamento omosessuale transitorio. Uno di questi casi è rappresentato dalla
prostituzione maschile per clienti uomini ovvero una forma di prostituzione omosessuale. Nei
sex worker le caratteristiche più apprezzate dai clienti sono l’essere giovani, muscolosi, dal
ruolo sessuale insertivo e dall’apparenza maschile e si deve essere eterosessuali. Ci si deve
impegnare in attività omosessuali con i loro clienti dato che il loro guadagno dipende
strettamente dalla loro capacità di raggiungere l’orgasmo e di eiaculare. L’auto-percezione
identitaria dei sex worker risulta varia: omosessuale, bisessuale ma anche eterosessuale. I
loro confini sembrano labili. Il denaro è il primo fattore che induce a prostituirsi. Nessuno dei
sex worker si identifica come gay e pochi si identitificano come bisessuali anche se la
stragrande maggioranza di loro assumeva esclusivamente un ruolo attivo nel sesso anale e
uno passivo nel sesso orale rifiutando baci, coccole e abbracci. La rappresentazione di sé di
questi ragazzi si concentra sul bisogno economico. Il sesso tra uomini è considerata
un’attività piacevole cui temevano di poter prendere gusto. Rimane chiaro che il loro
comportamento bisessuale non produce un’identità bisessuale ma una rappresentazione
secondo cui questi ragazzi rimangono nella norma eterosessuale pur deviandone con il loro
comportamento omosessuale. Non colpiti dallo stigma omosessuale sono poi anche alcuni
pornoattori eterosessuali che si prestano a recitare in scene gay.Per loro si adotto in area
anglofana la definizione gay for pay. Secondo Stryker, ci sono attori eterosessuali che se
incentivati dal punto di vista economico, hanno assunto anche un ruolo passivo, cosa che
evidenzia la capacità di questi individui di prestarsi ad attività sessuali mantenendo
l’erezione.

Differenze intraculturali
L’etichetta omosessuale non risulta estendibile a tutte le concrete esperienze sessuali degli
uomini tanto che che è necessario introdurre la definizione di MSM poichè queste pragiche
omosesuali non sono esclusive ma precedono o si affiancono a esperienze eterosessuali
quindi è corretto definire queste pratiche come comportamenti bisessuali. Il modello attivo-
passivo sembra poi mantenersi nei ceti sociali più bassi cui appartiene la maggioranza dei
carcerati. Se la consapevolezza che esista un orientamento bisessuali appare sempre più
diffusa nei ceti sociali più alti e maggiormente a contatto con i flussi culturali internazionali,
quelli più bassi sembrano riconoscere sempre l’oggetto cultura bisessualità.

L’identità bisessuale contemporanea


Quello omosessuale non è sempre descritto come un desiderio peculiare, caratterizzante
solo alcune persone, ma è inserito in un orizzonte culturale più generale venendo più o
meno istituzionalizzato dal punto di vista sociale e risulta temporaneo e non esclusivo. Una
volta polarizzati i comportamenti sessuali in due identità contrapposte, basate su un
orientamento sessuale stabile, il comportamento bisessuale non poteva esistere, non
sarebbe dovuto esistere. La bisessualità non poteva cioè essere altro che una non identità e
ciò contribuisce a spiegare la bifobia, quella forma di violenza epistemica che consiste nel
non prendere sul serio le affermazioni dei bisessuali rispetto a ciò che vivono. Spesso il
comportamento bisessuale è stato interpretato come semplice passaggio da
un’inconsapevolezza di sè al riconoscimento del proprio reale desiderio. Un’altra strategia è
stata descrivere il comportamento bisessuale come una forma di vigliacca foglia di fico
adottata da un uomo in realtà intimamente omosessuale ma incapace di assumersi la
visibilità connessa all’identità gay.Una volta riconosciurto il diritto di cittadinanza
all’omosessualità chi non rispetta tale binarismo non può che essere vizioso, immaturo o in
malafede. L’unica rappresentazione possibile della bisessualità è quella della somma tra i
due orientamenti sessuali esistenti: eterosessuale+omosessuale= bisessuale.
Gli anni 90 del secolo scorso hanno segnato la nascita di un movimento bisessuale che ha
dato vita a un’agenda politica specifica. Ancora lontana è però l’affermazione di un’identità
bisessuale, un orientamento autonomo da porre accanto ai due esistenti. Dal punto di vista
teorico, la bisessualità costituisce ancora un campo di studi problematico; dal punto di vista
sociale, molto scarsi sono gli spazi di scambio e di elaborazione dedicati; dal punto di vista
politico all’interno del movimento LBGT+ sono molto poco rappresentate le persone
bisessuali. Nonoatante il contesto scoraggiante, ci sono ormai singoli gruppi di attivisti che
dichiarano e rivendicano un’identità bisessuale, posizionandosi all’interno di una terza
casella.
Cosa possiamo dire oggi dei bisessuali?
Possiamo dire ancora poco. I bisessuali spesso hanno un doppio processo di coming out
perché devono affrontare lo stigma di due comunità (eteronormativa e omonormativa). Il
comportamento bisessuale può darsi in un contesto sociale eterosessuale, in un contesto
omosessuale o in uno consapevolmente bisessuale. L’omofobia presente nei contesti etero
spinge a nascondere le proprie esperimente omosessuali ma la bifobia presente nei contesti
gay spinge a negare le proprie esperienze etero. La sinergia tra i due movimenti ostacola la
consapevolezza di un autonomo spazio e spinge molti bisessuali a non dichiararsi. Una
rappresentazione diffusa li dipinge quindi come opportunisti e vigliacchi che evitano
scientemente la fatica e la responsabilità politica della visibilità. In questo orizzonte sociale,
molti bisessuali pensano di avere tanto da perdere e poco da guadagnare nell’assumere
pubblicamento un’identità bisessuale e il problema sembra essere il contesto sociale e
culturale entro cui dovrebbe darsi un’identitià bisessuale visibile e riconoscibile.
L’eteronormatività allora diffusa nella nostra società ostacola attivamente il riconoscimento
interiore e la visibilità pubblica della bisessualità e nonostante i continui risultati anche la
diffusione sociale e il riconoscimento culturale che hanno avuto le interpretazioni portate
avanti dal movimento gay gano limitato le possibilità di auto-interpretazione dei bisessuali.
L’assenza di una collettività bisessuale non favorisce un coming out che per i bisessuali è
relativo a un ripetuto attraversamento dei confini tra orientamenti sessuali. Per questo
motivo, la visibilità sarebbe di fatto per i bisessuali il biglietto d’ingresso a un orizzonte di
senso nel quale non sarebbero né maggioranza né minoranza ma degli alieni non integrati,
dei soggetti che non contano, che non hanno parte. L’identità di molti bisexuali non riflette
necessariamente un monolitico, stabile e coerente orientamento sessuale che
caratterizzerebbe in profondità la loro interiorità. Per altri, invece, funziona esattamente così.
Allora se teniamo conto di quanto detto con bisessualità dobbiamo intendere un terzo,
stabile orientamento sessuale e qualcosa di completamente diverso che i nostri occhiali
teorici non ci permettono ancora di leggere.
Ancora sul concetto di orientamento sessuale
Il concetto di identità di orientamento sessuale è stato utile e necessario per permettere agli
omosessuali di guadagnare quei diritti e quell’agio sociale che vivono in molti paesi.
Tuttavia, ogni categorizzazione offre comfort, sicurezza ma allo stesso tempo omogeneizza
o inibisce alcune manifestazioni dissonanti presenti al proprio interno. A essere problematico
è proprio il concetto stesso di orientamento sessuale visto come fisso e immutabile su cui si
fonda l’identità sessuale. Esso, infatti, non riconosce la possibilità di camiamento, evoca una
sessualità naturale, biologica, non appresa e non modificabile, ponendo il proprio focus sul
sesso anatomico dell’oggetto sessuale. Per questo motivo, alcuni criticano anche il termine
bisessualitò ritenuto incapace di esprimere l’attrazione anche per le persone trans o per
persone che non si inseriscono nel binarismo di sesso/genere. Esiste allora una vere e
propria querelle terminologica rispetto alla quale si sceglie di adottare bisessualità come
termine ombrello con la consapevolezza che escco comprende in realtà una serie di identità:
pansessuale, plurisessuale, polisessuale,multisessuale.

Capitolo 8
Il percorso condotto finora ha portato a una descrizione della bisessualità maschile molto più
articolata di quella da cui si era partiti. Possiamo affermare che il termine bisessuale indica
chi è sessualmente attratto da paersone di più di un genere e/o fa sesso con persone di
diversi generi, e/o cbi si indentifica con il termine pansessuale o queer. Alcune persone
sperimentano tale ambivalenza del desiderio come una costante per tutta la vita, altre come
una successione discreta di tappe, alcune come una scelta, altre come una pulsione innata
e per alcune il sesso anatomico del proprio oggetto sessuale semplicemente non costituisce
un fattore determinante. La potenzialità di essere attratti da più sessi non si dà per i vari
individui necessariamente allo stesso tempo, allo stesso modo e allo stesso grado di
intensità quindi bisessualità è un termine che andrebbe declinato al plurale. Halperin
individua 13 accezioni del termine
1 bisessuali nell'accezione comune
2 sperimentatori e bicuriosi
3 soggetti fluidi che si innamorano senza considerare l’organo geitale
4 predominantemente etero
5 predominantemente omosessuale
6 -7 si riferisce a chi ha una preferenza romantica esclusiva verso un genere ma un
desiderio sessuale diretto verso sia partner maschili che femminili
8 la modalità erotica si conforma all’identificazione del partner
9 l’identificazione bisessuale dei partner è un elemento irrinunciabile
10 -11 chi si identifica come bisessuale anche se ha un comportmento omo o etero
12-13 nonostante un comportamento bisessuale assumono un’identificazione omosessuale
o eterosessuale.
L’adolescenza costituisce un laboratorio nel quale si stanno forgiando i desideri e le
soggettività di domani. Tutte le rappresentazioni contraddicono la polarizzazione dicotomica
tra omo ed eterosessualità. Il desiderio per l’altro sesso non porta necessariamente e
immediatamente a un’organizzazione sociale centrara sull’eteronormatività e il
riconoscimento di tale fatto pone le condizioni per cui il comportamento eterosessuale e
quello omosessuale possano anche non stare in un rapporto di contraddizione strutturale. Il
concetto di orientamento sessuale prevede un desiderio omosessuale e eterosessuale che è
univoco, omogeneo e stabile. L’esistenza della bisessualità sembra rendere opaca la
chiarezza. La varietà delle esperienze sessuali degli umani dovrebbe spingere a usare
orientamento sessuale come termine descrittivo e non predittivo. Quando si comincia a
crescere e a riconoscersi come soggetti desideranti si dà infatti avvio a un processo che
conduce a dichiarasi etero o omosessuale e a presumere che si avranno sempre partner
sessuali dell’altro sesso o del proprio. Gli studi suggeriscono che possa accadere anche la
cosa reciproca ovvero che le relazioni intime possano influenzare l’orientamento sessuale,
conducendo a un’attrazione per un genere verso il quale non si era mai stati
precedentemente attratti. Ciò significa che l’orientamento sessuale è un oggetto plastico,
capace anche di modificarsi a seconda delle esperienze che si vivono. Ciò costringe a usare
il termine orientamento sessuale come descrizione ex post del comportamento di un
soggetto. Solo in riferimento ad alcuni persorsi biografici potremmo definire la bisessualità
come un terzo orientamento sessuale stabile da porre accanto a eterosessualità e
omosessualità. Siamo spinti a usare bisessualità come grimaldello per discutere l’orizzonte
teorico entro cui si muove la ricerca. Se il comportamento bisessuale sembrerebbe sempre
esistito, l’emersione attuale dell’identitià bisessuale costituisce un elemento inedito, prodotto
necessario e conseguente all’affermazione dei concetti di eterosessualità e omosessualità.
La sessualità come formazione di sé
I desideri e i comportamenti che abbiamo raccolto sotto il termine bisessualità sembrano
incrinare la chiarezza e l’esaustività del concetto di orientamento sessuale. Studiare la
bisessualità maschile ci conduce a rivisitare il concetto stesso di sviluppo sessuale. Se nella
nostra società sono presenti solo un msggioritario orientamento verso l’altro sesso e uno
minoritario indirizzato verso il proprio sesso, gli studi possono allora non occuparsi delle
cause e dello sviluppo dell’orientamento sessuale considerato naturale, essendo sufficiernte
descrivere semmai come alcuni soggetti se ne discostino senza chiedersi il perchè.
L’esigenza di una correttezza politica ha condotto a evitare di farci domande sulla genesi del
desiderio omosessuale però ora forse è possibile tornare sullo sviluppo sessuale umano in
una direzione ispirata da una rinnovata concezione costruzionista capace di lanciare nuove
sfide alle impostazioni basate sulla costituzionalità molto diffuse in termini di senso comune.
Freud aveva sostenuto che eterosessualità e omosessualità non sono semplicemente
innate, dato che il bambino nasce sessualmente polimorfo e solo nel corso del suo sviluppo
psichico si dispiega un orientamento eterosessuale o omosessuale. Egli riteneva infatti che
le pulsioni biologiche dovessero combinarsi con le dinamiche familiari che le incanalavano,
così come Reinch pensava che venissero modificate dalle strutture sociali. In seguito
Foucault passa dall’ipotesi repressiva a quella produttiva della sessualità mostrando come i
desideri non siano un portato biologico preesistente ma siano costruiti all’interno di pratiche
sociali situate. La sessualità non costituisce una proprietà, una caratteristica degli individui
ma una formazione discorsiva che viene incorporata nelle esperienze dei soggetti. In campo
sociologico Gagnon e Simon hanno descritto la sessualità umana come una produzione
culturale non ritenendo sufficienti le spiegazioni che fanno riferimento solo alla natura,
all’istinto e agli ormoni. Secondo i due studiosi, veniamo tutti socializzati a una serie di
rappresentazioni, codificazioni e significati sessuali ben prima di fare esperienza diretta della
sessualità. Arriviamo a qualunque atto sessuale essendo già in possesso di una serie di
informazioni e prescrizioni che definiscono quel che si deve fare con quella persona, in una
data circostanza, in un momento adatto e i sentimenti e le emozioni che sono appropriati alla
situazione. Non è allora corretto pensare in termini di comportamenti sessuali che devono
poi essere interpretati in un contesto socio culturale piuttosto in termini di condotta sessuale
che nasce già rivestita in termini socioculturali. Nella sua genesi la sessualità umana è
sempre prodotta, mantenuta, organizzata e trasformata in termini sociali. Il processo è in
realtà molto complesso: funziona attraverso l’interrelazione di 3 differenti livelli che insieme
costituiscono una sorta di teatro della sessualità. Innanzitutto, abbiamo delle vaste
sceneggiature culturali che forniscono le istruzioni per l’uso, il grado di attrazione e la validità
generale delle sceneggiature culturali che si dispiegano sul piano sociale richiedono però
l’azione di copioni interpersonali che trasformino i soggetti da semplici esecutori in
autori/adattatori parziali della sceneggiatura, in relazione a contesti relazionali specifici.
Esiste, infine, il piano dei copioni intrapsichici che, attraverso fantasie, racconti, ricordi e
progetti, forniscono la riorganizzazione simbolica dei desideri e dei piaceri individuali, in
relazione all’altro e al contesto relazionale. Tale approccio presuppone che tutti nasciamo
sessuali ma poi abbiamo il compito di diventare soggetti sessuali. Il sessuale che diventiamo
è effetto non lineare di credenze e rappresentazioni, di preferenze e di sistemi di
valutazione, di pratiche e di ruoli che vengono appresi e messi in scena. Tale impostazione
ha un potenzialmente grande potere esplicativo di relazione alla bisessualità rispetto alla
quale l’assenza di sceneggiature culturali ostacolerebbe l’auto-identificazione. Rigliano, in
relazione allo sviluppo sessuale degli esseri umani, afferma che ciascun essere umano è, fin
dalla nascita, attivo costruttore del proprio mondo interiore e relazionale , capace di
selezionare gli stimoli esterni e di rispondere a questi in maniera flessibile. E’ all’interno di
queste complesse e profonde relazioni che lo sviluppo sessuale si configura. Questo, quindi,
fa parte di un percorso di differenziazione e di identificazione di sé e dell’altro così come
delle norme e delle figure sociali che avviene fin dall’infanzia e poi si passa all’adolescenza
ma che può accadere per tutto l’arco di vita dell’individuo. Su questa base dovremmo
considerare l’orientamento sessuale non più basato sull’identità da riconoscere ma si tratta
di una costruzione, di un’inconsapevole auto-formazione condotta anche attraverso il dialogo
con le rappresentazioni sociali e i modelli culturali messi alla prova dalle relazioni. All’interno
di tale processo, eterosessualità, omosessualità e bisessualità non vanno a identificare
forme interiori, strutturazioni psichiche ma sono solo classi analitiche baste e diversificate di
comportamenti reali e di configurazioni emotive che unifichiamo in base all’oggetto sessuale.
I fatti sessuali sono estremamente vari, mentre le categorie interpretative sono culturalmente
condizionate. Sulla base di tale complessità potremmo affermare che non esiste l’etero,
l’omo o labisessualità ma esiste solo una sessualità poliedrica, plastica che trova in ciascuno
la sua particolare forma. In tale panorama tutti i comportamenti sessuali e le
rappresentazioni della sessualità ambivalente troverebbero un posto. La bisessualità smette
di costituire un oggetto misterioso se noi allarghiamo la cornice interpretativa. Già Kinsey
aveva affermato l’esistenza di un continuum dei desideri e dei comportamenti piuttosto che
di due orientamenti sessuali discreti e contrapposti: rimaneva tuttavia il riferimento implicito
ai genitali come criterio per descrivere una sessualità omogenea o eterogenea.
L’accettazione di tale paradigma interpretativo rende evidente come ogni soggettività
desiderante costituisca un caso a sé, una costruzione originale e idiografica. Tale visione
permette il superamento dell’universalismo omogeneizzante che costituisce il rischio di ogni
interpretazione costituzionale della sessualità. L’ipotesi costruzionalista che si dà in rapporto
alle categorie socialmente adottate sottolinea come queste ipotesi siano culturalmente
determinate. Sulla base di questo approccio anche la bisessualità appare come una
semplice categorie interpretativa che sussume una varietà molto eterogenea di desideri e
condotte sessuali. E’ importante specificare che l’ipotesi costruzionista non descrive affatto
la sessualità com frutto di una scelta e non richiede che questa possa essere modificata
intenzionalmente. Il problema non è dire alle persone come devono percepire la propria
sessualità ma trovare descrizioni teoriche dello sviluppo sessuale che ci permettano di
capire la grande varietà del comportamento sessuale. l’ipotesi costituzionale può fornire
infatti una spiegazione dell’esistenza di persone che hanno un orientamento sessuale stabili
bisessuale e un’identificazione di sé come bisessuali ma non riesce a capire tutte le altre
forme identitarie non stabili. Al contrario, la descrizione costruzionista che riesce meglio a
comprendere tutto ciò che è stato inserito all’interno del concetto di bisessualità. i racconti
sembrano svelare la sessualità come un processo, una scoperta, un percorso di crescita e di
formazione e tale descrizione della sessualità unica e polimorfa, come dice Mieli permette di
dar conto della grande variabilità della sessualità umana senza presupporre forme di
volontarismo, indicando piuttosto tutti noi come prodotti di una costruzione di cui non siamo
gli agenti, come effetti di un concatenamento complesso di cause innumerevoli e spesso
non rintracciabili perché implicite.
Politiche della sessualità: il movimento LGBT+
Il comportamento degli invertiti poteva essere relegato tra le condatte individuali e
perseguitato come malattia o vizio almeno fino alla nascita di un movimento, quello LGBT+,
che ha condotto l’inclusione di gay e lesbiche all’interno della società. I gay e le lesbiche
moderne hanno così assunto un’identità riconoscibile che è stata via via inclusa nella
compagine sociale perdendo le caratteristiche che avevano agli esordi del movimento
omosessuale. Rispetto a questa storia, la loro strutturale poliedricità ha reso i bisessuali
difficilmente compatibili con i vincoli epistemologici e politici impliciti che ci condizionano
perché si ha resi scomodi. La possibilità che hanno i bisessuali di costruire relazioni etero, di
mettere su famiglia e di procreare usurpa il privilegio della naturalità che l’eterosessuale
rivendica. La possibilità poi che il proprio desiderio muti direzione mina il fondamento
dell'agenda politica e dell'autorappresentazione degli omosessuali. Secondo alcuni, la
bisessualità produce un’apertura che non va intesa in relazione a oggetti sessuali
diversificati ma come breccia verso modi di sviluppo delle identità e dei desideri erotici
ancora socialmente indeterminati, è un terzo incomodo. Dalla metà del 19 secolo, il termine
bisesualità è stato usato nel campo dell’anatomia e della fisiologia per riferirsi a persone con
caratteristiche di entrambi i sessi. Dai prima anni del 20 secolo, viene usano per descrivere
una combinazione di elementi psichici maschili e femminili e un’attrazione ambivalente. Il
termine bisessualità ha di volta in volta presupposto la combinazione di maschio e femmina.
La bisessualità non ha fran riconoscimento sul piano politico LGBT+ perché l’attuale
configurazione del movimento si fonda su un epistemologia dell’orientamento sessuale che
fatica a contemplare il disorientamento bisessuale. Bisogna ragionare su nuove forme di
azione per quanto riguarda i possibili e futuri concatenamenti che coinvolgono le tre
soggettivitò escluse dal paradigma sesso-fgenere-orientamento:
● le persone intersessuali
● le persone transgender
● i bisessuali
Si tratta di un’alleanza che appare oggi possibile secondo il panorama teorico del queer.
Come bisessualità, anche intersessualità è un termine ombrello che si riferisce a tutte quelle
variazioni delle caratteristiche di sesso genetico/cromosomico, gonadico/ormonale e o
anatomico di una persona che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie dei corpi considerati
femminili o maschili. I sessi sono un tema fortemente culturalizzato e la loro enumerazione
può variare. La nostra società mostra un’imbarazzata incapacità s comprendere le persone
che hanno caratteristiche sessuali differenti dalla media e quindi possiamo pensare
l’intersessualità come un sesso incerto o ambiguo. il corpo intersex solleva dubbi e angosce
che coinvolgono anche i corpi endosex. La loro terzietà rispetto agli uomini e alle donne
endosex rende le persone intersex una critica implicita alla dicotomia dei sessi. Quindi la
persona intersessuale è un soggetto impensabile, la questione dell’intersex rivela così un
potenziale rivoluzionario dal punto di vista teorico e pratico in termini di diritti di cittadinanza
e di decostruzione della strutturazione sociale basata sul binarismo di sesso-genere e
sull’eteronormatività.Ciononostante le persone intersessuali hanno una cittadinanza
ambigua all’interno del movimento LGBT+ e le loro istanze vi sono poco rappresentate.
Possiamo dire che anche il transgenderismo ha una potenzialità radicale nella misura in cui
minano il presupporto che il genere di un individuo sia determinato dal sesso attribuito alla
nascita. Alla condizione intersex e a quella trans è possibile legare anche la vasta serie di
desideri e di pratiche che abbiamo inserito finora sotto il termine bisessualità. Tutte e tre
queste realtà sono accomunate dal porti frontalmente in opposizione al cosiddetto
genderismo ovvero quella forma di pregiudizio che afferma che esistono solo due sessi. il
genderismo prescrive così la riconversione chirurgica del sesso incerto, concepisce
l’esperienza trans. Tutte e tre le soggettività descritte producono in modo differenti un effetto
perturbante rispeto all’epistenologia sesso-genere-orientamento. queste tre soggettività
ovvero intersessuali, trans e bisessuali ci dicono che dovremmo ampliare le categorie di
analisi e offrono un potenziale effetto fertilizzante alle politiche d’identità e del desiderio,
costituendo una sfida salutare per il movimento LGBT+. Bisogna quindi espandere l’agenda
politica includendo altri nodi epistemologici:
-bisessualità-monosessualità
-transgender-cisgender
-intersex-endosex
Se possiamo chiederci se esiste un legame tra bifobia, transfobia e intersxfobia, dobbiamo
allora anche porci il problema del contrasto a queste forme di discriminazione dansogli una
traduzione politica.
Non si tratta di stabilire una nuova agenda ma prendere sul serio il segno +, ampliare la
compagine delle lotte basando la propria azione sul concetto di orientamento sessuale.

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