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9V
−
2Ω
2Ω
Α Β
+
15 V
1Ω
−
1Ω
−
2Ω I
I’R
A B
2Ω
1Ω
1Ω
equivalente ai seguenti:
9V
9V
+
Ι 9V
2Ω
+
2Ω
−
2Ω
A B Ι
1Ω
3Ω
2Ω
dove I=3 A. La corrente I si suddivide nel punto A in due parti uguali. Quindi:
0
IR = 1.5 A da A verso B.
1.12. APPLICAZIONI ED ESERCIZI 67
2Ω 1Ω
2Ω
A B +
1Ω 15 V
+
I R" 15 V −
1Ω
−
1Ω
1Ω
00
I = 5 A e IR = 2.5 A da B verso A.
Infine:
0 00
I = IR + IR = 1 A da B verso A
e perciò
VA VB = 2⌦ · IR = 2V
• Teorema di Thevenin
• Teorema di Thevenin
R
Th
a
a + VTh
B
A B −
b
b
(a) (b)
A e B sono due circui, qualsiasi, Figura collega,
1.14: nei pun, a e b. Il circuito A e’
equivalente, rispe<o al circuito B, ad un generatore di tensione Vth con una
resistenza Rth in serie.
A e B sono due circuiti qualsiasi, collegati nei punti a e b. Il circuito
Vth e’ la
Atensione tra i pun-
é equivalente, a e alb circuito
rispetto a circuito aperto B,(sconnesso
esterno da B); Rdi
ad un generatore th e’ la
resistenza totale Vdel
tensione circuito
T h con una A nel quale
resistenza in i serie
generatori
RT h . Vdi T htensione sono sos-tui-
é la di↵erenza di
dalle loro resistenze interne, cosi’ come vista dai pun- a e b.
potenziale tra i punti a e b a circuito aperto, cioé quando sono tolte le
connessioni con B; RT h é la resistenza totale del circuito A nel quale i
generatori di tensione sono sostituiti dalle loro resistenze interne.
1.7. 1.7. TEOREMI
TEOREMI DELLE
DELLE RETI
RETI LINEARI
LINEARI 27 27
IR V=
IR = Veq(R/ +
eq / (R R+eq )Req )
dovedove
IR éIla
R écorrente
la corrente
che che fluisce
fluisce nellanella resistenza
resistenza esterna
esterna R. R.
Il teorema
Il teorema é particolarmente
é particolarmente utielutiel quando
quando un’opportuna
un’opportuna scelta
scelta dei punti
dei punti
a e ba rende
e b rende agevole
agevole in circuito
in un un circuito il calcolo
il calcolo delladella tensione
tensione e resistenza
e resistenza
equivalente.
equivalente. Si vedano
Si vedano gli esercizi
gli esercizi 8a,e8b
8a, 8b 8ceal8cfondo
al fondo del capitolo.
del capitolo.
Di particolare
Di particolare importanza
importanza é il éseguente
il seguente esempio
esempio di applicazione
di applicazione del del
teorema.
teorema.
Esercizio
Esercizio Trovare
Trovare l’equivalente
l’equivalente del circuito
del circuito a sinistra
a sinistra dei punti
dei punti A eAB.e B.
dovedove
C è C
unè circuito
un circuito qualsiasi.
qualsiasi.
A A
+ +
E E R R C C
− −
B B
A A R Th R Th
A A
+ + + +
E E R R V V
Th Th
− − − −
B B B B
con con
VT h V=T hVAB
= V=ABE= E
+ +
E R V
Th
− −
B B
con
VT h = VAB = E
RT h = 0
supponendo nulla la resistenza interna del generatore. Il circuito divie-
ne semplicemente:
Questo significa che una resistenza in parallelo rispetto ad un genera-
tore ideale non influisce per nulla sul resto del circuito. Per quello che
28CAPITOLO 1. ANALISI DEI CIRCUITI IN CORRENTE CONTINUA
+
E C
−
I = IC + IR
I = IC + IR
+
E
−
R
A B
Figura 1.15:
• Teorema di Norton
Un circuito A contenente sorgenti di tensione é equivalente, se visto
da due terminali a e b, ad un generatore di corrente Ieq di resistenza
interna infinita (cioé ideale), con in parallelo una resistenza equivalente
Req , dove Ieq é la corrente di corto circuito (vedi figura 1.16), cioé la
Esercizio 8a – Teorema di Thevenin
Calcolare, nel circuito dell’esercizio 7a, il valore di VA VB .
Facciamo riferimento alla prima figura dell’esercizio 7a.
Conviene far corrispondere al circuito B della figura 1.14 la resistenza tra i
punti A e B e al circuito A della figura 1.14 il resto del circuito di partenza, come
indicato nella figura seguente:
9V
C
−
+
2Ω I
_
A B
+
+
15 V
1Ω −
_ 1Ω _
+
A B A B
1Ω
2Ω
1Ω
IR = VT h /(R + RT h ) = 3/3 = 1A
VA VB = 2V
Esercizio 8b – Teorema di Thevenin
Calcolare la corrente che fluisce nell’ultima resistenza a destra del circuito
in figura.
2Ω A 1Ω 1Ω
P
+
E 2Ω 2Ω 2Ω 1Ω
−
B Q
Conviene applicare ripetutamente il teorema di Thevenin.
Il circuito a sinistra dei punti A e B è equivalente al seguente:
R Th
2Ω
A A
+ +
E 2Ω VTh
− −
B B
con
VT h = VAB = I · 2 = E/(2 + 2) · 2 = E/2
RT h = (2 · 2)/(2 + 2) = 1⌦
Il circuito diventa:
1Ω 1Ω 1Ω
C P
+
E/2 2Ω 2Ω 1Ω
−
D Q
+ 3Ω A
10 V E
− R 10 Ω
10 Ω 4
R5
4 Ω R1
1Ω R2
B
D
La parte di circuito a sinistra di CD equivale a:
C R’
Th C
+
E
− +
R V ’Th
1
−
R
2
D D
con:
0 R1 R2
RT h = = 0.8⌦
R1 + R 2
0 E
VT h = E R2 = 8V
R1 + R2
Applicando di nuovo il teorema di Thevenin al circuito cosı̀ ottenuto
R ’Th R3 R3+ R ’
A Th
A
+ +
V Th
’ R4 R5 V Th
’ R5 R4
− −
B B
R Th
A
+
V Th R 72
4
−
B 0
R5 (R3 + Req )
RT h = = 2.75⌦
R3 + Req
0
+ R5
con 0
VT h da cui
VT h = VAB = R5 = 5.8V VT h
R3 + Req
0
+ R5 V4 = I4 R4 = R4 = 4.55V
R4 + RT h
30CAPITOLO 1. ANALISI DEI CIRCUITI IN CORRENTE CONTINUA
• Teorema di Norton (duale di Thevenin – trasformazione dei generatori)
a
A I sc
b
Figura 1.16:
R
I eq R eq
E
+
un circuito A contenente sorgen, di tensione Figura 1.17: e’ equivalente se visto da due
terminali a e b ad un generatore di corrente ideale Ieq con in parallelo una
resistenza equivalente R eq.
Cortocircuitando A e B, il generatore E eroga una corrente di valore
E/R; la resistenza tra A e B con E cortocircuitato, vale R. Quindi:
Ieq = E/R Req = R
Ieq e’ la corrente di corto circuito; Req e’ la res-stenza totale del circuito A nel
quale i generatori di tensione sono
Viceversa, dato sos-tui-
un circuito dalle
costituito da unloro resistenze
generatore interne, cosi’
di corrente,
I, e un resistore, R, composti in parallelo, applicando il teorema di
come vista dai pun- a e b, cioe’ e’ la R
Thevenin rispetto ai dueth.
capi del parallelo, si ricava facilmente che il
circuito equivalente é costituito da un generatore di tensione VT h = I · r
con un resistore in serie RT h = R. Concludendo
in un circuito generatori di tensione e corrente sono intercam-
punti a e b, con
R
generatori cortocircuitati (cioé la resistenza equivalente
di Thevenin).
Il teorema si puó R eq
+ anche esprimere analiticamente:
I eq
E
−
Va b = Ieq Req
combinazione
B di generatori e
Norton
condu2anze
R1 R2 R1 R
2
R5
R5
R3 R
4 R3 R4
(a) (b)
Figura 1.18:
Un circuito di resistori a ponte é costituito da due triangoli con
un ramo in comune, come rappresentato in figura 1.18 a sinistra. Anche se il
B
R1 E2
+
E1 R2
−
R5
+
A D
+
E5
R6 −
R4
−
+
E6 +
E4
−
C
+
E3 R3
Figura 1.19:
circuito si presenta di solito in questa forma, anche quella della parte destra
é abbastanza comune. Se si pensa di chiudere gli estremi del circuito con un
ramo contenente un generatore di tensione (ed una resistenza) si ottiene un
circuito a tre maglie, come in figura 1.19, che puó essere facilmente risolto
con il metodo della analisi di maglia, come nell’applicazione 8 al fondo del
triangoli e da quella contenente il generatore di tensione.
I circuiti a ponte possono essere agevolmente risolti anche ap-
plicando il teorema di Thevenin. Si calcoli, ad esempio, la corrente nella
resistenza Rg del circuito mostrato in figura 1.20.
B
R1 R2
A Rg D
R3 R4
C
−
E
Figura 1.20:
La d.d.p. tra B e C quando la resistenza Rg viene tolta é:
✓ ◆ ✓ ◆
E E
VBC = VB VC = E R1 E R3 =
R1 + R2 R3 + R4
✓ ◆
R3 R1
E
R3 + R4 R1 + R2
La resistenza tra B e C, con Rg tolta e il circuito reso passivo é:
R1 R2 R3 R4
RBC =
R1 + R2 R3 + R4
quindi la corrente che percorre la resistenza Rg ha intensitá:
VBC
ig =
RBC + Rg
RBC + Rg
Un circuito ponte serve anche per la misura di precisione delle
resistenze; il ponte di Wheatstone, figura 1.21, ha il ramo centrale costituito
da un
1.8.sensibile
CIRCUITIindicatore
A PONTEdi corrente, quale puó essere un galvanometro.33
C
i3 i
G
R3 R
A B
K
R1 R2
i1 i2
D
r
−
V
Figura 1.21:
Degli altri rami, tre sono resistori di precisione, uno dei quali
variabile, ad esempio R2 ; il quarto ramo é il resistore di cui si vuole misurare
la resistenza incognita R. La misura si e↵ettua regolando la resistenza R2
del resistore variabile finché, quando l’interruttore sul ramo centrale K viene
chiuso, l’indice del galvanometro non subisce deflessione. Questa mancanza
di deflessione vuol dire che ai capi del galvanometro la tensione é zero e che
anche a interruttore aperto la tensione su R1 é uguale a quella su R3 e la
tensione su R é uguale a quella su R2 . In queste condizioni si dice che il
ponte é bilanciato e con la partizione di tensione si ha:
R1 V R3 V RV R2 V
= e =
R1 + R2 R3 + R R3 + R R1 + R2
Il rapporto delle due equazioni ci da l’equazione di bilanciamento del ponte:
R2 R3
R =
R1
Per ricordare l’equazione di bilanciamento del ponte basta uguagliare i pro-
R2 R3
R =
R1
Per ricordare l’equazione di bilanciamento del ponte basta uguagliare i pro-
dotti delle resistenze dei rami opposti: R1 R2 = R3 R. Per calcolare R si
puó anche usare una resistenza fissa e conosciuta R3 e per le resistenze R1 e
R2 un unico filo metallico di sezione costante e lunghezza totale nota, il cui
punto D di collegamento col galvanometro possa essere variato lungo il filo
mediante un contatto mobile (figura 1.22): le resistenze R1 e R2 sono pro-
porzionali alle lunghezze l1 e l2 dei due tratti di filo individuati dal contatto
R3 R
A G B
D
A1 B1
R1 R
2
−
V r
Figura 1.22: