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Formulario di Elettrotecnica

1 Corrente continua 1.3 Potenze uscenti ed en- Legge di Ohm:


tranti
1.1 Legge di Kirchhoff delle V = RI
1.3.1 Convenzione degli utiliz-
correnti zatori in alternativa:

i2 I = GV
i
R è la misura di resistività, espres-
v sa in Ohm Ω, mentre G è la mi-
sura della conduttanza, espressa in
i1 i3 Potenza entrante: Siemens S.
P = vi G = R−1
i4
Potenza uscente:
1.6 Potenza dissipata da un
P = −vi resistore
i1 − i2 + i3 − i4 = 0 P = RI 2
1.3.2 Convenzione dei genera- V2
La somma algebrica delle corren- tori P =
ti entranti e uscenti da un nodo R
qualunque è 0.
i 1.7 Resistenze in serie e in
parallelo
1.2 Legge di Kirchhoff delle v
1.7.1 Serie
tensioni
Potenza entrante:
R1 R2
P = −vi
v1 Potenza uscente: Req = R1 + R2 + R3 + ... + RN
1
v4 v2 P = vi Geq = 1 1 1 1
G1 + G2 + G3 + ... + GN

1.4 Teorema di Tellegen


v3 1.7.2 Parallelo
In un circuito la somma delle
potenze entranti è pari a quelle
delle potenze uscenti (teorema di
conservazione della potenza). R1 R2
v1 − v2 + v3 − v4 = 0
1.5 Resistenze
La somma algebrica delle tensio- 1
ni, scelto un arbitrario senso di ri- Req = 1 1 1 1
R R1 + R2 + R3 + ... + RN
ferimento, in una maglia chiusa è
nulla. Geq = G1 + G2 + G3 + ... + GN

1
1.8 Reti a stella e triangolo I generatori ideali di corrente 1.11 Trasformazione dei ge-
invece si sommano se in parallelo. neratori reali
RAB
i1 + i2
RA RB i1 i2 + V
− Th IN RN

RC 1.10 Partitori di corrente e


RA

RT h
BC
tensione
R
C

1.10.1 Tensione
Se sono presenti solamente due
1.8.1 Stella → Triangolo RT h = RN = R
resistori:
RA RB + RB RC + RA RC VT h = IN R
RAB =
RC
RA RB + RB R C + RA RC VA RA VT h
RBC = IN =
RA R
RA R B + RB RC + RA R C + V Rappresenta un corollario dei teore-
− G
RCA = mi di Thevenin e Norton.
RB
VB RB
1.8.2 Triangolo → Stella 1.12 Generatori pilotati
RCA RAB
RA =
RAB + RBC + RCA
RAB RBC RA
RB = VA = +
RAB + RBC + RCA RA + RB αVX βIX

RCA RBC RB
RC = VB =
RAB + RBC + RCA RA + RB
Nel caso più generale: Per la risoluzione dei circuiti con ge-
1.8.3 Rete bilanciata
RN neratori pilotati è necessario indivi-
In caso di rete bilanciata, si ha che: VN = duare, mediante KCL e KVL, un
R1 + R2 + R3 + ... + RN
R∆ sistema di equazioni che permetta
Rγ =
3 1.10.2 Corrente di isolare la variabile da cui dipen-
Dove γ rappresenta la configurazione Se sono presenti solamente due de il generatore; risolto il generato-
a stella mentre ∆ rete a triangolo. re si prosegue con l’analisi circuitale.
resistori: In assenza di generatori indipendenti
1.9 Generatori ideali è necessario impiegare un generato-
i1 i2
re di test, di tensione o corrente a
IG R1 R2 seconda della convenienza.

+ V IG
− G 1.12.1 Teorema di Millman
La tensione ai capi di una rete
R2
i1 = binodale è data da:
I generatori ideali di tensione si R1 + R2
PN
sommano algebricamente se in serie. R1 IGi
i2 = VM = Pi=1
N
R1 + R2 1
i=1 Ri
v1 + v2
Nel caso più generale:
Se sono presenti generatori di ten-
+

+

1
RN sione reali è possibile trasformarli in
v1 v2 iN = 1 1 1 1
R1 + R2 + R3 + RN
generatori di corrente.

2
1.13 Teoremi di Thevenin e RT h 1. Identifico e numero tutti i nodi
Norton del circuito.
Visti da due morsetti AB, un qua- + V 2. Scelgo un nodo che, per con-
− Th RL
lunque circuito può essere ricondotto venzione, avrà potenziale nullo
alla forma: (massa).
3. Mediante la legge di Kirchhoff
1.13.1 Thevenin
delle tensioni e quella delle cor-
renti dò a ogni nodo il poten-
RT h IN RN RL ziale corrispondente rispetto
alla massa.

+ V 4. Identifico le tensioni come


− Th
differenza di potenziale dei
RT h = RN = RL nodi.

1. Individuo la tensione a vuoto 1.15 Teorema di sovrapposi- 1.17 Doppi bipoli


tra i morsetti AB: VT h . zione degli effetti
v1 1 4 v2
2. Spengo i generatori indipen- Tutte le variabili lineari del circuito IC
denti (e solo quelli!) per indi- possono essere viste come somma dei 2 3

viduare la resistenza vista dai contributi dati dai singoli generatori


morsetti AB: RT h . indipendenti. Rappresentazione in corrente:
Modalità operativa:  #  # #
v1 r11 r12 i1
1.13.2 Norton =
1. Spengo tutti (e i soli) i gene- v2 r21 r22 i2
ratori indipendenti a eccezione
di uno.
r11 = vi11 | i2 = 0 r12 = vi21 | i1 = 0
IN RN
2. Calcolo la grandezza d’interes-
r21 = vi12 | i2 = 0 r22 = vi22 | i1 = 0
se.

3. Ripeto il procedimento per Rappresentazione in tensione:


1. Individuo la corrente di corto- ogni generatore.  #  # #
circuito tra AB: IN . i1 g11 g12 v1
4. Eseguo la somma algebrica dei =
i2 g21 g22 v2
2. Spengo i generatori indipen- singoli risultati ottenuti.
denti (e solo quelli!) per indi-
viduare la resistenza vista dai g11 = i1
| v2 = 0 g12 = i1
| v1 = 0
1.16 Analisi nodale v1 v2
morsetti AB: RN .
i2 i2
Metodo di analisi circuitale basa- g21 = v1 | v2 = 0 g22 = v2 | v1 = 0
1.13.3 Note to sull’assegnazione di un potenziale
elettrico a ogni nodo. Rappresentazione ibrida:
Siccome RT h = RN è possibile, nel Tipologie:  #  # #
caso non sia conveniente passivare la v1 h11 h12 i1
=
rete; è possibile usare la relazione: • Analisi nodale pura: Permet- i2 h21 h22 v2
te l’analisi di circuiti in cui so-
VT h no presenti solo generatori di
RT h = RN = v1 v1
IN corrente ideali. h11 = | v2 = 0 h12 = | i1 = 0
i1 v2
i2 i2
1.14 Massimo trasferimento • Analisi nodale modificata: h21 = i1 | v2 = 0 h22 = v2 | i1 = 0
di potenza Permette l’analisi di circuiti
con sia generatori di corrente Rappresentazione ibrida inversa:
Data una forma Norton o Theve- ma anche di tensione.  #  # #
′ ′
nin si ha il massimo trasferimento di i1 h11 h12 v1
= ′ ′
potenza se: Modalità operativa: v2 h21 h22 i2

3
| v1 = 0 1.19 Amplificatori operazio- Serie di condensatori
′ i1 ′ i1
h11 = v1 | i2 = 0 h12 = i2
′ v2 ′ v2
nali ideali 1
h21 = v1 | i2 = 0 h22 = i2 | v1 = 0 Ceq = 1 1 1 1
C1 + C2 + C3 + ... + CN
vd − −
Matrice di trasmissione:
voa +
 #  # #
vd + + C1 C2
v1 t11 t12 v2
=
i2 t21 t22 −i2
voa −

v1 −v1 Parallelo di condensatori


t11 = v2 | i2 = 0 t12 = i2 | v2 = 0 Per costruzione, si ha che:
t21 = i1
| i2 = 0 t22 = −i1
| v2 = 0 Ceq = C1 + C2 + C3 + ... + CN
v2 i2 vd = 0

Matrice di trasmissione inversa: ma, allo stesso tempo anche che:


 #  # # id = 0
v2 t11 t12 v2 C1 C2
=
i2 t21 t22 −i2
Noto che la tensione differenziale sul-
l’amplificatore operazionale è nulla e
che la resistenza di ingresso è infini-
′ v2 ′ −v2 1.20.2 Induttori
t11 = v1 | i1 = 0 t12 = i1 | v1 = 0 ta; si procede ad analizzare il circui-
′ i2 ′ −i2 to regolarmente. Spesso è necessa-
t21 = v1 | i1 = 0 t22 = i1 | v1 = 0 rio analizzare le due maglie "isolate" C
I
idealmente dall’amplificatore.
V
1.18 Trasformatori
1.20 Condensatori e indut-
tori Elemento circuitale che accumula
VP 1:n VS energia nel suo campo magnetico.
1.20.1 Condensatori La corrente con cui viene attra-
versato rappresenta la variabile di
C stato.
I Z t
Primario Secondario 1
I= V dt + I(t0 )
L t0
1.18.1 Passaggio dal primario V
al secondario dI
V =L
Elemento circuitale che accumula dt
RS = RP N 2 energia nel suo campo elettrico. L’energia accumulata nell’induttore
La tensione ai suoi capi rappresenta può essere espressa come:
VS = VP N la variabile di stato.
1
iP 1 t
Z E = LI 2
iS = V = idt + v(t0 ) 2
−n C t0
L’induttore, una volta carico, si
dv comporta come un cortocircuito.
1.18.2 Passaggio dal seconda- I=C
dt
rio al primario
L’energia accumulata nel condensa- Serie di condensatori
RS tore può essere espressa come:
RP = 2
N Leq = L1 + L2 + L3 + ... + LN
1
E = CV 2
VS 2
VP =
N
Il condensatore, una volta carico, si L1 L2
iP = −iS N comporta come un circuito aperto.

4
Parallelo di condensatori La componente 2.4 Potenza istantanea
1 Dati
Leq = 1 1 1 1 X = Aejφ
L1 + L2 + L3 + ... + LN
v(t) = Vm cos (ωt + ϕv )
è detta fasore. Alternativamente es-
sa può essere scritta in forma polare i(t) = Im cos (ωt + ϕi )
come:
L1 L2 la potenza istantanea diventa:
X=A ϕ
1
Per risolvere i circuiti in regime si- p(t) = Vm Im cos (ϕv − ϕi )
2
1.21 Risoluzione di circuiti nusoidale è necessario trasformare le 1
grandezze tempo-dipendenti in faso- + Vm Im cos (2ωt + ϕv + ϕi )
con transitori 2
ri quantità queste che si comporte-
1. Trovare la variabile di stato del La potenza istantanea si compone
ranno come le normali correnti e ten-
componente prima che inizi il sioni. di un termine costante e un termi-
transitorio; per la continuità A livello matematico risulta utilene tempo-dipendente. A causa della
delle variabili di stato si ha che ricordare che: presenza di componenti conservativi
+
x(t−
0 ) = x(t0 )
la potenza è ciclicamente positiva e
• ω = 2πf , dove f è la negativa.
2. Trovare il valore della variabile A livello pratico risulta quindi più
frequenza.
di stato a regime x(+∞). utile definire una potenza media:
3. Trovare la resistenza equiva- • T = f1 , dove T è il periodo Z
1 T
lente di Thevenin (o Norton) in della sinusoide. P = p(t)dt
T 0
serie al componente per iden-
1
tificare il tempo caratteristico • sin (ωt) = cos (ωt − π2 ) = Vm Im cos (ϕV − ϕI )
2
del circuito:
Solo i carichi resistivi possono assor-
• Condensatori: τ = RC; 2.2 Impedenze bire potenza media; i carichi reattivi
L
• Induttori: τ = R. contribuiscono solamente ad alterare
Nei circuiti in regime sinusoidale re-
il fattore di potenza cos (ϕV − ϕI ).
L’evoluzione della variabile di stato sistori, induttori e condensatori pos-
sono tutti essere assimilate a del- Se ϕV − ϕI > 0 la corrente è in ri-
nel tempo è descritta da:
le generiche "impedenze". A livel- tardo rispetto alla tensione; se ϕV −
t−t
+
x(t) =(x(t0 ) − x(+∞))e − τ0 lo pratico si trattano le impedenze ϕI < 0 la corrente è in anticipo
del circuiti in regime sinusoidali co- rispetto alla tensione.
+ x(+∞)
me le resistenze dei circuiti in regime
L’evoluzione della variabile non di continuo. 2.5 Valori efficaci
stato, allo stesso modo:
Il valore efficace di una corrente,
+
t−t
− τ0
• Resistenze: ZR = R
y(t) =(y(t0 ) − y(+∞))e o tensione, periodica è l’equivalente
+ y(+∞) corrente, o tensione, costante in gra-
• Induttori: ZL = jωL
do di fornire a un resistore la stes-
1 sa potenza della corrente e tensione
2 Corrente alternata • Condensatori: ZC = −j ωC
periodica.
2.1 Fasori V
2.3 Note Vef f = √
Data una generica funzione sinusoi- 2
dale: Nel caso siano presenti generatori
sinusoidali con pulsazione differen- I
Ief f = √
X = A cos (ωt + ϕ) te è necessario analizzarli uno per 2
Grazie all’identità di Eulero posso uno mediante sovrapposizione degli Posso usare queste grandezze per
vederla come: effetti sommando poi i vari contribu- ridefinire la potenza media:
ti riportati dal dominio dei fasori a
X = Aejω ejφ quello del tempo. P = Vef f Ief f cos (ϕV − ϕI )

5
2.6 Potenza nel dominio dei 2.8 Teorema di Boucherot La risoluzione di questi circuiti
fasori avviene riconducendosi a una condi-
Equivalente del teorema di con-
zione in cui generatori e carico so-
Nel dominio dei fasori, la potenza è servazione della potenza in regime
no collegati in configurazione stella-
una funzione di fasore: sinusoidale. In un circuito:
stella e, sfruttando in neutro come
1 nodo comune, analizzando tre singoli
S = VI∗ = Vef f I∗ef f • La somma delle potenze attive
2 circuiti monofase indipendenti.
entranti è uguale alla somma
Considerando la potenza complessa delle potenze attive uscenti.
in forma cartesiana: EN
ZN
• La somma delle potenze reat-


+
S = P + Qj tive entranti è uguale alla
P è la potenza attiva, quella che fa somma delle potenze reattive
cose, misurata in Watt W ; Q è la po- uscenti.
Se le tre impedenze non sono
tenza reattiva e si misura in V AR.
uguali il carico si dice "non equilibra-
Il modulo del fasore potenza è detto 2.9 Massimo trasferimento
to" e la corrente di squilibrio passa
"potenza apparente": di potenza media
nel conduttore neutro.
q
ST = P 2 + Q2 In regime sinusoidale, data una for- Se non esplicitato la frequenza di ri-
ma Norton o Thevenin si ha il mas- ferimento è quella di rete f = 50Hz,
tale grandezza è particolarmente simo trasferimento di potenza media normalmente i valori sono espressi
importante perché, per relazioni se: come efficaci.
geometriche:
ZT h 2.10.1 Sequenza diretta e in-
P
cos (ϕV − ϕI ) = versa
ST
Inoltre: + V Z∗L A seconda dell’ordine temporale con
− Th
cui le fasi raggiungono i loro pic-
Q = P tan (ϕV − ϕI ) chi è possibile discriminare due
configurazioni:
Q
P =
tan (ϕV − ϕI )
Diretta Inversa (Default)
2.7 Rifasamento IN ZN Z∗L E1 = A 0◦ E1 = A 0◦
Il processo che permette di alterare E2 = A −120◦ E2 = A +120◦
il fattore di potenza senza modifica-
E3 = A +120◦ E3 = A −120◦
re la tensione è detto rifasamento.
Modalità operativa: 2.10 Sistemi trifase
2.10.2 Tensione di fase e di
1. Calcolo la potenza attiva PT Un sistema trifase è una configu-
linea
e reattiva totale QT ante- razione circuitale in cui tre genera-
rifasamento. tori di tensione sinusoidali, di pari
Siccome le tre fasi hanno la stessa
ampiezza e periodo, sfasati di 120◦
ampiezza ma sono sfasate di 120◦ ,
2. Calcolo la potenza reattiva che tra loro, sono collegati a un nodo
tra loro vige la seguente relazione:
il circuito assorbirebbe con il comune, il neutro.
nuovo fattore di potenza QN . E1 + E2 + E3 = 0
E1
3. La differenza Q∆ = QT − QN Z1 EN è una "tensione di fase" ossia la
differenza di potenziale fase e neutro.

+

è la potenza reattiva assorbita


dal componente che va messo Con "tensione di linea" (V12 , V23 ,
E2 V31 ) invece si intende la differenza
in parallelo al circuito. Z2
di potenziale tra due fasi.

+

• Se Q∆ > 0 rifasamento √ ◦
con condensatore. E3 VN = 3EN ej±30
Z3
• Se Q∆ < 0 rifasamento Il segno dipende da sequenza diretta

+

con induttore. o inversa.

6
3 Campi elettrici – R1 , R2 : Raggi interni ed 4.2 Legge di Lentz
esterni.
3.1 Forza di Coulomb Dalla legge di Faraday si può
1 q1 q2 • Condensatore sferico: C = ottenere la legge di Lentz:
F⃗C = − uˆr 4πϵ0 RR21−R
R2
4πϵ0 r2 1 e
zI }| {
Φ
z }| {
Z
−12
ϵ0 = 8, 85 × 10 N −1 −2
m C 2 – R1 , R2 : raggi interno ed ⃗ ⃗l = − d
Ed ⃗ S
Bd ⃗N
esterno. C dt
| S {z }
ϕ
3.2 Campo elettrico
3.6 Leggi di Ohm • e: forza elettromotrice.

⃗ = Fq
E
q 3.6.1 Prima legge di Ohm • φ: flusso del campo d’indu-
⃗ attraverso
zione magnetica B
con q carica di prova. V = RI ⃗
S.
3.3 Potenziale elettrico 3.6.2 Seconda legge di Ohm • Φ: flusso magnetico concate-

nato con S.
Il potenziale elettrico generato da l
R=ρ
una carica puntiforme q posta in un S • N : numero di spire.
punto P dello spazio è:
• l: Lunghezza del conduttore.
4.3 Esperimento di Faraday
U (P ) = q∆V (P ) = −qEd
• S: Sezione del conduttore.
Un filo conduttore, percorso da una
dove d è la distanza dalla carica. ⃗
• ρ: Costante propria del mate- corrente I, immerso in un campo
magnetico B ⃗ per una lunghezza L,
riale conduttore.
3.4 Carica sulle armature di risente di una forza pari a:
un condensatore
4 Campi magnetici F⃗ = (B
⃗ × I)L

Q = C∆V
4.1 Legge di Faraday 4.4 Legge di Biot-Savart
3.5 Capacità di un conden- Detta S una superficie chiusa dotata Il campo magnetico B, rivelato a una
satore di un contorno C: distanza r, generato da un filo retti-
• Condensatore piano: C = ϵ0 Sd I Z lineo in cui passa una corrente I, è
⃗ ⃗l = − d
Ed ⃗ S
Bd ⃗ dato da:
C dt S µ0
– S: Superficie delle arma- B= I
ture. 2πr
⃗ detta "induzione magnetica" è
B,
dove µ0 = 4π × 10−7 H/m.
– d: Distanza tra le arma- data dal prodotto:
ture.
B⃗ = µH
⃗ 4.5 Vettori uscenti ed en-
• Condensatore cilindrico: C = tranti
ϵ0 2πL
R2 µ è la permeabilità magnetica del N
ln R • Vettore entrante: .
1 ⃗
materiale mentre H è il campo
J
– L: Lunghezza. magnetico. • Vettore uscente: .

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