Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Sommario
1. INTRODUZIONE ALLE MALATTIE RESPIRATORIE......................................................2
2. NOZIONI DI ANATOMIA......................................................................................................3
3. APPROCCIO GENERALE AL PAZIENTE.........................................................................4
4. ANAMNESI...........................................................................................................................5
4.1 ANAMNESI FISIOLOGICA............................................................................................................5
4.1.1 ANAMNESI FAMILIARE:...............................................................................................................................5
4.1.2 ANAMNESI PERSONALE:............................................................................................................................6
4.2. ANAMNESI PATOLOGICA..........................................................................................................6
4.2.1 ANAMNESI REMOTA:...................................................................................................................................7
4.2.2 ANAMNESI PROSSIMA:...............................................................................................................................7
5. ESAME OBIETTIVO.............................................................................................................8
5.1 ISPEZIONE.....................................................................................................................................8
5.2 PALPAZIONE.................................................................................................................................9
5.3 PERCUSSIONE..............................................................................................................................9
5.4 AUSCULTAZIONE.......................................................................................................................10
6. ESEMPIO 1: VERSAMENTO PLEURICO........................................................................11
7. ESEMPIO 2: MALATTIA OSTRUTTIVA CRONICA (BPCO)..........................................11
8. SINTOMI RESPIRATORI...................................................................................................11
9. LA TOSSE...........................................................................................................................11
9.1 LE CAUSE DI TOSSE..................................................................................................................12
9.2 APPROCCIO AL PAZIENTE AVENTE LA TOSSE..................................................................15
9.1.1 TOSSE INEFFICACE...................................................................................................................................17
9.3 PRINCIPI DI TERAPIA DELLA TOSSE.....................................................................................18
10. DISPNEA...........................................................................................................................19
10.1 MISURAZIONE DELLA DISPNEA...........................................................................................20
10.1.1 MRC DYSPNEA SCALE...........................................................................................................................20
10.1.2 SCALA DI BORG........................................................................................................................................20
10.1.3 SCALA VAS (scala analogico-visiva)......................................................................................................21
10.1.4 SCALE BDI e TDI.......................................................................................................................................21
10.2 LE CAUSE DI DISPNEA............................................................................................................21
10.3 APPROCCIO AL PAZIENTE CON DISPNEA.........................................................................22
10.4 GESTIONE PAZIENTE CON DISPNEA...................................................................................23
1
28/02/2022
Durante il corso saranno analizzati anche altri argomenti, di più difficile inserimento nei quadri
ostruttivi, restrittivi o infettivi, tra i quali: le bronchiectasie, che oggi assumono un ruolo importate
nell'ambito delle patologie respiratorie croniche, e l’OSAS o sindrome delle apnee ostruttive nel
sonno che è di grande impatto nella popolazione generale.
Per quanto riguarda il testo da adottare nello studio della pneumologia il professore afferma che se
si riesce a seguire bene le lezioni con tanto di slides fornite allora già ¾ del programma sarà già
fatto, questo è il testo che consigliamo Malattie dell’apparato respiratorio - G. Bonsignore V. Bellia)
perché lo abbiamo scritto negli anni ma vanno bene anche altri testi, ad esempio il Rugarli è anche
un ottimo testo.
Gli altri argomenti si dividono in quattro capitoli di malattie dell’apparato respiratorio, i primi due
riguardano le malattie croniche per definizione:
Malattie ostruttive, che riguardano l’asma e la BPCO. Ostruttive perché riguardano le vie
aeree, quindi una riduzione del calibro di queste. Quindi, quando si parla di ostruzione, ci si
riferisce alle vie aeree.
Malattie restrittive, che comportano una riduzione dei volumi polmonari. Quindi non è una
restrizione delle vie aeree, non vanno confusi i due termini, i quali, in gergo pneumologico,
2
28/02/2022
indicano due cose diverse. Quindi non va detto “restrizione delle vie aeree” o restrizione
intesa come restringimento del calibro delle vie aeree.
Il termine fa pensare a malattie dei volumi polmonari, quindi, una riduzione del volume
funzionale, riduzione dei volumi polmonari.
Esempi sono le fibrosi polmonari o le malattie fibrosanti del polmone, oppure, cause
extrapolmonari, in quanto l’apparato respiratorio non comprende solo il polmone ma tutte
le strutture di riferimento; quindi, alcune cause possono riguardare la gabbia toracica, come
una patologia neuromuscolare per esempio, o una cifosi, una gabbia toracica a gibbo. In
questa categoria di malattie rientra tutto quello che altera il volume polmonare e la
meccanica respiratoria, dove le vie aeree rimangono intoccate.
Malattie infettive, sono malattie non più ostruttive e restrittive che sono croniche per
definizione, infatti con le malattie infettive ci riferiamo alle malattie acute o subacute: le
polmoniti, in primo luogo, o la tubercolosi.
Malattie neoplastiche, quindi i tumori polmonari e della pleura, come i mesoteliomi. Le
pleure e i polmoni sono un’unica cosa, quindi non si potrà parlare di tumori polmonari o di
malattie infettive, senza che vi sia un coinvolgimento anche della pleura, e i tumori della
pleura vanno anche presi in considerazione per questo motivo.
Malattie della pleura, in particolare lo pneumotorace e i versamenti pleurici.
Ci sono anche altre patologie che verranno affrontate, come le bronchiettasie o l’OSAS,
che non sono inquadrabili in uno di questi suddetti capitoli, perché, ad esempio, l’OSAS è
una malattia che potrebbe immaginarsi come restrittiva ma che ha anche un’ostruzione
delle vie aeree, in particolare delle alte vie aeree, quindi, è di difficile inquadramento.
L’OSAS è la sindrome delle apnee ostruttive del sonno ed è estremamente diffusa.
In questa introduzione del corso si deve parlare di semeiotica e sintomi, perché tutto quello che
verrà affrontato nel corso di pneumologia, deve avere un substrato che è dato dall’approccio
clinico al paziente.
Si parlerà poco di terapia, dando alcuni cenni, perché si parlerà molto di più di approccio
diagnostico, perché si deve imparare a fare il ragionamento diagnostico. L’obiettivo del corso è
imparare a sapersi muovere di fronte a determinate situazioni (cosa si sospetta? Verso quali
esami indichiamo il paziente?)
2. NOZIONI DI ANATOMIA
3
28/02/2022
Ad esempio, il nervo laringeo ricorrente di sinistra, parte della branca ascendente del nervo
vago, può essere compresso da tumori polmonari e dato che innerva la corda vocale può
determinare una paralisi della corda vocale; quindi, una raucedine inspiegata o una voce bitonale,
potrebbe fare sospettare una infiltrazione del nervo laringeo ricorrente e quindi, un tumore
polmonare.
Questo aspetto viene trattato trasversalmente su tutte le patologie nella semeiotica clinica.
L’anamnesi è fondamentale per qualunque malattia ma deve essere indirizzata verso domande
specifiche; infatti va ricordato che la raccolta anamnestica e l’esame obiettivo consentono già,
se non di fare diagnosi, di avere un forte sospetto diagnostico. Gli esami laboratoristici e
strumentali che poi si chiederanno, servono a confermare la diagnosi, ma il sospetto può arrivare
anche solo da mezz’ora passata col paziente.
4
28/02/2022
Indagini di primo livello, che consistono nell’ EGA arteriosa (emogas analisi) e nella
Imaging del torace che è la radiografia del torace ma il più delle volte è la TAC del torace
(la radiografia è la più immediata e di facile esecuzione ma la TAC del torace è il gold
standard) e, infine, le prove di funzionalità respiratoria a cui dedicheremo una lezione
intera.
4. ANAMNESI
successivo processo di sensibilizzazione, danno luogo all'allergia (si potrebbe semplicemente dire
che l’atopia è la predisposizione all'allergia).
Quanto detto vale anche per alcune patologie che hanno una familiarità quali l’asma, la fibrosi
cistica
e la distrofia muscolare.
6
28/02/2022
Naturalmente anche un recente intervento chirurgico o un trauma possono orientare verso altre
condizioni patologiche.
Poi c’è anche un’anamnesi per funzione e sintomi: da quelle meno legate all’apparato respiratorio,
per esempio le alterazioni del sonno che possono avere causa in una malattia respiratoria, fino ai
sintomi respiratori veri e propri riferiti dal paziente, quali:
Tosse,
Espettorato,
Vomica. Essa è l’emissione abbondante di espettorato al mattino perché durante la notte si
è accumulato per la posizione sdraiata del soggetto. Questo sintomo lo ritroviamo nelle
bronchiettasie, di cui è segno caratteristicoe ciò avviene perché vi sono delle dilatazioni
anormali dei bronchi e quindi si creano come dei sacchi dove si accumula il muco durante
la notte e al risveglio il paziente si libera di tutto il suo contenuto.
Emottisi è l’emissione di sangue rosso vivo di provenienza bronchiale, o comunque
polmonare, altrimenti sarebbe ematemesi, l’emissione di sangue dall’apparato digestivo.
Emoftoe è l’emissione di sangue misto a muco.
Dolore toracico, quindi bisognerà indagare se vi è dolore toracico
Dispnea.
Questi sintomi accomunano praticamente tutte le malattie respiratorie in misura variabile. Si
potrebbe quasi dire che non esiste una malattia respiratoria che non abbia la dispnea. È chiaro
però che la dispnea dello pneumotorace è diversa dalla dispnea dell’asma o della BPCO, quindi
poi ci si dovrà orientare non solo chiedendo al paziente se abbia dispnea, ma chiedendo più
informazioni su questa.
5. ESAME OBIETTIVO
Una volta raccolta l’anamnesi, si sa meglio cosa sta riferendo il paziente, ci si è fatta un’idea e a
questo punto si deve visitare il paziente: si fa l’esame obiettivo, che ha quattro passaggi
obbligatori: ispezione, palpazione, percussione e ascultazione. Non bisogna mai essere
superficiali nell’esame obiettivo perché da qui emergono tutte le informazioni utili per fare diagnosi.
7
28/02/2022
5.1 ISPEZIONE
Si vedrà il paziente a torso nudo e la prima cosa da fare per visitarlo è guardare il complesso e non
solo il torace:
Decubito può essere indifferente o
può essere un decubito obbligato: il
paziente che non riesce a stare disteso
avrà una patologia verosimilmente
cardiaca, per un problema di ritorno
venoso.
Aspetto generale:
o Simmetria Un’eventuale asimmetria può fare pensare a una patologia di un
emilato: se la gabbia toracica non si espande in maniera simmetrica dobbiamo
immaginare che vi sia l’alterazione di un emitorace.
o Presenza di cicatrici se vediamo una cicatrice sotto la scapola di 15 cm lo si
chiede se il paziente ha avuto una lobectomia per qualche motivo.
o Reticoli venosi La presenza di reticoli venosi superficiali fa pensare a un
impegno circolatorio con il reclutamento di circoli collaterali.
8
28/02/2022
Parete toracica:
o Posteriore La presenza di alterazioni della gabbia toracica, per esempio di un
gibbo o di una cifosi, scoliosi, lordosi, sono tutte situazioni che in condizioni gravi
possono alterare la meccanica respiratoria,
o Anteriore Petto escavato per esempio lo troviamo in alcuni giovani, o il torace a
botte, che si ritrova nell’enfisema. Sono tutte situazioni che orientano fortemente
verso la diagnosi.
5.2 PALPAZIONE
Ha nel suo cardine il fremito vocale tattile (FTV) che rileva le vibrazioni prodotte dalla voce
normale.
FTV aumenta significa che le vibrazioni stanno scorrendo in maniere più vivace e quindi
è presente un addensamento polmonare, cioè non c’è l’aria del polmone che normalmente
attenua il passaggio delle vibrazioni.
FTV riduzione o scomparsa indica o la presenza di aria, quindi uno pneumotorace, o,
al contrario, la presenza di liquido, un versamento pleurico o un’atelettasia, cioè il collasso
di parte del polmone.
La palpazione si effettua posizionando la mano a taglio, e, naturalmente, questa manovra va fatta
simmetricamente alternando i due lati. Quindi se da un lato si sentono le vibrazioni, e l’altro lato è
muto, probabilmente o c’è aria o c’è altro in mezzo.
5.3 PERCUSSIONE
5.4 AUSCULTAZIONE
Viene fatta con il fonendoscopio e consente di auscultare i rumori polmonari normali, i soffi
respiratori e i rumori patologici, definiti anche rumori aggiunti.
Tra i rumori respiratori normali ritroviamo:
o Murmure vescicolare è il suono dato dal passaggio di aria attraverso i bronchi
che mobilitano il film liquido che ricopre l’epitelio delle vie aeree o il muco che è
9
28/02/2022
sempre presente. Questo moto turbolento dell’aria fino agli alveoli, che sono
comunque vuoti, determina il cosiddetto murmure vescicolare.
o Respiro bronchiale o soffio
bronchiale si può udire a livello di
trachea, ma è meno importante, non
ha alcun significato.
Quello che è più importante nella nostra pratica quotidiana sono i rumori patologici cosiddetti
aggiunti che vengono distinti in rumori secchi e rumori umidi.
I rumori umidi sono quelli
prodotti dal passaggio, o
meglio, dallo scoppio delle
bollicine quando c’è un
aumento del muco: se si
accumula del muco, per
esempio, in una bronchite
cronica, o in una polmonite
in fase organizzante, oppure
in uno scompenso cardiaco,
quindi, c’è un accumulo di
una quota, di una imbibizione
di liquido a livello bronco-
alveolare. Il passaggio di aria
determina questo scoppiettìo
e quindi dà luogo ai rantoli,
definiti a piccole, medie e
grandi bolle, distinti
dall’orecchio esperto del
medico, che distingue se è una cosiddetta marea montante, un respiro rantolare
grossolano, come nella RDS, cioè nella sindrome da distress respiratorio, l’edema
polmonare, oppure un problema di patologie bronchitiche croniche.
I rumori secchi sono invece i rumori prodotti dal passaggio di aria attraverso vie aeree
ridotte di calibro, quindi per esempio un attacco acuto di asma determina una riduzione
del calibro e quindi la stessa aria passa attraverso una cannuccia creando questo sibilo che
può essere inspiratorio o espiratorio.
Tra i rumori aggiunti vanno anche considerati gli sfregamenti pleurici. Normalmente noi il
movimento della gabbia toracica e quindi della pleura che scivola sul polmone non li
sentiamo, non li apprezziamo. Un processo infiammatorio a carico della pleura, con la
deposizione di fibrina può determinare anche dei rumori che vengono apprezzati, e questi
sono gli sfregamenti pleurici.
10
28/02/2022
Quindi si vede che dall’esame obiettivo e dall’anamnesi si riesce a fare diagnosi, nella
maggioranza dei casi.
8. SINTOMI RESPIRATORI
Le malattie che interessano i polmoni e le vie aeree sono definite patologie polmonari o
respiratorie. I sintomi che descrivono le patologie respiratorie includono:
La tosse, con o meno espettorato,
La dispnea,
L’emoftoe
L’emottisi,
Il dolore toracico.
9. LA TOSSE
11
28/02/2022
La tosse è quindi una manovra forzata espulsiva che si associa a un suono caratteristico.
La tosse è un meccanismo di protezione, per cui si faccia attenzione quando si voglia sedare la
tosse, perché è insistente, perché è sempre un meccanismo di protezione: finalisticamente lo
scopo è quello di eliminare qualcosa che sta lì dove non dovrebbe stare, quindi un corpo estraneo,
particelle inalate, o, comunque qualcosa di irritativo per la mucosa bronchiale.
Quindi, la tosse è un meccanismo protettivo e sedarla non sempre è corretto perché aboliremmo
questo riflesso.
Quindi basta questo per dire che tutti i capitoli che si sono affrontati (le patologie ostruttive,
restrittive, infettive, neoplastiche), sono tutti rappresentati, e tutti possono essere caratterizzati
dalla tosse, quindi il primo messaggio è che se si ha un paziente con tosse, non ci si può orientare
su una malattia rispetto a un’altra, perché è comune a tutte, e dobbiamo capire meglio, e il primo
modo per capire è quello di distinguere tra acute e croniche.
In più si ricordi che fra le cause di tosse vi sono non solo malattie respiratorie prettamente
polmonari, ma anche quelle extrapolmonari, quindi:
una massa mediastinica: per esempio, una neoplasia, un linfoma mediastinico, può
dare tosse, quindi nulla a che vedere col polmone.
12
28/02/2022
La pleurite,
Un’insufficienza ventricolare sinistra può avere la tosse fra i suoi sintomi,
Il reflusso gastroesofageo, che dà tosse perché crea quasi una laringite: a volte l’otorino
vede delle strie. Quindi i succhi gastrici, materiale acido che risale, determina una
irritazione delle vie aeree superiori, e quindi stimola la tosse.
Quando si dice vie aeree superiori ci si riferisce alle vie aeree che stanno sopra le corde vocali.
Vie aeree inferiori sono al di sotto delle corde vocali, e sono vie aeree inferiori prossimali, le prime
diramazioni bronchiali, o distali, le ultime diramazioni bronchiali.
Uno dei principali irritanti della mucosa delle vie aeree è il fumo.
Domanda professore: Quali sono le cause principali di tosse cronica, escluso il fumo di
sigaretta?
Si sono viste patologie neoplastiche, patologie infettive, patologie ostruttive, restrittive, patologie
tutte queste polmonari, ma patologie anche extrapolmonari: pleura, mediastino, alte vie aeree.
In ordine di frequenza, quali sono le malattie che più frequentemente nella popolazione generale
causano tosse cronica, intendendo per cronico una patologia che dura almeno tre settimane?
BPCO o asma. Fra le due di più l’asma.
Poi, l’enfisema, siamo sempre nelle ostruttive.
13
28/02/2022
1. La causa in assoluto più frequente di tosse cronica nell’adulto (40% dei casi) è lo scolo di
muco retronasale: muco che dalle cavità nasali passa in gola, a causa di fenomeni
allergici o infiammatori (ad esempio rinite). Lo scolo di muco retronasale, e quindi la
presenza di muco in gola, induce il riflesso della tosse; questa è di gran lunga la causa più
frequente di tosse cronica.
2. Al secondo posto, nel 25% dei casi, si trova l’asma;
3. Al terzo posto, nel 20% dei casi, la tosse cronica è dovuta alla MRGE (malattia da reflusso
4. gastroesofageo);
5. Al quarto posto (nel 5% dei casi) la BPCO;
6. Tutte le altre patologie rappresentano meno del 10% delle cause di tosse cronica.
Quindi, nel 90% dei casi, la tosse cronica è dovuta a una patologia benigna.
Ovviamente l’intuito e l’esperienza del medico permettono di indagare anche patologie diverse a
seconda dei casi.
Bisogna tenere in considerazione il fatto che la causa più frequente di tosse cronica è lo scolo
retronasale, ovvero la presenza di muco in gola: in questo caso, anziché eseguire esami quali
TAC, RM, broncoscopia, sarebbe sufficiente fare una buona anamnesi ed eventualmente fare un
tentativo anche con farmaci per provare a risolvere il problema.
Bisogna anche ricordare che in un paziente su 5 con tosse cronica, la causa è il reflusso
gastroesofageo.
Quindi, concentrandoci eccessivamente su patologie respiratorie come causa della tosse cronica,
rischiamo di non prendere in considerazione queste altre cause e quindi rischiamo di non arrivare
a una diagnosi corretta.
la raucedine o un problema
con la voce, e si ricordi la
paralisi del ricorrente, si pensa
a una infiltrazione neoplastica.
La necessità di rischiarare la
gola, ciò è sinonimo della
presenza di un corpo estraneo,
processi infiammatori o muco in
gola;
la sensazione che qualcosa
goccioli verso il basso, quindi lo
scolo di muco retronasale,
i conati di vomito, oppure il
vomito quando si tossisce;
la tosse che cambia con la posizione, o con gli atti del respiro, ad esempio una tosse
che compare appena sdraiato o chinato;
Tosse che si accompagna ad altri sintomi, come il senso di costrizione toracica o il respiro
sibilante quando si tossisce: la presenza di questi sintomi permette di ipotizzare una
14
28/02/2022
condizione di asma;
Si ricordi che la tosse si associa anche alle comorbidità: una tosse cronica insistente in una donna
adulta o anziana può essere causa di incontinenza urinaria, oppure un eccesso di tosse che
ostacola l’afflusso momentaneo di sangue al cervello e può essere causa di sincopi e a volte di
incidenti stradali, se succede mentre il paziente guida, perdita di coscienza improvvisa, e tutto
quello che questo comporta.
In che modo bisogna approcciare un paziente che si presenta dal medico chiedendo aiuto per
la tosse?
In primo luogo, bisogna valutare:
- Se si tratta di una tosse cronica o acuta;
- Da quanto tempo il paziente è affetto da questo sintomo;
- Se vi sono state delle modifiche: ad esempio il passaggio da una forma acuta a una forma
subacuta e poi alla forma cronica (in genere è la forma cronica che spinge il paziente a
recarsi dal medico);
- Capire se si tratta di una tosse di nuova insorgenza o se una tosse che è variata rispetto a
qualcosa che era già presente.
Un elemento che deve essere tenuto in conto è che tutti i pazienti con tosse, alla prima
valutazione, dovrebbero eseguire una radiografia del torace, anche solo come diagnosi di
esclusione.
Infatti, la radiografia del torace è un’indagine sicuramente importante perché ci fornisce tante
informazioni:
- Se è presente una neoformazione;
- Se è presente un processo bronchitico;
- Se è presente una massa extra-polmonare;
- Se è presente un versamento pleurico.
Ovviamente, una radiografia del torace che non mostra versamento pleurico, addensamenti
polmonari o neoformazioni etc, indirizza la nostra attenzione verso altre cause.
Dire che la tosse è produttiva è un’informazione parziale, la tosse può essere produttiva di un
espettorato:
- Mucoso: cioè chiaro-biancastro, quindi benigno, non infetto;
- Muco-purulento o francamente purulento: l’espettorato assume un colorito giallastro, verdastro,
15
28/02/2022
Quindi, una semplice domanda fatta al paziente, riguardante in questo caso la qualità
dell’espettorato, comporta implicazioni diverse sia diagnostiche che terapeutiche.
Secondo alcuni autori la colorazione del muco ci orienta verso un batterio rispetto che un altro ma
ormai l’esame microbiologico dell’espettorato ci consente di superare questo.
Se l’espettorato muco-purulento
dobbiamo immaginare una componente
infettiva e quindi antibiotici e aerosol,
che servono a mobilizzare il muco,
soprattutto quando è denso e
appiccicato e deve essere aiutato
nell’eliminazione.
Se l’espettorato è estremamente abbondante,
si immagina la presenza di bronchiectasie,
cioè di situazioni in cui questo muco si accumula, prima di essere eliminato in maniera così
abbondante fino a determinare la vomica. Se è fetido, maleodorante, immaginiamo un
ascesso o comunque infezione da anaerobi, germi che causano questo aspetto e odore
intenso.
- In alternativa alla terapia antibiotica mirata, può essere proposta una terapia ragionata o
empirica, basata anche su criteri epidemiologici: se il pz proviene da un’area del mondo in
cui è stata documentata un’epidemia di un determinato germe, si può iniziare la terapia
antibiotica contro quel germe senza la necessità assoluta di un esame microbiologico.
La terapia empirica ragionata è opportuna soprattutto nei casi in cui si ha la necessità di
intervenire prima del referto microbiologico, che può richiedere diversi giorni.
Quindi sia l’esame diretto, che può mostrare ad esempio lo pneumococco, o il bacillo di Koch, o
l’esame colturale, che richiede più tempo, ma in questo caso noi avremo una risposta su quale
tipo di germe è presente e su qual è la sua sensibilità agli antibiotici testati.
È stato dimostrato anche che la densità del colore dell’espettorato è espressione della carica
batterica: più è intenso il colore, maggiore sarà la carica batterica.
Quindi, le scale colorimetriche permettono di valutare la purulenza dell’espettorato.
16
28/02/2022
17
28/02/2022
Come tutti i sintomi che verranno affrontati, la vera terapia è la terapia sulla causa, non sul
sintomo.
I sedativi della tosse sono sempre controindicati a meno di poche eccezioni come per:
una tosse secca che è irritativa e non ha più una funzione protettiva,
una infezione virale, come ad esempio il Covid, dove non si hanno secrezioni da rimuovere
per cui quando la tosse diventa incoercibile e irrefrenabile si usano sedativi.
Lo stesso nelle neoplasie maligne, non si ha motivo di fare soffrire il paziente con una
tosse sapendo che quella per certi versi è una tosse inefficace.
In caso di emoftoe, lì si che si deve sedare la tosse, perché ogni colpo di tosse può
accentuare l’emoftoe perché vi è evidentemente una perdita di sangue da qualche capillare
rotto che perde, e quindi la tosse potrebbe aumentare questo danno,
o la tubercolosi, in cui la tosse disseminerebbe i germi nell’ambiente. Poi la terapia
specifica è quella della causa della patologia in toto che ha determinato la tosse.
L’uso dei sedativi al di fuori di queste eccezioni provoca l’effetto collaterale del ristagno di muco e
aboliscono il riflesso della tosse.
Queste molecole sono utili per facilitare la fluidificazione di un muco abbastanza denso e quindi
garantire la mobilizzazione di esso per l’espulsione. Da sottolineare che il mucolitico va prescritto
in
associazione a una terapia di fondo.
Bere un litro d’acqua equivale più o meno a compresse di mucolitico e costa anche molto meno,
nel senso che i mucolitici sono molto utilizzati, sono prodotti da banco, ma per coadiuvare una
terapia di fondo, non certo quale terapia principale, quindi non ci si lasci prendere dalla tentazione
di prescrivere il mucolitico, che, in associazione a una terapia di fondo ha un senso, da solo, non
ha alcun senso.
Possono essere alcuni di questi invece efficaci perché svolgono, non solo la funzione di mucolitico
ma anche quella di antiossidante.
L’ N-acetil cisteina per esempio è anche un buon antiossidante. Anche qui, da solo, gli studi ci
dicono che non ce la fa ma in associazione ad altri farmaci, agli steroidi o ai broncodilatatori, può
essere utile.
10. DISPNEA
18
28/02/2022
gradazione in termini di intensità, perché a parità di dispnea, il fastidio che dà a una persona può
essere diverso da quello che dà a un’altra.
Si è fatto uno studio in cui si è indotta sperimentalmente un’ostruzione bronchiale, facendo inalare
una sostanza spasmogena, e si è misurato il grado di ostruzione bronchiale. A parità di ostruzione
bronchiale, quindi di riduzione del calibro delle vie aeree, le persone descrivevano con una
intensità diversa la dispnea.
Con la scala di Borg, quindi dovevano dire da 1 a 10 quanto fosse la propria dispnea, e c’era chi
diceva 10, chi 8, 5, 0. Quindi la percezione, a parità di stimolo, è soggettiva.
Insufficienza respiratoria è una diagnosi laboratoristica, è una misura oggettiva di una carenza
di
ossigeno. Serve fare un emogas analisi, cioè prelevare il sangue arterioso, analizzarlo, valutare la
pO2 e la pCO2 e stabilire se si ha un’ipossemia.
Quindi si ricordi anche che dispnea non significa insufficienza respiratoria, che è tutt’altro.
Quindi si può avere dispnea ma avere una saturazione di ossigeno esattamente nella norma.
Quindi dispnea verrà descritta nei modi più diversi, come affanno, oppressione al petto, petto
chiuso, fame d’aria, oppure “non riesco a prendere un respiro profondo”.
La dispnea è una percezione soggettiva ma si può misurare con delle scale, esattamente come il
19
28/02/2022
dolore. La misurazione è sia per confrontare la dispnea da un individuo a un altro, cioè la gravità di
dispnea, sia per monitorarla nel tempo, e vedere per esempio l’efficacia di un trattamento, quindi,
in uno stesso soggetto.
Si misura utilizzando dei questionari che sono delle vere e proprie scale.
Alcune scale servono per misurare la dispnea cronica, altre servono per quella acuta.
In quest’ultimo caso, si fa eseguire al paziente uno sforzo, per es. camminare per 6 minuti in un
corridoio (test del cammino) o eseguire due rampe di scale.
Questo è un modo per descrivere in acuto la sensazione e la gravità della dispnea.
A parità di stimolo, di danno, due soggetti possono descrivere in maniera opposta la percezione
dispnoica.
Una delle scale di dispnea più comune ed estremamente affidabile è la MRC (Medical Research
Council) Dyspnea scale: serve non tanto per valutare quanto è grave la dispnea in quel momento
ma per valutare come si è modificata nel tempo, in seguito ad un intervento terapeutico o al
contrario stimare quanto è peggiorata in seguito a patologia.
Questa scala va da 0 a 4:
0 Non ho nessun problema di affanno, tranne che per lavori molto faticosi;
1 o ho il fiato corto quando vado di fretta o quando cammino in leggera salita;
2 A causa dell’affanno cammino più piano delle persone della mia stessa età o mi devo fermare
per respirare quando cammino al mio proprio passo;
3 Mi devo fermare per respirare dopo una passeggiata, sul terreno pianeggiante, di circa 100
metri o dopo pochi minuti;
4 Ho troppo affanno per uscire di casa o ho affanno quando mi devo vestire o svestire.
(Il professore ha letto solo il punto 0 e 4 ma li ho riportati tutti).
Quindi, lo 0 significa assente e via via seguono gradi crescenti fino a gravissima, cioè fame d’aria.
Il paziente piazza una crocetta laddove pensa sia il suo grado di dispnea.
0 Assente;
0.5 Leggerissima (appena percettibile);
1 Molto leggera;
2 Leggera;
3 Moderata;
4 Da moderata a grave;
5 Grave;
6
7 Molto grave;
8
9
10 Gravissima (massimale)
20
28/02/2022
Si tratta di una linea retta di 10 cm, il paziente piazza una crocetta dove pensa sia il suo livello.
Si passa da “nessuna mancanza di respiro” a “totale mancanza di respiro”.
Nei trials clinici, nelle sperimentazioni dove si testano soprattutto i farmaci, vengono utilizzati degli
indici un po’ più complessi che esplorano non solo la dispnea in senso lato, quanto il danno
funzionale e l’entità dello sforzo che ha creato la dispnea stessa.
Si tratta della Baseline Dyspnea Index (BDI) e Transitional Dyspnea Index (TDI).
Sono un po’ più strutturati e perché hanno già tre domini: valutano il danno funzionale, la
dimensione, del compito, l’entità dello sforzo. Quindi già esplorano più in dettaglio la dispnea.
Questi strumenti in realtà vengono utilizzati nei trial clinici, quando vengono misurate tra le varie
variabili e parametri, anche l’efficacia di un farmaco, quindi si necessita non solo del MRC o della
scala VAS, ma di strumenti più strutturati.
Anche in questo caso, come per la tosse, la prima cosa da capire è se la dispnea ha
un’insorgenza acuta o cronica, perché lo scenario cambia completamente.
Tra le cause di dispnea ancora una volta riconosciamo cause polmonari e cause
extrapolmonari.
21
28/02/2022
alle escursioni della gabbia toracica. Ma la stessa cifosi o scoliosi o l’obesità possono
essere due cause di dispnea per questo motivo.
- Cause psicogene
La dispnea può avere un’insorgenza nell’arco di minuti. In primo luogo viene da pensare a
uno pneumotorace, che è l’introduzione di aria nel cavo pleurico, e questa avviene per
cause che anche le più banali, quindi tosse, uno sforzo, uno starnuto, oppure un trauma. E
subito si ha un dolore trafittivo e lancinante, con dispnea che insorge nell’arco di minuti.
Questa è per esempio fra le cause più frequenti.
22
28/02/2022
Nell’arco di mesi, o di settimane sono patologie croniche che vanno sviluppandosi, o anche
non patologie, l’obesità, condizioni fisiologiche o parafisiologiche, che determinano la
dispnea per vari motivi, primo fra tutti l’ostacolo delle escursioni diaframmatiche.
Bisogna stabilizzare il paziente, cioè accertarsi che i parametri vitali siano conservati perché la
dispnea può essere, come detto prima, espressione di un infarto del miocardio.
- Valutare sempre la saturazione ossiemoglobinica o l’EGA, quindi gli scambi gassosi per
verificare che non ci sia un’insufficienza respiratoria acuta;
- La pressione arteriosa;
- La frequenza cardiaca;
- Le caratteristiche dello stato generale (cute: pallore, cianosi e sudorazione);
- Tracciato ECG.
Chiaro è che se la dispnea è acuta va compreso se questa sia un’emergenza o no. Quindi va
compreso se vi sono segni di instabilità clinica, com’è la saturazione, quindi come sono gli scambi
gassosi, un’emogas, in particolare. Com’è la pressione, com’è la frequenza cardiaca, e quali sono
le caratteristiche generali del paziente. Sono tutti aspetti che fanno capire se il paziente è stabile
clinicamente o è instabile, quindi come intervenire.
Non esiste una terapia della dispnea in quanto tale ma esiste la terapia della patologia che ne ha
determinato l’insorgenza. Quindi è chiaro che la terapia è della causa, e non del sintomo, quindi
non posso alleviare il sintomo o curare la dispnea ma la causa di questa.
Se la causa è il versamento pleurico, ovviamente si dovrà rimuovere il liquido e non fornire una
terapia palleativa per alleviare la dispnea.
Tranne in alcuni casi, per esempio nei soggetti fine vita, con le cure palliative, per alleviare la
dispnea somministriamo la morfina, che riduce la frequenza respiratoria.
Nei casi end-stage (terminali), il paziente viene posto sotto terapia con morfina solo per ridurre la
frequenza respiratoria ed alleviare la sensazione di morte imminente, di fame d’aria. Questo è
l’unico
motivo in cui si tratta la dispnea a prescindere dalla terapia di base.
Da ricordare è anche che la dispnea innesca nella stragrande maggioranza dei casi, quando non si
tratta di una dispnea acuta, ma cronica, un circolo vizioso, perché se si ha dispnea ci si muoverà di
meno, si tenderà a rimanere confinato in un determinato ambiente, domestico per esempio.
23
28/02/2022
La terapia inalatoria, non essendo compresse, viene spesso non concepita come una terapia,
nonostante sia l’ottimizzazione della terapia, perché si raggiunge il target, l’organo bersaglio.
Quindi in questo senso la depressione, intesa come note depressive, o i deficit cognitivi associati
anche a una ipossiemia latente, possono determinare una ridotta aderenza al trattamento, quindi si
vede come si inneschino questi circoli viziosi.
24