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OWEN

1. La nascita dell’industria moderna. Il macchinismo. La questione sociale e le condizioni delle classi


lavoratrici. Il socialismo e il movimento operaio.
La rivoluzione industriale pose una serie di problemi che furono il punto di riferimento del dibattito teorico-
politico sui rapporti tra sistema produttivo e organizzazione politica, tra società e stato, alla luce del ruolo
essenziale del lavoro. Si affermava che l’economia era la chiave di lettura dei fenomeni sociali e politici.
La ricchezza di cui disponeva l’Inghilterra era aumentata in gran misura. Gli alti salari erano stati ridotti
dall’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità. Il sistema industriale induceva i proprietari delle
fabbriche a ridurre i costi del lavoro, impiegando donne, ragazzi e bambini e imponendo loro duri orari di
lavoro.
Si pose in Francia, Inghilterra, Belgio e Germania la questione sociale come problema delle misere
condizioni di vita della classe lavoratrice e dei motivi per cui il sistema di produzione industriale generava
tale miseria e non riusciva a rendere partecipe la massa dei lavoratori della nuova ricchezza prodotta.
Owen, Saint Simon e Proudhon furono i primi teorici dei problemi sociali scaturiti dal sistema di produzione
industriale e dalla rivoluzione industriale.
Espressero un comune orientamento culturale che assumeva una propria autonoma posizione nei confronti
delle altre dottrine politiche e fu indicata con il termine socialismo e si contrapponeva all’individualismo.
L’elaborazione delle dottrine socialiste era stata sostenuta dai tentativi di dare agli operai un’organizzazione
in grado di sostenere i loro interessi. L’associazionismo operaio inglese in particolare ottenne dei successi
importanti, ed organizzò anche il primo sciopero per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore. Il movimento
operaio inglese indicò poi i suoi principi organicamente nella Carta del popolo. Il cartismo fu il primo
movimento contemporaneo di massa nella storia inglese.

2. Owen. La diffusione dei lumi e la nuova etica della cooperazione. Le contraddizioni del nuovo sistema
produttivo: moltiplicazione della ricchezza e miseria crescente dei lavoratori.
Robert Owen è il primo teorico inglese della questione sociale. Le sue idee derivano dall’esperienza diretta
della fabbrica ed ebbero particolare rilevanza nel movimento operaio inglese. La convinzione di fondo è la
fiducia nella ragione.
Grazie allo sviluppo delle facoltà razionali gli uomini si rendono conto che le loro sorti dipendono solo dalla
solidarietà e che la sua felicità deve essere proporzionata a quella di tutti gli altri. Hanno molta più in
importanza le condizione in cui si trovano i molti perché il benessere e la ricchezza dipendono da loro. Su
questo problema bisogna richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica. La contraddizione tra le capacità
produttive del nuovo sistema e la miseria dei lavoratori dipende, secondo Owen, dal fatto che la produzione
industriale è informata al principio della libera concorrenza che spinge imprese e aziende a ridurre e
comprimere i salari.
Questo principio tra l’altro sollecita una produzione incontrollata che non tiene conto delle capacità di
acquisto delle classi lavoratrici, che dovrebbero essere le destinatarie delle ricchezze prodotte, determinando
così crisi di sovrapproduzione. Così molte fabbriche sono costrette a chiudere o ridurre l’attività, licenziando
i lavoratori la cui capacità d’acquisto quindi diminuisce ancora di più. Il vero problema è quello di
equilibrare dal punto di vista economico la produzione con il consumo: occorre quindi assicurare alle classi
lavoratrici un reddito che consenta loro di poter acquistare i beni prodotti.

3. La nuova società e il principio della cooperazione. Le riforme del sistema educativo.


La soluzione del problema per Owen implica una nuova società in cui il principio della libera concorrenza
viene sostituito con quello della cooperazione. Si tratta di trasformare il carattere degli uomini che si fonda
sulla competizione per renderlo coerente al principio di cooperazione.
Questa trasformazione è possibile perché la personalità degli uomini è plasmata dall’ambiente in cui vivono,
e noi abbiamo i mezzi per modificare l’ambiente e la società in cui viviamo. Il primo e più importante mezzo
è secondo Owen il sistema educativo, che deve essere riformato secondo al pedagogia della cooperazione.
Non deve essere fatto di imposizioni e repressione ma deve contare sulle naturali attitudini degli scolari.
La riforma del sistema produttivo deve seguire il metodo della gradualità, per cui le riforme devono essere
sperimentate in singole fabbriche per dimostrare concretamente i risultati positivi ed indurre tutte le altre
fabbriche ad ispirarsi al loro modo di produzione. Questa riforma graduale è promossa e realizzata dalle
stesse forze produttrici, dai capitalisti, senza il bisogno di un intervento dello Stato, che deve intervenire
solamente per legittimare le nuove forme di associazione e di conduzione economica.
La prima esperienza era stata attuata nelle fabbriche tessili di Lanark, dirette da Owen, che offrivano una
dimostrazione concreta di come la riduzione degli orari di lavoro, l’aumento dei salari, le migliori condizioni

igieniche, l’assistenza sociale aumentavano la produzione e diminuivano i costi. Lanark era diventata un
modello. La nuova società secondo Owen si deve costituire a partire dalla fabbrica che deve essere
considerata una comunità alla quale tutti partecipano per il conseguimento del bene collettivo.

4. La fabbrica come comunità: la nuova organizzazione sociale.


Secondo Owen, bisogna evitare la concentrazione della popolazione nei centri urbani e procedere
gradualmente alla distribuzione delle forze di lavoro sul territorio. Le aziende devono essere costruite dove si
svolgono anche le attività agricole e quelle industriali. Il villaggio dovrà essere costruito secondo una
planimetria rettangolare al cui centro ci sono la piazza e gli spazi comuni, mentre le abitazioni private
devono stare lungo i lati del quadrato in modo che gli abitanti possano partecipare alla vita comune (di fronte
hanno la piazza) e anche alle attività agricole (il giardino dà sulla piazza). Le fabbriche saranno sistemate
vicino al villaggio in modo che gli abitanti possano raggiungerle a piedi. La fabbrica deve essere quindi
organicamente inserita nella comunità. Owen ritiene che l’eccessiva specializzazione del lavoro deprima il
carattere e riduca l’intelligenza dei lavoratori. L’organizzazione della comunità deve consentire a tutti di
esprimere le proprie capacità, facendo cadere tra lavoro manuale e lavoro intellettuale. In questo modo
l’organizzazione e il funzionamento dell’azienza-comunità sarà alla portata delle conoscenze di tutti e la
direzione potrà quindi essere affidata ai lavoratori. Le uniche distinzioni giuste secondo Owen sono quelle
che si riferiscono ad età ed esperienza. All’interno della fabbrica deve esserci un’alternanza tra le funzioni
dirigenti e quelle esecutive in modo che i governanti siano più attenti, sapendo che poi saranno anche loro a
subire l’effetto delle scelte che prendono, tornando ad essere governati.
Sulla base del principio di cooperazione ognuno potrà ritirare dai magazzini comuni i beni che sono
necessari ai suoi bisogni. I dirigenti si occuperanno di avere le riserve necessarie per procurarsi quanto
necessita ai membri dell’associazione e che non viene prodotto in loco attraverso i rapporti con le altre
aziende-comunità.
In conclusione, per Owen il nuovo sistema di produzione sociale coesiste con il vecchio sistema di
produzione industriale e con la vecchia società: la sua graduale diffusione è garantita dai risultati che essa
consegue, e che indurranno le classi lavoratrici e quanti hanno a cuore i loro problemi ad adottarlo e
perfezionarlo.

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