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Elementi di calcolo vettoriale con

applicazioni in geometria analitica

Marcello Sette

18 maggio 2023

Sommario

Riassumeremo in queste pagine alcuni elementi di calcolo vettoriale, cercando di


evidenziarne sia gli aspetti geometrici, sia quelli algebrici. Applicheremo i risultati
per la riscrittura di alcuni metodi di soluzione in geometria analitica, prima nel
piano, poi nello spazio.
Lo sforzo di queste pagine è quello di rendere l’argomento accessibile e compren-
sibile a studenti a partire dal terzo anno di scuola superiore, utilizzando perciò solo
strumenti di geometria euclidea già trattati nei precedenti due anni scolastici.
Saranno graditi commenti e correzioni da parte degli studenti.

Indice
1 Vettori nel piano 2
1.1 Prodotto scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Prodotto vettoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3 Applicazioni alla geometria analitica piana . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.3.1 Baricentro di un triangolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.3.2 Area del triangolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3.3 Retta per un punto parallela ad un vettore . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3.4 Retta per un punto ortogonale ad un vettore . . . . . . . . . . . . . 10
1.3.5 Generica retta ortogonale ad un vettore . . . . . . . . . . . . . . . . 10
1.3.6 Distanza di un punto da una retta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

2 Vettori nello spazio tridimensionale 12


2.1 Prodotto scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.2 Prodotto vettoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.3 Applicazioni alla geometria analitica nello spazio tridimensionale . . . . . . 13
2.3.1 Area del triangolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
2.3.2 Retta per un punto parallela ad un vettore . . . . . . . . . . . . . . 14
2.3.3 Piano per un punto ortogonale ad un vettore . . . . . . . . . . . . . 14
2.3.4 Rappresentazione implicita di un generico piano . . . . . . . . . . . 14

1
2.3.5 Distanza di un punto da un piano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.3.6 Distanza di un punto da una retta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.3.7 Distanza tra una retta ed un piano ad essa parallelo . . . . . . . . . 16
2.3.8 Distanza tra due piani paralleli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.3.9 Distanza tra due rette parallele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.3.10 Distanza (minima) tra due rette sghembe . . . . . . . . . . . . . . . 17

3 Appendici 19
3.1 Prodotto scalare nel piano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
3.2 Prodotto vettoriale di vettori nel piano xy . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

2
1 Vettori nel piano
Sono segmenti orientati liberi. Un vettore è individuato da un modulo (la lunghezza
del segmento), una direzione (quella della retta che sostiene il vettore) e da un verso
(individuato da un segno di percorrenza su un estremo, una freccia). Un vettore, a meno
che non sia applicato in un punto (per esempio rappresentante di una forza), può essere
disegnato in qualunque punto del piano, rispettandone le sue caratteristiche. Qui useremo
scrivere v quando vorremo indicare il modulo del vettore ~v .
Non richiameremo qui i metodi di costruzione geometrica dei risultati delle operazione
di addizione, sottrazione tra vettori o di moltiplicazione per uno scalare, perché sono
diffusamente trattati in tutti i libri di testo.
Esaminiamo piuttosto come si possano trattare i vettori se si introduce un sistema di
riferimento cartesiano sul piano.
# »
Se A(xA , yA ) e B(xB , yB) sono le coordinate di due punti, allora definiamo vettore AB la
# » xB − xA 1 # »

coppia ordinata AB = . AB x = xB − xA è detta componente x del vettore
yB − yA
# » # » # »
AB, mentre AB y = yB − yA è detta componente y del vettore AB.
# »
   
5−1 4
Esempio 1 Dati A(1, 1), B(5, 2), C(−1, 4), allora AB = =
2−1 1
# »
 
−2
e AC = .
3
Si presti attenzione all’ordine nelle due precedenti sottrazioni: le coordinate della punta
vanno scritte prima delle coordinate della coda.
   
ux vx
Se ~v = e ~v = , è facile rendersi conto che le precedenti operazioni
uy vy
geometriche di addizione o moltiplicazione per uno scalare si traducono algebricamente
in:
 
ux + vx
~u + ~v =
uy + vy
 
kux
k~u =
kuy

Il modulo del vettore ~u è indicato con |~u| o, più brevemente e semplicemente se non ci
sono ambiguità di interpretazione, con u. Utilizzando il teorema di Pitagora, si ottiene
q
u = u2x + u2y
1
Vogliamo qui far notare esplicitamente che le componenti di un vettore sono una coppia ordinata di
numeri, cosı̀ come lo sono le coordinate di un punto. È solo il significato che attribuiamo a tale coppia
che cambia nei due casi. Per evitare confusioni, in queste pagine scriveremo le componenti dei vettori
sempre in colonna, mentre continueremo a scrivere in riga le coordinate di un punto.

3
Figura 1: I rettangoli le cui aree rappresentano il prodotto scalare di due vettori. Nella
figura di sinistra il prodotto scalare è positivo, in quella di destra esso è negativo.

Due vettori sono paralleli quando le loro componenti sono proporzionali.


Importanti per il seguito sono i vettori:
   
1 0
~ı = ~ =
0 1

Essi sono paralleli agli assi coordinati e hanno modulo unitario. Saranno nel seguito
chiamati i versori degli assi.
Notiamo esplicitamente che ogni vettore può essere espresso attraverso i versori degli assi:
     
a 1 0
=a +b = a~ı + b~
b 0 1

1.1 Prodotto scalare

Assegniamo segno positivo all’area di una figura geometrica quando il suo perimetro è
percorso in senso antiorario (cioè lasciando la figura alla sinistra), negativo quando esso
è percorso in senso orario (cioè lasciando la figura alla destra).
# » # »
Dati i vettori ~u = AB e ~v = AC, sia H la proiezione del punto C sulla retta AB. Con
il compasso, puntando in A e con apertura AH, si tracci in senso antiorario, a partire da
# »
H, un arco che incontri in K la retta per A ortogonale al vettore AB. Costruiamo poi il
rettangolo ABLK.
Definiamo prodotto scalare ~u ·~v dei vettori ~u e ~v l’area (con segno) del rettangolo ABLK,
in cui i lati siano percorsi nell’ordine.
Si noti che:
1. se i due vettori sono ortogonali, il punto H coincide con il punto A, quindi l’area
del rettangolo è nulla;

4
2. il valore massimo dell’area si ottiene quando i due vettori sono paralleli e concordi:
in questo caso l’area vale il prodotto dei moduli:

~u · ~v = uv

3. il valore minimo dell’area si ottiene quando i due vettori sono paralleli e discordi:
in questo caso l’area è opposta al prodotto dei moduli:

~u · ~v = −uv

4. non è difficile provare geometricamente (ma non lo proveremo) che:

~u · ~v = ~v · ~u

(k~u) · ~v = k(~u · ~v )
(~u + ~v ) · w
~ = ~u · w
~ + ~v · w
~

In base a quanto già detto e tenendo conto del fatto che il segmento AH (e quindi anche
AK) nel triangolo rettangolo AHC ha una misura relativa

AH = v cos α

dove α è il minimo angolo che formano i due vettori (ed in questo caso cos α è positivo se
l’angolo α è acuto, mentre è negativo se l’angolo α è ottuso), allora:

~u · ~v = uv cos α (1)

D’altra parte, se prendiamo in considerazione le componenti dei vettori, non è difficile


provare che vale pure il seguente
Teorema 1
~u · ~v = ux vx + uy vy (2)
Infatti, poiché i versori degli assi sono tra loro ortogonali e hanno modulo
unitario, allora
~ı · ~ = 0 ~ı ·~ı = 1 ~ · ~ = 1
Quindi, decomponendo i vettori mediante i versori degli assi:
~u · ~v = (ux~ı + uy~) · (vx~ı + vy~) =
= ux vx~ı ·~ı + ux vy~ı ·~ı + uy vx~ ·~ı + uy vy~ · ~ =
= ux vx + uy vy
In appendice vi è una dimostrazione alternativa puramente geometrica.
Alcune conseguenze importanti delle formule precedenti sono:
1. Due vettori sono perpendicolari se:

~u · ~v = 0

5
2. Angolo tra due vettori:
~u · ~v
cos α = (3)
uv

3. Proiezione (con segno) di un vettore lungo la direzione di un altro:

~u · ~v
~vk~u = v cos α = (4)
u
   
4 −5
Esempio 2 Dati i due vettori ~u = e ~v = , allora:
3 12
1. ~u · ~v = −20 + 36 = 16.

2. u = 16 + 9 = 5.

3. v = 25 + 144 = 13.
 
16 16 16
4. cos α = = , cioè α = cos−1 = 75, 7◦ .
5 · 13 65 65
16
5. La proiezione di ~v sulla retta di ~u vale vu = .
5
16
6. La proiezione di ~u sulla retta di ~v vale uv = .
13
 
3
7. Un vettore ortogonale al vettore ~u è, per esempio, .
−4

1.2 Prodotto vettoriale

Dati due vettori nel piano (immaginiamoli per comodità aventi origine in comune) ~u e ~v ,
il prodotto vettoriale ~u ∧ ~v è un vettore:
• ortogonale al piano che li contiene;
• con verso uscente dal piano se, nello spazzare l’angolo minimo che formano i due
vettori, il primo deve muoversi in senso antiorario, entrante nel piano se esso deve
muoversi in senso orario2 ; nel primo caso esso è rappresentato graficamente con il
simbolo , nel secondo caso con il simbolo ⊗;
• di modulo uguale all’area (positiva) del parallelogramma di lati u e v.
In base a quanto detto:
1. il modulo del prodotto vettoriale è nullo quando i vettori sono paralleli (concordi o
discordi);
2
Tale regola viene mnemonicamente chiamata regola della mano destra, o regola del palmo della mano
destra, o regola della vite.

6
Figura 2: Il prodotto vettoriale ~u ∧ ~v . Nel primo caso esso è uscente dal piano, nel
secondo è entrante. In entrambi i casi la lunghezza del vettore è pari all’area (positiva)
del parallelogramma di lati u e v.

2. il modulo del prodotto vettoriale è massimo quando i vettori sono ortogonali (in
questo caso il parallelogramma è un rettangolo e vale |~u ∧ ~v | = uv);
3. in generale, visto che l’altezza del parallelogramma3 sulla base u vale v sin α (α
essendo il minimo angolo tra i due vettori):

|~u ∧ ~v | = uv sin α (5)

4. il prodotto vettoriale è anticommutativo:

~u ∧ ~v = −~v ∧ ~u

Non è difficile provare inoltre che vale anche il:


Teorema 2
|~u ∧ ~v | = |ux vy − uy vx | (6)

Si faccia attenzione al diverso significato delle sbarre verticali nei due membri: nel primo
membro esse denotano il modulo del vettore, nel secondo membro esse denotano il valore
assoluto dell’espressione in esse contenuta4 .
Per la dimostrazione, osserviamo prima che, usando i versori coordinati, ~ı ∧ ~
è un vettore ortogonale al piano xy e uscente dal foglio; inoltre esso ha modulo
unitario. Esso è quindi un versore uscente dal foglio e diretto come il terzo
asse coordinato z. Chiamiamo ~k tale versore:

~ı ∧ ~ = ~k
3
In alcuni ambiti, per esempio in fisica quando si devono valutare i momenti dei vettori, che sono
appunto prodotti vettoriali, si usa chiamare braccio tale altezza.
4
Infatti, si può mostrare che il segno dell’espressione all’interno del valore assoluto a secondo membro
è positivo se il vettore esce dal piano, è negativo se esso entra nel piano. Per questo motivo, in seguito,
diremo che (ux vy − uy vx ) è la componente z del prodotto vettoriale tra i due vettori.

7
Inoltre, banalmente risulta:

~ı ∧~ı = ~0 ~ ∧ ~ = ~0

Pertanto, con la solita decomposizione dei vettori attraverso i versori degli


assi:
~u ∧ ~v = (ux~ı + uy~) ∧ (vx~ı + vy~) =
= ux vx~ı ∧~ı + ux vy (~ı ∧ ~) + uy vx (~ ∧~ı) + uy vy (~ ∧ ~) =
= (ux vy − uy vx )~k

Una ulteriore dimostrazione puramente geometrica è data in appendice.


Notiamo pure che la formula (6) può anche essere scritta:

ux vx
|~u ∧ ~v | = (7)
uy vy

In questo caso al secondo membro c’è il valore assoluto del determinante di una matrice.
Una conseguenza importante delle formule precedenti è che la proiezione di un vettore
lungo la direzione ortogonale a quella di un altro è:

~u ∧ ~v
~v⊥~u = v sin α = (8)
u

Nella figura 1 tale proiezione è la lunghezza del segmento CH. Si noti l’analogia tra
l’equazione (2) e l’equazione (6).

1.3 Applicazioni alla geometria analitica piana

1.3.1 Baricentro di un triangolo

Dati i punti A(x1 , y1 ), B(x2 , y2 ), C(x3 , y3 ), il baricentro G(xG , yG ) è il punto che si trova
sulla diagonale del parallelogramma di lati AB e AC e tale che AG sia un terzo della
diagonale:
# » # »
# » AB + AC
AG =
3
Pertanto:      
xG − x1 1 x2 − x1 x3 − x1
= +
yG − y1 3 y2 − y1 y3 − y1

x + x3 − 2x1
 xG − x1 = 2


3
y + y 3 − 2y1
 yG − y1 = 2


3

8

x + x2 + x3
 xG = 1


3 (9)
y
 yG = 1

 + y 2 + y3
3
Esempio 3 Si vogliono determinare i valori di h e k per cui i quattro pun-
ti A(1, k), B(−2, h), C(2h, 2), D(h, 4) formano un parallelogramma (con C
opposto ad A).
# » # » # »
Uno dei metodi è quello di imporre che AB + AD = AC. Si ottiene cosı̀:
     
−3 h−1 2h − 1
+ =
h−k 4−k 2−k
 
h − 4 = 2h − 1 h = −3
h − 2k + 4 = 2 − k k = −1

1.3.2 Area del triangolo

Si vuole l’area del triangolo di vertici A(x1 , y1 ), B(x2 , y2 ), C(x3 , y3 ). Essa è la metà
dell’area del parallelogramma i cui lati sono i vettori:

# » # »
   
x2 − x1 x3 − x1
AB = AC =
y2 − y1 y3 − y1

Pertanto, visto che l’area del parallelogramma è pari al modulo del prodotto vettoriale
# » # »
dei vettori AB e AC:
# » # »
|AB ∧ AC| |(x2 − x1 )(y3 − y1 ) − (y2 − y1 )(x3 − x1 )|
S= = (10)
2 2

Esempio 4 Vogliamo determinare l’area del triangolo di vertici A(1, 0), B(5, 5),
C(−1, 3). Scriviamo prima i vettori:

# » # »
   
4 −2
AB = AC =
5 3

Infine:
# » # »
|AB ∧ AC| |4 · 3 − 5 · (−2)|
S= = = 11
2 2

1.3.3 Retta per un punto parallela ad un vettore


 
ux
Si vuole la retta per A(x0 , y0 ) parallela al vettore ~u = .
uy

9
A questo proposito, sia P (x, y) è un generico punto della retta. Imponiamo che i vettori
# »
AP e ~u siano paralleli, cioè che essi siano proporzionali:
# »
AP = t~u

x − x0 = ux t
y − y 0 = uy t

x = x0 + u x t
(11)
y = y 0 + uy t

Le precedenti sono dette equazioni parametriche della retta e il coefficiente di proporzio-


nalità t è detto parametro5 .
Eliminando il parametro dalle due equazioni se ne ottiene una sola che è detta equazione
implicita della retta.
uy
Inoltre, se ux 6= o allora il rapporto m = è detto coefficiente angolare della retta6 . In
ux
quest’ultimo caso, l’equazione implicita può essere riscritta come funzione y = mx + n ed
è detta equazione esplicita della retta (si veda più avanti per un esempio). Il valore n è
detto intercetta sull’asse y.
 
−4
Esempio 5 La retta per A(3, −1) parallela a ~u = è:
5

x = 3 − 4t
y = −1 + 5t

5
Essa ha coefficiente angolare m = − .
4
Moltiplicando la prima per 5 e la seconda per 4 e sommando le due equazioni
(cioè eliminando il parametro t) si ottiene l’equazione implicita:

5x + 4y = 11

che può essere anche scritta in forma esplicita:


5 11
y =− x+
4 4

11
L’intercetta è .
4
5
Notiamo esplicitamente che, se in qualche esercizio dovessero essere presenti più equazioni di rette,
ognuna di esse dovrà avere un parametro diverso.
6
Se ux = 0 il coefficiente angolare non esiste.

10
Esempio  retta per A(0, −1) e B(3, −2) è la retta per A parallela a
 6 La
# » 3
AB = . Essa è quindi:
−1

x = 3t
y = −1 − t

1
Essa ha coefficiente angolare m = − .
3

1.3.4 Retta per un punto ortogonale ad un vettore


 
a
Siano dati un punto A(x0 , y0 ) ed un vettore ~u = . Prendiamo un generico punto
b
P (x, y) della retta per A. Tale retta è ortogonale al vettore ~u se accade che:
# »
~u ⊥ AP

cioè se:
# »
~u · AP = 0
   
a x − x0
· =0
b y − y0

a(x − x0 ) + b(y − y0 ) = 0 (12)

1.3.5 Generica retta ortogonale ad un vettore


 
a
Se ~u = è un vettore dato, dall’equazione (11):
b

ax + by − ax0 − by0 = 0

chiamando c = −ax0 − by0 , si ottiene:

ax + by + c = 0 (13)

nella quale c risulta indeterminato.


 
−3
Esempio 7 La retta per A(3, −2) ortogonale al vettore ~u = è:
1

−3(x − 3) + 1(y + 2) = 0

che può essere scritta in forma implicita:

−3x + y + 11 = 0

11
o in forma esplicita:
y = 3x − 11
Per ottenere le equazioni parametriche è sufficiente identificare una variabile
(per esempio x) come parametro:

x=t
y = −11 + 3t

1.3.6 Distanza di un punto da una retta

Sia P (x0 , y0 ) un punto e ax + by + c = 0 una retta r scritta in forma implicita. Si vuole


determinare la distanza d del punto P dalla retta r.
Sia A(x
 1, 
y1 ) un qualunque punto della retta; allora, poiché la retta è ortogonale al vettore
a # »
~u = , la distanza d si ottiene come proiezione del vettore AP lungo la direzione di
b
~u:

# »
# » |AP · ~u| |a(x0 − x1 ) + b(y0 − y1 )| |ax0 + by0 − ax1 − by1 )|
d = AP k~u = = √ = √
u 2
a +b 2 a2 + b 2

Ma, poiché A ∈ r,
ax1 + by1 + c = 0
allora
c = −ax1 − by1
Quindi:
|ax0 + by0 + c|
δ= √ (14)
a2 + b 2
Esempio 8 La distanza del punto P (−2, 3) dalla retta 5x − 12y − 6 = 0 è:

|5(−2) − 12 · 3 − 6| 52
δ= p = =4
52 + (−12)2 13

12
2 Vettori nello spazio tridimensionale
Valgono le stesse considerazioni e formule per l’algebra in due dimensioni. In particolare,
per esempio: q
u = u2x + u2y + u2z

2.1 Prodotto scalare



uv cos α
~u · ~v = (15)
ux vx + uy vy + uz vz
Per cui, l’angolo tra due vettori è ancora una volta:

~u · ~v
cos α = (16)
uv
e la proiezione di ~v lungo la direzione di ~u è:

|~u · ~v |
~vk~u = v| cos α| = (17)
u

2.2 Prodotto vettoriale

Come generalizzazione delle formule viste in precedenza, si può mostrare che:

|~u ∧ ~v | = uv sin α (18)

e che le tre componenti del prodotto vettoriale sono:


 
uy vz − uz vy
~u ∧ ~v =  uz vx − ux vz  (19)
ux vy − uy vx

Si verifica facilmente che:


• ~u ∧ ~v = −~v ∧ ~u;
• ~u · (~u ∧ ~v ) = 0, cioè che ~u ∧ ~v è ortogonale al vettore ~u (e anche al vettore ~v , per la
proprietà precedente).
     
1 0 0
Detti ~i =  0 , ~j =  1 , ~k =  0  i versori lungo gli assi coordinati, è facile
0 0 1
verificare che:
~i · ~i = 1 ~j · ~j = 1 ~k · ~k = 1
~i · ~j = 0 ~i · ~k = 0 ~j · ~k = 0

13
Inoltre:
~i ∧ ~j = ~k ~j ∧ ~k = ~i ~k ∧ ~i = ~j

Si può verificare pure che:


~i ~j ~k



~u ∧ ~v =
ux uy uz (20)
vx vy vz

   
1 4
Esempio 9 Siano ~u =  −2  e ~v =  3  due vettori. Allora:
2 0
√ √
• u = 1 + 4 + 4 = 3, v = 16 + 9 + 0 = 5;
• ~u · ~v = 1 · 4 + (−2)3 + 2 · 0 = −2;
|~u · ~v | 2 |~u · ~v | 2
• ~vk~u = = , ~uk~v = = ;
u 3 v 5
~u · ~v 2
• cos α = =− ;
uv 15
~j ~k

~i
 

−2 2

1 2

1 −2 −6
• ~u ∧ ~v = 1 −2 2 = ~i − ~j ~

= 8 
3 0 4 0 +k 4 3
4 3 0 11

2.3 Applicazioni alla geometria analitica nello spazio tridimen-


sionale

2.3.1 Area del triangolo

Vale la stessa formula precedente:


1 # » # »
S= AB ∧ AC (21)
2
Esempio 10 Siano A(1, 2, 0), B(2, 3, 1), C(4, 0, 1) le coordinate dei vertici di
un triangolo, allora:
   
1 3
# » # »
AB =  1  AC =  −2 
1 1
Quindi:
~k

~i ~j

3
# » # »


AB ∧ AC = 1 1 1 = 2 

3 −2 1 −5
E allora: √
1√ 38
S= 9 + 4 + 25 =
2 2

14
2.3.2 Retta per un punto parallela ad un vettore


2
Esempio 11 La retta per A(1, 0, −2) parallela al vettore ~u =  −1  ha
3
equazioni parametriche 
 x = 1 + 2t
y = −t
z = −2 + 3t

2.3.3 Piano per un punto ortogonale ad un vettore


 
a
Sia A(x0 , y0 , z0 ) un punto e ~u =  b  un vettore, per caratterizzare il piano diciamo
c
P (x, y, z) un suo generico punto. Allora deve essere:
# »
AP ⊥ ~u

o anche:
# »
~u · AP = 0
Per cui:
a(x − x0 ) + b(y − y0 ) + c(z − z0 ) = 0 (22)
Si noti l’analogia con l’equazione di una retta per un punto, ortogonale ad un vettore, in
due dimensioni, equazione (12).

2.3.4 Rappresentazione implicita di un generico piano

Nell’equazione precedente, se diciamo:

d = −ax0 − by0 − cz0

allora, essa diventa:


ax + by + cz + d = 0 (23)
Si noti l’analogia con l’equazione implicita di una generica retta in due dimensioni,
equazione (13).

2.3.5 Distanza di un punto da un piano

Sia P (x0 , y0 , z0 ) un punto 


e ax +
 by + cz + d = 0 un piano, che, per quanto visto prima, è
a
ortogonale al vettore ~u =  b . Se A(x1 , y1 , z1 ) è un punto del piano, allora la distanza
c

15
# »
di P dal piano è la proiezione di AP lungo la direzione di ~u:
# »
AP · ~u

|a(x0 − x1 ) + b(y0 − y1 ) + c(z0 − z1 )| |ax0 + by0 + cz0 − ax1 − by1 − cz1 |
δ= = √ = √
u 2 2
a +b +c 2 a2 + b 2 + c 2
Ma, poiché A appartiene al piano:
ax1 + by1 + cz1 + d = 0
Cioè:
d = −ax1 − by1 − cz1
Quindi:
|ax0 + by0 + cz0 + d|
δ= √ (24)
a2 + b 2 + c 2
Si noti l’analogia con la formula della distanza di un punto da una retta in due dimensioni,
equazione (14).

2.3.6 Distanza di un punto da una retta



 x = x1 + ux t
Supponiamo di voler calcolare la distanza δ di un punto P (x0 , y0 , z0 ) dalla retta y = y1 + uy t ,
z = z1 + uz t

 
ux
cioè dalla retta per A(x1 , y1 , z1 ) di direzione ~u =  uy .
uz
# »
Osserviamo che δ è l’altezza del parallelogramma di lati AP e ~u. Pertanto:
# »
AP ∧ ~u

δ=
u

 x = 1 + 2t
Esempio 12 Determiniamo la distanza del punto P (1, 3, 0) dalla retta y = −1 − 2t ,
z=1+t


2
cioè dalla retta che passa per A(1, −1, 1) ed è parallela al vettore ~u =  −2 .
1
Costruiamo prima:  
0
# »
AP =  4 
−1
Poi:
~k

~i ~j

2
# »
AP ∧ ~u = 0 4 −1 =  −2 
2 −2 1 −8

16
Infine: # »


AP ∧ ~u

4 + 4 + 64 72 √
δ= = √ = =2 2
u 4+4+1 3

2.3.7 Distanza tra una retta ed un piano ad essa parallelo

Poiché tutti i punti della retta hanno la stessa distanza (minima) con il piano, allora, per
determinare tale distanza, basta prendere un qualunque punto della retta e valutare la
distanza con il piano con il metodo della sezione 2.3.5.

2.3.8 Distanza tra due piani paralleli

Poiché tutti i punti di un piano hanno la stessa distanza (minima) con l’altro piano,
allora, per determinare tale distanza, basta prendere un qualunque punto del primo piano
e valutare la distanza con il secondo piano con il metodo della sezione 2.3.5.

2.3.9 Distanza tra due rette parallele

Le rette non hanno punti in comune ma sono complanari. Esse sono parallele al medesimo
vettore ~u (o ad uno ad esso proporzionale).
Siano A un punto di una retta e B un punto dell’altra. La distanza tra le rette è l’altezza
# »
del parallelogramma di lati ~u e AB:
# »
AB ∧ ~u

δ=
u
Esempio 13 Le rette7
 
 x = 1 + 2t  x = −4s
r1 : y = 2 − 2t r2 : y = 1 + 4s
z=t z = 2 − 2s
 

 
2
sono entrambe parallele al vettore ~u =  −2 ; inoltre, A(1, 2, 0) ∈ r1 e
  1
−1
# »
B(0, 1, 2) ∈ r2 . Quindi AB =  −1 .
2
7
Notare qui che è meglio usare due parametri diversi, per esempio s e t nelle equazioni parametriche
delle rette.

17
Valutiamo prima:
~k
 
~i ~j 3
# »


AB ∧ ~u = −1 −1 2 = 5 

2 −2 1 4

La distanza tra le due rette è allora:


# »
AB ∧ ~u

9 + 25 + 16 5√
δ= = √ = 2
u 4+4+1 3

2.3.10 Distanza (minima) tra due rette sghembe

Le due rette non hanno punti in comune ma non sono complanari. Siano ~u e ~v le direzioni
delle due rette non parallele. Costruiamo quindi un vettore che sia diretto in modo
~ = ~u ∧ ~v .
ortogonale ad entrambe, per esempio il vettore w
Siano, infine, A ∈ r1 e B ∈ r2 due punti qualunque sulle due rette. La distanza cercata è
# »
allora la proiezione del vettore AB lungo la direzione di w: ~
# » # »
AB · (~u ∧ ~v ) AB · w
~

δ= =
|~u ∧ ~v | w

Esempio 14 Le rette:
 
 x=1+t  x=2+s
r1 : y =3−t r2 : y = 1 − 2s
z = 3t z =2−s
 

   
1 1
hanno direzioni ~u =  −1  e ~v =  −2  non parallele.
3 −1
Controlliamo se esse hanno punti in comune, risolvendo il sistema:
  
 1+t=2+s  t=1+s  t=1+s
3 − t = 1 − 2s 3 − 1 − s = 1 − 2s s = −1 impossibile
3t = 2 − s 3 + 3s = 2 − s 0=3
  

Non ci sono punti di intersezione, quindi le rette sono sghembe. Allo scopo di
determinare la loro minima distanza, costruiamo:
~k

~i ~j

7
~ = ~u ∧ ~v = 1 −1
w 3 =  4 
1 −2 −1 −1

18
 
1
# »
Siano, inoltre, A(1, 3, 0) ∈ r1 e B(2, 1, 2) ∈ r2 ; allora AB =  −2 .
2
Pertanto: # »
AB · w
~

|7 − 8 − 2| 3
δ= =√ =√
w 49 + 16 + 1 66

19
Figura 3: Nella figura ci sono tre triangoli simili. Quali?

3 Appendici

3.1 Prodotto scalare nel piano

Proviamo che vale la formula:


~u · ~v = ux vx + uy vy
Per semplicità dimostriamo solo nel caso in cui i due vettori formino un angolo acuto. La
dimostrazione nel caso in cui i vettori formino un angolo ottuso è lasciata allo studioso
lettore.
In base a quanto detto in precedenza, le misure dei segmenti sono:

AB = u AF = ux BF = uy

AC = v AE = vx CE = vy
Poiché i triangoli AEG, AF B e GDC sono simili:
vx
AG = u
ux
vx
EG = uy
ux
vx
CG = vy − EG = vy − uy
ux
vy − uy uvxx
GD = uy
u
2
E finalmente (tenendo conto che u = u2x + u2y ):
 
2 vx vx

~u · ~v = uAD = u AG + GD = u + uy vy − uy = ux vx + uy vy
ux ux

20
3.2 Prodotto vettoriale di vettori nel piano xy

Proviamo che vale la formula:

(~u ∧ ~v )z = ux vy − uy vx

Per semplicità dimostriamo solo nel caso in cui il prodotto vettoriale esca dal piano del
foglio e facciamo riferimento alla figura precedente. La dimostrazione nel caso in cui il
prodotto vettoriale entri nel foglio è lasciata allo studioso lettore.
Oltre ai precedenti valori delle lunghezze di segmenti, possiamo dire che:
vy − uy uvxx
CD = ux
u

Pertanto:  
vx
(~u ∧ ~v )z = uCD = ux vy − uy = ux vy − uy vx
ux

Un’altra dimostrazione è puramente algebrica8 :

|~u ∧ ~v |2 = u2 v 2 sin2 α = u2 v 2 !1 − cos2 α =




2 2 (~u · ~v )2
=u v 1− 2 2 =
uv
= u2 v 2 − (~u · ~v )2 = 
= u2x + u2y vx2 + vy2 − (ux vx + uy vy )2 =
= u2x vy2 + u2y vx2 − 2ux vx uy vy =
= (ux vy − uy vx )2

Per cui:
|~u ∧ ~v | = |ux vy − uy vx |

8
Ma presuppone l’uso della relazione sin2 α + cos2 α = 1. Questa può essere vista come il teorema di
Pitagora applicato ad un triangolo rettangolo di ipotenusa 1, quindi con cateti sin α e cos α.

21

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