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Marcello Sette
18 maggio 2023
Sommario
Indice
1 Vettori nel piano 2
1.1 Prodotto scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Prodotto vettoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.3 Applicazioni alla geometria analitica piana . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.3.1 Baricentro di un triangolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.3.2 Area del triangolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3.3 Retta per un punto parallela ad un vettore . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3.4 Retta per un punto ortogonale ad un vettore . . . . . . . . . . . . . 10
1.3.5 Generica retta ortogonale ad un vettore . . . . . . . . . . . . . . . . 10
1.3.6 Distanza di un punto da una retta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
1
2.3.5 Distanza di un punto da un piano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.3.6 Distanza di un punto da una retta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.3.7 Distanza tra una retta ed un piano ad essa parallelo . . . . . . . . . 16
2.3.8 Distanza tra due piani paralleli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.3.9 Distanza tra due rette parallele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.3.10 Distanza (minima) tra due rette sghembe . . . . . . . . . . . . . . . 17
3 Appendici 19
3.1 Prodotto scalare nel piano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
3.2 Prodotto vettoriale di vettori nel piano xy . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
2
1 Vettori nel piano
Sono segmenti orientati liberi. Un vettore è individuato da un modulo (la lunghezza
del segmento), una direzione (quella della retta che sostiene il vettore) e da un verso
(individuato da un segno di percorrenza su un estremo, una freccia). Un vettore, a meno
che non sia applicato in un punto (per esempio rappresentante di una forza), può essere
disegnato in qualunque punto del piano, rispettandone le sue caratteristiche. Qui useremo
scrivere v quando vorremo indicare il modulo del vettore ~v .
Non richiameremo qui i metodi di costruzione geometrica dei risultati delle operazione
di addizione, sottrazione tra vettori o di moltiplicazione per uno scalare, perché sono
diffusamente trattati in tutti i libri di testo.
Esaminiamo piuttosto come si possano trattare i vettori se si introduce un sistema di
riferimento cartesiano sul piano.
# »
Se A(xA , yA ) e B(xB , yB) sono le coordinate di due punti, allora definiamo vettore AB la
# » xB − xA 1 # »
coppia ordinata AB = . AB x = xB − xA è detta componente x del vettore
yB − yA
# » # » # »
AB, mentre AB y = yB − yA è detta componente y del vettore AB.
# »
5−1 4
Esempio 1 Dati A(1, 1), B(5, 2), C(−1, 4), allora AB = =
2−1 1
# »
−2
e AC = .
3
Si presti attenzione all’ordine nelle due precedenti sottrazioni: le coordinate della punta
vanno scritte prima delle coordinate della coda.
ux vx
Se ~v = e ~v = , è facile rendersi conto che le precedenti operazioni
uy vy
geometriche di addizione o moltiplicazione per uno scalare si traducono algebricamente
in:
ux + vx
~u + ~v =
uy + vy
kux
k~u =
kuy
Il modulo del vettore ~u è indicato con |~u| o, più brevemente e semplicemente se non ci
sono ambiguità di interpretazione, con u. Utilizzando il teorema di Pitagora, si ottiene
q
u = u2x + u2y
1
Vogliamo qui far notare esplicitamente che le componenti di un vettore sono una coppia ordinata di
numeri, cosı̀ come lo sono le coordinate di un punto. È solo il significato che attribuiamo a tale coppia
che cambia nei due casi. Per evitare confusioni, in queste pagine scriveremo le componenti dei vettori
sempre in colonna, mentre continueremo a scrivere in riga le coordinate di un punto.
3
Figura 1: I rettangoli le cui aree rappresentano il prodotto scalare di due vettori. Nella
figura di sinistra il prodotto scalare è positivo, in quella di destra esso è negativo.
Essi sono paralleli agli assi coordinati e hanno modulo unitario. Saranno nel seguito
chiamati i versori degli assi.
Notiamo esplicitamente che ogni vettore può essere espresso attraverso i versori degli assi:
a 1 0
=a +b = a~ı + b~
b 0 1
Assegniamo segno positivo all’area di una figura geometrica quando il suo perimetro è
percorso in senso antiorario (cioè lasciando la figura alla sinistra), negativo quando esso
è percorso in senso orario (cioè lasciando la figura alla destra).
# » # »
Dati i vettori ~u = AB e ~v = AC, sia H la proiezione del punto C sulla retta AB. Con
il compasso, puntando in A e con apertura AH, si tracci in senso antiorario, a partire da
# »
H, un arco che incontri in K la retta per A ortogonale al vettore AB. Costruiamo poi il
rettangolo ABLK.
Definiamo prodotto scalare ~u ·~v dei vettori ~u e ~v l’area (con segno) del rettangolo ABLK,
in cui i lati siano percorsi nell’ordine.
Si noti che:
1. se i due vettori sono ortogonali, il punto H coincide con il punto A, quindi l’area
del rettangolo è nulla;
4
2. il valore massimo dell’area si ottiene quando i due vettori sono paralleli e concordi:
in questo caso l’area vale il prodotto dei moduli:
~u · ~v = uv
3. il valore minimo dell’area si ottiene quando i due vettori sono paralleli e discordi:
in questo caso l’area è opposta al prodotto dei moduli:
~u · ~v = −uv
~u · ~v = ~v · ~u
(k~u) · ~v = k(~u · ~v )
(~u + ~v ) · w
~ = ~u · w
~ + ~v · w
~
In base a quanto già detto e tenendo conto del fatto che il segmento AH (e quindi anche
AK) nel triangolo rettangolo AHC ha una misura relativa
AH = v cos α
dove α è il minimo angolo che formano i due vettori (ed in questo caso cos α è positivo se
l’angolo α è acuto, mentre è negativo se l’angolo α è ottuso), allora:
~u · ~v = uv cos α (1)
~u · ~v = 0
5
2. Angolo tra due vettori:
~u · ~v
cos α = (3)
uv
~u · ~v
~vk~u = v cos α = (4)
u
4 −5
Esempio 2 Dati i due vettori ~u = e ~v = , allora:
3 12
1. ~u · ~v = −20 + 36 = 16.
√
2. u = 16 + 9 = 5.
√
3. v = 25 + 144 = 13.
16 16 16
4. cos α = = , cioè α = cos−1 = 75, 7◦ .
5 · 13 65 65
16
5. La proiezione di ~v sulla retta di ~u vale vu = .
5
16
6. La proiezione di ~u sulla retta di ~v vale uv = .
13
3
7. Un vettore ortogonale al vettore ~u è, per esempio, .
−4
Dati due vettori nel piano (immaginiamoli per comodità aventi origine in comune) ~u e ~v ,
il prodotto vettoriale ~u ∧ ~v è un vettore:
• ortogonale al piano che li contiene;
• con verso uscente dal piano se, nello spazzare l’angolo minimo che formano i due
vettori, il primo deve muoversi in senso antiorario, entrante nel piano se esso deve
muoversi in senso orario2 ; nel primo caso esso è rappresentato graficamente con il
simbolo , nel secondo caso con il simbolo ⊗;
• di modulo uguale all’area (positiva) del parallelogramma di lati u e v.
In base a quanto detto:
1. il modulo del prodotto vettoriale è nullo quando i vettori sono paralleli (concordi o
discordi);
2
Tale regola viene mnemonicamente chiamata regola della mano destra, o regola del palmo della mano
destra, o regola della vite.
6
Figura 2: Il prodotto vettoriale ~u ∧ ~v . Nel primo caso esso è uscente dal piano, nel
secondo è entrante. In entrambi i casi la lunghezza del vettore è pari all’area (positiva)
del parallelogramma di lati u e v.
2. il modulo del prodotto vettoriale è massimo quando i vettori sono ortogonali (in
questo caso il parallelogramma è un rettangolo e vale |~u ∧ ~v | = uv);
3. in generale, visto che l’altezza del parallelogramma3 sulla base u vale v sin α (α
essendo il minimo angolo tra i due vettori):
~u ∧ ~v = −~v ∧ ~u
Si faccia attenzione al diverso significato delle sbarre verticali nei due membri: nel primo
membro esse denotano il modulo del vettore, nel secondo membro esse denotano il valore
assoluto dell’espressione in esse contenuta4 .
Per la dimostrazione, osserviamo prima che, usando i versori coordinati, ~ı ∧ ~
è un vettore ortogonale al piano xy e uscente dal foglio; inoltre esso ha modulo
unitario. Esso è quindi un versore uscente dal foglio e diretto come il terzo
asse coordinato z. Chiamiamo ~k tale versore:
~ı ∧ ~ = ~k
3
In alcuni ambiti, per esempio in fisica quando si devono valutare i momenti dei vettori, che sono
appunto prodotti vettoriali, si usa chiamare braccio tale altezza.
4
Infatti, si può mostrare che il segno dell’espressione all’interno del valore assoluto a secondo membro
è positivo se il vettore esce dal piano, è negativo se esso entra nel piano. Per questo motivo, in seguito,
diremo che (ux vy − uy vx ) è la componente z del prodotto vettoriale tra i due vettori.
7
Inoltre, banalmente risulta:
~ı ∧~ı = ~0 ~ ∧ ~ = ~0
In questo caso al secondo membro c’è il valore assoluto del determinante di una matrice.
Una conseguenza importante delle formule precedenti è che la proiezione di un vettore
lungo la direzione ortogonale a quella di un altro è:
~u ∧ ~v
~v⊥~u = v sin α = (8)
u
Nella figura 1 tale proiezione è la lunghezza del segmento CH. Si noti l’analogia tra
l’equazione (2) e l’equazione (6).
Dati i punti A(x1 , y1 ), B(x2 , y2 ), C(x3 , y3 ), il baricentro G(xG , yG ) è il punto che si trova
sulla diagonale del parallelogramma di lati AB e AC e tale che AG sia un terzo della
diagonale:
# » # »
# » AB + AC
AG =
3
Pertanto:
xG − x1 1 x2 − x1 x3 − x1
= +
yG − y1 3 y2 − y1 y3 − y1
x + x3 − 2x1
xG − x1 = 2
3
y + y 3 − 2y1
yG − y1 = 2
3
8
x + x2 + x3
xG = 1
3 (9)
y
yG = 1
+ y 2 + y3
3
Esempio 3 Si vogliono determinare i valori di h e k per cui i quattro pun-
ti A(1, k), B(−2, h), C(2h, 2), D(h, 4) formano un parallelogramma (con C
opposto ad A).
# » # » # »
Uno dei metodi è quello di imporre che AB + AD = AC. Si ottiene cosı̀:
−3 h−1 2h − 1
+ =
h−k 4−k 2−k
h − 4 = 2h − 1 h = −3
h − 2k + 4 = 2 − k k = −1
Si vuole l’area del triangolo di vertici A(x1 , y1 ), B(x2 , y2 ), C(x3 , y3 ). Essa è la metà
dell’area del parallelogramma i cui lati sono i vettori:
# » # »
x2 − x1 x3 − x1
AB = AC =
y2 − y1 y3 − y1
Pertanto, visto che l’area del parallelogramma è pari al modulo del prodotto vettoriale
# » # »
dei vettori AB e AC:
# » # »
|AB ∧ AC| |(x2 − x1 )(y3 − y1 ) − (y2 − y1 )(x3 − x1 )|
S= = (10)
2 2
Esempio 4 Vogliamo determinare l’area del triangolo di vertici A(1, 0), B(5, 5),
C(−1, 3). Scriviamo prima i vettori:
# » # »
4 −2
AB = AC =
5 3
Infine:
# » # »
|AB ∧ AC| |4 · 3 − 5 · (−2)|
S= = = 11
2 2
9
A questo proposito, sia P (x, y) è un generico punto della retta. Imponiamo che i vettori
# »
AP e ~u siano paralleli, cioè che essi siano proporzionali:
# »
AP = t~u
x − x0 = ux t
y − y 0 = uy t
x = x0 + u x t
(11)
y = y 0 + uy t
5
Essa ha coefficiente angolare m = − .
4
Moltiplicando la prima per 5 e la seconda per 4 e sommando le due equazioni
(cioè eliminando il parametro t) si ottiene l’equazione implicita:
5x + 4y = 11
11
L’intercetta è .
4
5
Notiamo esplicitamente che, se in qualche esercizio dovessero essere presenti più equazioni di rette,
ognuna di esse dovrà avere un parametro diverso.
6
Se ux = 0 il coefficiente angolare non esiste.
10
Esempio retta per A(0, −1) e B(3, −2) è la retta per A parallela a
6 La
# » 3
AB = . Essa è quindi:
−1
x = 3t
y = −1 − t
1
Essa ha coefficiente angolare m = − .
3
cioè se:
# »
~u · AP = 0
a x − x0
· =0
b y − y0
ax + by − ax0 − by0 = 0
ax + by + c = 0 (13)
−3(x − 3) + 1(y + 2) = 0
−3x + y + 11 = 0
11
o in forma esplicita:
y = 3x − 11
Per ottenere le equazioni parametriche è sufficiente identificare una variabile
(per esempio x) come parametro:
x=t
y = −11 + 3t
# »
# » |AP · ~u| |a(x0 − x1 ) + b(y0 − y1 )| |ax0 + by0 − ax1 − by1 )|
d = AP k~u = = √ = √
u 2
a +b 2 a2 + b 2
Ma, poiché A ∈ r,
ax1 + by1 + c = 0
allora
c = −ax1 − by1
Quindi:
|ax0 + by0 + c|
δ= √ (14)
a2 + b 2
Esempio 8 La distanza del punto P (−2, 3) dalla retta 5x − 12y − 6 = 0 è:
|5(−2) − 12 · 3 − 6| 52
δ= p = =4
52 + (−12)2 13
12
2 Vettori nello spazio tridimensionale
Valgono le stesse considerazioni e formule per l’algebra in due dimensioni. In particolare,
per esempio: q
u = u2x + u2y + u2z
~u · ~v
cos α = (16)
uv
e la proiezione di ~v lungo la direzione di ~u è:
|~u · ~v |
~vk~u = v| cos α| = (17)
u
13
Inoltre:
~i ∧ ~j = ~k ~j ∧ ~k = ~i ~k ∧ ~i = ~j
14
2.3.2 Retta per un punto parallela ad un vettore
2
Esempio 11 La retta per A(1, 0, −2) parallela al vettore ~u = −1 ha
3
equazioni parametriche
x = 1 + 2t
y = −t
z = −2 + 3t
o anche:
# »
~u · AP = 0
Per cui:
a(x − x0 ) + b(y − y0 ) + c(z − z0 ) = 0 (22)
Si noti l’analogia con l’equazione di una retta per un punto, ortogonale ad un vettore, in
due dimensioni, equazione (12).
15
# »
di P dal piano è la proiezione di AP lungo la direzione di ~u:
# »
AP · ~u
|a(x0 − x1 ) + b(y0 − y1 ) + c(z0 − z1 )| |ax0 + by0 + cz0 − ax1 − by1 − cz1 |
δ= = √ = √
u 2 2
a +b +c 2 a2 + b 2 + c 2
Ma, poiché A appartiene al piano:
ax1 + by1 + cz1 + d = 0
Cioè:
d = −ax1 − by1 − cz1
Quindi:
|ax0 + by0 + cz0 + d|
δ= √ (24)
a2 + b 2 + c 2
Si noti l’analogia con la formula della distanza di un punto da una retta in due dimensioni,
equazione (14).
16
Infine: # »
√
AP ∧ ~u
√
4 + 4 + 64 72 √
δ= = √ = =2 2
u 4+4+1 3
Poiché tutti i punti della retta hanno la stessa distanza (minima) con il piano, allora, per
determinare tale distanza, basta prendere un qualunque punto della retta e valutare la
distanza con il piano con il metodo della sezione 2.3.5.
Poiché tutti i punti di un piano hanno la stessa distanza (minima) con l’altro piano,
allora, per determinare tale distanza, basta prendere un qualunque punto del primo piano
e valutare la distanza con il secondo piano con il metodo della sezione 2.3.5.
Le rette non hanno punti in comune ma sono complanari. Esse sono parallele al medesimo
vettore ~u (o ad uno ad esso proporzionale).
Siano A un punto di una retta e B un punto dell’altra. La distanza tra le rette è l’altezza
# »
del parallelogramma di lati ~u e AB:
# »
AB ∧ ~u
δ=
u
Esempio 13 Le rette7
x = 1 + 2t x = −4s
r1 : y = 2 − 2t r2 : y = 1 + 4s
z=t z = 2 − 2s
2
sono entrambe parallele al vettore ~u = −2 ; inoltre, A(1, 2, 0) ∈ r1 e
1
−1
# »
B(0, 1, 2) ∈ r2 . Quindi AB = −1 .
2
7
Notare qui che è meglio usare due parametri diversi, per esempio s e t nelle equazioni parametriche
delle rette.
17
Valutiamo prima:
~k
~i ~j 3
# »
AB ∧ ~u = −1 −1 2 = 5
2 −2 1 4
Le due rette non hanno punti in comune ma non sono complanari. Siano ~u e ~v le direzioni
delle due rette non parallele. Costruiamo quindi un vettore che sia diretto in modo
~ = ~u ∧ ~v .
ortogonale ad entrambe, per esempio il vettore w
Siano, infine, A ∈ r1 e B ∈ r2 due punti qualunque sulle due rette. La distanza cercata è
# »
allora la proiezione del vettore AB lungo la direzione di w: ~
# » # »
AB · (~u ∧ ~v ) AB · w
~
δ= =
|~u ∧ ~v | w
Esempio 14 Le rette:
x=1+t x=2+s
r1 : y =3−t r2 : y = 1 − 2s
z = 3t z =2−s
1 1
hanno direzioni ~u = −1 e ~v = −2 non parallele.
3 −1
Controlliamo se esse hanno punti in comune, risolvendo il sistema:
1+t=2+s t=1+s t=1+s
3 − t = 1 − 2s 3 − 1 − s = 1 − 2s s = −1 impossibile
3t = 2 − s 3 + 3s = 2 − s 0=3
Non ci sono punti di intersezione, quindi le rette sono sghembe. Allo scopo di
determinare la loro minima distanza, costruiamo:
~k
~i ~j
7
~ = ~u ∧ ~v = 1 −1
w 3 = 4
1 −2 −1 −1
18
1
# »
Siano, inoltre, A(1, 3, 0) ∈ r1 e B(2, 1, 2) ∈ r2 ; allora AB = −2 .
2
Pertanto: # »
AB · w
~
|7 − 8 − 2| 3
δ= =√ =√
w 49 + 16 + 1 66
19
Figura 3: Nella figura ci sono tre triangoli simili. Quali?
3 Appendici
AB = u AF = ux BF = uy
AC = v AE = vx CE = vy
Poiché i triangoli AEG, AF B e GDC sono simili:
vx
AG = u
ux
vx
EG = uy
ux
vx
CG = vy − EG = vy − uy
ux
vy − uy uvxx
GD = uy
u
2
E finalmente (tenendo conto che u = u2x + u2y ):
2 vx vx
~u · ~v = uAD = u AG + GD = u + uy vy − uy = ux vx + uy vy
ux ux
20
3.2 Prodotto vettoriale di vettori nel piano xy
(~u ∧ ~v )z = ux vy − uy vx
Per semplicità dimostriamo solo nel caso in cui il prodotto vettoriale esca dal piano del
foglio e facciamo riferimento alla figura precedente. La dimostrazione nel caso in cui il
prodotto vettoriale entri nel foglio è lasciata allo studioso lettore.
Oltre ai precedenti valori delle lunghezze di segmenti, possiamo dire che:
vy − uy uvxx
CD = ux
u
Pertanto:
vx
(~u ∧ ~v )z = uCD = ux vy − uy = ux vy − uy vx
ux
2 2 (~u · ~v )2
=u v 1− 2 2 =
uv
= u2 v 2 − (~u · ~v )2 =
= u2x + u2y vx2 + vy2 − (ux vx + uy vy )2 =
= u2x vy2 + u2y vx2 − 2ux vx uy vy =
= (ux vy − uy vx )2
Per cui:
|~u ∧ ~v | = |ux vy − uy vx |
8
Ma presuppone l’uso della relazione sin2 α + cos2 α = 1. Questa può essere vista come il teorema di
Pitagora applicato ad un triangolo rettangolo di ipotenusa 1, quindi con cateti sin α e cos α.
21