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GEODETICHE
SU VARIETÀ RIEMANNIANE
Correlatore:
Chiar.mo Prof.
LUCA CAPOGNA
III Sessione
Anno Accademico 2009/2010
Indice
Introduzione v
1 Varietà Riemanniane 1
1.1 Definizione di varietà Riemanniana . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.1.1 L’espressione in coordinate di una metrica . . . . . . . 2
1.1.2 La metrica indotta e la metrica prodotto . . . . . . . . 3
1.1.3 Metriche conformi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3 Geodetiche Riemanniane 21
3.1 La connessione Riemanniana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
3.1.1 Lemma fondamentale della geometria Riemanniana . . 26
3.2 La mappa esponenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
iii
iv INDICE
4 Geodetiche e distanza 37
4.1 Lunghezze e distanze su varietà Riemanniane . . . . . . . . . . 37
4.1.1 Lunghezze di curve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
4.1.2 Distanza Riemanniana . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
4.2 Geodetiche e curve minimizzanti . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
4.2.1 Famiglie ammissibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
4.2.2 Le curve minimizzanti sono geodetiche . . . . . . . . . 45
4.2.3 Le geodetiche sono localmente minimizzanti . . . . . . 47
5 Applicazioni 53
5.1 Lo spazio Euclideo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
5.1.1 La metrica Euclidea in coordinate polari . . . . . . . . 53
5.1.2 La connessione Riemanniana e le geodetiche sullo spazio
Euclideo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
5.2 Le sfere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
5.2.1 Le sfere sono localmente conformemente piatte . . . . . 56
5.2.2 I simboli di Christoffel . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
5.2.3 Le geodetiche della sfera . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
5.3 Superfici di rotazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
5.3.1 I simboli di Christoffel e le geodetiche . . . . . . . . . . 60
5.4 Il gruppo di Heisenberg . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
5.4.1 Una metrica Riemanniana sul gruppo . . . . . . . . . . 61
5.4.2 I simboli di Christoffel nella metrica . . . . . . . . . . . 62
5.4.3 Le geodetiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
5.4.4 Una metrica totalmente degenere sul gruppo di Heisen-
berg . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
Bibliografia 65
Introduzione
v
vi INTRODUZIONE
Varietà Riemanniane
1
2 1. Varietà Riemanniane
Definizione 1.3. Una varietà Riemanniana è una coppia (M, g), dove M è
una varietà differenziabile e g una metrica Riemanniana su M .
∂xk ∂xl
gij0 = gkl .
∂y i ∂y j
Geodetiche e trasporto
parallelo
5
6 2. Geodetiche e trasporto parallelo
2.2 Connessioni
Verrà data dapprima la definizione di connessione per differenziare sezioni
di fibrati vettoriali. Questa definizione verrà adattata successivamente al caso
dei campi vettoriali lungo le curve.
tale che:
2.2 Connessioni 7
(i) ∇X Y è C ∞ (M )-lineare in X:
(ii) ∇X Y è R-lineare in Y :
∇X (f Y ) = f ∇X Y + (Xf )Y
Y ∈ E(M ).
Lemma 2.2.2. Con le notazioni del Lemma 2.2.1 si ha che ∇X Y (p) dipende
solo dai valori di Y in un intorno di p e da X(p).
che soddisfa le proprietà elencate nella Definizione 2.1. Osserviamo che una
connessione lineare non è tensoriale in entrambi i suoi argomenti, in quanto
è C ∞ (M )-lineare in X ma solo R-lineare in Y .
Diamo ora l’espressione in componenti di una connessione lineare. Sia
Ei un riferimento locale per T M su un aperto U ⊂ M (di solito si sceglie
Ei = ∂i , ma qui è trattato il caso generale). Se i e j sono fissati, il vettore
∇Ei Ej sarà esprimibile in termini degli elementi della base, Ek con opportuni
coefficienti che indicheremo Γkij
¯ X (Y j ∂j ) = (XY j )∂j .
∇ (2.3)
Lemma 2.2.4. Sia M una varietà coperta da una sola carta. C’è una cor-
rispondenza biunivoca tra le connessioni lineari su M e le scelte di n3 funzioni
lisce {Γkij } su M , data da
∇X (f Y ) = X i ∂i (f Y k )∂k + X i f Y j Γkij ∂k
= (X i ∂i f )Y k ∂k + f X i ∂i Y k ∂k + f X i Y j Γkij ∂k
= (Xf )Y + f (X i ∂i Y k + X i Y j Γkij )∂k
= f ∇X Y + (Xf )Y.
= (Xf )Y + f ∇X Y.
∇Ei Ej = ∇Am
i Fm
Anj Fn = Am n m n n
i ∇Fm Aj Fn = Ai [(Fm Aj )Fn + Aj (∇Fm Fn )]
= Am n m n p
i (Fm Aj )Fn + Ai Aj Γmn Fp
−1 k −1 k
= Am n m n p
i (Fm Aj )(A )n Ek + Ai Aj Γmn (A )p Ek
−1 k −1 k
= [Am n m n p
i (Fm Aj )(A )n + Ai Aj Γmn (A )p ]Ek .
∇Ei Ej = ∇Am
i ∂m
Anj ∂n = Am n
i ∇∂m Aj ∂n
= Am n n m n
i [(∂m Aj )∂n + Aj (∇∂m ∂n )] = Ai (∂m Aj )∂n
−1 k
= Am n
i (∂m Aj )(A )m Ek .
Dt : T(γ) −→ T(γ)
tale che:
(i) Dt è lineare su R:
Dt V (t) = ∇γ̇(t) Ve .
V (t) = V j (t)∂j
2.3 Campi vettoriali lungo curve 15
2.4 Geodetiche
Definizione 2.5. Sia ∇ una connessione lineare su una varietà M , e sia
γ : I −→ M una curva su M . L’accelerazione di γ è il campo vettoriale Dt γ̇
lungo γ.
Si dice che γ è una geodetica per ∇ se la sua accelerazione è nulla, cioè se
Dt γ̇ ≡ 0.
Teorema 2.4.1. Sia M una varietà dotata di una connessione lineare. Per
ogni p ∈ M , v ∈ Tp M e t0 ∈ R, esistono un intervallo aperto I ⊆ R con
t0 ∈ I e una geodetica γ : I −→ M tale che γ(t0 ) = p e γ̇(t0 ) = V .
Inoltre, data ogni altra geodetica σ che soddisfa le stesse condizioni, γ e σ
coincidono sull’intersezione dei loro domini.
Pt−1
0t
V (t) − V (t0 )
Dt V (t0 ) = lim .
t→t0 t − t0
d −1
Dt V (t0 ) = Pt0 t V (t) .
dt t=t0
20 2. Geodetiche e trasporto parallelo
d −1 dV j
Pt−1 V (t) = V j (t)Ej (t0 ) =⇒ Pt0 t V (t) = (t0 )Ej (t0 ).
0t
dt t=t0 dt
dV j
Dt V (t0 ) = Dt (V j Ej )(t0 ) = (t0 )Ej (t0 ) + V j (t0 )Dt Ej (t0 )
dt
dV j
= (t0 )Ej (t0 ),
dt
Geodetiche Riemanniane
21
22 3. Geodetiche Riemanniane
> ¯
∇>
X Y := π (∇X Y )
¯ è la connessione Euclidea
dove X e Y sono estesi arbitrariamente a Rn , ∇
su Rn , e per ogni p ∈ M , π > : Tp Rn −→ Tp M è la proiezione ortogonale. Il
lemma seguente mostra che questa è una connessione lineare su M , chiamata
connessione tangente.
¯ X Y in p ∈ M dipende
Dimostrazione. Poiché per il Lemma 2.2.2 il valore di ∇
solo da Xp , allora ∇> X Y è indipendente dalla scelta dell’estensione di X.
¯ X Y dipende solo dai
D’altra parte, per il Lemma 2.3.2 si ha che il valore di ∇
valori di Y lungo una curva il cui vettore tangente iniziale è Xp . Considerando
una curva che giace su M si ha che ∇>
X Y dipende solo dal campo vettoriale
iniziale Y ∈ T(M ) non esteso, quindi ∇> è ben definito. Dalla definizione
segue che ∇> ∞ n
X Y è C (M )-lineare in X e R -lineare in Y , quindi per mostrare
che è una connessione resta da provare solo la proprietà del prodotto. Sia
f ∈ C ∞ (M ) estesa arbitrariamente a Rn , lungo M si ha
> ¯ > ¯
∇> >
X (f Y ) = π (∇X (f Y )) = (Xf )π Y + f π (∇X Y )
= (Xf )Y + f ∇>
X Y.
¯ X hY, Zi = ∇¯ X Y, Z + Y, ∇
¯ XZ .
∇
Lemma 3.1.2. Sia ∇ una connessione su una varietà Riemanniana (M, g),
le seguenti proprietà sono equivalenti:
d
hV, W i = hDt V, W i + hV, Dt W i .
dt
(iii) Per ogni coppia di campi vettoriali V e W paralleli lungo una curva γ,
il prodotto hV, W i è costante.
(iv) Il trasporto parallelo Pt0 t1 : Tγ(t0 ) M :−→ Tγ(t1 ) M lungo una curva γ è
un’isometria per ogni t0 , t1 .
Dimostrazione. Si ha:
(i) ⇒ (ii) Sia p = γ(0) e X un campo vettoriale con Xp = γ̇(0) e si scelga una
base ortonormale {Ei } intorno a p. Allora poiché ∇ è compatibile con
g
0 = ∇X hEi , Ej i = h∇X Ei , Ej i + hEi , ∇X Ej i .
24 3. Geodetiche Riemanniane
hDt V, W i + hV, Dt W i =
= (V̇ i W j + V i Ẇ j ) hEi , Ej i + V i W j (h∇X Ei , Ej i + hEi , ∇X Ej i)
X d X i i
= (V̇ i W i + V i Ẇ i ) = V W
i
dt i
d
= hV, W i .
dt
d
hV, W i = hDt V, W i + hV, Dt W i = 0,
dt
(iii) ⇒ (iv) La (iii) afferma proprio che il trasporto parallelo conserva la metrica.
(iv) ⇒ (i) Sia p ∈ M e sia γ una curva con γ(t0 ) = p e γ̇(t0 ) = Xp . Si fissi
una base ortonormale {E1 , . . . , En } di Tp M ; per (iv) possiamo esten-
dere ciascun Ei a un campo vettoriale parallelo lungo γ e tale che
{E1 (t), . . . , En (t)} sia una base ortonormale di Tγ(t) M per ogni t. Si
scrive Y (γ(t)) = Y h (t)Eh (t) e Z(γ(t)) = Z k (t)Ek (t), allora
hY, Zi = h Y h Z h . Inoltre, per le proprietà che definiscono la derivata
P
Quindi
!
d d X h h
∇Xp hY, Zi = hY (γ(t)), Z(γ(t))i = V Z
dt t=t0 dt h
t=t0
X
= (Ẏ h (t0 )Z h (t0 ) + Y h (t0 )Ż h (t0 ))
h
D E D E
h h
= Ẏ (t0 )Eh , Z(t0 ) + Y (t0 ), Ż(t0 )Eh
= hDt0 Y, Dt0 Zi
= ∇Xp Y, ∇Xp Z .
> ¯ ¯ ¯
∇> >
X hY, Zi = π (∇X hY, Zi) = π ( ∇X Y, Z + Y, ∇X Z )
= ∇> >
X Y, Z + Y, ∇X Z .
Chiedere che una connessione sia compatibile con la metrica non è suffi-
ciente per definire un’unica connessione su ogni varietà, è necessaria anche
un’altra proprietà della connessione tangente. Questa è espressa in termini
del concetto di torsione di ∇ su M , definita come segue:
τ (X, Y ) = ∇X Y − ∇Y X − [X, Y ].
∇ è detta simmetrica se τ ≡ 0.
τ (X, Y ) = ∇X Y − ∇Y X − [X, Y ]
= (X i ∂i Y k + X i Y j Γkij )∂k − (Y j ∂j X k + Y j X i Γkji )∂k − (X i ∂i Y k − Y j ∂j X k )∂k
= X i Y j (Γkij − Γkji )∂k
Teorema 3.1.3. Sia (M, g) una varietà Riemanniana. Esiste un’unica con-
nessione lineare ∇ su M che sia simmetrica e compatibile con g.
X hY, Zi+Y hZ, Xi−Z hX, Y i = 2 h∇X Y, Zi+hY, [X, Z]i+hZ, [Y, X]i−hX, [Z, Y ]i ,
h∇X Y, Zi = (3.1)
1
(X hY, Zi + Y hZ, Xi − Z hX, Y i − hY, [X, Z]i − hZ, [Y, X]i + hX, [Z, Y ]i) .
2
(3.2)
Siano ora ∇1 e ∇2 due connessioni simmetriche e compatibili con g. Poiché il
termine in (3.2) non dipende dalla connessione, si ha h∇1X Y − ∇2X Y, Zi = 0
per ogni X, Y, Z. Ma questo può accadere solo se ∇1X Y = ∇2X Y per ogni X
e Y , cioè solo se ∇1 = ∇2 .
Per quanto riguarda l’esistenza, basta dimostrare che una connessione
Riemanniana esiste in ogni carta, l’unicità assicura che le connessioni cosı̀
costruite su ciascuna carta si equivalgono sulle intersezioni.
Sia (U, (xi )) una carta locale e si applichi la (3.2) ai campi vettoriali {∂i },
le cui parentesi di Lie sono nulle. Si ottiene
1
h∇∂i ∂j , ∂l i = (∂i h∂j , ∂l i + ∂j h∂l , ∂i i − ∂l h∂i , ∂j i) .
2
Sostituendo nell’equazione precedente le definizioni dei coefficienti della me-
trica gij = h∂i , ∂j i e dei simboli di Christoffel ∇∂i ∂j = Γm
ij ∂m si ha
1
Γm
ij gml = (∂i gjl + ∂j gil − ∂l gij ) .
2
28 3. Geodetiche Riemanniane
h∇X Y, Zi + hY, ∇X Zi =
1
(X hY, Zi + Y hZ, Xi − Z hX, Y i − hY, [X, Z]i − hZ, [Y, X]i + hX, [Z, Y ]i) +
2
1
(X hY, Zi + Z hY, Xi − Y hZ, Xi − hZ, [X, Y ]i − hY, [Z, X]i + hX, [Y, Z]i) =
2
= X hY, Zi .
φ∗ Dt V = D
e t (φ∗ V ),
(φ∗ ∇)
e X Y = φ−1 (∇
∗
e φ∗ X (φ∗ Y )).
φ∗ ∇
e è detta connessione pullback su M ed è compatibile con la metrica
g in quanto
D E D E
(φ∗ ∇)
e X Y, Z + Y, (φ∗ ∇)
e XZ =
M M
D E D E
−1 e −1 e
φ∗ (∇φ∗ X (φ∗ Y )), Z + Y, φ∗ (∇φ∗ X (φ∗ Z)) =
D E MD E M
∇
e φ∗ X (φ∗ Y ), φ∗ Z + φ∗ Y, ∇
e φ∗ X (φ∗ Z) =
M
f M
f
−1
φ∗ X hφ∗ Y, φ∗ ZiM f = φ∗ X hY, ZiM ◦ φ =
X hY, ZiM ,
e X Y − (φ∗ ∇)
(φ∗ ∇) e Y X − [X, Y ] = φ−1
∗ (∇φ∗ X (φ∗ Y ) − ∇φ∗ Y (φ∗ X)) − [X, Y ]
e e
= φ−1
∗ ([φ∗ X, φ∗ Y ]) − [X, Y ]
=0
30 3. Geodetiche Riemanniane
Quindi φ∗ ∇
e è una connessione Riemanniana di g su M . Per l’unicità
data dal Teorema 3.1.3 risulta φ∗ ∇
e = ∇.
(φ∗ D
e t )V = φ−1 (D
∗
e t φ∗ V ).
φ∗ D
e t possiede le proprietà che caratterizzano una derivata covariante,
quindi per l’unicità della derivata covariante data dal Lemma 2.3.1 si
ha che φ∗ D
e t = Dt .
D
e t σ̇ = D
e t (φ∗ γ̇) = φ∗ Dt γ̇ = φ∗ 0 = 0,
exp(V ) = γV (1).
Dimostrazione. Basta dimostrare che γcV (t) esiste e che vale la (3.4) quando
γV (ct) è definito; il viceversa segue sostituendo V , t e c rispettivamente con
cV , ct e 1c .
Per alleggerire la notazione si scriverà γ = γV . Si definisce una curva
e(t) := γ(ct) su c−1 I := {t | ct ∈ I}. Bisogna provare che γ
γ e è una geo-
detica di punto iniziale p e velocità iniziale cV ; per l’unicità si avrà quindi
che γ
e = γcV .
Dalla definizione di γ
e segue che γ
e(0) = γ(0) = p. Inoltre, scrivendo γ in
coordinate locali come γ(t) = (γ 1 (t), . . . , γ n (t)) si ha
i d
e˙ (t) = γ i (ct) = cγ̇ i (ct),
γ
dt
e˙ (0) = cγ̇(0) = cV .
quindi in particolare γ
Per dimostrare che γ
e è una geodetica, indichiamo con Dt e D
e t le derivate co-
varianti rispettivamente lungo γ e γ
e. Sfruttando il fatto che γ è una geodetica
si ottiene
d k i j
D e˙ (t) =
e tγ e˙ (t) + Γij (e
γ k
γ (t))γe˙ (t)γ
e˙ (t) ∂k
dt
= c2 γ̈ k (ct) + c2 Γkij (γ(ct))γ̇ i (ct)γ̇ j (ct) ∂k
= c2 Dt γ̇(ct).
32 3. Geodetiche Riemanniane
Quindi anche γ
e è una geodetica e γ
e = γcV .
γV (t) = exp(tV )
(iii) Il fatto che la mappa esponenziale sia liscia segue dal teorema di esisten-
za e unicità delle geodetiche (Teorema 2.4.1). Per (ii) γV (t) = exp(tV ),
dove γV è soluzione dell’equazione delle geodetiche
p : U −→ R .
φ := E −1 ◦ exp−1 n
(3.5)
nello spazio Euclideo, essa equivale alla distanza dall’origine. Il campo vet-
toriale radiale unitario ∂/∂r è dato da
∂ xi ∂
:= . (3.7)
∂r r ∂xi
3.3 Intorni e coordinate normali 35
Geodetiche e distanza
37
38 4. Geodetiche e distanza
Dimostrazione. Si ha
Z d Z d Z d
˙
d
L(eγ) = γ (t) dt = (γ ◦ φ)(t) dt = γ̇(φ(t))φ̇(t) dt
e dt
c c c
Z b
= |γ̇(s)| ds = L(γ).
a
Definizione 4.3. Una curva regolare è una curva liscia γ : I −→ M tale che
γ̇(t) 6= 0 per ogni t ∈ I.
γ̇(a−
i ) := lim− γ̇(t),
t→ai
γ̇(a+
i ) := lim+ γ̇(t), .
t→ai
d(p, q) := inf{L(γ) | γ è una curva regolare a tratti con γ(a) = p e γ(b) = q}.
C1 |V |ḡ ≤ |V |g ≤ C2 |V |ḡ .
Sia adesso α piccolissimo e siano p, q ∈ B(x, α). Se una curva γ che connette
p e q esce da B(x, ) allora la sua lunghezza è almeno C1 (1 − α) mentre il
42 4. Geodetiche e distanza
ogni (s, t), e tale che V |(−,)×[eai−1 ,eai ] sia liscia per una suddivisione più fine
a=e
a0 < . . . < e
am = b.
si ha
∂xk ∂xk
∂t Γ = ∂k e ∂s Γ = ∂k .
∂t ∂s
Usando la scrittura in coordinate della derivata covariante lungo una curva
data dalla formula (2.7) si ottiene
2 k i ∂xj
Ds ∂t Γ = ∂∂s∂t
x
+ ∂x
∂t ∂s ji
Γ k
∂k
2 k i ∂xj
Dt ∂s Γ = ∂∂t∂s
x
+ ∂x
∂s ∂t ji
Γk ∂k .
Dimostrazione. Si scriva
Quindi
0 se (s, t) = (0, 0)
hS, T i =
hX, γ̇(1)i se (s, t) = (0, 1)
∂
hS, T i = hDt S, T i = + hS, Dt T i
∂t
= hDs T, T i + 0
1 ∂
= |T |2 = 0.
2 ∂s
Dimostrazione. Sia > 0 tale che expp (B (0)) è una palla geodetica che con-
tiene q. Sia γ : [0, R] −→ M la geodetica radiale da p a q parametrizzata
rispetto alla lunghezza d’arco, per cui γ(t) = expp (tV ) per un opportuno
vettore unitario V ∈ Tp M . Allora L(γ) = R siccome γ ha velocità unitaria,
bisogna dimostrare che ogni curva ammissibile da p a q ha lunghezza stret-
tamente maggiore di R.
Sia SR = expp (∂BR (0)) la sfera geodetica di raggio R e sia σ : [0, b] −→ M
una curva ammissibile da p a q parametrizzata rispetto alla lunghezza d’arco.
Si inizia dimostrando che L(σ) ≥ L(γ), poi si dimostrerà che la disuguaglian-
za è stretta.
Sia a0 ∈ [a, b] tale che σ(t) 6= p per per t > a0 e sia b0 ∈ [a, b] tale che
σ(t) ∈ SR per ogni a0 < t < b0 . Per ogni t ∈ [a, b] si può scomporre σ̇(t) cosı̀
∂
σ̇(t) = α(t) + X(t),
∂r
dove X(t) è tangente alla sfera geodetica per σ(t).
Per il lemma di Gauss questa le due componenti sono ortogonali, quin-
di |σ̇(t)|2 = α(t)2 + |X(t)|2 ≥ α(t)2 . Inoltre per il Corollario 4.2.7 si ha
50 4. Geodetiche e distanza
Quindi γ è minimizzante.
Se si avesse L(σ) = R, entrambe le disuguaglianze nella formula precedente
sarebbero uguaglianze. Siccome σ ha velocità unitaria, la prima uguaglianza
implica che a0 = 0 e b0 = b = R, perché altrimenti i tratti di σ prima di a0
e dopo b0 contribuirebbero con lunghezze positive. La seconda uguaglianza
implica che X(t) ≡ 0 e α(t) > 0, quindi σ̇(t) è un multiplo positivo di ∂/∂r.
Perché σ abbia velocità unitaria si deve avere σ̇(t) = ∂/∂r. Quindi σ e γ
sono entrambi curve integrali di ∂/∂r passanti per q al tempo t = R, quindi
σ = γ.
Questo corollario suggerisce una diversa notazione per palle e sfere geode-
tiche su M . Se U = expp (BR (0) è una palla geodetica intorno a p, il corollario
afferma che U è la palla di raggio R e centro p. Analogamente la sfera di
raggio R è l’insieme dei punti la cui distanza da p è R. Si possono usare le no-
tazioni BR (p) = expp (BR (0)), B̄R (p) = expp (B̄R (0)) e SR (p) = exp(∂BR (0))
per palle geodetiche aperte e chiuse e sfere geodetiche.
4.2 Geodetiche e curve minimizzanti 51
Applicazioni
53
54 5. Applicazioni
x = r cos θ
y = r sin θ
cos θ −r sin θ
J = .
sin θ r cos θ
2 2
cos θ + sin θ −r sin θ cos θ + r sin θ cos θ
ḡpol = J T IJ =
2 2 2 2
−r cos θ sin θ + r cos θ sin θ r sin θ + r cos θ
1 0
= .
2
0 r
dγ̇ k dγ̇ k
j i k
Dt γ̇(t0 ) = (t0 ) + γ̇ (t0 )γ̇ (t0 )Γij (γ(t0 )) ∂k = (t0 )∂k .
dt dt
5.2 Le sfere
Indichiamo SRn la sfera di raggio R in Rn . Indicata ι la sua inclusione in
Rn+1 , si ha che SRn può essere dotata della metrica g̊R indotta dalla metrica
Euclidea di Rn+1 . Volendo dare l’espressione esplicita di g̊ nel caso di SR2 in
R3 , si danno le equazioni in coordinate sferiche:
x = R sin φ cos θ
y = R sin φ sin θ
z = R cos φ
con −π < θ < π e 0 < φ < π. La metrica Euclidea può essere scritta nella
forma ds2 = dx2 + dy 2 + dz 2 , e calcolando dx, dy e dz si trova
Una base per lo spazio tangente Tφ(x,y) SR2 è allora data dalle derivate parziali
di ϕ
−x
X1 = 1, 0, √ 2 2 2
R −x −y
−y
X2 = 0, 1, √ .
R2 −x2 −y 2
56 5. Applicazioni
2
(σ −1 )∗ g̊R (v, v) = g̊R (Dx σ −1 (v), Dx σ −1 (v)) = Dx σ −1 (v) .
Ora,
quindi
4R4
−1 ∗
(σ ) g̊R (v, v) = 2 |v|2 ,
2
(|x| + R ) 2
cioè
4R4
(σ −1 )∗ g̊R = ḡ,
(|x|2 + R2 )2
quindi (σ −1 )∗ g̊R è conforme alla metrica Euclidea, e la proiezione stereografica
è un’equivalenza conforme.
Effettuando i calcoli si ha
(∂φ gθl + ∂θ gφl − ∂l gφθ ) g lθ
Γθφθ =
2
(∂φ gθφ + ∂θ gφφ − ∂φ gφθ ) g φθ (∂φ gθθ + ∂θ gφθ − ∂θ gφθ ) g θθ
= +
2 2
1
= ∂φ (R2 sinφ ) 2 2 = arctan φ,
R sin φ
φ :R × I −→ R3
(θ, t) 7−→ (a(t) cos θ, a(t) sin θ, b(t)).
quindi si ottiene
1 1 2 1 a(t)ȧ(t)
Γ12 = 2 (a(t)) (∂θ g21 + ∂t g11 − ∂θ g12 ) + 2 0 = (a(t))2
Γ212 = 12 0 + 2[(ȧ(t))21+(ḃ(t))2 ] (∂θ g22 + ∂t g12 − ∂t g12 ) = 0
Γ122 = 21 (a(t))2 (∂t g21 + ∂t g21 − ∂θ g22 ) + 21 0 = 0
Γ222 = 12 0 + 2[(ȧ(t))21+(ḃ(t))2 ] (∂t g22 + ∂t g22 − ∂t g22 ) = ȧ(t)ä(t)+ ḃ(t)b̈(t)
(ȧ(t))2 +(ḃ(t))2
.
cioè, siccome ṫ 6= 0,
ȧä + ḃb̈
ẗ = −ṫ2 .
ȧ2 + ḃ2
Quindi i meridiani sono geodetiche.
5.4.3 Le geodetiche
Una curva γ(t) = (x1 (t), . . . , x3 (t)) è una geodetica se e solo se le sue
componenti soddisfano l’equazione delle geodetiche (2.8), che in questo caso
diventa
1 4 2 2 1 1 2 3
ẍ (t) = ẋ (−2x ẋ + 2x ẋ + ẋ )
ẍ2 (t) = − 4 ẋ1 (−2x2 ẋ1 + 2x1 ẋ2 + ẋ3 )
ẍ3 (t) = 8 (x1 ẋ1 + x2 ẋ2 )(−2x2 ẋ1 + 2x1 ẋ2 + ẋ3 ).
quindi
−2x2 ẋ1 (t) + 2x1 ẋ2 (t) + ẋ3 (t) = C0 ,
5.4 Il gruppo di Heisenberg 63
C1
−2x2 ẋ1 (t) + 2x1 ẋ2 (t) + ẋ3 (t) = .
4
x1 (t) = −A sin(C1 t + C2 )
x2 (t) = A cos(C1 t + C2 )
Inoltre:
C1
x3 (t) = ( + 2C1 A2 )t.
4
2y −2x 1 0 0 0 0 1
X1 = ∂1 + 2x2 ∂3 , X2 = ∂2 − 2x1 ∂3 .
x1 (t) = −A sin(C1 t + C2 )
x2 (t) = A cos(C1 t + C2 )
x3 (t) = 2C1 A2 t.
[7] Oprea John, Differential Geometry and Its Applications, Prentice Hall,
Upper Saddle River, NJ 1997.
65