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Raccolta definizioni Analisi 2

Ingegneria Informatica
2021 - 2022

1
Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Definizioni capitolo 1:
Sezione 1
Def.
Dati gli insiemi A1 , . . . , An poniamo:

A1 × · · · × An := {(x1 , . . . , xn ) : x1 ∈ A1 , . . . , xn ∈ An }

Se A1 , . . . , An coincidono tutti con un certo insieme A, scriveremo An in alternativa a A × · · · × A.

Def.
Siano x = (x1 , . . . , xn ) e y = (y1 , . . . , yn ) elementi di Rn . Definiamo come loro prodotto scalare e
indichiamco col simbolo < x, y > oppure x · y il numero reale
n
X
< x, y >= x · y = x1 y1 + · · · + xn yn = x jy j
j=1

Def.
Sia x = (x1 , . . . , x2 ) ∈ Rn . Indichiamo con kxk e chiamiamo norma euclidea di x il numero reale
v
t n
√ X
kxk = x · x = x2j
j=1

Def.
Siano x e y elementi di Rn . Poniamo

d(x, y) := kx − yk

Chiameremo d, che è una funzione Rn × Rn → R, la metrica euclidea in Rn .

Sezione 2
Def.
Siano x ∈ Rn e r > 0. Poniamo

B(x, r) := {y ∈ Rn : d(x, y) = kx − yk < r}

Chiameremo B(x, r) palla aperta di centro x e raggio r.

Def.

Siano A ⊆ Rn , x0 ∈ Rn . diremo che x0 appartiene all’interno di A (e scriveremo x ∈ A) se esiste una
palla aperta B(x0 , r) con r > 0, tale che B(x0 , r) ⊆ A

Def.

Sia A ⊆ Rn . diremo che A è aperto se A = A.

2
Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Def.
Siano A ⊆ Rn , x0 ∈ Rn . Diremo che x0 appartiene alla frontiera di A, e scriveremo x0 ∈ Fr(A), se
ogni palla aperta B(x0 , r), con r > 0, contiene sia elementi appartenenti ad A sia elementi non appartenenti
ad A.

Def.
Sia A ⊆ Rn , diremo che A è chiuso se Fr(A) ⊆ A.

Def.
Sia A ⊆ Rn . Chiamiamo chiusura di A e indichiamo col simbolo Ā, l’insieme

Ā := A ∪ Fr(A)

Sezione 3
Def.
Siano A ⊆ Rn e x0 ∈ Rn . diremo che x0 è un punto di accumulazione per A se ∀r > 0, A ∩ B(x0 , r)
contiene qualche elemento distinto da x0 .

Def.
Sia A ⊆ Rn , definiamo con D(A) l’insieme dei punti di accumulazione di A (anche detto insieme
derivato di A).

Def.
Siano n e m numeri naturali, A ⊆ Rn , f : A → Rm , x0 ∈ D(A), l ∈ Rm . Scriveremo

lim f (x) = l
x→x0

se ∀ǫ > 0 esiste δ(ǫ) > 0 tale che ∀x ∈ A ∩ Bn (x0 , δ(ǫ)) con x , x0 si ha

k f (x) − lkm < ǫ

Sezione 4
Def.
Siano n, m ∈ N, A ⊆ Rn , x0 ∈ A, f : A → Rm . Diremo che f è continua in x0 se ∀ǫ > 0 esiste δ(ǫ) > 0
tale che ∀x ∈ Bn (x0 , δ(ǫ)) ∩ A si ha
k f (x) − f (x0 )km < ǫ
Diremo che f è continua in A se è continua in corrispondenza di ogni x0 ∈ A.

Def.
Sia A ⊆ Rn . Diremo che A è limitato se esiste M ≥ 0 tale che kxk ≤ M ∀x ∈ A.

Sezione 5
Def.
Siano x, y ∈ Rn . Poniamo
[x, y] := {x + t(y − x) : t ∈ [0, 1]}

3
Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Chiameremo [x, y] il segmento con estremi x e y.

Def.
Sia A ⊆ Rn , diremo che A è convesso se ∀x, y ∈ A, [x, y] ⊆ A.

Def.
Sia A ⊆ Rn . Diremo che A è connesso per archi se, comunque si prendano x, y ∈ A, esistono a e b
reali con a ≤ b e φ : [a, b] → Rn continua, tali che:

• φ(a) = x, φ(b) = y

• φ([a, b]) ⊆ A

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Definizioni capitolo 2:
Sezione 1
Def.
Siano A ⊆ Rn , v ∈ Rn , x0 ∈ A. Poniamo

A x0 ,v := {t ∈ R : x0 + tv ∈ A}

Sia f : A → R. per t ∈ A x0 ,v \{0}, poniamo

f (x0 + tv) − f (x0 )


r x0 ,v (t) :=
t
e supponiamo che 0 ∈ D(A x0 ,v ). Se esiste

f (x0 + tv) − f (x0 )


lim r x0 ,v (t) = lim
t→0 t→0 t
∂f
lo chiameremo derivata di f rispetto al vettore v in x0 e lo indicheremo con la notazione 0
∂v (x ).

Def.
Siano A ⊆ Rn , 1 ≤ j ≤ n, x0 ∈ A e e j il j-esimo elemento della base canonica di Rn tale che
0 ∈ D(A x0 ,e j ).
∂f
Chiamiamo, se esiste, derivata parziale prima rispetto alla variabile x j nel punto x0 la derivata ∂e 0
j (x )
∂f 0 0
(indicata come ∂x j (x ) o D j f (x )).

Sezione 2
Def.
Siano A ⊆ Rn aperto, f : A → R. Diremo che f è di classe C 1 in A, se ∀x ∈ A, ∀ j ∈ {1, . . . , n} esiste a
valori reali D j f (x). Inoltre le funzioni f, D1 f, . . . , Dn f sono continue su A.

Def.
Siano A un aperto in Rn , f ∈ C 1 (A), x ∈ A. Chiamiamo gradiente di f in x e indichiamo come ∇ f (x)
il vettore
∇ f (x) := (D1 f (x), . . . , Dn f (x))
.

Sezione 3
Def.
Siano A ⊆ Rn , f : A → R, 1 ≤ j ≤ n. Poniamo

A j := {x ∈ A : ∃ D j f (x) ∈ R}

Su A j è definita la funzione D j f , che associa a ogni elemento di x di A j la derivata D j f (x). Se x ∈ A j e


1 ≤ i ≤ n, può esistere la derivata Di (D j f )(x) di D j f in x. Essa viene chiamata derivata seconda di f in
x rispetto alle variabili xi , x j (nell’ordine) e viene indicata con uno dei simboli

∂2 f
Di j f (x) (x)
∂xi ∂x j
o
∂2 f
D2j f (x) (x)
∂x2j

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

se i = j.
Iterando il procedimento, si possono definire derivate n-esime. Dato k ∈ N, j1 , . . . , jk ∈ {1, . . . , n},
non neccessariamente a due a due distinti tra loro, porremo

∂k f
D j1 ... jk f (x)
∂x j1 . . . ∂x jk

Def.
Siano A un aperto di Rn , f : A → R. Diremo che f è di classe C k (indicato con f ∈ C k (A)) se possiede
a valori reali tutte le derivate parziali di ordine non superiore a k in ogni punto di A e tali derivate sono
continue in A.
Se f ∈ C k (A) per ogni k ∈ N, scriveremo f ∈ C ∞ (A).

Sezione 4
Def.
Siano A un aperto in Rn , k ∈ N, f ∈ C k (A), x0 ∈ A, con X 0 = (x10 , . . . , xn0 ). Chiamiamo polinomio di
Taylor di grado non superiore a k con punto iniziale x0 per f il seguente:

P(x1 , . . . , xn ) =
n
X
= f (x0 ) + D j f (x0 )(x j − x0j ) + . . .
j=1
n n
1X X
... + ··· D j1 ... ji f (x0 )(x j1 − x0j1 ) . . . (x ji − x0ji ) + . . .
i! j =1 j =1
1 i
n n
1 X X
... + ··· D j1 ... jk f (x0 )(x j1 − x0j1 ) . . . (x jk − x0jk )
k! j =1 j =1
1 k

Sezione 5
Def.
Siano n ∈ N, A ⊆ Rn , f : A → R, x0 ∈ A.
Diremo che x0 è un punto di minimo relativo per f se esiste δ ∈ R+ , tale che

f (x0 ) ≤ f (x) ∀x ∈ A ∩ B(x0 , δ)

Diremo che x0 è un punto di massimo relativo per f se esiste δ ∈ R+ , tale che

f (x0 ) ≥ f (x) ∀x ∈ A ∩ B(x0 , δ)

E chiameremo estremanti relativi di f i suoi punti di massimo o minimo relativo.

Def.
Siano n ∈ N, A ⊆ Rn aperto, f ∈ C 1 (A), x0 ∈ A. Diremo che x0 è un punto critico di f se ∇ f (x0 ) = O.

Def.

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Una forma quadratica in Rn è una funzione polinomiale Q : Rn → R, della forma


n X
X n
Q(h1 , . . . , hn ) = ai j hi h j
i=1 j=1

con ai j ∈ R e 1 ≤ i, j ≤ n.

Def.
Sia Q una forma quadratica in Rn . Diremo che:
• Q è semidefinita positiva se Q(h) ≥ 0 ∀h ∈ Rn
• Q è definita positiva se Q(h) > 0 ∀h ∈ Rn
• Q è semidefinita negativa se Q(h) ≤ 0 ∀h ∈ Rn
• Q è definita negativa se Q(h) < 0 ∀h ∈ Rn

Sezione 6
Le definizioni della Sezione 1 e seguenti si limitano a R, ma è possibile generalizzarle nei seguenti modi:

Def.
Siano m, n ∈ N, A ⊆ Rn , v ∈ Rn , x0 ∈ A.
Sia f : A → Rm . per t ∈ A x0 ,v \{0}, poniamo

f (x0 + tv) − f (x0 )


r x0 ,v (t) :=
t
e supponiamo che 0 ∈ D(A x0 ,v ). Se esiste

f (x0 + tv) − f (x0 )


lim r x0 ,v (t) = lim
t→0 t→0 t
∂f
lo chiameremo derivata di f rispetto al vettore v in x0 e lo indicheremo con la notazione 0
∂v (x ).

Def.
Siano m, n ∈ N A ⊆ Rn , f : A → Rm , 1 ≤ j ≤ n. Poniamo

A j := {x ∈ A : ∃ D j f (x) ∈ Rm }

Su A j è definita la funzione D j f , che associa a ogni elemento di x di A j la derivata D j f (x). Se x ∈ A j e


1 ≤ i ≤ n, può esistere la derivata Di (D j f )(x) di D j f in x. Essa viene chiamata derivata seconda di f in
x rispetto alle variabili xi , x j (nell’ordine) e viene indicata con uno dei simboli

∂2 f
Di j f (x) (x)
∂xi ∂x j
o
∂2 f
D2j f (x) (x)
∂x2j
se i = j.
Iterando il procedimento, si possono definire derivate n-esime. Dato k ∈ N, j1 , . . . , jk ∈ {1, . . . , n},
non neccessariamente a due a due distinti tra loro, porremo

∂k f
D j1 ... jk f (x)
∂x j1 . . . ∂x jk

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Def.
Siano n, m ∈ N, A un aperto di Rn , f : A → Rm . Diremo che f è di classe C k (indicato con f ∈
C (A; Rm )) se possiede a valori reali tutte le derivate parziali di ordine non superiore a k in ogni punto di
k

A e tali derivate sono continue in A.


Se f ∈ C k (A; Rm ) per ogni k ∈ N, scriveremo f ∈ C ∞ (A; Rm ).

Def.
Siano m, n ∈ N, A ⊆ Rn , f ∈ C 1 (A; Rm ), x0 ∈ A. Chiamiamo matrice jacobiana di f in x0 , e
indichiamo con la notazione J f (x0 ), la matrice
 ∂ f1 0 ∂ f1 0 
 ∂x1 (x ) ... ∂xn (x ) 

 .. .. .. 
 
 . . . 
∂ fm 0 ∂ fm 0 
∂x1 (x ) ... ∂xn (x )

Sezione 7
Sezione 8

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Definizioni capitolo 3:
Sezione 1
Def.
Definiamo equazioni differenziali ordinarie, le equazioni appartenenti alla categoria delle equazioni
funzionali, che hanno forma generale del tipo

x(m) (t) = f (t, x(t), . . . , x(m−1) (t))

Con
f : Ω → Rn
e Ω aperto in Rmn+1 . In questo caso diremo anche che l’equazione è di ordine m.

Def.
Siano Ω un aperto in Rnm+1 , f : Ω → Rn . Una soluzione locale dell’equazione è una funzione
x : I → Rn , tale che:

• I è un intervallo in R con interno non vuoto;

• x è derivabile m volte in I
• ∀t ∈ I (t, x(t), . . . , x(m−1) (t)) ∈ Ω e vale x(m) (t) = f (t, x(t), . . . , x(m−1) (t))

Sezione 2
Def.
Siano Ω un aperto in Rn+1 , f : Ω → Rn , t0 ∈ R, x0 ∈ Rn , tali che (t0 , x0 ) ∈ Ω. Per soluzione locale del
problema di Cauchy 
 x′ (t) = f (t, x(t))


 x(t0 ) = x0

intendiamo una soluzione locale x dell’equazione x′ (t) = f (t, x(t)), di dominio I, tale che t0 ∈ I e x(t0 ) = x0 .

Def.
Siano Ω un aperto in Rnm+1 , f : Ω → Rn . una soluzione locale x di un’equazione differenziale
ordinaria si dice massimale se non esiste un’altra soluzione locale y che sia prolungamento proprio di x
(tale, cioè, che x sia una restrizione di y e il dominio di x non coincida col dominio di y)

Sezione 3
Def.
Siano Ω un aperto in Rnm+1 , f : Ω → Rn , t0 ∈ R, y0 , . . . , ym−1 elementi di Rn , tali che (t0 , y0 , . . . , ym−1 ) ∈
Ω.
Il problema di Cauchy relativo a x(m) (t) = f (t, x(t), . . . , x(m−1) (t)), con le condizioni iniziali y0 , . . . , ym−1
assegnate in t0 , consiste nel determinare le soluzioni locali x dell’equazione, tali che, in più verificano le
seguenti condizioni

• t0 appartiene al dominio di x

• x(t0 ) = y0 , . . .
. . . , x( j) (t0 ) = y j , . . .
. . . , x(m−1) (t0 ) = ym−1

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Sezione 4
Sezione 5
Def.
Un’equazione differenziale ordinaria m (m ∈ N) è un’equazione della forma

x(m) (t) = a0 (t)x0 (t) + · · · + a j (t)x( j) (t) + · · · + am−1 (t)x(m−1) (t) + b(t)

con a0 , . . . , am−1 , b : I → R continue e I intervallo aperto in R.


L’equazione si dice omogenea se b(t) = 0 ∀t ∈ I.

Def.
Consideriamo un’equazione differenziale lineare come nella definizione precedente. L’insieme delle
soluzioni massimali (e quindi di dominio I) si chiama integrale generale dell’equazione.

Def.
Data un’equazione differenziale lineare omogenea di ordine m, si definisce sistema fondamentale di
soluzioni una base qualunque dell’integrale generale. Tutti i sistemi fondamentali di soluzioni hanno m
elementi.

Def.
Siano a0 , . . . , am−1 ∈ R. Chiameremo polinomio caratteristico dell’equazione

x(m) (t) = a0 x(t) + · · · + a j x( j) (t) + · · · + am−1 xm−1 (t)

il polinomio
P(λ) := λm − am−1 λm−1 − · · · − a j λ j − · · · − a0

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Definizioni capitolo 4:
Sezione 1
Sezione 2
Def.
Sia I un intervallo limitato in R. Poniamo

sup(I) − inf(I)

 se I,∅
l(I) := 
0
 se I=∅
Chiameremo l(I) lunghezza dell’intervallo I.

Def.
Sia I ⊆ Rn . Diremo che I è un intervallo n-dimensionale se esistono I1 , . . . , In , intervalli limitati in
R, tali che
I = I1 × · · · × In

Def.
Sia I un intervallo n-dimensionale, I = I1 × · · · × In e I1 , . . . , In intervalli limitati in R. Chiamiamo
volume n-dimensionale di I (indicato con voln (I)), il numero reale
voln (I) = l(I1 ) · . . . · l(In )

Sezione 3
Def.
Sia E ⊆ Rn . Dato E generico sottoinsieme di Rn , poniamo

X [
Ln∗ (E) := inf{ voln (I k ) : E ⊆ Ik}
k=1 k∈N

Chiamiamo Ln∗ (E) misura esterna di E.

Sezione 4
Def.
Sia A ⊆ Rn definiamo il complementare di A, Ac come
Ac := Rn \A

Def.
Siano n ∈ N e A ⊆ Rn . Diremo che A è misurabile secondo Lebesgue se, ∀E ∈ Rn ,
Ln∗ (E) = Ln∗ (E ∩ A) + Ln∗ (E ∩ Ac )
Indichiamo con Mn la classe degli insiemi misurabili secondo Lebesgue in Rn .

Def.
Sia n ∈ N. Indichiamo con Ln la restrizione della funzione misura esterna Ln∗ a Mn . Chiameremo Ln
misura di Lebesgue in Rn .

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Sezione 5
Def.
Siano n ∈ N, A ∈ Mn , f : A → R. Diremo che f è una funzione semplice se esistono A1 , . . . , Am ,
sottoinsiemi misurabili di A a due a due disgiunti, con unione A, e dei numeri reali α1 , . . . , αm , tali che, se
x ∈ Ai allora f (x) = αi , con (1 ≤ i ≤ m).

Def.
Siano n ∈ N, A ∈ Mn , f : A → R semplice, a valori non negativi. Allora esistono A1 , . . . , Am ,
sottoinsiemi misurabili di A a due a due disgiunti, con unione A, e dei numeri reali non negativi α1 , . . . , αm ,
tali che, se x ∈ Ai , allora f (x) = αi . Poniamo
Z m
X
f (x)dx := αi Ln (Ai )
A i=1
R
Chiameremo A
f (x)dx integrale nel senso di Lebesgue di f su A.

Sezione 6
Def.
Considero la retta reale estesa, indicata con

[+∞, −∞] = R ∪ {+∞, −∞}

Def.
Siano n ∈ N, A ∈ Mn , f : A → [+∞, −∞]. Diremo che f è misurabile se esiste una successione
(φk )k∈N di funzioni semplici di dominio A, tale che

∀x ∈ A f (x) = lim φk (x)


k→+∞

Def.
Siano n ∈ N, A ∈ Mn , f : A → [0, +∞] misurabile, φ : A → R semplice. Poniamo
Z Z
f (x)dx := sup{ φ(x)dx : 0 ≤ φ(x) ≤ f (x) ∀x ∈ A}
A A

Sezione 7
Def.
Definiamo 
φ+ : R → R



φ+ (x) = max{x, 0}


φ− : R → R



φ− (x) = max{−x, 0}

ciò permette di ottenere due funzioni non negative ausiliarie.

Def.

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Siano A un insieme (arbitrario) f : A → R. Poniamo

f± := φ± ◦ f

Def. R
Siano n ∈ N, A ∈ MN , f : A → R misurabile. Diremo che f è sommabile se A | f (x)|dx < +∞. In tal
caso poniamo Z Z Z
f (x)dx := f+ (x)dx − f− (x)dx
A A A

Sezione 8
Sezione 9
Def.
Siano n ∈ N, A ∈ Mn , P(x) una certa affermazione dipendente da x ∈ A. Diremo che P(x) vale quasi
dappertutto in A o per quasi ogni x appartenente ad A se {x ∈ A : P(x) non vale} è misurabile e ha misura
0.

Sezione 10
Def.
Siano A ∈ Mn , f : A → [0, +∞], oppure f : A → R. Diremo che f è integrabile se nel primo caso è
misurabile, nel secondo è sommabile.

Def.
Siano Ω un aperto in Rn , T : Ω → Rn . Diremo che T è un cambiamento di variabile se si verificano
tutte le seguenti condizioni:
• T è iniettiva;

• T è di classe C 1 ;

• ∀x ∈ Ω, il determinante della matrice jacobiana JT (x) è diverso da 0;

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Definizioni capitolo 5:
Sezione 1
Def.
Un cammino continuo α è una funzione continua da J a Rn , con J intervallo chiuso e limitato in R.
Se J = [a, b], α(a) e α(b) appartengono a Rn e si chiamano estremi del cammino.
Se α ∈ C 1 (J; Rn ), si dice che è un cammino di classe C 1 .

Def.
Sia J = [a, b]. Diremo che α ∈ C 1 a tratti se esistono t0 , t1 , . . . , tk , con a = t0 < t1 < · · · < tk = b tali
che, per j = 1, . . . , k si ha α[t j−1 ,t j ] è di classe C 1 . L’immagine α(J) si chiama sostegno di α.

Def.
Siano α : [a, b] → Rn e β : [c, d] → Rn due cammini continui. Essi si dicono equivalenti se esiste
u : [c, d] → [a, b], iniettiva e suriettiva, di classe C 1 con u′ (s) , 0 per ogni s ∈ [c, d], tale che

β(s) = α(u(s)) ∀s ∈ [c, d]

Inoltre diremo che α e β sono poritivamente equivalenti se u è crescente.

Def.
Sia α : [a, b] → Rn un cammino continuo. Chiameremo lunghezza di α e indicheremo con l(α)
k
X
sup{ kα(t j ) − α(t j−1 )k : k ∈ N, a = t0 < t1 < · · · < tk = b}
j=1

Diremo che α è rettificabile se l(α) < +∞.

Sezione 2
Def.
Siano a, b ∈ R, α ∈ C 1 ([a; b], R), f : α([a, b]) → R. Supponiamo che t → f (α(t))kα′ (t)k sia
sommabile in [a, b]. Allora poniamo
Z Z
f (x)ds := f (α(t))kα′ (t)kdt
α [a,b]
R
Chiamiamo α
f (x)ds integrale curvilineao di prima specie di f sul cammino α.

Def.
Siano a, b ∈ R, con a < b, α ∈ C([a, b]; Rn ) di classe C 1 a tratti. Siano a = t0 < t1 < · · · < tk = b, tali
che, per ciascun
R j = 1, . . . , k, a j := α[t j−1 ,t j ] è di classe C 1 . Sia poi f : α([a, b]) → R, tale che, per ciascun
j è definito α j f (x)ds. Poniamo allora
Z Z Z k Z
X
f (x)ds = f (x)ds + · · · + f (x)ds = f (x)ds
α α1 αk j=1 αj

Def.

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Siano a, b ∈ R, con a < b, α ∈ C 1 ([a, b]; Rn ), f : α([a, b]) → Rn . Supponiamo che t → f (α(t)) · α′ (t)
sia sommabile in [a, b]. Allora poniamo
Z Z
f · dα := f (α(t)) · α′ (t)dα
[a,b]
R
Chiamiamo f · dα integrale curvilinea di seconda specie di f sul cammino di α.

Def.
Siano a, b ∈ R, con a < b, α ∈ C([a, b]; Rn ), di classe C 1 a tratti. Siano a = t0 < t1 < · · · < tk = b, tali
che, per ciascun
R j = 1, . . . , k, α j := α[t j−1 ,t j ] è di classe C 1 . Sia poi f : α([a, b]) → Rn , tale che, per ciascun
j è definito f · dα j . Poniamo allora
Z Z Z
1
f · dα := f · dα + · · · + f · dαk

Sezione 3
Def.
Sia A un aperto connesso per archi in Rn .
Definiamo campo vettoriale in A una funzione F : A → Rn continua.
Definiamo potenziale del campo vettoriale F una funzione U ∈ C 1 (A), tale che ∇U(x) = F(x) ∀x ∈ A.
Il campo vettoriale F si dice esatto se possiede dei potenziali.

Def.
Siano A un aperto connesso per archi in Rn , F ∈ C 1 (A; Rn ). Diremo che il campo vettoriale F è chiuso
se ∀i, j ∈ {1, . . . , n}
∂Fi ∂F j
=
∂x j ∂xi

Def.
Siano A un aperto connesso per archi in Rn , F ∈ C(A; Rn ). Diremo che il campo vettoriale F conser-
vativo se, comunque si prendono due cammini α e β di classe C 1 a tratti, con sostegno in A e aventi lo
stesso primo estremo e lo stesso secondo estremo, si ha
Z Z
F · dα = F · dβ

Def.
Siano A ⊆ Rn , x0 ∈ A. Diremo che A è stellato rispetto a x0 se, ∀x ∈ A, [xO , x] ⊆ A

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Definizioni capitolo 6:
Sezione 1
Def.
Siano n ∈ N e gamma : [a, b] → Rn un cammino continuo. Diremo che γ è

• semplice se le restrizioni di γ a [a, b[ e a ]a, b] sono iniettive

• regolare se è di classe C 1 , semplice e γ′ (t) , 0 ∀t ∈ [a, b]

Def.
Sia Ω un aperto in R2 . Diremo che Ω è regolare se

• è limitato e connesso per archi

• Fr(Ω) è unione di una famiglia di sostegni di cammini γ1 , . . . , γ p regolari

• se 1 ≤ k < l ≤ p, i sostegni di γk e γl si intersecano al più negli estremi.

• se x ∈ Fr(Ω), esiste r > 0, tale che, se 0 < ρ < r, B(x, ρ)\Fr(Ω) è unione di due aperti U1 e U2
connessi per archi, tali che U1 ⊆ Ω, U2 ∩ Ω = ∅.

Def.
Siano m, n ∈ N, A ⊆ RN . Diremo che f ∈ C 1 (A : Rm ) se f ∈ C 1 (U; Rm ), per qualche U ⊆ Rn , U
aperto, tale che A ⊆ U. Nel caso m = 1 scriveremo semplicemente C 1 (A) invece di C 1 (A; R)

Def.
Siano Ω un aperto regolare in R2 , γ1 , . . . , γ p cammini regolari, di dominio rispettivamente [a, b], . . . , [a p , b p ].
Diremo che Fr(Ω) è positivamente orientata da γ1 , . . . , γ p se ∀ j ∈ {1, . . . , p}, ∀t ∈]a j , b j [

ν j (γ j (t)) = k(γ j )′ (t)k−1 ((γ2j )′ (t), −(γ1j )′ (t))

con ν j versore normale esterno a Ω sul sostegno di γ j .

Sezione 2
Def.
Sianox = x1 , x2 , x3 , y = y1 , y2 , y3 . Indichiamo con {e1 , e2 , e3 } la base canonica di R3 . Definiamo
prodotto vettoriale tra x e y, indicato con x ∧ y, il determinante della matrice:
 
 x1 x2 x3 
y1 y2 y3 
 1 
e e2 e3

Def.
Siano x, y, z elementi di R3 . Chiamiamo prodotto misto di x, y, z il numero reale

x∧y·z

16
Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Sezione 3
Def.
Sia S ⊆ R3 , diremo che S è una superficie regolare con bordo semplice e aperta se esistono Ω aperto
regolare in R2 e Φ ∈ C 1 (Ω̄, R3 ) tali che:

• Φ(Ω̄) = S

• Φ|Ω̄ è iniettiva
∂Φ ∂Φ
• ∀(θ, φ) ∈ Ω̄, ∂θ (θ, φ) e ∂φ (θ, φ) sono linearmente indipendenti.

Una coppia (Φ, Ω) con le precedenti proprietà è definita parametrizzazione di S .

Def.
Siano S una superficie regolare con bordo semplice, aperta e (Φ, Ω) una sua parametrizzazione. Defi-
niamo bordo di S e indichiamo col simbolo ∂S , l’insieme Φ(Fr(Ω)). La scelta non dipende dalla parame-
trizzazione.

Def.
Siano S una superficie regolare con il bordo semplice, aperta e (Φ, Ω) una sua parametrizzazione.
Chiamiamo area di S il numero reale (e indipendente dalla parametrizzazione)
Z
∂Φ ∂Φ
k (θ, φ) ∧ (θ, φ)kdθdφ
Ω̄ ∂θ ∂φ

Def.
Siano S una superficie regolare con il bordo semplice, aperta, (Φ, Ω) una sua parametrizzazione e
f : S → R. Diremo che f è integrabile su S se la funzione (θ, φ) → f (Φ(θ, φ))k ∂Φ ∂Φ
∂θ (θ, φ) ∧ ∂φ (θ, φ)k è
sommabile su Ω̄. In tal caso porremo, per definizione
Z Z
∂Φ ∂Φ
f (x)dσ := f (Φ(θ, φ))k (θ, φ) ∧ (θ, φ)kdθdφ
S Ω̄ ∂θ ∂φ
Quest’ultimo integrale si chiama integrale di superficie di f su S .

Def.
Sia S ⊆ R3 , diremo che S è una superficie regolare a tratti se

• S è connesso per archi

• esistono S 1 , . . . , S p superfici regolari con bordo semplici, aperte, tali che


p
[
S = Si
i=1

• se 1 ≤ i1 ≤ i2 ≤ p
S i1 ∩ S i2 = ∂S i1 ∩ ∂S i2

Definiremo area della superficie S la somma delle aree delle superfici regolari con bordo, semplici, aperte
S 1, . . . , S p

17
Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Def.
Siano S una superficie regolare con bordo semplice, aperta, x0 ∈ S \∂S , (Φ, Ω) una parametrizzazione
di S . Sia x0 = Φ(θ0 , φ0 ), con (θ0 , φ0 ) ∈ Ω.
Chiameremo spazio tangente a S in x0 , e indicheremo col simbolo T x0 (S ), il sottospazio di R3 generato
dai vettori ∂Φ ∂Φ
∂θ (θ, φ) e ∂φ (θ, φ).
Chiamiamo spazio normale a S in x0 , e indichiamo col simbolo N x0 (S ), il complemento ortogonale
di T x0 (S ) vale a dire l’insieme degli elementi di R3 che sono normali a ogni elemento di T x0 (S ).

Def.
Siano S una superficie regolare con bordo semplice, apeta, x0 ∈ S \∂S . Chiamiamo piano tangente a
S in x0 l’insieme {x0 + v : v ∈ T x0 (S )}

Def.
Sia S una superficie regolare con bordo semplice, aperta. Chiamiamo orientamento di S una funzione
ν : S → R3 tale che:

• ∀x ∈ S \∂S ν(x) ∈ N x (S )

• ∀x ∈ S kν(x)k = 1

• ν è continua

Def.
Siano S una superficie regolare con bordo, semplice, aperta, ν un orientamento di S , (Φ, Omega) una
parametrizzazione di S . Diremo che (Φ, Ω) è compatibile con ν se
Φ
θ (Ψ(x)) ∧ Φφ (Ψ(x))
ν(x) = Φ
∀x ∈ S
k θ (Ψ(x)) ∧ Φφ (Ψ(x))k

Con Ψ = (ΦΩ )−1


Chiameremo superficie orientata una coppia ordinata (S , ν), ove S è una superficie regolare con
bordo, semplice, aperta, ν è un orientamento di S .

Sezione 4
Def.
Sia Ω un aperto in R3 . Diremo che Ω è regoplare se
• è limitato e connesso per archi.

• Fr(Ω) è unione di una famiglia finita di superfici regolari con bordo semplici, aperte S 1 , . . . , S p

• Se 1 ≤ k < l ≤ p, S k ∩ S l = ∂S k ∩ ∂S l

• Se x ∈ Fr(Ω), esiste r > 0, tale che, se 0 < ρ < r, B(x, ρ)\Fr(Ω) è unione di due aperti U1 e U2
connessi per archi, tali che U1 ⊆ Ω, U2 ∩ Ω = ∅.

Def.

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Definizioni analisi 2 Ingegneria Informatica

Siano U un aperto connesso per archi in Rn , F : U → Rn un campo vettoriale di classe C 1 su U.


Chiameremo divergenza di F la funzione

div(F) : U → R


div(F)(x) = ni=1 ∂Fi (x)

 P
∂xi

Se (S , ν) è una superficie orientata con S ⊆ U, chiameremo flusso di F attraverso (S , ν) il valore dell’inte-


grale Z
F(x) · ν(x)dσ
S

Sezione 5
Def. Siano U un aperto connesso per archi in R3 , F un campo vettoriale di classe C 1 su U. Chimeremo
rotore di F, e indichiamo col simbolo rot(F) oppure ∇ × F, il campo vettoriale
 ∂ ∂ ∂ 
 ∂x1 ∂x2 ∂x3 

rot(F)(x) = det  F1 F2 F3 
 
 1
e2 e3

e

© Simone Elia

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