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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA CALABRIA

Appello di Analisi 1 del 19 giugno 2018

A
COGNOME e NOME: .....................................................................................................................

MATRICOLA E CORSO DI LAUREA: ..........................................................................................

SPAZIO RISERVATO ALLA COMMISSIONE

Esercizio 1.
Si consideri la funzione
x−1
f (x) = e x

Determinarne:
dominio
Svolgimento:

x−1
Il dominio di f coincide con il dominio della funzione razionale fratta x , pertanto

Df = (−∞, 0) ∪ (0, +∞).

limiti agli estremi del dominio;


Svolgimento:
x−1 1 1
lim e x = lim e1− x = elimx→±∞ 1− x = e,
x→±∞ x→±∞

dove nell’ultimo passaggio si sfrutta la continuità della funzione esponenziale. Dunque la retta y = e
è un asintoto orizzontale sia per x → +∞ che per x → −∞.
x−1 1 1
lim e x = lim e1− x = elimx→0− 1− x = +∞.
x→0− x→0−

x−1 1 1
lim e x = lim e1− x = elimx→0+ 1− x = 0.
x→0+ x→0+

Da quanto appena dimostrato si deduce che la retta x = 0 è un asintoto verticale per x → 0− .

intervalli di monotonia ed eventuali punti di massimo e di minimo;


Svolgimento:
Procediamo con il calcolo della derivata prima di f , applicando nell’ordine la regola di derivazione per
le funzioni composte e la regola di derivazione del quoziente, si ha
µ ¶0 µ ¶ x−1
0 x−1 x−1 x−1 x − (x − 1) e x
f (x) = e x =e x = .
x x2 x2

Osserviamo che la disequazione f 0 (x) > 0 è soddisfatta per ogni x ∈ R \ {0}. Quindi f risulta essere
crescente nell’intervallo (−∞, 0) e anche nell’intervallo (0, +∞).
N.B. La funzione non è crescente in tutto il dominio. Infatti, e.g. presi x1 = −1 < x2 = 50
49
risulta f (x1 ) = e2 > f (x2 ) = e 50 .

intervalli di concavità e convessità;


Svolgimento:

Analogamente a quanto fatto nel quesito precedente, calcoliamo la derivata seconda di f .

à !0 ³ x−1
´0 x−1
e
x−1
x e x x2 − e x (x2 )0 1 2
x − 2x x−1 1 − 2x x−1 1 − 2x 0
00 x2
f (x) = = = e x = e x = f (x).
x2 x4 x4 x4 x2

Osserviamo che essendo f 0 (x) > 0 per ogni x ∈ R \ {0} e x2 > 0 per ogni x ∈ R, segue che f 00 (x) ≥ 0
per x ≤ 12 . Dunque, applicando il criterio di convessità risulta che f è convessa in (−∞, 0) e in (0, 12 ),
mentre risulta essere concava in ( 21 , +∞). Inoltre il punto di ascissa x = 12 è un punto di flesso.

tracciare il grafico qualitativo di f (x);


Svolgimento:

dire, motivando la risposta, quanti sono gli zeri dell’equazione

f (x) = 1,

dove f (x) rappresenta la funzione precedentemente studiata;


Svolgimento:

il numero delle soluzioni dell’equazione f (x) = 1 basta risolvere l’equazione. Si ha


x−1 x−1
e x =1⇒ = 0 ⇒ x = 1.
x
Dunque lo zero è unico Alternativamente, notiamo che trovare il numero delle soluzioni dell’equazione
f (x) = 1 è equivalente a trovare il numero degli zeri della funzione g(x) := f (x) − 1. Il grafico della
funzione g(x) è una traslazione verso il basso di un’unità rispetto al grafico di f (x), pertanto g(x)
avrà come asintoto orizzontale la retta y = e − 1 > 0. Poiché nell’intervallo (−∞, 0) la funzione g(x)
è strettamente positiva, gli eventuali zeri vanno ricercati nell’intervallo (0, +∞). Presi a = 21 e b = 2,
1
risulta g(a) · g(b) = (e−1 − 1)(e 2 − 1) < 0; essendo g(x) continua nell’intervallo chiuso e limitato [a, b],
il teorema degli zeri garantisce l’esistenza di almeno un punto c ∈ (a, b) tale che f (c) = 0. Essendo
g 0 (x) = f 0 (x), segue che anche g(x) monotona crescente in (0, +∞) e quindi che lo zero è unico.
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Esercizio 2. Studiare il dominio della seguente funzione

| tan x|
f (x) = .
tan2 x + 3

Svolgimento: Osserviamo che per i valori per i quali è definita la tangente il denominatore risulta
sempre diverso da zero. Pertanto
nπ o
D =R\ + kπ, k ∈ Z .
2

Trovare i punti di massimo e minimo della funzione f (x).


Svolgimento: (
tan x
tan2 x+3
se kπ ≤ x < π2 + kπ
f (x) = − tan x
tan2 x+3
se π2 + kπ < x < π + kπ
e ( 3−tan2 x π
0 cos2 x(tan2 x+3)
se kπ < x < 2 + kπ
f (x) = tan2 x−3 π
cos2 x(tan2 x+3)
se 2 + kπ < x < π + kπ.

Essendo la tangente periodica di periodo π studiamo la derivata prima nell’intervallo [0, π]. Si ha:
2x
se 0 < x < π2 allora f 0 (x) = cos23−tan
x(tan2 x+3)
. Pertanto
√ π
f 0 (x) ≥ 0 ⇒ 3 − tan2 x ≥ 0 ⇒ tan2 x ≤ 3 ⇒ tan x ≤ 3⇒0<x< .
3
Dunque la funzione è crescente per 0 < x < π3 e decrescente per π
3 < x < π2 .
2 x−3
Se π2 < x < π allora f 0 (x) = cos2tan
x(tan2 x+3)
. Pertanto

√ √ π 2
f 0 (x) ≥ 0 ⇒ tan2 x − 3 ≥ 0 ⇒ tan2 x ≥ 3 ⇒ − tan x ≥ 3 ⇒ tan x ≤ − 3 ⇒ < x < π.
2 3
Dunque la funzione è crescente per π2 < x < 23 π e decrescente per 23 π < x < π.
Riassumiamo le informazioni trovate in un grafico

π 2
Possiamo allora concludere che i punti di massimo della funzione sono x = 3 + kπ, x = 3π + kπ,
mentre i punti di minimo sono x = kπ, k ∈ Z.
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Esercizio 3. Studiare la convergenza del seguente integrale improprio
Z +∞ ¡√3
¢
sin x2
dx.
0 x(log2 x + 1)

Svolgimento:
L’integrale risulta essere improprio, sia perchè l’integranda
¡√3
¢
sin x2
x(log2 x + 1)

risulta essere illimitata in un intorno del punto x = 0, sia perchè il dominio di integrazione (0, +∞) è
illimitato. Pertanto da definizione
Z +∞ ¡√3
¢
sin x2
dx
0 x(log2 x + 1)
Z 1 ¡√ 3
¢ Z +∞ ¡√3
¢
sin x2 sin x2
:= 2 dx + dx
0 x(log x + 1) 1 x(log2 x + 1)

e la funzione è integrabile in senso improprio se e solo se ambedue gli integrali a destra della precedente
uguaglianza risultano essere integrabili in senso improprio.
¡√ ¢ ¡√ ¢
x2 /x(log2 x + 1) risulta essere positiva. Inoltre sin
3 3
Per 0 < x < 1 la funzione integranda sin x2 ∼

x2 per x → 0+ e (log2 x + 1) ≥ 1 per x ∈ (0, 1). Si ha quindi
3

¡√3
¢ ¡√3
¢
sin x2 sin x2 1
2 ≤ ∼ 1 , per x → 0.
x(log x + 1) x x3
Utilizzando il criterio del confronto asintotico e del confronto semplice, otteniamo
Z 1 ¡√ 3
¢
sin x2
2 dx < +∞.
0 x(log x + 1)
¡√ ¢
x2 /x(log2 x + 1) cambia segno. Utilizziamo
3
Nell’intervallo (1, +∞) la funzione integranda sin
quindi il criterio della convergenza assoluta per gli integrali impropri. Si ha che
¯ ¢ ¯¯
¯ sin ¡ √3
x 2 1
¯ ¯
¯ 2 ¯≤ 2
¯ x(log x + 1) ¯ x(log x + 1)

e Z Z
+∞ +∞
1 1 π
2 = dt := lim arctan(k) − arctan(0) = .
1 x(log x + 1) 0 t2 +1 k→+∞ 2
Per il criterio del confronto semplice e il criterio della convergenza assoluta, si ottiene
Z +∞ ¡√
3
¢
sin x2
dx < +∞.
1 x(log2 x + 1)

Finalmente si deduce che Z ¡√ ¢


+∞ 3
sin x2
dx < +∞.
0 x(log2 x + 1)
Risolvere il seguente integrale indefinito
Z
ex
dx
e2x − 5ex + 6
Poniamo t = ex . Z Z
ex 1
dx = dt.
e2x − 5ex + 6 t2 − 5t + 6
Utilizzando la regola dei fratti semplici, si ha che
1 A B
= +
t2 − 5t + 6 (t − 2) (t − 3)

con A = −1 e B = 1. Quindi
Z
1
dt = − ln |(t − 2)| + ln |(t − 1)| + C.
t2 − 5t + 6
Concludendo Z
ex
dx = − ln |(ex − 2)| + ln |(ex − 1)| + C.
e2x − 5ex + 6

Esercizio 4. Studiare la convergenza semplice e assoluta della serie:


+∞ ¡ 2¢
X
n ln n
(−1) .
n2
n=1

Svolgimento:

Per studiare la convergenza assoluta, dobbiamo vedere se converge la serie


+∞ ¡ ¢ +∞ ¡ ¢
X ln n2 X ln n
=2 .
n2 n2
n=1 n=1

Poiché ln(n) < n, si ha: √
ln(n) n 1
2
< 2 = 3.
n n n2
+∞
X 1 P+∞ ln(n)
Quindi, poiché 3 converge, allora per il criterio del confronto converge anche la serie n=1 n2
.
n=1 n 2

Concludiamo pertanto che la serie data converge assolutamente e quindi anche semplicemente.

Osserviamo che la convergenza semplice si sarebbe potuta ottenere anche applicando il criterio di
Leibnitz. Infatti la successione an = ln(n)
n2
è positiva e tende a 0 (vedi gerarchia degli infiniti). Inoltre
an è decrescente, come si vede considerando la funzione

log(x)
f (x) = ,
x2
la cui derivata è
1 − 2 ln(x)
f 0 (x) = ,
x3

che è negativa per x ≥ e. Quindi, poiché an = f (n), an è decrescente per n ≥ 2.

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