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Andrea Scozzari
Introduzione
Lo studio delle derivate di una funzione ` e un argomento centrale dellanalisi matematica. Esso consente di acquisire informazioni riguardo le variazioni subite dal valore di una funzione in corrispondenza di variazioni del suo argomento. Consideriamo, dunque, una funzione y = f (x), siamo interessati a studiare le variazioni subite dalla variabile dipendente y in corrispondenza di variazioni della variabile indipendente x. Tali variazioni sono comunemente dette incrementi. Sia x un valore ssato ed x un valore generico della variabile indipendente, lincremento della variabile indipendente dal suo valore (iniziale) x viene indicato con x = x x o con h = x x , mentre il corrispondente incremento del valore della funzione ` e indicato indierentemente con uno dei seguenti simboli: f, y, f ( x + h) f ( x), f ( x + x) f ( x).
Denizione 1 Data una funzione y = f (x), il rapporto: f ( x + h) f ( x) y f (x) f ( x) = = xx h x ` e detto rapporto incrementale o tasso medio di variazione della funzione y = f (x) rispetto al punto x , ovvero rispetto allintervallo di estremi x e x. Si osservi che la dierenza x x pu` o essere sia positiva che negativa, ci` o dipende ovviamente da dove ci si sposta rispetto al punto x . Esempio 1 Sia data la funzione af f ine y = mx + n calcolata in un punto x , il rapporto incrementale della funzione rispetto ad x ` e: y (m( x + h) + n) (mx + n) = =m x h m rappresenta la pendenza della retta ed ` e indipendente (costante) rispetto ad x. Quando, per` o, si passa a funzioni y = f (x) pi` u generali della funzione af f ine, non ha pi` u signicato parlare di pendenza riferendosi globalmente a tutta la curva, in quanto tale pendenza cambia da punto a punto. Occorre pertanto denire il concetto di pendenza in ogni punto della funzione. 1
Denizione 2 Sia data una funzione y = f (x) denita in un intervallo I , se, ssato un punto x I , esiste ed ` e nito il limite f (x) f ( x) , xx allora la funzione y = f (x) si dice derivabile nel punto x , ed il limite introdotto sopra ` e la derivata prima della funzione y = f (x) in x e si indica comunemente con:
xx
lim
xx
lim
f (x) f ( x) = f ( x). xx
La funzione si dice derivabile in tutto lintervallo I se essa ` e derivabile in tutti i punti interni di I . Ci sono altri modi per indicare la derivata prima di una funzione in un punto x , ovvero: D f ( x) = df ( x) df dy = ( )x= )x= x = ( x. dx dx dx
Esempio 2 Si calcoli il limite del rapporto incrementale della funzione f (x) = 2x2 , continua e denita in tutto R, in un generico punto x . Si ha: 2x2 2 x2 2(x x )(x + x ) f (x) f ( x) = = = 2(x + x ). xx xx xx Calcoliamo il limite: lim 2(x + x ) = 4 x,
xx
dalla continuit` a della funzione y = 2x2 il limite esiste per qualsiasi x R, e dunque risulta: f (x) = 4 x. Esempio 3 Si calcoli il limite del rapporto incrementale della funzione logaritmo y = loga x in un generico punto x > 0. Sappiamo che la funzione y = loga x ` e denita nellintervallo I = (0, +) ed ` e continua in I . Si ha:
x loga x loga x loga x f (x) f ( x) = = . xx xx xx Per semplicare i calcoli possimo riscrivere il numeratore nel modo seguente: loga (1 + mentre per il denominatore scriviamo x ( x 1). Si ottiene: x
x x
1),
1) 1 loga (1 + x x . x x (x 1) Attraverso una sostituzione di variabile poniamo t = ( x 1) e si ha: x 1 loga (1 + t) f (x) f ( x) = lim . xx t0 x xx t lim Si noti che lespressione x x ` e stata riscritta come t 0 dato che se x x il rapporto x x tende al valore 1 per cui ( 1) (1 1) = 0 . x x 2
Data la continuit` a della funzione logaritmo y = loga x, si dimostra (anche se non lo faremo vedere) che: 1 loga (1 + x) = lim x 0 x ln a In particolare, se a = e si ha: lim
x0 ln(1+x) x
= 1.
e se a = e allora
1 D ln x = x .
Aspetti geometrici
La derivata (ed in particolare la derivata prima) di una funzione y = f (x) ha anche ovviamente un signicato geometrico. Infatti, il rapporto incrementale rappresenta la pendenza della retta secante che passa per i due punti di coordinate ( x, f ( x)) e (x, f (x)) (vedi Figura 1a). La derivata prima, invece, ` e la pendenza della retta limite o retta tangente alla funzione quando x x (vedi Figura 1b).
Figure 1: Rappresentazione geometrica del rapporto incrementale e della derivata prima di una funzione y = f (x). La retta tangente nel punto di coordinate ( x, f ( x)) ha dunque pendenza pari a f ( x). Sapendo che la generica equazione di una retta ` e y = mx + n, per la retta tangente deve risultare m = f ( x). Dato che tale retta deve passare per il punto ( x, f ( x)), la sua equazione dovr` a essere: f ( x) = mx + n, da cui:
n = f ( x) mx = f ( x) f ( x) x. Allora, se lequazione di una generica retta ` e y = mx + n, sostituendo ad n lespressione sopra si ottiene lequazione della retta tangente alla curva y = f (x) nel punto x : y = f ( x)x + f ( x) f ( x) x = f ( x) + f ( x)(x x ). Per concludere riguardo gli aspetti geometrici della derivata prima di una funzione y = f (x), si osserva che, se nellequazione della retta tangente in x si ha f ( x) = 0, allora lequazione si riduce a: y = f ( x) = cost, che rappresenta lequazione di una retta parallela allasse delle ascisse. Per cui la retta tangente ` e orizzontale. Allora, i punti in cui la derivata prima di una funzione si annulla sono tutti e soli quelli in cui la retta tangente ` e orizzontale. Si vedr` a nel seguito limportanza di questa propriet` a.
Derivabilit` a e continuit` a
Nella lezione sullo studio del limite di una funzione ` e stata introdotta la denizione di continuit` a per una funzione y = f (x) basata sulla denizione di limite. Dato che una funzione y = f (x) denita in un intervallo I ` e derivabile in un punto x I se esiste nito il limite:
f lim xx x
(i),
allora ci` o signica che linsieme delle funzioni derivabili, ossia quelle funzioni che ammettono almeno derivata prima, ` e un sottoinsieme dellinsieme delle funzioni continue. Infatti, anch` e esista f inito il limite del rapporto incrementale, dire che x x ` e equivalente a dire che x = (x x ) 0. Allora, per il numeratore di (i) dovr` a aversi:
xx
(ii),
altrimenti, se tale limite fosse innito o pari ad una quantit` a nita diversa da 0, il limite in questione divergerebbe. Dunque, la condizione (ii) ` e una condizione necessaria anch` e la funzione f (x) sia derivabile in x . Ma la condizione (ii) ` e anche la stessa che stabilisce la continuit` a della f (x) nel punto x . Pertanto, ogni funzione derivabile in un intervallo I ` e anche continua in I . Lesempio che segue dimostra, invece, che la condizione (ii) non ` e suciente. Esempio 4 Sia data la funzione y = f (x) = |x 3|. Questa funzione ` e denita e continua in tutto R. La funzione per` o non ` e derivabile nel punto x = 3. Infatti: f f (x) f (3) |x 3| = = . x x3 x3 4
f x
= 1, mentre se x > 3 si ha
f x
= 1. Ci` o
= 1; = 1,
2. lim +
x3
ossia esistono niti i limiti destro e sinistro del rapporto incrementale, ma questi non coincidono. Geometricamente ci` o signica che le due semirette tangenti alla funzione nel punto x = 3 non coincidono, per cui la funzione non ` e derivabile. Il punto di ascissa x = 3 ` e un punto di discontinuit` a di prima specie o anche detto punto angoloso. Consideriamo anche il seguente esempio: 3 Esempio 5 Sia data la funzione y = x2 . Applicando la denizione di limite del rapporto incrementale per x 0: 2 3 2 x 0 x3 1 = lim = lim lim 1 = +. x0 + + x +
x0 x 0 x0 x3
lim
x2 0 x 0
3 = lim
x0
|x | 2 |x|
= lim
x 0
1 |x | 3
1
= .
Si conclude che nel punto 0 la derivata prima non esiste e si dice che il suo graco presenta una cuspide nellorigine (vedi Figura 3).
Figure 3: Esempio di non esistenza del limite in x = 0. Lorigine degli assi ` e una cuspide per la f (x).
f : I R, la funzione f (x) ` e la funzione derivata prima di f (x). Pu` o accadere che anche f (x) sia a sua volta derivabile in un punto x I . La derivata prima di f (x) in x si chiama derivata seconda di f (x) e si denota con uno dei simboli seguenti: d2 f ( x) . 2 dx Volendo dare una denizione pi` u formale della derivata seconda della funzione f (x) in un punto x , si pu` o dire: D2 f ( x) , f ( x), f (x) f ( x) . x x xx Se il procedimento indicato si applica n-volte, con n > 0, n N, allora risultano denite tutte le derivate successive della funzione f (x) no alla derivata n-esima o derivata di ordine n, indicate con: D2 f ( x) = Df ( x) = lim D f ( x),
n
(n)
( x) ,
dn f ( x) . n dx
A questo punto ` e opportuno mostrare alcune regole ed operazioni di derivazione per le funzioni f (x). Siano date due funzioni f (x) e g (x) tali che f, g : I R. Supponiamo che esse siano derivabili in tutto I , allora valgono le seguenti operazioni: 1. D[f (x) g (x)] = f (x) g (x); 2. D[f (x) g (x)] = f (x) g (x) + f (x) g (x);
(x) ]= 3. D[ f g (x) f (x)g (x)f (x)g (x) [g (x)]2
In particolare, dalle propriet` a 1. e 2., si ha che se g (x) = k avremo: D[f (x) k ] = f (x); D[kf (x)] = kf (x).
In particolare, le prima delle due relazioni indica che la derivata di una funzione costante ` e sempre nulla, ossia: Dk = 0. La seguente proposizione introduce una ulteriore propriet` a utile per il calcolo delle derivate di una funzione: Proposizione 1 Sia f : I R una funzione crescente e derivabile in I . Allora la funzione f (x) ` e dotata di funzione inversa f 1 (y ) e, in tutti i punti in cui f (x) = 0, anche la sua funzione inversa ` e derivabile e si ha: D f 1 (y ) = 1 . f (x)
Esempio 6 Sia data la funzione y = x2 (una parabola se denita su tutto R) che ` e strettamente crescente se si restringe il suo dominio in tutti e soli i punti x 0, ossia se si vuole studiare la funzione nellintervallo I = [0, +). Dunque, essa ` e invertibile e la sua funzione inversa f 1 (y ) ` e: x = y . Poich` e la derivata prima di f (x) ` e Df (x) = 2x e si annulla solo in x = 0, allora per la funzione inversa x = f 1 (y ) = y la sua derivata prima, per tutti gli y = 0, ` e: Df 1 (y ) =
1 f (x)
1 2x
1 . 2 y
Nella tabella seguente sono riportate le derivate di alcune funzioni elementari. f (x) f (x) k 0 x x1 x a ax ln a ex ex 1 loga |x| (x ln a) 1 ln x x sin x cos x cos x sin x tan x 1 + tan2 x 1 arcsin x 1x2 arccos x 11 x2 1 arctan x (1+x2 ) kR R\{0} x x R a R + \{1} xR x R\{0} a R + \{1} x R\{0} xR xR x / { 2 + k ; k Z} |x| < 1 |x| < 1 xR R +
N.B. Col simbolo R + \{1} si intende linsieme dei numeri reali positivi, diversi da zero e diversi da 1.
Derivata di una funzione composta. Proposizione 2 Sia la funzione g : I R derivabile in x I , e sia la funzione f : J R derivabile in un punto y = g (x) J , allora la funzione composta F (x) = f (g (x)) ` e derivabile in x e risulta: D F ( x) = f ( y ) g ( x) = f (g ( x)) g ( x) . e composta dalle Esempio 7 Si consideri la funzione: F (x) = x2 1. Questa funzione ` funzioni: 1 f (y ) = y = y 2 e g (x) = y = x2 1. Entrambe le funzioni sono derivabili in tutto il loro dominio, dove dom f = (0, +) e dom g = R. Per cui dalla proposizione precedente segue: 1 1 1 1 2x. D( x2 1) = y 2 2x = 2 2 x2 1 Dierenziale. Riprendiamo la rappresentazione geometrica della derivata prima (vedi Figura 1). Lequazione della retta tangente nel punto di ascissa x ` e data da: y = f ( x) + f ( x)(x x ). Poich` e lordinata della tangente in x ` e f ( x), nel passaggio da x a x la retta tangente subisce lincremento f ( x)(x x ). Tale incremento prende il nome di dierenziale della funzione in x e si indica con: df = f ( x)(x x ) = f ( x)dx. Ad esempio, il dif f erenziale della funzione f (x) = x3 , denita e continua su tutto R, in un generico punto x del suo dominio ` e dato da: df = 3 x2 (x x ) = 3 x2 dx.
Elasticit` a
Si consideri la funzione esponenziale f (x) = ex dove dom f = R. Dato che questa ` e strettamente crescente e continua in R, f (x) = ex non si annulla mai, ed anche la sua funzione inversa x = f 1 (y ) = ln y ` e derivabile. In virt` u della proposizione sulla derivabilit` a delle funzioni inverse avremo: D ln y = 1 1 1 = x = x De e y y = 0.
1 Questo, come gi` a sappiamo, signica che D ln x = x . Consideriamo adesso la funzione y = ln h(x) con h(x) > 0 e derivabile. Calcoliamo D ln h(x) nel punto x dom h(x) applicando la proposizione sulla derivazione delle funzioni composte. Considerando che la funzione y = ln h(x) pu` o essere in eetti vista come la composizione delle due seguenti funzioni: f (x) = ln x e g (x) = y = h(x),
Allora, si pu` o dire che per una funzione y = ln f (x), con la funzione f (x) > 0 e derivabile in un punto x , si ha: D ln f ( x) =
f ( x) . f ( x)
Se la funzione f (x) ` e derivabile in tutto il suo dominio e f (x) > 0, allora: D ln f (x) = f (x) . f (x)
Dato che la derivata prima di una funzione f (x) in un punto x misura lincremento del valore della funzione in corrispondenza dellincremento (x x ), la derivata logaritmica misura lincremento o il tasso di variazione relativo della funzione f (x) rispetto alle variazioni assolute della variabile indipendente x. In alcune applicazioni ` e si ha interesse a calcolare il tasso di variazione relativo della funzione f (x) rispetto alle variazioni relative della variabile indipendente x. In generale, data una funzione f (x) che non si annulla in tutto un intervallo I dom f , con I che non include lo 0, possiamo denire: 1. 2.
f (x) f (x) x x
x . f (x)
f (x) x Se la funzione ` e derivabile in I ed esiste il limite di f( per x 0, si ha che, x x) ricordando che il dif f erenziale di una funzione f (x) in tutto un intervallo I (ossia in ogni punto x I ) ` e:
df = f dx la seguente quantit` a:
(x) = lim
` e chiamata elasticit` a della funzione f (x). In particolare, se f (x) > 0 per ogni x I allora si denisce lelasticit` a nel modo seguente: (x) = x D ln f (x).
Consideriamo ora alcuni risultati che sussistono per funzioni f (x) continue in un intervallo I dom f , con I chiuso e limitato (cio` e I = [a, b]), e derivabili in tutti i punti interni di questo. Teorema 1 Teorema di Rolle. Sia f (x) una funzione continua in un intervallo [a, b] e derivabile in ogni suo punto interno. Sia inoltre f (a) = f (b), allora esiste almeno un punto c (a, b) tale che: f (c) = 0. Teorema 2 Teorema di Lagrange o del valor medio. Sia f (x) una funzione continua in un intervallo [a, b] e derivabile in ogni suo punto interno. Esiste un punto interno c (a, b) tale che: f (b) f (a) = f (c)(b a). Dimostrazione 1 Si prenda la retta g (x) secante la funzione f (x) nei punti di ascissa a e b (vedi Figura 4), la cui equazione ` e: g (x) = f (b) f (a) (x a) + f (a). ba
10
Dallequazione di g (x) si ricava: g (a) = f (a) e g (b) = f (b). Se allora si prende la nuova funzione F (x) = f (x) g (x), che ` e contunua e derivabile in [a, b] dato che ` e ottenuta come dierenza tra due funzioni continue e derivabli in [a, b], si ha che: F (a) = F (b) = 0. Vale dunque il teorema di Rolle, per cui esiste un punto c (a, b) tale che: F (c) = f (c) Da cui: f (c) = che si pu` o riscrivere: f (b) f (a) = f (c)(b a). Teorema 3 Teorema di Cauchy. Siano date due funzioni f (x) e g (x) entrambe continue in un intervallo [a, b] e derivabili in ogni punto interno di questo. Se g (x) = 0 per ogni x (a, b), allora esiste un punto c (a, b) tale che: f (c) f (b) f (a) = . g ( b ) g ( a) g (c) f ( b ) f ( a) , ba f ( b ) f ( a) = 0. ba
Il Teorema di LHospital
Una diretta conseguenza del Teorema di Cauchy sono alcuni criteri per il calcolo dei 0 limiti delle forme indeterminate del tipo 0 o . Tali criteri si basano sulla possibilit` a di f sostituire il calcolo del limite di una forma indeterminata del tipo g , nel calcolo del limite del rapporto
f g
Questo modo di procedere ` e formalizzato attraverso il seguente Teorema di LHospital o Teorema di de LHopital . Teorema 4 Siano f (x) e g (x) due funzioni denite e derivabili in un intervallo I = (a, b). Preso un intorno di un punto x0 I , supponiamo che per entrambe le funzioni risulti (con la eventuale eccezione di x0 ):
xx0
lim f (x) = 0
xx0
lim g (x) = 0.
Se in un intorno di x0 si ha g (x) = 0 e g (x) = 0 per ogni x = x0 , allora se esiste nito il (x) limite lim f , risulta: g (x)
xx0
xx0
lim
Il Teorema di LHospital vale anche se per x x0 le due funzioni f (x) e g (x) tendono singolarmente allinnito. Inoltre, il teorema vale anche per i limiti destri e sinistri, cio` e con x x . 0
e 1 . Si tratta di una forma indeterminata dato che Esempio 8 Si calcoli il limite lim sen 2x x0 x lim e 1 = 0 e lim sen2x = sen0 = 0. x0 x0
x
Dato che sono vericate le ipotesi del Teorema di LHospital si ha che f (x) = ex e g (x) = 2cos2x (derivata di una funzione composta). Da cui: ex 1 ex 1 = lim = . x0 sen2x x0 2cos2x 2 lim Esempio 9 Si calcoli il limite lim
log x , x+ x
con R+ .
.
ex ex = lim = +. x+ x x+ 1
Approssimazioni
Supponiamo che una funzione f (x) sia derivabile in un intervallo (a, b) e che quindi in un punto x0 (a, b) esista la retta tangente alla funzione f (x) nel punto x0 . Lequazione di tale retta ` e: y = f (x0 ) + f (x0 )(x x0 ). Preso un intorno I (x0 , ), con raggio > 0 arbitrariamente piccolo, consideriamo un punto x I (x0 , ) e introduciamo la seguente quantit` a che esprime la dierenza tra la funzione calcolata in x e la retta tangente in x0 , ossia: R1 ( x) = f ( x) [f (x0 ) + f (x0 )( x x0 )] (1).
Dato che la dierenza R1 ( x) ` e piccola in quanto il punto x ` e in generale vicino ad x0 , lespressione (1) pu` o essere utilizzata per approssimare la funzione f ( x) con la sua retta tangente in x0 , ossia: f ( x) x x0 ) = P1 ( x). = f (x0 ) + f (x0 )( 12
In termini pi` u generali, possiamo anche dire che preso un punto x0 si pu` o approssimare la funzione f (x) in un punto x vicino ad x0 con lespressione: f (x) = f (x0 ) + f (x0 )(x x0 ) = P1 (x). Con loperazione precedente si dice, appunto, che la funzione f (x) ` e approssimata con il polinomio del primo ordine P1 (x) = f (x0 ) + f (x0 )(x x0 ). Nelleettuare tale approssimazione si commette per` o un errore che ` e proprio dato da: R1 (x), dove R1 (x) viene detto resto o errore di approssimazione. Inoltre, si pu` o dimostrare che R1 (x) ` e tale per cui: lim R1 (x) = 0. x x0
xx0
Si dice allora che il resto R1 (x) tende a zero pi` u velocemente di x x0 , per cui per x abbastanza vicino ad x0 , lerrore R1 (x) ` e trascurabile. Supponendo che la funzione f (x) sia derivabile n-volte nellintervallo (a, b) considerato, ci si pu` o domandare se sia possibile ottenere un miglior grado di approssimazione rispetto al polinomio P1 (x). Ossia, si vuole vedere se ` e possibile approssimare la f (x) con un polinomio di grado superiore al primo commettendo un errore trascurabile Rn (x) per n > 1. Proposizione 3 Sia data una funzione f (x) derivabile n-volte in un punto x0 (a, b). Il polinomio: f (n) (x0 ) f (x0 ) (x x0 )2 + . . . + (x x0 )n + Rn (x), 2 n!
` e lunico tra quelli di grado n che soddisfa la condizione: f (x) Pn (x) Rn (x) = lim = 0. n n x x ( x x0 ) 0 (x x0 )
xx0
lim
Lespressione nella proposizione precedente prende il nome di Formula di Taylor. Il polinomio denito nella proposizione si pu` o riscrivere anche in una forma pi` u compatta:
n
Pn (x) =
k=0
f (k) (x0 ) (x x0 )k , k!
Si noti che nella formula precedente, f (k) indica la derivata di ordine k della funzione, mentre il simbolo k ! si legge k f attoriale e rappresenta il prodotto dei primi k numeri naturali, cio` e k ! = k (k 1) (k 2) . . . 3 2 1. Esempio. Si calcoli il fattoriale del numero 5. 5! = 5 4 3 2 1. La Formula di Taylor calcolata per x0 = 0 prende anche il nome di Formula di Taylor-Mc Laurin.
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