Sei sulla pagina 1di 140

Paolo Angelozzi

appunti di

ad uso degli studenti


dei corsi di laurea triennale in Architettura
con esercizi svolti
prefazione di Antonella Cecchi

Edizioni Tecnologos

Copyright 2008
Tecnologos Editore

La riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico di questa dispensa didattica, con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata punibile in base alle leggi vigenti.
Lautore in possesso dellautorizzazione alla pubblicazione delle immagini riprodotte nellopera; rimane tuttavia a disposizione di tutti coloro che possono vantare diritti sulle immagini.

I edizione: 2008

Tecnologos,
via Muntebei 22
46040 Cavriana (MN)
Tel. 037682160
Fax. 02700530215
e-mail: edizioni@tecnologos.it
www.tecnologos.net

ISBN 97-88888697-24-6

Questa raccolta di appunti non ha pretese di esaustivit nei confronti di una materia, come la meccanica strutturale,
complessa ed articolata. E un compendio delle nozioni base della disciplina che sono di ausilio ad uno studente che si
confronta con la stessa per la prima volta.
Gli argomenti, sviluppati consequenzialmente, cercano di seguire un iter logico che porti il fruitore ad uno studio lineare
dellargomento, dalle basi ai temi pi complessi; dalla teoria dei vettori, come modello meccanico delle azioni, al modello
geometrico di trave e semplici sistemi di travi, al concetto di isostaticit ed iperstaticit, condizioni di equilibrio e congruenza, sino a giungere a concetti elementari della meccanica dei continui. Inoltre, sono stati inseriti richiami di matematica
e geometria ove necessario, al fine di non lasciare dubbi su quanto viene dimostrato di volta in volta. Anche gli esercizi
svolti contengono talvolta precisazioni e metodologie utili, non affrontate in sede teorica.
Si auspica, quindi, che queste poche pagine possano rendere il mondo della meccanica strutturale meno ostico per chi
lo affronta, e forse far nascere passione per la materia.
Questi appunti, redatti da Paolo Angelozzi, contengono traccia delle mie lezioni per i corsi di Meccanica Strutturale 1 e
Meccanica Strutturale 2 e possono rappresentare un valido strumento per gli studenti che come Paolo si avvicinano alle
tematiche della meccanica strutturale. E per me motivo di orgoglio vedere come limpegno e la costanza di Paolo hanno
permesso di mettere a punto questo valido supporto al programma che svolgo nel corso di Laurea triennale in Scienze
dellArchitettura.
Antonella Cecchi

STATICA DELLA TRAVE

A.1

_Vettori liberi.

TEORIA DEI VETTORI

Un vettore un modello matematico utilizzabile per la rappresentazione di azioni meccaniche.


caratterizzato da:
- un modulo
- una direzione (retta dappartenenza al vettore)
- un verso (da A a B)
Quindi un vettore un segmento orientato dotato di modulo, direzione e verso.
Il vettore viene indicato con una lettera minuscola sottolineata u, o come differenza fra i punti
definenti il modulo (es. AB).
B
u

u = A-B

Dati due vettori v1 e v2


possibile procedere a
diverse operazioni.

v1

v2

Vettore somma.
Si intende ridurre questo sistema di vettori ad un sistema di un unico vettore equivalente,
risultante dei due vettori.
metodo A (il parallelogramma)
a. far coincidere i punti di partenza dei due vettori
b. tracciare le rette direzionali di v1 e v2
c. tracciare le parallele alle rette passanti nei punti finali dei vettori
d. tracciare, dalle partenze dei vettori, un vettore fino allintersezione fra le due nuove rette
si ottiene v3, risultante dei due vettori.
metodo B
traslare i vettori v1 e v2 nelle rispettive terminazioni, trovando la risultante.

A.

v1

v2

B.

v1

v3

v3
v2

TEORIA DEI VETTORI

Vettore differenza.
Graficamente, corrisponde alla diagonale minore del parallelogramma.

prodotto scalare = vettore forza * vettore spostamento = lavoro = un numero k.


F*u=k

v3 = v1 + v2
v2 = v3 v1

F vettore forza

-v1
v4
A.

v1

v2

F=

v4
B.

v4

v2

-v1

Prodotto di un vettore per uno scalare.


Dati il vettore v ed il numero reale , il prodotto v* fra il vettore e lo scalare pu restituire:
- per >0 un vettore con verso concorde a quello di partenza
- per <0 un vettore con verso opposto
- per 0<<1 un vettore pi piccolo di quello di partenza, verso concorde
- per >1 un vettore pi grande di quello di partenza, verso concorde

In sostanza il prodotto scalare restituisce lentit del vettore, la componente di un vettore


secondo la direzione (espressa in seno e coseno) di un altro vettore.
Nel piano:
i*i (leggasi i scalare i)
= componente del modulo per coseno di 0
= 1*1 = 1.

Prodotto scalare (o prodotto interno).


Ogni vettore, idealmente posto in un piano cartesiano, possiede una componente orizzontale
ed una verticale; per definirle si associano agli assi xy due versori unitari i e j. Due versori
unitari non dipendenti linearmente sono la base per individuare ogni vettore del piano.

i*j (leggasi i scalare j)


= componente del modulo per coseno di /2
= 1*0 = 0.
il prodotto scalare di vettori ortogonali fra
loro zero.

3
2

v = 2j + 3i

-esempio praticoi=1
v1 = j=2
k=1

Rappresentazione trigonometrica:

v=

v sen2 + v cos2

v cos

y
j

i=3
v2 = j=-1
f

? = Determinare f in modo che i due vettori siano ortogonali.


v1 * v2 = 0
1i * 3i + 2j * (-1j) + 1k * f = 0
32+f=0
f = -1

v sen

u vettore
spostamento

F = 3i 2j
u = 2i
F * u = 3i*2i 2j*0j = 6 (i versori, essendo unitari, valgono 1).

v3

v=

3
-2

i
i*i
1*1=1
j*i
1*0=0
k*i
0

j
i*j
1*0=0
j*j
1*1=1
k*j
0

k
i*k
0
j*k
0
k*k
1

STATICA DELLA TRAVE

Prodotto vettoriale (o prodotto esterno).


Dati due vettori v1 e v2, il prodotto vettoriale v1 v2 restituisce un vettore ortogonale ai due
vettori di partenza.
i
ii
0
ji
1
ki
+1

i
v1 v2
v1

v2

j
ij
+1
jj
0
kj
1

-esempio pratico (pilastro con trave a sbalzo)Fl

k
ik
1
jk
+1
kk
0

Fl

Fl

_Vettori applicati.

Nelle strutture si parla di vettori applicati (siano essi forze o spostamenti), i quali non possono
essere spostati liberamente nello spazio, ma solamente secondo la loro retta dazione. In una
struttura, inoltre, le forze devono essere in equilibrio, e cio avere uguale modulo, uguale
direzione ma verso opposto.

F1

F2

reazione

In questo modo si ottiene un sistema equivalente a quello di partenza, ovverosia un sistema


che ha gli stessi effetti di quello iniziale.
possibile ottenere la risultante complessiva del sistema (Rt) traslando solamente i vettori
lungo la loro retta dazione, operazione lecita con i vettori applicati.

F1
=

F2
a

v3

F1 : a = F2 : b

v2

v3

v3

R1

v1

E evidente che per equilibrare il sistema servono la risultante [R] delle forze in gioco ed il
braccio di applicazione delle forze.

v1

Rt

v2
R1

a
F1
=
b
F2
Ripetendo, qualsiasi sistema pu essere ricondotto ad un sistema equivalente in un asse
parallelo, con laggiunta di un momento di trasporto; ma necessario prendere la distanza
l ortogonale alla retta dazione della forza.

In questo modo possibile spostare gli assi di applicazioni delle forze, aggiungendo un
momento di trasporto creato dalle forze di partenza.
momento = forza [F] * lunghezza [l]
coppia di forze uguali in modulo
e direzione ma opposte in verso.

Fl
F

l
F

N.b. le forze si misurano in Newton [N], ed i momenti in Newton per metri [N*m]

TEORIA DEI VETTORI

-esempi pratici-

v1

2F

v1

v2

v2

A.

B.

v3

d2

v3

D.

d1

d4

C.

d3

v1
O

d2

d1

d. riportare, partendo da un punto qualsiasi, le parallele alle congiungenti sulle rette dazione
dei tre vettori.

l
F

E.

d4

F.
d1

Fl

A B due forze producono un momento


applicato nel baricentro
A = C due forze si elidono
A = D le forze producono due momenti Fl Fl opposti che si elidono. Rimane la
forza F applicata come in A
A E differente retta dazione della forza
A = F uguale retta dazione

v1

d2
v2

d4
d1

d3

=d1
v3

=d4

v1
v2

v3

AC

e. prolungare d1 e d4, ripetendo la precedente operazione per un paio di volte; si ottengono i


punti per cui passa lasse centrale del sistema (AC).

_Poligono funicolare.
Metodo grafico per lindividuazione della risultante e dellasse centrale di vettori applicati.
Dati tre vettori v1, v2 e v3

v1

v2

v3

a. trattare i vettori come fossero vettori liberi e trovare la risultante.


b. scegliere un polo arbitrario O.
c. tracciare le congiungenti con i poli dei vettori.
N.b. ad esempio, v1 anche uguale al percorso delle sue congiungenti.

Dati due vettori paralleli concordi, lasse centrale parallelo alla direzione dei vettori e
cade fra di essi, pi prossimo al vettore possedente maggior modulo.
Dati due vettori paralleli discordi, lasse centrale cade allesterno dei due vettori, pi
prossimo al vettore possedente maggior modulo.

STATICA DELLA TRAVE

A.2

Travi e pilastri sono oggetti monodimensionali, e cio oggetti con


una dimensione predominante le dimensioni della sezione
sono piccole se confrontate con la lunghezza, e quindi
approssimabili ad una linea passante per lasse baricentrico
delloggetto modello monodimensionale = linea congiungente
i baricentri delle diverse sezioni.

VINCOLI ED EQUILIBRIO

sezione

G
Asse longitudinale
(luogo geometrico dei
baricentri delle sezioni)

Setti e pannelli necessitano invece di un modello bidimensionale,


basato sulla superficie media (luogo geometrico dei baricentri
dello spessore).

Esempio di schematizzazione strutturale:

Il problema sorge nelle giunzioni fra elementi (travi, pilastri, suolo) vengono posti dei vincoli
al moto rigido delloggetto, determinando movimenti leciti ed illeciti il vincolo espleta delle
azioni uguali e contrarie a quelle che agiscono sulla struttura, neutralizzandole reazione.
Le strutture affrontate dora in poi saranno quindi ferme ed in equilibrio.
_Gradi di libert nel piano.
nello spazio = 6 (tre traslazioni, tre rotazioni)
nel piano = 3 (due traslazioni, una rotazione)
u = spostamento parallelo allasse x
v = spostamento parallelo allasse y
= rotazione intorno allasse z

H
azioni
azioni
verticali orizzontali

= CONVENZIONE POSITIVA
+

v
u

10

azioni
di rotazione

(antioraria)

VINCOLI ED EQUILIBRIO

_Alcuni tipi di vincolo.

- Biella
impedisce lo spostamento verticale ed in parte quello
orizzontale; non impedisce la rotazione.

- Appoggio o carrello (vincolo semplice bilatero)


impedisce che loggetto trasli secondo una direzione,
vincolando un grado di libert.
cinematica

u
v

cinematica

0
v

statica

0
0
0

H
V
M

0
0
0

incognita

Lappoggio pu espletare una reazione uguale e contraria


alla forza agente.

u
=

statica

K
0
0

cinematica

0
v

- Cerniera (vincolo doppio)


impedisce due traslazioni, vincolando due gradi di libert.
u
v

=
=

H
V
M

0
0
0

incognite

u
=
=

statica

K
0
0

H
V
M

f(u)
0
0

_Tipi di strutture.
Controllando il rapporto fra gradi di libert della struttura e numero dei vincoli, possibile
individuare tre tipi di struttura:
-

cinematica

Se GdL struttura > n.vincoli struttura labile


Se GdL struttura = n.vincoli struttura isostatica
Se GdL struttura < n.vincoli struttura iperstatica

N.b. la verifica delliperstaticit di una struttura dipende dalla posizione dei vincoli e da quali
gradi di libert impediscono.

- Incastro (vincolo triplo)


vincola tutti i gradi di libert, reagendo con una coppia di
forze.
=
=
=

f(u)
0
0

statica

0
0
0

La cerniera espleta due reazioni uguali e contrarie alle


forze agenti; non espleta reazioni alla rotazione.

u
v

- Doppio pendolo (due bielle vicine in parallelo)


impedisce lo spostamento verticale ed in parte quello
orizzontale; impedisce anche la rotazione.

N.b. quando un oggetto appoggiato ad un altro non lo compenetra ma neanche pu staccarsene = vincolo bilatero.

cinematica

H
V
M

statica

0
0
0

H
V
M

0
0
0

incognite

Struttura labile

Lincastro espleta tre reazioni uguali e contrarie alle forze agenti.

11

Vincoli ben disposti


(impediscono anche la rotazione)

STATICA DELLA TRAVE

_Equilibrio di una struttura.

I vincoli trattati finora sono detti lisci (si prescinde da qualsiasi fenomeno di attrito) e bilateri
(impediscono lo spostamento nella direzione della reazione e nella sua contraria) Ad
esempio, in un oggetto appoggiato non si pu verificare n la situazione A (compenetrazione
di una superficie), n la B (distacco dalla medesima).

Una struttura si dice in equilibrio quando le forze agenti sono bilanciate da reazioni uguali e
contrarie. Tale condizione, comunque, necessaria ma non sufficiente; ad esempio, la
seguente struttura in equilibrio, ma risulta labile.
F

A.

B.
F
2

F
2

_Linee dazione delle reazioni nei vincoli.

possibile procedere al calcolo solo dopo aver appurato lisostaticit della struttura in analisi
(GdL = n.vincoli).

Nellappoggio sono noti il verso e la direzione della reazione,


poich il medesimo impedisce unicamente gli spostamenti
perpendicolari al pattino.

In sostanza, per far s che una struttura sia in equilibrio le sommatorie di tutte le forze ed i
momenti agenti su di essa devono essere pari a zero.
Fi = 0 Fi = F(agenti) + F(reagenti)
Mi = 0 Mi = M(agenti) + M(reagenti)

La cerniera non espleta reazioni di tipo momento. La linea


dazione delle reazioni passa sicuramente per il punto di cerniera, ma non se ne conosce a priori il coefficiente angolare.

Da queste equazioni derivano le tre equazioni fondamentali della statica:

Hi = 0

la sommatoria delle azioni orizzontali deve essere pari a zero

Vi = 0

la sommatoria delle azioni verticali deve essere pari a zero

Nellincastro la linea dazione delle reazioni non passer per il


vincolo; non possibile conoscerne a priori punti noti ed inclinazione.

Mi = 0

la sommatoria dei momenti deve essere pari a zero

12

VINCOLI ED EQUILIBRIO

-esempio pratico-

_Esercizio n.01
M

Hi = 0

HF=0 H=F

Vi = 0

incognite

Mi = 0
M F*l /2 = 0

possibile procedere mediante due sistemi di risoluzione: grafico ed analitico.

Fl
Fl

l/2

M = Fl/2
F

Fl/2
F

Linea delle pressioni


dove agisce lunica forza
presente nel sistema
(c.v.d. non passante per
lincastro)

l/2

l
M
H

l/2

V
F

H
V

Hi = 0 H = 0
Vi = 0 V F = 0
Mi = 0 M F*l

Nel sistema analitico si applicano le tre equazioni fondamentali della statica alla struttura,
sostituendo il vincolo con le reazioni che pu espletare.
M

Fl/2

Nel sistema grafico si procede, innanzitutto, disegnando un sistema equivalente alla struttura
di partenza si ridisegna la struttura, e mediante la linea delle pressioni si trasportano le
forze nei vincoli, determinando in seguito le reazioni che il vincolo espleta.

V=0

l/2

V=F
= 0 M = Fl

N.b. il punto di riferimento per il calcolo del momento lincastro.

13

STATICA DELLA TRAVE


F

_Esercizio n.02

45

Hi = 0

Hi = 0

H F/2 = 0 H = F/2

HA F/2 = 0 HA = F/2

Vi = 0

V F/2 = 0 V= F/2

_Esercizio n.03

45

Fl/2

Vi = 0

l/2

VA F/2 + VB = 0

MA (calcolo del momento in A) = 0

Mi = 0

M F/2*l = 0 M = Fl/2

l/2
l

Considerazioni
La linea delle pressioni passa per
entrambi i vincoli si hanno due linee
delle pressioni. Per determinarle si parte
dellappoggio, la cui direzione della
reazione nota, individuando Lp1;
lintersezione fra Lp1 e linea dazione
della forza e la cerniera sono i due punti
che determinano la Lp2.
Per le reazioni si costruisce il parallelogramma allinverso, utilizzando le due
rette direzionali Lp1 ed Lp2.
N.b. linclinazione ed il verso di RA
permette di ipotizzare, senza procedere
alla soluzione analitica, il verso di VA ed
HA.

Fl/2

l/2

M F/2*l/2 + VB*l = 0 M = Fl/22 VBl


VB = F/22
VA = F/2 F/22 VA = F/22

F/2

F
F/2

l/2

FB

Lp2

FA

Lp1
F

FA

45

l/2

RB

Lp2

RA

Lp1
F

RA

45

l/2

l/2
F
F/2

F/2

B
RB

F/2

F/2

B
F/2

HA

VA

VB
l/2

14

l/2

F/2
M

FB

l/2

VINCOLI ED EQUILIBRIO
A

B
F

_Esercizio n.04

l/2

_Esercizio n.05

l/2

Hi = 0

45
C

Hi = 0

HA F/2 = 0 HA = F/2

H F/2 = 0 H = F/2

Vi = 0

2l

Vi = 0

VA F/2 + VD = 0

V F/2 = 0 V = F/2

MA = 0

M F/2*3l/2 F/2*l/2 + VD*2l = 0

FA

l/2
B

Mi = 0

l/2

M F/2*2l + F/2*2l M = 0

Lp2

M = 2Fl/2 2VDl
VD = F/2
VA = 0

45

2l

F Lp1 l/2
C

FD
D

Lp1 valida da D a C
Lp2 valida da C ad A
Considerazioni
La soluzione analitica conferma quanto
gi appurato mediante il metodo
grafico, e cio che la cerniera espleta
solamente una reazione orizzontale.

l
A

l/2
B

l/2

2l

l/2

Lp2

RA

F Lp1 l/2
C
D

H
M

l/2

RD

l
A
HA

l/2

l/2

F/2

F/2

l/2

F/2
C
D

2l

2l

B
VA

2l

F/2

F/2

F/2

Diagramma di corpo libero


Si ridisegna la struttura, senza vincoli,
mettendo al posto delle incognite le
reazioni calcolate.

l/2

2l

VD

l/2

2l

l/2

15

F/2

F/2

STATICA DELLA TRAVE

_Esercizio n.06

Hi = 0

45

HA F/2 = 0 HA = F/2

Vi = 0

RB

VA F/2 + VC = 0

RA

MA

RA

RA

F
B
A

M F/2*3l/2 + VB*l

RB

Lp2

VB = 3F/22

Lp1

VA

C
D
Lp1

Lp2
RC

l
A

l/2

l
B

VB
C

l/2

F/2

B
A

RC

HA

F/2

HA

RA

Lp1 valida da D a C
Lp2 valida da C ad A
VA

l/2

+ VC*2l = 0 M = 7Fl/22 2VCl


VC = 7F/42
VA = 3F /42

VA = 3F/22 F/2
VA = F/22
Lp1 valida da C a B
Lp2 valida da B ad A

M F/2*l F/2*5l/2 +

l/2

MA = 0

M = 3Fl/22 VBl

45

HA F/2 = 0 HA = F/2

l/2

VA + VB F/2 = 0

Hi = 0

Vi = 0

_Esercizio n.07

F
B

F/2

F/2
D

VC
F/2
A

F/22

F/2

F/2

3F/42

F/2

3F/22
l

l
A

l/2

l
B

l/2
C

F/2

F/2
D

7F/42
l

16

l/2

VINCOLI ED EQUILIBRIO
A

_Esercizio n.08

F
45

_Esercizio n.09

Hi = 0

Hi = 0

H=0

HA F/2 = 0 HA = F/2
C

Vi = 0

Vi = 0

VA F/2 + VC = 0

MA = 0

M F/2*l + VC*2l = 0

M = Fl/2 2VCl
VC = F/22
VA = F/22

V ql/2 = 0 V = ql/2

Mi = 0

l/2

M ql/2*5l/4 = 0

ql/2

RA
Lp2

Lp1 valida da C a B
Lp2 valida da B ad A
RA

l/2

5ql/8

M = 5ql/8

RC

l/2

ql/2

l/2

Lp1
B

l/2

45
M

l
La soluzione di questo esercizio pu
essere addizionata a quella del precedente
in caso di molteplici forze agenti il
sistema pu essere scomposto ed analizzato per parti.

C
RC

ql/2

V
D

l
l

l/2

l/2

l/2

5ql/8
F/2

F/2

F/2

F/2

HA

F/2

ql/2

B
VA

F/22

D
VC

F/22

C
D

l/2

ql/2

l/2

17

l/2

l/2

STATICA DELLA TRAVE


F

A.3

Come viene sollecitato ogni punto della trave?

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

La materia trasmette le forze da un punto allaltro


fino a farle giungere nei vincoli. necessario quindi
analizzare le caratteristiche di sollecitazione interna
della trave.

Divedendo la trave in n sezioni, ogni sezione della


trave risulterebbe come incollata, solidale alla
successiva. Ad esempio, immaginando di sorreggere
una pila di libri, spingendo ai lati rimane unita, ma se
la forza viene meno il tutto collassa.

Nellanalisi viene idealmente considerato un concio


di trave, e cio una parte di trave compresa fra due
sezioni della stessa, eseguite a distanza x fra loro.

x
_Convenzione positiva in un concio di trave.

sezione

G
Asse longitudinale

+
- Sforzo Normale
N
: due forze uguali in direzione ed opposte in verso; azioni lungo
lasse della trave di trazione (positive) e compressione (negative).
- Taglio

: tensioni tangenziali, positive se il concio ruota in senso orario.

- Momento Flettente M : due coppie di forze uguali ed opposte;


il momento flettente positivo se lazione tende le fibre inferiori della trave

18

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

Tutto ci funziona fintantoch la sezione non incontra la forza applicata F, quindi:

E possibile tradurre in forma analitica e grafica le caratteristiche di sollecitazione interna.


Prendendo ad esempio la seguente struttura:

0 x l/2

F
A

F
2

N=0

T F/2 = 0 T = F/2

nel sistema non applicata nessuna forza che produca azioni di trazione o compressione.

F
2
l/2

Mo

M F/2*x = 0 M = F/2x

per x = 0 M = 0

l/2

per x = l/2 M = Fl/4

a. decidere un verso di percorrenza delloggetto, per esempio da A a B.


F
A

d. continuare lanalisi per la restante parte della struttura.


F
2

N.b. vanno eseguite tante sezioni quante sono le parti di struttura divise da applicazioni di forze; in
questo caso le sezioni significative sono due.

F
2

b. eliminare una parte della struttura.

F
2
F
2

l/2 x l

o
F
2

.T

N=0

T F/2 + F = 0 T = F/2
una forza concentrata fa saltare il taglio dellentit della forza stessa.

c. Ovviamente bisogna porre qualcosa in sostituzione della parte di struttura che viene
eliminata, in quanto non sussiste pi lequilibrio; e qui entrano in gioco le caratteristiche
di sollecitazione interna.

l/2

Mo

M F/2*(x + l/2) + F*x = 0

per x = 0 M = Fl/4

per x = l M = 0

x
19

M
T

STATICA DELLA TRAVE

e. riassumere graficamente.

Scegliendo il verso di percorrenza opposto i risultati non cambiano, ma per iniziare lanalisi
necessario girare considerare laltro lato del concio.
M
F

0 x l/2

F
2

F
2
l/2

l/2

N=0

T + F/2 = 0 T = F/2

Mo

.o

M F/2*x = 0 M = F/2x

per x = 0 M = 0
per x = l/2 M = Fl/4
N=0

N=0

_Rotazione del concio di convenzione positiva nelle strutture.

F/2

F/2

Fl/4

20

F
2

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

_Esercizio n.10

Hi = 0

HF=0 H=F

l/2
F

Vi = 0

V=0

Fl/2

Mi = 0
M F*l /2 = 0

M = Fl/2

l/2

C
F

l
Fl/2

Fl/2

M
T

sezione 01
0xl

N + F = 0 N = F

T=0

Mo

M + Fl/2 = 0 M = Fl/2

N=0

T=0

F
+

Fl/2
Considerazioni
Ricordare sempre di ruotare il concio di
convenzione positiva nel modo giusto (vedi
schematizzazione sovrastante).

TF=0 T=F

M + Fx = 0 M = Fx

per x = l/2 M = Fl/2

N=0

per x = 0 M = 0

l/2

Mo

sezione 02
0 x l/2

.o

Fl/2

21

STATICA DELLA TRAVE


N

_Esercizio n.11

T
F/2

45

HA F/2 = 0 HA = F/2

Vi = 0

l/2

l/2

M = 2Fl/2 2VDl
VD = F/2
VA = 0
A

Lp1 valida da D a C
Lp2 valida da C ad A

D
A

F/2

l/2

F/2

l/2

N F/2

l/2

M
T

.o

F
F/2

l/2

l/2

M F/2*x = 0 M = Fx/2

D
l2/2

F/2

F/2

T=0
+

F/2

F/2

F/2
F/2
C

N + F/2 = 0 N = F/2

T=0

Mo

per x = l2/2 M = Fl2/4

l/2

l/2

45

T + F/2 = 0 T = F/2

x
sezione 01
0xl

F
C

RD

F/2

N + F/2 = 0 N = F/2

M
N

F/2

per x = 0 M = 0

F Lp1 l/2
C

A
F/2

Mo

Lp2

RA

sezione 02
0 x l2/2

MA = 0

.o

F/2

l/2

VA F/2 + VD = 0

F/2

Hi = 0

M F/2*3l/2 F/2*l/2 + VD*2l = 0

l/2

sezione 03
0 x l2/2

l/2

N + F/2 = 0 N = F/2

T + F/2 F = 0 T = F/2

F/2

M=0
l

l/2

Mo

l/2

M F/2*(x + l2/2) + Fx = 0

per x = 0 M = Fl2/4

22

F/2

M=0

per x = l2/2 M = 0

Fl2/4

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

_Rapporti fra taglio, momento e linee delle pressioni.

N.b. il taglio una caratteristica di tipo forza, e quindi salta quando incontra forze applicate; il
momento, di conseguenza, salta incontrando una coppia applicata.

possibile tracciare intuitivamente il grafico del momento flettente a partire dalla linea delle
pressioni, sapendo che:
a. nei punti di intersezione o identit fra linea delle pressioni e struttura il momento zero.
b. in caso di parallelismo fra struttura e linea delle pressioni, il momento sar una
costante.
c. pi grande la distanza fra la linea delle pressioni e la struttura, pi si verificher
momento.
d. se la linea delle pressioni di compressione, il momento situato allopposto di essa
rispetto allasse della trave; se di trazione, il momento situato dallo stesso lato della
linea delle pressioni.

Per conferma di quanto detto, vedere


lesempio precedente.

B
RB
Cl/2

Ad esempio, nel precedente esercizio:


- fra A e B la Lp2 coincide con la struttura il momento sar zero nel tratto di
coincidenza.
- in D la Lp1 interseca la struttura il momento sar zero nel punto di intersezione.
- fra B e C la Lp2 si allontana dalla struttura il momento, partendo da zero, andr via
via aumentando fino a C.
- fra C e D valida la Lp1, e si avvicina alla struttura il momento, partendo dal suo
massimo in C, andr via via diminuendo fino a zero in D.
- Le linee Lp1 ed Lp2 sono di compressione, quindi il momento sar disegnato dal lato
opposto ad esse, con asse la struttura.
Inoltre, il diagramma del taglio la
derivata del diagramma del momento.
Da ci si pu dedurre:
- se il taglio zero in un tratto, il
momento sar costante o zero.
- se il taglio costante, il momento sar uninclinata; il taglio
in questo caso il coefficiente
angolare del momento.
- se il taglio uninclinata, il momento sar parabolico; e cos
via.
- se il taglio zero in un punto, il
momento avr un massimo, un
minimo od un flesso, come
matematica insegna.

RA
Cl/2

l/2

l/2

N=0

N=0

Lp2

F/2

Lp1

Cl/2

C
D
F/2
A

Lp2

F/2

F
+

Lp1

il taglio non percepisce la coppia


il coefficiente angolare nel momento uguale, come si desume dal diagramma di taglio,
ma il diagramma di momento salta in corrispondenza della coppia.

D
F/2

23

STATICA DELLA TRAVE

3ql/2

_Esercizio n.12

Hi = 0

ql

H=0

V ql = 0 V = ql

Mi = 0

M ql*3l/2 = 0 M = 3ql/2

3ql/2

ql

ql

.T

3ql/2

M
N

N ql = 0 N = ql

T=0

l/2

M + 3ql/2 ql*2l = 0

sezione 03
0xl
l

N=0

N=0

M
T

ql

ql

T=0

N=0

T + qx = 0 T = qx

per x = 0 T = 0

T ql = 0 T = ql

Mo

N=0

l
q

l/2

l/2

M = ql/2

l/2

ql

sezione 01
0 x 2l

Mo
o

l
M

sezione 02
0xl

ql

3ql/2

ql

Vi = 0

3ql/2

3ql/2

ql/2
+

per x = l T = ql

M + 3ql/2 ql*x = 0

ql

ql/2

per x = 0 M = 3ql/2

Mo

per x = 3/2l M = 3ql/2 3ql/2 = 0 M = 0

per x = 0 M = 0

per x = 2l M = 3ql/2 2ql = 0 M = ql/2

per x = l M = ql/2

24

M qx*x/2 = 0
+

ql/2

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

_Esercizio n.13

_Momento, taglio e sforzo normale


in termini differenziali.

Hi = 0

B
dx

H=0

Vi = 0

Va + Vb ql = 0

MA = 0

ql

Prendendo una piccola parte di carico dx, si nota

che il carico variabile, ma la porzione considerata tanto piccola da essere costante.

M ql*l/2 + Vb*l = 0

M
N

M
T

A dx B

VB = ql/2
VA = ql/2

ql/2

l/2

l/2

ql/2

Da A a B ci si sposta di dx, e di conseguenza le

ql/2

ql/2

ql/2

sezione 01
0xl

N=0

T ql/2 + qx = 0

N=0

per x = l/2 T = ql/2 ql/2 T = 0


per x = l T = ql/2 ql T = ql/2

M
N

A dx B

qv
qh

N=0

A dx B

ql/2

M+dM
N+dN
T+dT

Dopo aver individuato le risultanti della piccola


porzione di carico obliquo preso in considerazione, possibile calcolare lequilibrio del concio.

per x = 0 T = ql/2

Mo

azioni non sono uguali; quindi viene applicato un


piccolo incremento d.

ql/2

dN
N qh*dx + N + dN = 0 qh = dx (derivata N)

dT
T qv*dx (T + dT) = 0 qv*dx dT = 0 qh = dx (derivata T)

dM
T*dx M + qv*dx/2 + M + dM = 0 dx = T (derivata M)
M=T

Mo

M ql/2*x + qx*x/2 = 0

per x = 0 M = 0
per x = l/2 M = ql/4 ql/8 M = ql/8

N.b. dx/2 un infinitesimo di ordine superiore,


+

trascurabile rispetto agli altri termini dellequazione.

ql/8

M
N

M+dM

. T+dT N+dN

A dx B

per x = l M = ql/2 ql/2 M = 0

25

STATICA DELLA TRAVE

Trattasi di un particolare vincolo che, come la normale


cerniera, non pu trasmettere momento.

_La cerniera interna.

F HA H D = 0

h/2

Ogni trave ha tre gradi di libert; la cerniera interna un


vincolo doppio, ed impedisce due gradi di libert. Due travi
posseggono sei gradi di libert, e vincolate con tre vincoli
cerniera, impedenti ognuno due gradi di libert, formano
una struttura isostatica (a fianco).

h/2

Vi = 0

F
D

VA VD = 0 VA = VD

h/2

VD

VD = Fh /2l

VA = Fh /2l

t1
F

parte sinistra della struttura t1


t2

h/2

HA

Tracciare la linea dazione di F; prolungando dallintersezione con la Lp1 in A si individua la Lp2.

HA

N.b. VA e VB formano una coppia positiva


VD di valore Fh /2l*l = Fh /2,
controbilanciata dalla coppia che formano le reazioni HA + HD con la forza F
pari a F*h /2 = Fh /2, negativa situazione di equilibrio.

VD

F
HA + HD

La linea delle pressioni deve passare per le cerniere,


poich noto a priori che in tali punti non si verifica
momento.

VA

HD
VA

h/2

VA

M + F*h/2 HA*h = 0
HA = F/2
HB = F/2

h/2

N.b. scegliere nellanalisi sempre la parte di struttura che utile ai


fini del calcolo, e cio dove si trovano forze applicate note.

h/2

t1

le equazioni, come previsto, non sono sufficienti alla


risoluzione del problema. si ricorre allequazione
ausiliaria.

HD

HA

MB (cerniera interna) = 0

Da B a D non sono presenti carichi, quindi la Lp1 deve


essere regolata dalla reazione di D, e passare per la
cerniera in D e la cerniera interna in B.

M F*h/2 + VD*l = 0

h/2

VA
A

MA = 0

La cerniera interna comunque mobile.

evidente che non si posseggono sufficienti dati noti per


la soluzione del problema (troppe incognite) necessario scrivere unequazione ausiliaria di equilibrio del
momento, calcolando nel punto di cerniera interna (B); tale
equazione relativa al troncone t1 o t2 della struttura i
due tronconi possono essere calcolati separatamente,
ponendo che in B i momenti dei medesimi sono nulli.

Hi = 0

h/2

h/2
F
A

RA

h/2

RD

Lp2

h/2

Fh/2l
F/2

Fh/2l

Lp1

26

D
F/2

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE
C

N
M

h/2

.o

Fh/2l

F/2

sezione 01
0 x h/2

N Fh/2l = 0 N = Fh/2l

T F/2 = 0 T = F/2

h/2

Fh/2l
F/2

Fh/2l

M F/2*x = 0 M = Fx/2

per x = 0 M = 0

D
F/2

F/2

N + Fh/2l = 0 N = Fh/2l

T F/2 + F = 0 T = F/2

Mo

M + F/2*x = 0

per x = h M = Fh/2
Fh/2l

Fh/2l

N
T

sezione 02
0 x h/2

N
T

.o

Fh/2l

h/2

Fh/2l

h/2

F/2

sezione 04
0xl

Fh/2

M F/2*(x + h/2) + F*x = 0

per x = 0 M = Fh/4
per x = h/2 M = Fh/4 Fh/4 + Fh/2 M = 0

h/2

Fh/2l

F/2 F/2

+
+

F/2

T F/2 + F = 0 T = F/2

.o
T

N Fh/2l = 0 N = Fh/2l

Mo

D
F/2

per x = 0 M = 0

per x = h/2 M = Fh/4

.o

Fh/2l

sezione 03
0xh

Mo

N + F/2 = 0 N = F/2

T + Fh/2l = 0 T = Fh/2l

Mo

M + F/2*h Fh/2l*x = 0

per x = 0 M = Fh/2

Fh/4

per x = l M = Fh/2 + Fh/2 M = 0

27

D
F/2

STATICA DELLA TRAVE


B

l/2

l/2

_Esercizio n.14

HA + HD ql/2 = 0

l/2

3ql/162

Vi = 0

N
T

3ql/16 D
ql/8

3ql/8 A
3ql/16

l/2

9ql/162

VA VD = 0 VA = VD
l

MA = 0

l
RD

M = 3ql/8 + 2VDl

VD = 3ql/16

RA

VA = 3ql/16

ql/2
Lp1

MC = 0

RA

RD

Lp2

l/2

l/2

T + 3ql/162 = 0 T = 3ql/162

HA = ql/2 ql/8 HA = 3ql/8

per x = 0 M = 0

Lp2 valida da ql/2 ad A

q
VD D
HD

A
VA

ql

l/2

l/2

ql/8

3ql/162

l
B

3ql/16 D
ql/8

3ql/8 A
3ql/16

3ql/16

C
l/2

3ql/16

9ql/162

Lp1 valida da D a ql/2

HA

l
B

3ql/8

M + 3ql/162*x = 0

per x = l2 M = 3ql/16
l

N + 9ql/162 = 0 N = 9ql/162

Mo

M = ql/8 HDl
HD = ql/8

sezione 01
0 x l2

ql/2

M + ql/2*3l/4 VD*2l = 0

parte destra della struttura rispetto a C


M ql/2*l/4 + HD*l = 0

Hi = 0

l/2

3ql/16

28

9ql/128

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE
o

M
N

3ql/8 A
3ql/16
l

3ql/16 D
ql/8

sezione 04
0 x l/2

N + 3ql/8 = 0 N = 3ql/8

N 3ql/16 = 0 N = 3ql/16

T 3ql/8 = 0 T = 3ql/8

T + ql/8 qx= 0

per x = l/2 T = 3ql/8


per x = l/8 T = 0

per x = l M = 3ql/16 + 3ql/16 3ql/8 M = 0

Mo

N
T

sezione 03
0 x l/2

.o

N 3ql/16 = 0 N = 3ql/16

T + ql/8 = 0 T = ql/8

M ql/8*(l/2 + x) + qx*x/2 = 0

per x = 0 M = ql/16

3ql/16 D
ql/8

l/2

per x = 0 T = ql/8

M 3ql/16*(x + l) + 3ql/8*l = 0

per x = 0 M = 3ql/16

Mo

x
q

sezione 02
0xl

Mo

per x = l/2 M = ql/16 + ql/16 ql/8 M = 0


per x = l/8 M = ql/16 + ql/64 ql/128 M = 9ql/128 (massimo)

M ql/8*x = 0

per x = 0 M = 0
per x = l/2 M = ql/16

29

STATICA DELLA TRAVE


C

_Esercizio n.15

N
M

Hi = 0

ql HA HH = 0

ql

VH VA = 0 VA = VH
RD

E
H

ql

MD = 0

parte sinistra della struttura rispetto a D


M + ql*3l/2 HA*2l + VA*2l = 0

M + ql*3l/2 HA*2l + (HA/3 ql/6)*2l = 0

RD

M 4HAl/3 + 7ql/6 = 0

VA = 7ql/24 ql/6 VA = ql/8

VA

VH = ql/8

Lp2 valida da ql ad A

T 7ql/8 + qx = 0

D
H

ql/8

ql/42
ql/8

T=0
+

ql/8

ql/8

7ql/8

ql/8
+
+

49ql/128

30

ql/8

3ql/8

A 7ql/8

ql/8

ql/8

ql/8 ql/8

ql/8

M = 49ql/128 (massimo)

M = 49ql/64 49ql/128

q
B

per x = 7l/8

ql/8

M = 7ql/8 ql/2 M = 3ql/8

N=0

per x = l

G
H
ql/8

N=0

M 7ql/8*x + qx*x/2 = 0

per x = 0 M = 0

G
H
HH

l
C

Mo

A HA

Lp1 valida da D a ql

N ql/8 = 0 N = ql/8

A 7ql/8

per x = 7l/8 T = 0

VH

A 7ql/8

ql/8

ql/8

per x = 0 T = 7ql/8

q
B

per x = l T = ql/8

HH = ql 7ql/8 HH = ql/8

Lp2

RA

M + 3ql/2 2HAl + 2HAl/3 ql/3 = 0

.o

sezione 01
0xl

Lp1

3VA = HA ql/2

4HA/3 = 7ql/6 HA = 7ql/8

RA

M + ql*l/2 + VA*3l HA*l = 0

VA = HA/3 ql/6

ql/8

Vi = 0

MH = 0

ql/8

ql/4

M=0

ql/8

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

l/2

M
q

ql/2
ql/2

sezione 02
0 x l2

sezione 04
0xl

o
B

ql/2
A

3ql/42

T + ql/2 3ql/42 = 0 T = ql/42


M ql/2*l/2 + ql/2*l/22 + ql/2*(l/22 + x) 3ql/42*(l/2 + x) = 0

q
B

A 7ql/8

M
T

ql/8 ql/8

M
T

M + ql/8*x = 0

N + ql/8 = 0 N = ql/8

T ql/8 = 0 T = ql/8

Mo

N
T
H
ql/8 ql/8

o
G

M + ql/8*l + ql/8*x = 0

per x = 0 M = ql/8
per x = l M = ql/4

ql/8

sezione 06
0 x 2l

N 7ql/8 + ql = 0 N = ql/8

T + ql/8 = 0 T = ql/8

Mo

T ql/8 = 0 T = ql/8

sezione 05
0xl

per x = l2 M = ql/2 ql/4 ql/4 ql + 3ql/8 + 3ql/4 M = ql/8

per x = l M = ql/8

per x = 0 M = ql/2 ql/4 ql/4 + 3ql/8 M = 3ql/8

N ql/8 = 0 N = ql/8

per x = 0 M = 0

N + ql/2 ql/2 = 0 N = 0

sezione 03
0xl

Mo

Mo

N + ql/8 = 0 N = ql/8

M + ql/8*l + ql/8*(l x) = 0

per x = 0 M = ql/4

per x = 0 M = 3ql/2 + 7ql/4 ql/8 M = ql/8

per x = l M = ql/8

per x = l M = 3ql/2 + 7ql/4 ql/8 ql/8 M = 0

per x = 2l M = 0

31

M
N

T + ql/8 = 0 T = ql/8

Mo

M + ql/*3l/2 7ql/8*2l + ql/8*(x + l) = 0

ql/8

o E
.
T
H
G
ql/8

STATICA DELLA TRAVE


q

_Esercizio n.16

Hi = 0

ql HE = 0 HE = ql

E
B

Vi = 0

ql/2

VA VE = 0 VA = VE

MC = 0

M + ql*l/2 VA*l = 0

VA = ql/2
VE = ql/2

ME = 0

ME ql*l/2 VA*l = 0

Lp1 valida da A a ql

Lp2

ql
A

RE

ql/2

ql

T ql/2 = 0 T = ql/2

ql/2

M ql/2*x = 0

ql/2

l
E

VA

ql/2

HE
+

ME

3ql/22

ql/2

VE

ql/22

ql

per x = l M = ql/2
ql/2

N=0

per x = 0 M = 0

ME

Lp2 valida da ql ad E

ql

2ql

N=0

Mo

RA

ql/2

sezione 01
0xl
C

Lp1

.T

RE

ME = ql*l/2 + ql/2*3l
ME = 2ql

l
2ql

RA

M
ql/2

2ql

32

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE

N
M

sezione 02
0xl

ql/2

.o

sezione 04
0xl

N + ql/2 = 0 N = ql/2

N + ql = 0 N = ql

T + qx = 0

T ql/2 = 0 T = ql/2

per x = 0 T = 0

Mo

per x = l T = ql

Mo

per x = l M = 2ql ql ql/2 ql/2 M = 0

per x = 0 M = ql/2
per x = l M = ql/2 ql/2 M = 0

M
T

.o
E

N + ql/22 = 0 N = ql/22

T 3ql/22 = 0 T = 3ql/22

Mo

M + ql*l + ql/2*(l + x) 2ql = 0

per x = 0 M = 2ql ql ql/2 M = ql/2

M ql/2*l + qx*x/2 = 0

sezione 03
0 x l2

M
N

3ql/22
ql/22

2ql

M + 3ql/22*x 2ql = 0

per x = 0 M = 2ql
per x = l2 M = 2ql 3ql/2 M = ql/2

33

.o

l
D

l
ql/2
E

ql

2ql

STATICA DELLA TRAVE

_Esercizio n.17

N.b. graficamente possibile intuire


il valore di VH la Lp1 ha uninclinazione
di 45, quindi le componenti di RA devono essere
di uguale modulo VH = HH

Vi = 0

2l

VA 2ql VH = 0

sezione 01
0 x 2l

RH

MH = 0

M + 2ql*5l VA*4l + HA*2l = 0

2HA = 4VA 10ql

RA

2ql

HA = 2VA 5ql
E

ME = 0

M + 2ql*2l (2VA 5ql)*l VA*l = 0


4ql 2VA + 5ql VA = 0

RA

HA = 2(3ql) 5ql

2l

3ql
ql

2l

Mo

per x = 0 M = 0

ql2

M + 3ql*x = 0

ql
H

ql

3ql

M = 3qlx
3ql

ql
+

ql

+
T=0

3ql

ql2

ql

ql

N=0

T + 3ql = 0 T = 3ql

2l

ql

N + ql = 0 N = ql

3ql

HA = ql
HH = ql

ql

2l

VH = 3ql 2ql
VH = ql

ql

2l
RH

per x = 2l M = 6ql

2l

3VA = 9ql VA = 3ql

Lp1

parte sinistra della struttura rispetto a E


M + 2ql*2l HA*l VA*l = 0

Lp2

2ql

.o
T
x

2l
2l

l
E

Hi = 0

HH HA = 0 HA = HH

4ql

E
A

Lp2 valida da 2ql ad A

2l
2l

VA

2l

2ql

VH
HH

M=0

HA

Lp1 valida da H a 2ql

ql

2ql

6ql

34

4ql

4ql

CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE
N

.
o

sezione 02
0 x 2l

N
T

ql2

D
C
A

2l

ql2

sezione 04
0 x l2

per x = 0 M = 6ql
per x = 2l M = 4ql

x
q

o
C

N + ql = 0 N = ql

T 3ql + qx = 0

N + ql2 2ql2 = 0 N = ql2

T + ql2 ql2 = 0 T = 0

2ql2

M + ql2*l/2 2ql2*l2 + ql2*(l2 x) + ql2*(l/2 + x) = 0

per x = l2 M = ql + 4ql 2ql + 2ql ql 2ql M = 0


A

ql

2l

sezione 05
0 x 4l

3ql

per x = 0 T = 3ql
per x = 2l T = 3ql 2ql T = ql

Mo

per x = 0 M = ql + 4ql 2ql ql M = 0

2l

Mo

3ql

M + 3ql*2l ql*x = 0

T ql = 0 T = ql

sezione 03
0 x 2l

2l

ql

N + 3ql = 0 N = 3ql

Mo

ql2

N ql = 0 N = ql

T + ql = 0 T = ql

Mo

M ql*x = 0

per x = 0 M = 0
M ql*2l + 3ql*(2l x) + qx*x/2 = 0

per x = 4l M = 4ql

per x = 0 M = 4ql

.o

ql

per x = 2l M = 2ql + 6ql 6ql 2ql M = 0

ql

35

STATICA DELLA TRAVE

_Verifica mediante lequilibrio globale alla rotazione.

N ql = 0 N = ql

T ql = 0 T = ql

Mo

molto utile eseguire anche lequilibrio globale alla rotazione della struttura, in verifica finale
dei calcoli trascritti nel diagramma di corpo libero.

sezione 06
0 x 2l

M
N

.o

2ql
F

M ql*4l + ql*x = 0

per x = 0 M = 4ql

2l

per x = 2l M = 2ql

ql
ql

ql

2l
l

2l

3ql

sezione 07
0 x l2

N=0

T ql2 = 0 T = ql2

Mo

.o

eventualmente, possibile scomporre forze e reazioni, in modo da ottenere


coppie formate da forze di
eguale modulo.

C
E
A

ql
2ql

M ql2*(l2 x) = 0

per x = 0 M = 2ql
per x = l2 M = 0

D
F

ql

2ql

2l

ql

2l

2l

ql

ql2
H

Mi = 0

ql

4l

M ql*4l + ql*2l + 2ql*l = 0 M = 0 la struttura in equilibrio alla rotazione.

36

ql

STRUTTURE RETICOLARI

A.4

Le strutture reticolari sono strutture formate da aste rettilinee, connesse agli estremi attraverso
nodi cerniera. Tali strutture possono essere sia spaziali sia piane.
Il punto di incontro di due o pi aste nel quale non viene trasmesso momento chiamato nodo
cerniera.

STRUTTURE RETICOLARI

nodo cerniera
asta rettilinea

Assunti di calcolo da adottare per strutture reticolari piane:


- reticolare con aste interconnesse da cerniere perfette (metodo che non sar affrontato;
la cerniera perfetta equivale ad una cerniera normale in cui M = 0, tenendo conto che
in casi particolari le cerniere trasmettono momento).
- reticolare con carichi esterni applicati ai nodi cerniera tutte le aste sono soggette
solo a sforzo normale, costante lungo tutta la lunghezza dellasta. le aste possono
quindi anche essere dette bielle.

37

STATICA DELLA TRAVE

_Tipi di strutture reticolari.

_Concetti preliminari per il calcolo.


a. individuare le reazioni vincolari esterne
b. trovare gli sforzi normali su tutte le aste
si inizia numerando i nodi e le aste (es. nodi con numero arabo cerchiato, aste con numero
arabo non cerchiato), e successivamente si conteggiano i gradi di vincolo esterno.

- Reticolare Polonceau

NN (numero nodi) : 6

NA (numero aste) : 9

NV (numero gradi di vincolo) : 3

- Reticolare Inglese

due dalla cerniera, uno dallappoggio

l
l
le incognite sono lo sforzo normale N sulle aste e le reazioni vincolari. ogni nodo
fornisce due equazioni di equilibrio; le equazioni complessive sono quindi due volte il numero
dei nodi.

- Reticolare Mohni

equazioni = 2 NN
incognite = NA + NV
una struttura reticolare piana risolvibile quando:
2 NN = NA + NV
o meglio, riassumendo in un coefficiente g:
g = 2 NN NA NV

- Reticolare Neville

g>02
g=02
g<02

NN > NA + NV struttura labile


NN = NA + NV struttura isostatica
NN < NA + NV struttura iperstatica

quindi, la struttura di partenza


NN = 6 NA = 9 NV = 3

38

12 = 12, g = 0 una reticolare isostatica.

STRUTTURE RETICOLARI

_Metodo di calcolo dellequilibrio ai nodi.

Convenzione: se lo sforzo normale N su unasta incognito, esso sempre uscente dal nodo.

a. calcolare le reazioni vincolari.


b. scrivere per ogni nodo due equazioni di equilibrio, una alla traslazione orizzontale ed
una alla verticale.
c. le incognite delle suddette equazioni sono gli sforzi normali su tutte le aste.
N.b. indispensabile non avere pi di due incognite per nodo, e gli equilibri fatti agli
ultimi due nodi permettono di verificare se i precedenti calcoli sono esatti delle
quattro equazioni che vengono scritte, tre sono di controllo poich le reazioni sono gi
note dagli altri calcoli.

N6

P
N5

-esempio pratico-

c. scrivere le equazioni di equilibrio, una alla traslazione orizzontale una alla verticale.

a. calcolare le reazioni vincolari.


5

Hi = 0
H=0

E.O.

N6 + N5/2 = 0 N6 = N5/2 N6 = P

E.V.

P N5/2 = 0 N5 = P2

Vi = 0

d. ripetere tale operazione per il resto dei nodi.


Convenzione: se lo sforzo normale su di unasta noto e positivo si indica uscente dal nodo,
se noto e negativo entrante nel nodo.

V1 PV2 =0

M 1

=0
M V *l + P*l = 0
V2=P
V 1 = 2P

NN = 6
NA = 9
NV = 3

N6 = P

E.O.

N7 P = 0 N7 = P

E.V.

N4 = 0 N4 = 0
N4

N7 = P
1

V 1 = 2P
l

V2 = P

E.O.

P N3/2 = 0 N3 = P2

E.V.

N2 N3/2 = 0 N2 = P

N3
N2

b. per il calcolo si parte da un nodo cerniera che comprende due sole aste, per il quale vanno
scritte due sole equazioni. nellesempio possibile partire dal nodo 2 o dal nodo 5 .

39

N7

STATICA DELLA TRAVE


N2 =P

E.O.

N1 = 0 N1 = 0

E.V.

P + N2 = 0 N2 = P

f. come ultima operazione, segnalare i risultati ottenuti nella struttura di partenza.

puntone

(prima equazione di verifica)

N1

asta scarica

N3 = P2

N4 = 0

P + P + N1 = 0 N1 = 0

E.V.

P P + 2P + N4 = 0 N4 = 0

(seconda equazione di verifica)

2P

N3 = P2

l
E.O.

tirante

N1 = 0

(terza equazione di verifica)

2P

_Metodo di calcolo delle sezioni di Ritter.


Riassumendo il percorso eseguito:
5

4
N5
N6

3
N7
N4

2
N2
N3

Tale metodo permette di calcolare gli sforzi normali in una struttura reticolare note le reazioni
vincolari. Si basa sul teorema fondamentale della statica secondo il quale se una struttura in
equilibrio lo ogni sua parte.
Chiamasi sezione di Ritter canonica una sezione che divide in due parti una struttura
reticolare, tagliando tre aste non tutte concorrenti nello stesso punto.

1
N1
verifica

verifica
verifica

-esempio pratico-

e. redigere una tabella riassuntiva dei risultati ottenuti.


N.b. se unasta ha sforzo normale positivo detta tirante, se negativo puntone, se zero asta
scarica.
asta
1
2
3
4
5
6
7

valore N
0
P
P2
0
P2
P
P

P
4

tipo asta

scarica
tirante
puntone
scarica
puntone
tirante
tirante

40

STRUTTURE RETICOLARI

a. dividere la struttura in due o pi tronconi.


N.b. la sezione deve tagliare n pi n meno tre aste, non concorrenti in uno stesso
nodo.

d. proseguire per gli altri sforzi normali incogniti, cambiando di volta in volta nodo.

P
4

P
3

N5

? = N1

N3

N1

M 4

P
2

N5

N5
N3

si considera in questo caso solo una componente


di N3, quella verticale che rientra nel calcolo.

N1

? = N3

V 4

N1

parte Dx = 0
M + N3/2 P = 0
N3 = P2

c. la struttura in equilibrio in ogni suo punto, quindi possibile redigere le equazioni di


equilibrio. Viene utilizzata lequazione di equilibrio alla rotazione, scegliendo per iniziare
un nodo che lasci nellequazione una sola incognita.
nel nodo 2 N1, N3, P hanno contributo nullo nel calcolo del momento;
lunica incognita N5.
? = N5

M 2

N3

N1

parte Dx = 0

M + N5*l = 0
N5 = 0

N5

N3/2
N3/2

N1

N.b. il metodo delle sezioni di Ritter non permette di conoscere tutti gli sforzi normali di una
reticolare per gli sforzi restanti bisogna ricorrere a sezioni non canoniche o al metodo
dellequilibrio ai nodi.

P
N5

N3
P

nel caso degenere in cui le rette dazione degli sforzi normali siano parallele (calcolo di N3),
si sostituisce lequazione di equilibrio alla rotazione con una di equilibrio alla traslazione, nella
direzione perpendicolare alle due rette parallele.

P
5

b. mettere in evidenza le forze interne e gli sforzi normali incogniti lungo le aste.
4

parte Dx = 0

M N1*l P*l = 0
N1 = P
P

N.b. si prende in considerazione un nodo trovato


allintersezione delle rette dazione di N3 ed N5,
coincidente con il nodo 4 .

41

LA TRAVE ELASTICA

B.1

La deformabilit di una struttura dipende dai materiali di cui composta e dai parametri
geometrici in gioco.

TRAVE INFLESSA

Tema di studio loggetto trave, oggetto con una dimensione preponderante rispetto alle due restanti. Il modello
trave viene identificato come elemento monodimensionale,
rappresentato dallasse longitudinale della stessa (luogo
geometrico dei baricentri delle sezioni).

Nello stesso modo sono state affrontate le caratteristiche di sollecitazione interna (vedi p.18)
le sezioni trasmettono fra loro le azioni di taglio, momento, sforzo normale. In questo
capitolo si studieranno le deformazioni indotte da tali sollecitazioni.

_Deformazione longitudinale.
Prendendo un concio di ampiezza dz

z
A

dz

N
A

dz

il medesimo reagisce allo sforzo normale applicato, allungandosi di dz.


dz sar:
- proporzionale allo sforzo normale N
- inversamente proporzionale allarea della
sezione A
- dipendente dalla lunghezza dz considerata
- dipendente dal materiale di cui composta
la struttura modulo elastico E

dz =

Ndz
EA

deformazione assiale.

dz

dz

EA = rigidezza assiale, che ha in s una caratteristica meccanica (E) ed una geometrica (A).

44

TRAVE INFLESSA

Nello sforzo normale dz inversamente proporzionale allarea


della sezione perch:

_Modello di Eulero-Bernouilli e Timoshenko.


Si prenda ad esempio una trave
incastrata con una forza P applicata
sullestremo libero, ipotizzando che un
solo concio della struttura sia deformabile.

se la sezione grande, le sollecitazioni si distribuiscono in piccole forze su


tutta la sezione; discorso analogo se la sezione piccola, ma le forze hanno
minore spazio in cui distribuirsi e quindi la sollecitazione maggiore
diviene fondamentale conoscere la sezione delloggetto.

dz

_Deformazione a taglio.
T
T

Alla sollecitazione momento flettente


M si otterr un effetto di questo tipo.

Nel taglio il concio si deforma nel modo illustrato a fianco, ovvero


le sezioni scorrono reciprocamente e si ingobbano.

dV
d

dV
dz

Per semplicit, la vera deformazione viene approssimata,


lasciando le sezioni lisce. In ogni caso, la deformazione tagliante
sar per ora trascurata, poich viene adottato per lo studio il
modello di trave di Eulero, che trascura tale deformazione (la
quale in realt estremamente piccola nel caso di travi sottili).

_Deformazione flessionale.

dV

realt

approssimazione

I due assi su cui giacciono le due sezioni del concio si incontrano


in un punto, formando langolo d ed un raggio di curvatura R.

pi la trave sottile, pi la deformazione tagliante T trascurabile rispetto alla flessione M.

Nel momento flettente le fibre superiori del concio si comprimono


e le inferiori si tendono, secondo un arco di circonferenza. Ma gli
spostamenti sono abbastanza piccoli da poter approssimare,
confondendo larco di circonferenza con la sua tangente.

simbologia
R

Il taglio T di minore entit, ha sempre incisivit minore possibile


trascurare le deformazioni date dal
taglio.

Si nota che nella definizione di rigidezza vista pocanzi larea non


sufficiente, poich la sezione resiste in modo diverso per
posizione viene inserito nella formula il momento di inerzia.
EI = rigidezza flessionale.

dz

45

travi sottili

travi tozze

Sono le travi che verranno analizzate in


questa sede, e seguono il modello di
Eulero-Bernouilli, caratterizzato da:
- mantenimento delle sezioni;
- spostamenti piccoli;
- trascurabilit delle azioni taglianti.

Gli effetti di deformazione a taglio e flessionale sono comparabili; tali travi individuano
il modello di Timoshenko.

LA TRAVE ELASTICA

B.2

Per disegnare la deformata flessionale di una


struttura, necessario conoscere innanzitutto
le condizioni di cinematica nei vincoli.

SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

cerniera

u
v

=
=

0
0
0

appoggio

u
v

0
0
0

Nella deformata reale il carrello resiste solamente agli spostamenti verticali, e quindi
pattina.
Nella pratica si prende in considerazione
unapprossimazione, secondo la teoria dei
piccoli spostamenti lappoggio si sposta
talmente di poco da essere lasciato dov,
ovvero si considera l l0.
V di (z) detto linea elastica, e rappresenta la
configurazione deformata per effetto della flessione della trave.

V(z)
l0

configurazione
indeformata

configurazione
variata o deformata

_Relazione fra momento flettente e deformata flessionale.

V(z)

z
z

V(z)

Ingrandendo un pezzo di deformata, tracciare la tangente alla curva trovando langolo ,


angolo secondo il quale loggetto si deforma.
N.b. la tangente di una curva in un punto la derivata della curva in quel punto.

46

SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

Se langolo piccolo, la tangente dellangolo confondibile con langolo stesso.


dV

tg

Riassumendo:

dV
=
dz

dz

Convenzione: spostamenti positivi generano rotazioni orarie fra M e V si pone il segno .

Langolo d formato dallintersezione fra le tangenti la rotazione relativa fra il punto 0 ed il


punto 1.

1 = M
R
EI

momento applicato
rigidezza flessionale

N.b. da a 1/R si ha a che fare con passaggi ed equazioni cinematiche (compatibilit e


congruenza con i vincoli), mentre da 1/R a M/EI si passa dal mondo della cinematica a
quello della statica.

+V

+M

d
=
dz

la tangente che si considera ovviamente tangente


per una famiglia di curve, e non per ununica curva.
scendendo di grado mediante derivazione, la tangente in un punto una ed una sola.

d
R

_Richiamo agli integrali.

dz

d
=
dz

kzn z

ds

1
R

d dipende da:

- lentit del momento flettente M


- linerzia del momento I
- il modulo elastico del materiale E

z =

kzn+1
n+1

b
a

formula generale di integrale definito. Per il calcolo sono utili gli integrali indefiniti, per i
quali basta aggiungere alla suddetta formula una costante C, che verr ricavata dalla struttura
di partenza.

d * R = dz

kz

kzn+1
n+1

+C

formula generale di integrale indefinito.

ds
(vera)

dz
(approssimata)

47

LA TRAVE ELASTICA

_Metodo dellintegrazione della linea elastica.

- EI V(z = l) = Pl3/6 + C1l + C2 = 0


- EI dV/dz (z = l) = Pl2/2 + C1 = 0 C1 = Pl2/2

P
A

- EI V(z = l) = Pl3/6 (Pl2/2)*l + C2 = 0 C2 = Pl3/2 Pl3/6 C2 = Pl3/3

Pl

Sostituendo il tutto:

EI * dV/dz = Pz2/2 Pl2/2

EI * V = Pz3/6 Pl2/2*z + Pl3/3

EI V(z = 0) = Pl3/3 V = Pl3/3EI

Hi = 0 H = 0
Vi = 0 V P = 0 V = P
MA = 0 M P*l = 0 M = Pl

Partendo da A, il discorso il medesimo.


Mz = P * z Pl

? = calcolare labbassamento in B.

N.b. partendo da destra la z positiva va da destra a sinistra.

Mz = P * z

Pl

EI * d V/dz = dz

b. integrare lespressione precedente

per z = 0 M = Pl

per z = l M = 0
P

a. cambiare di segno il momento


2

Pl

EI * d2V/dz2 = Pl Pz
EI * dV/dz = Plz Pz2/2 + C1

EI * V = Plz2/2 Pz3/6 + C1z + C2

per z = 0 V = 0

EI * dV/dz = Pz2/2 + C1

per z = 0 dV/dz = 0

c. integrare nuovamente

EI * V = Pz3/6 + C1z + C2

EI V(z = 0) = C2 = 0 C2 = 0 C1 = 0

si ottengono due costanti. Bisogna quindi porre una condizione cinematica che definisca la
famiglia di curve utile.
N.b. se il momento lineare, la rotazione e la linea elastica V saranno curve.

EI V(z = l) = Pl3/2 Pl3/6 = Pl3/3

V = Pl3/3EI

per z = l V = 0

ora possibile disegnare la deformata della struttura.

per z = l dV/dz = 0

la cinematica enuncia che in A rotazione e spostamento sono nulli, quindi possibile


eguagliare lespressione a zero.

Pl3/3EI

48

SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

_Metodo dellanalogia formale di Mohr.

VZ = linea elastica o abbassamento.

MZ = momento flettente.

VZ = Z = rotazione.

MZ = TZ = taglio.

VZ = Z = 1/R = curvatura.

MZ = TZ = q = carico.

1/R = M/EI

c. scrivere le condizioni cinematiche nei vincoli del sistema reale.


A(incastro): VA = 0; A = 0
B(estremo libero): VB 0; B 0
d. nel sistema fittizio bisogna porre dei vincoli analoghi che garantiscano:
A: M(*)A = 0; T(*)A = 0 estremo libero
B: M(*)B 0; T(*)B 0 incastro

relazione sostitutiva che lega cinematica e statica.

sistema Reale (sR)

E evidente che le relazioni statiche fra momento, taglio e carico sono in qualche modo
formalmente analoghe alle relazioni cinematiche fra abbassamento, rotazione e curvatura.
Mohr individu appunto questa analogia, disinteressandosi del fatto che da una parte si
trovano elementi statici (M, T e q) e dallaltra cinematici (V, e 1/R).
Cinematica e statica vengono quindi raffrontate ipotizzando un mondo fittizio, indicato con
lasterisco (*).

VA = 0
A = 0

q(*) (carico fittizio) = 1/R = M/EI


T(*) (taglio fittizio) =
M(*) (momento fittizio) = V

sistema Fittizio (sF)


A

VB 0
B 0

Pl
EI

sistema Reale (sR)

l
P

M(* )B 0
T(*)B 0

e. applicare il carico fittizio nel sistema fittizio.

a. trovare la rotazione reale equivale a trovare il taglio fittizio della trave la trave viene
caricata con il diagramma delle curvature.

Pl

M(* )A = 0
T(*)A = 0

Pl

( )

f. calcolare taglio fittizio T * e momento fittizio M * del sistema fittizio.

R(*) = Pl/EI * l * 1/2 = Pl/2EI

T(*)B Pl/2EI = 0 T(*)B = Pl/2EI = B

M(*)B Pl/2EI * 2l/3 = 0 M(*)B = Pl/3EI = VB

T(*)B

b. necessario il momento flettente nei suoi valori ed andamento grafico.


N.b. q(*) il momento cambiato di segno e diviso per EI si prende il diagramma di
momento invertito di segno, e quindi rovesciato.

q(*) = M/EI = Pl/EI

( )

Pl
EI

Pl

R(*)
l/3

EI

49

2l/3

M(* )B

LA TRAVE ELASTICA

g. Studiando le caratteristiche di sollecitazione della struttura fittizia, si ottengono le formule


generali per risolvere tutta la struttura (vedi p.48, esempio pratico di integrazione della
linea elastica).

N.b. la linea del diagramma di momento del sistema fittizio, trasportata senza cambi di segno
nel sistema reale, la deformata qualitativa di questultimo.

Pl/2EI
B

M(* )Z

1/R R * Z = Pz/EI * z * 1/2 = Pz/2EI


Z T(*)Z = Pl/2EI Pz/2EI

sistema Reale (sR)

sistema Fittizio (sF)

momento sR

sF caricato

Pl/3EI

( )

T(*)Z

VZ M(*)Z = Pz/2EI * z/3 Pl/2EI * z + Pl/3EI

Riassumendo:
a. calcolare il momento flettente nella struttura di partenza, e disegnarne il diagramma;
b. scrivere le condizioni reali degli spostamenti nei vincoli;
c. porre nel sistema fittizio dei vincoli che soddisfino, con analogia a tagli e momenti fittizi,
le condizioni cinematiche del sistema reale;
d. caricare il sistema fittizio con il diagramma del momento invertito di segno e diviso per
EI, ottenendo il diagramma delle curvature;
e. calcolare momenti e tagli fittizi nel sistema fittizio, dove sia necessario, ottenendo
spostamenti e rotazioni del sistema reale.

deformata sR

N.b. in ogni caso nella realt il diagramma delle curvature non corrisponde al diagramma del
momento flettente, poich bisogna tener conto della rigidezza flessionale:
sistema Reale (sR)

sistema Fittizio (sF)


C

I1
C

I2

C/EI

C/EI1

C/EI2

M (sR)

Il diagramma di momento flettente non cambia, ma non bisogna dimenticare che il sistema
fittizio tiene conto anche della rigidezza flessionale EI se il rapporto EI piccolo il
diagramma si ingrandir, e viceversa; stesse considerazioni vanno poste se la trave costituita
da due materiali diversi, con E1 ed E2.

50

momento qualitativo sF

SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

_Esercizio n.18

M (sF)

? = rotazione in A e B.

Vi = 0 VA VB = 0 VA = VB
MA = 0 M C + VB*l = 0
VA = VB = C/l

C/l

sezione 01
0xl

Mo

M + C/l * x = 0

per x = 0 M = 0

N.b. disegnando la deformata


qualitativa a monte dellesercizio
possibile comprendere anche il
verso delle rotazioni.

l
B

C/l

l
C/l

per x = l M = C
cinematica sR
A(cerniera): VA = 0; A 0
B(appoggio): VB = 0; B 0
vincoli sF
A: M(*)A = 0; T(*)A 0 appoggio
B: M(*)B = 0; T(*)B 0 cerniera

N.b. il sistema fittizio identico al reale.

M (sR)

B
C/EI

q(*) = C/EI
R(*) = C/EI * l * 1/2 = Cl/2EI

Vi (sF) = 0

T(*)A + T(*)B Cl/2EI = 0

MA (sF) = 0

T(*)A

T(*)B

M(*)A + Cl/2EI * 2l/3 T(*)B * l = 0

M(*)A = T(*)Bl Cl/3EI


T(*)B = Cl/3EI = B
T(*)A = Cl/6EI = A

R(*)
2l/3

l/3

51

LA TRAVE ELASTICA

_Esercizio n.19

q * = 2Pl/9EI

R1(*) = 2Pl/9EI * l/3 * 1/2 = Pl/27EI

? = rotazione in A e B.
l/3

l/3

Disegnare nel sistema reale la deformata


qualitativa utile per intuire verso e segno
delle rotazioni o degli abbassamenti richiesti.

4l/9

MA (sF) = 0

M(*)A Pl/27EI * 2l/9 2Pl/27EI * 5l/9 + T(*)B * l = 0


T(*)B = 4Pl/81EI = B
T(*)A = Pl/9EI 4Pl/81EI = 0 T(*)A = 5Pl/81EI = A

P
A

sezione 01
0 x l/3

P/3
P

2l/3

l/3

M 2P/3 *x = 0

5Pl/81EI

4Pl/81EI

per x = 0 M = 0

ora possibile applicare la sovrapposizione degli effetti:

2P/3

2P/3

l/3

l/3

B(appoggio): VB = 0; B 0

4Pl/81EI

A = A1 + A2
A = 5Pl/81EI + 4Pl/81EI

Pl/3
l/3

A = Pl/9EI = B

VB = P/3 + 2P/3 = P
VA = 2P/3 + P/3 = P

2l/3

52

5Pl/81EI

P
l/3

2Pl/9EI A

A
B

M (sR)

2Pl/9

l/3
P

vincoli sF
A: M(*)A = 0; T(*)A 0 appoggio
B: M(*)B = 0; T(*)B 0 cerniera

2l/9 l/9 2l/9

T(*)A + T(*)B Pl/27EI 2Pl/27EI = 0

2l/3

l/3

VB = P/3
VA = 2P/3

cinematica sR
A(cerniera): VA = 0; A 0

T(*)B

M(*)A = 2Pl/243EI + 10Pl/243EI T(*)Bl

Vi = 0 VA + VB P = 0
MA = 0 M P*l/3 + VB*l = 0

per x = l/3 M = 2Pl/9

T(*)A

Vi (sF) = 0

l/3

R2(*)

R2(*) = 2Pl/9EI * 2l/3 * 1/2 = 2Pl/27EI

N.b. il sistema caricato simmetricamente


possibile studiare la struttura caricata
con una sola forza e sovrapporre gli effetti.

Mo

R1(*)

( )

M (sR)

SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

_Esercizio n.20

_Esercizio n.21

? = rotazione in A e B, abbassamento in l/2.

Vl/2

Vi = 0

VB = ql/2 VA = ql/2 ,
cinematica sR
A(cerniera): VA = 0; A 0

VA = ql/6

ql/2

ql/2

Ml/2 ql/6*l/2 + ql/6*l/12 = 0


Ml/2 = 5ql/72

M (sR)

cinematica sR
A(cerniera): VA = 0; A 0

ql/8

B(appoggio): VB = 0; B 0

ql/24EI

ql/8EI

q(*) = ql/12EI
( )

R1 * = ql/18EI * l/3 * 1/2 = ql/108EI

T * A + T * B ql/24EI ql/24EI = 0

M(*)A ql/24EI * 5l/16 ql/24EI * 11l/16 + T(*)B * l = 0


( )

( )

R1 *

M * A = 5ql/384EI + 11ql/384EI T * Bl

T(*)A = T(*)B = R1(*) + R2(*) + R3(*)


T(*)A = ql/108EI + ql/108EI + ql/648EI

( )

R2 *

T * B = ql/24EI = B
T(*)A = ql/24EI = A
M * l/2 ql/24EI * l/2 + ql/24EI * 3l/16 = 0
M * l/2 = ql/48EI 3ql/384EI
M(*)l/2 = 5ql/384EI = Vl/2

ql/6

ql/6

l/3

l/3

l/3

M (sR)
ql/18

5ql/72

5ql/72EI

ql/18EI

A
( )

T*A

T*B
T(*)A

5l/16

3l/16 3l/16

5l/16

53

l/3

l/3
R3(*)
R2(*)

T(*)B = 13ql/648EI = B

B
( )

l/3

T(*)A = 13ql/648EI = A

( )

( )

R3(*) = ql/72EI * l/9 = ql/648EI

MA (sF) = 0

( )

l/3

R2(*) = ql/18EI * l/6 = ql/108EI

( )

( )

l/3

vincoli sF
A: M(*)A = 0; T(*)A 0 appoggio
B: M(*)B = 0; T(*)B 0 cerniera

Vi (sF) = 0
( )

ql/3

Ml/3 = ql/18

q(*) = ql/8EI
R1(*) = R2(*) = ql/8EI * l/2 * 2/3

l/3

B(appoggio): VB = 0; B 0
vincoli sF
A: M(*)A = 0; T(*)A 0 appoggio
B: M(*)B = 0; T(*)B 0 cerniera

VB = ql/6
ql

Ml/2 = ql/8

Vi = 0 VA + VB ql/3 = 0
MA = 0 M ql/3*l/2 + VB*l = 0

M ql*l/2 + VB*l = 0

? = rotazione in A e B.

VA + VB ql = 0

MA = 0

R1(*)

T(*)B

LA TRAVE ELASTICA

_Abbassamenti e rotazioni notevoli.


Per ottenere il risultato voluto, sostituire alle parti in grigio carichi e lunghezze in analisi.
Forze applicate.

B = Fl/2EI

VB = Fl/3EI

A = 7Fl/128EI
VB

A = 6Fl/125EI

Fl/16EI

3l/4

A F

4l/5

l/5

A = B

3Fl/25EI

B = 4Fl/81EI
2l/3

l/3

A = B

B = 4Fl/125EI
l

A = 5Fl/81EI

l/4
F

B = 5Fl/128EI

A = B

2l/5

A = 55Fl/1296EI

Fl/9EI

F
A

2l/5

l/5

B = 35Fl/1296EI
l/3

l/3

l/3

l/6

54

5l/6

SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE

Carichi distribuiti.

Forze applicate (formula generale).

A =
Fb * (l b) * 1
6EIl
B =
Fa * (l a) * 1
6EIl

A = B

ql/24EI
a

A = B

13ql/648EI

A
l/3

Coppie di forze.

B = Xl/EI
A

VB = Xl/2EI

A = B

X
B

37ql/3000EI

VB

B X

B = Xl/3EI
l

55

B
l/3

l/3

A
2l/5

A = Xl/6EI

B
l/5

2l/3

LA TRAVE ELASTICA

B.3

STRUTTURE IPERSTATICHE

Una trave pu, al massimo,


essere tre volte iperstatica (a
destra), e cio con tre gradi di
vincolo in pi di un sistema
isostatico.

P
A

In questo capitolo verranno analizzate strutture una volta


iperstatiche, con un grado di vincolo in pi.

_Calcolo dellincognita iperstatica mediante il metodo delle forze.


MA

HA
A

VA

VB
l
P
A

56

a. Il problema prevede la soluzione di quattro incognite.


I mezzi a disposizione sono le tre equazioni
fondamentali della statica, che non permettono di
risolvere tutte le incognite.

b. togliere il vincolo in pi, rendendo la struttura


isostatica, e caricarla con il carico reale. in questo
caso stato tolto lappoggio, ma possibile anche
rendere lincastro una cerniera.
B
Senza lappoggio, la struttura si deforma nel modo
VB(P)
illustrato a fianco, individuando labbassamento
VB(P).

c. il vincolo tolto in B produceva una reazione incognita;


se il vincolo fosse rimasto al suo posto labbassamenVB(X)
to sarebbe stato zero il vincolo imponeva una
relazione di congruenza in quel punto. la reazione
B
deve produrre uno spostamento verticale uguale in
X
modulo ma di verso opposto a quello del sistema
senza appoggio; si andr a calcolare proprio tale
abbassamento, che prende il nome di incognita
iperstatica (X).

STRUTTURE IPERSTATICHE

sistema Reale, incognita iperstatica (INC-sR)

Lincognita iperstatica, una volta calcolata, viene sostituita nel calcolo delle reazioni vincolari, e
d la possibilit di risolvere la struttura. N.b. sbagliare lincognita iperstatica significa
trovare una possibile configurazione equilibrata, ma non congruente con il sistema di partenza.

sistema Fittizio, incognita iperstatica (INC-sF)

Xl/EI
A

Tale metodo prende il nome di metodo delle forze le incognite sono le forze, e fra tutte le
soluzioni equilibrate possibili bisogna ricercare quella che restituisce la congruenza. Dunque
necessario verificare che la sovrapposizione degli effetti dei due sistemi, lisostatico (ISO) e
quello dellincognita iperstatica (INC), restituisca la coerenza iniziale.

X
l

R(*)

Al fine di restituire la congruenza necessario redigere unequazione di congruenza prima di


procedere con i calcoli:

Xl

M(* )B

VB(P) + VB(X) = 0

l/3
q(*) = Xl/EI
R(*) = Xl/EI * l * 1/2 = Xl/2EI

sistema Reale, carico reale (ISO-sR)

M(*)B Xl/2EI * 2l/3 = 0 M(*)B = Xl/3EI = VB(X)

sistema Fittizio, carico reale (ISO-sF)

e quindi:

VB(P) + VB(X) = 0

P
A

Pl/2EI

dividendo tutto per l ed EI


5P/48 X/3 = 0
X = 5P/16 = VB

5Pl/48EI + Xl/3EI = 0

Pl/2
A

ora il problema risolvibile con i metodi conosciuti:


tre incognite, tre equazioni di equilibrio.

R(*)

MA

5l/6

( )

q * = Pl/2EI
R(*) = Pl/2EI * l/2 * 1/2 = Pl/8EI
( )

HA
A

VA

( )

M * B Pl/8EI * 5l/6 = 0 M * B = 5Pl/48EI = VB(P)

5P/16
l

57

LA TRAVE ELASTICA

INC-sR

Per rendere il sistema isostatico, anche possibile togliere un grado di vincolo allincastro,
anzich eliminare lappoggio; in questo caso lincognita iperstatica sarebbe divenuta la
rotazione e non labbassamento, poich lincastro diverrebbe una cerniera.
P

A(P)

A(X)

ISO-sR

X/EI

l
T(*)A

La condizione di congruenza deve imporre che fra tutti i valori della coppia X sia trovato quello
che permette una rotazione nulla in A.

R(*)

B(P) + B(X) = 0
q(*) = X/EI
R(*) = X/EI * l * 1/2 = Xl/2EI
ISO-sR

M(*)B + Xl/2EI * 2l/3 T(*)A * l = 0

ISO-sF

T(*)A = Xl/3EI = A(X)


P
A

Pl/4EI

A(P) + A(X) = 0

Pl/16EI + Xl/3EI = 0
l
R1(*)
A
+

Pl/16 + X/3 = 0

X = 3Pl/16 = MA
3Pl/16

R2(*)

HA

Pl/4

VB

VA

T(*)A

l
Riassumendo, per risolvere una struttura iperstatica:
a. individuare un possibile schema isostatico;
b. disegnare la deformata qualitativa sia del sistema iperstatico che dellisostatico, dalle
quali possibile accorgersi cosa stato tolto dal sistema iperstatico;
c. scrivere unequazione di congruenza;
d. risolvere lincognita iperstatica ed utilizzarla nel sistema reale.

q(*) = Pl/4EI
R1(*) = R2(*) = Pl/4EI * l/2 * 1/2 = Pl/16EI
M(*)B + Pl/16EI * l/3 + Pl/16EI * 2l/3 T(*)A * l = 0
T(*)A = Pl/48EI + 2Pl/48EI T(*)A = Pl/16EI = A(P)

58

STRUTTURE IPERSTATICHE

N.b. possibile inserire nel calcolo risultati gi notil per un tratto di struttura vincolato da

_Appendici isostatiche ed oculatezza di risoluzione.

l
metodo a.

una cerniera ed un appoggio, di lunghezza pari a l, con una coppia C applicata ad un vincolo,

Il sistema iperstatico a lato pu essere affrontato in vari


modi:
- possibile togliere lappoggio in B (metodo a),
ponendo la congruenza nellabbassamento in tale
punto;
- oppure togliere un grado di vincolo allincastro
(metodo b), ottenendo per un sistema fittizio di difficoltosa risoluzione.

P
C

l/2
ISO-sR

il valore di T(*) nel vincolo dove agisce la coppia sar C * l/3EI, mentre nellestremo non
caricato sar C * l/6EI (vedi esercizio n.18).
ISO-sR

ISO-sF
Pl/2

P
A

ISO-sF

B
Pl/2EI

P
B

A
A

l/2

l
metodo b.
A

l
3l/2

ISO-sR

T(*)A

( )

Pl/2

ISO-sF

BA=BC P

A(P)

VB(P)

R(*)

( )

T * A = Pl/2 * l/6EI T * A = Pl/12EI = A(P)

T(*)BA= T(*)BC
B
C

INC-sR

l/2

l/2

Ma si nota che il carico P applicato su di unappendice isostatica, ovvero una porzione di


struttura della quale tutto noto a priori si intende lo sbalzo come una mensola, che
caricata sullestremo libero crea in corrispondenza dellappoggio B un momento di incastro.
possibile portare il carico nel vincolo, applicando un conseguente momento di trasporto.
ISO-sR

metodo c.
P

Pl/2

X/EI

Pl/2
B

l
R(*)

A(X)
A

T(*)A
T(*)A = X * l/3EI T(*)A = Xl/3EI = A(X)

ISO-sF
P

A(P)

INC-sF

59

LA TRAVE ELASTICA

A(P) + A(X) = 0

_Calcolo dellincognita iperstatica operando una sconnessione interna.

Pl/12 X/3 = 0

Scartata lipotesi di togliere lappoggio in C


(sistema fittizio complicato), lipotesi pi
ragionevole sarebbe togliere lappoggio in
B e calcolare nel medesimo punto lincognita iperstatica come abbassamento.
Ma in B si verifica la medesima quantit di
rotazione nel tratto BA come nel tratto BC,
e quindi c continuit di momento fra i due
tratti la trave pu essere intesa come
discontinua in B; la congruenza impone
luguaglianza della rotazione fra i due tratti.

Pl/12EI Xl/3EI = 0

X = Pl/4 = MA
Trovata lincognita iperstatica, si ritorna nel sistema di partenza calcolando le altre reazioni
mediante le tre equazioni cardinali della statica.
Pl/4

Hi = 0 HA = 0
Vi = 0 VA + VB P = 0
MA = 0 Pl/4 P * 3l/2 + VB * l = 0

HA
A

VB

VA

VB = 3P/2 + P/4 VB = 7P/4


VA = 3P/4

Calcolare lincognita iperstatica in B


permette di conoscere il valore del momento flettente in quel dato punto, e quindi di
utilizzarlo nel calcolo delle reazioni vincolari.
In questo caso, quindi, non si calcola una
reazione vincolare esterna ma la caratteristica di sollecitazione momento flettente.

Redigendo il diagramma di corpo libero, possibile tracciare la linea delle pressioni N.b.
impossibile tracciare la linea delle pressioni a priori, poich pu essere tracciata solamente
nellunico sistema equilibrato possibile, dato dalla soluzione dellincognita iperstatica.
A differenza dei capitoli dedicati alla statica della trave, nei calcoli compariranno risultati
anche negativi, che stabiliranno il verso delle reazioni a seconda della convenzione stabilita.
P

3P/4
A

7P/4

Pl/4
l

Da notare, inoltre, che tutti i risultati ricercati


sono gi stati trovati negli esercizi svolti in
precedenza: le rotazioni prodotte da X
sono pari a Xl/3EI, e la rotazione in B

l/2

3P/4

utile disegnare la struttura per pezzi


separati, al fine di comporre lequazione di
congruenza e di controllare il segno delle
rotazioni.

prodotta da P Pl/16EI.

P
A

l
X

Pl/4

l
B+

P
A

+
X

Pl/16EI + (Xl/3EI) = Xl/3EI


Pl/16 2X/3 = 0

T(*)B = Pl/4EI * l/2 * 1/2 = Pl/16EI

B(P) + B(X) = B(X)


Pl/2

BC

BA = BC

l/2

BA

X+
B

X = 3Pl/32 = MB

M
60

STRUTTURE IPERSTATICHE

Noto il valore del momento in B, la struttura


analizzabile per parti con equazioni
ausiliarie analogamente alla cerniera
interna, in questo caso lincognita iperstatica fornisce uninformazione riguardo il
momento flettente in un dato punto, ed il
metodo di calcolo diviene analogo.

Vi = 0

VB

VA

VC

sezione 02
0 x l/2

3Pl/32

13P/32

T 13P/32 + P = 0 T = 19P/32

Mo

M
T

l/2

M 13P/32*(l/2 + x) + P * x = 0

per x = 0 M = 13Pl/64
per x = l/2 M = 13Pl/64 + 13Pl/64 Pl/2 M = 3Pl/32 c.v.d.

VA + VB + VC P = 0

MBAB = 0

M + P*l/2 VA*l 3Pl/32 = 0


VA = 13P/32
P

MBBC = 0 M + VC*l + 3Pl/32 = 0


VC = 3P/32

3P/32 C

13P/32

VB = P VC VA = P + 3P/32 13P/32
VB = 11P/16

Mo

13P/32

T T 13P/32 + P 11P/16 = 0
T = 3P/32

11P/16
l

In verifica dei risultati ottenuti, redigere una


equazione globale alla rotazione.
Mi = 0
M 13P/32 * l/2 + 19P/32 * l/2 3P/32 * l = 0

sezione 03
0xl

11P/16

M 13P/32*(l + x) + P * (l/2 + x) 11P/16*x = 0

per x = 0 M = 3Pl/32
per x = l M = 13Pl/32 + 13Pl/32 Pl/2 Pl + 11Pl/16 M = 0

M = 13Pl/64 19Pl/64 + 3Pl/32 M = 0

sezione 01
0 x l/2

T = 13P/32

Mo

13P/32

Per conoscere dove il momento


nullo allinterno della struttura,
sufficiente scrivere un equilibrio alla
rotazione fra 11P/16 e 3P/32.

M 13P/32*x = 0

11P/16*x 3P/32* (l + x)= 0

per x = 0 M = 0

3Px/32 + 11Px/16 = 3Pl/32

per x = l/2 M = 13Pl/64

19x/32 = 3l/32 x = 3l/19

13P/32

19P/32

3Pl/32
13Pl/64

3P/32

M
22l/19

61

LA TRAVE ELASTICA

_Esercizio n.22

Hi = 0

HA + HC = 0 HA = HC

Vi = 0

VA + VC P = 0

MBAB = 0

HA A

3Pl/32

VA
l

M + P*l/2 VA*l 3Pl/32 = 0


VA = 13P/32

HC

MBBC = 0

M + HC*l + 3Pl/32 = 0
HC = 3P/32
HA = 3P/32

VC
l

VC = P VA = P 13P/32
VC = 19P/32
N.b. in B si considerano due semplificazioni:
a. langolo indeformabile;
b. considerando lindeformabilit
assiale della trave, il punto B
non si abbassa come avverrebbe nella realt.
Date queste due informazioni, si nota
che la situazione analoga a quella
dellesempio precedente in B si
verifica la medesima quantit di rotazione nel tratto AB come nel tratto
BC, e quindi c continuit di momento fra i due tratti.

Mi = 0

B+

P
A

M 13P/32 * l/2 + 19P/32 * l/2 3P/32 * l = 0

M = 13Pl/64 19Pl/64 + 3Pl/32 M = 0

Px + 13Px/32 = 11Pl/32

3P/32

45x/32 = 11l/32 x = 11l/45

19P/32
l

B(P) + B(X) = B(X)


l

Pl/16EI + (Xl/3EI) = Xl/3EI


X = 3Pl/32 = MB

P*x 13P/32* (l/2 + x)= 0

B X+

Pl/16 2X/3 = 0

13P/32

3P/32

62

STRUTTURE IPERSTATICHE

sezione 01
0 x l/2

N
T

N = 3P/32
T = 13P/32

Mo

3P/32

13P/32

3P/32

13P/32
l

M 13P/32*x = 0

3P/32

per x = 0 M = 0

19P/32

per x = l/2 M = 13Pl/64


sezione 02
0 x l/2

N = 3P/32

T 13P/32 + P = 0 T = 19P/32

Mo

l
P

3P/32

13P/32

M
N

3P/32

l/2

M 13P/32*(l/2 + x) + P * x = 0

19P/32

per x = 0 M = 13Pl/64

13P/32

per x = l/2 M = 13Pl/64 + 13Pl/64 Pl/2 M = 3Pl/32

3Pl/32

19P/32
sezione 03
0xl

N = 19P/32

T = 3P/32

Mo

M + 3Pl/32*x = 0

per x = 0 M = 0

N
T

x
3Pl/32

3P/32

13Pl/64

19P/32

per x = l M = 3Pl/32

M
56l/45

63

LA TRAVE ELASTICA

_Esercizio n.23
P
A

P
B

Pl/2

l/2

Vi = 0

VB + VD P = 0

Pl/8

P
A HB B

VB
l

M + P*3l/2 VB*l + Pl/8 = 0


VB = 3P/2 + P/8 VB = 13P/8

MCCD = 0

HB + HD = 0 HA = HC

MCBC = 0

Hi = 0

HD

M + HD*l Pl/8 = 0

VD

HD = P/8
HB = P/8

l/2

VD = P VA = P 13P/8
VD = 5P/8

Mi = 0
Pl/2
N.b. il tratto AB costituisce una
appendice isostatica, e quindi la forza
P viene traslata in B applicando un
momento di trasporto (vedi p. 60).
Da notare, inoltre, che la forza P
trasportata nel vincolo non ha
rilevanza alcuna ai fini della flessione,
in quanto assorbita direttamente dal
vincolo si tiene conto solamente
della coppia applicata.

M + P * l/2 5P/8 * l + P/8 * l = 0

M = 5Pl/8 Pl/8 Pl M = 0

P/8

MC = 0

P*(l/2 + z) 13P/8*z = 0

+
C

P/8
l/2

C(P) + C(X) = C(X)


C X+

Pl/12 2X/3 = 0
X = Pl/8 = MC

5P/8

Pz + 13Pz/8 = Pl/2

13P/8

5z/8 = l/2 z = 4l/5

Pl/12EI + (Xl/3EI) = Xl/3EI

P
A

l
D

64

STRUTTURE IPERSTATICHE

sezione 01
0 x l/2

N=0

T = P

Mo

P
A
P
A

P/8
o

13P/8

5P/8

P/8

M + P*x = 0

l/2

per x = 0 M = 0

per x = l/2 M = Pl/2

sezione 02
0xl

N = P/8

T + P 13P/8 = 0 T = 5P/8

Mo

M + P * (l/2 + x) 13P/8*x = 0

P/8
P
A

P/8

M
T

13P/8
l/2

5P/8

x
5P/8

per x = 0 M = 0
per x = l M = 13Pl/8 Pl/2 Pl M = Pl/8

sezione 03
0xl

N = 5P/8

T = P/8

Mo

M P/8*x = 0

N=0

P/8

N
T

Pl/2

5P/8 x
D

Pl/8
+

Pl/8

P/8

per x = 0 M = Pl/8

per x = l M = 0

l/5

65

LA TRAVE ELASTICA

struttura simmetrica,
caricata simmetricamente.

_Esercizio n.24
P

Pl2/6EI + (Xl2/3EI) = Xl2/3EI Pl2/6EI


Pl2/6EI + Pl2/6EI = Xl2/3EI + Xl2/3EI
Pl/3 = 2X/3

X = Pl/2 = MC
l

Pl/2
P

l
l

l
X

C+

l
C

X+

Pl
D

HB + HD P + P = 0 HB = HD

Vi = 0

VB + VD = 0 VB = VD
M + VD*2l + P*l P*l = 0

VD = 0
VB = 0

Pl
B

Hi = 0

MB = 0

MCAC = 0 M Pl/2 + HB*l = 0


HB = P/2
HD = P/2

CBC(P) + CBC(X) = CCD(X) + CCD(P)

66

VD

Pl

HD

VB

Pl
P

HB

STRUTTURE IPERSTATICHE

P/2
A

P/2

sezione 01
0 x l2

N = P/2

T = P/2

Mo

P/2

sezione 03
0 x l2

M
N

N = P/2

T = P/2

Mo

M P/2*x = 0

per x = l2 M = Pl
P/2

per x = 0 M = 0

per x = l2 M = Pl

P/2

.
l2

P/22
P/22

sezione 04
0 x l2

sezione 02
0 x l2

N + P/2 + P/22 = 0 N = 3P/22

T + P/2 + P/22 = 0 T = 3P/22

Mo

per x = 0 M = 0

M P/2*x = 0

P/2

P/2

N + P/2 + P/22 = 0 N = 3P/22

T P/2 P/22 = 0 T = 3P/22

Mo

M P/2*l2 + P/2*x + P/22*x = 0

per x = 0 M = Pl
per x = l2 M = Pl Pl Pl/2 = 0 M = Pl/2

M P/2*l2 + P/2*x + P/22*x = 0

per x = 0 M = Pl
per x = l2 M = Pl Pl Pl/2 = 0 M = Pl/2

67

P/22

P/22

l2

P/2

LA TRAVE ELASTICA
P

l
P/2

P/2
l

P/2

3P/22

P/2

l
C+

Pl

l
C

X+

C+

Pl

Pl
B

3P/22
Pl/2

P/2

Pl

Pl

3P/22

3P/22

P/2

struttura simmetrica,
caricata antimetricamente.

_Esercizio n.25

Pl

N.b. carico simmetrico e struttura simmetrica:


grafici di momento e sforzo normale simmetrici, taglio antimetrico.

CBC(P) + CBC(X) = CCD(X) + CCD(P)

68

STRUTTURE IPERSTATICHE

P/2

Pl2/6EI + (Xl2/3EI) = Xl2/3EI + Pl2/6EI


Pl2/6EI Pl2/6EI = Xl2/3EI + Xl2/3EI
0 = 2X/3
X = 0 = MC

HD

VB
l

Hi = 0

HB + HD + 2P = 0

Vi = 0

VB + VD = 0 VB = VD

MB = 0

N = P/2

T = P/2

Mo

VD
l

M
N

M P/2*x = 0

per x = 0 M = 0
per x = l2 M = Pl

P/2
P/2

M + VD*2l P*l P*l = 0

.
l2

VD = P
VB = P

MCAC = 0

sezione 01
0 x l2
l

HB

X=0
P

P/2

P2
B

sezione 02
0 x l2

M + HB*l + VB*l = 0

HB = P
HD = P 2P HD = P

Mi = 0

M + P * 2l 2P * l = 0 M = 0

N + P/2 P2 = 0 N = P/2

T + P/2 + P/22 = 0 T = P/2

Mo

M P/2*l2 + P/2*x = 0

per x = 0 M = Pl
per x = l2 M = Pl Pl M = 0

69

N
T

LA TRAVE ELASTICA
P

P/2
P/2

sezione 03
0 x l2

N = P/2

T = P/2

Mo

l
P

M + P/2*x = 0

P/2

P/2

per x = 0 M = 0
per x = l2 M = Pl
P/2
N

sezione 04
0 x l2

N P/2 + P2 = 0 N = P/2

T + P/2 + P/22 = 0 T = P/2

Mo

P/2

P/2

P/2
P/2

P/2

l2

P2

P/2

P/2

M P/2*l2 + P/2*x = 0

per x = 0 M = Pl

per x = l2 M = Pl Pl M = 0
+

Pl

Pl

N.b. carico antimetrico e struttura simmetrica:


grafici di momento e sforzo normale antimetrici, taglio simmetrico.

70

STRUTTURE IPERSTATICHE

_Esercizio n.26

N.b. il risultato della rotazione prodotta dalle due forze P nel tratto BC data dal risultato
precedentemente contemplato nellesercizio n.19 forze in l/3; T(*) = Pl/9EI.

l/3

l/3

C+

Pl/2

l/3

Pl/2

l/2

X C

l/3

Hi = 0

X+

P
A

l/3

l/3

HB

HD

VB

Vi = 0

VB + VD P + P = 0
VB = VD

VD

l/2

l/3

l/2

MD = 0

M VB*l + P*3l/2 + P*l/2 P*2l/3 P*l/3 = 0


VB = 2P P VB = P
VD = P

Pl/2

HB + HD + 2P = 0

l/2

l/3

l/2

0,181Pl

l/3

P
D

Pl/2

MCCD = 0

M + HD*l P*l + P*3l/2 + 0,181Pl = 0


HD = P 1,5P 0,181P HD = 0,681P
HB = 2P (0,681P) HB = 1,319P

CBC(P) + CBC(P+P) + CBC(X) = CCD(X) + CCD(P)

Mi = 0

Pl/12EI + Pl/9EI + (Xl/3EI) = Xl2/3EI + ( Pl2/12EI)


Pl/12EI + Pl/9EI + Pl2/12EI = Xl2/3EI + Xl/3EI
Pl/12 + Pl/9 + Pl2/12 = X2/3 + X/3
0,0833Pl + 0,1111Pl + 0,1179Pl = 0,4714X + 0,3333X
0,1457Pl = 0,8047X

M + P * l/2 0,834P * l + P * l/3 = 0

M = 0,5Pl + 0,834Pl 0,333Pl


M0

l/3

1,319P

l/3

P
B

X = 0,181Pl = MC
l/2

71

l/3

0,681P
P

l/2

LA TRAVE ELASTICA

sezione 01
0 x l/2

N=0

T = P

Mo

N
P

M
N

sezione 04
0 x l/3

per x = 0 M = 0
per x = l/2 M = 0,5Pl
N

N
T

N+PP=0 N=0

Mo

N+PP=0 N=0

T = 0,681P

l/3

1,319P

l/3

B
P

l/2

M + P*l/2 1,319P*(l/3 + l/3 + x) + P*(l/3 + x) + P*x = 0

per x = 0 M = 0,44Pl + 0,44Pl 0,5Pl 0,333Pl M = 0,047Pl


per x = l/3 M = 0,44Pl + 0,44Pl + 0,44Pl 0,5Pl 0,333Pl 0,333Pl 0,333Pl

B
P

T = 1,319P

Mo

1,319P

M + P*x = 0

sezione 02
0 x l/3

M = 0,18Pl

l/2

M + P*l/2 1,319P*x = 0

per x = 0 M = 0,5Pl
per x = l/3 M = 0,44Pl 0,5Pl M = 0,06Pl
N
T

sezione 03
0 x l/3

N+PP=0 N=0

1,319P

l/3

B
P

T = 0,319P

Mo

sezione 05
0 x l/2

N=0

T = P

Mo

l/2

M P*x = 0

per x = 0 M = 0

M + P*l/2 1,319P*(l/3 + x) + P*x = 0

per x = l/2 M = 0,5Pl

per x = 0 M = 0,44Pl 0,5Pl M = 0,06Pl


per x = l/3 M = 0,44Pl + 0,44Pl 0,5Pl 0,333Pl M = 0,047Pl

72

M
N

E
P

STRUTTURE IPERSTATICHE

sezione 06
0 x l2

N + 0,707P 0,226P = 0 N = 0,481P

T + 0,707P 1,189P = 0 T = 0,481P

Mo

l/3

0,226P

1,189P
E

l/3

1,319P

0,707P 0,707P

l/22

l/2

M 0,707P*l/22 0,707P*(l/22 + x) + 1,189P*x = 0

l/3

0,681P

l/2

per x = 0 M = 0
per x = l2 M = 0,25Pl + 0,25Pl + Pl 1,681 = 0 M = 0,181Pl

N=0

N=0

N=0

0,481P

1,319P
0,319P 0,681P

+
+

P
0,481P

0,0181Pl

M
0,047P
0,06P

0,5Pl

+
+

0,5Pl

73

MECCANICA DEI SOLIDI

C.1

Considerando tutti i punti di cui costituito il concio in seguito


alla deformazione flessionale, sotto lasse neutro si allontanano e
sopra si avvicinano. evidente che non tutti i materiali
possono resistere a determinati tipi di deformazione, e che la
deformazione flessionale non esaurisce le possibili deformazioni
dei corpi. Verranno quindi affrontati i tipi di deformazione e le
deformazioni lecite per ogni materiale.

ANALISI DELLA DEFORMAZIONE

Ad esempio: un telaio metallico accoppiato ad una lastra di


vetro.
Il metallo si deforma
molto, il vetro quasi per nulla.
necessario studiare la
compatibilit fra materiali, e
quindi conoscerne le modalit
di deformazione.
Ad esempio, i telai metallici di Mies Van der Rohe sono tutti sovradimensionati, al fine di
deformarsi meno la struttura reggerebbe ugualmente anche con dimensioni minori, ma si
deformerebbe troppo spaccando il vetro.
Le teorie sulla deformazione sono state
formalizzate grazie a Cauchy, che ha definito la
deformazione come il rapporto fra le variazioni di
lunghezza di un concio e la lunghezza iniziale
dello stesso.
l0
(deformazione) =

l l0
l0

l
l0

dilatazione lineare specifica.


> 0 elongazione lineare specifica
< 0 contrazione lineare specifica
Tutto ci, per, non sufficiente ad interpretare tutte le deformazioni compatibili con i materiali.

76

ANALISI DELLA DEFORMAZIONE

Si analizzi un oggetto costituito da un insieme di punti


materiali necessario individuare la posizione di ciascun
punto, e quindi si pone un sistema di riferimento.

b. loggetto ruota. La rotazione di un punto dipende dalla


rotazione pi la distanza d dal centro di rotazione.
sP = t + * d

x
B1

B0

rP

sP

rP
rP il raggio che congiunge il punto P, appartenente
alloggetto, con lorigine degli assi.
Loggetto subisce una trasformazione dallo stato B0 allo stato
B1.
rP = rP + sP
rP = (x,y,z)

y
x

y
x

z
w
v

y
x

a. innanzitutto, loggetto subisce una traslazione, con tre


componenti u, v, w.
Per semplicit, nel caso in figura si considerano solo le
componenti v e w associate al piano yz.
sP = t (v,w)

77

c. quanto analizzato in precedenza fa ancora parte del


movimento rigido delloggetto, che alla fine va anche
stirato. possibile porre dei vincoli al movimento
rigido, ma non bloccare la deformazione.
sP = t + d +
la lunica parte dellespressione relativa alla deformazione pura. Non possibile vincolarla poich fa parte delle
propriet dei materiali stessi.

MECCANICA DEI SOLIDI

_Dilatazione lineare specifica


(variazione di dimensione)

N.b. ogni punto deve mantenere la sua identit.


Qui loggetto si compenetrerebbe, non realmente accettabile. nulla si crea - nulla si distrugge, i punti si fanno pi
vicini o pi lontani ma non si compenetrano teoria della
permanenza della materia.

.
B0

..

AA

B1

I punti in direzione delle forze si allontanano

Saranno trattate solamente trasformazioni topologiche.


il punto A, nella configurazione B0 punto di frontiera, si
sdoppia nella configurazione B1 ed il punto B, prima interno,
diviene di frontiera. Non saranno affrontate situazioni di
questo tipo, che vengono analizzate nella meccanica della
frattura le deformazioni studiate saranno sempre
reversibili ed elastiche.

n =

..
..

.
.
..

A
A

AB AB

AB

B
B

B
B

per sapere come si deforma un oggetto


necessario conoscere due punti su di esso, e la
deformazione relativa fra di essi.
In termini differenziali:
x =

(u + x) x
x

y
=

u
x

..

T
T

esiste una relazione funzionale fra spostamento e


deformazione.
u la funzione spostamento secondo la direzione x;
facendo la derivata secondo x si ottiene la dilatazio-

..

P P

ne lineare specifica secondo x stessa.

y =

z =

(v + y) y
y
(w + z) z
z

v
y
w
z

N.b. questo tipo di deformazione implica che gli angoli mantengano la stessa entit.

78

ANALISI DELLA DEFORMAZIONE

-esempio pratico-

_Variazione angolare o scorrimento puro


(variazione di forma)

Ponendo che:

u=K*y
v=K*x
w = 0 (caso piano) x

x =

. .

T
y

.
.

y =

xy =

Con un angolo sufficientemente piccolo possibile confondere la tangente dellangolo con


langolo stesso.

tg1 =

v
x

tg2 =

u
y

xy =
xz =
yz =

x
w
x
w
y

(v + y) y
y
v
x

u
x
v
y

u
y

D (0,1)

C (1,1)

A (0,0)

B (1,0)

2
uA = K(xA) = K*0 = 0

vB = K(yB) = K*1 = K
uC = K(xC) = K*1 = K
vC = K(yC) = K*1 = K

yv

C
D

uB = K(xB) = K*0 = 0

u
z

vA = K(yA) = K*0 = 0

z w

xy = (K*x)/x + (K*y)/y = 2K

La deformazione pari a /2 = 1 + 2, e quindi:


v

(u + x) x

uD = K(xD) = K*1 = K

xu

vD = K(yD) = K*0 = 0

79

B
A

MECCANICA DEI SOLIDI

C.2

Le forze possono essere distinguibili per tipo e per forma.


- forze di volume: dipendono dalla gravit es. il peso proprio della struttura.
- forze di superficie: esercitate dallambiente sulla struttura es. lazione del vento su di
una parete.

TEORIA DELLA TENSIONE

Dimensionalmente, la tensione data da:

[Newton]
[mm]

Forza
Area

Si consideri ad esempio un elemento B


soggetto ad un sistema n di forze F in
equilibrio. Tagliando il medesimo con un
piano di normale ed eliminandone la
parte destra, si nota che la parte eliminata
trasmetteva alla restante un insieme di
azioni, che saranno ora oggetto di analisi.

.
B

F2

F1
n

Sia preso un punto a sulla sezione


generata dal piano, ed il suo intorno A.

n direzione normale al piano di sezione;


tn forza specifica secondo la direzione n.

F3

Fn

tn

a
Per A tendente a zero, tn il vettore
tensione.

possibile scomporre il vettore tn secondo una componente ortogonale ed una


componente tangenziale , sempre rispetto al piano .

n tensioni normali alla superficie.


tensioni tangenziali alla superficie.

80

tn

TEORIA DELLA TENSIONE

_Teorema di Cauchy.

Il vettore tn dipender dal punto in cui si


opera la sezione, dalle forze agenti
considerate, dallinclinazione del piano di
sezione e dalla direzione normale n.
P

tn = (x, n)

z
dx

Considerando lintorno del punto P


dx * dy * dz

dz

a parit di azioni esterne, nella situazione A si hanno solamente componenti


normali alla sezione, nella B sia tangenziali che normali.

dy

Quindi:

tn =

lim
A0

( AR )

z
A

limite di una generica risultante R e di


una generica area A.

I piani dellintorno del punto sono individuati dalle perpendicolari al sistema di


riferimento ortogonale x, y, z.

y
x

tn = (x, n)

componente allineata con n

componente tangenziale

ty

Considerando solamente la tensione in y,


il vettore ty viene scomposto secondo la
componente ortogonale

e le compo-

nenti tangenti yx e yz.

x
81

MECCANICA DEI SOLIDI

yx

In pratica si scompone un vettore nello


spazio ty la diagonale di un

parallelepipedo.

ty

Il primo pedice (y) lidentificativo della


direzione normale al piano, il secondo
(x )

della direzione del vettore.

zy = yz

xy

xz

yx

yz

zx

zy
y

Considerando la faccia superiore del cubo


di dimensioni dx * dy * dz (ovvero il

le incognite si riducono da nove a sei.


N.b. leguaglianza si verifica per il modulo
delle tensioni; le direzioni restano comunque diverse i piani in cui giacciono le
tensioni tangenziali eguali sono infatti
perpendicolari.

= tn

Tutto ci utile per individuare un piano


sulla cui ortogonale si verifichino solo
trazione e compressione. nella realt,
le lesioni si formano ortogonalmente alla
direzione di trazione; in questo caso, le
azioni tangenziali sono tutte pari a zero.
lobiettivo finale la ricerca delle
direzioni principali di trazione e compressione.

y
yx

dy

M xy*dx/2 xy*dx/2 + yx*dy/2 + yx*dy/2 = 0


M xy*dx + yx*dy = 0

zx = xz

yz

A questo punto necessario trovare un


modo di ridurre il numero di incognite in
gioco.

Mo = 0

xy = yx

Ponendo in forma matriciale il tutto, si


forma un tensore, ovvero una tabella
ordinata i cui componenti sono vettori.

piano xy), scrivere le tensioni associate


ad essa e calcolare un equilibrio alla
rotazione in o. y

Questo passaggio prende il nome di teorema di reciprocit delle tensioni tangenziali, e


permette di lavorare con un modello di calcolo semplificato. Espresso in forma matriciale:

xy
x

xy

xz

yx

yz

zx

zy

= tn

x
xy
yx

Studiando ad esempio il piano fessurativo


di una trave, si nota che la fessura si
inclina ortogonalmente ai piani principali,
dove si verifica solo trazione e compressione.

dx

Da notare che il taglio legato ad azioni


di tipo tangenziale , mentre il momento
legato alle azioni normali .
landamento del quadro fessurativo
legato linclinazione dei piani principali, ed
il taglio esiste nei tratti di fessura inclinata
dove si verificano azioni tangenziali.

Considerando il fatto che dx e dy sono uguali, essendo le dimensioni infinitesime del cubo, le
due tensioni sono uguali.
xy + yx = 0 xy = yx

82

T
M

TEORIA DELLA TENSIONE

_Cerchio di Mohr.

Lobiettivo finale arrivare alla condizione in cui non si verificano azioni tangenziali.

[simm.]

xy

xz

yz
z

[simm.]

II

Tale costruzione geometrica serve a descrivere graficamente lo stato tensionale di un


punto.
Si inizia ponendo un sistema che abbia in
ascissa le tensioni normali , ed in ordinata
le tensioni tangenziali .
Successivamente verr tracciato un cerchio
che, al variare dellangolo, restituir valori
e per un piano di normale n.

III

Al fine di ottenere questo risultato, utile la trattazione del paragrafo successivo sul cerchio di
Mohr, ovvero una modalit di rappresentazione grafica dello stato tensionale di un punto.

a. disegnare tre punti.

- a = (x , 0)

tensione sul piano di normale x;

- b = (y , 0)

tensione sul piano di normale y;

- m = (x , xy)

punto chiamato polo della rappresentazione.

porre ad esempio x = 3, y = 1, xy = 2.

83

b. trovare il centro C fra b ed a.


(x y)/2 = C

c. tracciare il raggio R del cerchio


pari al segmento Cm, e disegnare
la circonferenza.

. . .

MECCANICA DEI SOLIDI

d. da notare che il punto m rappresenta il piano xy ruotato.


Se, per ipotesi, si intendesse conoscere lo stato tensionale di un
generico piano , sufficiente
porre un piano ruotato sul piano di
partenza xy.

((x y)/2) + xy

= R (1 + cos(2))

. . .

= R sen(2)

e. nelle intersezioni fra il cerchio ed il


piano si ottengono nuovi valori
tensionali relativi al piano in
questione. il cerchio di Mohr
una costruzione geometrica per
scoprire coppie di valori n e n per
piani qualsiasi.

R=

N.b. 2 un angolo al centro, mentre un


angolo alla circonferenza. Per costruzione
geometrica, un angolo al centro sempre due
volte un angolo alla circonferenza.

.
y

Si nota che, per passare dal piano xy al


piano , lintorno del punto ha subito una
rotazione di angolo (vedi anche p. 82).
La circonferenza ha raggio invariabile, e
quindi le combinazioni di n e n non
variano le somma vettoriale, e cio il
raggio, resta uguale.

Da notare che si avranno unicamente


tensioni di tipo normale n quando la
circonferenza interseca lasse .

y
yx

xy

yx

1
o

x
84

1
2

il piano dove non si verificano tensioni


tangenziali n quello che passa per i
punti di intersezione fra il cerchio e lasse
. la costruzione del cerchio di Mohr
utile per lindividuazione dei piani principali di sezione di una trave.

y
2

x
xy

TEORIA DELLA TENSIONE

_Stati tensionali notevoli.


-esempio pratico-

. .
B

Riprendendo lesempio del precedente


paragrafo, possibile analizzare lo stato
tensionale del sistema nei punti A e B
mediante il cerchio di Mohr.

A
+

Stato triassiale.

II

III

M
+

xz
punto A presenza solo di sforzo
normale di trazione. La compressione
nulla.
x 0, y = 0, xy = 0

stato monoassiale solo una componente.

. .

Stato biassiale.

.x
b

a=m

C
R

m = zx

III

Stato monoassiale.

stato pluriassiale da due a tre componenti.

I = sigma massima (max. trazione)


II = sigma media
III = sigma minima (max. compressione)

a = z

Taglio puro
(particolare stato biassiale).

85

III

b = II = III = 0

II = a = b = C

a = m = I

punto B il piano comincia a ruotare.


x 0, y = 0, xy 0

. .

b = x = II = 0

MECCANICA DEI SOLIDI

C.3

_Leggi costitutive dei materiali.

MATERIALI

Prendere, ad esempio, una barretta di materiale qualsiasi a sezione circolare, sollecitandola


con unazione di compressione P; leffetto dellazione produce una deformazione.

l l0
l0
d d0
d0

l0

l
l0
d
d0

d0
d

= deformazione longitudinale.

= deformazione trasversale.

trazione

Se nel diagramma costitutivo -, giunto al


valore 0, il materiale raggiunge il suo limite di
resistenza viene detto elasto-fragile. Esistono
materiali che presentano lo stesso limite a
trazione ed a compressione (vetro), ed altri che
presentano valori diversi (calcestruzzo).

0
compressione

Se superato il valore limite il materiale accetta


ancora sollecitazioni si parla di materiale duttile,
con grande capacit di adattarsi alle deformazioni. Solitamente i materiali duttili resistono in
ugual modo sia a trazione che a compressione
(acciaio).

0
compressione

86

trazione

MATERIALI

Il primo tratto del diagramma costitutivo lineare


(sino al valore 0); in questo caso si parla di
campo lineare elastico, ovvero il legame -
rappresentato da una retta. Le deformazioni in
campo lineare elastico sono reversibili.

_Rapporti fra tensioni e deformazioni.


In campo lineare elastico, le deformazioni avvengono in base a:

E, modulo di Young = E* ; esiste un E per ogni materiale.


ed E si misurano in N/mm2, mentre la deformazione un numero.

Superato il valore limite 0, il materiale accetta


ancora tensioni (la legge costitutiva non pi
lineare), ma le corrispondenti deformazioni non
sono pi reversibili campo plastico, lo scarico
avviene secondo una retta parallela a quella del
campo elastico, spostata il materiale non pu
pi tornare alla condizione iniziale.

, modulo di Poisson
t, ed sono numeri.

Ad esempio, il campo plastico dellacciaio si divide in:


- snervamento: auto-bloccaggio casuale e disordinato a livello molecolare.
- incrudimento (hardening): il materiale pu ancora assorbire tensioni, ma modifica la sua struttura sempre di pi, finch collassa.
deformazione in campo elastico.
si verifica una strizione una sezione si contrae
pi delle altre; avviene circa a met del campo
plastico. Il punto centrale della strizione il punto
dove si verificher la rottura.

Schematizzazioni.

y
z

y
z

xy = yx

xy = yx

zx = xz

zx = xz

zy = yz

zy = yz

Partendo dalle deformazioni longitudinali, bisogna legarle alle trasversali, ottenendo


una matrice a trentasei caselle.
- Se la matrice piena, il materiale detto anisotropo, ovvero ha un comportamento
diverso per ogni direzione.

0 = P

modelli elastico perfettamente plastici


non si considera che il materiale assorba
tensioni raggiunto il valore 0, ma si deforma
solamente fino alla rottura.
elastico plastici con incrudimento
si tiene conto del fatto che il materiale, anche
se in campo plastico, pu assorbile ancora di
tensioni.

t = * ; il coefficiente di contrazione trasversale.

- Se il materiale ha delle direzioni privilegiate di utilizzo detto ortotropo; ad esempio il


legno, d prestazioni differenti se utilizzato parallelamente o perpendicolarmente alle
fibre; occupa diciotto termini della matrice. Anche la muratura associabile ad un
materiale ortotropo, ma pi problematico: disomogenea, e campionando in pi punti si
ottengono risultati diversi.
0 = P

- Se il materiale si comporta nello stesso modo in tutte le direzioni detto isotropo;


esempio calzante lacciaio. Anche il calcestruzzo e la ghiaia sono statisticamente
materiali isotropi.

87

MECCANICA DEI SOLIDI

_Tensioni e deformazioni in materiali isotropi.

Tirando da tutte le facce del provino:

z
z

Prendere ad esempio un provino cubico di


materiale isotropo.

altre due direzioni.

y = Ey

y =

y
x

y
E

y =

z =

Applicando uno sforzo normale di trazione


secondo y, si nota che il materiale si
allunga secondo y e si comprime nelle

x =

x
E

y
E

y
E

x
E

z
E

x
E

z
E
z
E
y
E

x
y

z ed x sono le deformazioni trasversali,


legate ad y tramite il coefficiente di Pois-

Per legare le tensioni tangenziali taglianti alle deformazioni trasversali esiste una costante di
taglio G, misurata in N/mm2.

son, .

x = z = *y =

xy = G xy

y
E

xz = G xz
zy = G zy

i materiali isotropi riempiono tre termini della suddetta matrice: una deformazione
longitudinale (un modulo di Young) e due deformazioni trasversali (due coefficienti di Poisson).

x = Ex
z = Ez

x =
z =

x
E
z
E

y = z = *x =
x = y = *z =

Per materiali isotropi, G vale:

x
E

G=

E
2(1+)

un materiale isotropo legato a due costanti: G ed E, E e , e G.

E
- E > 0 sempre positivo, poich non possibile che un materiale tirato si accorci.
- G > 0 idem.
- 1 < < 0,5 anche se per materiali strutturali compresa fra 0 e 0,5 i materiali
strutturali non si dilatano trasversalmente quando vengono sottoposti a trazione.

88

MATERIALI

Riassumendo:
1/E ; -/E

E;

1/G

A
x

1/E

1/E -/E

z -/E -/E

_Criteri di resistenza dei materiali.

z xy xz zy

1/E -/E -/E

y -/E

xy 0

1/G

xz 0

1/G

zy 0

0 = R

0 1/G

y
z

y
z

xy = yx

zx = xz

zy = yz

zy = yz

e=At

t = A-1 e

materiali duttili la tensione 0


coincide con la tensione di snervamento S.

compressione

compressione

trazione

T = R

C = -S

trazione

T = S

Si introduce dunque il concetto di


grandezza indice del pericolo (G.I.P.):
- Nei materiali fragili la G.I.P.
solamente una tensione di valore
normale, di tipo ; le non
influiscono.

xy = yx

zx = xz

materiali fragili la tensione 0


coincide con la R di rottura.

C = -R 0

Tale matrice esprime le coordinate del vettore deformazioni e e del vettore tensioni t, e viene
indicata con la lettera A per semplicit noto uno stato, tensionale o deformativo, si ottiene
laltro.

R
0 = S

le sono collegate solo alle con pedice uguale tramite 1/G;


le sono collegate alle con pedice uguale tramite 1/E;
le sono collegate alle con pedice diverso tramite -/E.

- Nei materiali duttili la G.I.P.


determinata da tutte le tensioni, sia
che .
Ovviamente le strutture vanno verificate
con una V che tenga conto di un
coefficiente di sicurezza CS.

(lapice -1 indica linverso della matrice di partenza)

89

R
V

CS

MECCANICA DEI SOLIDI

Si individua a questo punto un dominio


degli stati ammissibili, entro il quale
verificare una struttura.

-V

_Modello di Galileo Rankine.

Utilizzato per materiali fragili. necessario verificare che le tre principali I, II e III siano
minori della T di trazione e maggiori della C di compressione.

stati ammissibili

G.I.P. = { I, II, III } T

II

G.I.P. = { I, II, III } C


Portando in tre dimensioni il tutto, si
costruisce una sfera nello spazio delle
tensioni principali I, II, III, che raccolga il dominio degli stati ammissibili.

III

-esempio praticoParete, oggetto bidimensionale.


I 0, II 0, III = 0.

il dominio compreso fra le


massime di compressione e trazione per
I e II.

Dopo aver disegnato un modello della


struttura e dei carichi agenti, si passa a
campionare un punto A qualsiasi, che
sar definito, come noto, da:

II

x , y , xy.

Mediante il cerchio di
analizzate I e II;
allinterno del dominio
verificata, al contrario
esterne al dominio.

Mohr vengono
se si trovano
la struttura
se tangenti o

m (x,xy)

II

. . .

C
b (y,0)

a (x,0)

I , II = C R

90

x + y

x y 2
+ xy
2

x + y
2

x y
2

.I

xy

MATERIALI

II

_Criterio di Tresca.
Utilizzato per materiali duttili. Le G.I.P. sono le tensioni tangenziali , ed in particolare la max.

Calcestruzzo.
Viene verificato solamente a C di compressione.
T di trazione = 0.

max =
I

In pratica, viene ristretto il campo di


dominio.

I II
2

leggasi: massima = valore assoluto di


I II mezzi, e cio il raggio del cerchio
di Mohr in valore assoluto.

II
N.b. nei provini:
Il provino A, a causa degli
sforzi applicati, si deforma
molto pi facilmente del B.
La condizione B pi sicura
ecco perch molto spesso i
pilastri vengono ingabbiati: per
contrastare lo spanciamento.

. . .

C
b (y,0)

a (x,0)

verificare che la sia compresa entro le massime a trazione e compressione.

C I II T
C II III T
C III I T

In oggetti bidimensionali (assenza di III):

C I II T

definisce una retta compresa fra C e T.

Ne risulta un dominio a forma di cono.

|| = c

m (x,xy)

max = * max{ (I II); (II III); (III I) }

Negli angoli superiore sinistro ed inferiore


destro lo snervamento del materiale deve
gi essere avvenuto.
Quindi il Tresca formula un grafico sostitutivo al modello di Galileo-Rankine
C

II

Quindi, per uno stato tridimensionale, il


Tresca enuncia:

_Criterio di Coulomb.
Viene utilizzato per murature, e descrive
crisi per decoesione e scivola-mento dei
piani. Si usa il piano di Mohr (,).
T in questo caso la massima trazione
sostenibile per il materiale.

. .

max

= |R|

II

C II T
C I T

Si ottiene il cosiddetto esagono di Tresca, identificativo delle massime del materiale.

leggasi: valore assoluto di = coesione (c) coefficiente di attrito () per .

91

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.1

TRAVE DI DE SAINT-VENANT

l
Il modello si compone di alcuni punti cardine:
a. modello geometrico:
- a << l

- b << l
<< sta per molto pi piccola di.

b. modello meccanico:
- lineare elastico
- omogeneo
- isotropo

La trave pensabile come formata da un insieme di fibre (ad esempio un pacco di spaghetti).

I campi diversi da zero sono:

z 0; zx 0; zy 0.

zx
z

il tutto avviene in campo lineare elastico, quindi possibile utilizzare la sovrapposizione


degli effetti.

94

TRAVE DI DE SAINT-VENANT

_Casi descritti in trave di De Saint Venant.

y
y

Nz = z dA
A

Ty = zy dA
A

Mx = z * y dA

tn
z

My = z * x dA

Tx = zx dA

Mt = (zy*x + zx*y ) dA

parametri di sollecitazione per la sezione di normale z.

95

My
Mt

Mx
x

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.2

necessario, in una trave, conoscere il baricentro della sezione, ovvero il punto dove si
collocano le informazioni studiate, in forma schematica, nel calcolo strutturale.

CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

_Individuazione del baricentro di una figura.


Esempio: trave con sezione a T.
.
ogni sezione in cui si individua un asse
di simmetria possiede il baricentro lungo
tale asse.

a
a
a
a

a. scomporre la figura in parti, delle


quali possibile conoscere senza
problemi il baricentro scomposizione in rettangoli.

b. disegnare dei vettori rappresentanti


ogni area, individuata nei baricentri
delle medesime.

96

A1
A2

3a
2a

CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

La seconda coordinata del baricentro globale la risultante dei due vettori, dove il momento
zero. la risultante allinterno dei due vettori, purch essi siano di verso concorde.

d. redigere una tabella con aree, lunghezze e momenti statici.


Ai

yi

xi

Sx i

Syi

3 a

5a/2

3a/2

15a/2

9a/2

A2

2 a

3a/2

2 a

3 a

totali

5 a

19a/2

15a/2

A1
+

c. calcolare il momento dei due vettori rispetto ad un asse scelto opportunamente.


3a*(5a/2 y) + 2a*(a y) = 0
N.b. la y che compare nellequazione serve ad

3a

applicare unincognita alla stessa.

2a

15a/2 3ay + 2a 2ay = 0


19a/2 5ay = 0 y =

19a
2* 5a

xg (coordinata x baricentro) =

Sx

xG =

Sy

area totale della sezione.

Scrivendo sotto forma di formula il tutto:

yg (coordinata y baricentro) =

yG =

Sx
A

19a 1
= 19a/10 = 1,9a
2 5 a

15a 1
= 3a/2
2 5 a

il valore rispetto al nuovo asse diverso,


ma la posizione di XG rimane invariata.

In generale:

3a/2

yG

Ovviamente, prendendo in considerazione


un altro asse x, il risultato non cambia

Sy

0,1a

xG

1,9a

Sxi = Ai * yi
Ai

yi

S x i

3 a

a/2

3a/2

A2

2 a

2a

totali

5 a

A1
+

con:
Ai = area totale i-esima della sezione,
Si = momento statico i-esimo della sezione.
Il momento statico il rapporto fra unarea ed una lunghezza, una grandezza espressa al
cubo. Pu essere nullo (nellasse baricentrico) negativo, positivo.

yG =

S x
A

a/2

a
2

1
= a/10 = 0,1a
5 a

0,1a + 1,9a = 2a (distanza fra i due assi x ed x c.v.d.)

97

a
x
a

Syi = Ai * xi

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

yG
_Esercizio n.27

La tab_A si riferisce alla consueta soluzione per scomposizione


(a destra), mentre la tab_B analizza una soluzione alternativa
per sottrazione di aree (in basso)
tenendo conto dellasse x.

A1

a
a

A2

2a

3a

A3

A6 = 2a

Il momento statico delle travi A e B


uguale, ma le medesime si inflettono in
modo diverso, offrendo una diversa resistenza alla flessione possibile studiare
questa caratteristica con il momento di
inerzia, ovvero la capacit della trave di
opporsi alla rotazione.

xG

a
A5 = 25a

_Il momento di inerzia.

3a

in queste pagine verr affrontato solamente


il momento di inerzia assiale.

5a

A4

b
n

Ix (momento di inerzia assiale rispetto allasse x) = Ai * yi

A7 = 4a

i=1

Iy (momento di inerzia assiale rispetto allasse y) =

x
tab_A

Ai

yi

Sx i

A1
+

3 a

5a/2

15a/2

2 a

2 a

A2
+
A3
+
A4
totali

yG =

Sx

yG =

S x

3 a

a/2

3a/2

5 a

3a/2

15a/2

13a

tab_B
A5

A6

A7
+
totali

Ai

yi

S x i

25a

5a/2

125a/2

2*2a

3a

12a

2*4a
13a

3a

A i * x i

x
G

i=1

N.b. Il momento di inerzia il rapporto fra unarea ed una distanza al quadrato


una quantit sempre positiva.
Per assi baricentrici di sezioni rettangolari i momenti di inerzia sono pari a:

I xG =

24a

bh
12

Iy G =

bh
12

Per assi tangenti alle sezioni rettangolari i momenti di inerzia sono pari a:

53a/2

Ix i =

a/2

1
= a/26 = 0,04a
2 13a

bh
3

Iy i =

bh
3

A. sezione con b di gran lunga minore di h

53a 1
= 53a/26 = 2,04a
2 13a

B. sezione con b di gran lunga maggiore di h

2,04a + (0,04a) = 2a (distanza fra i due assi x ed x c.v.d.)

I xG =

3a

3a

9 a4

12

a IxG = 3a*a=

la sezione A molto pi resistente alla flessione della sezione B.

98

a*3a

12

a4
4

CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

_Teorema del trasporto.

_Modalit applicative del teorema del trasporto.

Siano date tre aree A1, A2, A3


espresse in forma di vettori, ed il
loro asse baricentrico XG.
n

Ix G =

i=1

Ai * yi

A1

Riprendendo lesempio precedente (sezione a T):

y1
y2

y3

A2

xg

Ai

yi

xi

Sx i

Syi

3 a

5a/2

3a/2

15a/2

9a/2

A2

2 a

3a/2

2 a

3 a

totali

5 a

19a/2

15a/2

A3

A1
+

Si applichi un piccolo incremento d alle distanze y, in modo da calcolare il momento di inerzia

rispetto ad un asse qualsiasi e non allasse baricentrico delle aree.


n

Ixi = Ai * (yi + d)
i=1

Ixi =

i=1

Ai * yi +

i=1

Ix G

Ai * d +

i=1

Ai * yi * d

momento
statico

distanza rispetto ad un asse


baricentrico = 0

yG =

Sx

xG =

Sy

19a 1
= 19a/10 = 1,9a
2 5 a

15a 1
= 3a/2
2 5 a

3a/2

yG

il rapporto fra i due zero.

Ixi =

Ix G

A1

xG
A2

1,9a

Ai * d

a
a
a

i=1

x
a

Il momento di inerzia assiale rispetto ad un asse qualsiasi pari al momento di inerzia


assiale baricentrico pi larea della figura.
il momento di inerzia assiale baricentrico il momento pi piccolo fra i possibili momenti di
inerzia di una figura.
La formula enunciata pocanzi prende il nome di teorema del trasporto, il quale permette di
trovare il momento di inerzia di una figura rispetto ad un asse baricentrico ed un asse
qualsiasi.

99

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Primo metodo: asse tangente

Secondo metodo: assi barcentrici delle singole aree

Non possibile calcolare Ix n rispetto ad Xg n ad x, poich non sono assi tangenti alle

Se non possibile trovare assi tangenti a tutte le aree, applicare il teorema del trasporto per gli
assi baricentrici noti delle aree di scomposizione.

due aree. si pone un nuovo asse x, tangente ad entrambi i due rettangoli di scomposizione.

A1

0,9a

Ix = Ix(A1) + Ix(A2)
3a*a

a*(2a) 3a4+8a4
3

11a4
3

Ix (IxG) =

I x

Ai * (x Xg)

Ix G

IxGi

= 3,67a4

Ix G

E quindi, applicando il teorema del trasporto:

Ix G

xG

N.b. per le due aree, in questo caso, lasse XG un asse qualsiasi vanno sommati i
momenti di inerzia di ogni area e le aree per le rispettive distanze dallasse al quadrato.

xG A1

xG

A2

I x =

xG A2

0,6a

Ai * d

i=1

IxG1(A1) + A1*( xg1 Xg) + IxG2(A2) + A2*( xg2 Xg)

Ix G =
= 3,67a4 5a*(0,1a) = 3,62a4

3a*a
12

+ 3a*(0,6a) +

a*(2a)
12

+ 2a*(0,9a)

IxG = 0,25a4 + 1,08a4 + 0,67a4 + 1,62a4 = 3,62a4 c.v.d.

distanza
fra gli assi

100

CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE

Terzo metodo: pieno meno vuoto

_Esercizio n.28

Analogo al primo metodo, con la differenza di considerare la figura inscritta in un rettangolo, e


calcolare linerzia del pieno meno linerzia dei vuoti tangenti.

Av1

Av2

3a*(3a)
3

yi

Sx i

3 a

3a/2

9a/2

a/2

a/2

3 a

a/2

3a/2

A4

5 a

3a/2

15a/2

totali

12a

A1
+

xG

A2
+
A3
+

Ix = Ix(Ap) Ix(Av1) Ix(Av2)


Ix =

Ai

Ap

a*(2a) 81a4 16a4


3

= 21,67a4

yG

Sx

Ix G

Lasse stabilito utile anche nel


calcolo del momento di inerzia, dal
momento che pu essere considerato tangente a tutte le aree

Ix

A * (x Xg)

21,67a4 5a*(1,9a) = 21,67a4 18,05a4 = 3,62a4 c.v.d.

3a

A3

Il momento di inerzia delle aree


piccole si ottiene per differenza fra il
momento delle aree Ap3 e quello
delle Av1; possibile moltiplicare
per quattro il momento trovato, in
quanto le piccole aree sono tutte
equidistanti dallasse x.

3a*(2a)
3

Ix =
Ix G =

101

24a4
3

Ix

+ 4

+ 4

a*(2a)
3
7 a4
3

Av1 = a

Ap2 = 2a

xG

a4

8 a4
3

yG

Ap1 = 6a

Ix =

3
=

Ai * (x Xg)

5a

A4

1
= a/3 = 0,33a
12a

yG =

xG

Applicando il consueto teorema del trasporto:

A2

4a

= 4 a

3a

A1

60a4
3

Ix G

a*(2a)
3

= 20a4

= 20a4 12a*(0,33a) = 18,69a4

Ap3 = 2a

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.3

_Sforzo normale in trave di De Saint-Venant.

SFORZO NORMALE E FLESSIONE

Ipotizzando che la trave sia soggetta solo ad uno sforzo normale di trazione:
ZE la zona di estinzione lo sforzo
concentrato si distribuisce per la sezione.
possibile rappresentare tale fenomeno
mediante un integrale.

N =

z * A
A

y
ZE

z costante, e quindi viene tratta fuori


dal segno di integrale.

N = z A
A

Lintegrale in A delle porzioni infinitesime


A uguale alla area stessa.
A

= A

Quindi, la tensione z uguale allo sforzo


normale N fratto larea A.

N = z * A
z =

102

N
A

SFORZO NORMALE E FLESSIONE

Se il materiale isotropo la trave si deforma secondo x, y, z (vedi p.88).

z =

z
E

x
E

y
E

z = 1/E (z * (x + y)

ora possibile occuparsi dellarea della sezione, che si contrarr secondo le deformazioni
trasversali x e y.

x = 1/E (x * (y + z)
y = 1/E (y * (x + z)

l
l0

Dato che non si verificano tensioni trasversali x e y, z pari a:

z =

l0

z
E

N
EA

y =

z
E

z
E

l0

N
EA

N
EA

compare il segno meno, poich la deformazione opposta alla precedente generata


dalla compressione anzich dalla trazione.

Quindi la deformazione della trave :


- direttamente proporzionale allo sforzo N;
- inversamente proporzionale al modulo elastico E ed allarea A della sezione.

quindi possibile rappresentare il comportamento della sezione mediante un unico cerchio di


Mohr z costantemente distribuita in tutta la sezione; in questo caso il punto m coincide
con a, poich non si verificano tensioni tangenziali.

EA la rigidezza assiale.

l =

x =

N*l0
EA

z 0, x = 0, xz = 0
il piano della sezione un piano
principale, e la I di trazione coincide con
la z caso monoassiale.

.x

b (x,0)

103

a = m (z,xz)

C
R

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

_Flessione in trave di De Saint-Venant (formula di Navier).

La tensione direttamente proporzionale al momento flettente, inversamente proporzionale


al momento di inerzia e dipende da che punto y della sezione viene analizzato.
si andr a verificare la tensione della sezione ai lembi superiore ed inferiore, dove massima.

Mx

Prendere una trave soggetta a due


momenti Mx costanti in tutta la trave.

Il momento flettente, in ogni caso, pu


agire secondo un asse che non un asse
principale di inerzia (x o y).
possibile trattare il momento come
un vettore (rappresentato dalla doppia
freccia) e scomporlo in due componenti
secondo gli assi principali.

Mx

Il pedice x indica intorno a quale asse

ruota il momento; in questo caso, lasse x

lasse di sollecitazione.

Le fibre della sezione saranno tese al


lembo inferiore e compresse al superiore.

z * y dA
A

Mx
Ix

*y

My
Iy

*x

flessione deviata.

stato posto il segno meno al secondo membro poich la componente di M secondo y


discorde rispetto al verso dellasse.

z = Ky

z digrada da un valore massimo fino


a coincidere con lasse neutro, dove non
si verifica tensione z.

Mx =

My

z =
Mx =

M
Mx

Ky * y dA = K
A

z = Ky =

y dA = K * Ix

Mx
Ix

*y

flessione semplice retta (formula di Navier).

104

SFORZO NORMALE E FLESSIONE

-esempio praticoPrendere una trave incastrata a sezione


rettangolare.
Non si verifica n taglio T n sforzo normale N M positivo e costante in tutte
le sezioni della trave.

Mx

z =

Ix

x = y = xy = 0

*y

Trovandosi sullasse neutro non si verifica


tensione. y = 0
Sostituendo h/2 ad y:

z =

z =

h
Mx
*
6
t trazione.
2
bh
bh

bh

h
2

.
..
..

Mx 12

Mx 12

il valore z coincide con il valore


massimo di trazione, mentre z con il
massimo di compressione. Scegliendo i
punti b o d, non si ottengono valori utili
alla verifica; scegliendo il punto c, il
cerchio di Mohr degenera in un punto.

h/2

12

a=m

yz = 0

h/2

bh

z 0
xz = 0

Per assi baricentrici di sezioni rettangolari


i momenti di inerzia sono pari a:

I xG =

ora possibile applicare il cerchio di


Mohr, secondo il modello trave di De
Saint-Venant.

Mx
bh

c
b
a

c compressione.

105

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

_Calcolo delle tensioni massime in una sezione.

Si ha sovrapposizione degli effetti fra un campo costante prodotto da N ed uno a farfalla


prodotto da M.
N.b. nella somma, lasse baricentrico XG non coincide pi con lasse neutro (AN).

Prendere un pilastro incastrato, con applicato uno sforzo normale N eccentrico.


N

Quindi, in caso di sforzo normale N eccentrico, possibile enunciare:


z

z =

Pressoflessione
compressione eccentrica.

My
Iy

y
Equazione che, se posta uguale a zero, restituisce la posizione dellasse neutro.

y
N

Tensoflessione
trazione eccentrica.

N
A

My
Iy

y=0

y
Semplificando e riducendo il tutto:

Mx = N*e
elaborando un sistema
equivalente, si giunge alle
seguenti conclusioni:

N*e

x = Ix/A raggio di inerzia secondo lasse x.

e
z

z =
z =
z =

N
A
My
Iy
Mx
Ix

y
x

N*e
z

Ne
y=0
x A

e
1 + y = 0
x
A
N

ma, sapendo che N/A = 0 non una condizione possibile, sufficiente porre uguale a zero il
resto dellequazione.
XG
AN

e
1 + y = 0
x

106

equazione dellasse neutro.

SFORZO NORMALE E FLESSIONE

z =

N
A

e
x

N*e
N

centro di pressione (cp)

-esempio pratico-

N
N

10cm

? = asse neutro e tensione z al lembo superiore ed inferiore.

N*e

20cm

2x = Ix/A = 33,33cm2 x = 5,77cm

z =

N = 10 tonnellate
A = 20*10cm = 200cm2
Ix = bh3/12 = 10*(20)3/12 = 6666,67cm4

5cm

5cm

N*e

N*e
N

e
z = N 1 + y

z =

e
z

N
A

Ne
y
x A

(10t / 200cm2) + (10t *5cm)*y/33,33cm2 * 200cm2) = 0


10t / 200cm2 * (1 (5cm*y/33,33cm2)) = 0
1 (5cm*y/33,33cm2) = 0

1 (5*y/33,33cm) = 0
5y/33,33cm = 1

z =

N
A

1+

e
x

N
N

Per ottenere il risultato voluto, sostituire ai


termini N, A, , e i valori in analisi senza
cambi di segno; variare solamente il segno
della y secondo la convenzione indicata.

y = 33,33cm/5 y = 6,67cm

N*e
e

N.b. lasse neutro, rispetto allasse baricentrico, sempre antipolare al centro di


pressione.

XG

x
6,67cm

AN

107

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Metodo grafico per individuare la posizione dellasse neutro:

Considerazioni:
x = 5,77cm

- intuibile dal principio che il valore di compressione sia pi grande di quello di trazione,
innanzitutto per sovrapposizione degli effetti ed in secondo luogo per la posizione
dellasse neutro.
- Pi il centro di pressione cp si allontana dallasse baricentrico, pi lasse neutro si
avvicina allasse baricentrico.
- Se il cp coincide con lasse baricentrico, lAN va allinfinito si ha solo trazione
compressione semplice.
- Se lasse neutro cade al di fuori della sezione, si avr una situazione di questo genere:

Congiungere e con x, costruendo un


triangolo rettangolo. Il punto di intersezione con lasse y appartiene all asse

XG

neutro.

AN

yAN (asse neutro)= x 2 / e


y

yAN : x 2 = x : e
tale metodo permette di controllare
subito se lasse neutro cade o meno
allinterno della sezione.

XG

x
ora possibile calcolare le tensioni z al lembo superiore ed inferiore. E sufficiente verificare
la sezione in y, e cio in h/2, e cio in 10cm.

AN

N.b. le distanze y sono prese dallasse baricentrico al lembo superiore ed inferiore.

z (a) = 10t/200cm2 * (1 (10cm * 5cm/33,33cm2))


= 0,025 t/cm2 trazione massima.
z (b) = 10t/200cm2 * (1 (10cm * 5cm/33,33cm2))
= 0,125 t/cm2 compressione massima.
0,125 t/cm2

XG
AN

0,025 t/cm2

108

AN

TORSIONE

D.4

_Momento torcente in trave di De Saint-Venant.

TORSIONE

In un graticcio di travi, ci che flettente per una trave torcente per la trave perpendicolare.
La trave a sezione circolare, come quella in analisi, possiede il vantaggio della simmetria
radiale la sezione non esce mai dal piano di appartenenza, anche sotto lazione di un
momento torcente; una sezione rettangolare si ingobbirebbe, uscendo dal proprio piano.

y
x

Mt

variazione
massima

Mt

variazione
media

nessuna
variazione

configurazione di partenza

Mr

configurazione variata

Mt = momento torcente, agente intorno allasse z.


Mr = momento reagente.

(z) = z
dove:
-

109

= angolo di torsione;
= angolo unitario di torsione;
z = asse della trave;
l = lunghezza della trave.

Mt

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Langolo di torsione funzione lineare della distanza z, ed uguale a (costante che


restituisce lidea di come ruota un oggetto sotto leffetto di un momento torcente) per la distanza z.

Approccio agli spostamenti di Neumann:


assegnare un campo di spostamento in
relazione a , vedendo come si modifica il
tutto.

Pensando la trave come una pila di


monetine, ogni moneta ruota in modo
diverso e trasmette una tensione alla
successiva.

Ogni s un vettore, appartenente al piano


della sezione. Prendere un s qualsiasi e
scomporlo secondo i vettori unitari u e v.

Il centro resta fisso. La tensione cresce


fino ad essere massima alla circonferenza. N.b. per le circonferenze, tutte le
concentriche sono assi principali.

r
u
v

Lasse z lasse neutro per la rotazione


sapendo che le sezioni di una trave
cilindrica non escono dal loro piano, non
si hanno componenti z w.

zs
Mt

u (discorde con x) = (z)*y = zy

Mt = zs * r A

v (concorde con y) = (z)*x = zx

integrale esteso allarea.

Scomporre una tensione zs tangente alla


circonferenza secondo x ed y, ottenendo

zx e zy.

zx

zy zs

ora possibile andare a verificare le deformazioni del sistema.


Dilatazioni lineari specifiche:

I bracci di zx e zy sono generici, ma il


verso delle due tensioni indica quale
segno necessario applicare zx
discorde con la direzione x e quindi

x =

negativo, zy concorde con y e quindi

y =

positivo.

Mt =

x u

( zy x zx y ) A

z =

momento torcente.

110

u
x
v
y
w
z

(zy)
= 0 la derivata di x rispetto ad y pari a zero.
x
(zx)
y

= 0 la derivata di y rispetto ad x pari a zero.

= 0 non si verificano azioni in z.

y v

TORSIONE

Variazioni angolari:
v

xy =

(zx)

(zy)
y

= z

IP =

z = 0

sono le derivate di x rispetto ad x e di y rispetto ad y = 1, che quindi moltiplicate per una


costante (z) restituiscono la costante stessa.
w

xz =

x
w

yz =

z
v

Lintegrale in A di x + y il momento di inerzia polare

(0)

x
(0)

(zy)
z
(zx)
x

R4
2

IP per travi a sezione circolare.

formula del momento di inerzia polare, assimilabile a quella del


momento di inerzia lineare.

Sostituendo con la nuova simbologia:

= y

Mt = G IP

= x

Mt
GIP

pi forte il momento, pi grande langolo di torsione.

GIP la rigidezza torsionale. G in questo caso il modulo di elasticit torsionale.

La relazione sostitutiva per un corpo lineare isotropo enuncia che, per un corpo lineare
isotropo, le deformazioni trasversali sono legate alle tensioni longitudinali mediante il
coefficiente G (vedi p.88).

xz = G Mt y = Mt y
IP
GIP

xy = G xy = 0
xz = G xz = Gy

Mt
x
zy = G Mt x =
IP
GIP

zy = G zy = Gx
E quindi:

Mt =

( zy x zx y ) A = (Gx)x (Gy) y A

max =

Trasportando le costanti al di fuori del segno di integrale:

Mt = G (x2 + y2) A
A

111

xz2max + zy2max

Mt
IP

x2 + y2

Mt
Raggio
IP

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

_Momento torcente di sezioni cave (formula di Bredt).

Mt

Mt

Caso A.
Prendere una sezione cava chiusa, una
sorta di tubo.

Caso B.
Prendere una sezione cava aperta in un
tratto.

Secondo lipotesi di Greenhill le tensioni


tangenziali viaggiano nella sezione
come il flusso di un fluido pi
limboccatura stretta pi il flusso
veloce, poich si ha sempre la medesima
quantit di fluido che la attraversa.
b1 1 = b2 2

b2

1
b1

anche in questo caso le tensioni si


inseguono, formando un diagramma delle
tensioni a farfalla.
Le tensioni tangenziali si inseguono,
possono essere sempre costanti nelo
spessore, secondo le concentriche della
sezione; si comportano, appunto, come
un fluido.

Tagliando la sezione in un punto qualsiasi, si ha un diagramma tensionale del tipo


illustrato a fianco, tenendo sempre conto
del fatto che lo spessore abbastanza
piccolo da considerare costanti le tensioni.

112

TORSIONE

N.b. in questo caso, r identifica la congiungente fra i lembi inferiore e superiore di dc ed il baricentro G.

Analizzando il caso A:

Mt
prendendo il medesimo oggetto cavo con
baricentro G, isolarne una porzione dc.

dc

T la risultante delle tensioni tangenziali


appartenenti alla porzione.

Portando questa funzione al limite:


bmedio

r dc = Mt totale.
c

ogni porzione va ad equilibrare il Mt


complessivo.
ogni porzione, quindi produce un
piccolo momento torcente, la sommatoria
dei quali il Mt totale.

Lintegrale di r*dc il doppio dellarea


di tutti i triangoli, fatti dalle congiungenti,
che costituiscono larea della sezione.
area media.

bc

r1 ed r2 sono i bracci delle risultanti 1 e


2, perpendicolari alle risultanti, rispetto al
baricentro G.

2b2 dc * r2
1b1 e 2b2 sono uguali, per la
sunnominata legge del flusso.

quindi:

r1

dc

. .

b1

b2

zs =
dc

r2

bmedio * r dc

113

Mt

2 * bmedio

AM = r2 = (r+b/2) 2

dc

dc

AM = r*dc = 2

Il momento di ciascuna risultante sar:


1b1 dc * r1

zs

legge di Bredt.

r+b

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

D.5

_Taglio in trave di De Saint-Venant.

AZIONI TAGLIANTI

Ty

Mt

Quando il taglio (Ty) eccentrico rispetto

agli assi uscenti dal baricentro della


sezione, diventa parte del momento
torcente (Mt).

Mx

Ty

Tx

Ty

Ty

Mx

Ty

Ty
z

114

Si tratta del caso in cui il taglio


agisce sugli assi principali di inerzia.

Mx d equilibrio al sistema.

N.b. Il taglio sempre associato al


momento flettente.
Mx = Ty (lz)

z =

Mx
Ix

*y =

Ty (l z)
Ix

*y

AZIONI TAGLIANTI

_Trattazione di Jourasky.

Sostituendo e semplificando z nella prima parte dellintegrale:

Ingrandendo un concio della suddetta trave:

zy

ab = corda qualsiasi che divide la


sezione in due aree, AI ed AII.
x

zy

* dz

sommare alla tensione z che esiste


senza il concio dz la risultante delle tensioni z dellarea sottesa alla corda.

AII

z
x

AII

AII

*y

y =

Ty l
Ix

y +

Ty z
Ix

y =

Ty
Ix

yz dx dz = 0

la lunghezza dellintera corda ab = b):

Ty

yz

y *dA = yz b

Ix

zy

dz

AII

Ty

Ix

Sx(AII) = yz b

yz dx dz = 0

yz =

Ty Sx(AII)
Ix b

z
x

dz dA +

Trarre dal segno di integrale le costanti (N.b. lintegrale di yz in dx da 0 a b pari a yz per

z + z +

Ix

AII

AII

dz dA +

Ty (lz)

y dz dA +

z dA

Ix

il momento statico Sx dellarea AII.

quindi possibile costruire un integrale.

Ty (lz)

Ix

Ty

Ix

AII

z +

dz

*y =

Mx

z =

AI

Quindi:

yz dx dz = 0

Ty = zy dA

115

zy =

Ty Sx
Ix b

formula di Jourasky.

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

-esempio pratico-

h
C = Pl * 12 *
= 6Pl

Alle estremit le

Verifica nel punto 2.


per effetto delle si verifica
anche una T principale di trazione.

bh2

Pl

bh2

bh3

..

Sx =
zy

bh
2

Ty 12
b bh

h
4
*

bh2
8

bh2
8

3 Ty
2bh

6Pl/bh2

. .
.

se z a farfalla, zy parabolico.

3Ty /2bh

3 Ty
2A

il diagramma delle formato sezioni paraboliche variabili.

116

3Ty
2A

a=b=C

Considerazioni:

m=

6Pl/bh2
3
2
1

Verifica nel punto 3.


si hanno due principali di
trazione e compressione, che
si elidono perch uguali in
modulo.

momento di una sezione compresa fra due corde. si andr a calcolare il momento statico
nellasse baricentrico per met sezione.

..
.

b = T = 0

saranno pari a zero le dipendono dal momento statico Sx, che il

b=b

a = m = C

6Pl
bh2

h
T = Pl * 12 *
= 6Pl
bh3

Verifica nel punto 1.


si ha solo C.

PRATICA

D.6

_Metodo di verifica delle tensioni ammissibili.

PRATICA

Il metodo delle tensioni ammissibili pone come base per lanalisi le azioni caratteristiche, azioni
che, nellarco di un periodo di vita stabilito della struttura, hanno la probabilit del 95% di
essere superate.
Analizzando lazione della neve negli anni:
non possibile prendere il valore
medio, ovviamente troppo basso; si andr
a trovare un valore che viene superato, ad
esempio, solo nel 5% dei casi, in modo da
costituire un livello ragionevole, non
troppo alto. valori poco probabili ma
possibili.
Ad esempio, si prenda un tondino di
acciaio con applicato uno sforzo normale
di trazione N.

98

98

99 00

99 00

01

02

01

03

02

03

04

04

05

06

05

06

valore di
verifica
valore
medio

N
l

il materiale si deforma. Il grafico ha un


andamento lineare fino ad un andamento
Fyk, poi si snerva, incrudisce e collassa.

Ftk

=
=

l
l0

N
A

Fyk

fe,adm

La nomenclatura delle barre FeB44k uguale al limite Fyk = 44 kg/mm2 = 440 MPa o
N/mm2 = 4400 kg/cm2. Fe sta per ferro, B per barre.
A tutto questo si pone un valore limite inferiore a Fyk.
ferro, ammissibile = 2600 kg/cm2.

117

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

La flessione semplice, come noto, avviene dove non si ha taglio ( 0) e si verifica momento
massimo ( 0).

chiaro che ci si riferisce solo allo stato elastico del materiale.

E = fe,adm/ = 2,1 * 106 kg/cm2.


La verifica viene condotta per raffronto fra la n ottenuta e la fe,adm.
n

_Metodo di verifica degli stati limite.

Vengono applicati alle azioni caratteristiche dei coefficienti amplificativi.

Carichi accidentali:

1
1,4

+max =

+max

Mmax
W

criterio di resistenza:

1,5 carichi principali


1,05 carichi secondari
0

ymax

Carichi permanenti:

Mmax

fe,adm

Mmax
I
M
W

* ymax
adm

Raggiungendo il valore Fyk la non pu pi aumentare, e quindi il grafico cambia:

Per lacciaio, Fyk di 3818 kg/cm2.


10o/oo (dieci per mille) il valore oltre il
quale non dato andare per lacciaio nel
sistema degli stati limite. si tiene conto
anche del materiale nello stato incrudente
e plastico.
2,8o/oo un valore stabilito, poich E, che
dipende dal materiale, ovviamente il
medesimo in tutti i paesi.

max

max

max

(al limite di rottura).

nel metodo degli stati limite si tiene conto della riserva di resistenza del materiale in campo
plastico. N.b. in ogni caso, la deformazione resta.

Fyk
1,15

2,8 /oo

10 /oo

118

PRATICA

_Casi di stati pluriassiali (ipotesi di Von Mises).

Analogamente al criterio di Tresca


possibile usare lellisse di Von Mises,
derivante da dati puramente sperimentali.

Se nelle tensioni ammissibili si limita la n con una fe,adm, in caso pluriassiale si procede in
modo analogo.

C x T

C I T , C II T

I2 + II2 (I * fe ) adm

ipotesi di Von Mises.

adm

II

Per materiali isotropi si ha un campo di


dominio quadrato, che determina le
tensioni ammissibili per il materiale.
Cercando un modello che descrivesse
meglio la realt, il Tresca formul un
grafico sostitutivo (vedi p.90-91).

II

II

119

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

-esempio praticoIn caso di torsione pura con trave di Saint-Venant.

z 0; zx 0; zy 0.

Mt

I = z/2 + R = z/2 +

(z/2)2 + (zx)2

II = z/2 R = z/2

(z/2)2 + (zx)2

zx

II

II

2 + 2 + 2 =

45

z/2

. .

Quindi:
I

I2 + II2 (I * fe ) adm

3* adm

z/2 +

(z/2)2 + (zx)2

+ z/2

(z/2)2 + (zx)2 (I * fe ) adm

adm = adm/3

Per la reciprocit delle tensioni tangenziali, le due xz e zx sono uguali, e x

zero secondo il modello di De Saint


Venant.
quando una delle due zero le due
sono sempre uguali.

semplificando

z2 + 3zx2 adm

il termine in radice la sigma ideale id, che la grandezza indice del pericolo da
confrontare con la sigma ammissibile adm per verificare una struttura.
(xz)

II

..

m (zx)

R
a=b=C

b (x) C (x/2)

. .

a (z)

120

PRATICA

_Verifiche e dimensionamenti.

-esempio pratico-

Per procedere con i dimensionamenti, necessario conoscere le formule inverse dei teoremi
di Navier, Jouraski, Bredt. In questo caso viene in aiuto lipotesi di Von Mises.

Prendere un telaio strutturale, analizzando


una delle travi.

id =

2 + 3 2
z

Prendere sempre come modello la trave


di De Saint-Venant.

Sezione in A (mezzeria).

z 0; zx 0; zy 0.

- Il taglio T nullo.

id =

- Non si ha momento torcente Mt.

- Esiste un momento Mx+ positivo

A
N

2 =

N
A

= || adm

N
A

(N.b. il piano posto zy, quindi la


rotazione avviene intorno a x).

adm

.
M

ql/12

ql/24

T
id =

- Non si hanno sforzi normali N.

N
=

Ponendo che le travi in analisi siano in


acciaio, sezione HE:

M
adm id =

Sa

M
W

e
b

121

adm

TEORIE DI DE SAINT-VENANT

Mx = z * y dA

z =

Mx
Ix

la trattazione svolta nella sezione A non pi valida, poich interviene anche il taglio.

*y
Ty = zy dA

formula di Navier, che descrive la flessione semplice retta (vedi p. 104).

max =
M

W
M
W

Mx
Ix

zy =

lacciaio si comporta nello stesso modo a trazione ed a compressione, e la sezione


simmetrica in x. Quindi:

Ty Sx
Ix b

formula di Jourasky, dove:

* h/2

Ty = taglio in y;

Sx

= momento statico dellarea

sottesa alla corda b;

fe,adm
-

fe,adm

Ix = momento di inerzia di tutta la

sezione;
-

= corda qualsiasi, che assume

diversi valori.

se la sezione non fosse stata simmetrica, si procederebbe a due diverse verifiche al lembo
inferiore e superiore.

Il diagramma delle ha grossomodo questa forma.


Sezione in B (sullincastro).
- Il taglio Ty+ positivo.
- Esiste un momento Mx negativo.

x
y

122

PRATICA

Verifica nel punto 2.

Quindi, la sezione che verr verificata sar la sezione A, la pi sollecitata.

e
Sa

.
.
.

id =

1
2

e
b

b = Sa

Ixtot = 2

2 + 3 2

Ty Sx

A1

Sa

id =

Ix

h-e
2

h-e
2

il momento statico diminuisce gradatamente.

2 + 3 2
Ty Sx
Ix b
Mx
Ix

idem come sopra.

A1

Sa

1
h

h
2

Ixtot = idem come sopra.

h-e 2
be3
Sa*(h-2e)3
+ 2 (eb)*
+
12
12
2
+ Sa

Sa*(h-2e)3
12

h-e

Ix b
Mx

Sa

Verifica nel punto 1.


A2

Ix b

Sx = (eb)*

Ty Sx

Sx = (eb)*

h-e 2
be3
IxA1 =
+ (eb)*
12
2

Ix2(A2) =

A1

b = Sa

Verifica nel punto 3.

Ixtot idem come sopra.

vengono scelti tre punti per la verifica: 1 al lembo superiore, 2 subito sotto lala superiore e
3 in mezzeria.

id =

2 + 3 2

b=e
secondo la teoria del flusso delle , il momento statico gira b diviene e, e quindi
sufficiente met sezione per lanalisi delle .

h-2e h-2e
*
2
4

123

INSTABILITA DELLEQUILIBRIO

E.1

_Qualit dellequilibrio.

QUALITA, VINCOLI ELASTICI

Condizione necessaria per lequilibrio di un sistema, come noto, che la sommatoria delle
forze agenti e reagenti e la sommatoria dei momenti siano pari a zero. Nellinstabilit
dellequilibrio si analizzano alcuni casi in cui questa necessaria condizione non sufficiente.
Instabilit = carico di punta.
Il sistema deve essere in equilibrio nella sua qualit non tutti gli equilibri hanno la
medesima qualit.
Esempio: bastone rigido incernierato.
caso A: la struttura labile, ma caricata in
questo modo risulta in equilibrio.

Hi = 0
Vi = 0
Mi = 0

P
B

VA P = 0 VA = P

caso B: anche il secondo esempio in


equilibrio, ma la qualit dello stesso
maggiore.
lasta sotto leffetto di azioni orizzontali (perturbazioni) pu muoversi, ma alla
fine ritorna nella configurazione standard.
equilibrio stabile.
Se loggetto, in caso di perturbazioni, si
allontana sempre pi dalla configurazione
di partenza lequilibrio detto instabile.

VA

VA

P
B

126

QUALITA, VINCOLI ELASTICI

Anche in questo caso la struttura labile,


ma regge.
Assegnando una perturbazione, loggetto
si sposta un po e poi si ferma
equilibrio indifferente.

Riprendere il sistema di partenza, ponendo una molla rotazionale.

P
A

Hi = 0
Vi = 0
MA = 0

P
B

VA P = 0 VA = P
l

non tutti gli equilibri sono uguali. Per sapere di che equilibrio si tratta bisogna assegnare
una perturbazione. Ma comunque, a priori, necesasrio verificare che loggetto sia in
equilibrio.

VA

Ma bisogna tener conto che i materiali sono elastici, non rigidi.


- sistemi rigidi lequilibrio un fatto posizionale, non dipende dallentit della forza;
necessario controllare che i vincoli siano ben disposti.
- sistemi elastici controllare il punto critico. Dipende dal fatto che il sistema sia:
- ad elasticit diffusa (in ogni punto);
- ad elasticit concentrata nei vincoli.

Cinematica linearizzata.
Assegnare una perturbazione sufficientemente piccola da confondere larco con la
tangente.
Il carico viene ridisegnato con lo stesso
modulo, direzione, verso.

_Molla rotazionale.
Il vincolo formato da tre parti: una
cerniera, un incastro ed una molla.
Non un vincolo perfetto, in cui i mondi
della cinematica e statica sono separati.
In questo caso cinematica e statica sono
collegate fra loro.
Cinematica

u
v

=
=
=

Hi = 0
Vi = 0 VA sempre = P
MA = 0 M P* + k* = 0

H
V
M

k
A

P il momento instabilizzante Mi
k il momento stabilizzante Ms

statica

0
0
M/k

0
0
k

= l

la struttura pu ruotare fino ad un


valore stabilito in base alla rigidezza k
della molla.

Ms > Mi equilibrio stabile


Ms < Mi equilibrio instabile

M = k

Ms = Mi condizione critica, che si andr a calcolare.

rigidezza rotazionale applicata alla


molla.

127

INSTABILITA DELLEQUILIBRIO

Riprendendo il calcolo del momento in A:

k/l

Pl + k = 0

pi lasta ruota, pi P non rientra nello


sforzo normale e va nel taglio.

( Pl + k) = 0

punto di biforcazione dellequilibrio.

questa formula pu essere uguale a zero in due casi:


- se = 0 matematicamente questa soluzione viene chiamata banale, poich se
zero la struttura non ha subito perturbazioni.
- se ( Pl + k) = 0 formula da analizzare.

il carico di punta uno sforzo normale


per il calcolo necessaria la sola componente normale.

PCR = k/l

_Molla estensionale.

risolvendo questa uguaglianza si trova il carico critico per la struttura.

Cinematica

u
v

Cinematica finita (si considera leffettiva deformazione)


M P* + k* = 0

Pl sen + k = 0

lim

=1
sen

k/l

/2

/2

statica

0
V/k
0

H
V
M

=
=
=

0
kv
0

HB

v = V/k

rigidezza estensionale della molla.

PCR() = k/l sen


- per = 0

N.b. k/l non il punto dopo il quale la struttura collassa del tutto.

MA = 0

Hi = 0
Vi = 0
MA = 0

l cos

HA HB = 0 HA = HB
VA P = 0 VA = P

Cinematica linearizzata.
Applicando una perturbazione: HB = k*, = l

PCR() = k/l

MA = 0

= l sen

HA A
VA

P
HB= k*

P
B

M P* + HB*l = 0

P = Mi
HBl = Ms

- per = /2

PCR() = k/l * (/2)/1

Pl + (kl)*l = 0
( P + kl)* = 0

- per =
/sen = e sono gli asintoti del grafico che esprime le posizioni di equilibrio
fra Ms ed Mi.

PCR() = kl

128

QUALITA, VINCOLI ELASTICI

Cinematica finita.

MA = 0

M P* + HB*l cos = 0

_Concio elastico.

una sorta di cerniera interna.

Pl sen + k* l cos = 0
Psen + kl sen cos = 0

sen ( P + kl cos) = 0

l cos

Ponendo due conci elastici allinterno


della struttura, si avranno due possibili
modi di deformazione:

PCR() = kl cos
= l sen

primo metodo di deformazione

PCR() = kl *1 = kl
- Per = /2

PCR() = k/l *0 = 0
- Per =
La struttura si rompe o si gi rotta.
la struttura non accetta pi carico, ci
avvisa con grandi spostamenti che sta per
spaccarsi e poi si rompe del tutto.

Quando le aste della struttura possono


sbandare indifferentemente da entrambi i
lati possibile parlare di aste perfette.
In caso di sistemi imperfetti si parla di
instabilit per divergenza le aste
partono gi ruotate di un valore 0.

Pl (0 + )= k

secondo metodo di deformazione

kl

/2

/2

La struttura pu piegarsi indifferentemente


da entrambi i lati, con la stessa forma di
deformazione.

- Per = 0

Considerando la trave come costituita


interamente da conci elastici, si ottengono
le modalit di deformazione illustrate a
fianco.

129

INSTABILITA DELLEQUILIBRIO

E.2

_Carico critico euleriano.

CARICHI CRITICI

Prendendo il consueto concio di trave.

V(Z) = linea elastica o abbassamento.


V(Z) = (Z) = rotazione.

V(Z)

V(Z) = (Z) = 1/R = curvatura.


d

1/R = Mi/EI Mi = R/EI

Mi

Mi
Si avr un momento stabilizzante Ms dato
dallelasticit della trave.
dz

Ms = EI/R lopposto di Mi.


Ms = EI*V(Z)

Ms la capacit di opporsi alla rotazione

relativa delle facce del concio, ed legato


alla curvatura.

Ms

Ms

MR = P*V(Z) momento instabilizzante.


dz

Quindi:

P*V(Z) + EI*V(Z) = 0 carico critico euleriano.


P/EI*V(Z) + V(Z) = 0

ponendo a2 = P/EI
2
a V(Z) + V(Z) = 0

Saltando la parte di calcolo attraversante la trigonometria, viene presentata direttamente la


formula gi semplificata.

130

CARICHI CRITICI

V(Z) = C1 sena z + C2 cosa z

n il numero di onde o semionde che la trave pu produrre sottoposta a carico critico.

Per risolvere questa formula necessario porre due diverse condizioni al bordo:
a. per V(Z=0) = 0 C1 sena0 + C2 cosa0 C10 + C21 C2 = 0
b. per V(Z=l) = 0 C1 senal + 0cosal

esistono due soluzioni per cui il tutto sia uguale a zero:


C1 = 0 (matematicamente banale)
senal = 0 uguale a zero quando al = n

PCR =

32 EI =

PCR =

22 EI = 4 EI

PCR =

12 EI =

9 EI

l2

l2

l2

2EI
l2

l2

Per le verifiche viene usato il carico critico pi piccolo:


senx

a = n/l

2
PCR = EI
l2

a2 = n22/l2
P/EI = n

PCR =

x
2 2

/l

n2 EI

l2

-1

Quindi il carico critico dipende:


- dal modulo elastico
- dal momento di inerzia
- dalla lunghezza della trave

131

INSTABILITA DELLEQUILIBRIO

possibile individuare quattro modi di deformazione per strutture sottoposte a carico critico.

In ogni caso, quanto detto finora si applica a travi snelle.


_Significato di tozzo e snello.
Esempio: verifica di un pilastro.
Ny = valore di rottura a compressione.

= spostamento in generale.

Se tozzo, il pilastro viene verificato solo a


compressione.
P < Ny

modo I
l0 = 2l

modo II
l0 = l

modo III
l0 = l/3

P<

l0

con l0 = lunghezza di unonda. I valori indicano quante volte, rispetto ad l, grande unonda
intera. Per il calcolo, basta sostituire tali valori nella precedente formula:
2

PCR(1) = EI
2
4l

PCR(2) = EI
2
l

PCR(3) = 3 2EI
l

EI
l02

l0
,
min

con

2min = Imin/A

P
Ny

il minimo poich il carico critico


preso in esame il pi piccolo.
Linerzia restituisce, come noto, lidea del
modo in cui lo sforzo normale si distribuisce nella sezione.

l0

La snellezza di una trave pari a:

=
l0

Ny

Se snello, si verifica tutto, anche il carico


critico di punta.

modo IV
l0 = l/2

l0

N (P)

2
2
PCR = E* 2min A
l0

PCR(4) = 4 2EI
l

2EA
2

elementi tozzi

porre un termine y che deriva dalla proiezione di a sullasse y.

Quindi, il carico critico pari a:

se > y = verificare P <

2
PCR = EI
l 02

2EA
2

se < y = verificare solo a compressione, P < Ny

132

elementi snelli

CARICHI CRITICI

-esempio pratico-

Nel punto a lasta pu sia sbandare sia rompersi per compressione.

Ny =

2EA
y =
2

E = 210000 [Mpa]
yC = 275 [Mpa]

EA
Ny

A = 2502 2402 = 4900 [mm2]

In ogni caso, la snellezza solo un fatto geometrico.

h = 3m

I = (2502 2402)/12 = 4,904*107 [mm2]


A

= I/A = 100,042 [mm]

N.b. il grafico della pagina precedente


formato dalla somma di:

Ny = A*yC 4900*275 = 1347 [kN]

Ny

= l0/l 2l/ 2*3000/100,042 = 5,992 [n]


5mm

rottura per schiacciamento

y =

+
rottura per instabilit

Ny

intersezione dei due domini.

133

EA
Ny

210000*4900/1347500 = 86,82 [n]


250mm

INDICE

A_STATICA DELLA TRAVE

B_LA TRAVE ELASTICA

A.1_TEORIA DEI VETTORI .................................................................... pag. 6

B.1_TRAVE INFLESSA ......................................................................... pag. 43

Vettori liberi ............................................................................................... pag. 6


Vettori applicati ........................................................................................ pag. 8
Poligono funicolare ................................................................................. pag. 9

Defromazione longitudinale .................................................................. pag. 44


Defromazione a taglio ............................................................................ pag. 45
Defromazione flessionale ...................................................................... pag. 45
Modello di Eulero-Bernouilli e Timoshenko ........................................ pag. 45

A.2_VINCOLI ED EQUILIBRIO ............................................................ pag. 10

B.2_SPOSTAMENTI, ROTAZIONI, CURVATURE ............................... pag. 46

Gradi di liberta nel piano ...................................................................... pag. 10


Alcuni tipi di vincolo .............................................................................. pag. 11
Tipi di strutture ....................................................................................... pag. 11
Linee dazione delle reazioni nei vincoli ............................................ pag. 12
Equilibrio di una struttura ...................................................................... pag. 12
Esercizi n.1-9 ................................................................................... pagg. 13-17

Relazione fra momento flettente e deformata flessionale ............... pag. 46


Richiamo agli integrali ............................................................................ pag. 47
Metodo dellintegrazione della linea elastica ..................................... pag. 48
Metodo dellanalogia formale di Mohr ................................................ pag. 49
Esercizi n.18-21 .............................................................................. pagg. 51-53
Abbassamenti e rotazioni notevoli .............................................. pagg. 54-55

A.3_CARATTERISTICHE DI SOLLECITAZIONE ................................ pag. 18

B.3_STRUTTURE IPERSTATICHE ...................................................... pag. 56

Convenzione positiva in un concio di trave ........................................ pag. 18


Analisi delle caratteristiche di sollecitazione ...................................... pag. 19
Rotazione del concio di convenzione positiva nelle strutture ......... pag. 20
Esercizi n.10-11 .............................................................................. pagg. 21-22
Rapporti fra taglio, momento e linea delle pressioni ........................ pag. 23
Esercizi n.12-13 .............................................................................. pagg. 24-25
Momento, taglio e sforzo normale in termini differenziali ................ pag. 25
La cerniera interna ................................................................................. pag. 26
Esercizi n.14-17 .............................................................................. pagg. 27-36

Calcolo dellincognita iperstatica - metodo delle forze ..................... pag. 56


Appendici isostatiche ed oculatezza di risoluzione .......................... pag. 59
Calcolo dellincognita iperstatica - sconnessione interna ................ pag. 56
Esercizi n.22-26 .............................................................................. pagg. 62-73

A.4_STRUTTURE RETICOLARI .......................................................... pag. 37

Tipi di strutture reticolari ....................................................................... pag. 38


Concetti preliminari per il calcolo ........................................................ pag. 38
Metodo di calcolo dellequilibrio ai nodi ............................................. pag. 39
Metodo di calcolo delle sezioni di Ritter ............................................. pag. 40

136

INDICE

C_MECCANICA DEI SOLIDI

D_TEORIE DI DE SAINT-VENANT

C.1_ANALISI DELLA DEFORMAZIONE ............................................ pag. 76

D.1_TRAVE DI DE SAINT-VENANT ................................................... pag. 94

Dilatazione lineare specifica ................................................................. pag. 78


Variazione angolare o scorrimento puro ............................................. pag. 79

Casi descritti in trave di De Saint-Venant ......................................... pag. 95

D.2_CENNI DI GEOMETRIA DELLE AREE ...................................... pag. 96

C.2_TEORIA DELLA TENSIONE ........................................................ pag. 80

Individuazione del baricentro di una figura ....................................... pag. 96


Esercizio n.27 ......................................................................................... pag. 98
Il momento di inerzia ............................................................................. pag. 98
Teorema del trasporto ........................................................................... pag. 99
Modalit applicative del teorema del trasporto ................................ pag. 99
Esercizio n.28 ....................................................................................... pag. 101

Teorema di Cauchy ................................................................................ pag. 81


Cerchio di Mohr ...................................................................................... pag. 83
Stati tensionali notevoli .......................................................................... pag. 85

C.3_MATERIALI .................................................................................... pag. 86

Leggi costitutive dei materiali ............................................................... pag. 86


Rapporti fra tensioni e deformazioni ................................................... pag. 87
Tensioni e deformazioni in materiali isotropi ...................................... pag. 88
Criteri di resistenza dei materiali .......................................................... pag. 89
Modello di Galileo-Rankine ................................................................... pag. 90
Criterio di Coulomb ................................................................................ pag. 91
Criterio di Tresca .................................................................................... pag. 91

D.3_SFORZO NORMALE E FLESSIONE .......................................... pag. 102

Sforzo normale in trave di De Saint-Venant ................................... pag. 102


Flessione in trave di De Saint-Venant (formula di Navier) ........... pag. 104
Calcolo delle tensioni massime in una sezione ............................. pag. 106

D.4_TORSIONE .................................................................................... pag. 109


Momento torcente in trave di De Saint-Venant ............................... pag. 109
Momento torcente di sezioni cave (formula di Bredt) .................. pag. 112

D.5_AZIONI TAGLIANTI ..................................................................... pag. 114

Taglio in trave di De Saint-Venant ................................................... pag. 114


Trattazione di Jourasky ...................................................................... pag. 115

D.6_PRATICA ...................................................................................... pag. 117


Metodo di verifica delle tensioni ammissibili ................................. pag. 117
Metodo di verifica degli stati limite .................................................. pag. 118
Casi di stati pluriassiali (ipotesi di Von Mises) ............................. pag. 119
Verifiche e dimensionamenti .............................................................. pag. 121

137

INDICE

E_INSTABILITA DELLEQUILIBRIO
E.1_QUALITA, VINCOLI ELASTICI ................................................. pag. 126

Qualit dellequilibrio ........................................................................... pag. 126


Molla rotazionale .................................................................................. pag. 127
Molla estensionale ............................................................................... pag. 128
Concio elastico ..................................................................................... pag. 129

E.2_CARICHI CRITICI ........................................................................ pag. 130

Carico critico euleriano ....................................................................... pag. 130


Significato di tozzo e snello .............................................................. pag. 132

138

Potrebbero piacerti anche